>
> Voi dite...?
Non so, io non fumo.
GraZia
>> Voi dite...?
>
> Non so, io non fumo.
E il fornello l'accendi strofinando i rametti o con l'accendino?
> Voi dite...?
zolfanello
> [...]
> Voi dite...?
Bricheut (piemontese, variante biellese)
Roger
--
FAQ di ICLIt:
http://www.mauriziopistone.it/linguaitaliana.html
"Poveretto colui che per vedere le stelle ha bisogno di una botta in testa."
(Stanislaw J. Lec)
> > Non so, io non fumo.>
> E il fornello l'accendi strofinando i rametti o con l'accendino?
Mica siamo così antichi, qui. Si accende elettricamente.
GraZia
Se credo il cantante emiliano Dino Sarti, si dice "sulfanein" nella regione
di Bologna.
>
Jacques
avete le idee ben confuse, sono due cose diverse :-)
> Voi dite...?
il Gribaudo, alla voce brichet, aggiunge orgogliosamente: Inventato da
Domenico Ghiglione di Mondově, 1832.
Sotto solfo / sorfo "zolfo" ho trovato anche sufrin, con diverse
varianti (sofranin ecc.) ma č una voce che non ricordo nell'uso
--
Maurizio Pistone strenua nos exercet inertia Hor.
http://blog.mauriziopistone.it http://www.mauriziopistone.it
http://www.lacabalesta.it
http://blog.ilpugnonellocchio.it
> Su Focus, pag. 121, č riportata una cartina del nostro Paese, in cui
> appaiono, in diversi colori, le zone di diffusione dei diversi termini
> dialettali usati per dire "fiammifero". Quest'ultimo sarebbe diffuso
> principalmente nella fascia costiera della Toscana, in opposizione a
> zolfanel(lo), che "occupa" Veneto, Lombardia, Emilia ma anche Basilicata
> e salernitano e Sicilia meridionale. Fulminans compare in Marche,
> Abruzzo e altre zone, prosperi in basso Lazio, Puglia, nord Calabria. La
> Sicilia appare separata tra sirinu, sorfiru e zolfanello, in Calabria
> compare (solo provincia CZ) abbāttaru.
> In Piemonte e Liguria compare brichet, in Val d'Aosta alameta, in
> Lomellina (pių o meno) fochu.
> Voi dite...?
Veneto: fulminante.
Ciao
Enrico
> Sotto solfo / sorfo "zolfo" ho trovato anche sufrin, con diverse
> varianti (sofranin ecc.) ma è una voce che non ricordo nell'uso
Anch'io l'ho sentito solo da mia bisnonna (classe 1880) che appunto li
citava come termini che già per lei erano arcaici
E-R: fiammifero.
Zolfanello è una varietà del primo impregnata di zolfo per circa
mezzo centimetro sotto la capocchia che si accende per
sfregamento su qualunque superficie.
Altre varietè: i Minerva e i Cerini.
Bruno
> E-R: fiammifero.
> Zolfanello è una varietà del primo impregnata di zolfo per circa
> mezzo centimetro sotto la capocchia che si accende per
> sfregamento su qualunque superficie.
Ma ci sono ancora gli zolfanelli?
Mi ricordo che mentre bruciavano lo zolfo mandavano una puzza infernale.
> Bruno
> > Zolfanello è una varietà del primo impregnata di zolfo per circa
> > mezzo centimetro sotto la capocchia che si accende per
> > sfregamento su qualunque superficie.
Quelli sono i fiammiferi contro vento
> Ma ci sono ancora gli zolfanelli?
> Mi ricordo che mentre bruciavano lo zolfo mandavano una puzza infernale.
Erano i fiammiferi "familiari" che avevano la capocchia nera. Poi hanno cambiato
la formula e adesso hanno la capocchia rossa e non puzzano più
Qui a Padova sud: "fuminante". "Solfaneo" mi sembra di averlo sentito,
ma molto di rado.
