Vi chiedo dunque aiuto per capire in modo definitivo quali siano quei
termini informatici (vedi mouse) assimilati nella lingua italiana e
quali quelli superflui.
Mi vengono in mente:
downloadare => scaricare
uploadare => caricare
printare => stampare
grabbare => sottrarre
monitor => schermo (ma di questo non sono molto sicuro)
snapshot => anteprima, spaccato (anche su questa ho i miei dubbi)
Poi mi sorgono dubbi su parole come "il download" e dunque mi fermo in
attesa di persone più esperte di me.
Saluti,
Simone Ramacci
> downloadare => scaricare
> uploadare => caricare
Si dice anche "fare l'upload".
> printare => stampare
Ma veramente hai letto da qualche parte "printare"?
> grabbare => sottrarre
Non è del tutto esatto, o comunque la traduzione non coglie tutti gli
aspetti di "to grab" (catturare). Per dirne una, "to grab a screenshot"
significa "fare uno screenshot" (cioè una fotografia digitale di cosa
c'è sullo schermo in un dato momento).
screenshot -> screenshot
software -> programma
utility -> utility (piccolo programma)
> monitor => schermo (ma di questo non sono molto sicuro)
Nel senso di schermo fisico, in italiano ormai si può dire tanto
"schermo" quanto "monitor".
Poi c'è un altro significato dell'inglese "monitor" in informatica, più
astratto: si tratta di un programma per fare monitoriggio / vigilare su
cosa sta succedendo. Ad esempio, il sistema operativo Mac OS X include
un programma che si chiama Activity Monitor (quello che in Windows è
Task Manager); in italiano è stato tradotto Monitoraggio Attività.
> snapshot => anteprima, spaccato (anche su questa ho i miei dubbi)
Non direi. Anteprima è preview, mentre spaccato non lo userei mai in
informatica (personalmente lo uso solo nella frase "uno spaccato della
società").
Lo snapshot è un "fotogramma" di lavoro/file/directory preso a un certo
istante. Ad esempio, lo snapshot di una settimana fa del nostro
database, o dell'applicazione che stiamo programmando. Quindi
aggiungerei alla tua lista:
snapshot -> snapshot
database -> database, banca dati, base di dati (che piaccia o meno, si
tende a dire "database")
> Poi mi sorgono dubbi su parole come "il download" e dunque mi fermo in
Ormai si dice "il download" proprio come si dice "l'upload".
Di termini ce ne sono tanti altri. Per ora mi viene in mente attachment
-> allegato.
--
Tchau, -João do Sabão
interessante questa discussione.
Io faccio ... si fa per dire ... la traduzione gratuita per due
programmi. Di solito vado in dizionari.corriere.it Cerco, però, di
capire quando sia un termine tecnico e quando una parola straniera
ampiamente presente nel nostro linguaggio. Così, alla fine, di solito,
prendo prima un vocabolario italiano, se non trovo quel termine ne
cerco la traduzione. Qualche altra volta uso non scrivo letteralmente
la traduzione, ma cosa succede premendo quel pulsante o attivando
quella opzione.
Ma io - lo avrete capito - non sono un traduttore professionista. Né
conosco bene l'inglese (con quale coraggio traduco!).
> termini informatici (vedi mouse) assimilati nella lingua italiana e
> quali quelli superflui.
Secondo me molto dipende dal contesto, se si parla di gergo dei
professionisti o di contesto amatoriale, e se si parla di gergo
colloquiale, di manuali tecnici, o di manuali indirizzati agli utenti
domestici. Io sono un astrofisico programmatore da lunga data, e quindi
non mi scandalizzo affatto nell'uso dell'inglese letterale o
dell'inglese italianizzato nel gergo colloquiale di ogni giorno (vuoi
per l'informatica vuoi per l'astrofisica) ... in quanto alla produzione
seria di lavoro (vuoi articoli vuoi manuali) la si fa direttamente
in inglese. Le uniche cose che si scrivono in italiano sono le tesi di
laurea (per fortuna non di dottorato) ... ed a volte usando termini del
tutto inusuali e inusitati (italianizzare "fitting" e' una delle cose
peggiori ... io invece scrivevo "dati bruti" per "raw data" e "righe
sensibili alla luminosita'" per "luminosity-sensitive lines" e ricordo
sempre che alla Connie Dilworth, che aveva sulla porta una citazione di
Milton in italiano "che il bel Tamigi cangio' col bell'Arno", per
qualche motivo non piaceva).
Detto questo
> downloadare => scaricare
> uploadare => caricare
a me che usavo downlinkare e uplinkare ai tempi che controllavo un
satellite dell'ESA 25 anni fa, non ha mai convinto "scaricare" perche' a
me fa venire in mente l'inglese "unload", lo scaricare un camion, o lo
svuotare un deposito. Solo da poco l'insistente uso me lo sta facendo
entrare, con riluttanza, nell'orecchio.
