Google Groups no longer supports new Usenet posts or subscriptions. Historical content remains viewable.
Dismiss

In + "luogo" o a + "luogo"

606 views
Skip to first unread message

alexa...@gmail.com

unread,
Apr 17, 2014, 8:07:23 AM4/17/14
to
Ciao a tutti, scusate la domanda banale ma non mi spiego il perché della differenza tra due frasi del genere:

1)Il meteo a Cuba
2)Il meteo in Messico

Perchè non:

1)Il meteo in Cuba
2)Il meteo a Messico

?

Grazie

Filippo

unread,
Apr 17, 2014, 8:11:12 AM4/17/14
to
<alexa...@gmail.com> ha scritto nel messaggio
news:5e638c3d-bb3e-4ff2...@googlegroups.com...
L'oscillazione fra l'uso delle 2 preposizioni (che in alcuni casi si è
cristallizzato come nei casi da te citati) è presente ancora nelle varianti
regionali. Ad esempio nel centro-sud si sente "a studio" al nord "in
studio", "alla finestra" "in finestra", "a casa" "in casa".
Mi pare di intuire che stia pian piano vincendo l'uso della prep "in".





alexa...@gmail.com

unread,
Apr 17, 2014, 8:17:35 AM4/17/14
to
Quindi mi stai dicendo che sono corrette entrambe?
Grazie

Davide Pioggia

unread,
Apr 17, 2014, 8:35:22 AM4/17/14
to
alexa...@gmail.com ha scritto:

> Perchè non:
> 1)Il meteo in Cuba
> 2)Il meteo a Messico

Forse è utile osservare che non è una questione legata specificamente alle
previsioni meteo: anche il complemento di moto a luogo e stato in luogo
funzionano nello stesso modo. Diciamo «vado a Cuba, sono a Cuba» e
«vado in Messico, sono in Messico». Quindi partirei dalla seguente
domanda: «Perché non diciamo "vado a Messico"?».

--
Saluti.
D.




Klaram

unread,
Apr 17, 2014, 8:42:12 AM4/17/14
to
Il 17/04/2014, alexa...@gmail.com ha detto :
"A Messico" no, perché con gli stati si usa "in".
Per le città non c'è una regola precisa, è una scelta soggettiva anche
se una piccola differenza di significato ci sarebbe.

k

Klaram

unread,
Apr 17, 2014, 8:49:03 AM4/17/14
to
Nel suo scritto precedente, Davide Pioggia ha sostenuto :
Domanda interessante. Ne aggiungo un'altra: perché diciamo "vado A
Torino" e "vengo DA Torino", moto da luogo, ma con esseri viventi:
"vado DA Maria" moto a luogo (fig.)?

k

edi'®

unread,
Apr 17, 2014, 8:51:06 AM4/17/14
to
Il 17/04/2014 14.07, alexa...@gmail.com ha scritto:

> 1)Il meteo a Cuba
> 2)Il meteo in Messico
>
> Perchè non:
>
> 1)Il meteo in Cuba
> 2)Il meteo a Messico

Di solito si usa "a" con le città e "in" con gli stati.
Per le isole vige l'anarchia: vado a
Cuba, Malta, Cipro, Creta...
ma vado in
Sicilia, Sardegna, Corsica, Irlanda, Madagascar, Jamaica...

E.D.

SeRGioTTo

unread,
Apr 17, 2014, 8:58:27 AM4/17/14
to
falsa tautologia: VADO A VADO ...LIGURE :)
S.

--
----
"...NESSUN NOME PUO' SPINGERSI OLTRE" (G. Sholem)
----
"..." - IL SOTTILE SPAZIO DI UN SILENZIO

*GB*

unread,
Apr 17, 2014, 9:11:02 AM4/17/14
to
alexa...@gmail.com ha scritto:

>>> 1)Il meteo a Cuba
>>
>>> 2)Il meteo in Messico
>>
>>> Perchè non:
>>
>>> 1)Il meteo in Cuba
>>
>>> 2)Il meteo a Messico
>>
> Quindi mi stai dicendo che sono corrette entrambe?

Non proprio. Con i nomi di nazione la regola è usare "in" (in Italia,
in Francia, in Belgio, nei Paesi Bassi, negli Stati Uniti, in Canada,
in Messico, in Brasile, in Israele, in Egitto, in Arabia Saudita).

Se però la nazione coincide con un'isola (termine che viene sentito
come sottinteso) piccola o esotica non grande, si usa "a":

a Capri
a Creta
a Malta
a Cipro
alle Baleari
a Cuba
ad Haiti
alle Bahamas
alle Maldive
alle Comore
alle Seychelles
a Mauritius
a Taiwan = a Formosa
alle Hawaii

Nota bene che si usa "in" se l'isola è abbastanza grande:

in Sicilia
in Sardegna
in Corsica
in Irlanda
in Islanda
in Gran Bretagna
in Groenlandia
in Madagascar
in Giappone
in Nuova Zelanda
in Australia
in Antartide

Anche quando una nazione è molto piccola e porta il nome della città
sua capitale (termine che viene sentito come sottinteso), si usa "a":

a San Marino
a Monaco (il Principato)
a Panama

Bye,

*GB*

edi'®

unread,
Apr 17, 2014, 9:35:31 AM4/17/14
to
Il 17/04/2014 15.11, *GB* ha scritto:

> Se perň la nazione coincide con un'isola (termine che viene sentito
> come sottinteso) piccola o esotica non grande, si usa "a":

Sě, piů o meno la regola č questa, ma con varie eccezioni:
- a Cipro ma in Corsica (la prima č piů grande)
- a Cuba ma in Islanda (la prima č piů grande)
- a Formosa ma in Giamaica
- a Ceylon/Sri Lanka ma etc.

E.D.
Message has been deleted

*GB*

unread,
Apr 17, 2014, 10:09:29 AM4/17/14
to
edi'® ha scritto:

>> Se però la nazione coincide con un'isola (termine che viene sentito
>> come sottinteso) piccola o esotica non grande, si usa "a":
>
> Sì, più o meno la regola è questa, ma con varie eccezioni:
> - a Cipro ma in Corsica (la prima è più grande)
> - a Cuba ma in Islanda (la prima è più grande)
> - a Formosa ma in Giamaica
> - a Ceylon/Sri Lanka ma etc.

Ciò perché quella regola si affermò alcuni secoli fa, quando non era
chiara la dimensione di certe isole. Un oggetto più grande con pochi
riferimenti di valutazione, se collocato lontano sembra più piccolo
di un oggetto più noto di cui conosciamo le dimensioni assolute.

La Corsica (8.680 kmq) era stata italiana e poi divenuta francese,
mentre Cipro, di poco più grande (9.250 kmq), sembrava, era ed è,
una lontana isola orientale occupata dai turchi. Per via della
vicinanza culturale e dell'importanza politica per noi, la Corsica
(patria di Napoleone) veniva percepita come più grande di Cipro.

Anche Cuba e l'Islanda hanno dimensioni simili (poco più di 100.000
kmq), ma l'Islanda era nota già nel Medioevo (e addirittura ci hanno
trovato delle antiche monete romane, forse derivanti da un naufragio),
mentre Cuba venne scoperta da Cristoforo Colombo nel 1492.

Poco comprensibile è invece il motivo per cui si dice "in Giamaica":
forse pensavano che fosse un territorio continentale, come la Guyana.

Per l'ultimo caso, mi sembra che si dica "a Ceylon", ma "in Sri Lanka"
(sono due nomi diversi della stessa isola).

Bye,

*GB*
Message has been deleted

*GB*

unread,
Apr 17, 2014, 10:36:20 AM4/17/14
to
Mad Prof ha scritto:

> Da dove deriva questa alternanza disinvolta tra "a" e "in" in italiano?

