La maggioranza delle voci vedeva nel Gentile signore la soluzione, ovvero la
mezza strada tra l'Egregio xy + Lei ed il Caro xy + tu. Io (forse
l'unica) credo che scrivere Gentile signore denoti semplicemente ignoranza
perché l'uso del termine Gentile e' una convenzione adottata per rivolgersi
ad una donna con pari valenza formale di Egregio.
Sarei molto grata se qualcuno che ne sa piu' di me mi desse qualche
delucidazione sulle eventuali recenti mutazioni delle convenzioni adottate
nella corrispondenza (soprattutto quella commerciale) in lingua italiana che
hanno sancito l'adozione di Gentile signore,
oppure mi desse un'idea di come impostare la propria corrispondenza
commerciale con controparti con le quali ci si da' un "mezzo-Lei".
Aspetto con grande interesse i vostri commenti
Saluti a tutti
Francesca Monacelli
> Sarei molto grata se qualcuno che ne sa piu' di me mi desse qualche
> delucidazione sulle eventuali recenti mutazioni delle convenzioni adottate
> nella corrispondenza (soprattutto quella commerciale) in lingua italiana
> che hanno sancito l'adozione di Gentile signore,
> oppure mi desse un'idea di come impostare la propria corrispondenza
> commerciale con controparti con le quali ci si da' un "mezzo-Lei".
Riporto l'inizio di una comunicazione ricevuta di recente da una grossa casa
editrice:
"Gentile Cliente,
la ringrazio per la sua richiesta, arrivata pochi giorni fa, attraverso la
quale ecc. ecc."
Boh? non so se questa citazione possa [eh , Mariu'? ^_^] contribuire a
dissipare i dubbi di come impostare la propria corrispondenza commerciale;
può [o bella! *_*], tuttavia, essere un ottimo modello.
:-))
Seb
> [...]
>
> Boh? non so se questa citazione possa [eh , Mariu'? ^_^]
Promosso, promosso, Seb. Bravissimo! (:^_^:)
>contribuire a dissipare i dubbi di come impostare
>la propria corrispondenza commerciale;
> puň [o bella! *_*], tuttavia, essere un ottimo modello. :-))
Beh?! Che c'č? :-)))
Passata la febbre?
^_^ Ciao ^_^
Mariuccia
Comunque ho capito: dire Gentile Signore va bene.
Accetto e vi ringrazio pero' non prometto che lo usero'.
saluti
Francesca
Seb <scab...@tin.it> wrote in message news:7v4vgf$s8s$4...@nslave1.tin.it...
>
> Francesca Monacelli wrote
>
> > Sarei molto grata se qualcuno che ne sa piu' di me mi desse qualche
> > delucidazione sulle eventuali recenti mutazioni delle convenzioni
adottate
> > nella corrispondenza (soprattutto quella commerciale) in lingua italiana
> > che hanno sancito l'adozione di Gentile signore,
> > oppure mi desse un'idea di come impostare la propria corrispondenza
> > commerciale con controparti con le quali ci si da' un "mezzo-Lei".
>
> Riporto l'inizio di una comunicazione ricevuta di recente da una grossa
casa
> editrice:
>
> "Gentile Cliente,
> la ringrazio per la sua richiesta, arrivata pochi giorni fa, attraverso la
> quale ecc. ecc."
>
> Boh? non so se questa citazione possa [eh , Mariu'? ^_^] contribuire a
> dissipare i dubbi di come impostare la propria corrispondenza commerciale;
> può [o bella! *_*], tuttavia, essere un ottimo modello.
>
> :-))
> Seb
>
>
>Immagino dalla tua risposta che tu, Seb, sia un uomo perché cliente di per
>sé puo essere sia f. che m.
>
>Comunque ho capito: dire Gentile Signore va bene.
>Accetto e vi ringrazio pero' non prometto che lo usero'.
No, non ci siamo.
Utilizzare "Gentile Cliente" è un ottimo sistema per evitare personalizzazioni
dovute al sesso o ridondanze del tipo "Gentile Signora / Egregio Signore",
ma apostrofare un "maschio" dandogli del "Gentile Signore" equivale a
definirlo "di dubbia virilità".
So che è sciocco, ma è così.
Quindi, NON usare nella corrispondenza commerciale l'espressione "Gentile Signore",
ma "Egregio Signore".
(mentre non si capisce perché una donna non può essere definita "egregia"...)
--
Er Roscio.
Pero' ho avuto tutta una mailing list contro e mi chiedevo se fossi io
invece a sbagliare.
D'altra parte e' pur vero che lo si vede in giro e allora il dubbio e' se si
tratta di una modificazione "naturale" dello stile e delle convenzioni
oppure se e' un uso scorretto degli stessi.
Mi fa piacere che almeno siamo in due...
E per il Gentile cliente ritengo che l'uso corretto sia "Gentile clientela".
L'uso per trasposizione del Gentile con il singolo cliente credo sia al
limite dell'accetabile.
saluti
Francesca
Roscio <job...@tin.it> wrote in message
news:7v6pms$bo0$1...@fe2.cs.interbusiness.it...
> ma apostrofare un "maschio" dandogli del "Gentile Signore" equivale a
> definirlo "di dubbia virilità".
>
Accidenti, non si finisce mai di imparare. Questa proprio non la sapevo!
Antonio G. <anton...@tiscalinet.it> wrote in message 7v7g8k$107$1...@news.mclink.it...
No. E preferisco comunque che pure gli uomini siano gentili, non solo le
donne, anche se alla lotteria NASCI&VINCI ho vinto casualmente l'attrazione
per il sesso femminile ;))
Ciao
>Caro Roscio, allora sei con me.
>Anch'io penso che sia sbagliato, anzi che denoti proprio ignoranza dire
>"Gentile signor Arturo".
