> Buon giorno a tutti,
>
> Per favore, chi potrebbe aiutarmi a tradurre questo in italiano:
>
> "Nous vous en souhaitons bonne réception."
"Ve ne auguriamo una regolare ricezione."
Ciao,
Roger
> > "Nous vous en souhaitons bonne réception."
>
> "Ve ne auguriamo una regolare ricezione."
Sě, Roger, ma in italiano io non ho mai letto una frase simile in una
lettera di accompagnamento a una spedizione.
Piuttosto io tendo a scrivere "in attesa di un vostro cortese riscontro
circa l'avvenuta ricezione".
P.
--
Il laminatoio meccanico geometrico inesorabile del fuoco di mitragliatrice.
> "Nous vous en souhaitons bonne réception."
E' una "frase fatta", che tradotta letteralmente suonerebbe
in maniera ridicola: "Vi auguriamo una buona ricezione".
Considerato che siamo in un ambito commerciale, io chiuderei
la missiva con un classico:
"In attesa di un Vostro cortese riscontro, etc..."
Ciao, edi'Ž
> "Nous vous en souhaitons bonne réception."
>
> (a proposito di un' ordinazione mandata con la posta).
"Che Dio ce la mandi buona".
:-)
Ciao
Ale
--
Namárië Valinor
>> > "Nous vous en souhaitons bonne réception."
>>
>> "Ve ne auguriamo una regolare ricezione."
>
> Sì, Roger, ma in italiano io non ho mai letto una frase
> simile in una lettera di accompagnamento a una spedizione.
> Piuttosto io tendo a scrivere "in attesa di un vostro
> cortese riscontro circa l'avvenuta ricezione".
>
> P.
Sì, ma se non ricevono alcunché, come fanno a leggere il
messaggio e a rispondere?
Andrebbe scritto: "dato che avete sicuramente ricevuto
questo messaggio, per favore mandateci conferma" o qualcosa
del genere.
--
pecunia non olet, sed scarseggiat semper
> >"In attesa di un Vostro cortese riscontro, etc..."
>
> etc......... ??
Ad esempio:
"In attesa di un Vostro cortese riscontro,
colgo l'occasione per porgervi i miei più cordiali saluti"
Forma burocratica quanto vuoi, ma molto in voga.
> OK, ma questo Non mi pare tradurre esatamente quello
> che la persona voglia dire............
Lo è indirettamente: se risponde, significa che ha ricevuto
quanto da te inviato.
Ciao, edi'®
> Sì, ma se non ricevono alcunché, come fanno a leggere il
> messaggio e a rispondere?
Osservazione notevole :-)
Mi ricorda la storia di quel mio amico arabo che, ricevuta una lettera (in
italiano) dalla sua ragazza russa (l'italiano è per loro una koinè), me la
porge per leggergliela.
L'ultima frase recitava: "Mi dispiace non poterti inviare dei soldi, ma ho
già chiuso la busta."
> Sono seria, non è per me!..........
>
> Mi aiuta, s'il te plaît ?
Non posso far altro che confermare quanto già detto da altri, pur non
essendo esperto di lettere commerciali.
Qualcosa come "in attesa di un vostro cortese riscontro circa l'avvenuta
ricezione", come proponeva Perfidon de' Perfidoni.
Se non capisci perfettamente, non è strano: si tratta di formule commerciali
che poco hanno a che vedere con l'italiano parlato.
Comunque, "traducendo" alla buona, si può dire: "aspettiamo che ci diciate
che avete ricevuto questa lettera, così sappiamo che l'avete effettivamente
ricevuta".
> "Nous vous en souhaitons bonne réception."
>
> (a proposito di un' ordinazione mandata con la posta).
E' intraducibile. Vedi, in Italia le poste sono diverse, forse potrebbe
andare:
"Noi non speriamo che questa lettera vi raggiunga. Tuttavia, se malgrado le
poste questa nostra dovesse pervenirvi, vogliate farcelo sapere e saremo
lieti di farvi avere una bottiglia di spumante, per posta..."
Da un messaggio di Alessandro:
<cit.>
Oltre alle cose già citate da altri, cito quest'altra, ascoltata da un
simpatico comico italiano (Natalino Balasso).
In Isvizzera, quando si scende da un treno per prenderne un altro si parla
di "corrispondenza", perché al fatto di scendere da un treno *corrisponde*
il fatto che ce ne sia un altro ad aspettare.
In Italia, quando si scende da un treno per prenderne un altro si parla di
"coincidenza", perché se l'altro treno è lì che aspetta, be', è solo per
coincidenza.
</cit.>
Ciao, FB
> Mi aiuta, s'il te plaît ?