C'è tale alternanza anche in francese: Je suis à Rome, je vais à Rome;
je suis en Italie, je vais en Italie.

> Errori che col tempo sono diventati regole…?

Presumibilmente di qua e di là dalle Alpi i complementi di stato
e di moto a luogo hanno finito per dipendere unicamente dal verbo,
per cui la preposizione (in > in|en , ad > a|à ) si è specializzata
a fornire dettagli sul luogo (grande vs. piccolo). In ciò può avere
influito il fatto che in latino "in" poteva reggere sia l'ablativo
(stato in luogo) che l'accusativo (moto in luogo). Esemplifico:

lupae > de [la] louve, à [la] louve

[ego] sum Romae > je suis de Rome, je suis à Rome

[ego] sum in Italia > je suis en Italie

[ego] vado in Italiam > je vais en Italie

Bye,

*GB*

edi'®

unread,
Apr 17, 2014, 10:37:57 AM4/17/14
to
Il 17/04/2014 16.09, *GB* ha scritto:

>>> Se perň la nazione coincide con un'isola (termine che viene sentito
>>> come sottinteso) piccola o esotica non grande, si usa "a":
>>
>> Sě, piů o meno la regola č questa, ma con varie eccezioni:
>> - a Cipro ma in Corsica (la prima č piů grande)
>> - a Cuba ma in Islanda (la prima č piů grande)
>> - a Formosa ma in Giamaica
>> - a Ceylon/Sri Lanka ma etc.
>
> Ciň perché quella regola si affermň alcuni secoli fa, quando non era
> chiara la dimensione di certe isole.

Creta č ben nota da qualche millennio, la si studia fin dalle elementari
(Minosse, il filo di Arianna, Icaro etc.) ed č grande come la Corsica,
ciononostante non /merita/ la preposizione "in".

> Cipro, di poco piů grande (9.250 kmq), sembrava, era ed č,
> una lontana isola orientale occupata dai turchi.

*Č* occupata dai turchi solo per un terzo.

> Per l'ultimo caso, mi sembra che si dica "a Ceylon", ma "in Sri Lanka"

Boh... io quando ci sono andato ho detto di essere stato "a" Sri Lanka.
Ma, in effetti, "in" Sri Lanka mi suona comunque corretto.

Comunque sia, come ho detto all'inizio, la regola č quella che hai
enunciato ma - come ogni regola che si rispetti - ha le sue eccezioni,
non sempre facilmente spiegabili.

E.D.

*GB*

unread,
Apr 17, 2014, 10:38:46 AM4/17/14
to
Mad Prof ha scritto:

> Il tuo ragionamento non mi convince. Non credo sia semplicemente un
> discorso di dimensioni: a me sembra piuttosto che dipenda da quale dei
> due elementi prevale, tra "insularità" e "entità politico-territoriale"
> (regione/stato). La prima porta all'uso di "a", la seconda all'uso di
> "in".

Sì certo, anche questa che dài è una spiegazione. Può anche coesistere
con quella più banale che ho proposto io.

Bye,

*GB*

edi'®

unread,
Apr 17, 2014, 10:45:11 AM4/17/14
to
Il 17/04/2014 14.49, Klaram ha scritto:

> Ne aggiungo un'altra: perché diciamo "vado A
> Torino" e "vengo DA Torino", moto da luogo, ma con esseri viventi: "vado
> DA Maria" moto a luogo (fig.)?

Sono due "da" di significato diverso.
In francese il primo si rende con "de", il secondo con "chez".

E.D.

*GB*

unread,
Apr 17, 2014, 10:53:58 AM4/17/14
to
edi'® ha scritto:

> Creta è ben nota da qualche millennio, la si studia fin dalle elementari
> (Minosse, il filo di Arianna, Icaro etc.) ed è grande come la Corsica,

Non è esatto. La Corsica misura 8.680 kmq, mentre Creta solo 8.336 kmq.

> ciononostante non /merita/ la preposizione "in".

Si vede che il valore soglia è di 8.500 kmq ... ;)

> Comunque sia, come ho detto all'inizio, la regola è quella che hai
> enunciato ma - come ogni regola che si rispetti - ha le sue eccezioni,
> non sempre facilmente spiegabili.

Mad Prof ha fornito un correttivo interessante: in base a quello,
Creta è solo un'isola greca, mentre la Corsica è un territorio che
ambisce all'indipendenza, come in passato anche Sardegna e Sicilia.

Bye,

*GB*

Davide Pioggia

unread,
Apr 17, 2014, 11:08:28 AM4/17/14
to
Mad Prof ha scritto:

> Effettivamente l'italiano è più anarchico rispetto all'uso delle
> preposizioni.

Non sono sicuro che sia tanto anarchico.

A me sembra che si usi "a" quando un lungo, in un certo contesto, si può
considerare "puntiforme".

Se dico «vado a Milano» sto immaginando un tragitto in cui c'è un punto
iniziale (ad es. Torino) e un punto finale. In quel contesto è del tutto
irrilevante il fatto che Milano sia bella grande: compio un percorso che ha
Milano come punto finale.

Invece se abito in collina, e la città si dispiega tutta intera sotto i miei
occhi, dico: «scendo in città», perché ho intenzione di spostarmi nell'area
urbana, a fare compere o sbrigare faccende.

(Anche la nota eccezione «vado in Ancona», che si suole spiegare come
puramente eufonica, secondo me trascura il rapporto che intercorreva fra
l'area rustica anconetana e quella urbana).

(Invece il «vado a studio», tipicamente romano, è semplicemente un
regionalismo, che risente dell'influenza di un sistema sintattico diverso da
quello del toscano).

Il fatto che un oggetto, ai fini di un certo discorso, si possa considerare
puntiforme, non è strettamente correlato alle sue dimensioni assolute.
Quando si fanno i calcoli sulle traiettorie dei pianeti essi si considerano
puntiformi, mentre se lascio andare una sfera lungo un piano inclinato
includo il suo raggio nei calcoli del moto.

Ora, le piccole isole si prestano particolarmente ad essere considerate
"puntiformi". In passato chi viaggiava fino a Cipro era interessato più che
altro a raggiungerla, ad approdare sull'isola, ché poi il più era fatto.
Invece se uno voleva visitare l'Inghilterra il fatto di attraversare la
Manica ed arrivare a Dover era solo l'inizio del viaggio.

Lo stesso vale ovviamente nei casi in cui un'isola costituisca una regione
del proprio stato, o di uno stato vicino. Dico che «vado in Corsica» come
direi «vado in Lombardia» e «vado in Provenza». A questo proposito si può
osservare che una regione, quando venga concepita come tale, è di per sé un
territorio esteso. Quando dico che vado in Lombardia non penso a raggiungere
il punto terminale d'un percorso, ma penso che devo attraversare il confine
che separa l'Emilia-Romagna da una regione contigua.

Quanto al clima, dico «il meteo a Milano» perché comunemente l'informazione
meteo parte dal presupposto che a Milano piova o ci sia il sole. Se ti
chiedo cosa prevede il meteo domani a Milano, mi aspetto che tu mi dica
appunto se a Milano c'è il sole, non che tu mi produca una mappa indicandomi
gli spostamenti delle perturbazioni da un quartiere all'altro. Anche se poi
è possibile che in un certo momento piova in un quartiere e non in un altro.
Invece parlo del «meteo in Lombardia» perché lì mi immagino una situazione
variabile su un territorio esteso.

Se si accolgono queste accezioni, dire «il meteo a Messico» non avrebbe
senso. Al limite potremmo abituarci a dire «il meteo in Cuba».

--
Saluti.
D.




edevils

unread,
Apr 17, 2014, 11:13:26 AM4/17/14
to
edi'® <zo...@tiscali.it> Wrote in message:

...
>> Per l'ultimo caso, mi sembra che si dica "a Ceylon", ma "in Sri Lanka"
>
> Boh... io quando ci sono andato ho detto di essere stato "a" Sri Lanka.
> Ma, in effetti, "in" Sri Lanka mi suona comunque corretto.
...