>Pero' ho avuto tutta una mailing list contro e mi chiedevo se fossi io
>invece a sbagliare.
>D'altra parte e' pur vero che lo si vede in giro e allora il dubbio e' se si
>tratta di una modificazione "naturale" dello stile e delle convenzioni
>oppure se e' un uso scorretto degli stessi.
>Mi fa piacere che almeno siamo in due...
Vedi, non è per fare "l'imparato" ma, avendo fatto ragioneria, ho studiato
anche come impostare "professionalmente" una lettera commerciale,
quindi posso dirti che NON è corretto scrivere "Gentile Signore" checché
ne pensino gli altri...
>E per il Gentile cliente ritengo che l'uso corretto sia "Gentile clientela".
Questo sarebbe vero se la lettera si rivolgesse alla clientela nella
sua interezza, ma volendo coinvolgere il "singolo" si cerca di
personalizzare al massimo la lettera. Le ditte che vogliono scrivere
ai propri clienti lettere "personalizzate" farebbero bene ad organizzare
la loro mailing-list in modo da comprendere nell'anagrafica del cliente
il titolo onorifico, il nome separato dal cognome, l'indirizzo e la città
di residenza, in modo da poter personalizzare una lettera commerciale
(ormai tutti i programmi di trattamento testi hanno una funzione di
"mailing-list) che si può presentare - ad esempio - così:
(le parole fra asterischi si intendono "variabili" prese dalla mailing-list)
*Egregio* *Dott.* *Antonio*,
Le confermiamo che il Suo regalo le verrà spedito in *via Pomerania 14*,
e siamo certi che esso susciterà le invidie dei suoi amici di *Forlì"...
oppure:
*Gentile* *Signora* *Luisa*,
Le confermiamo che il Suo regalo le verrà spedito in *corso Buenos Aires 30*,
e siamo certi che esso susciterà le invidie dei suoi amici di *Milano*...
>L'uso per trasposizione del Gentile con il singolo cliente credo sia al
>limite dell'accettabile.
A me, sinceramente, suona già male, anche se "giustificato" dal non
usare funzioni di "fusione", ma non scriverei mai né "Gentile Signore",
né "Egregia Signora".
--
Er Roscio.
>Perché la virilità in un maschio è nell'essere macho?
>Buono a sapersi: ma non svalutiamoci/vi.
>emgipi
>
>> ma apostrofare un "maschio" dandogli del "Gentile Signore" equivale a
>> definirlo "di dubbia virilità".
>>
>Accidenti, non si finisce mai di imparare. Questa proprio non la sapevo!
Non ho detto di essere d'accordo con questa concezione, ho detto che è
opinione diffusa...
--
Er Roscio.
Saresti cosi' gentile da citarmi il riferimento bibliografico di un libro di
testo in uso a ragioneria che tratta il tema delle lettere commerciali.
Nota bene, non perche' non ti creda io, ma perche' vorrei fare un
riferimento specifico, oltre al "Roscio di it.c.l.i. m'ha detto che...", in
un controintervento su LANGIT.
Cordiali saluti,
Francesca
Roscio <job...@tin.it> wrote in message
news:7v931s$t3a$1...@fe2.cs.interbusiness.it...
> Perchè la virilità in un maschio è nell'essere macho?
> Buono a sapersi: ma non svalutaiamoci/vi.
Svalutiamo-ci e anche -vi? Ma che significa?
Gian Carlo
Sent via Deja.com http://www.deja.com/
Before you buy.
>>Anch'io penso che sia sbagliato, anzi che denoti proprio
>>ignoranza dire "Gentile signor Arturo".
>>Pero' ho avuto tutta una mailing list contro e mi chiedevo
>>se fossi io invece a sbagliare.
>[...]NON è corretto scrivere "Gentile Signore" checché ne
>>pensino gli altri
>[...]Le ditte che vogliono scrivere ai propri clienti lettere
>"personalizzate" farebbero bene ad organizzare la loro
>mailing-list in modo da comprendere nell'anagrafica del
>cliente il titolo onorifico, il nome separato dal cognome,
>[...](le parole fra asterischi si intendono "variabili"
>prese dalla mailing-list)
> *Egregio* *Dott.* *Antonio*,
Grande. E perfezionabile. Ecco un possibile incipit perfezionato ed
espanso (cioe` senza piu` variabili):
Egvegio Bavone Pievgiovgio Vien Dal Mave
Gia` che personalizzano, i programmi possono anche commutare
automaticamente la "r" in "v", no? (-:
>>L'uso per trasposizione del Gentile con il singolo cliente
>>credo sia al limite dell'accettabile.
>A me, sinceramente, suona già male, anche se "giustificato"
>dal non usare funzioni di "fusione", ma non scriverei mai
>né "Gentile Signore", né "Egregia Signora".
Beh, le ditte che non possiedono la "fonderia" potrebbero sempre
scrivere:
Gentile o egregio cliente (scelga lei se si sente maschiaccio,
effeminato, femmina o virago)...
Come sono lontani i tempi in cui Dante scriveva "Tanto gentile e tanto
onesta pare" di Beatrice, ma anche "Biondo era e bello e di gentile
aspetto", senza preoccuparsi di cosa ne avrebbe pensato Manfredi.
..."Francesca Monacelli", ormai senza alcun ritegno, scrive...
> sono veramente contenta di leggere la tua risposta cosi'
> circostanziata che, come gia' detto, conforta, la mia tesi.
> Saresti cosi' gentile da citarmi [...]
Cosi` "gentile"? Cioe` cosi` "di dubbia virilita`", stando alla
definizione di Roscio? (-:
Volevi dire "saresti cosi` egregio", vero Francesca?