> printare => stampare
questo fa parte di quei termini gergali come "plottare" (diffusissimo)
ed anche "deletare", "erasare", "purgare", "paccare" e "lo(a)dare" ...
tutti termini che hanno avuto una loro epoca di vita e un significato
particolare in un particolare contesto. I primi tre per esempio
significano tutti "cancellare (un file)" ma ha senso usarli (nel parlato
colloquiale) per indicare "usare il comando DELETE" (VAX), "usare il
comando ERASE" (IBM) oppure "usare il comando PUrge" (HP). Per un
VAXista "purgare" voleva invece dire "cancellare tutte le versioni
tranne l'ultima"
> grabbare => sottrarre
Personalmente trovo "grabbare" bellissimo, ed in ogni caso vuol dire
"impadronirsi, prendere possesso, afferrare" di certo non "sottrarre"
> monitor => schermo (ma di questo non sono molto sicuro)
Credo che monitor stia decadendo comunque dall'uso (mai usato molto in
inglese, casomai si usava VDU), mentre "schermo" in contesti
non-hardwaristici puo' essere ambiguo (in X11 "screen" e "display" sono
due cose ben diverse).
> snapshot => anteprima, spaccato (anche su questa ho i miei dubbi)
Se proprio dovessi tradurla, userei "istantanea". Ma "screenshot" allora?
> Poi mi sorgono dubbi su parole come "il download" e dunque mi fermo
Curiosamente non e' stata citata la madre di tutti i termini
informatici, il file (e nemmeno il "direttorio" :-)). Scherzando, mi
piace la "filza" di pistoniana memoria, mentre aborro "archivio" (anzi
riconfesso come restai perplesso parecchi anni fa di fronte a un numero
monografico di Le Scienze che tentava di tradurre tutti i termini,
incluso il gestore di finestra e il pilota del disco, leggendo un
articolo che parlava di "archivi" ... io continuavo a interpretarlo come
"database" e non mi tornava ... poi ho capito che voleva parlare di
"file(s)"
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Sì, però era inteso come stampare a schermo. (funzione "print" in vari
linguaggi di programmazione)
> > grabbare => sottrarre
> Non è del tutto esatto
Avendolo trovato solo nel senso di "to grab a password" contro la
volontà del proprietario di questa l'avevo pensato così.
Non mi era mai capitato di leggere "grab a screenshot" (sempre "take",
come per le foto).
> screenshot -> screenshot
> software -> programma
> utility -> utility (piccolo programma)
>
> > monitor => schermo (ma di questo non sono molto sicuro)
>
> Nel senso di schermo fisico, in italiano ormai si può dire tanto
> "schermo" quanto "monitor".
> un programma che si chiama Activity Monitor (quello che in Windows è
> Task Manager); in italiano è stato tradotto Monitoraggio Attività.
grazie, questa non la sapevo!
> > snapshot => anteprima, spaccato (anche su questa ho i miei dubbi)
> Non direi. [...]
> Lo snapshot è un "fotogramma" di lavoro/file/directory preso a un certo
> istante.
Effettivamente anteprima non è proprio il termine più adatto, come non
lo è "spaccato".
> database -> database, banca dati, base di dati (che piaccia o meno, si
> tende a dire "database")
grazie, questo me l'ero dimenticato
> Ormai si dice "il download" proprio come si dice "l'upload".
Grazie!
>
> questo fa parte di quei termini gergali come "plottare" (diffusissimo)
> ed anche "deletare", "erasare", "purgare", "paccare" e "lo(a)dare" ...
> tutti termini che hanno avuto una loro epoca di vita e un significato
> particolare in un particolare contesto. I primi tre per esempio
> significano tutti "cancellare (un file)" ma ha senso usarli (nel parlato
> colloquiale) per indicare "usare il comando DELETE" (VAX), "usare il
> comando ERASE" (IBM) oppure "usare il comando PUrge" (HP). Per un
> VAXista "purgare" voleva invece dire "cancellare tutte le versioni
> tranne l'ultima"
Ma secondo te si può parlare in questo modo senza sentirsi un po'
ridicoli? :)
Capisco perfettamente le situazioni che hai descritto nel resto del
messaggio, tuttavia... Questi termini li immagino senza difficoltà in
una conversazione tra colleghi; ma se tu, ad esempio, dovessi
partecipare ad un convegno, useresti verbi come "deletare" nel tuo
intervento?
Certo, è molto più veloce dire "deletare" che "usare il comando Delete",
tuttavia credo sia un'espressione che si usa in contesti sempre un po'
informali, giusto?
Il file sicuramente è un termine che, fuori da ambienti specialistici,
può dirsi inutile.
Infatti si può parlare di semplici documenti, se non si considera il
significato letterale di file che può essere "insieme di documenti
messi insieme e archiviati" come anche "rapporto su qualcuno",
distinguendo poi a seconda del tipo di file:
- un file di testo => un documento ("Carlo aprì un documento rtf
infetto e così il suo computer smise di funzionare")
- un file di immagine => un'immagine ("La madre di Antonino ha trovato
delle immagini png sconce in una cartella")
Per i documenti generici penso che si possa usare anche "file",
considerandolo quello che qualcuno di questo gruppo definiva un
"cavallo di ritorno": filum in latino significa anche "tessuto", gli
inglesi lo hanno interpretato a modo loro e poi a noi è arrivato così
(e non potevamo italianizzarlo visto che il filo esiste già).
On 13 Gen, 16:53, Joao do Sabao <joaoNOS...@gmail.com> wrote:
> Nel senso di schermo fisico, in italiano ormai si può dire tanto
> "schermo" quanto "monitor".
Effettivamente monitor viene da moneo, il che lo fa centrare ben poco
con lo schermo, a mio parere, ma che ha più senso nel nome di "Monitor
di Sistema" (monitor, -oris è il suggeritore, il nomenclatore [lo
schiavo che ricordava i nomi], quindi si addice ad un programma che
controlli lo stato di qualcosa e lo "riferisca".