Perdonami, ma "a Sri Lanka" non lo direi mai. Dico "in Sri Lanka"
o "nello".
Invece direi "a Ceylon", che in effetti è il nome coloniale di
quell'isola, mentre Sri Lanka è il nome indigeno riutilizzato in
tempi moderni.

http://www.bbc.com/news/world-south-asia-12099596

edevils

unread,
Apr 17, 2014, 11:16:08 AM4/17/14
to
"Davide Pioggia" <duca_...@yahoo.com> Wrote in message:
...
> domanda: «Perché non diciamo "vado a Messico"?».


In effetti sarebbe un buon test per smascherare spie straniere! :D

edi'®

unread,
Apr 17, 2014, 11:46:02 AM4/17/14
to
Il 17/04/2014 17.08, Davide Pioggia ha scritto:

> A me sembra che si usi "a" quando un lungo, in un certo contesto, si può
> considerare "puntiforme".
>
> Se dico «vado a Milano» sto immaginando un tragitto in cui c'è un punto
> iniziale (ad es. Torino) e un punto finale. In quel contesto è del tutto
> irrilevante il fatto che Milano sia bella grande: compio un percorso che ha
> Milano come punto finale.

Non sono molto d'accordo, abito nell'hinterland e quando dico "vado a
Milano" non ho certo una percezione di Milano come entità puntiforme.
Non è questione di contesto, in questo caso mi pare proprio una regola:
il moto a luogo che riguarda una città richiede la preposizione "a".

> Quanto al clima, dico «il meteo a Milano» perché comunemente l'informazione
> meteo parte dal presupposto che a Milano piova o ci sia il sole. Se ti
> chiedo cosa prevede il meteo domani a Milano, mi aspetto che tu mi dica
> appunto se a Milano c'è il sole, non che tu mi produca una mappa indicandomi
> gli spostamenti delle perturbazioni da un quartiere all'altro. Anche se poi
> è possibile che in un certo momento piova in un quartiere e non in un altro.
> Invece parlo del «meteo in Lombardia» perché lì mi immagino una situazione
> variabile su un territorio esteso.

Anche qui... secondo me il fatto che si parli di previsioni
meteorologiche non c'entra nulla, si usa "a" in tutti i casi che si
userebbe questa preposizione nel moto a luogo e lo stesso per "in".

Vado / Il meteo
in Lombardia, in Madagascar, in Africa...

Vado / Il meteo
a Cuba, a Creta, a Cipro...

E.D.

Davide Pioggia

unread,
Apr 17, 2014, 11:56:28 AM4/17/14
to
edi'® ha scritto:

> Anche qui... secondo me il fatto che si parli di previsioni
> meteorologiche non c'entra nulla, si usa "a" in tutti i casi che si
> userebbe questa preposizione nel moto a luogo e lo stesso per "in".

Sì, certo, anch'io avevo fatto notare che l'uso delle preposizioni è lo
stesso nei due casi. Qui cercavo di mostrare che tale parallelo nell'uso
delle preposizioni, alla luce della mia interpretazione, ha un senso.

A questo proposito ti posso dire che, se cominciassimo a dire «il meteo in
Cuba», per la mia sensibilitù semantica "Cuba" cesserebbe d'essere un punto
a-tomico e diventerebbe un territorio esteso, con perturbazioni che si
spostano da una parte all'altra dell'isola.

--
Saluti.
D.



Filippo

unread,
Apr 17, 2014, 12:49:40 PM4/17/14
to
<alexa...@gmail.com> ha scritto nel messaggio
news:7bdaf154-066b-4fac...@googlegroups.com...
Nei casi da te citati ci sono regole cristallizzate e quindi ormai condivise
da tutti.
Ergo il meteo a Cuba e in Messico, mentre in altri frangenti van bene (al
momento) entrambe.


Klaram

unread,
Apr 17, 2014, 2:07:33 PM4/17/14
to
Scriveva edi'® giovedì, 17/04/2014:
Sì, ma perché si dice "da", quando avremmo potuto sceglere "presso"?

Secondo De Felice, "da" rappresenterebbe la porzione di spazio che
"simbolicamente emana da un essere animato, da un punto di ritrovo ecc.
con un residuo del valore di provenienza. La frase "sono/vado da Mario
si spiegherebbe come "sono/vado nello spazio che emana 'da' Mario".


k

*GB*

unread,
Apr 17, 2014, 2:12:21 PM4/17/14
to
Filippo ha scritto:

>> Quindi mi stai dicendo che sono corrette entrambe?
>
> Nei casi da te citati ci sono regole cristallizzate e quindi ormai
> condivise da tutti.

Quali regole di preciso? Io, Mad Prof e Davide Pioggia ne abbiamo
proposte tre. Quale sarebbe la tua?

> Ergo il meteo a Cuba e in Messico, mentre in altri frangenti van bene
> (al momento) entrambe.

In quali frangenti andrebbero bene entrambe le forme? Facci un esempio.

Bye,

*GB*

Klaram

unread,
Apr 17, 2014, 2:24:37 PM4/17/14
to
Mad Prof ha detto questo giovedì :
> Davide Pioggia <duca_...@yahoo.com> wrote:
>
>> Forse è utile osservare che non è una questione legata specificamente alle
>> previsioni meteo: anche il complemento di moto a luogo e stato in luogo
>> funzionano nello stesso modo. Diciamo «vado a Cuba, sono a Cuba» e
>> «vado in Messico, sono in Messico». Quindi partirei dalla seguente
>> domanda: «Perché non diciamo "vado a Messico"?».
>
> Effettivamente l'italiano è più anarchico rispetto all'uso delle
> preposizioni. Inglese e spagnolo sono molto più regolari, avendo in
> genere una corrispondenza 1:1 tra complemento e preposizione
> corrispodente. Ad esempio in spagnolo lo stato in luogo vuole sempre
> "en" (estoy en Roma, en Italia, en Cuba, en Pantelleria) e il moto a
> luogo sempre "a" (voy a Roma, a Italia, a Cuba, a Pantelleria). Idem per
> l'inglese, stato in luogo "in", moto a luogo "to".
> Da dove deriva questa alternanza disinvolta tra "a" e "in" in italiano?
> Errori che col tempo sono diventati regole…?

Per il moto a luogo c'erano già in latino "ad" o "in", e "in" aveva un
significato di moto dentro luogo, lo stato in luogo aveva solo "in".
Potrebbe essere che, per analogia con il moto a luogo, anche lo stato
in luogo italiano abbia usato "in" per sottolineare "dentro", e "a"
come più generico?

k

Klaram

unread,
Apr 17, 2014, 2:47:57 PM4/17/14
to
Scriveva Davide Pioggia giovedì, 17/04/2014:



> (Anche la nota eccezione «vado in Ancona», che si suole spiegare come
> puramente eufonica, secondo me trascura il rapporto che intercorreva fra
> l'area rustica anconetana e quella urbana).

Nei dialetti qualche ragione eufonica potrebbe pure esserci. Nel
Monferrato non direbbero "o va 'n Turin o 'n Milan", ma dicono "o va n'
Ast", secondo me solo per ragioni eufoniche.

Comunque sia, la storia della meta puntifome ha un senso.
Io attribuivo a "vado a" un significato più generico, cioè non voglio
specificare se vado dentro o meno, oppure solo presso ecc., invece
"vado in" è più specifico di un "andar dentro", come "vado a casa" o
"vado in casa". Opppure "vado in Torino" perché sto in periferia


k

Klaram

unread,
Apr 17, 2014, 2:53:27 PM4/17/14
to
edi'® ha pensato forte :

>> Ciò perché quella regola si affermò alcuni secoli fa, quando non era
>> chiara la dimensione di certe isole.
>
> Creta è ben nota da qualche millennio, la si studia fin dalle elementari
> (Minosse, il filo di Arianna, Icaro etc.) ed è grande come la Corsica,
> ciononostante non /merita/ la preposizione "in".

