> Qual' e' la versione giusta un italiano ?
A me sembra si sia sempre detto, pardon, scritto IRAK; poi il processo
di "internalizzazione" ha portato i giornalisti a scrivere IRAQ, ma
penso che si debba utilizzare la versione italiana della parola.
Giuseppe
Piccola ricerca con Altavista su web.
Irak: 3111 documenti in finnico, francese, olandese, spagnolo,
tedesco... (in italiano 234).
Iraq: 19560 documenti essenzialmente in inglese (in italiano 993).
Iraq secondo lo Zingarelli 12^ edizione 1994.
Iraq secondo il Garzanti del 1975.
Iraq secondo il Novissimo Melzi del 1962.
--
____________________________________
Giancarlo Pillan - Ivrea - Italy
____________________________________
> Giuseppe:
> A me sembra si sia sempre detto, pardon, scritto IRAK; poi il processo
> di "internalizzazione" ha portato i giornalisti a scrivere IRAQ, ma
> penso che si debba utilizzare la versione italiana della parola.
E quale sarebbe la versione italiana? Se è vero che da noi "q"
finale non si usa, a maggior ragione si può obiettare che "k"
addirittura non fa parte del nostro alfabeto. Caso mai, si
dovrebbe scrivere "Irac": come l'orologio, che non fa nè "tiq-taq"
nè "tik-tak", ma, banalmente, "tic-tac".
E allora, visto che nè Iraq, nè Irak obbediscono alle nostre regole
ortografiche, e visto che non scommetterei sul successo di una
nuova grafia "Irac": tanto vale scegliere "Iraq", dove "q" è la
rappresentazione convenzionale, in alfabeto latino, di un suono
consonantico della lingua araba (con "k" si rappresenta un'altra
consonante, che ha un suono vicino, ma non uguale). La lettera "q"
consente quindi, a chi vuole (e ne è capace!) di pronunciare il
suono giusto (una specie di "k" emessa col fondo della gola).
A proposito: neppure la frequente grafia "gh" segue le nostre
regole ortografiche (p.es.: Baghdad, Afghanistan); e anch'essa
serve a traslitterare una consonante araba (una specie di "r"
francese più dura).
Mario Pavesi
> Giorgio "Isky" Giordano <is...@zeus.imi.unige.it>:
> [Irak/Iraq]: qual' e' la versione giusta un italiano ?
Mario Pavesi scrive...
>E allora, visto che nè Iraq, nè Irak obbediscono alle nostre regole
>ortografiche, e visto che non scommetterei sul successo di una
>nuova grafia "Irac": tanto vale scegliere "Iraq",..........
Le agenzie di stampa nazionali scelgono unanimemente la grafia IRAQ e
l'aggettivo IRACHENA/IRACHENO. Fa eccezione soltanto una, non ricordo se
ASCA o DIRE, che usa IRAQ sostantivo e l'orrendo IRAQUENO aggettivo.
Marco Civra
...omissis...
>Le agenzie di stampa nazionali scelgono unanimemente la grafia IRAQ
Infatti si tratta (come già detto da altri) della traslitterazione in
caratteri latini di una parola araba dove la "q" (lontana discendente
del "coppa" greco...) sta ad indicare un suono "meno occlusivo" della
"k" caratteristico della lingua araba e di altre lingue ad essa
affini...
>e l'aggettivo IRACHENA/IRACHENO.
In questo caso si tratta, invece, di una parola italiana a tutti gli
effetti (ancorché si tratti di un aggettivo tratto da un sostantivo
straniero).
Cordialità
Importante: per eventuale corrispondenza di ritorno rimuovere la "x" dall'indirizzo.