Per quanto non vedo nemmeno che cosa possa trovarci di buono un maschio
nel sentirsi chiamare egregio, cioe` "tirato fuori dal gregge". Sentirsi
dare della pecora non mi sembra poi cosi` bello. (-:
Gian "Er Pecora"? Carlo
>Caro Roscio,
>sono veramente contenta di leggere la tua risposta cosi' circostanziata che,
>come gia' detto, conforta, la mia tesi.
Ti ringrazio.
>Saresti cosi' gentile da citarmi il riferimento bibliografico di un libro di
>testo in uso a ragioneria che tratta il tema delle lettere commerciali.
>Nota bene, non perche' non ti creda io, ma perche' vorrei fare un
>riferimento specifico, oltre al "Roscio di it.c.l.i. m'ha detto che...", in
>un controintervento su LANGIT.
Purtroppo è passato "qualche" anno da quando mi sono diplomato,
ed anche facendo delle ricerche su internet non ho trovato niente.
Puoi però tranquillamente andare in una libreria specializzata in
testi scolastici e farti dare qualche titolo (puoi anche consultarlo
velocemente e verificare quello che ti dico...), oppure rivolgerti
alla libreria di qualche istituto tecnico commerciale o ancora,
a qualche amico che ha un ragazzo che fa ragioneria...
--
Er Roscio.
> Anch'io penso che sia sbagliato, anzi che denoti proprio ignoranza dire
> "Gentile signor Arturo".
>
> Pero' ho avuto tutta una mailing list contro e mi chiedevo se fossi io
> invece a sbagliare.
> D'altra parte e' pur vero che lo si vede in giro e allora il dubbio e' se
> si tratta di una modificazione "naturale" dello stile e delle convenzioni
> oppure se e' un uso scorretto degli stessi.
Alla voce "gentile" lo Zingarelli riporta:
"*gentile signore, signora, signorina*, consueta formalità di cortesia nella
soprascritta delle lettere".
> E per il Gentile cliente ritengo che l'uso corretto sia "Gentile
> clientela".
> L'uso per trasposizione del Gentile con il singolo cliente credo sia al
> limite dell'accetabile.
"Clientela" è nome collettivo.
Scrivere "Alla gentile clientela" ha senso se vuoi comunicare
un'informazione di carattere generale valida per tutti i clienti... ma sa di
burocratese.
"Gentile cliente" è più diretto e isola il singolo dal plancton commerciale.
Un'azienda moderna che mostri attenzione verso la propria clientela, con gli
strumenti informatici a disposizione: programmi di scrittura integrati a
ottimi database, renderà ulteriormente meno impersonale la
comunicazione scrivendo "Gentile signor Seb" o "Gentile signora Monacelli";
che ha, sì, il sapore di una presa in giro, ma almeno è ben condita.
Seb
Acc... questa mi era sfuggita !... Hai ragione !... :-))))))))))))))
--
Er Roscio.
(ma la definizione non č mia !... )
non importa
Francesca
Roscio <job...@tin.it> wrote in message
news:7v999d$2e5$1...@fe1.cs.interbusiness.it...
> Francesca Monacelli ha scritto nel messaggio
<7v965o$2csd$1...@gazette.omnilink.net>...
>
> >Caro Roscio,
> >sono veramente contenta di leggere la tua risposta cosi' circostanziata
che,
> >come gia' detto, conforta, la mia tesi.
>
>
> In <7v965o$2csd$1...@gazette.omnilink.net>...
> ..."Francesca Monacelli", ormai senza alcun ritegno, scrive...
> > sono veramente contenta di leggere la tua risposta cosi'
> > circostanziata che, come gia' detto, conforta, la mia tesi.
> > Saresti cosi' gentile da citarmi [...]
> Cosi` "gentile"? Cioe` cosi` "di dubbia virilita`", stando alla
> definizione di Roscio? (-:
> Volevi dire "saresti cosi` egregio", vero Francesca?
E poi si parla di pedanti, eh?! :-)))
Però ... era sfuggito anche a me, questo particolare "delizioso"^_^.
> Gian "Er Pecora"? Carlo
*+*+*+*+*+*+*+*
:-)))))))))))))))))))))))
Mariucciaridens
Ma non era egvegio bavone Pievgiovgio Sevbelloni Mazzanti Vien Dal Mave ?
--
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> nel sentirsi chiamare egregio, cioe` "tirato fuori dal gregge". Sentirsi
In russo esiste una espressione "molodez sredi ovez" (si legge maladie'z
sriedi' avie'z) che vuol dire : bravo! in mezzo alle pecore (molodez e' una
espressione di apprezzamento, per questo ho messo il punto esclamativo dopo
"bravo!"), per indicare appunto uno che "emerge" dal pecorume.
>> nel sentirsi chiamare egregio, cioe` "tirato fuori
>> dal gregge".
> In russo esiste una espressione "molodez sredi ovez"
> (si legge maladie'z sriedi' avie'z) che vuol dire :
> bravo! in mezzo alle pecore (molodez e' una espressione
> di apprezzamento, per questo ho messo il punto esclamativo
> dopo "bravo!"), per indicare appunto uno che "emerge" dal
> pecorume.
Infatti questo e` anche il significato originale italiano. Ma anche
gentile, da gens, e` una persona nobile, e quindi che emerge dalle
altre.
Gian Carlo
> buona battuta, pero'un conto e' l'intestazione un conto
> e' il testo. spero che su questo siamo tutti d'accordo.
Io non lo sono.
Intanto "gentile", di per se', non ha connotazioni negative, in
italiano, in nessuno dei significati che puo` assumere.
Che non venisse (o tuttora non venga) usato nelle intestazioni delle
lettere e` un'altra faccenda. Un conto sono gli usi, un conto i
significati.
E anche mi sembra lambiccato sostenere che "gentile signore" insinui il
significato di effeminatezza, "gentile cliente" (se riferito a un uomo)
un po' meno, e "gentile clientela" addirittura non lo insinui per
niente.