> Comunque sia, come ho detto all'inizio, la regola è quella che hai enunciato
> ma - come ogni regola che si rispetti - ha le sue eccezioni, non sempre
> facilmente spiegabili.

Forse più che regole sono tendenze, poi conta molto l'abitudine.

k
Message has been deleted

*GB*

unread,
Apr 17, 2014, 3:41:59 PM4/17/14
to
Mad Prof ha scritto:

> Un'altra cosa che ho notato è che i nomi con cui usiamo "in" in genere
> vogliono l'articolo quando usati come soggetto, mentre i nomi con cui
> usiamo "a" non lo vogliono:
>
> Vado a Cuba
> Vado a Creta
> Sto a Cuba
> Sto a Creta
> Cuba è bellissima
> Creta è bellissima
>
> Vado in Giamaica
> Vado in Sicilia
> Sto in Giamaica
> Sto in Sicilia
> La Giamaica è bellissima
> La Sicilia è bellissima

Eccellente osservazione! Se sei il primo a farla, direi che hai fatto
una scoperta... e mi sembra che non abbia eccezioni:

Vado in Russia ~ La Russia ha un clima freddo

Vado ad Antigua ~ Antigua ha un clima tropicale

Mi trovo in Francia ~ La Francia confina con l'Italia

Mi trovo a Panama ~ Panama è bagnata da due oceani

Quindi "a Cuba", "a Creta", "a Cipro" perché non si può dire "la Cuba",
"la Creta", "la Cipro". Invece "in Corsica", "in Sardegna", "in Sicilia"
perché si dice "la Corsica", "la Sardegna", "la Sicilia".

Bye,

*GB*

*GB*

unread,
Apr 17, 2014, 3:58:56 PM4/17/14
to
*GB* ha scritto:

> Mad Prof ha scritto:
>
>> Un'altra cosa che ho notato è che i nomi con cui usiamo "in" in genere
>> vogliono l'articolo quando usati come soggetto, mentre i nomi con cui
>> usiamo "a" non lo vogliono:
>
> Vado in Russia ~ La Russia ha un clima freddo

E infatti spagnolo e inglese sono più regolari perché non mettono
quasi mai l'articolo davanti ai nomi geografici:

Voy a Rusia ~ Rusia tiene un clima frío

I go to Russia ~ Russia has a cold climate

Bye,

*GB*
Message has been deleted
Message has been deleted
Message has been deleted

ADPUF

unread,
Apr 17, 2014, 4:26:34 PM4/17/14
to
Klaram, 14:42, giovedì 17 aprile 2014:
>
> "A Messico" no, perché con gli stati si usa "in".
> Per le città non c'è una regola precisa, è una scelta
> soggettiva anche se una piccola differenza di significato ci
> sarebbe.


Una volta sentivo spesso annunciare alla radio "dalla sede di
via Asiago IN Roma".


--
9999999999

ADPUF

unread,
Apr 17, 2014, 4:26:26 PM4/17/14
to
Klaram, 14:49, giovedì 17 aprile 2014:
> Nel suo scritto precedente, Davide Pioggia ha sostenuto :
>>
>> Diciamo «vado a Cuba, sono a Cuba» e «vado in Messico, sono
>> in Messico». Quindi partirei dalla seguente domanda: «Perché
>> non diciamo "vado a Messico"?».
>
> Domanda interessante.


Potrebbe essere "vado A un punto preciso" e "vado IN un luogo
esteso"?


> Ne aggiungo un'altra: perché diciamo
> "vado A Torino" e "vengo DA Torino", moto da luogo, ma con
> esseri viventi: "vado DA Maria" moto a luogo (fig.)?


Difficile.


--
9999999999

ADPUF

unread,
Apr 17, 2014, 4:27:16 PM4/17/14
to
*GB*, 15:11, giovedì 17 aprile 2014:
>
> Anche quando una nazione è molto piccola e porta il nome della
> città sua capitale (termine che viene sentito come
> sottinteso), si usa "a":
>
> a San Marino
> a Monaco (il Principato)
> a Panama


Ho sentito "a Lussemburgo" proprio l'altro giorno.


--
9999999999

*GB*

unread,
Apr 17, 2014, 4:36:21 PM4/17/14
to
Mad Prof ha scritto:

>> Da notare che in Francese Creta si comporta come Sicilia: vuole
>> l'articolo e la preposizione "en".
>
> E Madagascar si comporta come Cipro: no articolo e preposizione "à".

Evidentemente la regola grammaticale sottostante è comune, poi viene
applicata in maniera opposta per poche parole che in una lingua
prendono l'articolo e nell'altra no.

Prendo spunto per far notare che, sebbene il francese sia molto
distanziato dall'italiano per fonetica, ha un'etimologia lessicale
mediamente più vicina ("chien" è come "cane" e non come sp. "perro")
a quella italiana che a quella spagnola. Collima con le distanze:

http://ladistanza.it/Firenze/Parigi = 1154 km

http://ladistanza.it/Firenze/Madrid = 1681.9 km

La fonetica invece sembra corrispondere alla latitudine (Madrid 40°26'N
circa come Napoli 40°50'N, mentre la latitudine di Parigi è 48°51'N).

Bye,

*GB*

*GB*

unread,
Apr 17, 2014, 4:41:13 PM4/17/14
to
*GB* ha scritto:
Dimenticavo:

http://ladistanza.it/Parigi/Madrid = 1271.7 km

Bye,

*GB*

Giovanni Drogo

unread,
Apr 18, 2014, 3:23:55 AM4/18/14
to
On Thu, 17 Apr 2014, edi'Ž wrote:

> Boh... io quando ci sono andato ho detto di essere stato "a" Sri Lanka.
> Ma, in effetti, "in" Sri Lanka mi suona comunque corretto.

o "nello Sri Lanka" ?

Giovanni Drogo

unread,
Apr 18, 2014, 3:31:00 AM4/18/14
to
On Thu, 17 Apr 2014, Klaram wrote:

> è più specifico di un "andar dentro", come "vado a casa" o "vado in casa".

Ma anche con lo stato in luogo ... "E' a casa il Cavaliere ?" nel senso
"si trova presso il suo domicilio" (e non in viaggio o altrove) ... e
non importa se questo e' una villona con trentadue dependance e ampio
parco e lui sta in giardino

... "E' in casa ?" invece implica che sia all'interno dell'edificio

Giovanni Drogo

unread,
Apr 18, 2014, 3:31:46 AM4/18/14
to
On Thu, 17 Apr 2014, ADPUF wrote:

> Una volta sentivo spesso annunciare alla radio "dalla sede di via
> Asiago IN Roma".

o "Laterza editore IN Bari"

Roger

unread,
Apr 18, 2014, 3:46:11 AM4/18/14
to
Giovanni ha scritto:
Oppure:

» Sta Federico imperatore in Como.
» Ed ecco un messaggero entra in Milano.
» ...

Ciao,
Roger

Bruno Campanini

unread,
Apr 18, 2014, 5:56:32 AM4/18/14
to
alexa...@gmail.com brought next idea :
> Ciao a tutti, scusate la domanda banale ma non mi spiego il perché della
> differenza tra due frasi del genere:
>
> 1)Il meteo a Cuba
> 2)Il meteo in Messico
>
> Perchè non:
>
> 1)Il meteo in Cuba
> 2)Il meteo a Messico

Sono caratteristiche della nostra lingua, che si cercherà invano
di catalogare come regole, sub-regole, regolette, eccezioni, etc.
Senz'altro risultato, comunque apprezzabile, che quello di veder
contrapposte illuminate considerazioni personali di carattere
linguistico-letterario.