- Mi aiuti, s'il te plaît?
- Mi aiuta, s'il vous plaît?
;-) edi'®
> >"Ve ne auguriamo una regolare ricezione."
>
> Grazie Roger!
UhmŽ... NON tradurlo cosě!!!
Ciao
Ale (la traduzione č corretta, ma č assolutamente inadeguata)
--
Namárië Valinor
> "Colette" <col...@wanadoo.fr.invalid> ha scritto nel messaggio
> news:ain0uvg76m63tarro...@4ax.com...
>
> > >"Ve ne auguriamo una regolare ricezione."
> >
> > Grazie Roger!
>
> Uhm®... NON tradurlo così!!!
> Ciao
> Ale (la traduzione è corretta, ma è assolutamente inadeguata)
È la tua opinione.
La traduzione è corretta e usatissima in ambito commerciale.
Ciao,
Roger
> "Roger" <rugfa...@tin.it> wrote:
>
> > > "Nous vous en souhaitons bonne réception."
> >
> > "Ve ne auguriamo una regolare ricezione."
>
> Sì, Roger, ma in italiano io non ho mai letto una frase simile in una
> lettera di accompagnamento a una spedizione.
Io invece l'ho letta infinite volte.
Si tratta di una frase comunissima in ambito commerciale e sovente
prestampata nelle lettere con cui si avvisa dell'avvenuto invio di merce.
Ciao,
Roger
> Roger ha scrito:
>
> >"Ve ne auguriamo una regolare ricezione."
>
> Grazie Roger!
Non c'č di che, Colette.
Non dar retta a chi contesta la mia traduzione, per altro non letterale, ma
usatissima in ambito commerciale
Salut,
Roger
> Non dar retta a chi contesta la mia traduzione, per altro non letterale, ma
> usatissima in ambito commerciale
Senti Roger: lavoro in ambito commerciale da quasi vent'anni; ho spedito
e ricevuto lettere, pacchi, raccomandate, fax, mail; e non ho mai,
neppure una sola volta, letto una frase come quella che riporti tu.
Ti prego, portami un solo esempio -e che non sia dell'età mesozoica- di
una simile formula all'interno di una lettera accompagnatoria e ti
crederò. Ma fino q quel momento continuerò a pensare che se ricevessi
una lettera con in calce una dichiarazione del genere penserei di avere
a che fare o con uno straniero che ha usato babelfish o con un relitto
delle guerre puniche.
> È la tua opinione.
> La traduzione è corretta e usatissima in ambito commerciale.
Mi fido.
Io non l'ho mai sentito né letto; Google non lo trova (ma non vuol dire);
ma, come dicevo, non sono un esperto di lettere commerciali, quindi può
darsi benissimo che tu abbia ragione e io torto (mica sarebbe la prima
volta! ^_^)
mi sarei aspettato 'lingua franca'.
cosa intendi per koine' ?
> me la
> porge per leggergliela.
> L'ultima frase recitava: "Mi dispiace non poterti inviare dei soldi, ma ho
> già chiuso la busta."
> :-)
:>
ciao, j.
mandata in precedenza o nello stesso messaggio ?
ci auguriamo che la riceviate (l'abbiate ricevuta) regolarmente... (e
inviamo cordiali saluti)
augurandoci che la riceviate (l'abbiate ricevuta) regolarmente, ...
(cordiali saluti),
ciao, j.
> ci auguriamo che *la* riceviate (l'abbiate ricevuta) regolarmente... (e
> inviamo cordiali saluti)
Quel "la" senza alcuna allusione precedente non mi quadra, no no.
Ciao, FB
cosi' infatti non puo' quadrare, ma l'allusione c'era, nella frase di
colette citata nel mio post:
"a proposito di un'ordinazione..."
poi, ovviamente, prima di dire con certezza come tradurrei, mi piacerebbe
vedere tutto il messaggio.
ciao, j.
era pippo baudo o qualcun altro che, rivolgendosi a sting o altro ospite e
intendendo 'cosa ne pensa lei?', disse 'what does she think?' :)
ciao, j.
> "Roger" <rugfa...@tin.it> wrote:
>
> > Non dar retta a chi contesta la mia traduzione, per altro non letterale,
ma
> > usatissima in ambito commerciale
>
> Senti Roger: lavoro in ambito commerciale da quasi vent'anni; ho spedito
> e ricevuto lettere, pacchi, raccomandate, fax, mail; e non ho mai,
> neppure una sola volta, letto una frase come quella che riporti tu.
> Ti prego, portami un solo esempio
Non ho né tempo né voglia di fare ricerche.
