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Parole della Roma anni Quaranta

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edevils

unread,
Dec 14, 2013, 7:41:52 AM12/14/13
to
Il peracottaro, al di là dell'uso metaforico tuttora vivo,

"Nell’uso pop. roman., fare una figura da peracottaro, fare una figura
meschina, o da persona incapace" (Treccani)

era il venditore di pere cotte.

Racconta G. Battista Proja, un parroco romano che ha scritto un
simpatico libretto di memorie sulla vita quotidiana negli anni della
Guerra, che ho agguantato per due spiccioli su una bancarella natalizia:

"Il peracottaro girava con un vecchio triciclo su cui v'era fuoco acceso
e sopra dei grandi recipienti con grosse pere che si cuocevano
lentamente. Con pochi soldi si acquistava una pera cotta (detta
pettorale) ed era un vero conforto contro il freddo.

Un altro venditore ambulante della Roma dei primi anni Quaranta, rimasto
vivo nel ricordo dell'autore: "All'ingresso delle scuole v'era
l'immancabile 'gnaccino'' che teneva grandi piatti di metallo con pizze
di castagnaccio, popolarmente detto 'gnaccia'. I ragazzi con pochi sodi
acquistavano una fetta e la mangiavano calda con tanto piacere. Negli
anni successivi le merendine, le patatine fritte, i salatini ed altre
cose del genere hanno fatto scomparire il castagnaccio popolare".

Altre figure esistono ancora oggi, più o meno: il 'fusaiaro' (venditore
di lupini), il caldarrostaio (che vende le castagne arrostite su un
fornello in strada), ecc. ecc.

Poi racconta di alcuni alimenti in grandi barattoli di latta portati
dai soldati americani, prodotti sconosciuti in precedenza, come la
farina pepata di piselli, la gialla margarina, la rossiccia ovolina, la
carne in scatola... "e l'ambito scatolino di 'nescafè'..."!

orpheus

unread,
Dec 14, 2013, 7:51:05 AM12/14/13
to
edevils wrote:

[...]
> Un altro venditore ambulante della Roma dei primi anni Quaranta,
> rimasto vivo nel ricordo dell'autore: "All'ingresso delle scuole
> v'era l'immancabile 'gnaccino'' che teneva grandi piatti di metallo
> con pizze di castagnaccio, popolarmente detto 'gnaccia'. I ragazzi
> con pochi sodi acquistavano una fetta e la mangiavano calda con tanto
> piacere. Negli anni successivi le merendine, le patatine fritte, i
> salatini ed altre cose del genere hanno fatto scomparire il
> castagnaccio popolare".
[...]

Ce l'avevo pure io di fronte a scuola da ragazzo,
dove vendeva diversa roba del genre,
ci compravo sempre i "coccoli"
http://viverelatoscana.blogspot.it/2012/06/coccoli-ricetta-tipica-di-firenze.html

che mettevano dentro un "imbuto" di carta marrone,
belli caldi caldi... mi garbavano un casino :-)

abc

unread,
Dec 14, 2013, 8:24:12 AM12/14/13
to
Il 14/12/2013 13:41, edevils ha scritto:
> Il peracottaro, al di là dell'uso metaforico tuttora vivo,
>
> "Nell’uso pop. roman., fare una figura da peracottaro, fare una figura
> meschina, o da persona incapace" (Treccani)
>
> era il venditore di pere cotte.

La peracottara, protagonista di un sonetto del Belli (scritto oggi
verrebbe immediatamente denunciato per incitamento alla violenza sessuale):


Sto a ffà la caccia, caso che mmommone
passassi pe dde cqua cquela pasciocca,
che va strillanno co ttanta de bbocca:
Sò ccanniti le pera cotte bbone. (1)

Ché la voría schiaffà ddrento a ’n portone
e ppo’ ingrufalla indove tocca, tocca;
sibbè che mm’abbi ditto Delarocca, (2)
c’ho la pulenta (3) e mmó mme viè un tincone.

Lei l’attaccò ll’antr’anno a ccinqu’o ssei?
Dunque che cc’è dde male si cquest’anno
se trova puro chi ll’attacca a llei?

