La regola per le maiuscole � diversa da quella dell'inglese che,
dai tuoi esempi, sembra simile a quella dell'olandese.
I nomi delle lingue e gli aggettivi di nazionalit� si scrivono
minuscoli: "parlo italiano", "la lingua italiana". Se si usa
l'aggettivo sostantivato per indicare un popolo si /pu�/ usare la
maiuscola: "Olandesi e Fiamminghi parlano la stessa lingua", ma �
un uso enfatico. Il titolo di un libro va con l'iniziale maiuscola:
la Bibbia, I promessi sposi.
Se per� si usa "bibbia" in senso figurato, per indicare un libro che
dice tutto su un argomento, si usa la minuscola.
La regola pratica potrebbe essere: quando hai il dubbio se usare la
maiuscola, metti la minuscola. :) In maiuscolo vanno i nomi propri
di persona o i nomi comuni che si riferiscono a /una/ certa persona:
"il Papa", "la Regina dei Paesi Bassi". Ma se si accompagna l'attributo
con il nome proprio, si scriver� "il papa Benedetto XVI", "la regina
Beatrice".
Ciao
Enrico
> Quando si scrive una capitale (una lettera maiuscola) in Italiano?
Una "capitale" e' solo la citta' capitale di uno stato (per una regione
o provincia si dice "capoluogo"). La lettera si chiama SOLO maiuscola o
lettera maiuscola.
Direi che le maiuscole si indicano obbligatoriamente solo per i nomi
propri (di persona, di luogo, di organizzazioni, istituzioni o ditte).
E' facoltativo indicarle in altri casi, a discrezione dello scrivente,
per motivi di "rispetto". Un monarchico scrivera' "il Re", un
repubblicano scrivera' "il re", ma magari "il Presidente della
Repubblica".
Negli esempi riportati, io non userei la maiuscola per i nomi di lingue
e nemmeno per gli aggettivi legati a un paese. Salverei solo
> La Bibbia.
oltre che per rispetto ("la Sacra Scrittura") anche dato che un titolo
di una pubblicazione e' un nome proprio. Vale per libri: la Divina
Commedia, i Promessi Sposi, ma anche per giornali : il Corriere della
Sera. Qui vi e' anche una curiosa usanza. A volte il titolo del giornale
include l'articolo (Il Giorno, La Repubblica), e taluni usano,
scrivendo, con le preposizioni, una forma "ipercorretta" [un articolo de
Il Giorno invece che un articolo del Giorno, il direttore de La
Repubblica invece che il direttore della Repubblica]. Nel parlato la
differenza non si sente.
> Distribuire un buon bibbia.
"una buona" (e' femminile). Mah qui la minuscola potrebbe anche starci
se uno intende "un libro della categoria 'bibbie'".
A proposito di maiuscole, l'olandese mi pare piu' "liberale" del tedesco
che usa sistematicamente la maiuscola per tutti i sostantivi, vero ?
--
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> un uso enfatico. Il titolo di un libro va con l'iniziale maiuscola:
> la Bibbia, I promessi sposi.
Eh, però mi pare una contraddizione scrivere "la Bibbia", "I promessi
sposi": in un caso enfatizzi il sostantivo (imho giustamente),
nell'altro l'articolo maiuscolo toglie enfasi ai sostantivi.
Io scriverei i promessi Sposi, la divina Commedia, la Gerusalemme
liberata (Gerusalemme è sostantivo, liberata no, anche se una mia amica
si chiamava così), l'Orlando furiorso ecc. Sballio*?
*stranieribus: se scrivessi "sbaglio", lo scriverei giusto, ma se lo
scrivo giusto, che sbaglio è?
--
Eîpen dè ho Iesoûs, oudè egó se katakríno: poreúou, kaì
apò toû nûn mekéti hamártane (Euaggélion katà Ioánnen, 8,11)
> Il 06/05/2010 10.24, Enrico Gregorio ha scritto:
>
>> un uso enfatico. Il titolo di un libro va con l'iniziale maiuscola: la
>> Bibbia, I promessi sposi.
>
> Eh, per� mi pare una contraddizione scrivere "la Bibbia", "I promessi
> sposi": in un caso enfatizzi il sostantivo (imho giustamente),
> nell'altro l'articolo maiuscolo toglie enfasi ai sostantivi. Io
> scriverei i promessi Sposi, la divina Commedia, la Gerusalemme liberata
La prima parola del titolo la scriverei in maiuscolo in ogni caso, pi�
(per titoli non troppo lunghi) i sostantivi.
Resta da decidere se � i "Promessi Sposi" o "I promessi Sposi"... Cosa
c'� scritto sulla copertina del libro?
--
Vuolsi cos� col� dove si puote
ci� che si vuole, e pi� non dimandare.
[ T H I S S P A C E I S F O R R E N T ]
> Una "capitale" e' solo la citta' capitale di uno stato (per una regione
> o provincia si dice "capoluogo").
Il Capitale invece è la massa di beni, azioni, obbligazioni, denaro
liquido che viene accumulato da un individuo o da una società sottraendo
il giusto compenso ai lavoratori :(
http://www.homolaicus.com/teoria/dizio/mddic0.htm
> Io scriverei i promessi Sposi, la divina Commedia, la Gerusalemme liberata
> (Gerusalemme � sostantivo, liberata no,
Questo dell'aggettivo minuscolo mi pare molto inglese.
Intanto bisogna capire se l'articolo fa parte del titolo ufficiale,
quello scritto sulla copertina (che per testi antichi non e' ovvio).
Io scriverei I Promessi Sposi o i "Promessi Sposi", la Divina Commedia o
la "Divina Commedia", la Gerusalemme Liberata o la "Gerusalemme
liberata" ...
ossia in maiuscolo la prima parola sia aggettivo o sostantivo, in
minuscolo gli aggettivi non prima parola solo se incluso tra apici, o
scritto in corsivo, altrimenti maiuscoli pure loro
> Il 06/05/2010 10.24, Enrico Gregorio ha scritto:
>
> > un uso enfatico. Il titolo di un libro va con l'iniziale maiuscola:
> > la Bibbia, I promessi sposi.
>
> Eh, per� mi pare una contraddizione scrivere "la Bibbia", "I promessi
> sposi": in un caso enfatizzi il sostantivo (imho giustamente),
> nell'altro l'articolo maiuscolo toglie enfasi ai sostantivi.
> Io scriverei i promessi Sposi, la divina Commedia, la Gerusalemme
> liberata (Gerusalemme � sostantivo, liberata no, anche se una mia amica
> si chiamava cos�), l'Orlando furiorso ecc. Sballio*?
>
> *stranieribus: se scrivessi "sbaglio", lo scriverei giusto, ma se lo
> scrivo giusto, che sbaglio �?
Scrivo /il/ /titolo/ con l'iniziale maiuscola. Nel caso di "Gerusalemme
liberata" l'articolo non ne fa parte, invece "I promessi sposi" ha
l'articolo nel titolo. Se poi nel titolo c'� un nome proprio che vuole
la maiuscola, si mette: "Il Gattopardo" perch� quello � il nomignolo
del protagonista principe di Salina. Dunque "Aida" e "La traviata",
passando alle opere, oppure "Le nozze di Figaro".
Non si scrive "Il corriere della sera", ma il "Corriere della sera"
(la testata non ha l'articolo).
Ciao
Enrico
> On Thu, 06 May 2010 17:44:55 +0200, FatherMcKenzie wrote:
>
> > Il 06/05/2010 10.24, Enrico Gregorio ha scritto:
> >
> >> un uso enfatico. Il titolo di un libro va con l'iniziale maiuscola: la
> >> Bibbia, I promessi sposi.
> >
> > Eh, per� mi pare una contraddizione scrivere "la Bibbia", "I promessi
> > sposi": in un caso enfatizzi il sostantivo (imho giustamente),
> > nell'altro l'articolo maiuscolo toglie enfasi ai sostantivi. Io
> > scriverei i promessi Sposi, la divina Commedia, la Gerusalemme liberata
>
> La prima parola del titolo la scriverei in maiuscolo in ogni caso, pi�
> (per titoli non troppo lunghi) i sostantivi.
> Resta da decidere se � i "Promessi Sposi" o "I promessi Sposi"... Cosa
> c'� scritto sulla copertina del libro?
Su Wikipedia c'� un'immagine dell'edizione 1840, "I PROMESSI SPOSI".
L'alternativa �, secondo me, tra "I promessi sposi" e "I Promessi Sposi"
ma l'abuso di maiuscole va combattuto.
Ciao
Enrico
> La prima parola del titolo la scriverei in maiuscolo in ogni caso, pi�
> (per titoli non troppo lunghi) i sostantivi.
> Resta da decidere se � i "Promessi Sposi" o "I promessi Sposi"... Cosa
> c'� scritto sulla copertina del libro?
Sulla prima edizione: I PROMESSI SPOSI, per questo ci sono diverse
interpretazioni per il minuscolo. :-))
k
> Io scriverei I Promessi Sposi o i "Promessi Sposi", la Divina Commedia o
> la "Divina Commedia", la Gerusalemme Liberata o la "Gerusalemme
> liberata" ...
