Io dico normalmente "sono le sei meno un quarto", però si
può dire anche "sono le cinque e tre quarti".
Non mi sembra che ci siano differenze regionali, di ceto
sociale o di altro tipo, al contrario del tedesco, dove in
alcune regioni quasi tutti dicono "drei viertel sechs"
(traduzione letterale: tre quarti sei), ma molti tedeschi
fanno fatica a capire cosa vuol dire nelle zone dove si usa
invece "Viertel vor sechs" (un quarto prima di sei).
Ancora peggio per quelli che chiamano le 5:15 "viertel
sechs" (un quarto le sei), quasi come i russi e i cechi (un
quarto delle sei), quando vanno a vivere in una zona dove
tutti pensano di non avere sentito una parola e si chiedono
regolarmente: intende dire "Viertel _vor_ sechs" (5:45) o
"Viertel _nach_ sechs" (6:15)?
Confermate la mia impressione che in italiano è solamente
una questione di preferenze individuali o no?
Grazie in anticipo.
Sergio
> Io dico normalmente "sono le sei meno un quarto",
O anche "le cinque e quarantacinque".
> Confermate la mia impressione che in italiano è solamente
> una questione di preferenze individuali o no?
"sei meno un quarto" mi sembra più comune, ma c'è anche chi dice
> Io dico normalmente "sono le sei meno un quarto", però si
> può dire anche "sono le cinque e tre quarti".
anche "un quarto alle sei"
--
Maurizio Pistone strenua nos exercet inertia Hor.
http://blog.mauriziopistone.it http://www.mauriziopistone.it
http://www.lacabalesta.it
http://blog.ilpugnonellocchio.it
In Toscana dicano "un quarto alle sei"; e siccome l'italiano è toscano
secondo Gino e Orgoglio... Poi "un quarto alle sei" è più vicino al
mondo che conta (quarter to six).
Invece io riscontro una curiosa differenza che non credo sia regionale:
alcuni dicono "le nove meno venticinque" altri "le otto e trentacinque",
quasi cinquanta a cinquanta. Un po' come piegatori e appallottolatori di
carta igienica.
--
Eîpen dè ho Iesoûs, oudè egó se katakríno: poreúou, kaì
apò toû nûn mekéti hamártane (Euaggélion katà Ioánnen, 8,11)
Davvero? Cosa dicono gli altri?
Nato e cresciuto a Milano, "le nove meno venticinque" mi
sorprende non poco.
Forse "venticinque alle nove" ti risulta meno sorpendente.
> In Toscana dicano "un quarto alle sei"; e siccome l'italiano č toscano
> secondo Gino e Orgoglio... Poi "un quarto alle sei" č piů vicino al mondo
> che conta (quarter to six).
Il quale dice spesso e volentieri anche "it's five-fortyfive".
> Invece io riscontro una curiosa differenza che non credo sia regionale:
> alcuni dicono "le nove meno venticinque" altri "le otto e trentacinque",
> quasi cinquanta a cinquanta. Un po' come piegatori e appallottolatori di
> carta igienica.
Pensavo che quelli della carta igienica fossero degli arrotolatori...
Bruno
Lo diciamo noi romagnoli... guarda che originali!
> Però, le sei meno un quarto è almeno un'ora prima di qualsiasi contesto
> spazio-temporale.
Che c... c'entra qui la relatività?
Bruno
Dipende: chi la fa e chi la disfa.
--
"There is not opinion so absurd that some philosopher will not
express it."
-- Marcus Tullius Cicero, "Ad familiares"
Mi pare che con gli orologi numerici (senza lancette) aumenta la
tendenza a dire tutte le cifre, e le ore modulo 24 invece che
modulo 12.
--
In a Paris hotel elevator:
"Please leave your values at the front desk."
Riassumendo le risposte lette finora:
- In Toscana dicono "un quarto alle ...".
- ... "e tre quarti" ... lo diciamo noi romagnoli.
- Sicuramente "meno un quarto".