Il mio caro zitu dice "sufareddu": una parola che ho ripetuto
all'infinito, per imparare il suono di "dd".
"Sufareddu" mi sembra sia il nome di un personaggio di una novella di un
importante autore siciliano(forse Sciascia?)
> Enrico Gregorio ha scritto:
> >
> > Veneto: fulminante.
>
> Qui a Padova sud: "fuminante". "Solfaneo" mi sembra di averlo sentito,
> ma molto di rado.
La "l" č sempre molto vaga, da queste parti: davanti alla "m" spesso
scompare. Un dizionario cita "solfarin", ma non l'ho mai sentito.
Proverň a chiedere a qualche veneziano, loro sono sempre piů forbiti. :)
Ciao
Enrico
>> > Zolfanello è una varietà del primo impregnata di zolfo per circa
>> > mezzo centimetro sotto la capocchia che si accende per
>> > sfregamento su qualunque superficie.
>
> Quelli sono i fiammiferi contro vento
No, quelli contro-vento avevano una cappellona rossiccia ma
niente zolfo attorno.
Gli zolfanelli poi, se ci soffiavi, si spegnevano come gli altri.
Non so bene a che servisse lo zolfo, forse a fat durare di più la fiamma.
Poi c'erano gli svedesi - ne ho ancora qui due scatole - che come i
Minerva si accendevano solo sulla loro scatola.
>> Ma ci sono ancora gli zolfanelli?
>> Mi ricordo che mentre bruciavano lo zolfo mandavano una puzza infernale.
> Erano i fiammiferi "familiari" che avevano la capocchia nera. Poi hanno
> cambiato
> la formula e adesso hanno la capocchia rossa e non puzzano più
Nein! quelli famigliari erano gli svedesi.
Bruno
Nel milanese e nell'ubertosa Brianza si sente dire anche "sulfer", in
Sicilia "pòsparu".
Insomma, nel primo caso di tratta di "zolfo", nel secondo di "fosforo".
Evidentemente usano (o usavano) combustibili diversi...
Ciao.
Epimeteo
---
"... trois allumettes une à une allumées dans la nuit...
La première pour voir ton visage tout entier,
la seconde pour voir tes yeux,
la dernière pour voir ta bouche...
Et l'obscurité tout entière pour me rappeler tout cela
en te serrant dans me bras..."
(cit. adolescentielle)
> Nein! quelli famigliari erano gli svedesi.
Direi di no: ho acceso molte volte i fiammiferi familiari (capocchia
rossa) sfregandoli sul cemento o altra superficie ruvida, cosa
impossibile con gli svedesi.
Ciao
Enrico
> Se credo il cantante emiliano Dino Sarti, si dice "sulfanein" nella regione
> di Bologna.
Non si dovrebbe dire 'se credo al cantante'? Usare il verbo in modo
intransitivo. Mentre si dice: 'credeva le cose più assurde', nel senso
di ritenere vero.
http://www.demauroparavia.it/28791
ciao
> Ma ci sono ancora gli zolfanelli?
> Mi ricordo che mentre bruciavano lo zolfo mandavano una puzza infernale.
E a proposito di Inferno, ecco cosa dice in proposito il Sommo:
http://img264.imageshack.us/img264/3071/infernorp6.jpg
Forse era arcaico a Torino, ma nel Monregalese, Cebano, Langa e
Monferrato si dice comunemente "sufrin", senza distingure tra zolfanello
e cerino.
Anzi si dice: "sufrin ëd bosch" (di legno), "sufrin ëd sira" (di cera).
k
> Nel milanese e nell'ubertosa Brianza si sente dire anche "sulfer", in
> Sicilia "pòsparu".
Immagino sia "pròsparu". A Cosenza si ode anche la forma "fròsparu".
> Insomma, nel primo caso di tratta di "zolfo", nel secondo di "fosforo".