>
> ossia in maiuscolo la prima parola sia aggettivo o sostantivo, in
> minuscolo gli aggettivi non prima parola solo se incluso tra apici, o
> scritto in corsivo, altrimenti maiuscoli pure loro
Io scriverei I Promessi Sposi, la Divina Commedia, la Gerusalemme
Liberata.
E' ammesso anche il maiuscolo per la prima parola e il minuscolo per la
seconda, ma mai il contrario.
k
> On Thu, 6 May 2010, FatherMcKenzie wrote:
>
>> Io scriverei i promessi Sposi, la divina Commedia, la Gerusalemme
>> liberata (Gerusalemme � sostantivo, liberata no,
>
> Questo dell'aggettivo minuscolo mi pare molto inglese.
A dire il vero nei titoli in inglese (ad es. quell di canzoni o poesie)
quasi sempre si scrivono con l'iniziale maiuscola tutte le parole tranne
articoli, preposizioni e congiunzioni, mentre in italiano usare la
maiuscola solo per la prima parola � molto pi� comune.
> (snip rispettoso)
> Non si scrive "Il corriere della sera", ma il "Corriere della sera"
> (la testata non ha l'articolo).
... ma molti dicono e, a volte, scrivono "Repubblica", senza articolo,
invece di "la Repubblica" (la testata ha gi� l'articolo minuscolo e la R
maiuscola).
Che io sappia, nessuno dice invece "Giornale", invece di "il Giornale",
anche se questo giornale (che qualcuno chiama "di famiglia" o "di
Famiglia"), come il precedente, ha gi� l'articolo minuscolo e la G
maiuscola.
Qual � la differenza tra "il Giornale" e "Repubblica"?
Invece il direttore de "IL FOGLIO", furbo come una volpe, ha deciso di
scrivere il titolo tutto con lettere maiuscole, forse anche per occupare pi�
spazio...
Epi
---
"... prendo il giornale e leggo che
di giusti al mondo non ce n'�.
Come mai, il mondo � cos� brutto?
Siamo stati noi a rovinare
questo capolavoro
sospeso nel cielo,
nel cielo, nel cielo...
Ahi ahi ahi ahi..."
http://www.youtube.com/watch?v=PWoxCanhsSw
(cit. giornaliera)
> E' ammesso anche il maiuscolo
"è ammesso" vale per le pecore e i turisti
Immagina di sentir dire, quindi senza maiuscole:
Tizio, opinionista della repubblica (la repubblica italiana
non ha opinionisti)
Tizio, opinionista del giornale (quale?)
Ecco perch� si � costretti ad accentuare in modo particolare
il fatto che � un opinionista di (breve pausa) "il Giornale".
Il mio modesto parere.
SP
> "Enrico Gregorio" <greg...@math.unipd.it> ha scritto nel messaggio
> news:060520101802251115%greg...@math.unipd.it...
>
> > (snip rispettoso)
>
> > Non si scrive "Il corriere della sera", ma il "Corriere della sera"
> > (la testata non ha l'articolo).
>
> ... ma molti dicono e, a volte, scrivono "Repubblica", senza articolo,
> invece di "la Repubblica" (la testata ha gi� l'articolo minuscolo e la R
> maiuscola).
Bel problema! In realt� "CORRIERE DELLA SERA" � tutto maiuscolo.
Se consideri "la Repubblica" come un marchio commerciale, va esattamente
com'� scritto sulla testata.
> Che io sappia, nessuno dice invece "Giornale", invece di "il Giornale",
> anche se questo giornale (che qualcuno chiama "di famiglia" o "di
> Famiglia"), come il precedente, ha gi� l'articolo minuscolo e la G
> maiuscola.
> Qual � la differenza tra "il Giornale" e "Repubblica"?
Chi lo sa? Ci sono quelli che per darsi un tono colto dicono "sono
stato a vedere Traviata", perch� hanno sentito che dire "sono stato
a vedere l'Aida" � considerato segno di ignoranza nel ramo.
> Invece il direttore de "IL FOGLIO", furbo come una volpe, ha deciso di
> scrivere il titolo tutto con lettere maiuscole, forse anche per occupare pi�
> spazio...
Quello lo scriverei "il foglio". :)
Ciao
Enrico
>> Invece il direttore de "IL FOGLIO", furbo come una volpe, ha deciso di
>> scrivere il titolo tutto con lettere maiuscole, forse anche per
>> occupare pi� spazio...
>
> Quello lo scriverei "il foglio". :)
Io non lo scriverei in nessun modo.
>> La Bibbia.
>
> oltre che per rispetto ("la Sacra Scrittura") anche dato che
> un titolo di una pubblicazione e' un nome proprio. Vale per
> libri: la Divina Commedia, i Promessi Sposi, ma anche per
> giornali : il Corriere della Sera.
Il "manifesto" va scritto rigorosamente tutto minuscolo.
--
"Est modus in rebus, vel in cruciverbis."
-- ADPUF
"� ammessa" vale per i preti romani.
--
"Nisi caste, saltem in aute."
-- ADPUF
Io lo scriverei "il foglio di pittana".
(Pittana � un cognome, tra l'altro.)
Il Foglio di Ferrara sarebbe fuorviante...
--
"La conscience est un b�ton que chacun prend pour battre son
voisin."
-- Honor� de Balzac
> Il "manifesto" va scritto rigorosamente tutto minuscolo.
Sᅵ, certo, incluso l'articolo "il": "il manifesto"
http://www.ilmanifesto.it/
Sarᅵ un segno di modestia o di presunzione?
Non lo sapremo mai.
Epi
---
"... AMOR CH'A NULLO AMATO AMOR PERDONA,
porco cane,
lo scriverᅵ sui muri e sulle metropolitane di questa cittᅵ,
milioni di abitanti
che giorno dopo giorno ignorandosi vanno avanti..."
http://www.youtube.com/watch?v=4MgKG87M0sc
(cit. maiuscola del SOMMO)
Mai.
Ma loro ci tengono a specificare che stanno "dalla parte del
torto".
Non c'ᅵ nessuno piᅵ orgoglioso del modesto.
--
"Early to rise and early to bed makes a man healthy, wealthy,
and dead."
-- James Thurber
> [...]
> Non c'ᅵ nessuno piᅵ orgoglioso del modesto.
Questa mi giunge nuova.
Non si finisce mai di imparare :-)
Ciao,
Roger
--
BEONE - (Inglesismo) Essere il numero uno.
>> Sᅵ, certo, incluso l'articolo "il": "il manifesto"
>> http://www.ilmanifesto.it/
>> Sarᅵ un segno di modestia o di presunzione?
>> Non lo sapremo mai.
> Mai.
> Ma loro ci tengono a specificare che stanno "dalla parte del torto".
> Non c'ᅵ nessuno piᅵ orgoglioso del modesto.
Stai cercando di dire che si tratta, manifestamente, di "compagni che
sbagliano"?
Errare humanum est, perseverare autem diabolicum: all'inferno, andranno...
Epimeteo
---
"... un gioco che non vinco mai,
il mio sbaglio piᅵ grande,
che rabbia che mi fai...
La trappola dei giorni miei,
sei il mio sbaglio piᅵ grande,
ma che rifarei..."
http://www.youtube.com/watch?v=9xatlRE0TwY
(cit. azecatta)
Sᅵ, certo, l'ho inventata io lᅵ per lᅵ.
> Non si finisce mai di imparare :-)
Non so se ᅵ vera, ma suona bene.
Del resto Wilde ne ha coniate a centinaia di queste affermazioni
paradossali, seppure con gusto maggiore del mio.
Ho in mente di scrivere una commedia, si chiamerᅵ "ᅵ'importanza
di chiamarsi Modesto."
--
"Le travail est un trᅵsor. Le travail des autres, cela va de
soi."
-- Henri Jeanson
No, sono loro che stanno cercando di farlo capire a tutti.
> Errare humanum est, perseverare autem diabolicum: all'inferno,
> andranno...
Beh, saranno in buona e interessante compagnia.
--
"Outside of the killings, Washington has one of the lowest crime
rates in the country."
-- Mayor Marion Barry, Washington, DC.
> La regola per le maiuscole è diversa da quella dell'inglese che,
> dai tuoi esempi, sembra simile a quella dell'olandese.
>
> I nomi delle lingue e gli aggettivi di nazionalità si scrivono
> minuscoli: "parlo italiano", "la lingua italiana". Se si usa
[...]
> La regola pratica potrebbe essere: quando hai il dubbio se usare la
> maiuscola, metti la minuscola. :) In maiuscolo vanno i nomi propri
> di persona o i nomi comuni che si riferiscono a /una/ certa persona:
In genere anche gli inglesi capitalizzano i nomi propri e non quelli
comuni (*vedi nota), ma considerano nomi propri alcuni nomi che ai
nostri occhi sono comuni. Per esempio: "January", proper noun del mese
di gennaio, "Sunday", nome proprio dell'ultimo (o del primo) giorno
della settimana, la domenica.
