potete aiutarmi con i due seguenti quesiti?
1) consideriamo la seguente frase su cui eseguire l'analisi logica:
"La maglia riporta il numero sette"
come analizzate " numero sette" in analisi logica?
2) "notte" è nome concreto o astratto? Perchè?
Grazie !!!
saranno
complemento oggetto
Hamlet
my blog http://technosoc.blogspot.com/
> 2) "notte" č nome concreto o astratto? Perchč?
Concreto, perchč la notte, il dě. il giorno ecc. esistono e sono
percepibili dai nostri sensi.
k
> Concreto, perchč la notte, il dě. il giorno ecc. esistono e sono
> percepibili dai nostri sensi.
Come l'amore?
Epěupň
---
"... l'amore che strappa i capelli č perduto ormai,
non resta che qualche svogliata carezza
e un po' di tenerezza..."
(cit. di un faber)
> Come l'amore?
l'amour physique è concreto, benché sans issue
l'amore platonico, cerebrale e astratto
--
oh, oui je t'aime !
moi non plus
oh mon amour...
l'amour physique est sans issue
je vais et je viens
entre tes reins
je vais et je viens
et je me retiens
non ! maintenant
Viens !
pararararà, rara rara ra...
--
Io mi sento un africano metropolitano
Con gli occhi da orientale e il cuore di chi sa che andrà lontano
La mia casa è un altopiano al centro di Milano
E mi sento umano
(La scelta)
> potete aiutarmi con i due seguenti quesiti?
>
> 1) consideriamo la seguente frase su cui eseguire l'analisi logica:
>
> "La maglia riporta il numero sette"
>
> come analizzate " numero sette" in analisi logica?
complemento oggetto
> 2) "notte" č nome concreto o astratto? Perchč?
non so, non ho mai capito il significato di questa distinzione. Non c'č
nessun aspetto della lingua in cui abbia la minima rilevanza.
Per far contenta la maestra, forse "astratto", ma non sono sicuro.
--
Maurizio Pistone strenua nos exercet inertia Hor.
http://www.mauriziopistone.it
http://www.lacabalesta.it
http://blog.ilpugnonellocchio.it
> l'amour physique è concreto, benché sans issue
> l'amore platonico, cerebrale e astratto
si porta a spasso per il paese
l'amore sacro e l'amor profano
Non so se sia giusto, ma io applico ciò che mi insegnarono alle Medie: il
nome astratto è legato ad un concetto.
In questo senso 'notte' sarebbe astratto, perché il cervello elabora la
mancanza del sole e della sua luce e riconosce in questa situazione il
concetto di notte.
Concordo con te sulla totale irrilevanza linguistica della distinzione
concreto/astratto.
Enzo Franchini
> Signori!
> E se Sara fosse una innocente fanciulla?
Avrebbe la fortuna e il privilegio di completare con i povericlisti la sua
educazione sentimentale.
Ciao,
Epimeteo
---
"... Sara, svegliati è primavera...
Sara, sono le sette e tu devi andare a scuola...
Sara, prendi tutti i libri e accendi il motorino
e poi attenta, ricordati che aspetti un..."
(cit. ansiogena, ma affettuosa)
> Concordo con te sulla totale irrilevanza linguistica della distinzione
> concreto/astratto.
in realtà nel campo della formazione delle parole c'è tutta la categoria
dei nomi astratti derivati da altri vocaboli: da lento lentezza, da uomo
umanità, da somigliare somiglianza.
Tuttavita in questo caso "nomi astratti" è una pura definizione di
comodo, anche perché alcuni sono alla fine ben concreti, come sporgenza
- che può fare piuttosto male se la prendi nel verso spagliato. Ed in
ogni caso non ha nessun significato mettersi a discutere
dell'astrattezza di nomi originari, come appunto notte, sogno, buio ecc.
Anzi, socraticamente potremmo dire che tutti i nomi sono astratti, in
quanto designano non singoli oggetti concreti, ma categorie generali, e
quindi astratte: cavallo non è quel particolare cavallo che sta nitrendo
dalla stalla del vicino, ma la sua cavallinità.
> Anzi, socraticamente potremmo dire che tutti i nomi sono astratti, in
> quanto designano non singoli oggetti concreti, ma categorie generali, e
> quindi astratte: cavallo non è quel particolare cavallo che sta nitrendo
> dalla stalla del vicino, ma la sua cavallinità.
Socraticamente? Indove? Io, così a spanne, pensavo che un pensiero del
genere venisse dalla tradizione ebraica. Insomma l' "uno".