Io pure lavoro da molto tempo in ambito commerciale e quindi
ho le carte in regola per sostenere quanto dico.
Immagina di ricevere una lettera di questo tenore:
Spett. ditta,
Vi informiamo che in data odierna, a mezzo SDA vi abbiamo inviato la merce
da voi ordinata.
Ve ne auguriamo una regolare ricezione e, con l'occasione, porgiamo distinti
saluti.
In tutta sincerità non vedo che cosa ci sia di errato, di insolito, o di
mesozoico.
Ma si sa, non tutti i gusti sono alla menta.
Ciao,
Roger
> mi sarei aspettato 'lingua franca'.
> cosa intendi per koine' ?
Lingua franca.
:-)
Ciao
Ale e i significati estesi
--
Namárië Valinor
> era pippo baudo o qualcun altro che, rivolgendosi a sting
> o altro ospite e intendendo 'cosa ne pensa lei?', disse
> 'what does she think?' :)
>
> ciao, j.
Non era Celentano che chiacchierò con Sting in TV, il quale
lo prese per un mentecatto?
> mandarVi accluso la Vostra ordinazione
- inviarvi in allegato
> RingraziandoVi per la Vostra fidelità
- fedeltà
> "restant dévoués à vos ordres",
- rimaniamo a Vostra disposizione ...
Ciao, edi'®
> Non era Celentano che chiacchierò con Sting in TV, il quale
> lo prese per un mentecatto?
ecco :)
Per me nulla.
--
____________________________________
Giancarlo Pillan - Ivrea - Italy
____________________________________
> Non ho né tempo né voglia di fare ricerche.
Ah, be', allora...
> Io pure lavoro da molto tempo in ambito commerciale e quindi
> ho le carte in regola per sostenere quanto dico.
> Immagina di ricevere una lettera di questo tenore:
>
> Spett. ditta,
> Vi informiamo che in data odierna, a mezzo SDA vi abbiamo inviato la merce
> da voi ordinata.
> Ve ne auguriamo una regolare ricezione e, con l'occasione, porgiamo distinti
> saluti.
>
> In tutta sincerità non vedo che cosa ci sia di errato, di insolito, o di
> mesozoico.
Niente, effettivamente; solo che io, personalmente, non ho mai visto una
roba del genere.
E in effetti il concetto è singolare: augurare a qualcuno una regolare
ricezione di un plico è un concetto sicuramente corretto, ma a mio modo
di vedere le cose, singolare.
> Ma si sa, non tutti i gusti sono alla menta.
Sicuramente.
> Vabbene. :-)
>
> Salut Roger, buona giornata!
Hmm, sto cercando di trovare significati sottintesi, ma non riesco a
trovarli. Eppure sento che almeno uno c'č!
Ciao, FB
> E in effetti il concetto č singolare: augurare a qualcuno una regolare
> ricezione di un plico č un concetto sicuramente corretto, ma a mio modo
> di vedere le cose, singolare.
Oltre che singolare mi sembra che stia piů in cielo che in terra... :-))
Che razza di augurio č questo, che dipende in gran parte dal tipo di spedizione che
lo scrivente/mandante ha effettuato e dal vettore da lui scelto?
Sarebbe stato piů logico se egli avesse rivolto l'augurio a sč stesso e al suo
interlocutore avesse invece rivolto un pensiero di preoccupazione per il buon esito
della spedizione, pregandolo di confermargli l'avvenuta ricezione del plico.
A me, francamente, sembra una presa per i fondelli, ma forse i francesi non hanno di
queste preoccupazioni e si esprimono in un modo diverso...
Epimeteo
> Che razza di augurio è questo, che dipende in gran parte dal tipo di
> spedizione che lo scrivente/mandante ha effettuato e dal vettore da
> lui scelto? Sarebbe stato più logico se egli avesse rivolto l'augurio
> a sè stesso e al suo interlocutore avesse invece rivolto un pensiero
> di preoccupazione per il buon esito della spedizione, pregandolo di
> confermargli l'avvenuta ricezione del plico.
Ma è quello che sottolineo e ho sottolineato anch'io: infatti la frase
"standard" che utilizzo io e che vedo utilizzata dai miei interlocutori
è sempre qualcosa di simile a "in attesa di un vostro cortese cenno di
riscontro" etc etc.
Nella frase di Roger, invece, e che continuo a ritenere sicuramente
corretta da un punto di vista grammaticale e sintattico, si innesca un
meccanismo -come hai tu sottolineato- che mi appare surreale: non si
augura a qualcuno un qualcosa che non dipende da lui o in cui
l'interlocutore non ha nessuna possibilità di intervento.