Si segue la stessa logica anche per i nomi delle lingue, "English",
nome proprio della lingua inglese, e per i termini di nazionalità,
"the British", aggettivo sostantivato, proper noun del popolo
britannico, anche se usato al plurale quando si intende l'intero
popolo,"the British are...", e per analogia, mi pare, si fa lo stesso
anche quando si tratta di sostantivi: "Italians are...". "Italians"
come nome proprio del popolo italiano. In fondo anche noi facciamo lo
stesso per i popoli antichi: i Romani, gli Etruschi.
Una vera differenza strutturale rispetto all'uso italiano sta semmai
nel fatto di lasciare maiuscoli gli stessi termini usati come
aggettivi, ma d'altra parte questo pare naturale in una lingua che usa
liberamente come aggettivi i sostantivi, in forma invariata: "The
English language.", la lingua inglese, "The Sunday roast", l'arrosto
domenicale.
(*Nota: eccetto che nei titoli di opere, dove capitalizzano tutte le
parole principali, inclusi sostantivi, verbi, aggettivi, avverbi e
pronomi, lasciando generalmente in minuscolo solo preposizioni e
articoli, per es. "Gone with The Wind", "With a Little Help from My
Friends", per i dettagli vedi http://www.rasmusen.org/w/capitalization.htm
o altre guide)
Refusino. Intendevo scrivere: "Gone with the Wind".
Io direi del falso modesto, o del modesto per comportamento reattivo.
k
> Ho in mente di scrivere una commedia, si chiamerᅵ "ᅵ'importanza
> di chiamarsi Modesto."
Soᅵo i poveracci sono modesti.
(Goethe)
k
Gone with Vodafone, se mai.
> So£o i poveracci sono modesti (Goethe).
I ricchi sono molesti (McKenzie)
> Il 09/05/2010 15.06, edevils ha scritto:
>> Intendevo scrivere: "Gone with the Wind".
>
> Gone with Vodafone, se mai.
Meglio PosteMobile. (Saranno giuste le maiuscole? Non mi va di
controllare...)
--
Vuolsi così colà dove si puote
ciò che si vuole, e più non dimandare.
"Gone with Wind" sarà il remake di "Via col vento" con Aldo, Giovanni
e Giacomo? :-O
> Meglio PosteMobile. (Saranno giuste le maiuscole? Non mi va di
Tutto basso, a basarsi sull'efficienza del servizio clienti.
> (*Nota: eccetto che nei titoli di opere, dove *capitalizzano*
> tutte le parole principali, inclusi sostantivi, verbi,
> aggettivi, avverbi e pronomi, lasciando generalmente in
> minuscolo solo preposizioni e articoli, per es. "Gone with The
> Wind", "With a Little Help from My Friends", per i dettagli
> vedi http://www.rasmusen.org/w/capitalization.htm o altre
> guide)
Capitalizzano o Maiuscolizzano?
Non lo sapremo pi�.
Ma le altre lingue, perch� dovremmo copiare dall'inglese, anzi,
dall'Inglese?
Copiamo dal tedesco. O dal russo.
--
"De la bourse ou de la vie, le voleur vous laisse le choix. La
femme exige les deux."
-- Cocteau
> edevils, 15:02, domenica 9 maggio 2010:
>
> > (*Nota: eccetto che nei titoli di opere, dove *capitalizzano*
> > tutte le parole principali, inclusi sostantivi, verbi,
> > aggettivi, avverbi e pronomi, lasciando generalmente in
> > minuscolo solo preposizioni e articoli, per es. "Gone with The
> > Wind", "With a Little Help from My Friends", per i dettagli
> > vedi http://www.rasmusen.org/w/capitalization.htm o altre
> > guide)
>
>
> Capitalizzano o Maiuscolizzano?
>
> Non lo sapremo pi�.
>
>
> Ma le altre lingue, perch� dovremmo copiare dall'inglese, anzi,
> dall'Inglese?
>
> Copiamo dal tedesco. O dal russo.
Copiamo dalla Lingua tedesca, dove le Parole importanti ricevono
il giusto Rilievo.
Ciao
Enrico
> Copiamo dalla Lingua tedesca, dove le Parole importanti ricevono
> il giusto Rilievo.
I verbi in tedesco non hanno la maiuscola perch� non sono importanti?
Eppure "in principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il Verbo era
Dio." (Giovanni, I, 1)
Ti benedico.
Epimeteo
---
"... quanto t'ho amato e quanto t'amo non lo sai,
non l'ho mai detto e non te lo dir� mai,
nell'amor le parole non contano,
conta la musica..."
http://www.youtube.com/watch?v=EVxFoGVz8JY
(cit. non verbale)
In epoca barocca si esagerava un po' dappertutto con le
maiuscole. Inoltre le maiuscole erano un aiuto alla lettura
particolarmente utile con i caratteri gotici alti e stretti,
che a quei tempi erano quelli dominanti fra i tipografi
tedeschi. Infine il tedesco ha il problema specifico di
diversi sostantivi identici a dei verbi.
Per esempio, "Macht Macht sch�n?", dove senza la maiuscola
solo il punto di domanda e l'intonazione nel parlato
rivelerebbero che il secondo Macht � un nome e non la 3�
persona singolare del verbo machen.
Trovo molto interessante il sottile spostamento di
significato fra il Vangelo italiano e quello tedesco nella
traduzione di Martin Lutero: "Im Anfang was das Wort, und
das Wort war bei Gott, und Gott war das Wort." (Johannes, 1,1)
Come sempre, non esiste una corrispondenza univoca fra le
parole di diverse lingue, ma la traduzione pi� frequente di
Wort � "parola" e non "verbo". Mi � capitato di discuterne
con una teologa, che mi ha ricordato che l'originale greco
usa "logos". Lascio ai grecisti il compito di stabilire chi
l'abbia tradotto pi� fedelmente.
SP
> Trovo molto interessante il sottile spostamento di
> significato fra il Vangelo italiano e quello tedesco nella
> traduzione di Martin Lutero: "Im Anfang was das Wort, und
> das Wort war bei Gott, und Gott war das Wort." (Johannes, 1,1)
> Come sempre, non esiste una corrispondenza univoca fra le
> parole di diverse lingue, ma la traduzione pi� frequente di
> Wort � "parola" e non "verbo". Mi � capitato di discuterne
> con una teologa, che mi ha ricordato che l'originale greco
> usa "logos". Lascio ai grecisti il compito di stabilire chi
> l'abbia tradotto pi� fedelmente.
Non conosco il greco, ma credo che tradurre "logos" con "parola"
sia limitativo:
<http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus%3Atext%3A1999.04.0
057%3Aentry%3Dlo%2Fgos>
Ciao
Enrico
Lo penso anch'io, anche se il mio greco antico � solo un
lontano ricordo del liceo classico, per� ritengo che
tradurre "logos" con "Verbo" sia altrettanto limitativo,
seppure in modo diverso, perch� dicendo "verbo" si pensa di
solito a coniugazioni, transitivi o intransitivi e cose del
genere.
A proposito, lo Zingarelli edizione 1984 indica come primo
significato di verbo, guarda un po': "parola".
Il problema, mi sembra, � che logos aveva un significato pi�
ampio di qualsiasi singolo termine italiano o tedesco.
Perci�, o lo si traduce con una serie di parole, perdendo la
concisione e la forza espressiva dell'originale, o lo si
traduce con un termine solo, perdendo una parte dei
significati compresi nell'originale.
Un problema abbastanza frequente nella mia professione di
traduttore.
SP
>> Eppure "in principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio e il
>> Verbo era Dio." (Giovanni, I, 1)
> "Im Anfang was das Wort, und das Wort war bei Gott, und Gott war das
> Wort." (Johannes, 1,1)
> la traduzione pi� frequente di Wort � "parola" e non "verbo"
e infatti il "vocabolario" e' un "W�rterbuch", il libro delle parole.
Sicuramente Wort non e' il verbo grammaticale. Ho dei vaghi ricordi
della mia grammatica tedesca Berlitz che riportava i nomi delle parti
del discorso in due modi, uno latineggiante e uno tedeschizzante (p.es.
credo per "sostantivo" usasse sia Substantiv che Sachwort "parola di
cosa"). Non ricordo cosa usasse per il verbo, ma
http://de.wikipedia.org/wiki/Wortart#Verb_.28T.C3.A4tigkeitswort.2C_Zeitwort.29
usa "parola di azione" o "parola di tempo"
In ogni caso i termini grammaticali tedeschizzanti per le parti
del discorso erano tutti "Xxxxwort"
Dopo di che nessuno ha notato l'affinita' fonetica tra Wort, word,
verbum ? Che comunque in latino era "parola" in generale. Che e' usata
anche nelle traduzioni moderne del Prologo di Giovanni.
Una delle mie tipiche letture nelle camere d'albergo estere dove si
trova nel comodino la Bibbia dei Gedeoni nella lingua locale. Superfluo
ovviamente citare lo svedese "Ordet" (ord e' parola, ed et e' l'articolo
posposto). In islandese era simile ma non ricordo quante dh ... ah ma
google is your friend : "� upphafi var Or�i�, og Or�i� var hj� Gu�i, og
Or�i� var Gu� ..."