Gli è che il linguaggio si evolve e si modifica, e l'unica via
per starne al passo è quella di mediarne consapevolmente modernità
e tradizione.
Cosa che non riesce, almeno a me, del tutto facile.

Bruno
Message has been deleted

Klaram

unread,
Apr 18, 2014, 6:11:03 AM4/18/14
to
Nel suo scritto precedente, ADPUF ha sostenuto :

> Potrebbe essere "vado A un punto preciso" e "vado IN un luogo
> esteso"?


Non è quello che ha detto Davide?


k

Klaram

unread,
Apr 18, 2014, 6:13:46 AM4/18/14
to
Giovanni Drogo ha pensato forte :
> On Thu, 17 Apr 2014, Klaram wrote:
>
>> è più specifico di un "andar dentro", come "vado a casa" o "vado in casa".
>
> Ma anche con lo stato in luogo ... "E' a casa il Cavaliere ?" nel senso "si
> trova presso il suo domicilio" (e non in viaggio o altrove) ... e non importa
> se questo e' una villona con trentadue dependance e ampio parco e lui sta in
> giardino

E anche in senso figurato "è tornato a casa", anche se in quel momento
e nel centro di Milano a prendere l'aperitivo.

Klaram

unread,
Apr 18, 2014, 6:43:27 AM4/18/14
to
Mad Prof scriveva il 17/04/2014 :
> *GB* <gb...@ymail.com> wrote:
>
>> Mad Prof ha fornito un correttivo interessante: in base a quello,
>> Creta è solo un'isola greca, mentre la Corsica è un territorio che
>> ambisce all'indipendenza, come in passato anche Sardegna e Sicilia.
>
> Un'altra cosa che ho notato è che i nomi con cui usiamo "in" in genere
> vogliono l'articolo quando usati come soggetto, mentre i nomi con cui
> usiamo "a" non lo vogliono:
>
> Vado a Cuba
> Vado a Creta
> Sto a Cuba
> Sto a Creta
> Cuba è bellissima
> Creta è bellissima
>
> Vado in Giamaica
> Vado in Sicilia
> Sto in Giamaica
> Sto in Sicilia
> La Giamaica è bellissima
> La Sicilia è bellissima

Che sia questa la regola per le isole?
Solo quelle grandi, però, quelle piccole oscillano tra le due forme.

k

Klaram

unread,
Apr 18, 2014, 6:49:21 AM4/18/14
to
Scriveva Giovanni Drogo venerdì, 18/04/2014:
...notaio in Milano

per attività e professioni si usa spesso "in". Anticamente "in" era
molto più usato di "a", per lo stato in luogo.

k
Message has been deleted

Davide Pioggia

unread,
Apr 18, 2014, 7:58:10 AM4/18/14
to
Mad Prof ha scritto:

> S� s�, per� rende ancora pi� evidente l'arbitrariet� della
> catalogazione delle isole nell'una o nell'altra categoria.

Pi� che arbitraria, � storica: dipende da come venivano percepite quelle
isole nel momento in cui sono entrate nel linguaggio comune.

Come dicevo, ci sar� stato un tempo in cui si andava "a Cipro" come si
andava "a Roma": l'importante era arrivare a destinazione, approdare. Invece
nessuno ha mai pensato che per fare un viaggio in Sicilia bastasse arrivare
a Messina. La si � sempre concepita come una vasta regione, deliminata da
confini.

Quando si va "in" si pensa a un territorio delimitato da confini, mentre
quando si va "a" ci si riferisce a qualcosa la cui estensione non �
rilevante per il contesto.

Pensiamo, peraltro, a una espressione come "la citt� di Milano". C'� una
bella stampa rinascimentale in cui si vede Milano, con tutti gli edifici
racchiusi fra le mura, e in alto c'� scritto "LA GRA. CITTA DI MILANO".
Ora, se quella che si vede nella pianta � la citt� di Milano, che cos'�
esattamente "Milano"? Non � quell'insieme di edifici racchiusi fra le mura,
perch� quella � appunto la citt�, e non � nemmeno il territorio su cui sono
edificati quegli edifici. Dunque � un luogo a-tomico, quasi un'astrazione.

Quando un luogo viene concepito in questo modo, non ha senso dire "in",
perch� non � un territorio deliminato da confini. Poi ovviamente posso anche
cominciare a dire "vivo in Milano", ma se dico cos� � come se dicessi "vivo
nella citt� di Milano", e il "Milano" che c'� nella prima espressione ha
un'accezione diversa da quello che c'� nella seconda.

--
Saluti.
D.




Message has been deleted
Message has been deleted

Davide Pioggia

unread,
Apr 18, 2014, 8:26:58 AM4/18/14
to
Mad Prof ha scritto:

> Resta il fatto che Cuba è molto più grande della Giamaica, è
> altrettanto esotica e presumo che entrambe siano entrate nel nostro
> vocabolario grosso modo nello stesso periodo. Perché Cuba si comporta
> nel modo "puntiforme", mentre Giamaica è dotata di estensione.?

Già nel Seicento in tutta Europa si parlava dei galeoni spagnoli diretti a
Cuba, ma non credo che all'epoca si parlasse tanto della Giamaica.

--
Saluti.
D.



Message has been deleted

Una voce dalla Germania

unread,
Apr 18, 2014, 9:20:27 AM4/18/14
to
Am 17.04.2014 22:36, schrieb *GB*:

> Prendo spunto per far notare che, sebbene il francese sia molto
> distanziato dall'italiano per fonetica, ha un'etimologia
> lessicale
> mediamente più vicina ("chien" è come "cane" e non come sp.
> "perro")
> a quella italiana che a quella spagnola. Collima con le
> distanze:
>
> http://ladistanza.it/Firenze/Parigi = 1154 km
>
> http://ladistanza.it/Firenze/Madrid = 1681.9 km
>
> La fonetica invece sembra corrispondere alla latitudine
> (Madrid 40°26'N
> circa come Napoli 40°50'N, mentre la latitudine di Parigi è
> 48°51'N).


Secondo me il diverso grado di parentela lessicale dipende
invece dal fatto che nel Medioevo, col Mediterraneo
infestato dai pirati, di solito si andava dall'Italia in
Spagna o viceversa passando dalla Francia meridionale. Non
dimentichiamo poi la ricca letteratura provenzale e la sua
influenza sul toscano e sul francese, forse anche sul
catalano, ma molto minore sul castigliano.

Per quanto riguarda la fonetica, poi, le popolazioni
germaniche penetrarono in Francia, che non a caso si chiama
Francia a causa dei Franchi, molto di più che in Italia e in
Italia, specie al Nord, molto di più che in Spagna.

Una voce dalla Germania

unread,
Apr 18, 2014, 9:22:52 AM4/18/14
to
Am 17.04.2014 22:27, schrieb ADPUF:
> *GB*, 15:11, gioved� 17 aprile 2014:
>>
>> Anche quando una nazione � molto piccola e porta il nome della
>> citt� sua capitale (termine che viene sentito come
>> sottinteso), si usa "a":
>>
>> a San Marino
>> a Monaco (il Principato)
>> a Panama
>
>
> Ho sentito "a Lussemburgo" proprio l'altro giorno.


Perch�, tu come diresti, se quella persona stava parlando
della citt� di Lussemburgo?
Come non detto, se sei sicuro che stava parlando del
Granducato del Lussemburgo.