Si può augurare di avere buona fortuna, o di superare un esame, o di
trovare un lavoro soddisfacente; ma augurare a un soggetto totalmente
passivo di ricevere un plico sembra più una presa per i fondelli che
altro...
> forse i francesi non hanno di queste preoccupazioni e si esprimono in
> un modo diverso..
Ma effettivamente le forme di cortesia cambiano grandemente di Paese in
Paese e di cultura in cultura. Tradurre letteralmente non sempre
funziona.
Purtroppo mi sono perso l'epocale episodio, ho solo letto i
resoconti cronachistici.
A proposito di "Celentanate", ricordo che Don Backy, allora
nel suo Clan, compose una canzone dal titolo "Ancora una
volta HO rimasto solo".
> Si può augurare di avere buona fortuna, o di superare un esame, o di
> trovare un lavoro soddisfacente; ma augurare a un soggetto totalmente
> passivo di ricevere un plico sembra più una presa per i fondelli che
> altro...
Fammi capire.
Secondo te non posso augurare al mio cliente di ricevere un plico in buon
ordine, senza danni e tempestivamente senza che appaia una presa per i
fondelli?
Roger
> Fammi capire.
> Secondo te non posso augurare al mio cliente di ricevere un plico in buon
> ordine, senza danni e tempestivamente senza che appaia una presa per i
> fondelli?
Ma certo che puoi. Tieni perņ presente che su questo gruppo non sono
l'unico ad avere avuto l'impressione netta che questa formula da te
usata sia perlomeno singolare. Se tre o quattro italiani che parlano
buon italiano storcono il naso davanti a una formula che appare
cervellotica o singolare, un qualche motivo ci sarą pure.
Io non vorrei fosse una qualche traduzione da una qualche forma usata
dagli anglofoni e che noi abbiamo pedissequamente importato.
Un po' come quell'orrido "grazie in anticipo" che tanto va di moda
ultimamente sui gruppi. A te piace? A me no. Sarą pur vero che nulla di
starno c'č a ringraziare anticipatamente qualcuno, ma rimane la
sensazione che sia una formula a noi italiani straniera.
Per concludere: la formula "ti auguro di ricevere il plico" mi sa tanto
di "ti auguro di arrivare sano e salvo a destinazione". Che non mi piace.
Perché?
> Si può augurare di avere buona fortuna, o di superare un esame, o di
> trovare un lavoro soddisfacente; ma augurare a un soggetto totalmente
> passivo di ricevere un plico sembra più una presa per i fondelli che
> altro...
Perché?
Anche ricevere una lettera può essere questione di fortuna.
Stando alla tua logica anche augurare buon viaggio diventa insensato.
Mica lo piloto io l'aereo, mica dipende da me lo sciopero.
A me pare una forma di cortesia come molte altre che personalmente non
sono abituato ad usare eppure le lettere commerciali ne sono piene.
A me fa anche sorridere "Le significhiamo che..."
> Io non vorrei fosse una qualche traduzione da una qualche forma usata
> dagli anglofoni e che noi abbiamo pedissequamente importato.
Non era una formula francese?
Io so che RSVP negli inviti significa "dimmi se vieni" ma non so cosa
vuol dire come sigla e non sono neppure curioso di saperlo.
Perché si mette RSVP invece di "Gradita conferma"?
> Un po' come quell'orrido "grazie in anticipo" che tanto va di moda
> ultimamente sui gruppi. A te piace? A me no. Sarà pur vero che nulla di
> starno c'è a ringraziare anticipatamente qualcuno, ma rimane la
> sensazione che sia una formula a noi italiani straniera.
Mai saputo che "Grazie in anticipo" fosse roba straniera.
Se dobbiamo importare le buone maniere, importiamole pure.
> Per concludere: la formula "ti auguro di ricevere il plico" mi sa tanto
> di "ti auguro di arrivare sano e salvo a destinazione". Che non mi piace.
Ah.... ora si spiega!
La formula coccia con l'approccio scaramantico tipicamente italiano!
Ci mancherebbe che le traduzioni debbano pure tener conto della
superstizione di certa gente.
> Spett. ditta,
> Vi informiamo che in data odierna, a mezzo SDA vi abbiamo inviato la merce
> da voi ordinata.
> Ve ne auguriamo una regolare ricezione e, con l'occasione, porgiamo
distinti
> saluti.
>
> In tutta sincerità non vedo che cosa ci sia di errato, di insolito, o di
> mesozoico.
"Ve ne auguriamo una regolare recezione"..... se avete così poca fiducia nel
corriere, cambiatelo!