> Evidentemente usano (o usavano) combustibili diversi...
Eggià, sono anche di gruppi diversi, secondo il noto fiammiferaio
Mendeleev...
> Zolfanello è una varietà del primo impregnata di zolfo per circa
> mezzo centimetro sotto la capocchia che si accende per
> sfregamento su qualunque superficie.
Infatti la scritta dice: fiammiferi impregnati.
Si accendono solo se non prendono umidità
A Roma se dice prospero.
Salutoni
Sanbette
> A Roma se dice prospero.
Hai detto 'n prospero, aho.
A Pavia il termine dialettale e' "sulfar". Ma chi parla italiano dice
fiammifero.
--
Yatta!,
War has changed
http://www.youtube.com/watch?v=ui-pvKkduEY
ma davero dici aho? Er cerino però costa de meno.. un risparambio da
gnente... basta nun esse l'urtimo a tenello...
Salutoni
Sanbette
Sě anche.
Intendevo comunque escludere dai "famigliari" gli zolfanelli.
Questo almeno avveniva nella mia famiglia.
Bruno
> Nein! quelli famigliari erano gli svedesi.
No gli svedesi sono quelli con una scatoletta e un cassettino
I familiari hanno una scatola che sembra una busta di colore giallo
> Forse era arcaico a Torino, ma nel Monregalese, Cebano, Langa e
> Monferrato si dice comunemente "sufrin", senza distingure tra zolfanello
> e cerino.
> Anzi si dice: "sufrin ëd bosch" (di legno), "sufrin ëd sira" (di cera).
Anche a Torino si dice brichèt ëd bòsch e brichèt ëd sira
Ho dimenticato l'accento su bòsch.
Comunque, molti dicono anche brichèt, tanto che ad Alba qualcuno crede
che il "borgo dei brichèt" sia il borgo dei fiammiferi, invece in questo
caso è il diminutivo di brich, collinetta.
k
>
> Immagino sia "pròsparu". A Cosenza si ode anche la forma "fròsparu".
"Pòsparu" è una delle numerose varianti di "pròspero", e si trova in
Sicilia, Calabria (non so precisamente dove), Puglia; in Lazio pròsparu,
in Abruzzo prospere.
>> Insomma, nel primo caso di tratta di "zolfo", nel secondo di "fosforo".
>> Evidentemente usano (o usavano) combustibili diversi...
Phosphorus è diventato posporus e poi prospero. :-))
Ho scoperto che "prospero" lo usa anche Gadda nel Pasticciaccio.
k
Gli svedesi avevano il fosforo (?) sulla scatola, come i Minerva, gli
altri sul fiammifero e sulla scatola cartavetro.
k
Mi meraviglio, romagnolo Bruno, per l'omissione.
A et un Furminant?
S.S.S.
> Comunque, molti dicono anche brichèt, tanto che ad Alba
Ma si pronuncia Briket come la Moratti o briscé?
Attinenza col Brachetto?
La prima che hai detto
> Attinenza col Brachetto?
Sì, perché quando manca la luce, si mette una candela in cima ad una
bottiglia di Brachetto vuota e la si accende con un brichetto. :-)
Roger
--
FAQ di ICLIt:
http://www.mauriziopistone.it/testi/linguaitaliana.html
"C'è solo una cosa che si frappone tra me e la grandezza. E sono io"
(Woody Allen, 21/12/2005)
> un risparambio da gnente...
"risparambio" non l'avevo mai sentito: piuttosto "sparambio", ma ho lasciato
Roma da più di trent'anni... Non so se sei uomo o donna e, quindi, se posso
chiederti l'età.
Ciao.
Sergio.
"FatherMcKenzie" <james.l...@MENOinfinito.it> ha scritto nel messaggio
news:gdh2tp$p4v$1...@tdi.cu.mi.it...