Filippo

unread,
Apr 18, 2014, 12:59:55 PM4/18/14
to
"*GB*" <gb...@ymail.com> ha scritto nel messaggio
news:lip5i4$eas$1...@speranza.aioe.org...
> Filippo ha scritto:
>
>>> Quindi mi stai dicendo che sono corrette entrambe?
>>
>> Nei casi da te citati ci sono regole cristallizzate e quindi ormai
>> condivise da tutti.
>
> Quali regole di preciso?
>
Lascio a voi tentare di trovare delle regole omnicomprensive.
Sta di fatto che si dice "sto a Roma" e non "sto in Roma", mentre si dice
"sto in Umbria" e non "sto a Umbria".

>> Ergo il meteo a Cuba e in Messico, mentre in altri frangenti van bene
>> (al momento) entrambe.
>
> In quali frangenti andrebbero bene entrambe le forme? Facci un esempio.
>
Rispetto agli esempi fatti sopra, "sto a casa" e "sto in casa" sono entrambe
accettate.


Davide Pioggia

unread,
Apr 18, 2014, 2:04:51 PM4/18/14
to
Filippo ha scritto:

> Lascio a voi tentare di trovare delle regole omnicomprensive.
> Sta di fatto che si dice "sto a Roma" e non "sto in Roma", mentre si
> dice "sto in Umbria" e non "sto a Umbria".

C'è una differenza: "sto in Roma" si potrebbe anche dire, con una sfumatura
semantica diversa dal solito per "Roma"; mentre non c'è un'accezione di
"Umbria" che renda accettabile "sto a Umbria". Non si sta "presso" l'Umbria,
perché viene comunque concepita come una regione, e quindi ci si sta
"dentro".

> Rispetto agli esempi fatti sopra, "sto a casa" e "sto in casa" sono
> entrambe accettate.

Infatti, ma nei due casi si ha appunto un'accezione diversa di "casa".
Se sono "a casa" intendo "casa" come quel luogo che non è il lavoro,
o non è la piazza eccetera. Non è tanto il perimetro delimitato dalle mura
domestiche, quanto piuttosto un luogo astratto che definisce una delle
possibili modalità della mia vita sociale. Invece se sono "in casa" sono
proprio nel perimetro delimitato dalle mura domestiche. Potrei rispondere
«sono in casa!» a qualcuno che mi stesse cercando chiamandomi dal giardino.
Sia che mi trovi in giardino, sia che mi trovi in casa, sono comunque "a
casa", però se sono in giardino sono a casa senza essere in casa.

--
Saluti.
D.









Klaram

unread,
Apr 18, 2014, 2:13:20 PM4/18/14
to
Il 18/04/2014, Mad Prof ha detto :
> Klaram <nos...@nospam.it> wrote:
>
>> Solo quelle grandi, perᅵ, quelle piccole oscillano tra le due forme.
>
> Tipo?

Vado a Bergeggi e Bergeggi; vado a Gallinara e Gallinara; vado a
Stromboli e Stromboli, queste seguono la regola.

Vado all'Elba e l'Elba; vado al Giglio e il Giglio; anche al plurale
alle Canarie, alle Tremiti ecc.
Ma vedo che qui sono prep. articolate, forse in questi casi ᅵ
sottinteso isola/e?

k
Message has been deleted

*GB*

unread,
Apr 18, 2014, 2:36:41 PM4/18/14
to
Filippo ha scritto:

> Sta di fatto che si dice "sto a Roma" e non "sto in Roma", mentre
> si dice "sto in Umbria" e non "sto a Umbria".

Questo perché Roma è una città, mentre l'Umbria è una regione. La regola
per città vs. regioni è quella. Controprova: sto a Terni, sto in Lazio.

> Rispetto agli esempi fatti sopra, "sto a casa" e "sto in casa"
> sono entrambe accettate.

Innanzitutto, "casa" non è un nome proprio geografico. In secondo luogo,
"sto a casa" e "sto in casa" hanno significati diversi.

Bye,

*GB*

*GB*

unread,
Apr 18, 2014, 2:43:12 PM4/18/14
to
Klaram ha scritto:

> Vado all'Elba e l'Elba; vado al Giglio e il Giglio; anche al plurale
> alle Canarie, alle Tremiti ecc.
> Ma vedo che qui sono prep. articolate, forse in questi casi è sottinteso
> isola/e?

Infatti, e credo che ciò valga anche per quelle presunte (secondo
l'autore francese) eccezioni francesi in quella tabella che ci era
stata mostrata. Quindi l'unica differenza tra francese e italiano
sarebbe il trattamento di Creta e Madagascar. E almeno per Creta
potrebbe esserci questa spiegazione: "Sono in Creta" in italiano
suonerebbe (poiché le maiuscole non hanno una pronuncia diversa
dalle minuscole) "Sono [fatto/a/i/e] in creta".

Bye,

*GB*

*GB*

unread,
Apr 18, 2014, 2:52:47 PM4/18/14
to
Una voce dalla Germania ha scritto:

> Secondo me il diverso grado di parentela lessicale dipende invece dal
> fatto che nel Medioevo, col Mediterraneo infestato dai pirati, di solito
> si andava dall'Italia in Spagna o viceversa passando dalla Francia
> meridionale. Non dimentichiamo poi la ricca letteratura provenzale e la
> sua influenza sul toscano e sul francese, forse anche sul catalano, ma
> molto minore sul castigliano.

Sě, questo č plausibile. Del resto, se D[ur]ante [degli] Al[d]ighieri
(casato nobile e quindi di ascendenza germanica) non avesse scritto
in toscano, avrebbe scritto in provenzale.

> Per quanto riguarda la fonetica, poi, le popolazioni germaniche
> penetrarono in Francia, che non a caso si chiama Francia a causa dei
> Franchi, molto di piů che in Italia e in Italia, specie al Nord, molto
> di piů che in Spagna.

E' vero che Franchi e Longobardi introdussero parole germaniche,
ma la fonetica di francese e idiomi galloitalici non viene da loro,
bensě dalle popolazioni galliche autoctone di quelle regioni.

Bye,

*GB*
Message has been deleted
Message has been deleted

ADPUF

unread,
Apr 18, 2014, 4:25:56 PM4/18/14
to
Klaram, 12:11, venerdì 18 aprile 2014:
Sì, ho letto dopo.


Mi viene in mente che gl'inglesi hanno anche "into" per un uso
particolare.
Noi no, "in-a" o "a-in" è improponibile.


--
9999999999

ADPUF

unread,
Apr 18, 2014, 4:28:56 PM4/18/14
to
Mad Prof, 21:37, venerd� 18 aprile 2014:
> *GB* <gb...@ymail.com> wrote:
>
>> Innanzitutto, "casa" non � un nome proprio geografico. In
>> secondo luogo, "sto a casa" e "sto in casa" hanno significati
>> diversi.
>
> Nel caso di vie e piazze per� hanno praticamente lo stesso
> significato.
>
> Vediamoci in quel bar in Piazza del Popolo
> Vediamoci in quel bar a Piazza del Popolo


Qui no, solo "in".


--
"Hodie mihi, cras idem."
-- ADPUF

Davide Pioggia

unread,
Apr 18, 2014, 4:44:28 PM4/18/14
to
ADPUF ha scritto:

>> Vediamoci in quel bar in Piazza del Popolo
>> Vediamoci in quel bar a Piazza del Popolo
>
> Qui no, solo "in".

Anche dalle mie parti in questo caso si dice solo "in".

L'uso di "a" mi fa pensare ai miei cugini romani, che dicono
anche "a studio" ecc.

(Con questo non voglio dire che sia scorretto: sono solo mie
associazioni mentali).

--
Saluti.
D.



Message has been deleted
Message has been deleted

peter schlemihl

unread,
Apr 19, 2014, 2:19:03 PM4/19/14
to
"Davide Pioggia" <duca_...@yahoo.com> wrote:
> ADPUF ha scritto:
>
>>> Vediamoci in quel bar in Piazza del Popolo
>>> Vediamoci in quel bar a Piazza del Popolo
>>
>> Qui no, solo "in".
>
> Anche dalle mie parti in questo caso si dice solo "in".