La frase non è errata, ma credo che farebbe inorridire Donna Letizia,
insieme con "distinti" saluti.
> Ciao,
> Roger
Ciao
Karla
>si innesca un meccanismo -come hai tu sottolineato- che mi appare
>surreale: non si augura a qualcuno un qualcosa che non dipende da
>lui o in cui l'interlocutore non ha nessuna possibilità di intervento.
O bella, e perché no?
>Si può augurare di avere buona fortuna,
Perchè la "buona fortuna" dipende dalla persona a cui la si augura? E
che razza di fortuna è, allora?
>o di superare un esame, o di trovare un lavoro soddisfacente; ma augurare
>a un soggetto totalmente passivo di ricevere un plico sembra più una
>presa per i fondelli che altro...
Mah, non capisco. Un augurio è un augurio, Quando auguri buon
compleanno o buon natale a qualcuno, lo fai solo dopo esseri sincerato
che se sarà buono o cattivo dipenderà da lui?
>Ma effettivamente le forme di cortesia cambiano grandemente di Paese
>in Paese e di cultura in cultura.
Mi sa che cambiano anche da persona a persona, a questo punto. ;-)
Ciao.
Gian Carlo
> ????
>
> Non c'era!!!
Avevo interpretato "Vebbene. Salut Roger, buona giornata!" come la versione
francese di "Ca ta vègn' an càncher" (perdonate la trascrizione indegna di
un lombardo) *, ma evidentemente il francese non è così sottile...
* Essaye de deviner!
Ciao, FB
> Politesse: conosci? ;-)
No, Colette, io no conoscere cosa essere "politesse": essere forse cosa che io
mangiare?
> >Sarebbe stato più logico se egli avesse rivolto l'augurio a sè stesso
> Euh......... ???
In italiano noi dire "eh?", ma non grande politesse...
> >pregandolo di confermargli l'avvenuta ricezione del plico.
> >A me, francamente, sembra una presa per i fondelli, ma forse i francesi non hanno
> >di queste preoccupazioni e si esprimono in un modo diverso...
> Rien compris.... ;-(
Cara Colette, incomunicabilità essere grande problema esistenziale di uomo moderno...
> Amichevolmente
Amicalement et sympathiquement,
Epimethée
> >o di superare un esame, o di trovare un lavoro soddisfacente; ma augurare
> >a un soggetto totalmente passivo di ricevere un plico sembra più una
> >presa per i fondelli che altro...
> Mah, non capisco. Un augurio è un augurio, Quando auguri buon
> compleanno o buon natale a qualcuno, lo fai solo dopo esseri sincerato
> che se sarà buono o cattivo dipenderà da lui?
Ragazzi, stiamo parlando di una "formula commerciale" in lingua italiana che chiude
una lettera!
Dunque... cerchiamo di ragionare. Un mio cliente mi ha ordinato qualcosa, io ho
preparato il plico (la busta, il pacco), ho scelto il modo migliore (più sicuro, più
rapido) per mandarlo a destinazione, l'ho consegnato allo spedizioniere (che forse
conosco già e nel quale ho fiducia, perché è uno spedizioniere che mi ha sempre
servito in modo efficiente), poi scrivo una lettera al mio cliente per avvisarlo
dell'avvenuta spedizione e cosa gli dico? "Ti auguro di riceverlo regolarmente"
(sottinteso: "Se non lo ricevi, cavoli tuoi...").
Be', scusate, è vero che a questo mondo si può augurare qualsiasi cosa a chiunque, ma
nel "linguaggio commerciale italiano" questa formula non esiste, anzi fa un po'
ridere, anzi è offensiva. Qui non si tratta di augurare buona fortuna o buon viaggio
o buon appetito o buon Natale. Qui, se ho capito bene, si tratta di un fornitore che
manda una cosa a un cliente: oltre ad augurargli di ricevere la "cosa" regolarmente,
che fa, GLI augura anche che sia ciò che lui ha ordinato e che magari funzioni bene?
Semmai SI augura, nel senso che SPERA fortemente che non ci siano problemi (di cui, è
implicito, si fa carico anche se non ne è responsabile) ed è ansioso di averne
conferma dal suo cliente!
> >Ma effettivamente le forme di cortesia cambiano grandemente di Paese
> >in Paese e di cultura in cultura.
> Mi sa che cambiano anche da persona a persona, a questo punto. ;-)
Mi sa che non avete mai venduto niente a un cliente italiano e forse neanche
a uno neozelandese... :-))
Ciao,
Epimeteo
E' quello che faccio sempre.
Mi sembra invece che le obiezioni contro la formula d'augurio si basino
più sulla superstizione che sul ragionamento.
