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A voglia

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Epimeteo

unread,
Mar 4, 2006, 1:21:31 AM3/4/06
to
Non so se è capitato anche a voi, ma a me capita sempre più
spesso di leggere in articoli di quotidiani nazionali o in articoli
giornalistici online l'espressione "a voglia" invece di "ha voglia, hai
voglia", nel senso di "è inutile cercare di" oppure, da sola e con il punto
esclamativo, nel senso di "certamente, sicuramente".
Sembra cioè che il possesso di una voglia, un tempo espresso dal verbo
'avere' (e che in certi casi, ma non sempre, si risolveva in una
soddisfazione della voglia espressa dal verbo "levarsi" ) abbia dato luogo a
una nuova locuzione avverbiale (del tipo "a caso, a tentoni, a iosa, a
vanvera" e simili) che ha tutta l'aria di diventare popolare nel nuovo
italiese.

Epimeteo
--
"...strana amica di una sera,
io ringrazierò
la tua pelle sconosciuta e sincera,
ma nella mente c'è tanta
tanta voglia di lei..."
(cit. vogliosa)

darik

unread,
Mar 4, 2006, 2:40:45 AM3/4/06
to

"Epimeteo" <ep...@tin.it> ha scritto nel messaggio
news:440931eb$0$18283$4faf...@reader1.news.tin.it...
> Non so se č capitato anche a voi, ma a me capita sempre piů

> spesso di leggere in articoli di quotidiani nazionali o in articoli
> giornalistici online l'espressione "a voglia" invece di "ha voglia, hai
> voglia", nel senso di "č inutile cercare di".......................

da sempre in uso in toscana; si pronuncia con un certo
strascicamento: "aavoglia", proprio nel senso ke riporti.
drk


Alessandro Di Candia

unread,
Mar 4, 2006, 5:40:07 AM3/4/06
to

"Epimeteo" <ep...@tin.it> ha scritto nel messaggio
news:440931eb$0$18283$4faf...@reader1.news.tin.it...
> Non so se è capitato anche a voi, ma a me capita sempre più
> spesso di leggere in articoli di quotidiani nazionali o in articoli
> giornalistici online l'espressione "a voglia" invece di "ha voglia, hai
> voglia", nel senso di "è inutile cercare di" oppure, da sola e con il
> punto
> esclamativo, nel senso di "certamente, sicuramente".
> Sembra cioè che il possesso di una voglia, un tempo espresso dal verbo
> 'avere' (e che in certi casi, ma non sempre, si risolveva in una
> soddisfazione della voglia espressa dal verbo "levarsi" ) abbia dato luogo
> a
> una nuova locuzione avverbiale (del tipo "a caso, a tentoni, a iosa, a
> vanvera" e simili) che ha tutta l'aria di diventare popolare nel nuovo
> italiese.
>
> Epimeteo
__________________________________________________