Ciao.
Comunque mi pare che il caso sia risolto a mio sfavore perché (come scrive
Seb):
>Alla voce "gentile" lo Zingarelli riporta:
>"*gentile signore, signora, signorina*, consueta formalità di cortesia
nella
>soprascritta delle lettere".
Evidentemente tra i tempi di scuola del Roscio (e anche i miei) ed oggi deve
essere intervenuto un cambiamento nell'uso della lingua italiana in materia
di corrispondenza commerciale che rende possibile l'incipit "Gentile signor
Arturo". Tale uso e' riconosciuto dallo Zingarelli e pace.
Cari saluti a tutti
Gentil Francesca
magica <macc...@my-deja.com> wrote in message
news:7vc0ad$hsd$1...@nnrp1.deja.com...
> Certo che un uomo puo' (anze deve) essere gentile. Mi riferivo solamente al
mah ... sull'"egregio signore / gentile signora" mi viene in mente che in
tedesco i signori sono [molto] rispettati o onorati ([sehr] geehrter Herr) e
le signore sono graziose (gnaedige Frau).
Vedendo in giro per Milano il manifesto di una mostra al museo
Bagatti-Valsecchi dal titolo " ...rispettabilissimo Goethe ..., caro Hayez
..., adorato Thorvaldsen ...", che ovviamente sono delle intestazioni di
lettere, presumo in lingua originale ... mi sorge il dubbio, come sono i
signori in danese ?
>Comunque mi pare che il caso sia risolto a mio sfavore perché
>(come scrive Seb):
>
>>Alla voce "gentile" lo Zingarelli riporta:
>>"*gentile signore, signora, signorina*, consueta formalità di cortesia
>>nella soprascritta delle lettere".
>
>Evidentemente tra i tempi di scuola del Roscio (e anche i miei) ed oggi deve
>essere intervenuto un cambiamento nell'uso della lingua italiana in materia
>di corrispondenza commerciale che rende possibile l'incipit "Gentile signor
>Arturo". Tale uso e' riconosciuto dallo Zingarelli e pace.
Ti faccio notare che "lettere" non implica "commerciali"...
Quindi la mia "tesi" continua ad essere valida:
si potrà anche scrivere "Gentile signor Pippo," nella corrispondenza
"ordinaria", ma - lo ripeto - non è in uso scrivere "Gentile signore,"
per quanto riguarda la corrispondenza "commerciale".
--
Er Roscio.
Non si usa piů.
Heidi
> >tedesco ... le signore sono graziose (gnaedige Frau).
>
> Non si usa più.
E cosa si usa ? (non OT fino a creazione di iclt ...)
(Sehr) geehrte Frau ...
Heidi
> Francesca Monacelli ha scritto
> >Comunque mi pare che il caso sia risolto a mio sfavore perché
> >(come scrive Seb):
> >
> >>Alla voce "gentile" lo Zingarelli riporta:
> >>"*gentile signore, signora, signorina*, consueta formalità di cortesia
> >>nella soprascritta delle lettere".
> >
> >Evidentemente tra i tempi di scuola del Roscio (e anche i miei) ed oggi
> >deve essere intervenuto un cambiamento nell'uso della lingua italiana
> >in materia di corrispondenza commerciale che rende possibile l'incipit
> >"Gentile signor Arturo". Tale uso e' riconosciuto dallo Zingarelli e
pace.
>
> Ti faccio notare che "lettere" non implica "commerciali"...
> Quindi la mia "tesi" continua ad essere valida:
>
> si potrà anche scrivere "Gentile signor Pippo," nella corrispondenza
> "ordinaria", ma - lo ripeto - non è in uso scrivere "Gentile signore,"
> per quanto riguarda la corrispondenza "commerciale".
Altri esempi freschi freschi di posta:
Mi scrive un avvocato, annunciandomi rogne, con:
Gent. Sig.
SEB
La banca mi comunica, gongolante, i miei instingibili rossi con:
Gent.mo Sig.
SEB
La palestra bussa a soldi con:
Gent.le Sig.
SEB
Eh ma questi ultimi mi sentiranno: ma come? tutti quei soldi e invece di un
virile Egr. Tarzan SEB, un frou frou Gent.le per femminucce? ah se mi
sentiranno, già mi batto i pugni sul petto.
Seb
> La banca mi comunica, gongolante, i miei instingibili
> rossi con:
> Gent.mo Sig.
> SEB
> La palestra bussa a soldi con:
> Gent.le Sig.
> SEB
> Eh ma questi ultimi mi sentiranno: ma come? tutti quei soldi
> e invece di un virile Egr. Tarzan SEB, un frou frou Gent.le
> per femminucce? ah se mi sentiranno, già mi batto i pugni sul
> petto.
Seb, io mi farei sentire anche dalla banca che ci e` andata giu`
pesante: il superlativo non si usa neanche con le donne. (-:
>Altri esempi freschi freschi di posta:
>
>Mi scrive un avvocato, annunciandomi rogne, con:
>Gent. Sig.
>SEB
>
>La banca mi comunica, gongolante, i miei instingibili rossi con:
>Gent.mo Sig.
>SEB
>
>La palestra bussa a soldi con:
>Gent.le Sig.
>SEB
Sono scritte sa mano?
Sono scritte a macchina?
Se rispondete no alle prime due domande, ci sono buone probabilità che siano
scritte al computer, utilizzando magari formati standard.
Ma allora perche' Gent. Sig. anziche' Gentile Signore?
ecc. ecc. ecc.
--
Vitt
il primo scemotto che passa
> Ma allora perche' Gent. Sig. anziche' Gentile Signore?
> ecc. ecc. ecc.
La piu` bella comqunue e` Gent.le Sig.: l'utilita` del punto in Gent.le
davvero e` incomprensibile.
perche' e' ambivalente, va bene sia per i gentili signori che per le gentili
signore.