> Su Focus, pag. 121, č riportata una cartina del nostro Paese, in cui
> appaiono, in diversi colori, le zone di diffusione dei diversi termini
> dialettali usati per dire "fiammifero". Quest'ultimo sarebbe diffuso
> principalmente nella fascia costiera della Toscana, in opposizione a
> zolfanel(lo), che "occupa" Veneto, Lombardia, Emilia ma anche Basilicata e
> salernitano e Sicilia meridionale. Fulminans compare in Marche, Abruzzo e
> altre zone, prosperi in basso Lazio, Puglia, nord Calabria. La Sicilia
> appare separata tra sirinu, sorfiru e zolfanello, in Calabria compare
> (solo provincia CZ) abbāttaru.
> In Piemonte e Liguria compare brichet, in Val d'Aosta alameta, in
> Lomellina (pių o meno) fochu.
> Voi dite...?
Prospero.
--
lu.
Ultima Badessa Di Passaggio
*Ma vengo spesso a Trieste in segreto.
La respiro, libero e solo e non mi sazio.
Sono un amante notturno.*
Gabriele d'Annunzio
Masculo sugnu!! E con un po' di capelli bianchi in testa...
Però è vero, nella forma "pura" si dice (anzi si diceva) sparambio.
Ma quale dialetto ormai può considerarsi tale? Il romanesco poi, molto più
di altri dialetti e complice Roma capitale, ha subito una profonda
"italianizzazione", perdendo quei vocaboli propri del vernacolo che lo
distingueva e rimanendo poco più di una cadenza. Se poi vogliamo seguire un
certo filone cinematografico.. "monnezzaro" (senza nulla togliere al
bravissimo Thomas Milian che li interpretò e che Amendola nel remake
sicuramente non ha eguagliato), scadiamo solo nel più sordido "burinese"...
Comunque... "Fatece largo che passamo noi, 'sti giovanotti de 'sta Roma
bbella..." (Epy dove sei... help me...)
Salutoni
Sanbette
> Immagino sia "pròsparu". A Cosenza si ode anche la forma "fròsparu".
Quella che conosco io è "pòsparu", ma non escludo, come ha già detto Karla,
il "pròsparu" o altre varianti presenti in parte della Calabria e nel
Salento:
http://scn.wikipedia.org/wiki/Salintinu
>> Insomma, nel primo caso di tratta di "zolfo", nel secondo di "fosforo".
>> Evidentemente usano (o usavano) combustibili diversi...
> Eggià, sono anche di gruppi diversi, secondo il noto fiammiferaio
> Mendeleev...
Il piccolo fiammiferaio o il piccolo chimico?
Non lo sapremo mai.
Mi benedica.
Epimeteo
---
"... tu non sapevi di avere una coscienza al fosforo
piantata tra l'aorta e l'intenzione,
noi ti abbiamo osservato
dal primo battere del cuore
fino ai ritmi più brevi
dell'ultima emozione..."
http://www.youtube.com/watch?v=Q1i2gk8GOdQ
(cit. dell'impiegato Faber)
... ma che mme frega, ma che mme 'mporta,
si 'un t'aricordi d'e parolette?
Ppe dimostra' (cce vo scommette?)
che se' un maschietto gajardo, ahņ,
basta che cambi a 'sto Sanbette
e assieme all'emme metti 'na "o"...
Sciao, bello.
Er Pimeteo
---
"... gli uomini non cambiano,
prima parlano d'amore e poi ti lasciano,
gli uomini ti cambiano
e tu piangi mille notti di perché..."
(cit. femminile)
>> Voi dite...?
> Prospero.
Prosit.
Epìupò
---
"... champagne,
per brindare a un incontro,
con te
che già eri di un altro..."
(cit. malincolica)
E se la bottiglia vuota è di Cirò, la candela si accende con un
cerino. :-)
Brichèt viene dal fr. brique, che era anche il nome dell'acciarino.
Brique, pezzettino, pezzettino di ferro, nel Nord della Francia è ancora
usato col significato di "pezzo di pane".