Per le 9:35 nasce spontanea la stessa domanda leggendo
l'osservazione di Father McKenzie: "Alcuni dicono "le nove
meno venticinque" altri "le otto e trentacinque", quasi
cinquanta a cinquanta." Finora ci sono state solo queste
reazioni:
- (mia) Nato e cresciuto a Milano, "le nove meno
venticinque" mi sorprende non poco.
- Forse "venticinque alle nove" ti risulta meno sorpendente.
(Invece sì)
Aspetto con curiosità e interesse altri interventi.
Sergio
> Per le 9:35 nasce spontanea la stessa domanda [...]
Dipende dall'effetto che voglio ottenere. Se voglio far notare che è tardi
dico "sono le dieci meno venticinque", altrimenti "le nove e trentacinque".
E.D.
> Io dico normalmente "sono le sei meno un quarto", però si può dire
> anche "sono le cinque e tre quarti".
Mah io colloquialmente direi senz'altro "le sei meno un quarto" (e anche
le sei meno cinque, meno dieci, meno venti MA NON meno venticinque, in
quel caso dico solo "cinque e trentacinque"), pero' potrei dire e
comprendere certamente anche "le cinque e tre quarti". Direi anche "le
cinque e quarantacinque" (o "le diciassette e quarantacinque" dovendo
precisare se mattino o pomeriggio). Sicuramente direi p.es. "le cinque e
quarantotto" ecc. per indicare l'ora al minuto e non ai cinque minuti.
E ovviamente "le cinque e mezza" sono solo le 5:30
Solo in rarissimi, molto particolari, contesti aggiungerei "local time"
:-) (lo facevamo a ESOC quando gli orologi della control room erano in
"tempo Zulu" o UT, e ricordo una volta un collega in Cile che mi
telefona per andare a mangiare avendo letto pure lui l'orologio della
control room in UT (la' fa un po' piu' differenza).
> "Viertel vor sechs" (un quarto prima di sei).
questa la trovo senz'altro comprensibile
> "drei viertel sechs" (traduzione letterale: tre quarti sei)
questa mi confonde le idee, mi fa pensare alle 6:45.
E "halb sechs" ?
--
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Ciao Giovanni,
il tuo uso corrisponde esattamente al mio, ma sto cercando
di capire se gli altri modi sono solo dei sinonimi o se
danno delle indicazioni su chi li usa (regione, età,
istruzione o qualcos'altro).
Halb sechs, visto che lo chiedi, in tedesco sono le 5:30,
letteralmente: "mezzo sei", cosa che ogni tanto mi fa
confondere ancora oggi, anche se vivo in Germania da molti
anni. Su foto di vecchi manifesti l'ho visto perfino scritto
così: 1/2 6.
Leggendo la discussione parallela in un newsgroup tedesco,
pare che facciano così anche russi, cechi e ungheresi. I più
estremi sono i russi: cinque del sesto (ora in russo è
maschile) sono le 5:05.
Se ti consola, anche i tedeschi di varie regioni sono un po'
confusi quando sentono "drei Viertel zehn", ma partendo da
"halb zehn" di solito ci arrivano.
Lo diciamo tutti noi gallo-italici, perché nei nostri "dialetti" si
diceva cosě.
Quattro e tre quarti, quattro e quarantacinque, un quarto alle quattro
sono espressioni venute dopo dall'italiano o da altri "dialetti".
k
Lo diciamo tutti noi gallo-italici, perché nei nostri "dialetti" si
> diceva così.
> Quattro e tre quarti, quattro e quarantacinque, un quarto alle quattro
> sono espressioni venute dopo dall'italiano o da altri "dialetti".
Interessante. Hai idea perché nei dialetti si usasse così?
GraZia
> Invece io riscontro una curiosa differenza che non credo sia regionale:
> alcuni dicono "le nove meno venticinque" altri "le otto e trentacinque",
> quasi cinquanta a cinquanta. Un po' come piegatori e appallottolatori di
> carta igienica.
"Nove meno venticinque" non l'ho mai sentito; per questo motivo
sentire "twenty-five to nine" in inglese per la prima volta m'ha
"fatto strano".
Piegare la carta igienica è molto più efficiente che appallottolarla;
non la appallottolo dall'età di 9 anni circa. Restando in tema, la
infilate nel portarotoli in modo che l'estremità libera sia davanti o
dietro?