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> Enrico Gregorio schrieb:
> > <parim-nos...@gmx.de> scrive:
> >
> >> Trovo molto interessante il sottile spostamento di
> >> significato fra il Vangelo italiano e quello tedesco nella
> >> traduzione di Martin Lutero: "Im Anfang was das Wort, und
> >> das Wort war bei Gott, und Gott war das Wort." (Johannes, 1,1)
> >> Come sempre, non esiste una corrispondenza univoca fra le
> >> parole di diverse lingue, ma la traduzione pi� frequente di
> >> Wort � "parola" e non "verbo". Mi � capitato di discuterne
> >> con una teologa, che mi ha ricordato che l'originale greco
> >> usa "logos". Lascio ai grecisti il compito di stabilire chi
> >> l'abbia tradotto pi� fedelmente.
> >
> > Non conosco il greco, ma credo che tradurre "logos" con "parola"
> > sia limitativo:
> >
> > <http://www.perseus.tufts.edu/hopper/text?doc=Perseus%3Atext%3A1999.04.0
> > 057%3Aentry%3Dlo%2Fgos>
>
> Lo penso anch'io, anche se il mio greco antico � solo un
> lontano ricordo del liceo classico, per� ritengo che
> tradurre "logos" con "Verbo" sia altrettanto limitativo,
> seppure in modo diverso, perch� dicendo "verbo" si pensa di
> solito a coniugazioni, transitivi o intransitivi e cose del
> genere.
Per� l'aggettivo "verbale" conserva il significato latino. A quanto
vedo sul Lewis-Short, l'uso di "verbum" per indicare una specifica
parte del discorso � gi� in latino classico (citano Varrone,
De lingua latina).
Nella "Nuova Riveduta" si usa "la Parola", probabilmente per
l'influsso della traduzione di Lutero. La CEI continua a usare
"Verbo". La "Nova Vulgata" ha
In principio erat Verbum, et Verbum erat apud Deum, et Deus
erat Verbum.
> A proposito, lo Zingarelli edizione 1984 indica come primo
> significato di verbo, guarda un po': "parola".
Ormai, per�, quel significato rimane solo in frasi fatte, mentre
il significato "grammaticale" � preminente.
> Il problema, mi sembra, � che logos aveva un significato pi�
> ampio di qualsiasi singolo termine italiano o tedesco.
> Perci�, o lo si traduce con una serie di parole, perdendo la
> concisione e la forza espressiva dell'originale, o lo si
> traduce con un termine solo, perdendo una parte dei
> significati compresi nell'originale.
> Un problema abbastanza frequente nella mia professione di
> traduttore.
Nel caso della Bibbia non avevano scelta: dovevano per forza
trovare una sola parola e "verbum" mi pare appropriato.
Piuttosto, perch� da "Deus erat Verbum" si passa a "il Verbo era Dio"?
Ciao
Enrico
Interessantissime risposte a una domanda che mi frullava per la testa
già da prima di questo thread!
Però, scusa, resta la questione: perché proprio i sostantivi? Al di là
delle spiegazioni tecniche su leggibilità e disambiguazione, non è
forse vero che i sostantivi sono percepiti come le "parole
importanti", o almeno le più importanti? Ovvero, se mi consentite, gli
oggetti linguistici che corrispondono a oggetti reali... mentre le
altre parole esprimono funzioni, caratteristiche, attività. Sbaglierò,
ma una lingua che usa le maiuscole per i sostantivi mi par che mi
dica: ti segnalo quali sono gli Attori del discorso, le Cose di cui si
parla, includendo naturalmente nel generico "cose" anche persone,
animali, valori, entità astratte.
E che la distinzione tra "parole importanti" e meno importanti abbia
una sua motivazione culturale e una sua suggestione psicologica,
secondo me trova conferma anche nell'uso inglese di scrivere maiuscole
le "parole importanti" nei titoli delle opere (anche se in questo caso
sono considerati "importanti" anche pronomi, verbi, avverbi e
aggettivi!, mentre restano basse le paroline di raccordo, articoli e
preposizioni.
Persino in italiano, che non prevede una simile regola di stile per le
opere dei titoli, ogni tanto si tende a fare lo stesso: sarà per il
predominio dell'inglese, o sarà perché in fondo la distinzione tra
parole maggiori e minori ha un suo fascino?
Se poi tutto ciò sia barocco, un sovrappiù di maiuscole e di enfasi
non necessaria, o indizio di concretezza, in quanto si distingue, per
così dire, tra oggetti reali e funzioni listinguistiche, lascio agli
iclisti deciderlo.
> Per esempio, "Macht Macht schön?", dove senza la maiuscola
> solo il punto di domanda e l'intonazione nel parlato
> rivelerebbero che il secondo Macht è un nome e non la 3°
> persona singolare del verbo machen.
Oh bella!, bastava chiederne la traduzione a Google! ;-D
"Power fa bella?"
> Per�, scusa, resta la questione: perch� proprio i sostantivi?
> forse vero che i sostantivi sono percepiti come le "parole
> importanti", o almeno le pi� importanti?
gia', mi pare che un'altro dei termini grammaticali tedeschizzanti per
"Substantiv" oltre a "Sachwort" (la parola di cosa) sia proprio
"Hauptwort" ... che sarebbe la parola importante, principale
(Hauptbahnhof e' la "stazione centrale" ma non c'e' la radice di
"centro" ... credo che Haupt sia imparentatato col latino "caput",
testa, ... non c'e' anche in "prinCEPS" ? ... com'e' il feeling in
olandese su "hoofd" ?)
>> Quando si scrive una capitale (una lettera maiuscola) in Italiano?
>> esempio:
>> Parlo Italiano?
>> L'Italiano e Olandese sono lingue.
>> Parlo la lingua Italiana.
>> Un deputato Europea.
>> La Bibbia.
>> Distribuire un buon bibbia.
> La regola per le maiuscole ᅵ diversa da quella dell'inglese che,
> dai tuoi esempi, sembra simile a quella dell'olandese.
> I nomi delle lingue e gli aggettivi di nazionalitᅵ si scrivono
> minuscoli: "parlo italiano", "la lingua italiana". Se si usa
> l'aggettivo sostantivato per indicare un popolo si /puᅵ/ usare la
> maiuscola: "Olandesi e Fiamminghi parlano la stessa lingua", ma ᅵ
> un uso enfatico. Il titolo di un libro va con l'iniziale maiuscola:
> la Bibbia, I promessi sposi.
> Se perᅵ si usa "bibbia" in senso figurato, per indicare un libro che
> dice tutto su un argomento, si usa la minuscola.
> La regola pratica potrebbe essere: quando hai il dubbio se usare la
> maiuscola, metti la minuscola. :) In maiuscolo vanno i nomi propri
> di persona o i nomi comuni che si riferiscono a /una/ certa persona:
> "il Papa", "la Regina dei Paesi Bassi". Ma se si accompagna l'attributo
> con il nome proprio, si scriverᅵ "il papa Benedetto XVI", "la regina
> Beatrice".
> Ciao
> Enrico
Grazie a voi tutte per le risposte. ᅵ piᅵ o meno la stessa in olandese.
In tedesco usano anche le lettere maiuscole di piᅵ.
>> Quando si scrive una capitale (una lettera maiuscola) in Italiano?
> Una "capitale" e' solo la citta' capitale di uno stato (per una regione o
> provincia si dice "capoluogo"). La lettera si chiama SOLO maiuscola o lettera
> maiuscola.
> Direi che le maiuscole si indicano obbligatoriamente solo per i nomi propri
> (di persona, di luogo, di organizzazioni, istituzioni o ditte).
> E' facoltativo indicarle in altri casi, a discrezione dello scrivente, per
> motivi di "rispetto". Un monarchico scrivera' "il Re", un repubblicano
> scrivera' "il re", ma magari "il Presidente della Repubblica".
> Negli esempi riportati, io non userei la maiuscola per i nomi di lingue e
> nemmeno per gli aggettivi legati a un paese. Salverei solo
>> La Bibbia.
> oltre che per rispetto ("la Sacra Scrittura") anche dato che un titolo di una
> pubblicazione e' un nome proprio. Vale per libri: la Divina Commedia, i
> Promessi Sposi, ma anche per giornali : il Corriere della Sera. Qui vi e'
> anche una curiosa usanza. A volte il titolo del giornale include l'articolo
> (Il Giorno, La Repubblica), e taluni usano, scrivendo, con le preposizioni,
> una forma "ipercorretta" [un articolo de Il Giorno invece che un articolo del
> Giorno, il direttore de La Repubblica invece che il direttore della
> Repubblica]. Nel parlato la differenza non si sente.
>> Distribuire un buon bibbia.
> "una buona" (e' femminile). Mah qui la minuscola potrebbe anche starci se uno
> intende "un libro della categoria 'bibbie'".
> A proposito di maiuscole, l'olandese mi pare piu' "liberale" del tedesco che
> usa sistematicamente la maiuscola per tutti i sostantivi, vero ?