Le cose de sto monno accusí vvanno.
Chi ccasca casca: si cce sei sce sei.
Alegria! chi sse scortica su’ danno.



(1) Sono canditi etc.: grido de’ venditori di pere cotte al forno, i
quali girano nelle ore più calde della stagione estiva, dette perciò a
Roma: l’ore de peracottari.
(2) Professor chirurgo, oggi morto.
(3) Gonorrea.

edevils

unread,
Dec 14, 2013, 8:38:43 AM12/14/13
to
[...]
> si cce sei sce sei.

Mi pare interessante la diversa grafia per lo stesso "ce" pronunciato di
seguito al "si" oppure dopo una pausa.

orpheus

unread,
Dec 14, 2013, 8:53:05 AM12/14/13
to
abc wrote:

> La peracottara, protagonista di un sonetto del Belli (scritto oggi
> verrebbe immediatamente denunciato per incitamento alla violenza
> sessuale):
[...]

Versione. La venditrice di pere cotte.

Sto facendo la posta, caso mai proprio ora passasse di qui quella bella
giovane che va strillando a bocca aperta “Sono canditi, le pere cotte
buone!”(**). Perché la vorrei spingere dentro a un portone e poi
penetrarla dove capita. Anche se m’ha detto [il dottor] Delarocca che
ho la gonorrea e mi verrà un tincone [adenite inguinale, nota il
Vigolo]. Lei l’attaccò l’anno scorso a cinque o sei? Dunque che c’è di
male se queat’anno si trova pure chi l’attacca a lei? Le cose di questo
mondo così vanno. Chi casca casca: se ci sei ci sei. Allegria! Chi si
scortica [fa il] suo danno.
http://tinyurl.com/q7n6jgj


Poi continua:
Ma il bel gioco dura poco. Tirarla troppo per le lunghe ha i suoi
inconvenienti. Certe zitelle “signor no” finivano per spazientire molto
gli uomini, specialmente nell’Ottocento maschilista e un po’ violento
del popolino descritto dal Belli. Rapimenti e stupri erano all’ordine
del giorno, e la morale chiesastica metteva tutto a tacere con
“matrimonio riparatore”.

E poi, va’ a capire chi è zitella e chi no. Ed ecco che lo spasimante
invaghito della procace venditrice ambulante che vede passare spesso
per la via, dopo averla seguita con lo sguardo chissà quante volte, un
bel giorno perde la testa e senza più freni inibitori fantastica di
fermare per strada la bella paciocca (donna formosa e rotondetta) alla
prossima occasione, di condurla a forza dentro un portone, magari di
sera, spingerla contro un muro dove non arriva la fioca luce del
lampione a petrolio, e “ingrufalla” dove tocca tocca. E’ l’oscuro
desiderio minacciato dall’io narrante, il Belli in persona, nel sonetto
La peracottara.

orpheus

unread,
Dec 14, 2013, 8:57:52 AM12/14/13
to
abc wrote:

> > La peracottara, protagonista di un sonetto del Belli (scritto oggi
> > verrebbe immediatamente denunciato per incitamento alla violenza
> > sessuale):
> [...]

Comunque non credo...
rimane nell'ambito di una fantasia,
che non è condannabile.

orpheus

unread,
Dec 14, 2013, 9:04:07 AM12/14/13
to
o meglio: *perseguibile*
visto che condannabile può esserlo :-)
Message has been deleted

orpheus

unread,
Dec 14, 2013, 9:34:58 AM12/14/13
to
Mad Prof wrote:

[.]
> Altro sonetto interessante, riguardo la morale sessuale dell'epoca, è
> "La gnocchetta":
[...]

Dell'epoca... ci scordiamo che quella morale era ancora
imperante anche fino a qualche decennio fa,
e che le prime "rivolte" delle donne fecero scalpore. O__O
Message has been deleted
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orpheus

unread,
Dec 14, 2013, 11:40:42 AM12/14/13
to
Mad Prof wrote:

> orpheus <harrymai...@TOGLILOemail.it> wrote:
>
> > Dell'epoca... ci scordiamo che quella morale era ancora
> > imperante anche fino a qualche decennio fa,
> > e che le prime "rivolte" delle donne fecero scalpore. O__O
>
> Veramente, tanto oggi come 50 anni fa, una sedicenne vergine non
> sarebbe certo considerata un fatto eccezionale, anzi. Quindi
> sembrerebbe che i costumi fossero pi� libertini nella Roma di met�
> '800 in cui viveva il Belli che non in quella attuale.