Direi che quando avremmo esaurito tutti i sostantivi si potrebbe
stilare una lista, sia mai che possa essere utile a qualcuno...
Scusate per i due messaggi "a raffica" ma mi devo ancora abituare a
questo genere di gruppi.
simone ramacci
Il file sicuramente è un termine che, fuori da ambienti specialistici,
> downloadare => scaricare
> uploadare => caricare
> printare => stampare
> grabbare => sottrarre
> monitor => schermo (ma di questo non sono molto sicuro)
> snapshot => anteprima, spaccato (anche su questa ho i miei dubbi)
Il linguaggio dei giochi on line è come il succo di pompelmo: ha un
sapore disgustoso, ma quando inizi a berlo non riesci più a smettere.
Deletare (cancellare)
Killare (uccidere)
Lootare (rubare oggetti)
Farmare (trasformare l'avversario in una fonte continua di risorse)
Droppare (lasciar cadere)
Niubbo (novellino)
Camperare (attendere vicino a un cadavere per ucciderlo di nuovo quando
resuscita)
Ressare (resuscitare)
Ownare (avere una vittoria schiacciante, umiliare)
Pullare (attaccare un mostro)
...
E a proposito di termini informatici troppo forzatamente italiani, uno che
mi ha sempre fatto rabbrividire e' masterizzatore. Scrittore di CD o DVD mi
sembra TANTO piu' semplice.
>On 13 Gen, 17:33, Giovanni Drogo <dr...@rn.bastiani.ta.invalid> wrote:
>> Curiosamente non e' stata citata la madre di tutti i termini
>> informatici, il file
>
Omissis
E non ho letto nemmeno la parola scanner, in italiano non
ha concorrenti credibili. Un paio di volte, in ICLI si è discusso
se scannerizzare o scannare, per farla finita prima, con il
minor dolore possibile.
Io proposi "scansire", un po' per celia e un po' per non morire
di impotenza. I commenti furono burleschi o sarcastici.
Faccio i miei complimenti ai partecipanti al thread.
Ciao. Imes
>E a proposito di termini informatici troppo forzatamente italiani, uno che
>mi ha sempre fatto rabbrividire e' masterizzatore. Scrittore di CD o DVD mi
>sembra TANTO piu' semplice.
Infatti questo orrore si usa solo in italiano.
Ciao.
Gian Carlo
Perché, la parola "scanner" in italiano è credibile? La sua funzione non
è tanto lo scandire (operazione che compie allo scopo di "leggere"),
quanto l'acquisire (un testo stampato o manuscritto in un file
documento, testuale o multimediale).
Io direi "acquisitore". Se acquisitore non piace, diciamo pure "copiatore".
--
Pántes dè hoi pisteúontes êsan epì tò autò kaì eîkhon hápanta koiná,
kaì tà ktémata kaì tàs hypárxeis epípraskon kaì diemérizon autà pâsin
kathóti án tis khreían eîkhen (Atti, 2,44-45)
>> E non ho letto nemmeno la parola scanner, in italiano non
>> ha concorrenti credibili.
>Perché, la parola "scanner" in italiano è credibile? La sua funzione non
>è tanto lo scandire (operazione che compie allo scopo di "leggere"),
>quanto l'acquisire (un testo stampato o manuscritto in un file
>documento, testuale o multimediale).
Mi permetto di dissentire su due punti (cioè in pratica su tutto). :-)
Primo punto. Tutti gli apparati che scandiscono qualcosa lo fanno per
uno scopo diverso dalla scansione pura e semplice, che è solo un mezzo
per raggiungere lo scopo.
Secondo punto. Gli scanner di cui si parla, di per sé, non salvano
proprio nulla in un file. Normalmente è il PC a cui sono collegati che
lo fa.
Ciao.
Gian Carlo
E te ne vieni al mio discorso. Se tanti apparati scandiscono, ma
ciascuno con propria e diversa funzione, ha senso denominarli
genericamente "scanner", cioè non differenziare in base alla funzione ma
in base al funzionamento? Come chiamare, indifferentemente,
"elettrodomestico" qualsiasi cosa si usi in casa e si attacchi alla
presa di corrente...
> Secondo punto. Gli scanner di cui si parla, di per sé, non salvano
> proprio nulla in un file. Normalmente è il PC a cui sono collegati che
> lo fa.
Il PC salva (servat quod non occidit) ma è la periferica che consente la
digitalizzazione del testo... prova un po' ad appoggiare una pagina al
computer, vediamo cosa salva :)
Appunto. Così come gli elettrodomestici si chiamano correttamente
elettrodomestici, si chiamano correttamente scanner tutti gli scanner,
qualsiasi sia la loro funzione finele: dagli apparecchi a ultrasuoni
per vedere i reni, ai dispositivi con raggio laser dentro le
stampanti, ai lettori ottici del supermercato, ai programmi che
controllano i file come gli antivirus, ai visualizzatori dei bagagli a
raggi X, ai radioricevitori di gamme estese, a vari strumenti
scientifici, agli acquisitori di documenti cartacei.
Anche le tastiere hanno questo pseudo problema: il loro nome si basa
sul funzionamento e non in base alla funzione. Si chiamano sempre
tastiere, che producano musica, che compongano numeri telefonici, che
scrivano testi, che suonino campanelli, che azionino macchine...