> Un mio cliente mi ha ordinato qualcosa, io ho
> preparato il plico (la busta, il pacco), ho scelto il modo migliore (più sicuro, più
> rapido) per mandarlo a destinazione, l'ho consegnato allo spedizioniere (che forse
> conosco già e nel quale ho fiducia, perché è uno spedizioniere che mi ha sempre
> servito in modo efficiente), poi scrivo una lettera al mio cliente per avvisarlo
> dell'avvenuta spedizione e cosa gli dico? "Ti auguro di riceverlo regolarmente"
> (sottinteso: "Se non lo ricevi, cavoli tuoi...").
Ragionamento alquanto perverso.
Il sottinteso è frutto della tua perversa fantasia, non certo di
ragionamento razionale. Quando faccio gli auguri di una pronta
guarigione non mi passa neanche per la testa di sottintendere "se non
guarisci, cavoli tuoi". Cerca di ragionare!
Inoltre la formula non ha niente a che vedere con merce e corrieri. Si
applica innanzitutto alla lettera in cui l'augurio è contenuto. Augurare
che le proprie parole arrivino presto al destinatario non è neppure
troppo commerciale, va bene anche per l'amata.
> Be', scusate, è vero che a questo mondo si può augurare qualsiasi cosa a chiunque, ma
> nel "linguaggio commerciale italiano" questa formula non esiste,
Frutto di ragionamento?
> anzi fa un po' ridere,
Frutto di ragionamento?
> anzi è offensiva.
Frutto di ragionamento?
> Qui non si tratta di augurare buona fortuna o buon viaggio
Nn è assimilabile all'augurare buona fortuna al viaggio della missiva?
> o buon appetito o buon Natale. Qui, se ho capito bene, si tratta di un fornitore che
> manda una cosa a un cliente: oltre ad augurargli di ricevere la "cosa" regolarmente,
> che fa, GLI augura anche che sia ciò che lui ha ordinato e che magari funzioni bene?
No, questo è di nuovo un parto della tua fantasia.
Augurio di buona, rapida, pronta RICEZIONE si riferisce alla consegna
Augurio di soddisfazione, gradimento si riferisce all'offerta scritta o
alla merce.
> Semmai SI augura, nel senso che SPERA fortemente che non ci siano problemi (di cui, è
> implicito, si fa carico anche se non ne è responsabile) ed è ansioso di averne
> conferma dal suo cliente!
Perché mai?
Con l'augurio di pronta guarigione mica sto chiedendo di essere
informato quando il malato guarisce.
> Dunque... cerchiamo di ragionare. Un mio cliente mi ha ordinato qualcosa,
io ho
> preparato il plico (la busta, il pacco), ho scelto il modo migliore (più
sicuro, più
> rapido) per mandarlo a destinazione, l'ho consegnato allo spedizioniere
(che forse
> conosco già
Intanto, perché dici 'forse conosco già'?
Per avvalorare la tua traballante tesi?
Immagina di non conoscerlo e che sia la prima volta che te ne servi.
Comunque, indipendentemente da questo, disguidi e inconvenienti si possono
verificare con qualunque mezzo di spedizione, anche i più collaudati.
> poi scrivo una lettera al mio cliente per avvisarlo
> dell'avvenuta spedizione e cosa gli dico? "Ti auguro di riceverlo
regolarmente"
> (sottinteso: "Se non lo ricevi, cavoli tuoi...").
Solo tu al mondo (e, forse, pochi altri mentecatti :-), potrebbero
sottintendere una cosa del genere.
> Be', scusate, è vero che a questo mondo si può augurare qualsiasi cosa a
chiunque, ma
> nel "linguaggio commerciale italiano" questa formula non esiste,
Dopo un'affermazione del genere stento a credere che tu abbia una qualche
esperienza in ambito commerciale.
Ciao,
Roger
> A me fa anche sorridere "Le significhiamo che..."
E cosa ne dici dell'orrendo 'spettabile'?
Roger
>>A me fa anche sorridere "Le significhiamo che..."
>
>
> E cosa ne dici dell'orrendo 'spettabile'?
Rispettabile e carino come "le significhiamo".
Cos'è questa chiusura mentale a stili diversi?
Un po' di fantasia! Un po' d'apertura!
Le forme di cortesia non sono male.
Portano un ricordo del passato nell'odierno, che male c'è?
Lo fanno tante altre parole: imbarcarsi (sull'aereo), la cappelliera
(sull'aereo), fotocamera al posto di macchina fotografica...
Le forme di cortesia sono stereotipate.
Che male c'è?
