Ciao
Lorenzo
"AhiVelasquez" <ahivel...@freemail.it> ha scritto nel messaggio
news:abFna.29789$LB6.6...@news1.tin.it...
> Mi spiego meglio, se devo salutare un mio amico o compagno di scuola un CIAO
> è più che sufficente (!) e va bene anche per adulti con parentela nei miei
o per un collega con cui ci si da del tu (nel mio giro e' corrente l'uso
del tu, dal laureando al premio Nobel)
> confronti. Ma se devo salutare che ne so, la vicina di casa o la
> professoressa ma anche il giornalaio o il collega di lavoro di mamma, non so
io non ho alcun dubbio a usare buon giorno quando arrivo (e buona sera
se c'e' scuro) e arrivederci quando vado via. Con tutte le persone a cui
do del lei e ho o un rapporto distaccato (p.es. un negoziante) o una
buona conoscenza che pero' continua a comportare l'uso del lei (anche se
magari col nome invece del cognome, signora Lucia, signor Mario).
In questo caso si puo' anche mantenere una non reciprocita' (direi che
il caso tipico potrebbe essere una vicina anziana, o un amico dei
genitori (*) che a me da del tu fin da bambino, ma a cui io do del lei)
(*) per intenderci tale persona andrebbe tra i 70 e gli 80, e io tra i
40 e i 50, your mileage may vary
> mai cosa dire. Un ciao mi sembra troppo confidenziale, salve un pò..vago?,
Salve direi che e' la forma universale (arrivo e congedo) che uso in
tutti i casi "ibridi", p.es. se saluto un gruppo misto di persone a cui
potrei dare del tu o del lei, o persone a cui non ho ancora deciso se
dare del tu o del lei (p.es. colleghi che non conosco ancora di persona,
o di altri settori)
> Ora entro nel merito: vorrei che mi spiegaste il significato e l'uso di ogni
> saluto conosciuto
Significato nel senso di etimologia ? Per l'uso si veda sopra (ma direi
che si tratta a volte di usi e gusti personali)
Direi che buon giorno, buonasera, arrivederci sono autoesplicativi.
Ciao deriva notoriamente da "sciao" <- "schiavo (vostro)" con un
notevole "calo di rango" da un saluto ossequioso a uno familiare.
Salve e' l'imperativo latino di un verbo. Non sono sicuro di quale sia
l'etimologia primaria, se "stai bene" (nel senso di "stai in salute",
salus ha la stessa radice) o "salvati" (salus dovrebbe avere il senso
sia di "salvezza" che di "sanita' ma quale e' quello primario ?).
Noto che in russo il saluto "zdravstvui(te)" (appunto "salve") ha lo
stesso senso di "stare in salute" (zdorovie), e la forma imperativa
(tant'e' che si usano due forme distinte, una per il tu, e una per il
voi sia plurale che di cortesia ... in italiano "salvete" e' andato
perso)
--
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> o per un collega con cui ci si da del tu (nel mio giro e' corrente l'uso
> del tu, dal laureando al premio Nobel)
Vuoi dire che al diplomato dai del lei ?...
Da te non me lo sarei aspettato... :-)))
--
Er Roscio.
Dico la mia... a ruota libera.
Buongiorno va bene per tutti (compreso il proprio compagno di letto)
quando ci si vede per la prima volta. Un "buongiorno!" detto al collega
che entra alle 10, sottolinea il suo ritardo. Buondì è la forma breve.
Buona giornata va bene per tutti, amici compresi, quando si lascia
qualcuno purché di giornata ne rimanga una parte significativa. Non c'è
un'ora fissa: per il turno dalle 14 alle 22 si può usare anche alle 15.
Buon pomeriggio va bene se si ha già dato un buongiorno al mattino.
Altrimenti suona un po' ridicolo. Un professore che alle 14 inizia la
sua prima lezione dirà "buongiorno" senza apparire ironico.