All'interno dello stesso tipo di morale maschilista,
che portava al "matrimonio riparatore",
che � durata ben oltre la fine della seconda guerra mondiale,
e che molti uomini ancora oggi stentano a "digerire".

Poi pi� che "libertina" mi sa che fosse a causa del fatto
che le donne venissero maggiormente "castigate"
stuprate, ecc. non certo per libert� di costumanze;
ovvero... di quel tipo di libert� le femmine
erano "schiave"

Mi pare che il Belli lo dica chiaramente:
un uomo non sopportava un "no"
Message has been deleted

orpheus

unread,
Dec 14, 2013, 11:52:27 AM12/14/13
to
Mad Prof wrote:

> orpheus
> > Mi pare che il Belli lo dica chiaramente:
> > un uomo non sopportava un "no"

> Bah, questa mi sembra francamente un'esagerazione. Anche perché le
> donne alla fin fine avevano sempre padri e fratelli e all'epoca "er
> mejio amico mio" era il coltello…

Cioè, a volte quoti il Belli, ed altre volte no... :-)
Message has been deleted

orpheus

unread,
Dec 14, 2013, 12:14:37 PM12/14/13
to
Mad Prof wrote:

> "orpheus" <harrymai...@TOGLILOemail.it> wrote:
>
> > Cioè, a volte quoti il Belli, ed altre volte no... :-)
>
> Indicami dove il Belli stesso (e non qualche cazzaro che ne fa le
> chiose sociologiche) dica che gli stupri erano all'ordine del giorno.
> Il sonetto riportato da abc mi sembra più la tipica sparata del
> fanfarone che non le memorie di uno stupratore…

Più che dirlo lui in prima persona...
Message has been deleted

orpheus

unread,
Dec 14, 2013, 12:18:01 PM12/14/13
to
Mad Prof wrote:

> Mad Prof <nos...@mail.invalid> wrote:
>
> > Il sonetto riportato da abc mi sembra più la tipica sparata del
> > fanfarone che non le memorie di uno stupratore…
>
> Tra l'altro, la tipa che solletica le voglie dell'io parlante del
> sonetto avrebbe trasmesso in precedenza la gonorrea a 5 o 6 uomini:
> tutti casi di stupro?

Allora... fa il fanfarone quando dice di stuprare...
Mentre invece lo prendi sul serio quando dice
che non ci sono vergini sedicemmi...

Questo intendo per: a volte quoti quello che dice,
altre no... Mi parrebbe ovvia la cosa.
Message has been deleted

orpheus

unread,
Dec 14, 2013, 12:24:47 PM12/14/13
to
Mad Prof wrote:

> "orpheus" <harrymai...@TOGLILOemail.it> wrote:
>
> > Allora... fa il fanfarone quando dice di stuprare...
> > Mentre invece lo prendi sul serio quando dice
> > che non ci sono vergini sedicemmi...
> >
> > Questo intendo per: a volte quoti quello che dice,
> > altre no... Mi parrebbe ovvia la cosa.
>
> Cioè per te l'io narrante dei sonetti è il Belli stesso…? :-D Ma
> stra-ROTFL!
> Allora aveva pure cambiato sesso, considerando tutti quei sonetti in
> cui a parlare era una donna…

Che fosse o non fosse l'io narrante,
la sostanza non cambia,
quoti alcuni passaggi come se fossero veri,
e respingi altri come se fossero falsi,
solo per far passare la tua tesi.
Message has been deleted

orpheus

unread,
Dec 14, 2013, 12:28:33 PM12/14/13
to
> Sì, vabbe'… Ciao core!