Grazie, professore, sto imparando ogni giorno.
Ach, Teufel!!!
Per i tedeschi sono importanti solo i sostantivi e non lo sono i
verbi?
Donner und Blitzen!!!
Allora noi per distinguerci Maiuscolizziamo solo i verbi.
Ti�! Ciapa!
--
"Dolce far niente."
-- Plinio il Giovane (61-113), "Epistole".
ᅵ interessante che solo l'alfabeto latino, pare, consenta tutta
questa variabilitᅵ espressiva, almeno in apparenza.
In cirillico hanno anche il corsivo (con lettere quasi identiche
poco distinguibili), in ebraico c'ᅵ il maiuscolo quadrato e
probabilmente un poco conosciuto corsivo, in arabo c'ᅵ solo il
corsivo, credo, o piᅵ forme di corsivo, perfino in cinese ci
sono forme corsive, ma NELLA STAMPA in genere solo l'alfabeto
latino ha tanta variabilitᅵ e in particolare la mescolanza di
maiuscolo e minuscolo nella stessa parola.
(Di fatto ci sono 4 alfabeti latini: tondo e corsivo, ciascuno
maiuscolo e minuscolo)
Correggetemi se sbaglio.
--
"Je ne suis pas vulgaire, je suis grossier, MERDE!"
-- Coluche (Michel Colucci)
Dovᅵvi usarᅵ la 'ᅵ': "moᅵᅵ$ti", $pᅵciaᅵmᅵntᅵ parᅵando di ricchi,
anzi, dᅵi grandi ricchi, dᅵi ricchioni.
--
"Le mariage est la seule aventure ouverte aux lᅵches."
-- Voltaire
Nel frattempo sto scrivendo una tragedia dove non si salva
nessuno:
"L'importanza di chiamarsi Contesto."
Protagonista ed antagonista sono due traduttori che si scannano
a vicenda per un aggettivo.
(Sᅵ, tutte le mie opere teatrali s'intitolano cosᅵ, copiando
modelli pre-esistenti: io sono un convinto riciclista)
--
"The more I see of men the more I admire dogs."
-- M.me De Sevignᅵ, 1626-1696
>> Soᅵo i poveracci sono modesti.
>> (Goethe)
> Nel frattempo sto scrivendo una tragedia dove non si salva
> nessuno:
> "L'importanza di chiamarsi Contesto."
> Protagonista ed antagonista sono due traduttori che si scannano
> a vicenda per un aggettivo.
Vuoi dire che hai giᅵ scritto la tragedia in versi "L'importanza di
chiamarsi Anapesto", dove i protagonisti-antagonisti si rispondono per le
rime e poi si picchiano a morte?
> (Sᅵ, tutte le mie opere teatrali s'intitolano cosᅵ, copiando
> modelli pre-esistenti: io sono un convinto riciclista)
Come dev'essere un povericlista che ᅵ titolare del trattamento dei messaggi
sensibili.
Complimenti!
Per un istante ho temuto che tu fossi un comunista...
Ciao.
Epimeteo
---
"... qualcuno era comunista perchᅵ si sentiva solo.
Qualcuno era comunista perchᅵ aveva avuto un'educazione troppo cattolica.
Qualcuno era comunista perchᅵ il cinema lo esigeva, il teatro lo esigeva, la
pittura lo esigeva, la letteratura anche. lo esigevano tutti.
Qualcuno era comunista perchᅵ 'La storia ᅵ dalla nostra parte...' "
http://www.youtube.com/watch?v=emoFu3iejiQ
(cit. citazionista)
(SNIP)
>> Allora noi per distinguerci Maiuscolizziamo solo i verbi.
>> Ti�! Ciapa!
> Per Distinguerci, Vorrai Dire.
Scrivere le lettere iniziali in maiuscolo, anche solo per i verbi, � troppo
facile: per distinguerci veramente dai tedeschi dovremmo inventare anche i
numeri iniziali maiuscoli, magari con un preciso significato matematico...
O li hanno gi� inventati?
EpimeteO
---
"... scriver� il tuo nome in maiuscolo,
fino a che non sia grande come te...
Sai, mi fa confondere questo averti qui.
io quasi colpevole di poterti dire che
tu esisti dentro me..."
http://www.youtube.com/watch?v=bJLh7P32Dow
(cit. capitale)
E non dimenticare la lingua di Internet, le lettere maiuscole significa
GRIDARE!
E acronimi: http://www.netlingo.com/acronyms.php.
> Correggetemi se sbaglio.
...chi sono io per correggere qualcuno ...(who am I to correct
somebody)
Non ho capito molto, ma ciᅵ che mi piaceva era il suo modo sostenuto le
sue parole con le mani e il linguaggio del corpo. Soprattutto nel sud
Italia che usano le mani per mettere piᅵ forza nelle loro parole. Ho
capito ci sono piᅵ di 100 gesti. Ho comprato un libro chiamato "senza
parole". Credo che gesti arricchisce di una lingua. Noi Olandese non
facciamo piᅵ di tanto.
(I didn't understand much. But what I liked was the way he supported
his words with his hands and body language. Especially in the south of
Italy they use their hands to put more 'force' into their words. I
understood there are more than 100 gestures. I bought a book called
"senza parole". I believe gestures enriches a language. We Dutch don't
do that much.)
Hai ragione.
La capitalizzazione tedesca nacque soltanto nel barocco per le parole
con articolo (sostantivo in tedesco � Hauptwort = parola
principale,importante) e nel danese che si usava anche in Norvegia
(unione politica 1521-1814). Ma anche nel inglese e svedese si
accentuavano i sostantivi �importanti� cos�, fino a 1750 pi� o meno.
Una �sostantivizzazione� dei verbi capita spesso nel tedesco, quindi
si scrivono anche con maiuscoli (ad es. das Lesen macht Freude etc).
Si ri-(?)introdusse l�ortografia con minuscole in Norvegia nel 1869,
in Dinamarca soltanto nel 1948.
Molti autori usano soltanto minuscole per atrarre l�attenzione dei
lettori, capita anche nella pubblicit� o per comunicare convinzioni
(gott = Dio) etc. Questo giuoco con maiuscole/minuscole offre delle
possibilit� innumer�voli in questa lingua flessibile.
Ciao,
Wolfgang
--------------------------------------------------
(snip scorretto)
>> Correggetemi se sbaglio.
> ...chi sono io per correggere qualcuno ...(who am I to correct somebody)
"Se sbalio, mi corigerete..."
(cit. sacrosanta)
Vi benedico.
Epimeteo IX
---
"... se hai sbagliato ᅵ uguale,
anche se adesso fa male...
Se hai amato era amore
e non ᅵ mai un errore...
Era bello guardarti e tenerti per mano
o anche solo immaginarti da lontano..."
http://www.youtube.com/watch?v=mU9a3ruUG0g
(cit. giusta)
>> ...chi sono io per correggere qualcuno ...(who am I to correct somebody)
> "Se sbalio, mi corigerete..."
> (cit. sacrosanta)
> Vi benedico.
Ma io no sono una sacrosanta....:)
Dicono tutte cosᅵ...
In veritᅵ io ti dico: l'amore che tu dimostri verso la lingua italiana e
l'impegno che metti nell'impararla (nonostante le azioni di disturbo e di
depistaggio dei "povericlisti") ti porteranno alla santitᅵ e ti eleveranno
agli altari con il nome di "santa Renata Crisostoma":
http://it.wikipedia.org/wiki/San_Giovanni_Crisostomo
Vossibenedica.
Epimeteo
----
"..sono una donna,
non sono una santa,
non tentarmi, non sono una santa...
Non mi portare
nel bosco di sera,
ho paura nel bosco di sera..."
http://www.youtube.com/watch?v=dDG711xFLE0
(cit. sacrosanta)
> "Enrico Gregorio" <greg...@math.unipd.it> ha scritto nel messaggio
> news:110520100018411944%greg...@math.unipd.it...
> > ADPUF <flyh...@mosq.it> scrive:
>
> (SNIP)
> >> Allora noi per distinguerci Maiuscolizziamo solo i verbi.
> >> Ti�! Ciapa!
>
> > Per Distinguerci, Vorrai Dire.
>
> Scrivere le lettere iniziali in maiuscolo, anche solo per i verbi, � troppo
> facile: per distinguerci veramente dai tedeschi dovremmo inventare anche i
> numeri iniziali maiuscoli, magari con un preciso significato matematico...
> O li hanno gi� inventati?
Al giorno d'oggi scriviamo quasi sempre i numeri maiuscoli. Quelli
"minuscoli" si trovano in libri di qualit� per le date e i numeri di
pagina: sono quelli in cui le cifre 3 4 5 7 9 hanno discendenti, 6 8
hanno ascendenti e 1 2 0 sono di altezza pari alla "o".
Ciao
Enrico
> Dicono tutte cosᅵ...
