On Sun, 6 Oct 2019 11:27:05 +0200, Voce dalla Germania
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tradu...@sags-per-mail.de> wrote:
>Il punto non è quello. Quante volte ti capita, nel contesto
>di una normale conversazione, di fare confusione tra moglie e
>foglie, una rosa e una scrivania rosa dai tarli, un pollo e
>un collo?
Dipende... la forza di un'opposizione è legata a tante caratteristiche
[1]. Quanto più le parole sono simili come tipologia, tanto più è
forte. Che so, tra due sostantivi dello stesso genere è forte, tra un
sostantivo e un verbo è debole.
Io, che vivo a cavallo tra due regioni, mi trovo spesso a parlare con
gente che parla diversamente da me. Diciamo tra tre, dato che la mia
donna viene da un'altra regione ancora.
Mi capitano tante volte delle incomprensioni in cui i fonemi diversi
hanno un ruolo. Nota bene che dico "un ruolo", non che siano l'unica
causa.
La comunicazione non è necessariamente perfetta a livello audio. Ci
può essere altra gente che parla, rumore ambientale etc.
Se qualche frammento di suono salta, generalmente si ricostruisce la
parola dagli altri segmenti e dal contesto. E' la ridondanza che salva
la comprensione.
Ecco, sempre nella mia esperienza, spesso viene ricostruita una parola
sbagliata, perché è sbagliato quello che rimane udibile.
>In tutti e quattro questi casi:
>pésca - pèsca
>moglie - foglie
>rosa (s sonora) - rosa (s sorda)
>pollo - collo
>abbiamo esattamente UN fonema differente.
[1] Però vorrei fare una precisazione Qui ho parlato delle
caratteristiche linguistiche, cioè "che danno può fare l'errore o la
perdita di un frammento?".
E nello scritto possiamo limitarci a questo, dato che le lettere
valgono tutte più o meno alla stessa maniera.
Quindi possiamo scambiare una lettera a piacimento: porco - porto come
porco - parco.
Ma nel parlato non trascurerei la questione acustica: c'è da tenere in
mente la scala di sonorità:
http://www.treccani.it/enciclopedia/fonologia_(Enciclopedia-dell'Italiano)/
>Al vertice della scala di sonorità si porrebbero le vocali (dalle basse alle alte)
>seguite gerarchicamente dalle sonoranti (laterali, vibranti, nasali) e dalle
>fricative (prima le sonore e poi le sorde) e dalle occlusive
>(prima le sonore e poi le sorde).
Lì ne parla per l'identificazione dei componenti sillabici (attacco -
nucleo - coda), ma più in generale riguarda l'udibilità.
Se c'è rumore ambientale, è più facile che rimangano a galla gli
elementi più in alto nella scala di sonorità.
Quindi sbagliare le vocali vuol dire buttare via quelle che sarebbero
le ancore più forti.