Ma no? Avrei giurato che si chiamassero lavatrici, televisori, stufe,
lavastoviglie, forni a microonde...
si chiamano correttamente scanner tutti gli scanner,
Sì, certo.
> Anche le tastiere hanno questo pseudo problema: il loro nome si basa
> sul funzionamento e non in base alla funzione. Si chiamano sempre
> tastiere, che producano musica, che compongano numeri telefonici
Eh, in effetti se telefoni alla Yamaha per prima cosa ti chiedono se
vuoi informazioni sulle moto o sui sintetizzatori. NOn scherzo.
> Il Tue, 13 Jan 2009 09:40:32 -0800 (PST), Simosito
> <simo...@gmail.com> ha scritto:
>
>>On 13 Gen, 17:33, Giovanni Drogo <dr...@rn.bastiani.ta.invalid> wrote:
>>> Curiosamente non e' stata citata la madre di tutti i termini
>>> informatici, il file
>>
> Omissis
> E non ho letto nemmeno la parola scanner, in italiano non
> ha concorrenti credibili.
Vero, e a me chiamarlo scanner non disturba, ma come accade con altri
termini inglesi la pronuncia spesso viene massacrata. Allora perche' non
chiamarlo semplicemente ed italianamente "lettore" - di immagini o di
documenti - a secondo dell'uso. E' quello che fa, no?
> Vi chiedo dunque aiuto per capire in modo definitivo quali siano quei
> termini informatici (vedi mouse) assimilati nella lingua italiana e
> quali quelli superflui.
>
> Mi vengono in mente:
>
> downloadare => scaricare
> uploadare => caricare
> printare => stampare
> grabbare => sottrarre
> monitor => schermo (ma di questo non sono molto sicuro)
> snapshot => anteprima, spaccato (anche su questa ho i miei dubbi)
>
> Poi mi sorgono dubbi su parole come "il download" e dunque mi fermo in
> attesa di persone più esperte di me.
>
Forse un dizionario e' una fonte meno soggettiva, per esempio questo:
<http://old.demauroparavia.it/36692>
Per esempio li' ci trovi "download" ma non "downloadare" che, come ogni
altro termine straniero coniugato con desinenze italiane dovrebbe essere
evitato come la peste bubbonica.
Quindi, meglio dire "fare download", "prendere uno snapshot", etc... Ma
aggiungo, se esistono verbi o parole italiane soddisfacenti perche' non
usarli? Per esempio perche' "printare" e non stampare?
Ed ecco che ti ho dato il mio personalissimo parere.
Ciao
>magica ha scritto:
>>Primo punto. Tutti gli apparati che scandiscono qualcosa lo fanno per
>>uno scopo diverso dalla scansione pura e semplice, che è solo un mezzo
>>per raggiungere lo scopo.
>E te ne vieni al mio discorso. Se tanti apparati scandiscono, ma
>ciascuno con propria e diversa funzione, ha senso denominarli
>genericamente "scanner", cioè non differenziare in base alla funzione ma
>in base al funzionamento?
Non ho detto che hanno una diversa funzione, ma che scandiscono per
scopi diversi. La funzione è sempre quella di scandire. Di conseguenza
sono scanner.
>Come chiamare, indifferentemente, "elettrodomestico" qualsiasi cosa
>si usi in casa e si attacchi alla presa di corrente...
E infatti lo è. Tuttavia l'esempio è sbagliato. La parola
elettrodomestico non indica la funzione di un apparato. La sua
funzione dipende dai casi: se è quella di congelare sarà un
congelatore ecc.
Un esmepio corretto è, che ne so, microfono. Ne esistono di tipi
diversissimi e per gli scopi più disparati, ma sempre microfoni sono e
si chiamano, perché la loro funzione è propio quella di captare le
onde di pressione dell'aria che percepiamo come suoni (o addirittura
che non eprcepiamo, perché sono infasoniche o ultrasoniche).
>>Secondo punto. Gli scanner di cui si parla, di per sé, non salvano
>>proprio nulla in un file. Normalmente è il PC a cui sono collegati che
>>lo fa.
>Il PC salva (servat quod non occidit) ma è la periferica che consente la
>digitalizzazione del testo...
Anche qui non ci siamo. Riprendiamo il caso del microfono. È chiaro
che non si limita a captare i suoni, ma li trasforma in un segnale
elettrico trattabile dall'apparato cui il microfomo può essere
collegato. Così lo scanner per PC trasforma ciò che scandisce in un
flusso di dati (di numeri trasformati in segnali elettrici) che il PC
è in grado di trattare.
>prova un po' ad appoggiare una pagina al computer, vediamo cosa salva :)
Prova a parlare davanti ad un amplificatore collegato a degli
altoparlanti (è un po' come appoggiare una pagina sul PC). Vediamo
cosa esce dagli altoparlanti. :-)
Ciao.
Gian Carlo
>se esistono verbi o parole italiane soddisfacenti perche' non
>usarli? Per esempio perche' "printare" e non stampare?
Ah, i tempi in cui l'IBM chiamava stampatrici quelle che ora si
chiamano stampanti. :-)
Ciao.