Questo per evitare quelle cose che fanno i compilatori di indirizzari. Noi una
volta in istituto ricevemmo la pubblicita' di un venditore di enciclopedia
indirizzata a :
"gentile famiglia Osmica Istituto di Fisica C"
> Sono scritte sa mano?
> Sono scritte a macchina?
> Se rispondete no alle prime due domande, ci sono buone probabilitą che
> siano scritte al computer, utilizzando magari formati standard.
Scritte al computer, sicuramente.
Ma questa circostanza conferma che la distinzione tra Gentile ed Egregio č
entrata in disuso preferendo la prima forma, se non altro per comoditą.
Perņ mi viene a mente un particolare, non trascurabile: l'Egregio Lei di
totņesca memoria; effettivamente definire qualcuno "egregio" potrebbe avere
un retrogusto di sfottņ.
Seb
Insomma queste intestazioni le si scrive secondo comeci si sveglia la
mattina.
saluti
Francesca
Giovanni Drogo <dr...@rn.bastiani.it> wrote in message
news:Pine.OSF.4.20.991103...@poseidon.ifctr.mi.cnr.it...
Francesca Monacelli ha giustamente sottolineato:
> Scusa ma Signora si abbrevia Sig.ra e non Sig., quello e' Signore.
>
> Insomma queste intestazioni le si scrive secondo comeci si sveglia la
> mattina.
Sě, Francesca, ma ormai, purtroppo, viviamo in un'epoca in cui tutto viene
demasculinizzato e defemminilizzato.
Hai notato l'uso che ultimamente si fa dei cognomi di persone note? Una volta
sul Corriere si leggeva "La Deledda srisse che..."; adesso si legge "Deledda
scrisse che...". E io non capisco piů chi sia uomo o donna, non capisco piů chi
č sig. e chi č sig.ra chi avvocato e chi avvocata o avvocatessa. L'altro giorno
in televisione una avvocatessa asserě di dovere essere appellata avvocato (anche
se dal latino dovrebbe derivare ad vocata...).
Francesca: i tempi son piů veloci dei cervelli?
Paolo
Paolo Bonardi <paol...@tin.it> wrote in message 38217B03...@tin.it...
Dando alla questione una lettura socio-antropo-tecnologica si evince che:
stante l'attuale valorizzazione delle componenti "femminili" del carattere e
personalita' maschili;
stante la tipizzazione buffoncesca del termine "Egregio Lei";
stante il fervente lavoro di pulizia linguistica operato dai software per la
corrispondenza aziendale
si decreta l'andata in disuso del termine Egregio signore e si plaude
l'avvento di Gentile come appellativo per il sesso maschile e femminile (e
ci fa pure rima).
cari gentili amici vi saluto, per ora...
Francesca
Paolo Bonardi <paol...@tin.it> wrote in message
news:38217B03...@tin.it...
>Altri esempi freschi freschi di posta:
>
>Mi scrive un avvocato, annunciandomi rogne, con:
>Gent. Sig.
>SEB
>
>La banca mi comunica, gongolante, i miei instingibili rossi con:
>Gent.mo Sig.
>SEB
>
>La palestra bussa a soldi con:
>Gent.le Sig.
>SEB
Ehm... sicuramente mi dirai che la mia replica è "tirata",
che cerco di arrampicarmi sugli specchi, ma non hai
notato che i tre casi citati sono tutti di gente che ha
il massimo interesse a "calmarti", ad "ingentilirti"
per ottenere il suo scopo ?... :-)))))))))))))))))))))))
Non dico altro.
--
Er Roscio.
>> Ma allora perche' Gent. Sig. anziche' Gentile Signore?
>
>perche' e' ambivalente, va bene sia per i gentili signori che per le gentili
>signore.
>
>Questo per evitare quelle cose che fanno i compilatori di indirizzari. Noi una
>volta in istituto ricevemmo la pubblicita' di un venditore di enciclopedia
>indirizzata a :
>
> "gentile famiglia Osmica Istituto di Fisica C"
Vorrei spezzare "un'arancia" (è più facile... :-))) a favore
dei programmatori di programmi di trattamento testi:
non sono i "compilatori" di indirizzari a creare queste schifezze,
ma i beceri dattilografi incaricati della loro compilazione
(o ti riferivi a loro ?...). Qualunque programma di trattamento
testi da due soldi ti permette di creare una mailing-list che,
oltre a nome, cogmome e indirizzo, può benissimo contenere
il "titolo", il sesso e qualunque cosa ti possa servire per personalizzare
come si deve una lettera !!!...
--
Er Roscio.
Non credo che Paolo intendesse questo. Anche in quel di Milano
si usa dire "la Pandolfi", ma si dice anche "il Pandolfi" se si parla
di un maschio...
Invece nella lingua scritta (dai giornalisti) si discrimina dicendo
"la Deledda ha scritto", se si tratta di una femmina, e "Eco ha scritto"
se si tratta di un maschio.
--
Er Roscio.
>Scusa ma Signora si abbrevia Sig.ra e non Sig., quello e' Signore.
>
>Insomma queste intestazioni le si scrive secondo come ci si sveglia la
>mattina.
NO, NO E POI NO !!!... Torno a ripetere che questo è il comportamento di chi
NON CONOSCE la materia !!! Sarebbe come legittimare l'uso di "stazzione"
e "squola" solo perché esiste gente che non sa come si scrive in italiano !!!
Ultimamente poi, è uscita fuori l'abbreviazione "Sig.a" per indicare una
"signora o signorina", senza specificare lo stato civile !!!...
(scopiazzato dall'inglese "Ms." che ha sostituito "Mrs." e "Miss")
--
Er Roscio.
