vali wrote:
>
> si scrive iella o jella????
Iella, termine dialettale romanesco.
> grazie ciao
> vali
Prego
Karla
In italiano la "j" non è una lettera a sé stante, bensì un modo
particolare di scrivere "i", ormai quasi del tutto caduto in disuso,
che si *può* adottare in taluni frangenti. Vediamo quali:
1) ad inizio parola, se seguita da vocale: jeri, *jella*, jattura,
Jeli, Jovine, Jonio, Jugoslavia etc.;
2) all'interno di parola, se fra due vocali: ajuto, vinajo, bujo
etc.;
3) a fine di parola, per fare il plurale regolare di nomi (e
aggettivi, e pronomi) terminanti in -io atono (senza accento
sulla "i" di -io): studj, varj, abbecedarj, servizj, subbuglj
etc.
La "j" fu introdotta, in italiano, dal famoso Gian Giorgio Trissino
(sì, quello che distinse "u" e "v" nel 1524: sempre lui).
Diverso discorso per le parole di origine non italiana, che cioè
abbiamo importato da altre lingue: jazz, juke-box, marajà, abat-
jour... che si riconoscono immediatamente dalla pronuncia: qui la
"j" è d'obbligo.
Un commento particolare meritano le parole latine, come iunior.
Comunemente scritte colla "j", andrebbero meglio scritte colla "i",
visto che nel latino classico (ben prima di Trissino), la "j" non
c'era proprio.
--
Bye, Ghost of Lem Novantotto
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Almeno. Aggiungo studļ, e persino studi'. :)