Forse dobbiamo essere originali sempre e ad ogni costo?
Dobbiamo stupire con un'apertura stravagante o un saluto inconsueto?
Il dibattito sulla traduzione dello stereotipatissimo
"Nous vous en souhaitons bonne réception."
verte sul fatto che la traduzione non è abbastanza stereotipata a sua
volta? Ma che male c'è ad ottenere una frase non stereotipata italiana
da una frase stereotipata francese?
E perché mai ciò che funziona in francese dovrebbe mai urtare la
sensibilità italiana? Perché mai l'italiano si dovrebbe offendere
laddove il francese non si scompone né scoppia in risate?
Le differenze culturali sicuramente esistono (ad esempio m'ero
completamente scordato dell'aspetto scaramantico degli auguri) ma
arrivare a sostenere che una formula comune francese diventi
inapplicabile dall'Italia alla Nuova Zelanda...
> Roger:
>
> >>A me fa anche sorridere "Le significhiamo che..."
> >
> >
> > E cosa ne dici dell'orrendo 'spettabile'?
>
> Rispettabile e carino come "le significhiamo".
Spettabile
Giancarlo Pillan
Ivrea (Italy)
Vengo con la presente a significarti che trovo assolutamente orrendo
l'aggettivo 'spettabile' che mi ricorda lontanamente indistinti rumori
anali.
Ti auguro una buona ricezione del presente messaggio e, in attesa di tua
cortese conferma, passo a ben distintamente salutarti.
Tuo dev.mo
Roger
> Io so che RSVP negli inviti significa "dimmi se vieni" ma
> non so cosa vuol dire come sigla e non sono neppure
> curioso di saperlo.
>
> Perché si mette RSVP invece di "Gradita conferma"?
:-o
Credevo che tutti i piemontesi sapessero il francese.
Se non erro è "Respondez S'il Vous Plait."
(respondé silvuplé)
Si mette perché fa più figo.
> javalab ha scritto:
>
>>mandata in precedenza o nello stesso messaggio ?
>
> Ecco il messaggio:
>
> Abbiamo il piacere di mandarVi accluso la Vostra
> ordinazione e Ve ne
> auguriamo una regolare ricezione.
> RingraziandoVi per la Vostra fidelità e
> "restant dévoués à vos ordres", Vi preghiamo di gradire,
> Egregio XXX, i nostri più cordiali saluti.
>
> Hum ! "restant dévoués à vos ordres" è ancora una formula
> commerciale che non conoscevo!
> Grazie.
>
Ecco, forse ho trovato!
"... e confidiamo in un regolare arrivo."
L'augurio mi pare un po' surreale, solo se chi lo legge si
immedesima in chi l'ha scritto ha un senso, dato che
essendo arrivato regolarmente l'augurio non ha più senso.
>>>o di superare un esame, o di trovare un lavoro soddisfacente; ma augurare
>>>a un soggetto totalmente passivo di ricevere un plico sembra più una
>>>presa per i fondelli che altro...
>> Mah, non capisco. Un augurio è un augurio, Quando auguri buon
>> compleanno o buon natale a qualcuno, lo fai solo dopo esseri sincerato
>> che se sarà buono o cattivo dipenderà da lui?
>Ragazzi, stiamo parlando di una "formula commerciale" in lingua italiana
>che chiude una lettera!
Se ne è parlato, vorrai dire. Cioè ne ha parlato Roger, all'inizio del
filone, traducendo la frase di Colette.
Ma nel messaggio cui ho rispsoto, Paolo ha scritto, riferendosi alla
frase di Roger:
>>>si innesca un meccanismo -come hai tu sottolineato- che mi appare
>>>surreale: non si augura a qualcuno un qualcosa che non dipende da lui
>>>o in cui l'interlocutore non ha nessuna possibilità di intervento.
Ora mi sfugge qualcosa. E' vero che nelle lettere commerciali si
adoperano stereotipi e che da noi normalmente non si usa augurare il
buon ricevimento (ecco: io userei ricevimento invece di ricezione) di
un pacco.
Però un conto è che non si usi questo augurio, un conto è che non lo
si usi perché è surreale augurare a qualcuno qualcosa che non dipende
da lui e su cui non può intervenire.
Quest'ultima affermazione sì che mi sembra surreale, perché "augurare"
significa proprio, cito dal DISC, "manifestare a qualcuno il desiderio
che acacda qualcosa di favorevole o che qualcosa si compia
lietamente".
Gli àuguri non rivelavano forse la volontà degli dei? E non credo che
gli uomini, salvo qualche eccezione, potessero influire su tale
volontà.