Ho parlato al passato, ma ancora oggi se chiedi l'ora, in piemontese,
ti rispondono "quatr meno 'n quart". In un contesto più discorsivo si
potrebbe anche sentire " a manca 'n quart a quatr ore", ma le altre
espressioni sono italianismi.
Il perché non lo so, ma forse bisogna tener conto del fatto che
anticamente gli orologi dei campanili avevano una sola lancetta, e anche
quelli che ne avevano due avevano i numeri romani, quindi credo che "...
e quarantacinque", "... e trentacinque" sino espressioni relativamente
recenti.
http://www.giannidesti.com/images/comuni/paese/paesesilvano02.jpg
k
A Rieti è abbastanza diffuso.
AFAICT "five forty-five" lo dici se sei preciso al minuto, "quarter to
six" se approssimi ai cinque minuti più vicini
Da noi è molto più comune di "otto e trentacinque".
Qui si tratta di considerare il quadrante intero (+ trentacinque, +
cinquanta ecc.) oppure diviso a metà (- venticinque, - dieci, dell'ora
successiva).
Chissà quali implicazioni psicologiche determineranno l'una o l'altra
scelta! :-))
k
Rispondendo ad Army, mi è venuto in mente che la situazione dei
campanili era la stessa in tutta Italia, quindi deve trattarsi di un
atteggiamento psicologico diverso nella percezione del quadrante
dell'orologio... o forse del tempo stesso. Chissà.
k
Se la trovo con il foglio libero dietro LA GIRO ISTANTANEAMENTE: voglio
che la carta non tocchi il muro
> Rispondendo ad Army, mi è venuto in mente che la situazione dei
> campanili era la stessa in tutta Italia, quindi deve trattarsi di un
> atteggiamento psicologico diverso nella percezione del quadrante
> dell'orologio... o forse del tempo stesso. Chissà.
La parte destra del quadrante (dx rispetto all'asse 12-6) è spesso
percepita "discendente", mentre la metà sinistra "ascendente": la
lancetta dei minuti scende dall'ora alla mezza e risale verso l'ora. Di
qui la distinzione tra minuti "past" e "to".
Voi dite "le dodici e mezza" o "la mezza" alla toscana?
> I più estremi sono i russi: cinque del sesto (ora in russo è
> maschile) sono le 5:05.
Si spiega perché usano l'ordinale invece del cardinale: cinque
minuti della sesta ora (che termina alle 6:00)
--
"Non ci sono due culture, ci sono due ignoranze."
-- ADPUF
L'orologio della torre nella piazza centrale di Udine fu
cambiato verso il 1850, prima c'era quello di tipo europeo a 24
ore.
Io non ho mai sentito "meno venticinque", ma neppure "e
trentacinque": sembra che sia un orario poco dicibile, troppo
vicino alla mezza.
Invece "meno venti" comunemente, quando gli orologi erano a
sfere girevoli.
--
"La conscience est un bâton que chacun prend pour battre son
voisin."
-- Honoré de Balzac
Probabilmente sarebbe meglio nettarsi con abluzioni di acqua
profumata.
La questione merita un esame da parte del Parlamento, ma già si
conoscono le linee generali del provvedimento che sarà adottato
con ampi consensi.
Verrà imposto a tutti i gabinetti di decenza di avere un
apposito abluttore a spruzzo incorporato alla tazza.
Sarà accompagnato da un asciugatore ad aria calda e profumata.
I modelli più pregiati saranno dotati di un soffiatalco.
--
"It is computed that eleven thousand persons have at several
times suffered death, rather than submit to break their eggs at
the smaller end."
-- Jonathan Swift, Gulliver's Travels.
>
> Ciao Giovanni,
> il tuo uso corrisponde esattamente al mio,
Pure al mio! Qui in Veneto è anche molto comune dire "Mancano 5/10/20
(ma non 25) minuti alle 6. Questa è la forma che ricalca pari pari la
forma dialettale.