ciao cervello! *eg*

father mckenzie

unread,
Dec 14, 2013, 12:43:47 PM12/14/13
to
Il 14/12/2013 15:18, Mad Prof ha scritto:
> Altro sonetto interessante, riguardo la morale sessuale dell'epoca, è
> "La gnocchetta":

questo modo di scrivere con forzati raddoppiamenti iniziali mi fa strana
impressione. Una volta saputo che c'è il raddoppiamento fonosintattico,
inutile sta' llì a scrivello tutte 'e vorte.
Oltretutto, mi sembra che si esageri un po', nel senso che, pur essendo
meridionale, non pronuncerei mai "mmommone", "ddrento", "mmo mme",
"mmastro", "ccinqu'o ssei". Quanto a "conossce", "a Ggiovanni", mi
sembra la normale pronuncia italiana, che contempla il raddoppiamento.
--
Audiente autem omni populo, dixit discipulis suis: “Attendite ascribis,
qui volunt ambulare in stolis et amant salutationes in foro et primas
cathedras in synagogis et primos discubitus in conviviis”.(Lc, 20,45-46)

orpheus

unread,
Dec 14, 2013, 12:45:53 PM12/14/13
to
Mad Prof wrote:

> Mad Prof <nos...@mail.invalid> wrote:
>
> > Il sonetto riportato da abc mi sembra più la tipica sparata del
> > fanfarone che non le memorie di uno stupratore…
>
> Tra l'altro, la tipa che solletica le voglie dell'io parlante del
> sonetto avrebbe trasmesso in precedenza la gonorrea a 5 o 6 uomini:
> tutti casi di stupro?

Che poi codesto è il tipico discorso del maschilista,
che per stuprare fa passare lei come una sgualdrina
che se l'è cercata...

Vista la morale sessuale dell'epoca e del Belli,
mi pare l'ipotesi più plausibile :-P
Message has been deleted

edevils

unread,
Dec 14, 2013, 1:06:42 PM12/14/13
to
Il 14/12/2013 15.18, Mad Prof ha scritto:

> Altro sonetto interessante, riguardo la morale sessuale dell'epoca, è
> "La gnocchetta":
>
> <http://www.intratext.com/ixt/ita1554/_P10Q.HTM>
>
> A quanto pare, una ragazza ancora vergine a 16 anni era una rarità…

Medie islandesi! :D

http://antveral.wordpress.com/2008/03/08/sesso-sondaggi/

orpheus

unread,
Dec 14, 2013, 1:15:31 PM12/14/13
to
in un periodo nel quale la donna era in completa
soggezione e praticamente alla mercé dell'uomo...
se fosse vero, il motivo
non era certo la libertà del "desiderio" nella donna

orpheus

unread,
Dec 14, 2013, 1:47:37 PM12/14/13
to
orpheus wrote:
[...]
> in un periodo nel quale la donna era in completa
> soggezione e praticamente alla mercé dell'uomo...
> se fosse vero, il motivo
> non era certo la libertà del "desiderio" nella donna

E magari nel 3d sono andato pure leggero.
Se la donna non lo faceva per "libertà"
del suo desiderio, cosa rimaneva?
Solo il desiderio del maschio...

Che poi lo "stupro" non fosse considerato tale,
in quanto era la regola del costume,
è un altro conto...
Ma oggi possiamo proprio chiamarlo
con il suo nome...
E considerare l'assenso della donna,
come una violenza culturale dell'epoca,
alla quale non poteva sottrarsi,
se non facendo la monaca.


orpheus

unread,
Dec 14, 2013, 2:02:16 PM12/14/13
to
> Sì, vabbe'… Ciao core!

Mi fa incazzare chi nega l'evidenza...
Hai quotato quando il Belli dice che era raro
trovare sedicenni vergini,,,
e trovi mille distinguo quando riferisce
intenzioni da stupratore.