> In veritᅵ io ti dico: l'amore che tu dimostri verso la lingua italiana e
> l'impegno che metti nell'impararla (nonostante le azioni di disturbo e di
> depistaggio dei "povericlisti") ti porteranno alla santitᅵ e ti eleveranno
> agli altari con il nome di "santa Renata Crisostoma":
> http://it.wikipedia.org/wiki/San_Giovanni_Crisostomo
> Vossibenedica.
> Epimeteo
> ----
> "..sono una donna,
> non sono una santa,
> non tentarmi, non sono una santa...
> Non mi portare
> nel bosco di sera,
> ho paura nel bosco di sera..."
> http://www.youtube.com/watch?v=dDG711xFLE0
> (cit. sacrosanta)
lol Tu sei troppo gentile :)ᅵ vero, mi piace le lingue. Al momento
Italiano ᅵ la mio lingua preferita.
Pensi che vorrebbe sedersi (San Giovanni Crisostomo) accanto a un(a)
pagano (pagana ?) come me?
che sono povericlisti?
> Al giorno d'oggi scriviamo quasi sempre i numeri maiuscoli. Quelli
> "minuscoli" si trovano in libri di qualità per le date e i numeri di
> pagina: sono quelli in cui le cifre 3 4 5 7 9 hanno discendenti, 6 8
> hanno ascendenti e 1 2 0 sono di altezza pari alla "o".
Quelli del font Georgia, per esempio.
--
Vuolsi così colà dove si puote
ciò che si vuole, e più non dimandare.
[ T H I S S P A C E I S F O R R E N T ]
Lo so, ma era un modo per evidenziare, non per gridare.
Io sussurro sempre, ai cavalli, ai muli e pure agli asini.
>> Correggetemi se sbaglio.
> ...chi sono io per correggere qualcuno ...(who am I to correct
> somebody)
Tutti sbagliano, perfino io! :-)
E tutti sanno qualcosa e possono correggere.
--
"Well, if I called the wrong number, why did you answer the
phone?"
-- James Thurber
Sᅵ, in versi catalettici!
I due sono vestiti alla moda settecentesca, come Alfieri e
Parini, e si prendono a testate con le parrucche incipriate che
impolverano tutta la scena.
>> (Sᅵ, tutte le mie opere teatrali s'intitolano cosᅵ, copiando
>> modelli pre-esistenti: io sono un convinto riciclista)
>
> Come dev'essere un povericlista che ᅵ titolare del trattamento
> dei messaggi sensibili.
> Complimenti!
> Per un istante ho temuto che tu fossi un comunista...
Io, povericiclista, sono oltre, molto oltre, oltrissimo queste
ideologie del passato remoto...
> "... qualcuno era comunista perchᅵ si sentiva solo.
> Qualcuno era comunista perchᅵ aveva avuto un'educazione troppo
> cattolica.
> Qualcuno era comunista perchᅵ il cinema lo esigeva, il teatro
> lo esigeva, la pittura lo esigeva, la letteratura
> anche. lo esigevano tutti.
> Qualcuno era comunista perchᅵ 'La storia ᅵ dalla nostra
> parte...' "
Qualcuno era comunista per convenienza... adesso invece pure (ᅵ
nel PDL).
--
In a hotel in Athens:
"Visitors are expected to complain at the office between the
hours of 9 and 11 a.m. daily."
Gaber perᅵ era milanese, immigrato come tanti milanesi di
successo (Iannacci, Celentano, Abatantuono, ...).
> Ho capito ci sono piᅵ di 100 gesti.
> Ho comprato un libro chiamato "senza parole". Credo che gesti
> arricchisce di una lingua. Noi Olandese non facciamo piᅵ di
> tanto.
>
> (I didn't understand much. But what I liked was the way he
> supported his words with his hands and body language.
> Especially in the south of Italy they use their hands to put
> more 'force' into their words. I understood there are more
> than 100 gestures. I bought a book called "senza parole". I
> believe gestures enriches a language. We Dutch don't do that
> much.)
I nordeuropei sono inibiti nell'espressione corporea.
Quali sono le cause? Religiose? La Riforma protestante ha
influito?
Oppure sono cause climatiche? Nel freddo si tiene le mani in
tasca e ci si copre la faccia e le orecchie (qualcuno si
esprime anche movendo le orecchie...)
--
"Heavier-than-air flying machines are impossible."
-- Lord Kelvin
Ecco!
Mi pare che nei libri Einaudi si vedano i numeri cos�.
--
"Old people look back on the past, young people look back on the
future."
-- Exam howlers as noted by Eric W. N. Smith
> Al giorno d'oggi scriviamo quasi sempre i numeri maiuscoli. Quelli
> "minuscoli" si trovano in libri di qualit� per le date e i numeri di
> pagina: sono quelli in cui le cifre 3 4 5 7 9 hanno discendenti, 6 8
> hanno ascendenti e 1 2 0 sono di altezza pari alla "o".
Lo sapevo... (:�-[
Appena proponi qualcosa di nuovo, i grandi matemiclisti ti mettono di fronte
alla tua abissale ignoranza!
Per�, pi� che di "maiuscolitudine" o di "minuscolitudine", quindi anche di
"forma", in questo caso a me sembra che si tratti essenzialmente di
"corpo"...
Ciao.
Epimeteo
---
"... � il mio corpo che cambia
nella forma e nel colore,
� in trasformazione...
E' una strana senzazione,
in un bagno di sudore,
� il mio corpo che cambia
e cambia..."
http://www.youtube.com/watch?v=qkCBYzEPCkI
(cit. corporale)
> lol Tu sei troppo gentile :)ᅵ vero, mi piace le lingue. Al momento
> Italiano ᅵ la mio lingua preferita.
"la miO"?
Eh, eh, eh... Facciamo finta di non vedere "mi piace le lingue" (verbo al
singolare) invece di "mi piacciono le lingue" (verbo al plurale), ma il
femminile non si puᅵ mescolare al maschile, almeno nella grammatica
italiana:
"....l'italiano ᅵ lA miA linguA preferitA"
> Pensi che vorrebbe sedersi (San Giovanni Crisostomo) accanto a un(a)
> pagano (pagana ?) come me?
Non solo Giovanni Crisostomo, ma tutti i "Dottori della Chiesa"
http://it.wikipedia.org/wiki/Dottore_della_Chiesa
si siederebbero vicino a te...
> che sono povericlisti?
E' una storia difficile da spiegare: i "povericlisti" siamo tutti noi
frequentatori di ICLI (it.cultura.linguistica.italiano).
Ciao.
Epimeteo
---
"... ma ero stanco di sentirmi come
uno straccio sotto ai tuoi piedi:
mi sarebbe esploso il cuore prima o poi...
Alla parte non mi presto del "povero cristo"
e perchᅵ mai tu l'hai data a me?"
http://www.youtube.com/watch?v=AUe_U65gQHE
(cit. povericristica)
oh....era tu nel libro! (the horse whisperer)
> "....l'italiano ᅵ lA miA linguA preferitA"
non so perchᅵ faccio ancora questi errori, non sono una principiante
(principianta ?). Devo pensare da una scusa :0)
Forse una mea culpa farᅵ (maybe a mea culpa will do).
> ma il femminile non si puᅵ mescolare al maschile, almeno nella grammatica
> italiana:
ᅵ l'unica cosa che non ᅵ "miscelabile" in italiano :) La grammatica
Italiana mi ..... (Italian grammar baffles me.)
Sono una persona uditiva. Quando imparo una lingua puramente a orecchio
(by hearing), va veloce. Quando devo imparare una lingua solamente per
la grammatica va lentamente. Penso che dovrei andare a vivere da pochi
mesi in Italia. Ma la mia famiglia non puᅵ perdermi (miss me) questa ᅵ
una dilemma ......(solo per la cottura e il lavaggio, senza dubbio)
> Non solo Giovanni Crisostomo, ma tutti i "Dottori della Chiesa"
> http://it.wikipedia.org/wiki/Dottore_della_Chiesa
> si siederebbero vicino a te...
Certamente lo darᅵ una tazza di tᅵ ᅵ un biscotto e parliamo della fede.
(faith)
>che sono povericlisti?
> E' una storia difficile da spiegare: i "povericlisti" siamo tutti noi
> frequentatori di ICLI (it.cultura.linguistica.italiano).
Mi piace il "blend" (contaminatie in Dutch)
http://en.wikipedia.org/wiki/Blend
> Epimeteo wrote :
> > ma il
> > femminile non si pu� mescolare al maschile, almeno nella grammatica
> > italiana:
>
> > "....l'italiano � lA miA linguA preferitA"
>
> non so perch� faccio ancora questi errori, non sono una principiante
> (principianta ?). Devo pensare da una scusa :0)
Gli aggettivi in "e" generalmente non hanno forme distinte per maschile
e femminile. "Devo pensare /a/ una scusa".
> Forse una mea culpa far� (maybe a mea culpa will do).
La locuzione "mea culpa" �, di solito, maschile: un mea culpa.