> Qui si tratta di considerare il quadrante intero (+ trentacinque, +
> cinquanta ecc.) oppure diviso a metà (- venticinque, - dieci, dell'ora
> successiva).
Io lo divido ma non a metà, e non sempre in pezzi consecutivi: sei e
mezza, sei e trentacinque, sette meno venti, sette meno un quarto (70%
circa delle volte)/sei e tre quarti (30%), sette meno dieci...
> Voi dite "le dodici e mezza" o "la mezza" alla toscana?
"Mezzogiorno e mezz[o|a]".
xxx e *mezzo*. Sempre.
Ecco, proprio così!
> Voi dite "le dodici e mezza" o "la mezza" alla toscana?
In italiano entrambe, ma più frequentemente "la mezza". In lingua
regionale "mes bòt".
k
Tanto per aggiungere un paio di note comparatistiche, in svedese l'uso
è simile al tedesco ma con alcune peculiarità:
halv tio (lett. mezzo dieci) = 9:30
kvart i tio = 9:45
kvart över nio = 9:15
fem över halv tio (lett. cinque sopra mezzo dieci) = 9:35
tre i halv tio = 9:27
È particolare anche il catalano, in cui l'ora si indica come segue:
Un quart de sis = 5:15
Dos quarts de quatra = 3:30
Dos quarts i mig de nou = 8:37:30 (due quarti e mezzo!)
Tres quarts de dues = 1:45
Falten cinc minuts per a las dotze = 11:55
jacopo
--
(l'indirizzo su despammed non funziona, per contattarmi in privato vai
su www.ordet.it e scrivimi da lì)
Notate delle differenze regionali o
> di ceto sociale di cui non mi ero mai accorto?
Mah, io uso tutte, ma proprio tutte, le forme che sono comparse in
questo thread. Il motivo per cui scelgo un modo piuttosto che un altro
dipende dalla situazione, credo, ha a che fare in qualche modo con il
concetto di tempo percepito, e dalla necessità in certe situazioni di
essere precisi evidenziando anche i minuti. Cerco di spiegarmi meglio
con un esempio:
- Sbrigati! Il treno parte alle nove e quarantacinque.
- Ci troviamo all'ingresso alle dieci meno un quarto.
- La sala è già piena, ma vedrai che il concerto non comincerà prima
delle nove e tre quarti.
- Manca un quarto alle 9, finalmente tra poco si va a casa.
Tabhall
>Mah, io uso tutte, ma proprio tutte, le forme che sono comparse in
>questo thread.
Anch'io.
Ciao.
Gian Carlo
Quando si evidenziano i minuti (invece di usare il quarto d'ora o la
mezz'ora), si assume un tono in qualche modo più drammatico e
spettacolare!
Epi
---
"... sono le venti,
sono le venti e dieci sì...
Noi siamo quelli che vedono ancora
imperterriti il Telegiornale...
Siamo contenti
di rivedere i vecchi films
in bianco e nero, tu puoi immaginare...
A noi sembra normale
che anche l'ago stia fermo lì..."
http://www.youtube.com/watch?v=N2eePZvClYg
(cit. puntuale)
> Dos quarts i mig de nou = 8:37:30 (due quarti e mezzo!)
> Tres quarts de dues = 1:45
> Falten cinc minuts per a las dotze = 11:55
^^^
les
>
> jacopo
> Una voce dalla Germania, 10:28, venerdì 17 settembre 2010:
>
>> I più estremi sono i russi: cinque del sesto (ora in russo è
>> maschile) sono le 5:05.
>
>
> Si spiega perché usano l'ordinale invece del cardinale: cinque
> minuti della sesta ora (che termina alle 6:00)
>
.......................................
пять минут шестого.
Привет
Волк
Giusto, Epi! :-)
Adesso, però devo andare. Ritornerò a compieta.
k
> > Quando si evidenziano i minuti (invece di usare il quarto d'ora o la
> > mezz'ora), si assume un tono in qualche modo più drammatico e
> > spettacolare!
> Giusto, Epi! :-)
> Adesso, però devo andare. Ritornerò a compieta.
Adesso mi sembri un po' vaga, in ogni caso a quell'ora dormo
profondamente già da alcune ore (in effetti, mentre ti scrivo, sto già
dormendo...)