Buonasera secondo me si può dire solo dopo il tramonto ma so che altri
lo usano al posto di "buona serata" a partire dal primo pomeriggio.
Buona serata io lo direi, sotto certe condizioni, anche al mattino, ma
più che un saluto è un augurio, così come "buon viaggio".
Buona notte lo si dice solo quando ci si congeda per andare a dormire.
Non direi "buona notte" ad un casellante di turno di notte, ma
"buonasera", ipotizzando che avrà, al termine del turno, la sua "sera" e
poi la sua "notte" a qualunque ora capiti.
Ciao è una forma molto più sbrigativa ed amichevole che userei solo
verso chi ho già salutato nella giornata. Oppure, accompagnato dal nome
per far notare la mia presenza a qualcuno.
Non ha un significato specifico, c'è un'ipotesi etimologica relativa a
"schiavo vostro" in veneto che significa "al vostro servizio".
Salve si usa sempre meno, sinceramente non so perché. Forse è adatto
solo quando si entra in un gruppo e non si vuole minare l'enfasi del
saluto iniziale di chi ha aperto il discorso. Credo arrivi da "salute"
ma oggi non è un augurio di salute. Non lo userei per rispondere ad un
saluto salvo che ad un altro "Salve!"
Arrivederci è un augurio a "rivedersi" quindi è molto simpatico dirlo
quando non è programmato un successivo incontro: comunica il desiderio
che ci sia. Se invece si sa già che ci si rivede sarà meglio dire "A
domani!" oppure "Ci vediamo lunedì" oltre al "buon finesettimana".
La forma "lei" sarebbe "Arrivederla" ma oggi suona ironica, quasi un
voler dichiarare un distacco desiderato piuttosto che rispetto.
Trovo insensato dire "arrivederci" al telefono a chi non ho mai visto.
Se ho pianificato un incontro dirò "A giovedì" oppure "A risentirci".
Addio si usa per un distacco lungo nel tempo o nello spazio.
L'etimologia è evidente, una volta i viaggi erano pericolosi e lo
sapevano bene. Oggi ogni riferimento al pericolo viene evitato perchè
"porta male" e quindi l'addio è più per comunicare che non ci si vedrà
più o per un bel periodo di tempo.
Poi ci sono i vari bentrovato benvenuto bentornato benarrivato...
Pace! Shalom!
--
____________________________________
Giancarlo Pillan - Ivrea - Italy
____________________________________
Mi capita spesso di lavorare di notte con persone alle quali mi tocca
dare del lei.
Ho un dubbio che mi pervade: nell'intervallo fra la mezzanotte e le
3.00... (per cui puoi dire alle tre di notte o alle tre del mattino) che
cosa gli dico?
Buona sera? Mi sembra un po' ridicolo, visto che tra l'altro è già un
altro giorno...
Buon giorno? Altrettanto, perché fuori è notte!
Buona notte? Se sto lavorando, sicuramente non è ora di andare a letto!
Ho sempre risolto con un "Salve".
Può andare?
--
S'Ciao!
Walla
----------=* Roberto Waha - walla(at)mac.com *=----------+ () ASCII
El Senyor és la meva força, el Senyor el meu cant. | /\ Ribbon
Ell m'ha estat la salvació. En Ell confío, i no tinc por.| Campaign
---------------------------------------------------------+ NO HTML Mail
Alle orecchie di un italiano, "a risentirci" suona strano.
Diverso è per il tedesco, dove "auf Wiederhören" è molto usato.
Ma si sente spesso. Alle mie orecchie ha un che di pedantesco.
> Diverso è per il tedesco, dove "auf Wiederhören" è molto usato.
Mica tanto (almeno lo spero).