Naturalmente augurare il buon ricevimento (dove con "buon" intendo
anche "in tempi non geologici") di un pacco in Italia può essere
benissimo, oltre che una formula non usata, anche una formula
surreale. Ma solo perché qui è surreale, cioè, cito sempre dal DISC,
"trascende il reale, supera il razionale e tocca la dimensione
fantastica" proprio il ricevimento stesso dei pacchi. :-)
>è vero che a questo mondo si può augurare qualsiasi cosa a chiunque,
>ma nel "linguaggio commerciale italiano" questa formula non esiste,
>anzi fa un po' ridere, anzi è offensiva.
Ridere per il motivo che ho esposto. Offensiva dipende, perché quando
scrivi...
>scrivo una lettera al mio cliente per avvisarlo dell'avvenuta spedizione
>e cosa gli dico? "Ti auguro di riceverlo regolarmente" (sottinteso:
>"Se non lo ricevi, cavoli tuoi...").
...direi che stai facendo il processo alle intenzioni.
E poi di solito nelle lettere commerciali ciò che è offensivo di
solito è così bene "espresso" che non c'è bisogno che venga rinforzato
con dei sottintesi.
Ciao.
Gian Carlo
Un insulto festoso?
Un'ingiuria gioiosa?
> Dopo un'affermazione del genere stento a credere che tu abbia una qualche
> esperienza in ambito commerciale.
:-(((
Buon Natale, Roger.
Epimeteo
Non so cosa intendesse dire Paolo esattamente, ma secondo me generalmente non si usa
augurare al cliente un buon ricevimento della merce non tanto perchè esso non dipende
dal cliente (per questo motivo, sono d'accordo con te, l'augurio potrebbe essere
giustificato), quanto perché, per convenzione, è il fornitore che si fa carico anche
della qualità del servizio di spedizione.
L'augurare "buon ricevimento", a mio avviso, vuol dire "sottrarre" la spedizione non
solo alla responsabilità del cliente (com'è ovvio), ma anche a quella del fornitore,
a meno che non sia oggettivamente così per motivi noti al cliente e al fornitore
oppure non sia stato il cliente stesso a insistere su una modalità di spedizione che
il fornitore aveva fortemente sconsigliato. Tuttavia anche in questo caso eviterei
l'augurio perché potrebbe sembrare ironico, oltre che surreale, ma ti prego, non mi
accusare di processo alle intenzioni... :-))
Ciao,
Epimeteo
> Io parlavo di una forma di cortesia francese, e chiedevo il vostro
> parere: "Come si potrebbe dire" in italiano (vedi l'oggetto del
> messaggio).
La traduzione che ti hanno dato è, ovviamente, corretta.
La discussione (la rissa, per chi la ama) è sul dubbio che questa forma di cortesia
in italiano sia utilizzata e giustificata.
> Ragionare io non potere.... un solo neurone soltanto io avere... ;-)
Non importare numero, ma qualità: tuo unico neurone di somma qualità potere superare
miei 100.000.000.000 (neurone più, neurone meno) di qualità modesta!
>
> >[cut] e cosa gli dico? "Ti auguro di riceverlo regolarmente"
> >(sottinteso: "Se non lo ricevi, cavoli tuoi...").
>
> Non sottintende questo, e credo che tu lo sappia benissimo.(Comunque,
> grazie, non conoscevo questo modo di usare i cavoli...)
Conoscevi l'espressione "cavoli a merenda", per indicare una persona, un evento o
un'azione fuori luogo?
Adesso il tuo italiano ha fatto un grande progresso... :-P
>>anzi è offensiva. [cut]
>
> Tanto peggio!
Ho capito, Colette, quel cliente ti è antipatico!
Magari hai ragione, quel cliente è un "rompiscatole" ("rompicavoli" non si dice...
:->> )
Ciao,
Epimeteo
> Roger ha scritto:
> > Solo tu al mondo (e, forse, pochi altri mentecatti :-), potrebbero
> > sottintendere una cosa del genere.
>
> Un insulto festoso?
> Un'ingiuria gioiosa?
Né l'uno né l'altra.
Ehi, Epi, spero che non te la sia presa e che abbia notato la faccina
allegra del mentecatto.
> Buon Natale, Roger.
>
> Epimeteo
Tibi quoque
Roger
> > Un insulto festoso?
> > Un'ingiuria gioiosa?
>
> Né l'uno né l'altra.
> Ehi, Epi, spero che non te la sia presa e che abbia notato la faccina
> allegra del mentecatto.
Ho capito, era solo un'ilare offesa.
Però sii prudente, Roger, si comincia così e si finisce con un esilarante omicidio...
:-P
Epimeteo