Ma porca miseria...
Certo bazzicare di linguisitica
non aiuta nei ragionamenti, eh

father mckenzie

unread,
Dec 14, 2013, 2:28:07 PM12/14/13
to
Il 14/12/2013 18:49, Mad Prof ha scritto:

> Qui trovi le considerazioni dell'autore in proposito:
>
> <http://www.intratext.com/ixt/ita1554/_P1.HTM>

Interessante questa nota (la pronuncia di "c" in romanesco e in fiorentino)
<start quote>
Appresso però alle isolate vocali a, e, o, e a tutti i monosillabi che
non sieno articoli o segnacasi, la e conserva bensì il suono grasso ai
luoghi già detti, ma abbandona lo strascico; per esempio a cena, è
civico, o cento. Si osserva in ciò la legge stessa che impera sulla c
aspirata de’ fiorentini, i quali dicono la hasa, di hane, sette havalli,
belle hamere, ecc., ed al contrario pronunziano bene e rotondamente a
casa, è cane, o cose, che cavalli, più camere. Come dunque i fiorentini
diranno la hasa, di hane, le hose (la casa, di cane, le cose) così i
romaneschi diranno la scena, de scivico, li scento (la cena, di civico,
i cento); e all’opposto per lo stesso motivo che farà pronunziare da’
fiorentini a casa, è cane, o cose, si udrà proferire a’ romaneschi a
ccena, è ccivico, o ccento: imperocché in quelle isolate vocali a, e, o
e ne’ monosillabi tutti (meno gli articoli, i segnacasi, di e da, e le
particelle pronominali) sta latente una potenza accentuale che
obbligando ad appoggiare con vigore sulla c iniziale de’ seguenti
vocaboli, la esalta, la raddoppia, e per conseguenza n’esclude ogni
possibilità di aspirazione come se fosse preceduta da consonante. La
quale identità di casi offre uno benché lieve esempio di ciò che talora
anche le lingue più diverse ritengono fra loro comune e inconvenzionale:
la ragione di che deve cercarsi nella natura e necessità delle cose."
<end quote>

orpheus

unread,
Dec 14, 2013, 2:46:21 PM12/14/13
to
father mckenzie wrote:

> Il 14/12/2013 18:49, Mad Prof ha scritto:
>
> > Qui trovi le considerazioni dell'autore in proposito:
> >
> > <http://www.intratext.com/ixt/ita1554/_P1.HTM>
>
> Interessante questa nota (la pronuncia di "c" in romanesco e in
> fiorentino) <start quote>
[...]

Azz... che bravo il Belli

L'importanza linguistica per il "romanesco" è chiara,
ma questa consapevolezza non l'avevo presa O__O

Klaram

unread,
Dec 14, 2013, 3:59:15 PM12/14/13
to
Nel suo scritto precedente, orpheus ha sostenuto :

> Ce l'avevo pure io di fronte a scuola da ragazzo,
> dove vendeva diversa roba del genre,
> ci compravo sempre i "coccoli"
> http://viverelatoscana.blogspot.it/2012/06/coccoli-ricetta-tipica-di-firenze.html


A Genova li chiamano "cuculli", e li aromatizzano al peperone, alle
erbe ecc.

http://bit.ly/1fuarDd

k

edevils

unread,
Dec 14, 2013, 4:31:53 PM12/14/13
to
Infatti, nei sonetti rende graficamente la differente pronuncia.
"si cce sei sce sei."

Giacobino da Tradate

unread,
Dec 15, 2013, 3:48:47 AM12/15/13
to
Il 14/12/2013 13.41, edevils ha scritto:

> "Nell’uso pop. roman., fare una figura da peracottaro, fare una figura
> meschina, o da persona incapace" (Treccani) era il venditore di pere cotte.

E come mai i poveri venditori di pere cotte si erano guadagnati codesta
nomea?




--
Guillotin n'avait coupé trop peux

gretel

unread,
Dec 15, 2013, 4:47:28 AM12/15/13
to
Il giorno sabato 14 dicembre 2013 17:40:42 UTC+1, orpheus ha scritto:

> All'interno dello stesso tipo di morale maschilista,
>
> che portava al "matrimonio riparatore",
>
> che � durata ben oltre la fine della seconda guerra mondiale,
>
> e che molti uomini ancora oggi stentano a "digerire".