> ----------=* Roberto Waha - walla(at)mac.com *=----------+ () ASCII
> El Senyor és la meva força, el Senyor el meu cant. | /\ Ribbon
> Ell m'ha estat la salvació. En Ell confío, i no tinc por.| Campaign
> ---------------------------------------------------------+ NO HTML Mail
Per quanto poco io sappia del catalano, quello che mi colpisce
è l'uso dell'ausiliare «haver» alla spagnola. Sopravvive ancora
da qualche parte la costruzione tradizionale con «esser»?
Ciao, Wolfgang
L'ho sentito spesso. Magari sono io che ho beccato quei pochi che lo
usano!
> Per quanto poco io sappia del catalano, quello che mi colpisce
> è l'uso dell'ausiliare «haver» alla spagnola. Sopravvive ancora
> da qualche parte la costruzione tradizionale con «esser»?
Mi spiace, ma non parlo catalano...
Nella mia firma c'è solo il mio canto di Taizé preferito.
--
S'Ciao!
Walla
# Buongiorno va bene per tutti (compreso il proprio compagno di letto)
# quando ci si vede per la prima volta. Un "buongiorno!" detto al collega
# che entra alle 10, sottolinea il suo ritardo. Buondě č la forma breve.
Astronomicamente, "giorno" indica l'arco delle 24 ore(*), diviso in dě
(periodo di luce) e notte. Il buongiorno puň quindi essere usato in
ogni momento della giornata, il buondě solo nelle ore di luce. Gli
altri saluti, riferiti a momenti particolari (buon meriggio, buon
crepuscolo, buona compieta ecc.) possono usarsi liberamente.
(*)dal garzanti online: giorno s. m.
1 (astr.) periodo di tempo impiegato dalla Terra a compiere una
rotazione intorno al proprio asse | nell'uso pratico, intervallo di
tempo di ventiquattro ore che va da una mezzanotte a quella
successiva; anche, periodo di ventiquattro ore in genere: la settimana
č di sette giorni; giorno festivo, feriale; la carica di questo
orologio dura tre giorni; un bambino di pochi giorni (di vita)
# Poi ci sono i vari bentrovato benvenuto bentornato benarrivato...
Buona Pasqua :-)
--
Kaě egápesan oi ánthropoi mâllon tň skótos č tň fôs (Gv III,19)
Gluků apeíroisi o pólemos (Pindaro, trad. lat. dulce inexpertis bellum)
Il "buongiorno" non viene certo dato in senso "astronomico"!
Perché non proseguire la lettura del dizionario almeno fino al
significato riportato al numero due?
Il "buongiorno" fa riferimento al significato più consueto ovvero quello
non citato ma presente: "Periodo durante il quale il sole resta sopra
l'orizzonte". "Al sorgere del giorno" non indica certo la mezzanotte.
# Perché non proseguire la lettura del dizionario almeno fino al
# significato riportato al numero due?
Perché scartare a priori il primo significato e passare direttamente
al secondo? :-)
Personalmente dico buongiorno per tutto il giorno e nessuno mi fara'
cambiare abitudine. Non farei l'errore di dire buondi' a sera.
Qualcuno č stato cosě superficiale da farlo?
Io ho esaminato accuratamente l'accezione contrassegnata con "senso
astronomico" ed ho motivato perché il saluto del buongiorno non si
riferisce a quest'accezione ma a quella piů comune che č il periodo di
luce. Forse non l'ho motivato a sufficienza? Quando č nato a tuo parere
il saluto "buongiorno"? A mezzanotte in un osservatorio astronomico o al
mattino tra la gente comune? Un tempo si contavano solo dodici ore con
la prima all'alba, poi se ne contarono 24 ma a partire dal tramonto.
Occorre andare al 1800 per il concetto della mezzanotte. Parrebbe
piuttosto strano che il saluto "buongiorno" sia successivo al concetto
delle 24 ore partenti a mezzanotte, non ti pare? Ultima cosa: se ci
fosse davvero qualcuno che quando dice "buongiorno" intende il periodo
di ventiquattro ore come dici tu, che senso avrebbe tale saluto?