A me non suona strano, ma lo interpreterei come "vediamoci a Piazza del
Popolo, in quel bar che tu conosci".

Filippo

unread,
Apr 20, 2014, 3:08:32 AM4/20/14
to
"Davide Pioggia" <duca_...@yahoo.com> ha scritto nel messaggio
news:lirpg3$5k3$1...@virtdiesel.mng.cu.mi.it...
> Filippo ha scritto:
>
>> Rispetto agli esempi fatti sopra, "sto a casa" e "sto in casa" sono
>> entrambe accettate.
>
> Infatti, ma nei due casi si ha appunto un'accezione diversa di "casa".

Non so quanto il parlante abbia coscienza di questa diversa accezione.
Sento dire spesso "sto in finestra" come variante di "sto alla finestra" e
non credo
che chi pronunci l'uno al posto dell'altro intenda sottolineare la
differenza fra star dentro la finestra
o in prossimit�.
Ritengo che in molti casi ci sia una banalissima variante linguistica
regionale.
Negli altri casi che avete citato invece, sono d'accordo sull'uso
cristallizato (per nomi di citt�, nomi di isole ecc.).
Altra questione � l'uso dell'articolo associato a certi termini
toponomastici: sto nel Lazio, sto in Lazio probabilmente vengono detti
in zone diverse d'Italia.
Ciao



Filippo

unread,
Apr 21, 2014, 4:46:01 AM4/21/14
to
"Davide Pioggia" <duca_...@yahoo.com> ha scritto nel messaggio
news:lis2rd$cnc$1...@virtdiesel.mng.cu.mi.it...
Ma fa pensare che in certi luoghi si tenda ad usare la prep "a" ed in altre
"in".


Una voce dalla Germania

unread,
Apr 21, 2014, 5:18:18 AM4/21/14
to
Am 20.04.2014 09:08, schrieb Filippo:
> Non so quanto il parlante abbia coscienza di questa diversa accezione.
> Sento dire spesso "sto in finestra" come variante di "sto alla finestra" e
> non credo
> che chi pronunci l'uno al posto dell'altro intenda sottolineare la
> differenza fra star dentro la finestra
> o in prossimità.
> Ritengo che in molti casi ci sia una banalissima variante linguistica
> regionale.
> Negli altri casi che avete citato invece, sono d'accordo sull'uso
> cristallizato (per nomi di città, nomi di isole ecc.).
> Altra questione è l'uso dell'articolo associato a certi termini
> toponomastici: sto nel Lazio, sto in Lazio probabilmente vengono detti
> in zone diverse d'Italia.


Dove? "Sto in Lazio" per me è strano, ma posso immaginare
che si usi in alcune zone.
Però "sto in finestra" mi sembra proprio sgrammaticato.
Al limite, anche se non lo direi, accetterei "sta nella
finestra" parlando di uno con una gamba dentro e una fuori
che sta pulendo il vetro o minaccia di buttarsi giù. Ho
cambiato la persona del verbo perché non mi metto mai in
quella posizione piuttosto pericolosa al terzo piano.

Roger

unread,
Apr 21, 2014, 7:02:34 AM4/21/14
to
Filippo ha scritto:

> [...]

> Ma fa pensare che in certi luoghi si tenda ad usare la prep "a" ed in
> altre "in".

Bravo! Pensi giusto! :-)

L'argomento della preposizione da usare nel moto a luogo
è stata più volte trattata in questa sede.e sempre concluso
che ci sono forme cristallizzate e, per certi versi, non spiegabili
per cui si usa a volte "in" e a volte "a".

Vado:

in banca
a scuola
in ufficio
in farmacia
in biblioteca
a casa
al bar
in Sicilia
a Creta
in Toscana
nel Lazio
a teatro
in negozio
al supermercato
ecc.

Quando la destinazione è una persona, invece, si usa la preposizione "da"

dal dottore
dal notaio
dalla zia
da Giuseppe
dall'ortolano
ecc.

Data la difficoltà nello stabilire delle regole, per gli stranieri è
necessario imparare queste forme a memoria.

Ciao,
Roger

Valerio Vanni

unread,
Apr 21, 2014, 7:37:24 AM4/21/14
to
On Mon, 21 Apr 2014 11:18:18 +0200, Una voce dalla Germania
<tradu...@sags-per-mail.de> wrote:

>Dove? "Sto in Lazio" per me è strano, ma posso immaginare
>che si usi in alcune zone.

Io non l'ho mai sentito.


--
Ci sono 10 tipi di persone al mondo: quelle che capiscono il sistema binario
e quelle che non lo capiscono.

*GB*

unread,
Apr 21, 2014, 7:47:02 AM4/21/14
to
Valerio Vanni ha scritto:

>> Dove? "Sto in Lazio" per me è strano, ma posso immaginare
>> che si usi in alcune zone.
>
> Io non l'ho mai sentito.

http://www.cocoriti.com/possov-portare-con-me-i-miei-coco.html

17/04/2013 17:01

possov portare con me i miei coco???

ciao ho allevato a mano 2 pulli,e tra un pò andrò in vacanza per
15 giorni,li posso portare con me??????? io sto in lazio,e andrò
in campania , li posso portare con me???????

http://www.cockerspanielinglese.it/Forum/topic.asp?whichpage=0,733333333333333&TOPIC_ID=1365

lauraformia1960
Cocker Attivo

Regione: Lazio
Prov.: Latina
Città: FORMIA

Inserito il - 02 dicembre 2011 : 21:08:17

ecco le foto....ora mi sto preoccupando di diventare anche handler
ma non so bene dove andare.....sto in lazio, hai una vaga idea di
chi si occupa di ste cose???

Bye,

*GB*

edevils

unread,
Apr 21, 2014, 5:06:28 PM4/21/14
to
nos...@mail.invalid (Mad Prof) Wrote in message:
> Mad Prof <nos...@mail.invalid> wrote:
>
>> Secondo me ci sono delle
>> terminazioni di parola che ci "suonano a regione"
>
> Stavo rivedendo le liste preparate da GB qualche post addietro. Quasi
> tutti i nomi che lui ha indicato che vogliono "in" hanno implicito
> l'idea di "terra"
>
> in Sicilia (terra dei Siculi)
> in Sardegna (terra dei Sardi)
> in Corsica (terra dei Corsi)
> in Irlanda (terra Eire)
> in Islanda (terra di ghiaccio)
> in Gran Bretagna (grande terra dei Bretoni)
> in Groenlandia (terra verde)
> in Nuova Zelanda (nuova terra del mare)

Tutti nomi formati da tre sillabe o più.
Sarà un caso?

...snip...
> I nomi che GB indicava come nomi che vogliono "a" sono invece dei puri
> nomi propri (o almeno a noi oggi suonano così), come potrebbero essere
> dei nomi di persona: Francesco, Arturo, Maria.
>
> a Capri
> a Creta
> a Malta
> a Cipro
> a Cuba
> ad Haiti
> a Mauritius
> a Taiwan


In questo elenco invece prevalgono i nomi di due sole sillabe.
Mauritius peraltro io li uso diversamente, perché dico: *nelle*
Mauritius, sottinteso isole.





--
Message has been deleted

ADPUF

unread,
Apr 21, 2014, 5:34:59 PM4/21/14
to
Roger, 13:02, lunedì 21 aprile 2014:
Anche con i mezzi di trasporto:
vado a Biella a piedi, in bici, in macchina, col treno, in/con
l'aereo, in nave, a cavallo.


E per il tempo?

Io uso "in" con i mesi, ma vedo che ormai tutti usano "a", chi
sa perché.


