> entrambi?
http://groups.google.com/groups?hl=it&lr=&th=2fabe25525637069&rnum=1
Roger
--
FAQ di ICLIt:
http://www.mauriziopistone.it/linguaitaliana.html
"What's in a name? That which we call a rose
By any other name would smell as sweet."
> http://groups.google.com/groups?hl=it&lr=&th=2fabe25525637069&rnum=1
Dove alla fine l'ottimo Lem dimostra - se ce ne fosse ancora bisogno - che
non esistono le eccezioni, ma solo l'ignoranza delle regole :-)
--
Ciao,
D.
> "Enrico C" ha scritto:o
>
>> entrambi?
>
> http://groups.google.com/groups?hl=it&lr=&th=2fabe25525637069&rnum=1
Hai ragione, non č questione nuova.
Ma in quel filone ho trovato dubbi simili ai miei, anche se piů
argomentati, non un chiarimento definitivo, o almeno a me non č chiaro!
La mia impresione, anche da quei messaggi del 2001, č che entrambe le forme
siano accettate. Ho capito bene?
Su una vecchia grammatica ho trovato, tra i vari diminutivi, "-icino,
micino, libricino ecc. (e anche -iccino, libriccino)". (Sic)
k
>> Dove alla fine l'ottimo Lem dimostra - se ce ne fosse ancora bisogno -
>> che non esistono le eccezioni, ma solo l'ignoranza delle regole :-)
> Ah...il caro Lem! che fine avrà fatto?
Purtroppo non l'ho mai 'incrociato', perché all'epoca non frequentavo questo
nobile consesso; ma da quel che poco che ho letto in quel thread doveva
essere un tipo in gamba.
> Su una vecchia grammatica ho trovato, tra i vari diminutivi, "-icino,
> micino, libricino ecc. (e anche -iccino, libriccino)". (Sic)
Che mi pare sbagliato, perché Lem ci ha giustamente spiegato che -iccino è
il diminutivo del suffisso -iccio, dunque /libriccino sta a /libro come
/pasticcino sta a /pasticcio. In sostanza un /libricino è - regolarmente -
un piccolo libro, mentre un /libriccino è un 'libercolino'.
Sì, certo, è un diminutivo anche questo, ma di un'altra parola.
--
Ciao,
D.
> Che mi pare sbagliato, perché Lem ci ha giustamente spiegato
> che -iccino è il diminutivo del suffisso -iccio, dunque /libriccino
> sta a /libro come /pasticcino sta a /pasticcio. In sostanza
> un /libricino è - regolarmente - un piccolo libro, mentre un
> /libriccino è un 'libercolino'.
>
> Sì, certo, è un diminutivo anche questo, ma di un'altra parola.
Vuoi dire che "libriccino" è il diminutivo dell'ipotetico diminutivo
(spregiativo) "libriccio", così come "fantaccino" è il diminutivo di
"fante" attraverso lo spregiativo "fantaccio"?
A proposito, ho scoperto che sono attestati anche il diminutivo
"libruccio" e il suo diminutivo "libruccino", mentre "libercolo" rimane
l'unico, vero spregiativo, più di "libraccio" e di "libriciattolo", a
mio parere.
Ciao,
Epimeteo
>> Che mi pare sbagliato, perché Lem ci ha giustamente spiegato
>> che -iccino è il diminutivo del suffisso -iccio, dunque /libriccino
>> sta a /libro come /pasticcino sta a /pasticcio.
Mi sono confuso. Volevo dire che /libriccino sta a /libro come /pasticcino
sta a /pasta.
>> In sostanza un /libricino è - regolarmente - un piccolo libro, mentre un
>> /libriccino è un 'libercolino'.
>> Sì, certo, è un diminutivo anche questo, ma di un'altra parola.
> Vuoi dire che "libriccino" è il diminutivo dell'ipotetico diminutivo
> (spregiativo) "libriccio", così come "fantaccino" è il diminutivo di
> "fante" attraverso lo spregiativo "fantaccio"?
Non so se in tutti i casi -iccio lo si possa considerare uno 'spregiativo'.
Lo Zingarelli per -iccio scrive:
«Forma [termini] che esprimono approssimazione, somiglianza più o meno
perfetta, stato di impurità, diminuzione, degenerazione [...]»
Come vedi si tratta di una serie progressiva che va dalla semplice
approssimazione ad un vero e proprio spregiativo.
Devo dire non sono mai riuscito a chiamare 'libriccino' un libro piccolo che
io consideravo un capolavoro. Per qualche ragione che non ero mai riuscito a
mettere a fuoco, in quelle circostanze - cioè per parlare di 'un buon vino
in una botte piccola' - mi è sempre venuto spontaneo usare 'libricino'.
--
Ciao,
D.
> Karla ha scritto:
>
>>> Dove alla fine l'ottimo Lem dimostra - se ce ne fosse ancora bisogno -
>>> che non esistono le eccezioni, ma solo l'ignoranza delle regole :-)
>
>> Ah...il caro Lem! che fine avrà fatto?
>
> Purtroppo non l'ho mai 'incrociato', perché all'epoca non frequentavo
> questo nobile consesso;
"A quell'epoca" mi pare rimandi troppo all'indietro nel tempo.