"io c'ero!" (cit.)

http://it.wikipedia.org/wiki/Franca_Viola

orpheus

unread,
Dec 15, 2013, 4:54:01 AM12/15/13
to
gretel wrote:

> "io c'ero!" (cit.)
>
> http://it.wikipedia.org/wiki/Franca_Viola

Pure io... le ricordo benissimo quelle cose.
Poi c'� stata quella magistratessa,
che fece una battaglia da leonessa

sai che sto da ieri cercando di ricordare,
senza l'aiuto di Google, come si chiamava,
e non mi sta venendo in mente :-(

gretel

unread,
Dec 15, 2013, 4:56:31 AM12/15/13
to
Il giorno sabato 14 dicembre 2013 13:41:52 UTC+1, edevils ha scritto:


> "Il peracottaro girava con un vecchio triciclo su cui v'era fuoco acceso
>
> e sopra dei grandi recipienti con grosse pere che si cuocevano
>
> lentamente. Con pochi soldi si acquistava una pera cotta (detta
>
> pettorale) ed era un vero conforto contro il freddo.

in una delle sue prefazioni alle traduzioni di asterix, marcello marchesi diceva appunto che stava rischiando di "fare la figura del peracottaro, venditore di pere cotte pettorali"

ovviamente in rete non se ne trova traccia, se non in questa citazione, ma dov'è la funzione "copia cache" (apppproposito, ma chevvvvorrrrdì?) che ti consentiva di isolare la frase che stavi cercando, evitandoti la ricerca in tutto il testo? :P


https://groups.google.com/forum/#!msg/it.media.tv/9vCCchfFTPc/KIV9NpyUxWIJ

" Ma non si può far niente per cacciare sto peracottaro? Bye ... (Slogan pubblicitario proposto per scherzo da Marcello Marchesi).

orpheus

unread,
Dec 15, 2013, 5:01:10 AM12/15/13
to
gretel wrote:
>
> > "io c'ero!" (cit.)
> >
> > http://it.wikipedia.org/wiki/Franca_Viola
>
> sai che sto da ieri cercando di ricordare,
> senza l'aiuto di Google, come si chiamava,
> e non mi sta venendo in mente :-(

Lo ricardai! Tina Lagostena Bassi!
Tucci volevi te LOL
http://it.wikipedia.org/wiki/Tina_Lagostena_Bassi

orpheus

unread,
Dec 15, 2013, 5:15:55 AM12/15/13
to
orpheus wrote:
[...]
> Lo ricardai! Tina Lagostena Bassi!
> Tucci volevi te LOL
> http://it.wikipedia.org/wiki/Tina_Lagostena_Bassi

In un'intervista del 2007, l'avvocata Tina Lagostena Bassi, che nel
processo era difensore di parte civile, sottoline� come la trasmissione
in tv del documentario fu sconvolgente per gli spettatori perch� si
rendeva visibile come gli avvocati che difendevano gli accusati di
stupro potevano essere altrettanto violenti nei confronti delle donne:
inquisendo sui dettagli della violenza e sulla vita privata della parte
lesa, puntavano a screditarne la credibilit� e finivano per
trasformarla in imputato. L'atteggiamento mentale che emergeva in aula
era che una donna �di buoni costumi� non poteva essere violentata; che
se c'era stata una violenza, questa doveva evidentemente essere stata
provocata da un atteggiamento sconveniente da parte della donna; che se
non c'era una dimostrazione di avvenuta violenza fisica o di
ribellione, la vittima doveva essere consenziente
http://it.wikipedia.org/wiki/Processo_per_stupro

orpheus

unread,
Dec 15, 2013, 5:26:02 AM12/15/13
to
orpheus wrote:
[...]
> L'atteggiamento mentale che emergeva in aula era che una donna �di
> buoni costumi� non poteva essere violentata; che se c'era stata una
> violenza, questa doveva evidentemente essere stata provocata da un
> atteggiamento sconveniente da parte della donna; che se non c'era una
> dimostrazione di avvenuta violenza fisica o di ribellione, la vittima
> doveva essere consenziente
> http://it.wikipedia.org/wiki/Processo_per_stupro

A volte ho la sensazione che, rispetto a quei tempi di "riscossa"
delle donne, si siano fatti passi indietro, invece che avanti.

