Interessante! Il metodo ci permette di prevedere l'esistenza di
possibili varianti, per quanto relegate ad ambiti minoritari e forse
confinanti con forme dialettali, anche senza conoscerle a priori.
"Noi presimo", per esempio, conta dei risultati, tra cui il solito
Garibaldi.
Il bollettino francese disse, che noi presimo la fuga e fummo inseguiti
: ma se ciò fosse stato vero, in qual modo avremmo fatto e condotto a
Roma un prigioniero , noi che eravamo a piedi mentre essi erano a
cavallo? ...
Lo stesso metodo dovrebbe permettere l'esistenza di "noi finsimo". Il
bottino della ricerca è magro, ma almeno un'occorrenza la si trova, in
Nievo.
"...Ambidue per scambievole consenso finsimo di non ci riconoscere: ma
egli si maravigliò di me piú ch'io ...
Oppure, "fecimo" e "strinsimo".
Geografia universale o descrizione di tutte le parti del mondo
https://books.google.com/books?id=1CZSAAAAcAAJ
Conrad Malte-Brun - 1815
Vi fecimo qualche soggiorno e strinsimo anche un patto d' amicizia.
Superiormente a questi popoli abitano degli Etiopi selvaggj ...
Per finire, vediamo se è mai stato usato "noi scelsimo".
Riciccia l'Eroe dei due mondi.
"Internati alquanto nel bosco, noi scelsimo un sito chiaro di piante, e
riuniti, colle armi pronte, stettimo riposando, ed aspettando la notte."
A questo punto devo ammettere che una certa prevedibilità c'è,
quantomeno nelle pagine di Giuseppe Garibaldi! Vediamo cosa è stato
detto circa la sua prosa, dal sito della Treccani.
"...l’italiano dell’Eroe è incerto, fortemente esposto all’influenza
delle parlate con cui egli fu a contatto durante la sua esistenza..."
"Aguerrito e combattutto
Nella resa grafica di molte forme va rintracciata la pressione di
modelli linguistici non italiani, perlopiù il francese (la ï in egoïsmo;
l’uso del trattino breve sia in calchi come franco-tiratore sia in
parole come Stati-Uniti) e lo spagnolo (l’accentazione della i tonica in
fantasìa, sia pure con accento ora grave ora acuto). Alla stessa
influenza va ascritta una diffusa incertezza nella resa di consonanti
scempie e intense (aguerrito, eficace e mulato accanto a barrile, dallo
spagnolo; villagio e dissecare accanto a rissentimento, dal francese);
un’incertezza notevole, dovuta anche alla provenienza settentrionale,
che dà spesso luogo all’alternanza di forme concorrenti nella stessa
pagina (difettosa/diffettosa, o anche in nomi di luoghi, come
Bezzeca/Bezzecca) o a scambi e ipercorrettismi (combattutto e abatutto).
L’interferenza del francese e dello spagnolo è chiara anche in alcuni
fenomeni sintattici: da un lato l’uso del superlativo con doppio
articolo («tutti i mezzi i più subduli»), i costrutti come andare/venire
arrivando e le espressioni con valore modale introdotte dalla
preposizione di («Una carica […] fu eseguita dai borbonici d’un modo
brillante»); dall’altro la funzione attributiva del gerundio («sull’orlo
d’un fosso […] trovavasi una povera donna lavando i panni»).".
[...snip...]
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Insomma, al confronto l'italiano di Gasparri ci fa un figurone. :D