Gian Carlo
> File, driver, scanner e molti altri devono rimanere in inglese in
> quanto nessuna traduzione rende bene.
file : schedario
driver : pilota
PPHN
A Hay, A Hay, A Hay
io uso tranquillamente daunlodare, mi piace è sul gruppo
ITechnodemocratic
> Giovanni Drogo ha scritto:
>> ed anche "deletare", "erasare", "purgare", "paccare" e "lo(a)dare" ...
> Ma secondo te si può parlare in questo modo senza sentirsi un po' ridicoli?
alcuni sono volutamente ironici
> Questi termini li immagino senza difficoltà in una conversazione tra
> colleghi;
infatti
> ma se tu, ad esempio, dovessi partecipare ad un convegno, useresti
> verbi come "deletare" nel tuo intervento?
non credo che un convegno astrofisico parlerebbe di quello, ne' che
sarebbe in italiano. Se fosse un workshop [sic!] informale, o un
tutorial [sic!] o una demo [sic!sic!] si ricade nel caso sopra della
conversazione tra colleghi.
> Certo, è molto più veloce dire "deletare" che "usare il comando Delete",
infatti l'enfasi era sulla differenza tra "deletare" ed "erasare" ecc.
rispetto al generico "cancellare" ... parlando velocemente
comunicherebbe il comando da usare, e specificherebbe implicitamente a
quale sistema operativo mi riferisco
... trovo un aspetto positivo dell'italiano quello di poter prendere
(anche di rimbalzo dal latino come "deletare" :-)) verbi inglesi ed
appiccicarci una desinenza italiana
... e in genere sono perfettamente consapevole delle etimologie, e
faccio quanto sopra per scelta esplicita !
> Perché, la parola "scanner" in italiano č credibile?
Tanto quanto "plotter"
> Io direi "acquisitore". Se acquisitore non piace ...
Io non ho mai detto "digit(al)izzatore" ma ho molto spesso usato
"digitizzare" per l'operazione di scansione di un documento.
> Il file sicuramente è un termine che, fuori da ambienti specialistici,
> può dirsi inutile.
Sara' che io vivo prevalentemente in un ambiente specialistico e come
tale ho incontrato il termine file (credo su un manuale UNIVAC nel 1976)
senza associarlo ad altro concetto ... un file era un file, come un
quark e' un quark o uno spinnaker e' uno spinnaker (o un mouse un
mouse).
Diverso per un inglese, per cui "file" e' quella che i nostri burocrati
chiamano "una pratica", o una volta si chiamava "un dossier", ossia la
proverbiale "filza" di documenti. Per loro e' una parola della vita
comune riciclata ad uso informatico, per noi no.
> Infatti si può parlare di semplici documenti
Io non chiamerei mai "documento" un file di dati, specie se in formato
binario, un file di telemetria, una immagine FITS o una tabella FITS, e
nemmeno il sorgente di un programma, o il rilocabile o l'eseguibile
dello stesso ... tutte cose a cui sono stato esposto ben prima che
nascesse M$ Word !
>>> grabbare => sottrarre
> Non mi era mai capitato di leggere "grab a screenshot"
Beh ci sono (c'erano) i "frame grabber" (per acquisire da una telecamera
una immagine tramite un computer). E si dice "to grab the keyboard"
quando una applicazione sotto X11 si impadronisce della tastiera e legge
direttamente i tasti premuti invece di ottenerli tramite il server e
solo quando ha il fuoco.
>
> ... trovo un aspetto positivo dell'italiano quello di poter prendere
> (anche di rimbalzo dal latino come "deletare" :-)) verbi inglesi ed
> appiccicarci una desinenza italiana
Eh eh... Pensa se, per qualche motivo, non fosse cosě. Ti toccherebbe
parlare in inglese, o rassegnarti a vedere aumentare di quattro volte (e
forse anche piů) il "volume" dei tuoi discorsi! :)
Veramente, che io sappia, si usa "attach" come sostantivo per l'allegato
elettronico.
--
Yatta!,
Tourists beware: if it's fun, Italy has a law against it.
> Il file sicuramente è un termine che, fuori da ambienti specialistici,
> può dirsi inutile.
> Infatti si può parlare di semplici documenti, .......
Francamente se qualcuno, riferendosi per esempio ad un file video
o audio, mi parlasse di "documento"... farei fatica a capire.
- Quanti documenti hai sul tuo lettore mp3?
- Il mio lettore di dvd non legge i documenti che ho scaricato.
> Effettivamente monitor viene da moneo, il che lo fa centrare ben
> poco con lo schermo
Si tratterà di uno schermo s-centrato ;-)
edi'®
>Veramente, che io sappia, si usa "attach" come sostantivo per l'allegato
>elettronico.
A me pare proprio che lo si usi come verbo. Esempio: attach file.
L'allegato č l'attachment, questo sě sostantivo.
Ciao.
Gian Carlo
Mi sa che sono stato ambiguo. Intendevo dire che la frase tipica
italiana e':
"Te lo mando come attach." oppure "Te lo metto in attach."
Si usa molto piu' spesso "allegato" di "attachment".
My 2 cents.
Ps: Lavoro in campo informatico.
Si', in inglese. :)
(Mi ero spiegato male io. Vedi mio altro post.)
--
Yatta!,
As usual, FreeBSD proved to be a rock-solid platform enabling us to
deliver content without incident.
(Peter Losher)
>>Veramente, che io sappia, si usa "attach" come sostantivo per
>>l'allegato elettronico.