In ogni caso, al mattino io mi sveglio presto e, come tutti i "lombard
al cient pe' cient", non sto mica con le mani in mano e comincio a
lavorare con "l'ufficio delle letture"
http://it.wikipedia.org/wiki/Ufficio_delle_Letture
però secondo un rito ambrosiano...
http://it.wikipedia.org/wiki/Liturgia_delle_Ore#Rito_Ambrosiano
'notte!
Epi
---
"...respiri piano per non far rumore,
ti addormenti di sera,
ti risvegli con il sole:
sei chiara come un'alba,
sei fresca come l'aria..."
http://www.youtube.com/watch?v=a6JvrTWAptQ
(cit. di ore canoniche)
>>> Quando si evidenziano i minuti (invece di usare il quarto d'ora o la
>>> mezz'ora), si assume un tono in qualche modo più drammatico e
>>> spettacolare!
>
>> Giusto, Epi! :-)
>> Adesso, però devo andare. Ritornerò a compieta.
>
> Adesso mi sembri un po' vaga,
Ammetterai, però, che questa vaghezza è molto rilassante.
in ogni caso a quell'ora dormo
> profondamente già da alcune ore (in effetti, mentre ti scrivo, sto già
> dormendo...)
> In ogni caso, al mattino io mi sveglio presto e, come tutti i "lombard
> al cient pe' cient", non sto mica con le mani in mano e comincio a
> lavorare con "l'ufficio delle letture"
Io invece sono un po' anomala rispetto agli usi locali: raramente mi
alzo prima dell'ora terza e salto tutti i riti, eccetto il cappuccino
col croissant. :-)
Pace e bene.
k
In Turchia è in uso da sempre, che io sappia.
Eppure nessuno dice:
"Ci vediamo alle nove e quarantaquattro sotto il lampione che
sai."
Ci sono numeri più uguali degli altri...
--
"Ogni fros al à la so ombrene."
Spassibo, Vouk.
(e qui termina il mio russo. Dasvidania.)
--
"L'ozio è uno dei maggiori consumamenti che possa avere uno
spirito attivo."
-- Annibal Caro (1507-1566), "Lettera a Bernardo Spina".
Infatti gli orientali da sempre ci considerano sporchi e
fetenti, con qualche ragione storica.
--
"Nothing is so firmly believed as that which we least know."
-- Michel de Montaigne
> > Adesso mi sembri un po' vaga,
> Ammetterai, però, che questa vaghezza è molto rilassante.
Lo so, ti punge vaghezza: sarà una forma di agopuntura virtuale?
Non lo sapremo mai...
Epi
---
"...il mondo è sempre pieno
di boschi e selve nere,
perdercisi è un piacere
ma solo per un po'...
Chiarezza, chiarezza,
mi punge vaghezza di te..."
(cit. appuntita)
> Eppure nessuno dice:
> "Ci vediamo alle nove e quarantaquattro sotto il lampione che
> sai."
> Ci sono numeri più uguali degli altri...
Ci sono numeri più soli degli altri, i numeri primi, che sono anche i
più "drammatici".
Tra di essi, il "cinque" e il "sette" occupano posti di grande rilevanza
espressiva.
Tra quelli che primi non sono, il "dieci" è invece il più
rassicurante...
Epi
---
"... mi sono informato, c'è un treno
che parte alle sette e quaranta...
Non hai molto tempo,
il traffico è lento
nell'ora di punta...
Ti bastano dieci minuti
per giungere a casa..."
http://www.youtube.com/watch?v=nvBKNH1Lnck
(cit. cronometrica)
----------------------------------------------
Il mio numero preferito, invece, è 1.6180339887
Ciao, Wo.
--
ϕ
-----------------------------------------------
> Epimeteo ha scritto:
> >
> > "ADPUF"<flyh...@mosq.it> ha scritto
> >
> >> Eppure nessuno dice:
> >> "Ci vediamo alle nove e quarantaquattro sotto il lampione che
> >> sai."
> >> Ci sono numeri piů uguali degli altri...