No, le cose stanno in modo diverso.
"A voglia" (in realtà andrebbe scritto "ha' voglia") è semplicemente la
locuzione "hai voglia" in cui il verbo, nei dialetti centro-meridionali, ha
subito il dileguo della vocale finale. Tale dileguo si è prodotto perché la
locuzione ha perso, nella percezione dei parlanti, il suo carattere
originario di frase rivolta alla seconda persona ad un interlocutore, per
diventare invece un'espressione cristallizata (con il significato, come
dicevi tu, di "è inutile"). Insomma, "ha(i) voglia" è diventato un segnale
discorsivo, un elemento che si inserisce nella frase per trasmettere un
determinato messaggio (quello di inutilità, nel caso specifico),
indipendentemente dall'aspetto morfologico che ha: qualcosa come "hai
capito!", una frase che si usa ben sapendo che l'interlocutore ha
perfettamente capito quello che diciamo, ma la si inserisce per dare una
determinata sfumatura al discorso, sfumatura che riesce indipendentemente
dal significato dei singoli elementi che compongono l'espressione in
questione.
La vocale finale del verbo di "ha' voglia" si perde proprio perché, una
volta che il significato era diventato secondario rispetto alla funzione
della locuzione cristallizzata, quella vocale morfologica (che individuava
la seconda persona singolare) è diventata inutile. Tuttavia, un piccolo
segno di quella vocale "i" resta nell'allungamento della "a" finale di "ha'
voglia".
L'idea che invece si sia in presenza di una locuzione avverbiale del tipo "a
caso" è errata, e ci sono ragioni fonetiche a dimostrarlo: la preposizione
"a" derivante dal latino AD produce, nella consonante iniziale della parola
che segue, un raddoppiamento che viene detto "raddoppiamento
fonosintattico". Dall'incontro di due consonanti, in italiano, abbiamo
normalmente (tranne in alcuni dialetti in cui il processo è inverso) il
predominio della seconda consonante sulla prima (es. FACTUM > fatto): lo
stesso avviene tra due consonanti di due parole diverse ma contigue, per cui
AD CASUM > / 'akkaso/.
Se "ha' voglia" fosse in realtà "a voglia" dovremmo promunciare "a vvoglia"
(non dò la scrittura fonetica perché non dispongo dei caratteri).
Ovviamente, questo non nei dialetti settentrionali, in cui le consonanti
doppie vengono a scempiarsi, ma sicuramente nell'italiano standard, e quindi
di derivazione toscana (che mi sembra sia l'oggetto del post). Il fatto che
poi la frase "ha' voglia" venga scritta, in articoli giornalistici, come "a
voglia", altro non è che il risutato della volontà di riprodurre un modo
dell'italiano colloquiale (e quindi prevalentemente parlato) senza sapere
che il componente iniziale della locuzione è un verbo. Si tratta di errori
che capitano nel momento in cui si mette per iscritto una frase o un modulo
linguistico cristallizzato (e di cui si è perduta la coscienza della
composizione) che ha avuto una circolazione prevalentemente orale.
Spero di essere stato utile

Alessandro.


Vincenzo

unread,
Mar 4, 2006, 6:16:38 AM3/4/06
to
Alessandro Di Candia ha scritto:

> "Epimeteo" <ep...@tin.it> ha scritto nel messaggio
> news:440931eb$0$18283$4faf...@reader1.news.tin.it...
>> Non so se è capitato anche a voi, ma a me capita sempre più
>> spesso di leggere in articoli di quotidiani nazionali o in articoli
>> giornalistici online l'espressione "a voglia" invece di "ha voglia, hai
>> voglia", nel senso di "è inutile cercare di" oppure, da sola e con il
>> punto
>> esclamativo, nel senso di "certamente, sicuramente".
>

> No, le cose stanno in modo diverso.
> "A voglia" (in realtà andrebbe scritto "ha' voglia") è semplicemente la
> locuzione "hai voglia" in cui il verbo, nei dialetti centro-meridionali, ha

> subito il dileguo della vocale finale. [megaCut]

Il discorso è tanto persuasivo che sarebbe inutile aggiungere che nella
mia parlata, che è il siciliano e nella quale l'espressione è usata con
regolarità, "hai" si dice "ha"; dunque "ha voglia" significa proprio
"hai voglia" ...
Vincenzo Campo

Epimeteo

unread,
Mar 4, 2006, 1:15:58 PM3/4/06
to

"Alessandro Di Candia" <ale...@fastwebnet.it> ha scritto nel messaggio
news:u8eOf.15204$ou2....@tornado.fastwebnet.it...

(snip rispettoso)

> di derivazione toscana (che mi sembra sia l'oggetto del post). Il fatto
> che poi la frase "ha' voglia" venga scritta, in articoli giornalistici,
> come "a voglia", altro non è che il risutato della volontà di riprodurre
> un modo dell'italiano colloquiale (e quindi prevalentemente parlato) senza
> sapere che il componente iniziale della locuzione è un verbo. Si tratta di
> errori che capitano nel momento in cui si mette per iscritto una frase o
> un modulo linguistico cristallizzato (e di cui si è perduta la coscienza
> della composizione) che ha avuto una circolazione prevalentemente orale.

> Spero di essere stato utile.

Utilissimo.
Grazie!