Quando c'� qualche stupro ho letto nei NG post anche di donne,
affermare: a me non sarebbe mai successo...
Perch� magari 'sta donna aveva avuto l'ardire
di uscire "sola" di notte O__O

Klaram

unread,
Dec 15, 2013, 5:28:42 AM12/15/13
to
Scriveva gretel domenica, 15/12/2013:

> in una delle sue prefazioni alle traduzioni di asterix, marcello marchesi
> diceva appunto che stava rischiando di "fare la figura del peracottaro,
> venditore di pere cotte pettorali"
>
> ovviamente in rete non se ne trova traccia,

"Far una figura da peracottaro" ᅵ un'espressione toscana e laziale,
che corrisponde al milanese "fa figura da cicolatᅵe" o al piem. "fᅵ na
figura da cicolatᅵ".

Sulla "figura da cioccolataio" sono fiorite diverse spiegazioni
fantasiose, ma io credo che si siano scelti questi termini,
cioccolataio e peracottaro, per il suono e per il significato. Meglio
di, che so, falegname o meccanico o altro.

k

orpheus

unread,
Dec 15, 2013, 5:44:58 AM12/15/13
to
Klaram wrote:
[...]
> Sulla "figura da cioccolataio" sono fiorite diverse spiegazioni
> fantasiose [...]

Tipo questa:

Ce lo spiega lo storico Alberto Virigli nel suo libro "Voci e cose
del vecchio Piemonte" (Torino 1917).

Si narra che da tempo a Torino un cioccolatiere andasse in giro per
la cittᅵ con una ricca carrozza tirata da una quadriglia, mentre
solitamente i borghesi ne usavano una trainata da due cavalli. Pare
allora che, vedendolo, il Duca Carlo Felice (1765-1831) si sia
risentito e lo abbia fatto chiamare, chiedendogli di non ostentare
abitudini regali: il re di Sardegna, di Cipro e di Gerusalemme non
poteva permettersi di fare ᅵna figura da cicᅵlatᅵ.
http://tinyurl.com/p4du9pa

"Di certo, molti cioccolatieri dell'Ottocento fecero rapidamente
fortuna tanto da poter acquistare dimore lussuose o farsi erigere tombe
importanti nel cimitero monumentale di Torino."

Klaram

unread,
Dec 15, 2013, 5:55:40 AM12/15/13
to
orpheus ha usato la sua tastiera per scrivere :
> Klaram wrote:
> [...]
>> Sulla "figura da cioccolataio" sono fiorite diverse spiegazioni
>> fantasiose [...]
>
> Tipo questa:
>
> Ce lo spiega lo storico Alberto Virigli nel suo libro "Voci e cose
> del vecchio Piemonte" (Torino 1917).

Alberto Viriglio.

> Si narra...

Sᅵ, lo so, ma se ne raccontano tante...
E il peracottaro che cosa avrebbe fatto?


k

orpheus

unread,
Dec 15, 2013, 6:02:38 AM12/15/13
to
Klaram wrote:

>> E il peracottaro che cosa avrebbe fatto?

Viene da diversi episodi, quando il peracottaro
trasportava il tutto in un canestro,
che legava con delle cinghie al petto.
Pare che potesse accedere che, chinandosi troppo
inondasse il malcapitato cliente con liquidi
bollenti e pere cotte!

Da qui ===> fare la figura del peracottaro :-D

Giovanni Drogo

unread,
Dec 17, 2013, 5:48:00 AM12/17/13
to
> "Il peracottaro girava con un vecchio triciclo ...

Il venditore di pere cotte ("quel di per cott") esisteva anche a Milano
ma credo in anni precedenti. Di certo non ne ricordo nei tardi '50
(mentre ricordo impagliatori di sedie, ombrellaio ombrellee, stracciaio
strascee e arrotini molita).

Ne e' rimasto famoso uno che vendeva le pere cotte in piazza della
Scala. A un tale che gli chiedeva soldi a prestito, indico' la sede
della Banca Commerciale (oggi Gallerie d'Italia) dicendo (in milanese,
traduco) :

la vedi quella la' (la Banca) ?
abbiamo fatto un patto, io e lei
lei di non vendere le pere cotte
e io di non prestare soldi
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