Brichetto, cognome, potrebbe venire da bri (celt. brig)- cima rupe; dal
germanico ant. bricho - predone; da burìco - piccolo asino. Nessuno, che
io sappia, lo fa derivare da brique.
k
> Mi meraviglio, romagnolo Bruno, per l'omissione.
> A et un Furminant?
Fulminante c'č anche sul Petrocchi (diz. di italiano) come sinonimo di
zolfanello, e anche su diz. piemontesi brichet fulminant.
Credo che questi termini, un tempo, fossero molto comuni e molto noti.
k
> E se la bottiglia vuota è di Cirò, la candela si accende con un cerino.
No, cu' n'abbàttaru...
> Brichetto, cognome, potrebbe venire da bri (celt. brig)- cima rupe; dal
> germanico ant. bricho - predone; da burìco - piccolo asino.
Da Brie, fameux fromage francophone?
> che se' un maschietto gajardo, ahņ,
> basta che cambi a 'sto Sanbette
> e assieme all'emme metti 'na "o"...
E' il "troncamento" di nome-cognome... e allora quando lo adottati era il
meglio che mi era venuto...
Poi, come in tutte le cose, uno ci si affeziona al proprio nick...
> Sciao, bello.
> Er Pimeteo
Salutoni
Sanbette
Fromage ou vin de Brie, ou déverbal de bier, forme normande de broyer?
Va savoir!
k
Ha molto a che fare perché derivano entrambi da brique, che, come ho
già detto, era il nome dell'acciarino.
k
Chiedo scusa, è vero che briquet deriva da brique, nel senso di
briciola, pezzettino di ferro, ma il nome dell'acciarino era già briquet.
k
> Su Focus, pag. 121, č riportata una cartina del nostro Paese, in cui
> appaiono, in diversi colori, le zone di diffusione dei diversi termini
........................................................................
> compare (solo provincia CZ) abbāttaru.
> In Piemonte e Liguria compare brichet, in Val d'Aosta alameta, in
> Lomellina (pių o meno) fochu.
> Voi dite...?
Abruzzo zona Majella Nord-Est.. Furminant! per fulminanti.
--
questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad ab...@newsland.it
> non avevo preso
> la pena di consultare il dizionario.
prendre la peine = fatto la fatica
prendere la pena ha qualcosa di giudiziario.
Ciao,
F
Anche "non mi ero preso la pena".
Ciao
Enrico
prendre la peine de prendre lapins = fare la fatica di catturare conigli
Non c'č consultazione senza pene.
Epy
---
"... ma c'č di buono che al momento giusto
tu sai diventare un altro,
in un attimo tu
sei grande, grande, grande,
le mie pene
non me le ricordo piů..."
(cit. penosa)
> prendre la peine de prendre lapins = fare la fatica di catturare conigli
Padre, se non temessimo di suscitare un vespaio politico, potremmo anche
dire che "ça vaut la peine de prendre Le Pen"...
Mi assolva.
Épiméthée
---
"... nella tua trappola ci son caduto anch'io,
avanti il prossimo, gli lascio il posto mio.
Povero diavolo, che pena mi fa...
E quando a letto lui ti chiederà di più,
glielo concederai, perché tu fai così..."
http://www.youtube.com/watch?v=jTiHLwoP5MY
(cit. penitenziale)
Crede che se non avessi avuto lo stesso timore mi sarei lasciato
sfuggire il calembour? :)
> Padre, se non temessimo di suscitare un vespaio politico, potremmo
> anche dire che "ça vaut la peine de prendre Le Pen"...
Classico esempio di preterizione :-)
> Mi assolva.
> Épiméthée
Ciao,
Roger
---
Si six scies scient six ciprès, soixant-six scies sient soixant-six ciprès
Mitici!
http://www.sicilia.lafragola.kataweb.it/messina/medie/pascoli/story267290.html
S.S.S.