Che senso avrebbe augurare "Buone prossime 24 ore"?
> Personalmente dico buongiorno per tutto il giorno e nessuno mi fara'
> cambiare abitudine.
Non invidio certo la tua tua testardaggine.
La vita č fatta anche di queste piccole soddisfazioni :-)
# lForse non l'ho motivato a sufficienza? Quando è nato a tuo parere
# il saluto "buongiorno"? A mezzanotte in un osservatorio astronomico o al
# mattino tra la gente comune?
Dipende. La nozione di durata del giorno è abbastanza antica, e le
conoscenza astronomiche dei caldei e degli egizi erano sorprendenti.
Perché vuoi far partire il computo da mezzanotte? Un giorno è solo un
arco di ventiquattr'ore, corrispondenti (approx.) alla durata della
rotazione terrestre. Da qualunque momento tu parta. Il resto non
c'entra.
Il dì, invece, si ricollega direttamente alla radice indoeuropea che
citavate nell'altro thread, djeu, la stessa di deus, e si riferisce
alla luce. Io noto che esistono questi due vocaboli, e preferisco
farne un uso scientifico.
Nelle comunità degli scienziati, oggi, è plausibile che si ritenga
importante rispettare la corretta definizione astronomica di "giorno".
# fosse davvero qualcuno che quando dice "buongiorno" intende il periodo
# di ventiquattro ore come dici tu, che senso avrebbe tale saluto?
Il senso di augurare una buona giornata. O no? :-))
# Non invidio certo la tua tua testardaggine.
Testardaggine? No, davvero.
--
Kaì egápesan oi ánthropoi mâllon tò skótos è tò fôs (Gv III,19)
Glukù apeíroisi o pólemos (Pindaro, trad. lat. dulce inexpertis bellum)
Qui su l'arida schiena
Del formidabil monte
Sterminator Vesevo,
La qual null'altro allegra arbor né fiore,
Tuoi cespi solitari intorno spargi,
Odorata ginestra,
Contenta dei deserti
...
> Glukù apeíroisi o pólemos (Pindaro, trad. lat. dulce inexpertis bellum)
leggiucchiando tra le versioni ginnasiali di mia sorella, ho trovato
questa amara constatazione di bonvesin della riva (XIII secolo) - che
elogia appassionatamente la bontà e le virtù dei milanesi, malgrado le
tante iniquità che avvengono in città:
filii tenebrarum saepe in suis iniquitatibus ferventius et cautius quam
filii lucis in suis operibus operantur
ciauz
Marco
--
Posted via Mailgate.ORG Server - http://www.Mailgate.ORG
Io invece ritengo che il significato astronomico sia un'estensione del
significato originale e che nessuna comunità di scienziati tema davvero
la confusione tra i due concetti o rifiuti la comune accezione di giorno.
> Personalmente dico buongiorno per tutto il giorno e nessuno mi fara'
Nel senso di pronunciare alla lettera la frase "buongiorno per tutto il
giorno" ? Questo lo fa un mio collega greco, di solito arrivando al
mattino (nel senso non di un ciao solo per adesso ma di un augurio per
l'intera giornata).
> Un giorno è solo un arco di ventiquattr'ore, corrispondenti (approx.)
> alla durata della rotazione terrestre.
> Nelle comunità degli scienziati, oggi, è plausibile che si ritenga
> importante rispettare la corretta definizione astronomica di "giorno".
Mah, chi lo sa ... lo sapete che c'e' una diatriba in corso sull'uso o
meno dei secondi bisestili (non saprei come chiamarli in italiano, "leap
seconds") ? Dato che da tempo il secondo e' legato a non so piu quale
transizione iperfina del cesio o del rubidio e non piu' alla 86400-ma
parte della rotazione terrestre che non e' costante, si usa introdurre
un secondo extra ogni 6-12 mesi per tenere allineato il TAI (tempo
atomico internazionale) con l'UTC. Adesso alcune comunita' hanno
chiesto di abbandonare quest'uso ... se ne discutera' a un simposio
internazionale al Galileo Ferraris a fine maggio.