Gli ultimi messaggi di Lem risalgono allo scorso dicembre (ma già da tempo
aveva cambiato pseudonimo in Ghost, anche ha sempre continuato a firmarsi
"Lem").
Ciao,
> "A quell'epoca" mi pare rimandi troppo all'indietro nel tempo.
> Gli ultimi messaggi di Lem risalgono allo scorso dicembre (ma già da tempo
> aveva cambiato pseudonimo in Ghost, anche ha sempre continuato a firmarsi
> "Lem").
Bene, allora speriamo che torni presto :-)
('Ghost' me lo ricordo, ma non l'avevo associato a 'Lem': sono relativamente
'nuovo' qui.)
--
Ciao,
D.
>> Vuoi dire che "libriccino" è il diminutivo dell'ipotetico diminutivo
>> (spregiativo) "libriccio", così come "fantaccino" è il diminutivo di
>> "fante" attraverso lo spregiativo "fantaccio"?
Il Sab. Coll. dice che "fantaccino", in origine scherzoso, deriva
proprio da fante con -accio e -ino.
> Non so se in tutti i casi -iccio lo si possa considerare uno
> 'spregiativo'. Lo Zingarelli per -iccio scrive:
>
> «Forma [termini] che esprimono approssimazione, somiglianza più o meno
> perfetta, stato di impurità, diminuzione, degenerazione [...]»
Però in cucina: pasta-pasticcio-pasticcino è tutt'altro che spregiativo
(o, se lo era, ha cambiato significato). :-))
k
> Karla ha scritto:
>
>>> Dove alla fine l'ottimo Lem dimostra - se ce ne fosse ancora bisogno -
>>> che non esistono le eccezioni, ma solo l'ignoranza delle regole :-)
>
>> Ah...il caro Lem! che fine avrà fatto?
>
> Purtroppo non l'ho mai 'incrociato', perché all'epoca non frequentavo questo
> nobile consesso; ma da quel che poco che ho letto in quel thread doveva
> essere un tipo in gamba.
No? Non è egli Ghost?
[...]
Ciao, FB
--
"Is this Miss Prism a female of repellent aspect, remotely connected with
education?" "She is the most cultivated of ladies, and the very picture of
respectability" "It is obviously the same person".
("The Importance of Being Earnest", Oscar Wilde)
> Su una vecchia grammatica ho trovato, tra i vari diminutivi, "-icino,
> micino, libricino ecc. (e anche -iccino, libriccino)". (Sic)
Ho trovato "libriccino" in un libro di Giuseppe Petronio, "Il piacere di
leggere", del '99.
Bel libro, aperta parente (cit.).
> Bel libro, aperta parente (cit.).
Hai aperto la parente?
Chiudila!
[cit.]
--
Ciao,
D.
Per esempio, a proposito di "Dei delitti e delle pene" di Beccaria,
Petronio scrive:
"[...] il suo libriccino oggi, in anni di rinnovata barbarie, [...] ritrova
una sua pungente, malinconica attualità."
> «Forma [termini] che esprimono approssimazione, somiglianza più o meno
> perfetta, stato di impurità, diminuzione, degenerazione [...]»
>
> Come vedi si tratta di una serie progressiva che va dalla semplice
> approssimazione ad un vero e proprio spregiativo.
A me non sembra che Petronio lo usi con significato negativo. Vedi
l'esempio che ho riportato nell'altro messaggio. Petronio chiama
"libriccino" l'opera più celebre di Cesare Beccaria, "Dei delitti e delle
pene", che presenta al lettore come "breve trattatello di diritto penale".
Quindi, mi viene da ipotizzare, "libriccino" in quanto breve, ma forse
anche "libriccino" in quanto opera di genere particolare, specialistico?
Il fatto però che Petronio usi costantemente [almeno per quel che ne ho
letto] "libriccino" e mai "libricino" mi induce a sospettare che si possa
trattare di una scelta tra due sinonimi più che una differenzazione di
significato. Oppure, potrebbe essere solo un caso. Le mie sono solo
congetture!
[...]
> Quindi, mi viene da ipotizzare, "libriccino" in quanto breve, ma forse
> anche "libriccino" in quanto opera di genere particolare, specialistico?
> Il fatto però che Petronio usi costantemente [almeno per quel che ne ho
> letto] "libriccino" e mai "libricino" mi induce a sospettare che si possa
> trattare di una scelta tra due sinonimi più che una differenzazione di
> significato. Oppure, potrebbe essere solo un caso. Le mie sono solo
> congetture!
Credo sia solo una preferenza personale.
Mi pare che a rigore "viemeglio" e "viepiù" siano corretti, "viemmeglio" e
"vieppiù" scorretti, eppure le forme col raddoppiamento mi paiono, ancorché
desuete esse stesse, più consuete.
Ciao, FB
--
If you knock on my door and I call out "Who is it?", you, as a normal
person, knowing that I would recognize your voice, would say "It's me". If
you said "It is I", I would not be nearly so inclined to let you in.
(Geoffrey K. Pullum - http://snipurl.com/bhtu)