>Mi sa che sono stato ambiguo. Intendevo dire che la frase tipica
>italiana e':
>"Te lo mando come attach." oppure "Te lo metto in attach."
Vero. Ho sentito dire anche "in attach".
>Si usa molto piu' spesso "allegato" di "attachment".
Meno male.
Ciao.
Gian Carlo
Nessuno ha mai avuto il coraggio di dire "te lo attacco"? Sarebbe
bellissimo! :)
On 14 Gen, 13:57, "edi'®" <zo...@tiscali.it> wrote:
> Francamente se qualcuno, riferendosi per esempio ad un file video
> o audio, mi parlasse di "documento"... farei fatica a capire.
> - Quanti documenti hai sul tuo lettore mp3?
> - Il mio lettore di dvd non legge i documenti che ho scaricato.
Effettivamente mi sono corretto poco dopo.
File come termine generale "ci sta" ma penso sia inutile dire "file
jpg" quando si può dire "immagine jpg".
Idem per i file di Word/OpenOffice/Chi-per-lui.
Per i file audio non ho mai sentito "audio mp3" né per i file video.
On 14 Gen, 11:04, Giovanni Drogo <dr...@rn.bastiani.ta.invalid>
wrote:
> Beh ci sono (c'erano) i "frame grabber" (per acquisire da una telecamera
> una immagine tramite un computer). E si dice "to grab the keyboard"
> quando una applicazione sotto X11 si impadronisce della tastiera e legge
> direttamente i tasti premuti invece di ottenerli tramite il server e
> solo quando ha il fuoco.
Quello della tastiera lo conoscevo.
Grab va tradotto a seconda del contesto, no?
Mai sentito. In compenso ho sentito gli orribili "lo attaccio", "l'ho
attacciato".
Anni fa, per prendere un po' in giro i miei colleghi che coniavano
termini impossibii ("l'ho rollato dentro", "l'ho rollato fuori" e
simili ho cominciato a chiamare "friabili" (da "free") i file che,
dopo essere stati allocati a un programma, potevano essere liberati.
Ciao.
Gian Carlo
> File come termine generale "ci sta" ma penso sia inutile dire "file
> jpg" quando si può dire "immagine jpg".
ma non certo p.es. "file FITS" invece di "immagine FITS" anche perche'
POSSONO avere due MIME types differenti (cfr. RFC4047
http://www.rfc-editor.org/rfc/rfc4047.txt) ... e sostanzialmente dipende
dal contesto ...
... posso enfatizzare che (il contenuto e') una immagine e specificarne
il formato tra diversi possibili, oppure posso enfatizzare che e' un
file binario qualsiasi di un certo formato senza interessarmi al
contenuto
>>>> "Te lo mando come attach." oppure "Te lo metto in attach."
Non userei mai tale espressione (ne' la sento dire dai miei colleghi)
>> Nessuno ha mai avuto il coraggio di dire "te lo attacco"? Sarebbe
>> bellissimo! :)
Io SCRIVO correntemente "te lo attacho". Non mi sono mai posto il
problema di (come) pronunciarlo. Tale e quale al "deletare", "erasare"
ecc. Se scrivo "te lo allego" puo' essere ambiguo e fare pensare a un
allegato cartaceo, mentre "attacho" fa esplicito riferimento a un
determinato mezzo, formato e specifica tecnica quale un MIME attachment
(usate dei MIME ben formati vero ???).
> simili ho cominciato a chiamare "friabili" (da "free") i file che,
> dopo essere stati allocati a un programma, potevano essere liberati.
beh "scannare" fa parte di quella famiglia (come "purgare" e "lo(a)dare"
ah dimenticavo "tarare" e "starare") ... ma i "rilocabili" e lo stesso
"allocare" sono poi cosi' diversi ?
Non vedo nulla di strano a reitalianizzare con desinenze (verbali,
aggettivali) una parola estera, specie quando di remota derivazione
latina ... mentre mi fa specie usare invariato un sostantivo straniero
dalla chiara apparenza straniera (tipo appunto "un attach").
> Non vedo nulla di strano a reitalianizzare con desinenze (verbali,
> aggettivali) una parola estera, specie quando di remota derivazione latina
> ... mentre mi fa specie usare invariato un sostantivo straniero dalla
> chiara apparenza straniera (tipo appunto "un attach").
Be', fingi che sia piemontese, dal momento che in certe zone del Piemonte a
volte se ne escono con un "cuntàch!", che è un'espressione un po' colorita,
ma che ha avuto fortuna tanto da aver generato anche il nome di una
Lamborghini...
Non si dice "attàch" (con la "c" dolce) anche in piemontese?
Ciao.
Epimeteo
---
"... ma 'ndo Hawai,
se la banana non ce l'hai?
Bella hawaiana,
attach..."
http://www.youtube.com/watch?v=xmN_C56c2p4
(cit. trash con attachment)
Perché tu sei un vero macho :)
> Be', fingi che sia piemontese,
... e non milanese:
Ti che te tachet i attach, tacum l'attach a mi.
Mi tacà l'attach a ti? Ma tachetel ti i to attach!
edi'®
> Perché tu sei un vero macho :)
Mach-o o Mach-0?
In effetti quel ragazzo, un tempo così dinamico, mi è sembrato un po'
statico, ultimamente...
Lo benedica.