Me lo sentivo che un vero linguista avrebbe trovato una spiegazione logica
e una giustificazione alla piccola incoscienza dei giornalisti e alla loro
difficoltà di riprodurre l'italiano dialettale o colloquiale.
Magari, chissà, il prossimo passo sarà la trasformazione di significato di
"a voglia", da "è inutile" a "a volontà"... :-))

Ciao,
Epimeteo
--
"...sento il carnevale entrare in me.
E sento crescere la voglia, la pazzia,
l'incoscienza e l'allegria..."
(cit. vogliosa)

felix.

unread,
Mar 5, 2006, 2:22:52 AM3/5/06
to
Alessandro Di Candia ha scritto:

Tale dileguo si è prodotto perché la

> locuzione ha perso, nella percezione dei parlanti, il suo carattere
> originario di frase rivolta alla seconda persona ad un interlocutore, per
> diventare invece un'espressione cristallizata (con il significato, come
> dicevi tu, di "è inutile").

Da abruzzese, confermo! ciaofelix.

--

questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad ab...@newsland.it


ADPUF

unread,
Mar 6, 2006, 6:25:39 PM3/6/06
to
Epimeteo wrote:
> "Alessandro Di Candia" <ale...@fastwebnet.it> ha scritto nel messaggio
>
>> di derivazione toscana (che mi sembra sia l'oggetto del post). Il fatto
>> che poi la frase "ha' voglia" venga scritta, in articoli giornalistici,
>> come "a voglia", altro non è che il risutato della volontà di riprodurre
>> un modo dell'italiano colloquiale (e quindi prevalentemente parlato)
>> senza
>> sapere che il componente iniziale della locuzione è un verbo. Si
>> tratta di
>> errori che capitano nel momento in cui si mette per iscritto una fraseo
>> un modulo linguistico cristallizzato (e di cui si è perduta la coscienza
>> della composizione) che ha avuto una circolazione prevalentemente orale.
>> Spero di essere stato utile.
>
> Me lo sentivo che un vero linguista avrebbe trovato una spiegazione logica
> e una giustificazione alla piccola incoscienza dei giornalisti e alla loro
> difficoltà di riprodurre l'italiano dialettale o colloquiale.
> Magari, chissà, il prossimo passo sarà la trasformazione di significato di
> "a voglia", da "è inutile" a "a volontà"... :-))


Il prossimo passo potrebbe essere che venga scritto proprio
"Avoglia!", tutto attaccato.


--
º¿º

Epimeteo

unread,
Mar 7, 2006, 2:02:02 AM3/7/06
to

"ADPUF" <flyh...@mosq.it> ha scritto nel messaggio
news:440cc51a$0$18281$4faf...@reader1.news.tin.it...

>Epimeteo wrote:
>> Magari, chissà, il prossimo passo sarà la trasformazione di significato
>> di "a voglia", da "è inutile" a "a volontà"... :-))

>Il prossimo passo potrebbe essere che venga scritto proprio
>"Avoglia!", tutto attaccato.

Meglio ancora, "avvoglia!".

Ciao,
Epimeteo
--
"...il mare, i giochi e le fate
e la paura e la voglia
di essere nudi,
un bacio a labbra salate,
il fuoco, quattro risate..."
(cit. vogliosa)


Mariuccia Ruta

unread,
Mar 7, 2006, 8:03:24 PM3/7/06
to
Su it.cultura.linguistica.italiano,
nell'articolo <440cc51a$0$18281$4faf...@reader1.news.tin.it>,
ADPUF ha scritto:

Sarà, ma io uso l'interiezione " A voglia" nel senso di "Certamente /
Senza dubbio / Volentieri / Ma certo!" e simili.
È espressione comunissima in Toscana, almeno a Grosseto, e io l'ho
assimilata dai miei figli :))

--
Ciao,
Mariuccia®

Michele Pili

unread,
Mar 8, 2006, 1:43:51 AM3/8/06
to
Il Tue, 07 Mar 2006 21:03:24 -0400, Mariuccia Ruta
<mariuc...@alice.it> ha scritto:

>Sarà, ma io uso l'interiezione " A voglia" nel senso di "Certamente /
>Senza dubbio / Volentieri / Ma certo!" e simili.
>È espressione comunissima in Toscana, almeno a Grosseto, e io l'ho
>assimilata dai miei figli :))

Confermo, comunissima anche a Lucca e provincia.
Qui a Viareggio, dove lavoro, ho sentito spesso (in questo caso nel
senso opposto) l'espressione "...ha' voglia di be' ova...",
equivalente a "campa cavallo ..."
Ciao
Michele Pili
Stazzema LU

Epimeteo

unread,
Mar 8, 2006, 1:45:43 AM3/8/06
to

"Mariuccia Ruta" <mariuc...@alice.it> ha scritto nel messaggio
news:63bs02li271kt0aij...@4ax.com...