Roscio <job...@tin.it> wrote in message
7vv6sg$cc1$2...@fe1.cs.interbusiness.it...
> Invece nella lingua scritta (dai giornalisti) si discrimina dicendo
> "la Deledda ha scritto", se si tratta di una femmina, e "Eco ha scritto"
> se si tratta di un maschio.
Insomma "l'Eco ha scritto"... al piu` *ha riflesso qualcun altro*; ma non
lui non sarebbe d'accordo, preferirebbe un *ha riflettuto*. ^_^
--
gi@der [< was it a cat I saw >] (L. Carroll)
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Per le bizzarrie dei news-server un eventuale reply anche
in e-mail e` gradito:
E-mail: giader(at)linuxfan.com {Giacomo Delre}
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Che tale abbandono ci (a me e a te) lasci con la bocca amara non vuol dire
che non sia cosi'. Io comunque non scrivero' mai Gentile signore, almeno
questo diritto me lo tengo.
Francesca
Roscio <job...@tin.it> wrote in message
news:7vv6se$cc1$1...@fe1.cs.interbusiness.it...
> Non credo che Paolo intendesse questo. Anche in quel di Milano
> si usa dire "la Pandolfi", ma si dice anche "il Pandolfi" se si parla
> di un maschio...
S'erum in quater col Padula, el Rodolfo, el Gaina e poo mi ...
>> Anche in quel di Milano si usa dire "la Pandolfi", ma
>> si dice anche "il Pandolfi" se si parla di un maschio...
> S'erum in quater col Padula, el Rodolfo, el Gaina e poo mi ...
Beh, ma questi sono nomi o soprannomi (coi quali, se ben ricordo, in
italiano l'articolo non andrebbe usato); non cognomi.
magica ha scritto:
> In <Pine.OSF.4.20.99110...@poseidon.ifctr.mi.cnr.it>
> Giovanni Drogo scrive...
> > On Fri, 5 Nov 1999, Roscio wrote:
>
> >> Anche in quel di Milano si usa dire "la Pandolfi", ma
> >> si dice anche "il Pandolfi" se si parla di un maschio...
>
> > S'erum in quater col Padula, el Rodolfo, el Gaina e poo mi ...
>
> Beh, ma questi sono nomi o soprannomi (coi quali, se ben ricordo, in
> italiano l'articolo non andrebbe usato); non cognomi.
>
> Gian Carlo
Mmhhh.... su una tomba nel mio paese di origine (vicino al lago di
Lugano) l'epigrafe riporta nome e cognome del de cuius e, sotto, il
soprannome: "el ragn".
Paolo
> > S'erum in quater col Padula, el Rodolfo, el Gaina e poo mi ...
>
> Beh, ma questi sono nomi o soprannomi (coi quali, se ben ricordo, in
> italiano l'articolo non andrebbe usato); non cognomi.
Beh Rodolfo sara' anche un nome, ma di persone che di cognome fanno Padula e
Gallina ne conosco un paio. Anche se non sono
...quater amis, quater malnat
vegnu' su insema cumpagni di gat
>> > S'erum in quater col Padula, el Rodolfo, el Gaina e poo mi ...
>>
>Beh Rodolfo sara' anche un nome, ma di persone che di cognome fanno Padula e
>Gallina ne conosco un paio.
E io conosco invece uno che di cognome fa Rodolfo. Conosco di fama
ovviamente Vincenzo Padula, Giacinto Gallina e Gallo Gallina (= il
primo illustratore dei Promessi Sposi).
Ciao
Ferdinando
>
>> Non credo che Paolo intendesse questo. Anche in quel di Milano
>> si usa dire "la Pandolfi", ma si dice anche "il Pandolfi" se si parla
>> di un maschio...
>
>S'erum in quater col Padula, el Rodolfo, el Gaina e poo mi ...
Quater terun, quater malnatt: perciň non fanno testo!
:-)
>...quater amis, quater malnat
>vegnu' su insema cumpagni di gat
Io mi ricordavo erroneamente terun anziche' amis, quindi la conclusione del
mio messaggio nel filun (?!) vale solo a metà.
Margherita ha scritto nel messaggio <80c65r$oqu$1...@stargate1.inet.it>...
> Ma eco e' femminile!!!!!!!!!!!!!
Vallo a dire a umberto :-)
> Ma eco e' femminile!!!!!!!!!!!!!
Solo quando e` sola, pero`.
> In <80c5hs$2s6c$2...@stargate1.inet.it> "Margherita" scrive...
>
> > Ma eco e' femminile!!!!!!!!!!!!!
>
> Solo quando e` sola, pero`.
Dal radiologo? :-))
>
> Gian Carlo
Mariuccia
Toh! Il tuo nome è più lungo del mio. :-)))
Grazie dell' "amico" e del "sono con te" !!!...
Sì, ho visto, e anche troppo spesso, purtroppo !!!...
>Ma che diamine, pero' mi rifiuto di parlare di
>evoluzione quando un incontro diventa meeting, una
>conferenza stampa diventa breefing, un bilancio
>diventa budget e un affare diventa business.
>Mi viene l'orticaria se il latino patrocinatore
>(sponsor) lo mettiamo al plurale come
>sponsors!!!!!!!!!! Concludo con media pronunciato
>midia!!!!!!
>Un po' di moderazione cavoli!
Non solo per i barbarismi, ma anche per gli errori, però,
dovresti essere seccata !!!... Non si tratta di evoluzione
se tutti scrivono "eccezzionale"; è e rimane pur sempre
un errore !!! Mi rifiuto di parlare una lingua "nuova" in
cui gli errori di grammatica diventano regole solo perché
c'è più gente ignorante che colta nella popolazione...
--
Er Roscio.
ALLORA !!!... (direbbe Wanna Marchi)
Decidiamoci una buona volta !... Si declinano o non si declinano
i vocaboli che NON FANNO PARTE della lingua italiana ???...