Ciao, n
Come ha detto Maurizio, tutti i nomi sono concetti astratti, ma se
consideriamo concreto "luce" che senso ha ritenere astratto il suo
contrario "buio"?
I colori, intesi come onde elettromagnetiche (o fotoni o altro) sono
concreti? Se sì, il nero è astratto in quanto assenza, o è concreto dato
che lo percepiamo esattamente come gli altri?
Inoltre la notte non è solo buio, la notte è il periodo di tempo che va
dal tramonto del sole al suo sorgere, il tempo è concreto o astratto?
Le grammatiche, quando fanno esempi di nomi astratti, citano sempre
esempi tipo virtù, felicità, carità ecc. e anche amore, :-) mai nomi del
mondo fisico.
> Concordo con te sulla totale irrilevanza linguistica della distinzione
> concreto/astratto.
Su questo concordo anch'io.
Sono distinzioni antiche, vaghe, non adeguate alle conoscenze di oggi.
Come la distinzione dei nomi in nomi di persona, di animale, di cosa,
che non considera le piante.
Sarebbe più logico distinguere tra nomi di esseri non viventi e
viventi, di vegetali e di animali, e in ultimo, se si vuole, di persona.
k
>Signori!
>E se Sara fosse una innocente fanciulla?
Sara, svegliati!!! E' (quasi) primavera.
Ciao.
Gian Carlo
>Le grammatiche, quando fanno esempi di nomi astratti, citano sempre
>esempi tipo virtù, felicità, carità ecc. e anche amore, :-) mai nomi del
>mondo fisico.
Ho trovato un mio messaggio del 2000 (grazie, Google):
- - - -
In <8upntr$uj...@lacerta.tiscalinet.it> "Luisanna" scrive...
> Buongiorno a tutti. Non sempre trovo facile distinguere il concreto
> dall'astratto
Io credo che non lo sia e che spesso le distinzioni, peraltro quasi
sempre inutili sotto qualsiasi profilo, siano basate su piu` o meno
sottili sofismi.
Si fa presto a dire (DISC):
>! nomi astratti, in grammatica, quelli che indicano concetti
>! (come speranza, verità) e non oggetti di natura fisicamente
>! percettibile, si contrappone a nomi concreti
>!
>! nome concreto, in grammatica, quello che indica un’entità
>! direttamente percepibile dai sensi (p.e. uomo, sedia, pietra, cane)
Ma in pratica, come dici tu, ad esempio...
> Dio,angelo e diavolo sono concreti per i credenti e astratti per
> gli altri?
- - - -
[Maurizio Pistone]
>> Concordo con te sulla totale irrilevanza linguistica della distinzione
>> concreto/astratto.
> Su questo concordo anch'io.
> Sono distinzioni antiche, vaghe, non adeguate alle conoscenze di oggi.
Sicuramente.
Ciao.
Gian Carlo
Giusto perché è domenica, ciancolo per casa e ho voglia di pestare un po' le
dita sulla tastiera, permettimi di rompere le scatole con qualche sofisma.
La luce è presenza di fotoni, che, come onda/particella, colpiscono
materialmente la nostra retina ecc ecc.
La notte (o il buio) sono caratterizzati dall'assenza dei fotoni: nulla di
materiale colpisce il nostro organo sensitivo. In pratica, è un concetto
_elaborato_ dalla nostra corteccia cerebrale e, come, tale, astratto.
Che ne dici?
Maurizio porta l'esempio di spigolo: interessante. Se vogliamo, spigolo può
essere sempre considerato l'attributo di un oggetto solido. Anche quando
parliamo di 'carattere spigoloso' desideriamo richiamare l'immagine di un
solido con la caratteristica spigolosa. Per cui, voto per 'concreto'.
> I colori, intesi come onde elettromagnetiche (o fotoni o altro) sono
> concreti? Se sì, il nero è astratto in quanto assenza, o è concreto dato
> che lo percepiamo esattamente come gli altri?
> Inoltre la notte non è solo buio, la notte è il periodo di tempo che va
> dal tramonto del sole al suo sorgere, il tempo è concreto o astratto?
Fuori dall'atmosfera terrestre non esistono più giorno e notte: diventano
semplici attributi di corpi non stellari.Come è possibile che un'entità
concreta non esista in ogni parte dell'universo?
>
> Le grammatiche, quando fanno esempi di nomi astratti, citano sempre esempi
> tipo virtù, felicità, carità ecc. e anche amore, :-) mai nomi del mondo
> fisico.
>
>
>> Concordo con te sulla totale irrilevanza linguistica della distinzione
>> concreto/astratto.
>
> Su questo concordo anch'io.
> Sono distinzioni antiche, vaghe, non adeguate alle conoscenze di oggi.