Il parere degli astronomi e' stato chiesto flebilmente, e non pare
neppure essere univoco. Ai pulsaristi, e a chi fa astronomia dallo
spazio, farebbe comodo una scala di tempi monotona, senza salti. A chi
fa astronomia da terra, e anche a quelli dei ground segment (chi deve
inseguire dalle stazioni di terra i satelliti che usano quelli che
osservano dallo spazio) invece fa comodo mantenere l'aggancio con la
rotazione terrestre.
Per maggiori dettagli si veda http://www.ucolick.org/~sla/leapsecs/
On Fri, 18 Apr 2003, Roscio wrote:
> > o per un collega con cui ci si da del tu (nel mio giro e' corrente
> > l'uso del tu, dal laureando al premio Nobel)
>
> Vuoi dire che al diplomato dai del lei ?...
No, perche' il diplomato e' di ruolo ed e' un "collega" mentre il
laureando e' appena arrivato, c'e' differenza di eta', ecc. ... infatti
e' usuale dare del lei allo studente non laureando fino a che non e' in
tesi, e passare al tu quando entra in tesi o poco dopo.
Veramente l'IRITI-IEN (l'istituto che "ci dà il tempo") li chiama "secondi
intercalari" e dice che l'ultimo inserimento (loro la chiamano "inserzione") è
stato fatto il 31 dicembre 1998.
So che sei un esperto: come mai questa differenza? Si tratta di due cose
diverse?
Ciao,
Epimeteo
#
# Dato che da tempo il secondo e' legato a non so piu quale
# transizione iperfina del cesio o del rubidio e non piu' alla 86400-ma
# parte della rotazione terrestre che non e' costante,
"Il secondo è la durata di 9192631770 periodi della radiazione
corrispondente alla transizione tra due livelli iperfini dello stato
fondamentale dell'atomo di cesio -133".
http://www.ien.it/tf/time/Pagina21.html
Gli orologi atomici a fascio di cesio conservati presso l'IEN possono
accumulare un errore di un secondo in tre milioni di anni.
# Il parere degli astronomi e' stato chiesto flebilmente, e non pare
# neppure essere univoco.
Come è logico, perciò ho parlato *delle* comunità di scienziati. Imho,
tuttavia, è più semplice mettere d'accordo gli scienziati, nonostante
le diverse esigenze, che non i letterati. I primi si accontentano di
una definizione rigorosa; i secondi tirano fuori i danti e i manzoni
:-)
--
Kaì egápesan oi ánthropoi mâllon tò skótos è tò fôs (Gv III,19)
Glukù apeíroisi o pólemos (Pindaro, trad. lat. dulce inexpertis bellum)
# Veramente l'IRITI-IEN (l'istituto che "ci dà il tempo") li chiama "secondi
# intercalari" e dice che l'ultimo inserimento (loro la chiamano "inserzione") è
# stato fatto il 31 dicembre 1998.
E' necessario utilizzare riferimenti diversi perché il secondo
definito in termini di durata del giorno solare medio non è stabile
nel tempo a causa dell'irregolarità dei moti della terra.
> > Personalmente dico buongiorno per tutto il giorno e nessuno mi fara'
>
> Nel senso di pronunciare alla lettera la frase "buongiorno per tutto il
> giorno" ? Questo lo fa un mio collega greco, di solito arrivando al
> mattino (nel senso non di un ciao solo per adesso ma di un augurio per
> l'intera giornata).
non mi č ben chiaro quello che intendi (o che hai capito di quello che
intende il collega greco):
in grecia il saluto "kalimčra" č universale fino all'ora di pranzo
circa, e ingloba il nostro saluto a chi si incontra per la prima volta
e un augurio di buona giornata (immagino volessi dire questo).
a partire dal primo pomeriggio il "kalimčra" praticamente scompare,
sostituito da altre forme di saluto (non legate al momento della
giornata: "ghia sas", formale, "ghia sou", informale, per lo pił). se
si vuole esprimere un augurio, cosa che accade quasi sempre fra persone
che intrattengono rapporti amichevoli o lavorativi, si fa seguire un
"kalņ mesimčri" (che so, fino circa alle 5), poi "kalņ bradhi", fino
a notte fonda, infine "kalinģchta" per augurare la buona notte.