Epimeteo
---
"... quando corre Nuvolari,
quando passa Nuvolari
la gente aspetta il suo arrivo
per ore e ore..."
http://www.youtube.com/watch?v=KbKYiwzSSmc
(cit. dinamica, ma statica)
L'auto si chiama Countach, invece di Contacc. Non capisco perchè
quelli della Lamborghini vadano a cercare nomi in lingue che non conoscono.
> Non si dice "attàch" (con la "c" dolce) anche in piemontese?
No, la c dolce finale si scrive -cc, -ch si legge k.
(e atàch si scrive con una t sola, altrimenti diventa àttach che è una
colla istantanea ma non piemontese)
k
Dato che "attach" viene usato come sinonimo di "allegato" e' una forma,
oserei dire, scontata. :)
--
Yatta!,
Watch your six!
> Ti che te tachet i attach, tacum l'attach a mi.
beh per tornare piu' in-topic ... ma in questo caso quel "-ch" finale si
leggerebbe dolce (IPASCII /tS/) o duro (IPASCII /k/) ?
Gia' nel '500 il Lomazzo scriveva "i Rabisch" (arabeschi, quindi duro)
in "lingua facchina" (un finto dialetto ticinese ... e si notano curiose
somiglianze con certe convenzioni grafiche del romancio dei Grigioni)
> Io SCRIVO correntemente "te lo attacho".
Wow! Quale audacia! :}
> Se scrivo "te lo allego" puo' essere ambiguo e fare pensare a un
> allegato cartaceo, mentre "attacho" fa esplicito riferimento a un
> determinato mezzo, formato e specifica tecnica quale un MIME attachment
> (usate dei MIME ben formati vero ???).
Mah... Mi sembra che il rischio di ambiguità sia molto piccolo, in
questo caso dell'"allegato". Io scriverei "ti allego", o, se voglio
essere simpaticona, "ti attacco"! ;)
> Non vedo nulla di strano a reitalianizzare con desinenze (verbali,
> aggettivali) una parola estera, specie quando di remota derivazione
> latina ... mentre mi fa specie usare invariato un sostantivo straniero
> dalla chiara apparenza straniera (tipo appunto "un attach").
Questo tuo punto di vista mi fa venire in mente tante cose. Ad esempio:
un programma che viene tradotto in "italiano" seguendo questa tua
corrente di pensiero. Io sto usando Thunderbird: "Allega" dovrebbe
diventare "Attacha", e via di seguito. Che bello! :)
> Questo tuo punto di vista mi fa venire in mente tante cose. Ad esempio: un
> programma che viene tradotto in "italiano" seguendo questa tua corrente di
> pensiero. Io sto usando Thunderbird: "Allega" dovrebbe diventare "Attacha"
ODIO i programmi TRADOTTI dai lontani tempi in cui l'ESOC (in un gruppo
dove lavoravano in ordine decrescente di numero inglesi, italiani,
olandesi, tedeschi e svizzerofrancesi) acquisto' per la segretaria
(inglese) un wordprocessor (che a quei tempi era una MACCHINA dedicata
con dei TASTI assegnati a certe funzioni) ... con i comandi in tedesco.
Mi figuro se qualcuno avesse avuto l'idea di tradurre il Fortran, o il
C, o Java ....
PROGRAMMA LOCALIZZA
CARATTERE NOME*40 ...
INTERO LUFUORI,VERA_LUNGHEZZA,N1 ...
LOGICO ERRORESOV,Z_ERRORESIS
INCLUDI 'hcomune.inc'
REALE*4 DATI(1) ...
EQUIVALI (DATI,IDATI,CDATI)
CHIAMA X_LEGGI(1,1,TEMP)
SE (ERRORESOV(IVOS,ISYS))VAIA 999
SE (NOME.UG.'SULPOSTO')ALLORA
LUFUORI=10
ALTRIMENTI
LUFUORI=20
FINESE
FAI 10 I=1,100
LEGGI(10,REC e qui ti voglio =I+IZOFF1)CDATA(1+ICOFF:NX*4+ICOFF)
10 CONTINUA
TERMINA
FINE
Certo, probabilmente ho sbagliato a capire il tuo pensiero.
Hai chiesto: "ha senso denominarli genericamente, cioè non
differenziare in base alla funzione ma in base al funzionamento?"
A questa domanda io rispondo affermativamente: ha senso per gli
scanner come ha senso per gli elettrodomestici, come ha senso per la
frutta, come ha senso per le tastiere.
Se invece mi chiedi se non sarebbe meglio un termine più specifico
(come frigorifero o forno) ti posso dire che il problema
dell'ambiguità riguarda in primo luogo la lingua inglese (che usa
scanner per tutti gli apparecchi che fanno scansioni) e non l'italiano
dove scanner si usa praticamente solo per l'acquisitore ottico di
immagini e quindi risulta tantio specifico quanto lo è "frullatore".
Beh, possiamo fare lo stesso identico percorso dell'inglese.
Scan significa in primo luogo "scrutare" ovvero osservare con
attenzione ogni particolare.
Esempi dal dizionario Cambridge:
She anxiously scanned the faces of the men leaving the train.
Doug scanned the horizon for any sign of the boat.
La desinenza -er indica la persona che compie l'azione.
Pertanto scanner = scrutatore.