> > ma il femminile non si pu� mescolare al maschile, almeno nella grammatica
> > italiana:
> � l'unica cosa che non � "miscelabile" in italiano :) La grammatica
> Italiana mi ..... (Italian grammar baffles me.)
sconcerta
> Sono una persona uditiva. Quando imparo una lingua puramente a orecchio
> (by hearing), va veloce. Quando devo imparare una lingua solamente per
> la grammatica va lentamente. Penso che dovrei andare a vivere da pochi
> mesi in Italia. Ma la mia famiglia non pu� perdermi (miss me) questa �
> una dilemma ......(solo per la cottura e il lavaggio, senza dubbio)
Imparare una lingua solo con la grammatica � sbagliato. Meglio cercare
di capire e di parlare.
Concordanze: "Quando devo imparare ..., /vado/ lentamente", perch� il
soggetto � "io".
> > Non solo Giovanni Crisostomo, ma tutti i "Dottori della Chiesa"
> > http://it.wikipedia.org/wiki/Dottore_della_Chiesa
> > si siederebbero vicino a te...
> Certamente lo dar� una tazza di t� � un biscotto e parliamo della fede.
> (faith)
"Gli dar�"
> >che sono povericlisti?
> > E' una storia difficile da spiegare: i "povericlisti" siamo tutti noi
> > frequentatori di ICLI (it.cultura.linguistica.italiano).
� un gioco di parole: si dice "poveri cristi" per indicare qualcuno
che ha disgrazie.
Ciao
Enrico
> "Enrico Gregorio" <greg...@math.unipd.it> ha scritto nel messaggio
> news:110520101632114409%greg...@math.unipd.it...
> > Epimeteo <ep...@tin.it> scrive:
> >> Scrivere le lettere iniziali in maiuscolo, anche solo per i verbi, �
> >> troppo facile: per distinguerci veramente dai tedeschi dovremmo inventare
> >> anche i numeri iniziali maiuscoli, magari con un preciso significato
> >> matematico...
> >> O li hanno gi� inventati?
>
> > Al giorno d'oggi scriviamo quasi sempre i numeri maiuscoli. Quelli
> > "minuscoli" si trovano in libri di qualit� per le date e i numeri di
> > pagina: sono quelli in cui le cifre 3 4 5 7 9 hanno discendenti, 6 8
> > hanno ascendenti e 1 2 0 sono di altezza pari alla "o".
>
> Lo sapevo... (:�-[
> Appena proponi qualcosa di nuovo, i grandi matemiclisti ti mettono di fronte
> alla tua abissale ignoranza!
> Per�, pi� che di "maiuscolitudine" o di "minuscolitudine", quindi anche di
> "forma", in questo caso a me sembra che si tratti essenzialmente di
> "corpo"...
Infatti � solo una distinzione tipografica che con la matematica non
ha nulla a che fare. Per me le cifre dovrebbero essere di forma molto
diversa: si potrebbe prendere spunto dai Maya
0
1 -> .
2 -> :
3 -> |
4 -> |.
5 -> |:
6 -> ||
7 -> ||.
8 -> ||:
9 -> |||
(forse andrebbero ruotate, magari in diagonale). Cos� sarebbe molto
pi� facile fare le somme. Ma le forme usuali sono pi� belle, non c'�
che dire: vengono dalla calligrafia araba, dopo tutto.
Ciao
Enrico
> Gli aggettivi in "e" generalmente non hanno forme distinte per maschile
> e femminile. "Devo pensare /a/ una scusa".
Questa frase ᅵ buona per ricordare!
Grazie mille per tutte le vostre correzioni, realmente lo apprezzo.
>> Quando devo imparare una lingua solamente per
>> la grammatica va lentamente.
> Concordanze: "Quando devo imparare ..., /vado/ lentamente", perchᅵ il
> soggetto ᅵ "io".
I wanted to say: when I have to learn a language only by grammatica, it
will go slow.
'it' refers to 'the learning process'. How should I have translated it?
Le somme sì, ma moltiplicazioni e divisioni no.
D'altra parte le stesse cifre romane nascevano con l'intento di fare
*somme*, e per quello andavano benone. Sono chiaramente derivate,
infatti, dai segni che si fanno per fare somme quando si conta:
I uno
II due
III tre
il cinque si fa tirando una riga trasversale, che è poi diventata V, e
il quattro - in origine IIII - è poi diventato più rapidamente "V meno
uno", cioè IV.
Poi VI, VII, VIII, e il dieci lo fai con una X che non sono altro che
due V attaccate per il vertice. Per il nove vale il discorso dell'"X
meno uno" (e del fatto che in origine era VIIII).
Inoltre in questo sistema manca il concetto di "zero", che in matematica
è invece importantissimo.
Tant'è che il sistema romano è stato abbandonato in favore dei numeri
arabi. Non credo proprio che reintrodurre un sistema di concezione
"romana" sarebbe un progresso.
--
Massimo Bacilieri AKA Crononauta
> On 12/05/2010 10.09, Enrico Gregorio wrote:
> > (forse andrebbero ruotate, magari in diagonale). Cos� sarebbe molto
> > pi� facile fare le somme. Ma le forme usuali sono pi� belle, non c'�
> > che dire: vengono dalla calligrafia araba, dopo tutto.
>
> Le somme s�, ma moltiplicazioni e divisioni no.
> D'altra parte le stesse cifre romane nascevano con l'intento di fare
> *somme*, e per quello andavano benone. Sono chiaramente derivate,
> infatti, dai segni che si fanno per fare somme quando si conta:
>
> I uno
> II due
> III tre
> il cinque si fa tirando una riga trasversale, che � poi diventata V, e
> il quattro - in origine IIII - � poi diventato pi� rapidamente "V meno
> uno", cio� IV.
>
> Poi VI, VII, VIII, e il dieci lo fai con una X che non sono altro che
> due V attaccate per il vertice. Per il nove vale il discorso dell'"X
> meno uno" (e del fatto che in origine era VIIII).
>
> Inoltre in questo sistema manca il concetto di "zero", che in matematica
> � invece importantissimo.
>
> Tant'� che il sistema romano � stato abbandonato in favore dei numeri
> arabi. Non credo proprio che reintrodurre un sistema di concezione
> "romana" sarebbe un progresso.
Ovviamente 0 rimarrebbe tale e quale, ci mancherebbe! La notazione
Maya � comodissima per le addizioni: ogni volta che si hanno tre
puntini si fa una sbarra al loro posto; tre sbarre pi� un puntino
danno 0 e il puntino si trasporta all'ordine superiore.
La tavola pitagorica rimane indispensabile per le moltiplicazioni;
il vantaggio del sistema posizionale � indiscutibile. Il problema
dei Maya era una tavola pitagorica 20x20 (be', basta 18x18, ma non
cambia) rispetto alla nostra 10x10 (riducibile a 8x8).
Ciao
Enrico
> Enrico Gregorio used his keyboard to write :
> >> non so perch� faccio ancora questi errori, non sono una principiante
> >> (principianta ?). Devo pensare da una scusa :0)
>
> > Gli aggettivi in "e" generalmente non hanno forme distinte per maschile
> > e femminile. "Devo pensare /a/ una scusa".
> Questa frase � buona per ricordare!
>
> Grazie mille per tutte le vostre correzioni, realmente lo apprezzo.
>
> >> Quando devo imparare una lingua solamente per
> >> la grammatica va lentamente.
> > Concordanze: "Quando devo imparare ..., /vado/ lentamente", perch� il
> > soggetto � "io".
> I wanted to say: when I have to learn a language only by grammatica, it
> will go slow.
> 'it' refers to 'the learning process'. How should I have translated it?
In italiano verrebbe una frase pi� complicata; si pu� usare l'infinito
come nome:
Il mio imparare l'italiano con la grammatica � lento
ma sarebbe una frase molto artificiosa. Meglio
Quando cerco di imparare l'italiano con la grammatica vado lentamente
oppure anche "vado lenta".
Ciao
Enrico
grazie, it struck me that things are formulated differently in Italian
than in other languages, perhaps more formal, che rendono piᅵ
complicato :)
Direi che mancava la "cifra" zero, ma il concetto di zero (casella
vuota) l'avevano, altrimenti non avrebbero potuto fare l'addizione con
le scanalature o con l'abaco.
k
> Infatti � solo una distinzione tipografica che con la matematica non
> ha nulla a che fare. Per me le cifre dovrebbero essere di forma molto
> diversa: si potrebbe prendere spunto dai Maya
>
> 0
> 1 -> .
> 2 -> :
> 3 -> |
> 4 -> |.
> 5 -> |:
> 6 -> ||
> 7 -> ||.
> 8 -> ||:
> 9 -> |||
Se sono queste o queste altre:
http://www.nwo.it/numbers_maya.gifv
meglio tenerci quelle che abbiamo. :-))
k
> Mi piace il "blend" (contaminatie in Dutch)
> http://en.wikipedia.org/wiki/Blend
Io preferisco il single malt
http://en.wikipedia.org/wiki/Single_malt
(non è stato Joyce a inventare il blend, nel senso di parole composte,
parole valigia come Fin-negans wake
--
Eîpen dè ho Iesoûs, oudè egó se katakríno: poreúou, kaì
apò toû nûn mekéti hamártane (Euaggélion katà Ioánnen, 8,11)
> (non è stato Joyce a inventare il blend, nel senso di parole composte,
> parole valigia come Fin-negans wake
)?
hai bevuto troppo malt, perchᅵ anche io non lo capisco lol
Non credo che sia una cosa genetica, credo che sia culturale.