> si fa seguire un "kalņ mesimčri" (che so, fino circa alle 5),
> poi "kalņ bradhi", fino a notte fonda,
Abbastanza raro il secondo, rarissimo il primo.
Dopo le cinque io direi "kalispera".
Ciao, edi'®
# giornata: "ghia sas", formale, "ghia sou", informale, per lo piů).
Che hanno valore, rispettivamente, di "salute a voi" e "a te" (ciao).
Quello che trascrivi "ghia" sta per "salute", in greco antico
"hygeěa", che nel neogreco corrente, con un'apocope, passa a "geěa"
(pr. ghia).
# "kalň mesimčri" (che so, fino circa alle 5), poi "kalň bradhi",
pronuncia, mi sembra, vradhi (la "beta", in neogreco "vita", si pr. v)
Per pronunciare bradhi dovrebbe scriversi mpradi
> # giornata: "ghia sas", formale, "ghia sou", informale, per lo più).
>
> Che hanno valore, rispettivamente, di "salute a voi" e "a te" (ciao).
> Quello che trascrivi "ghia" sta per "salute", in greco antico
> "hygeìa", che nel neogreco corrente, con un'apocope, passa a "geìa"
> (pr. ghia).
>
> # "kalò mesimèri" (che so, fino circa alle 5), poi "kalò bradhi",
> pronuncia, mi sembra, vradhi (la "beta", in neogreco "vita", si pr. v)
> Per pronunciare bradhi dovrebbe scriversi mpradi
sì, certo. è sempre il solito problema di come trascrivere 'sto
benedetto greco. nelle e-mail informali con gli amici uso un sacco di
forme ibride, per lo più incoerenti, per abitudine. così di solito
scriviamo "brady" e "mprabo".
comunque, volendo essere pignoli, allora anche "sou" andrebbe scritto
"su".
ciao
me l'ero dimenticato! la valenza è identica a quella di "kalimèra":
riassume cioè in sè il saluto e l'augurio.
per quanto riguarda le altre due forme, non so che dirti. ho vissuto e
lavorato in grecia per tanto tempo, e le ricordo come del tutto
correnti
(quella collega carina e gentile che mi gridava sempre "kalò mesimèri,
marko" mentre entrava alle 14 al turno di reception, mentre io stendevo
i panni sotto un sole impietoso...)
ciao
Padre, mi sfugge il senso di questa affermazione: è vero che il giorno solare
medio è variabile e misurato a spanne e che, se correzione si deve fare (il
secondo intercalare), essa va fatta con lo stesso criterio e con le stesse
modalità da tutti.
Sul sito del NIST (National Institute of Standards and Technology) leggo che lo
standard americano attuale del tempo, denominato NIST-F1 (un orologio atomico al
cesio, ma ancora più sofisticato rispetto al precedente NIST-7), ha
un'incertezza inferiore a 0,1 nanosecondi al giorno o, se preferisce, un secondo
ogni 30 milioni di anni circa.
Per quanto riguarda la correzione dell' UT1 (Tempo Universale Astronomico) e
dell'UTC (Tempo Universale Coordinato), leggo anche in questa pagina
http://www.boulder.nist.gov/timefreq/pubs/bulletin/leapsecond.htm
che l'ultimo inserimento di 1 secondo intercalare è stato fatto il 31 dicembre
1998 e che la differenza attuale (27 marzo 2003) tra UT1 e UTC è di 0,339
secondi. Se questo la può rassicurare, non si prevede nessun inserimento il
prossimo 30 giugno.