>
> Come la distinzione dei nomi in nomi di persona, di animale, di cosa, che
> non considera le piante.
> Sarebbe più logico distinguere tra nomi di esseri non viventi e viventi,
> di vegetali e di animali, e in ultimo, se si vuole, di persona.
>
> k
Buona domenica
Enzo Franchini
> Giusto perché è domenica, ciancolo per casa e ho voglia di pestare un po' le
> dita sulla tastiera, permettimi di rompere le scatole con qualche sofisma.
> La luce è presenza di fotoni, che, come onda/particella, colpiscono
> materialmente la nostra retina ecc ecc.
> La notte (o il buio) sono caratterizzati dall'assenza dei fotoni: nulla di
> materiale colpisce il nostro organo sensitivo. In pratica, è un concetto
> _elaborato_ dalla nostra corteccia cerebrale e, come, tale, astratto.
> Che ne dici?
Non credo che i grammatici di una volta intendessero "astratto" come
sinonimo di inesistente, ma credo intendessero il nome dell'astrazione
di una qualità. Per esempio, l'uomo buono possiede la "bontà", quello
caritatevole la "carità" ecc.
Marte non esiste, ma come può un nome proprio di persona (o di dio)
essere astratto? Marte (concreto) come dio (altro nome concreto)
possiede la "divinità" (nome astratto).
Che poi Marte (o Dio) non esista nella realtà, ma solo nella mente di
chi ci crede, è un'altro discorso.
Allo stesso modo considero luce, buio, neutrino (anche se nessuno l'ha
mai visto), buco nero, nomi concreti; luminosità, oscurità, esistenza,
inesistenza, nomi astratti.
> Maurizio porta l'esempio di spigolo: interessante. Se vogliamo, spigolo può
> essere sempre considerato l'attributo di un oggetto solido. Anche quando
> parliamo di 'carattere spigoloso' desideriamo richiamare l'immagine di un
> solido con la caratteristica spigolosa. Per cui, voto per 'concreto'.
Maurizio non parla di "spigolo" che è concretissimo, ma di
"sporgenza", e questo è uno di quei nomi che possono essere sia concreti
che astratti: è concreto se mi riferisco a "quella sporgenza" (sinonimo
di spigolo) contro cui ho sbattuto; è astratto se dico che tutto ciò che
sporge ha in sé la qualità della sporgenza.
Come "servitù" puo indicare una qualità astratta oppure l'insieme
concreto delle persone di servizio.
k
P.S. Queste elucubrazioni mi fanno girare la testa più del bicchiere di
Ribolla Gialla di Falluga (13,5°) che ho bevuto a pranzo. :-))
> Non credo che i grammatici di una volta intendessero "astratto" come
>sinonimo di inesistente, ma credo intendessero il nome dell'astrazione
>di una qualità. Per esempio, l'uomo buono possiede la "bontà", quello
>caritatevole la "carità" ecc.
>Marte non esiste, ma come può un nome proprio di persona (o di dio)
>essere astratto? Marte (concreto) come dio (altro nome concreto)
>possiede la "divinità" (nome astratto).
>Che poi Marte (o Dio) non esista nella realtà, ma solo nella mente di
>chi ci crede, è un'altro discorso.
Mica tanto, secondo me. Cerco con Google, perché devo averlo già
scritto anni fa. Ecco qui...
- - - -
I concetti di concretezza e astrazione, qualunque cosa significhino,
hanno solo senso se riferiti all'essere umano, inteso come entità che
li concepisce.
La nostra visione è sempre in un certo senso astratta, poiché cattura
solo alcuni degli innumerevoli multiformi aspetti del mondo che ci
circonda.
E esistono concetti così astratti, da non poter essere associati a
qualcosa di sensibile. Penso al concetto di spazio, ad esempio. Che
non posso percepire sensibilmente. E nel quale tuttavia mi posso
muovere. Penso al concetto di tempo, per ragioni simili.
[...]
E dimenticavo proprio il concetto di Dio.
[...]
Pensa a una religione per la quale il divino è immanente in tutto ciò
che è vivo, anzi in tutto ciò che esiste: Dio pervade ogni cosa, anzi
Dio è ogni cosa.
Come potrebbe un seguace di questa religione concepire un Dio, magari
personale, concreto?
Certo potrebbe arrivare a comprendere che altri, che professano altre
religioni, lo possano concepire come tale. Ma per lui il concetto di
Dio continuerà a rimanere astratto, nel senso di insensibile (come lo
è il tempo, che non percepiamo e tuttavia misuriamo).
- - - -
Ciao.
Gian Carlo