> >
> > Ci sono numeri piů soli degli altri, i numeri primi, che sono anche i
> > piů "drammatici".
> > Tra di essi, il "cinque" e il "sette" occupano posti di grande rilevanza
> > espressiva.
> > Tra quelli che primi non sono, il "dieci" č invece il piů
> > rassicurante...
> >
> > Epi
>
> ----------------------------------------------
>
> Il mio numero preferito, invece, č 1.6180339887
Anche quello di Fidia e, forse, di Fibonacci.
Ciao
Enrico
-----------------------------------------------------
Per il tuo spirito attivo propongo l'ozio di studiare
il russo per hobby. Un' esperienza interessantissima e
soddisfacente e non troppo difficile, visto che sai
sloveno.
Ciao, Wolfgang
--
perché no?
-------------------------------------------------------
------------------------------------
C e n t r o!
Ciao, Wo.
VENALE!
> Ciao, Wo.
Ciao,
EP
---
"... per averti pagherei
un milione o anche più,
anche l'ultima Malboro darei...
Oh, perché tu sei
oh, oro, oro, oro...
Un diamante per un sì,
oro, oro, oro,
per averti così..."
http://www.youtube.com/watch?v=DYLxLxnHgng
(cit. preziosa)
> Il mio numero preferito, invece, Ú 1.6180339887
Il mio? 2,718281828459.......
--
Eîpen dè ho Iesoûs, oudè egó se katakríno: poreúou, kaì
apò toû nûn mekéti hamártane (Euaggélion katà Ioánnen, 8,11)
"teatrali"?
> Il 20/09/2010 9.58, JaWo ha scritto:
>
> > Il mio numero preferito, invece, è 1.6180339887
>
> Il mio? 2,718281828459.......
0
C'est plus facile.
Ciao
Enrico
> "teatrali"?
Non proprio, diciamo che generalmente soffrono di solitudine e forse è
per questo che, a volte, hanno dei comportamenti bizzarri e fanno dei
numeri incredibili...
O sono io che, confuso come sono, sto dando i numeri?
Non lo sapremo mai.
Epimeteo
---
"...ho giocato tre numeri al lotto,
venticinque, sessanta e trentotto,
li ho giocati convinto perché
li ho sognati tutti e tre..."
http://www.youtube.com/watch?v=u0MdmsZQ88Q
(cit. numerica)
> Ci sono numeri più soli degli altri, i numeri primi, che sono anche i
> più "drammatici".
> Tra di essi, il "cinque" e il "sette" occupano posti di grande rilevanza
> espressiva.
> Tra quelli che primi non sono, il "dieci" è invece il più
> rassicurante...
Interessante, trovi "drammatici" dei numeri dispari (maschili), e
rassicurante un numero pari (femminile). Secondo i pitagorici.
k
Istrioni? Mattatori?
>O sono io che, confuso come sono, sto dando i numeri?
97? 65537? 65516468355 × 2333333 ± 1?
Najlepša hvala, ma di sloveno so solo qualche parola e dober dan
dober večer.
Giovanni Drogo ogni tanto scrive qui delle sue esperienze di
studente di russo e non mi pare che sia una lingua tanto
semplice.
--
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"Would you like to ride on your own ass?"
Agopuntura al nervo vago.
--
"Experience is not what happens to a man; it is what a man does
with what happens to him."
-- Aldous Huxley, Texts and Pretexts, 1932
Mine's about 0.00729735253.
> Giovanni Drogo ogni tanto scrive qui delle sue esperienze di
> studente di russo e non mi pare che sia una lingua tanto
> semplice.
Invece sì, dice uno che a più riprese trascorse in totale
circa tre mesi in Giappone.