Ma una domanda sorge spontanea: cosa c'entra tutto ciò con il saluto-augurio di
buon giorno? :-)))
In ogni caso le auguro un giorno esatto al picosecondo!
Epimeteo
# > E' necessario utilizzare riferimenti diversi
# Padre, mi sfugge il senso di questa affermazione: è vero che il giorno solare
# medio è variabile e misurato a spanne e che, se correzione si deve fare (il
# secondo intercalare), essa va fatta con lo stesso criterio e con le stesse
# modalità da tutti.
Appunto. Con riferimenti diversi intendevo diversi dai moti terrestri.
# sě, certo. č sempre il solito problema di come trascrivere 'sto
# benedetto greco. nelle e-mail informali con gli amici uso un sacco di
# forme ibride, per lo piů incoerenti, per abitudine. cosě di solito
# scriviamo "brady" e "mprabo".
# comunque, volendo essere pignoli, allora anche "sou" andrebbe scritto
# "su".
E no. Su bradu o brady possiamo essere d'accordo, se vogliamo fare una
traslitterazione (per la upsilon scegli quel che ti garba). Allo
stesso modo, il genitivo sou dev'essere differenziato da su. La
traslitterazione sarebbe _geía sou_ o sbaglio? "Tua salute", cioč.
E aggiungi "ti kaneis?" che ti rispondo "típota" :-)
> # sě, certo. č sempre il solito problema di come trascrivere 'sto
> # benedetto greco. nelle e-mail informali con gli amici uso un sacco di
> # forme ibride, per lo piů incoerenti, per abitudine. cosě di solito
> # scriviamo "brady" e "mprabo".
> # comunque, volendo essere pignoli, allora anche "sou" andrebbe scritto
> # "su".
>
> E no. Su bradu o brady possiamo essere d'accordo, se vogliamo fare una
> traslitterazione (per la upsilon scegli quel che ti garba). Allo
> stesso modo, il genitivo sou dev'essere differenziato da su.
non ho mica capito. quando io scrivo differenzio appunto "sy" da
"sou": la traslitterazione che io uso č per molti altri aspetti del
tutto artigianale, perň in questo caso specifico (differenziazione
grafica tra "y" e dittongo "ou") chiara.
> La
> traslitterazione sarebbe _geía sou_ o sbaglio?
no, č giusto. č come infatti lo scrivo io di solito.
> "Tua salute", cioč.
> E aggiungi "ti kaneis?" che ti rispondo "típota" :-)
avte re, kalhnyxta!
traslitterazione marchesca: "sou" e "sy" rispettivamente
trascrizione fonetica ad usum doctorum: "su" e "si" rispettivamente
pali ciao
# ehm, a scanso di equivoci
Nessun equivoco: stiamo dicendo la stessa cosa, prob. sono io che sono
stato poco chiaro
# traslitterazione marchesca: "sou" e "sy" rispettivamente
OK
paliciao
> Veramente l'IRITI-IEN (l'istituto che "ci dà il tempo") li chiama "secondi
> intercalari"
ah ecco ... io li ho sempre sentiti nominare solo in inglese come 'leap
seconds', dove 'leap years" sono gli anni bisestili, ma "intercalari"
sta benissimo dato che si usa nei calendari lunari o lunisolari per il
tredicesimo mese che viene inserito ogni tanto ... come il famigerato
mercedonius dei Romani pre-Cesare.
> So che sei un esperto: come mai questa differenza? Si tratta di due cose
> diverse?
Non sono affatto un esperto, 'ste cose le capisce Leschiutta e pochi
altri. Si fa fatica a trovare anche tra gli astronomi quadratici medii
qualcuno che se ne intenda (da cui la difficolta' della attuale
discussione).
Ma non ho capito la domanda, che cosa sono le due cose che sarebbero
diverse ?