Se è giusto scrivere "curricula" DEVE essere giusto anche scrivere "stars" !!!...
E non venitemi a dire che il latino si declina perché è la nostra lingua "madre",
perché sapete benissimo che non è così !!!... E comunque non mi pare una regola
grammaticale valida !!!...
E che, vogliamo dire "sponsores" come plurale di "sponsor" ?...
--
Er Roscio.
Nell'articolo
<80rf0a$9hu$1...@fe1.cs.interbusiness.it>, "Roscio"
<job...@tin.it> č stato scritto:
(omissis)
> E che, vogliamo dire "sponsores" come plurale di
> "sponsor" ?...
> Er Roscio.
Carla! Io vorrei delucidarti ma credimi, questo e'
un genere di discussione che mi toglie la
parola........Declinare parole inesistenti? Come
si fa?
Quel terribile "printare" che fa il paio con
"postare" che qui si usa spesso (ahime'), non
esiste, come si puo' parlare di declinazione?
Sarebbe come dire "qual'e' il femminile di
sarchiapone?"
So che la mia e' una guerra perduta....ma io non
mi arrendo facilmente.....
Hehehehehehe
Margherita
gala...@aleph.it
http://members.xoom.com/Hanwi
Scusa perche'? Se un file di testo dicesse: "Se io fossi stato printato...",
non ti piacerebbe? ;)))
Per "postare": brava! Fondiamo un'Accademia contro il suo uso.
>> E che ne dite dell'uso di curriculum anche per il plurale,
>> al posto di curricula?
> ALLORA !!!... (direbbe Wanna Marchi)
> Decidiamoci una buona volta !... Si declinano o non si
> declinano i vocaboli che NON FANNO PARTE della lingua
> italiana ???...
Io non declino.
> nella forma italiana. Per esempio, se vogliamo declinare "printare"
> (orrendo!) diciamo appunto "printare", "sto printando" e non to print o
quello e' un verbo, si coniuga, non si declina.
Si declinano i nomi (sostantivi e aggettivi) e i pronomi !
I verbi italianizzati si coniugano proprio perche' sono stati italianizzati
aggiungendo la desinenza dell'infinito (di solito della prima, -are) a una
radice straniera.
Lo stesso si potrebbe fare declinando sostantivi italianizzati (in cui e'
stata aggiunta o sostituita una desinenza italiana). Se invece si usa il
termine straniero invariato, io mi trovo benissimo con la regola che lo
considera indeclinabile se lo si USA, oppure lo declina se lo si CITA (ma in
tal caso mettendolo in corsivo o tra virgolette).
... ah, ovviamente si declina solo in genere, non in caso (per le lingue che
lo hanno) dato che in italiano i casi dei nomi non ci sono (e i pronomi non si
importano dalle altre lingue ...)
>Carla! Io vorrei delucidarti ma credimi, questo e'
>un genere di discussione che mi toglie la
>parola........Declinare parole inesistenti? Come
>si fa?
Hai ragione su "printare" (non esiste), ma "postare",
anche se viene da "to post" ha la stessa radice di "posta",
quindi è facile che prenda piede...
>Quel terribile "printare" che fa il paio con
>"postare" che qui si usa spesso (ahime'), non
>esiste, come si puo' parlare di declinazione?
>Sarebbe come dire "qual'e' il femminile di
>sarchiapone?"
Il sarchiapone femmina (o la femmina di sarchiapone):
si distingue dal maschio per il colorito violaceo delle
penne lungo la cresta ossea dorsale...
;-)))))))))))))))))
>So che la mia e' una guerra perduta....ma io non
>mi arrendo facilmente.....
>Hehehehehehe
Mai arrendersi !!!... .-))))))))
--
Er Roscio.
PS Io non uso il verbo postare. Mai.
>
> Quel terribile "printare" che fa il paio con
> "postare" che qui si usa spesso (ahime'), non
> esiste, come si puo' parlare di declinazione?
> Sarebbe come dire "qual'e' il femminile di
> sarchiapone?"
> So che la mia e' una guerra perduta....ma io non
> mi arrendo facilmente.....
> Hehehehehehe
>
> Margherita
> gala...@aleph.it
> http://members.xoom.com/Hanwi
>Ma la vogliamo tenere in movimento questa lingua italiana ...
Ale' hop hop!
Maurizio Pistone - Torino
http://www.mclink.it/personal/MG5960
mailto:pis...@mclink.it
strenua nos exercet inertia Hor.
On Wed, 17 Nov 1999, Antonio G. wrote:
> Scusa perche'? Se un file di testo dicesse: "Se io fossi stato printato...",
e se un'ochetta dicesse: "s'i fossi stata imprintata"?
-p-
Se lo dice pensando a Lorenz va bene. :))))
Perche' ti riferivi a Martina, giusti?
ciao. massimo
Regola che si trova sui dizionari: invariante il latino quanto il tedesco.
Motivi per rispettare (o trasgredire) la regola: discussi abbondantemente su
questo NG. Bisognerebbe stilare le risposte alle domande ricorrenti.
--
____________________________________
Giancarlo Pillan - Ivrea - Italy
____________________________________
> >Hai ragione su "printare" (non esiste), ma "postare",
> >anche se viene da "to post" ha la stessa radice di "posta",
> >quindi è facile che prenda piede...
direi che ha gia' preso piede ...
> impostare ??
"printare" non esiste, e' un calco (come "deletare", "erasare" o "loadare")
e, a differenza di questi ultimi, non se ne sente la necessita'. Per la azione
di mandare in stampa su una stampante, "stampare" e' certamente piu' nel
comune sentire, come una azione comune ("printare" potrebbe essere usato come
i calchi di cui sopra - che vogliono dire "fai l'azione del comando XXX",
non p.es. "cancella" o "carica" qualcosa di generico) per indicare "fai
l'azione del comando PRINT" in quei casi in cui ... PRINT *NON* stampi su una
stampante, ma p.es. faccia vedere il file a terminale (TYPE).