> Su it.cultura.linguistica.italiano,
> nell'articolo <440cc51a$0$18281$4faf...@reader1.news.tin.it>,
> ADPUF ha scritto:

>>¦ Il prossimo passo potrebbe essere che venga scritto proprio
>>¦ "Avoglia!", tutto attaccato.

> Sarà, ma io uso l'interiezione " A voglia" nel senso di "Certamente /
> Senza dubbio / Volentieri / Ma certo!" e simili.
> È espressione comunissima in Toscana, almeno a Grosseto, e io l'ho
> assimilata dai miei figli :))

Dunque in un senso opposto a quello di manifestazione d'inutilità...
Ma quella "a", nella tua mente, è un verbo o una preposizione?

Ciao,
Epimeteo
--
"Io te voglio bene assaje
e tu nun pienze a me..."
(cit. vogliosa)

Tex29

unread,
Mar 8, 2006, 3:48:01 PM3/8/06
to

"Epimeteo" <ep...@tin.it> ha scritto nel messaggio
news:440e7d95$0$36923$4faf...@reader3.news.tin.it...

>> Sarà, ma io uso l'interiezione " A voglia" nel senso di "Certamente /
>> Senza dubbio / Volentieri / Ma certo!" e simili.
>> È espressione comunissima in Toscana, almeno a Grosseto, e io l'ho
>> assimilata dai miei figli :))
>
> Dunque in un senso opposto a quello di manifestazione d'inutilità...

In Toscana convivono entrambe le accezioni, che però scriverei diversamente:
- Posso prendere il giornale? A voglia! (senz'altro, volentieri, libenter:
azzarderei un parallelo con 'a volontà' e 'a suo piacimento')
- Ha' [=hai] voglia a correre, tanto non lo prendi l'autobus ("per quanto tu
possa correre"; ovvero "è inutile che tu corra")

Leggendo "ha' voglia" nella prima frase non mi si rizzerebbero i capelli in
capo; penso però che rimarrei perpesso, uhm.
Gli è che non capita molto spesso di scrivere o veder scritto "a voglia" nel
primo significato, essendo una forma squisitamente propria del parlato,
anche appo noi beceri.

--
Ciao,
Francesco
Risposte solamente sul newsgroup


Mariuccia Ruta

unread,
Mar 8, 2006, 5:44:13 PM3/8/06
to
Su it.cultura.linguistica.italiano,
nell'articolo <440e7d95$0$36923$4faf...@reader3.news.tin.it>,
Epimeteo ha scritto:

>¦ "Mariuccia Ruta" ha scritto nel messaggio
>¦ news:63bs02li271kt0aij...@4ax.com...

>¦ > Sarà, ma io uso l'interiezione " A voglia" nel senso di "Certamente /


>¦ > Senza dubbio / Volentieri / Ma certo!" e simili.
>¦ > È espressione comunissima in Toscana, almeno a Grosseto, e io l'ho
>¦ > assimilata dai miei figli :))

>¦ Dunque in un senso opposto a quello di manifestazione d'inutilità...

Sí. proprio cosí.

>¦ Ma quella "a", nella tua mente, è un verbo o una preposizione?

Mah! Non m'ero mai posta il problema, essendo "A voglia!" locuzione
usata solo a voce, mai per iscritto.
Quella /A, non è certamente in funzione verbale; direi quindi che la
sento come preposizione.
Con la /A in funzione verbale, darei invece alla locuzione il
significato che già tu e altri avete esposto in precedenza.