Almeno il russo:
a) è una lingua indoeuropea con declinazioni paragonabili a
quelle latine,
b) ha una struttura abbastanza simile a quella dell'italiano
e non del tipo Milano-da Roma-a andare. Questa è la
traduzione estremamente letterale di una semplice frase
giapponese; quando poi scopri che le relative e tutte le
subordinate diventano attributi giganti posti prima della
frase principale col verbo in fondo ...
c) ha un alfabeto e non devi imparare 2000 caratteri per
leggere il giornale,
d) dopo avere imparato le lettere cirilliche riesci a dire
quello che leggi, anche se magari con una pronuncia orrenda,
mentre di fronte a un ideogramma giapponese puoi solo stare
zitto, se non hai imparato almeno uno dei vari modi di
leggerlo (me/moku, nin/jin/hito, san/yama e circa altri 1900
casi). Ovviamente sarebbe preferibile usare la pronuncia
giusta in quel contesto, ma non esageriamo. ;-)
...e gli aggettivi coniugati ;-)
> c) ha un alfabeto e non devi imparare 2000 caratteri per leggere il
> giornale,
Fonti attendibili mi dicono che i caratteri giapponesi sono
ufficialmente circa 1200, dei quali un centinaio sono i due alfabeti
fonetici hiragana e katakana. Non sono pochi lo stesso, ma va molto
peggio a chi deve studiare il cinese che si deve imparare quei 150mila
caratteri :-O
> d) dopo avere imparato le lettere cirilliche riesci a dire quello che
> leggi, anche se magari con una pronuncia orrenda, mentre di fronte a un
> ideogramma giapponese puoi solo stare zitto, se non hai imparato almeno
> uno dei vari modi di leggerlo (me/moku, nin/jin/hito, san/yama e circa
> altri 1900 casi). Ovviamente sarebbe preferibile usare la pronuncia
> giusta in quel contesto, ma non esageriamo. ;-)
Beh io l'hiragana l'ho imparato e i libri da bimbi riesco a leggerli.
Non capisco una mazza di cosa vuol dire, ma leggo.
Così posso leggere le favole alla mia bimba di 4 anni (che è bilingue),
io non so cosa sto dicendo, ma poi lei mi racconta - in italiano - che
cosa le ho letto :-O
Vagamente dissociante...
--
Massimo Bacilieri AKA Crononauta
Confermo. Le mie esperienze linguistiche serie e ormai datate a qualche
decennio fa sono state nell'ordine: latino, inglese, tedesco e russo, e
non metterei il russo tra quelle piu' difficili.
L'alfabeto e' graficamente simile al nostro, con lettere che hanno una
apparenza distinta, e ha convenzioni fonetico/grafiche molto precise.
Una delle cose che mi riesce meglio e' prendere appunti scrivendo
l'italiano in cirillico.
La fonetica e' facile per un italiano, e le declinazioni non sono
terribili e sono regolari (non come in tedesco che uno non sa mai di che
genere e' una parola).
La cosa piu' difficile sono gli aspetti dei verbi.
Ci spostiamo su icl ?
--
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Diversitas (grammaticae) delectat,
simplicitas somnum adducit.
(Proverbium veteris nobilitatis wolfinum)
-----------------------------------------------
La costante di struttura fine.
(Che cxo è? non ho mai capito, ma ho letto che se fosse un po'
diversa l'Universo sarebbe mooolto differente)
Il mio numero preferito è il 9.
Fra i reali... boh, non ho preferiti.
Uno strano che mi viene in mente a memoria è il
cos20°=0,93969262
che aveva una funzione nel calcolo degli ingranaggi.
--
"Si l'argent n'achète pas l'amour, ça facilite nettement les
négociations."
-- Anonyme
> >> > > Il mio numero preferito, invece, è 1.6180339887
> >> > Il mio? 2,718281828459.......
> >> 0
> >> C'est plus facile.
> > Mine's about 0.00729735253.
> La costante di struttura fine.
> (Che cxo è? non ho mai capito, ma ho letto che se fosse un po'
> diversa l'Universo sarebbe mooolto differente)
> Il mio numero preferito è il 9.
> Fra i reali... boh, non ho preferiti.
> Uno strano che mi viene in mente a memoria è il
> cos20°=0,93969262
> che aveva una funzione nel calcolo degli ingranaggi.
Vabbè, tutti noi povericlisti, chi più, chi meno, stiamo dando i numeri,
ma mi sembra che abbiamo tralasciato di citare il "numero" per
eccellenza, quello del nobile piemontese Lorenzo Romano Amedeo Carlo
Avogadro, conte di Quaregna e Cerreto, relativo al numero di particelle
contenuto in una mole e a tutti noto come "numero di Avogadro", che per
noi piccoli chimici è sacro.