"postare" e' un calco giustificato nello stesso modo, per l'azione del comando
"post" su un NG. "impostare" sarebbe misleading ( )>:-) )>:-) faccina con
cornini : perseverare diabolicum !), perche' in italiano comune ha gia' DUE
significati :
- quello di imbucare una lettera in una buca delle lettere (e dato che
un posting su un newsgroup NON e' un mail ne' in senso tecnico ne'
metaforico, sarebbe improprio)
- quello di dare una "impostazione", di fissare o regolare dei parametri
(e dato che questo si puo' dire ANCHE in senso informatico, sarebbe
altrettanto improprio)
"postare" invece e' un calco univoco, che indica una azione per cui non esiste
un verbo specifico, e potrebbe esistere solo una locuzione (tipo "appendere in
bacheca", dato che la metafora delle news e' quella).
PM
PS Una curiosità: alé con l'apostrofo vuol dire che prima c'era qualcosa
che adesso non c'è?
On Thu, 18 Nov 1999, Giovanni Drogo wrote:
> "postare" invece e' un calco univoco, che indica una azione per cui non esiste
> un verbo specifico, e potrebbe esistere solo una locuzione (tipo "appendere in
> bacheca", dato che la metafora delle news e' quella).
affiggere?
-p-
On Thu, 18 Nov 1999, Paolo Marino wrote:
> PS Una curiosità: alé con l'apostrofo vuol dire che prima c'era qualcosa
> che adesso non c'è?
no. vuol dire che lui usa solo caratteri ASCII che possono essere letti
da qualunque lettore di news. mentre i caretteri accentati possono non
esserlo e dare origine a divertenti schiamazzi.
-p-
> > un verbo specifico, e potrebbe esistere solo una locuzione (tipo
> > "appendere in bacheca", dato che la metafora delle news e' quella).
> affiggere?
Bello ! Allora un posting diventa una affissione ! Uniamolo alla lista tipo
postincrocio (o affissione incrociata ?) e seguesu' :-)
PS
Ricordo ancora che da piccolo, quando passavo davanti alle case INCIS che
stavano tra casa mia e la scuola elementare dove andavo, vedevo scritto su una
bella lapide in marmo "Divieto di affissione".
Io pensavo che volesse dire che era vietato affittare le case, perche' era
una brutta cosa.
PM
PS Ho preso informazioni: ci sono dei pazzi qui che lavorano con me che sono
pronti a giurare che anche nei caratteri ASCII esistono le accentate.
Riusciro' (va bene cosi'?) a convincerli....
Egona wrote:
E' un problema di caratteri ASCII: in quel linguaggio "qual č" si usa
con l'apostrofo. Cosě tutti i newsreader lo possono leggere.
PM
PS Il femminile di sarchiapone č banalmente sarchiapona.
>>"printare" non esiste, e' un calco (come "deletare", "erasare" o
"loadare")
>>e, a differenza di questi ultimi, non se ne sente la necessita'.
A differenza di questi ultimi? Com'e' vero che le necessita' sono
un'opinione! ;)))
>>"postare" invece e' un calco univoco, che indica una azione per cui non
esiste
>>un verbo specifico, e potrebbe esistere solo una locuzione (tipo
"appendere in
>>bacheca", dato che la metafora delle news e' quella).
Io, non accogliendo la metafora anglosassone, uso "inviare".
"il messaggio che ho inviato qui ieri" "sto per inviare un messaggio a
it.vattelappesca"
Sbaglio? :)
On Wed, 17 Nov 1999, Antonio G. wrote:
> > e se un'ochetta dicesse: "s'i fossi stata imprintata"?
>
> Perche' ti riferivi a Martina, giusti?
no. mi riferivo all'ochetta.
-p-
Si', ma perche' gli apostrofi sono due? ;))
L'oca Martina, e' una bella storia (vera) raccontata dall'etologo Lorenz.
A buon intenditor ... :-P
MariucciASCII
>Riusciro' (va bene cosi'?) a convincerli....
Meglio riusciro`, visto che nei primi 127 caratteri ASCI esiste l'accento
grave.
--
Bye
Vitt
> >>"printare" non esiste, e' un calco (come "deletare", "erasare" o
> "loadare") e, a differenza di questi ultimi, non se ne sente la necessita'.
> A differenza di questi ultimi? Com'e' vero che le necessita' sono
> un'opinione! ;)))
come tutto nella lingua. L'importante e' registrare le opinioni prevalenti.
> >>"postare" invece
> Io, non accogliendo la metafora anglosassone, uso "inviare".
> "il messaggio che ho inviato qui ieri" "sto per inviare un messaggio a
> it.vattelappesca"
che differenza c'e' pero' tra "inviare un messaggio a it.vtplsc" (to post
an article) e "inviare un messaggio a dr...@bastiani.rn.it" (to send a
mail) e "inviare una lettera a Giovanni Drogo" (per posta cartacea) ?
> Molto meglio un *postare*. tutto sommato elegante e funzionale al
> subdolo e strisciante *mailare*
ma, insisto, sono due cose diverse. Si postano gli articoli sulle news.
Si mailano i messaggi via mail (o si mandano i mail).
On Thu, 18 Nov 1999, Antonio G. wrote:
> > > > e se un'ochetta dicesse: "s'i fossi stata imprintata"?
> > >
> > > Perche' ti riferivi a Martina, giusti?
> >
> > no. mi riferivo all'ochetta.
>
> L'oca Martina, e' una bella storia (vera) raccontata dall'etologo Lorenz.
non ricordo l'episodio. in che libro si trova?
-p-