--
Ciao,
Mariuccia®

Mariuccia Ruta

unread,
Mar 8, 2006, 5:48:08 PM3/8/06
to
Su it.cultura.linguistica.italiano,
nell'articolo <e1vs025tap4pgkst6...@4ax.com>,
Michele Pili ha scritto:

>¦ Il Tue, 07 Mar 2006 21:03:24 -0400, Mariuccia Ruta ha scritto:

>¦ >Sarà, ma io uso l'interiezione " A voglia" nel senso di "Certamente /
>¦ >Senza dubbio / Volentieri / Ma certo!" e simili.
>¦ >È espressione comunissima in Toscana, almeno a Grosseto, e io l'ho
>¦ >assimilata dai miei figli :))

>¦ Confermo, comunissima anche a Lucca e provincia.

Bene :))

>¦ Qui a Viareggio, dove lavoro, ho sentito spesso (in questo caso nel


>¦ senso opposto) l'espressione "...ha' voglia di be' ova...",
>¦ equivalente a "campa cavallo ..."

Ecco: con la /A in funzione verbale, la locuzione assume forma ...
diciamo negativa: di presa in giro, nel migliore dei casi; nella
locuzione "A voglia!", con la /A in funzione prepositiva (?) il senso
è invece sempre positivo: di approvazione, di assenso, di
disponibilità, ecc.
"Mi faresti un favore?" "A voglia!"=>"Certamente/Con piacere/.../ecc."
"C'era molta gente, al cinema?" "A voglia"=>"Eccome! se ce n'era!"
"Erano buoni i ravioli?" "A voglia!"=>"Erano squisiti!"

--
Ciao,
Mariuccia®

Tex29

unread,
Mar 8, 2006, 6:34:45 PM3/8/06
to

"Mariuccia Ruta" <mariuc...@alice.it> ha scritto nel messaggio
news:nhnu02tsflsvrcfm2...@4ax.com...

>>¦ Ma quella "a", nella tua mente, è un verbo o una preposizione?
>
> Mah! Non m'ero mai posta il problema, essendo "A voglia!" locuzione
> usata solo a voce, mai per iscritto.
> Quella /A, non è certamente in funzione verbale; direi quindi che la
> sento come preposizione.

Premesso che anch'io la sento come preposizione, perché allora non si
pronuncia un seppur minimo allungamento fonosintattico?
Si dica proprio "a voglia", come "ha' visto", diversamente da "a vvedere" e
"a vvolontà".

Mariuccia Ruta

unread,
Mar 8, 2006, 8:12:29 PM3/8/06
to
Su it.cultura.linguistica.italiano,
nell'articolo <dunpn4$29i$1...@area.cu.mi.it>,
Tex29 ha scritto:

>¦ "Mariuccia Ruta" ha scritto nel messaggio

>¦ news:nhnu02tsflsvrcfm2...@4ax.com...

>¦ >>¦ Ma quella "a", nella tua mente, è un verbo o una preposizione?
>¦ >
>¦ > Mah! Non m'ero mai posta il problema, essendo "A voglia!" locuzione
>¦ > usata solo a voce, mai per iscritto.
>¦ > Quella /A, non è certamente in funzione verbale; direi quindi che la
>¦ > sento come preposizione.

>¦ Premesso che anch'io la sento come preposizione, perché allora non si
>¦ pronuncia un seppur minimo allungamento fonosintattico?

Eh! Bella domanda. Sarebbe bello conoscerne anche la risposta :))

>¦ Si dica proprio "a voglia", come "ha' visto", diversamente da "a vvedere" e
>¦ "a vvolontà".

--
Ciao,
Mariuccia®

R. Giskard Reventlov

unread,
Mar 9, 2006, 5:31:21 AM3/9/06
to
Alessandro Di Candia ha scritto:

> La vocale finale del verbo di "ha' voglia" si perde proprio perché, una

> volta che il significato era diventato secondario rispetto alla funzione
> della locuzione cristallizzata, quella vocale morfologica (che individuava
> la seconda persona singolare) è diventata inutile. Tuttavia, un piccolo
> segno di quella vocale "i" resta nell'allungamento della "a" finale di "ha'
> voglia".