In realtà, per svariati motivi, il suo valore preciso non è noto, ma è
pratica comune usare il valore
6,022 x 10^23 per mole
oppure, nel caso si preferisca un numero di Avogadro più ricco, il
valore
6,02214179 x 10^23 per mole (fonte Wikipedia).
Epimeteo
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"... se passate da via Broletto,
al numero 34,
toglietevi il cappello e parlate sottovoce,
al primo piano dorme l'amore mio..."
http://www.youtube.com/watch?v=QTJvDHhZlT8
(cit. di un numero tragico)
> Vabbè, tutti noi povericlisti, chi più, chi meno, stiamo dando i numeri,
> ma mi sembra che abbiamo tralasciato di citare il "numero" per
> eccellenza
No, no. Il numero per eccellenza è c, ossia (decimale più decimale meno)
299 792 458 m/s.
Oppure (para mis amigos biologistas) 1,3806505 J/K (che in confidenza è
uguale a R diviso il numero di avogadro)
> Il 22/09/2010 8.29, Epimeteo ha scritto:
>
> > Vabbè, tutti noi povericlisti, chi più, chi meno, stiamo dando i numeri,
> > ma mi sembra che abbiamo tralasciato di citare il "numero" per
> > eccellenza
> No, no. Il numero per eccellenza è c, ossia (decimale più decimale meno)
> 299 792 458 m/s.
Sei rimasto indietro. Quella è /esattamente/ la velocità della
luce nel vuoto, per definizione di metro. :)
Ciao
Enrico
> Sei rimasto indietro. Quella è /esattamente/ la velocità della
> luce nel vuoto, per definizione di metro. :)
Che vuoi sapere tu che metri usiamo noi del 3996
> Il 22/09/2010 11.00, Enrico Gregorio ha scritto:
>
> > Sei rimasto indietro. Quella è /esattamente/ la velocità della
> > luce nel vuoto, per definizione di metro. :)
>
> Che vuoi sapere tu che metri usiamo noi del 3996
Già, dimentico sempre che la Calabria è avanti a tutti. Sarà
la nduja che fa da propellente. :)
Ciao
Enrico
> La costante di struttura fine.
1/137 ? o 1/42 ?
"...extrapolating to the huge energy of 10^15 GeV all three forces turn
out to be equally strong: alpha(QED) has risen from 1/137 to 1/42 and
alpha(QCD) has fallen from unity to this same 1/42. Thus (one divided
by) 42 may indeed be the answer to the ultimate question (see Douglas
Adams, 'The Hitch-hikers Guide to the Galaxy' [Pan, 1980]).
from Close, F. "The Cosmic Onion", Am.Inst.Phys. 1986,pag.149
> b) ha una struttura abbastanza simile a quella dell'italiano
> e non del tipo Milano-da Roma-a andare. Questa è la
> traduzione estremamente letterale di una semplice frase
> giapponese; quando poi scopri che le relative e tutte le
> subordinate diventano attributi giganti posti prima della
> frase principale col verbo in fondo ...
Penso che una volta che ci si fa l'abitudine la grammatica sia molto
più facile di quella italiana; semmai il problema (a parte il sistema
di scrittura, che se la gioca con quello dell'inglese!) sono tutti i
vari onorifici. (Feynman ricorda che per dire "adesso risolverò
l'equazione di Dirac" e "sa risolvere l'equazione di Dirac?" si usano
verbi diversi, perché tutto quello che faccio io fa schifo e tutto
quello che fai tu è una meraviglia.)
Fantastico. Anche se i dettagli mi sfuggono...
Fantastico :)
Non posso confermare, perché quando faccio le cipolle al forno
non riscaldo a 10^15 GeV.
A proposito di attualità, che succede all'LHC di Ginevra? ci
sarà la fine del mondo?
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"Women need a reason to have sex. Men just need a place."
-- Billy Crystal
Non lo sapremo mai, ovviamente.