Lettore non va bene perché indica i processi di acquisizione secondo
una simbologia codificata. Si possono quindi leggere testi,
registrazioni magnetiche, codici a barre, schede perforate, dischi
digitali, memorie, ma non immagini su carta.
Schedario è solo uno dei vari significati dell'inglese /file e non è
certo quello che ha dato origine al termine informatico che deriva
invece da "registrazione, appunto, scheda". Tant'è che per tradurre il
verbo /file puoi dire schedare, archiviare, annotare, registrare ma
non certo "schedariare".
Pilota non è la traduzione di /driver ma di /pilot.
Il senso di /drive in informatica non è neppure quello del "guidare
l'automobile" ma quello di "azionare un meccanismo fornendo energia"
ovvero quello che nel dizionario Cambridge è utilizzato in questi
esempi:
The engine drives the wheels.
Water drives the turbines which produce electricity.
Per questi motivi non trovo buone le traduzioni proposte.
Per me la funzione di un apparecchio combacia con il suo scopo mentre
il funzionamento è il mezzo con cui ottiene tale scopo.
Solitamente gli apparecchi sono denominati in base allo scopo /
funzione
(lavatrice, pelapatate, spremiagrumi, stampante)
e meno frequentemente in base al principio di funzionamento
(centrifuga, pentola a pressione, radioricevitore, scanner).
>magica:
>> Non ho detto che hanno una diversa funzione, ma che scandiscono per
>> scopi diversi. La funzione è sempre quella di scandire. Di conseguenza
>> sono scanner.
>
>Per me la funzione di un apparecchio combacia con il suo scopo mentre
>il funzionamento è il mezzo con cui ottiene tale scopo.
Secondo il DISC la funzione è l'"attività, compito svolto da un
congegno, una macchina...". È anche, come primo significato, una
"partiolare attività o compito svolto nell'ambito di una carica..." e,
in questo caso, come estensione, anche lo "scopo cui l'attività stessa
è rivolta".
Lo scopo invece è il "fine a cui si tende".
Mi sembrano due concetti un po' diversi, anche se il secondo può
essere usato come estensione del primo.
Gian Carlo
L'attività o compito svolto da una lavatrice è "lavare i panni".
Il fine a cui tende una lavatrice è "lavare i panni".
Il suo funzionamento invece si basa su un cestello rotante a diverse
velocità su cui vengono caricata, riscaldata ed espulsa l'acqua con
aggiunta di detersivo.
Il compito svolto da una macchina (funzione) e il fine a cui tende
(scopo) combaciano sempre, tranne in caso di macchina guasta.
Riscrivo pertanto la mia frase:
Per me la funzione di un apparecchio (compito svolto) combacia con il
suo scopo (fine a cui tende) mentre il funzionamento è il mezzo con
cui ottiene tale scopo.
Qualora la macchina tenti di raggiungere uno scopo senza ottenerlo si
parla di "non funzionamento".
>L'attivitą o compito svolto da una lavatrice č "lavare i panni".
>Il fine a cui tende una lavatrice č "lavare i panni".
Il lavaggio dei panni č la funzione della lavatrice, cioč l'attivitą
che compie quando li lava.
Lo scopo č quello che, al termine della funzione di lavaggio, i panni
siano lavati.
Gian Carlo
E' un peccato che lo scopo non sia quello che, al termine della funzione di
lavaggio, i panni siano puliti... :-((
Ciao.
Epimeteo
---
"... la nostra vita va,
la nostra vita che
è inferno e paradiso,
è il sogno mai finito
di un mondo più pulito..."
http://it.youtube.com/watch?v=5Gv0zCN2kUo
(cit. erotica)
>> Lo scopo è quello che, al termine della funzione di lavaggio, i panni
>> siano lavati.
>E' un peccato che lo scopo non sia quello che, al termine della funzione di
>lavaggio, i panni siano puliti... :-((
Dal DISC:
lavato: pulito, lindo. :-)
Ciao.
Gian Carlo
Capisco l'ottimismo dei dizionari (e del linguaggio corrente), ma quante
volte dei piatti o dei panni lavati in lavatrice sono rimasti sporchi o,
peggio ancora, "puliti", ma con lo sporco incrostato?
Ciao.
Epimeteo
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"La bella lavanderina
che lava i fazzoletti
per i poveretti
della città..."
(cit. detergente)
L'hanno fatto! Hanno tradotto Python, il mio amato Python, in cinese.
Addio "print", benvenuto "yìnshuà"!
Mi pare una'arrampicata sugli specchi, però hai ragione.
Nel caso della lavatrice la funzione e lo scopo sono la stessa
attività (lavare), la prima in corso, la seconda conclusa.
Solo che in questo modo non corrisponde più la tua analogia con lo
scanner.
Se affermi che la funzione di uno scanner non è quella di acquisire le
immagini ma quella di scandire i documenti, allora dovresti dire che
la funzione di una lavatrice non è quella di lavare ma di far girare i
panni in un cestello e non di acquisire i documenti.
La mia opinione è diversa: la funzione di uno scanner è di
digitalizzare documenti, lo scopo è di completare l'operazione appena
citata, mentre il suo funzionamento si basa sulla scansione del
documento. Concetto che ha una perfetta analogia con la lavatrice. La
funzione di una lavatrice è di lavare i panni, lo scopo è di
completare l'operazione di lavaggio, mentre il suo funzionamento si
basa sulla rotazione del cestello dei panni immersi in acqua.