Prendiamo due bambini e scambiamoli alla nascita e vedremo.
(Esperimento solo ideale...)
>> Oppure sono cause climatiche? Nel freddo si tiene le mani in
>> tasca e ci si copre la faccia e le orecchie (qualcuno si
>> esprime anche movendo le orecchie...)
>
> Nei Paesi Bassi ᅵ maleducato parlare con qualcuno, mentre le
> mani in tasca, almeno per la mia generazione.
"... _tenendo_ le mani in tasca..."
Una volta un uomo doveva togliersi il cappello ogni volta che
incontrava un conoscente per strada...
--
In a Bucharest hotel lobby:
"The lift is being fixed for the next day. During that time we
regret that you will be unbearable."
L'italiano fu lingua scritta, piᅵ che parlata, per molto tempo,
perciᅵ appare piᅵ formale delle altre.
--
In the lobby of a Moscow hotel across from a Russian Orthodox
monastary:
You are welcome to visit the cemetery where famous Russian and
Soviet composers, artists, and writers are buried daily except
Thursday.
> La tavola pitagorica rimane indispensabile per le
> moltiplicazioni; il vantaggio del sistema posizionale �
> indiscutibile. Il problema dei Maya era una tavola pitagorica
> 20x20 (be', basta 18x18, ma non cambia) rispetto alla nostra
> 10x10 (riducibile a 8x8).
Quando ero bambino le tavole pitagoriche (dette tabelline) erano
stampate sulla carta assorbente dei quaderni (si scriveva con
penna e calamaio); talvolta erano 12x12.
Chiss� i babilonesi con il sistema a base 60 che tavolone
moltiplicative che avevano...
--
"All formal dogmatic religions are fallacious and must never be
accepted by self-respecting persons as final."
-- Hypatia of Alexandria
> "... _tenendo_ le mani in tasca..."
> Una volta un uomo doveva togliersi il cappello ogni volta che
> incontrava un conoscente per strada...
avete ancora? :P
inoltre, ᅵ difficile togliersi il cappello tenendo le mani in tasca
> Enrico Gregorio, 12:31, mercoled� 12 maggio 2010:
>
> > La tavola pitagorica rimane indispensabile per le
> > moltiplicazioni; il vantaggio del sistema posizionale �
> > indiscutibile. Il problema dei Maya era una tavola pitagorica
> > 20x20 (be', basta 18x18, ma non cambia) rispetto alla nostra
> > 10x10 (riducibile a 8x8).
>
>
> Quando ero bambino le tavole pitagoriche (dette tabelline) erano
> stampate sulla carta assorbente dei quaderni (si scriveva con
> penna e calamaio); talvolta erano 12x12.
C'erano in effetti alcuni quaderni (a quadretti) che avevano in
fondo la tavola pitagorica con le tabelline dell'11 e del 12.
Per distinguersi, credo, visto che non servono a niente.
> Chiss� i babilonesi con il sistema a base 60 che tavolone
> moltiplicative che avevano...
Usavano quaderni formato A3.
Ciao
Enrico
> C'erano in effetti alcuni quaderni (a quadretti) che avevano in
> fondo la tavola pitagorica con le tabelline dell'11 e del 12.
> Per distinguersi, credo, visto che non servono a niente.
Non servono a niente? Chiss� quanti calcoli avr� fatto ADPUF con
prodotti con 11 e 12, senza calcolatrice! :-))
k
Sicuramente ᅵ un fattore socio-culturale.
Il veneziano che era naufragato sulle coste svedesi e poi ha portato lo
stoccafisso in Italia, era rimasto impressionato dalla mancanza di
inibizione delle donne svedesi quando si spogliavano per lavarsi,
rispetto alle italiane.
k
> Il veneziano che era naufragato sulle coste svedesi e poi ha portato
> lo stoccafisso in Italia,
che io sappia il pesce veloce del Baltico non ha nulla a che fare col
Baltico bensi' col mare del Nord e il naufrago era alle Lofoten (in
Norvegia) dove tuttora si possono pescare i merluzzi dalle camere
d'albergo.
--
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> ADPUF ha scritto:
> > Renee, 09:25, mercoled� 12 maggio 2010:
> >> ADPUF explained on 11-5-2010 :
> >>
> >>> I nordeuropei sono inibiti nell'espressione corporea.
> >> � vero, forse la paura di rivelare qualcosa di se stesso,
> >> moderazione
> >>> Quali sono le cause? Religiose? La Riforma protestante ha
> >>> influito?
> >> che ha avuto una grande influenza, ma credo che � qualcosa nei
> >> nostri geni :)
> >
> >
> > Non credo che sia una cosa genetica, credo che sia culturale.
> > Prendiamo due bambini e scambiamoli alla nascita e vedremo.
> > (Esperimento solo ideale...)
>
> Sicuramente � un fattore socio-culturale.
> Il veneziano che era naufragato sulle coste svedesi e poi ha portato lo
> stoccafisso in Italia, era rimasto impressionato dalla mancanza di
> inibizione delle donne svedesi quando si spogliavano per lavarsi,
> rispetto alle italiane.
Norvegesi, per la precisione: isole Lofoten. Era il patrizio
veneziano Pietro Querini.
All'epoca la Norvegia era unita a Danimarca e Svezia (unione di Kalmar),
ma formalmente autonoma.
Ciao
Enrico
> Enrico Gregorio ha scritto:
>
>> C'erano in effetti alcuni quaderni (a quadretti) che avevano in fondo
>> la tavola pitagorica con le tabelline dell'11 e del 12. Per
>> distinguersi, credo, visto che non servono a niente.
>
> Non servono a niente? Chissà quanti calcoli avrà fatto ADPUF con
> prodotti con 11 e 12, senza calcolatrice! :-))
Beh, in effetti quella dell'11 è utile quasi quanto quella dello 0...
--
Vuolsi così colà dove si puote
ciò che si vuole, e più non dimandare.
[ T H I S S P A C E I S F O R R E N T ]
>> Sicuramente � un fattore socio-culturale.
>> Il veneziano che era naufragato sulle coste svedesi e poi ha portato lo
>> stoccafisso in Italia, era rimasto impressionato dalla mancanza di
>> inibizione delle donne svedesi quando si spogliavano per lavarsi,
>> rispetto alle italiane.
>
> Norvegesi, per la precisione: isole Lofoten. Era il patrizio
> veneziano Pietro Querini.
Vero, anche quello che ha detto Drogo, era Norvegia non Svezia.
Ho visto un documentario in cui si intervistava un produttore di
stoccafisso dell'isola di A con il cerchietto sopra (come angstrom), e
diceva che il novanta per cento della loro produzione, che � anche
l'unica risorsa dell'isola, viene esportato in Veneto. Una delegazione
di questi isolani era stata ricevuta, qui da noi, dalla Confraternita
del merluzzo (ma � stoccafisso) alla vicentina. :-)
k
k
No, ormai nessuno porta piᅵ il cappello.
Mio padre lo portava, sempre, fuori di casa.
I cowboy lo portavano anche in casa, anche a letto.
> inoltre, ᅵ difficile togliersi il cappello tenendo le mani in
> tasca
ahahahah!!!
Vero!
Perᅵ se togli le mani di tasca ti possono cadere i pantaloni...
Qui in Friuli uno che teneva le mani in tasca era considerato un
fannullone, quasi peggio che essere criminali.
--
"Is that a gun in your pocket, or are you just happy to see me?"
-- Mae West
Opportunamente agganciati all'amo da un apposito addetto...
--
In a Swiss mountain inn:
"Special today - no ice cream."
Questa situazione di un unico compratore con molti venditori, in
economia si chiama "monopsonio", contrapposta a "monopolio".
Sarebbe nel loro interesse di venditori che il bacal� diventasse
di moda ovunque nel mondo, anche in Cina.
--
Advertisement for donkey rides in Thailand:
"Would you like to ride on your own ass?"
Io faccio i conti toccandomi il naso con le dita.
� preoccupante, psicoanaliticamente?
Una volta le uova e le rose si compravano a dozzine.
--
"I don't claim anything in this document is accurate to within a
factor of �; after all, I'm just an astronomer, and we like to
set c=h=k=�=1 . When the answer is wrong, we just redefine the
units."
-- Michael E. Ressler, LyX Documentation Team.
Beh, il dodici poteva servire a tutti quei scolari che dovevano
andare in Gran Bretagna o in America a fare il master in
economia aziendale, l'undici l'hanno messo per non lasciare il
vuoto (o per le squadre di calcio?)
>> Chiss� i babilonesi con il sistema a base 60 che tavolone
>> moltiplicative che avevano...
>
> Usavano quaderni formato A3.
Quaderni di creta molle, immagino...
--
"Dare con rilievo il comunicato che gli studenti ebrei non
possono frequentare le scuole italiane."
-- Min. Cul. Pop., 3 agosto 1938