Io faccio ancora sentire quella "i" e non per snobismo, ma perchè dalle
mie parti -fermano, maceratese- non è inusuale, soprattutto se usato
come risposta affermativa in luogo di: "Certo che sì!", "Assolutamente!"

ciaociao

Alessandro Di Candia

unread,
Mar 9, 2006, 6:33:55 AM3/9/06
to

"Mariuccia Ruta" <mariuc...@alice.it> ha scritto nel messaggio
news:h20v02hro56oeihci...@4ax.com...
___________________________________________________________

A furia di pensarci, mi viene da avanzare un'ipotesi.
In un mio precedente post (il primo in questo thread che abbia scritto io),
avevo detto che il primo elemento di "ha' voglia" è la seconda persona pres.
sing. del verbo "avere" ("hai") che ha perso la "i" finale ormai diventata
inutile in una frase cristallizzata e usata solo come sinonimo di "è
inutile". Cosa che confermo anche qui.
Tuttavia, pensandoci bene, credo che si possano distinguere tre costrutti
contenenti "ha' voglia":

1) Costrutto con "ha' voglia" usato in modo assoluto (non accompagnato da
nulla, quindi), che assolve la funzione di risposta esclamativa. Es.:
DOMANDA: "hai visto il concerto?" RISPOSTA: "ha' voglia".
In questo caso il significato di "ha' voglia" è affermativo enfatico;

2) Costrutto in cui "ha' voglia" è seguito da "se" + verbo al modo finito.
Es.: D: "andrai al concerto?" R: "ha' voglia se ci andrò"; D: "sei andato al
concerto?" R: "ha' voglia se ci sono andato"; D: "andrai al concerto?" R:
"ha' voglia se ci andrò".
Anche in questo caso, come nel precedente, "ha' voglia" ha una funzione di
conferma (si può dire che anzi che il caso di cui al punto precedente 1
altro non sia che un costrutto col modo finito in cui il resto della frase è
sottinteso perché già anticipato nella domanda). Credo che nell'italiano
substandard possa accadere che il "se" venga sostituito dal "che"
subordinante generico ("ha' voglia che ci andrò"), ma è solo un'impressione;

3) Costrutto con "ha' voglia" seguito da "di" + verbo all'infinito. Es: D:
"Fotografiamo questa chiesa?" R: "ha' voglia di fotografare! C'è poca
luce!"; D: "Lo dici tu a mamma?" R: "ha' voglia di dirglielo! Non ce lo
permetterà mai".
A seconda delle aree dialettali, "di" può diventare "de" o "da" (es.
romanesco contemporaneo "ha' voglia da fotografa'! Nun ce sta luce!) o in
alcuni casi da "a" (italiano regionale del Lazio "ha' voglia a
fotografa'!").
In questo caso, "ha' voglia" ha appunto il significato di "è inutile".

Ribadisco che, se "ha' voglia" fosse in realtà "a voglia", la "v" iniziale
del sostantivo dovrebbe raddoppiarsi morfosintatticamente come tutte le
parole ad apertura consonantica quuando siano precedute da "a" proveniente
da AD latino ("a ccaso", "a tterra", e, per fare un esempio consono al
thread, "a vvolontà").
Per quanto possa non piacere, non ci sono le condizioni per pensare ad "a
voglia". Il fatto che si possa "sentire" come una preposizione dipende solo
dal fatto che la frase ha avuto una circolazione prevalentemente orale e
quindi la scrittura non ha potuto fare "memorandum" della composizione
originaria "ha' voglia". La frase, una volta persa la coscienza dei
componenti, viene percepita in modo diverso da quello che è, anche a causa
della rarità della perdita della vocale finale nei verbi: in sostanza,
sembrando strano che la "i" di "hai" sia sparita, la competenza linguistica
di alcuni parlanti ha ricondotto la prima parola della frase a un elemento
(la preposizione "a") molto usato e dotato di somiglianza fonetica con
l'elemento che aveva perso trasparenza. La catena fonica, però, dimostra che
non si tratta della preposizione AD > a, bensì del verbo (dal momento che
non produce raddoppiamento in fonosintassi).

Ciao

Alessandro (perdonate la prolissità ;-) )


FB

unread,
Mar 9, 2006, 8:36:00 AM3/9/06
to
Mariuccia Ruta ha scritto:

Credo che nemmeno in Toscana ci sia il raddoppiamento fonosintattico in
"voglia"; se ho ragione, è da escludere che si tratti della preposizione
"a", o del verbo "ha", per dire. Si spiega tutto se la forma verbale è
"ha' ".

Ciao, FB

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