--
"Iniquissimam pacem justissimo bello antefero."
(I prefer the most unjust peace to the most righteous war.)
-- Cicero, Epistola ad Atticum, 7, 14.

edi'®

unread,
Apr 22, 2014, 3:03:12 AM4/22/14
to
Il 21/04/2014 23.34, ADPUF ha scritto:

> Io uso "in" con i mesi, ma vedo che ormai tutti usano "a", chi
> sa perché.

Io direi:
La fattura scade a dicembre.
Nevica spesso in dicembre.

E.D.

Valerio Vanni

unread,
Apr 22, 2014, 8:21:36 AM4/22/14
to
On Mon, 21 Apr 2014 13:37:24 +0200, Valerio Vanni
<valeri...@inwind.it> wrote:

>On Mon, 21 Apr 2014 11:18:18 +0200, Una voce dalla Germania
><tradu...@sags-per-mail.de> wrote:
>
>>Dove? "Sto in Lazio" per me è strano, ma posso immaginare
>>che si usi in alcune zone.
>
>Io non l'ho mai sentito.

A ripensarci, mi sono reso conto che mi suona bene "In" per tutte le
regioni, fuorché per Marche e Lazio.
Nel primo caso dipende dal plurale (infatti se uso "Abruzzi" invece di
"Abruzzo" mi viene spontaneo di dire "negli Abruzzi").
Il secondo caso invece non me lo so spiegare. Non so spiegare perché
"in" mi suona così male. Non è il genere (es. "In Piemonte, in
Veneto") e neanche la lettera iniziale ("In Lombardia).

edevils

unread,
Apr 22, 2014, 10:45:32 AM4/22/14
to
nos...@mail.invalid (Mad Prof) Wrote in message:
> edevils <use_reply...@devils.com> wrote:
>
>> Tutti nomi formati da tre sillabe o più.
>> Sarà un caso?
>
> Penso di sì.
>
>
>> Mauritius peraltro io li uso diversamente, perché dico: *nelle*
>> Mauritius, sottinteso isole.
>
> Non esistono *le isole* Mauritius.


Mauritius è il nome di un'unica isola
> specifica. Poi è vero che è unita politicamente ad altre isolette, ma
> l'insieme è detto Isole Mascarene.


Ma chi dice "Mascarene"? In pratica si usa invece il nome dello
Stato, Mauritius, anche per riferirsi alle isole che lo
compongono e non solo all'isola principale da cui prende il nome.



www.isolemauritius.net/ 

Isole Mauritius Lo Stato di Mauritius si compone di due grandi
isole ed alcune più piccole: Mauritius stessa è l'isola più
grande dello stato ed è la capitale di Port ...
Message has been deleted

ADPUF

unread,
Apr 23, 2014, 5:05:46 PM4/23/14
to
Mad Prof, 01:37, mercoledì 23 aprile 2014:
>
> Reunion è UN'isola. Rodrigues è UN'isola. Mauritius è
> UN'isola.
>
> Non esistono *LE* Reunion, *LE* Rodrigues, *LE* Mauritius. A
> voler essere larghi, si potrebbe considerare "le Mauritius"
> come un'abbreviazione di "le isole della Repubblica di
> Mauritius", che è quello che dici tu, ma le altre due proprio
> no.


Siccome si va "alle Seicelle" si pensa che siano tutti
arcipelaghi?


--
9999999999

edevils

unread,
Apr 24, 2014, 3:13:13 AM4/24/14
to
On 21/04/2014 11.18, Una voce dalla Germania wrote:

> Dove? "Sto in Lazio" per me è strano, ma posso immaginare che si usi in
> alcune zone.

Già.


> Però "sto in finestra" mi sembra proprio sgrammaticato.


Esagerato! :)


Non le importava essere riconosciuta, il proprietario l'aveva già visto
molte volte alzare lo sguardo verso di lei quando stava in finestra.
Doveva saperlo ormai tutto il quartiere che lei era lì. Che lo
sapessero, che lo sapessero fino in fondo ...

http://books.google.it/books?id=iJELAQAAMAAJ


> Al limite, anche se non lo direi, accetterei "sta nella finestra"
> parlando di uno con una gamba dentro e una fuori che sta pulendo il
> vetro o minaccia di buttarsi giù. Ho cambiato la persona del verbo
> perché non mi metto mai in quella posizione piuttosto pericolosa al
> terzo piano.

In bilico sul davanzale!

Filippo

unread,
Apr 26, 2014, 8:44:04 AM4/26/14
to
"Davide Pioggia" <duca_...@yahoo.com> ha scritto nel messaggio
news:lioqpc$ses$1...@virtdiesel.mng.cu.mi.it...
> Mad Prof ha scritto:
>
>> Effettivamente l'italiano � pi� anarchico rispetto all'uso delle
>> preposizioni.
>
> Non sono sicuro che sia tanto anarchico.
>
> A me sembra che si usi "a" quando un lungo, in un certo contesto, si pu�
> considerare "puntiforme".
>
Vado in bagno/vado al bagno?



Filippo

unread,
Apr 26, 2014, 5:01:25 PM4/26/14
to
"Filippo" <Fil...@lippo.it> ha scritto nel messaggio
news:ljg9m7$jhq$1...@speranza.aioe.org...
Ed oggi su rai1 in un'intervista a carattere religioso ho sentito "vado in
oratorio".
Sicuramente non era di Roma, altrimenti avrebbe detto "vado all'oratorio".
E qui non si tratta di vicinanze, pertinenze puntiformi o espressioni
metaforiche ecc.
E' proprio la preferenza regionalistica di certe preposizioni a proposito di
determinati complementi.


Giacobino da Tradate

unread,
Apr 27, 2014, 8:35:02 AM4/27/14
to
il 26/04/2014 23.01, Filippo ha scritto:


> Ed oggi su rai1 in un'intervista a carattere religioso ho sentito "vado in
> oratorio".
> Sicuramente non era di Roma, altrimenti avrebbe detto "vado all'oratorio".

No

il ragazzino va all'oratorio, come il cliente va al bar

il prete va in oratorio (suo posto di lavoro), come il barista va in bottega



--
Guillotin n'avait coupᅵ trop peux

Filippo

unread,
Apr 27, 2014, 9:27:42 AM4/27/14
to
"Giacobino da Tradate" <giac...@tradate.va.it> ha scritto nel messaggio
news:ljith1$inv$2...@speranza.aioe.org...
> il 26/04/2014 23.01, Filippo ha scritto:
>
>
>> Ed oggi su rai1 in un'intervista a carattere religioso ho sentito "vado
>> in
>> oratorio".
>> Sicuramente non era di Roma, altrimenti avrebbe detto "vado
>> all'oratorio".
>
> No
>
> il ragazzino va all'oratorio, come il cliente va al bar
>
> il prete va in oratorio (suo posto di lavoro), come il barista va in
> bottega
>
A parlare non era un prete, ma un ragazzo....


Giacobino da Tradate

unread,
Apr 27, 2014, 10:54:05 AM4/27/14
to
Il 27/04/2014 15.27, Filippo ha scritto:


>> il ragazzino va all'oratorio
>> il prete va in oratorio (suo posto di lavoro)

> A parlare non era un prete, ma un ragazzo....

Tenetelo d'occhio, fara' carriera

Una voce dalla Germania

unread,
Apr 27, 2014, 4:05:42 PM4/27/14
to
Am 26.04.2014 23:01, schrieb Filippo:

> Ed oggi su rai1 in un'intervista a carattere religioso ho sentito "vado in
> oratorio".
> Sicuramente non era di Roma, altrimenti avrebbe detto "vado all'oratorio".


Di sicuro, "vado all'oratorio" non ᅵ una specialitᅵ romana o
laziale. Lo dicevo anch'io molti anni prima di incontrare il
primo romano nella mia vita. Nella mia classe alle
elementari c'erano figli di siciliani, pugliesi, campani,
friulani, sardi, veneti e perfino un paio di lombardi come
me, ma romani non ce n'erano proprio.
0 new messages