Da NON esperto, posso solo dire che :
- la definizione originaria di secondo era quella di 1/86400 del
giorno (24 ore di 60 minuti di 60 secondi), dove il giorno
sarebbe il periodo di rotazione della Terra
- poi ci si e' resi conto che la rotazione della Terra non e'
costante (a parte le irregolarita', rallenta per gli effetti
di marea della Luna) e quindi si e' sostituita la definizione
con quella legata a una data transizione iperfina che e' stata
citata da altri meglio che da me
- quanto sopra riguarda la DURATA del secondo
e' un po' la stessa cosa del fatto che l'anno non e' di 365
giorni ma di circa 365 giorni e un quarto ecc. ecc.
- vi e' poi la faccenda della numerazione della sequenza dei
secondi, che e' diversa. E' una questione di "data", o di
correlazione col tempo civile, un po' come l'uso di indicare
le date in giorni giuliani (con un conteggio ininterrotto
dal 1 gennaio 4713 a.C. c.greg.prol.) invece che in giorno
mese ed anno.
Per tutti i casi in cui serve sapere "quanto tempo e' passato"
e' infinitamente piu' comodo
- ora il TAI (tempo atomico) conta i secondi da un certo momento
in poi. L'UTC cerca di tenere il filo della rotazione della
Terra, per cui ogni tanto si inserisce un secondo intercalare
per tenere le cose in synch.
- a tutti piace poter calcolare dalla data a che ora sorge una
data cosa (stella, pianeta o satellite che sia) o dove si
trova nel cielo
- e dato che le coordinate angolari fanno tradizionalmente riferimento
o ai 360 gradi o addirittura alle 24 ore (con la solita confusione
tra 'secondi di tempo' e 'secondi d'arco') ... come si fa per la
ascensione retta ...
... quelli che lavorano da terra hanno piacere di poter sapere
QUANDO puntare un telescopio o antenna per trovare un certo
oggetto che sta in un certo posto
... e proverebbero gran disappunto a non trovarlo (una decina di
secondi di tempo sono un bel tot come angolo sul cielo, con la
risoluzione degli strumenti attuali !)
> > > Personalmente dico buongiorno per tutto il giorno e nessuno mi fara'
> >
> > Nel senso di pronunciare alla lettera la frase "buongiorno per tutto il
> > giorno" ? Questo lo fa un mio collega greco, di solito arrivando al
> > mattino (nel senso non di un ciao solo per adesso ma di un augurio per
> > l'intera giornata).
>
> non mi è ben chiaro quello che intendi (o che hai capito di quello che
> intende il collega greco):
che pronuncia tale frase alla lettera E IN ITALIANO
e quindi intende "ti saluto adesso e che il mio augurio valga per tutta
la giornata"
Mi riferivo alla tua affermazione secondo la quale l'aggiustamento viene fatto
ogni 6-12 mesi, mentre secondo lo IEN (e il NIST conferma) l'ultima "inserzione"
di secondo intercalare nella scala dei tempi UTC è stata fatta il 31 dicembre
1998 e quindi adesso c'è un ritardo inusuale (è stato saltato dicembre 2002 e
sarà saltato giugno 2003).
Sembra dunque che l'inserimento non sia regolare, ma sia fatto, come dici tu,
ogni tanto, quando serve, anche se sempre in giugno e in dicembre. Giusto?
In ogni caso la tua spiegazione del secondo e della necessità di stare al passo
con i tempi è semplicemente "mostruosa"... (è un complimento!). In particolare
non avevo pensato al fatto che, astronomicamente parlando, se sbaglio tempo
anche di pochissimo, "sbaglio spazio" di molto... :-))
Ciao,
Epimeteo
E' una questione di "calco".
L'originale è "addio":
A Dio (la "responsabilità" di un nostro eventuale ri-incontro).
Da cui, "a-qualcos'altro"...
--
Er Roscio.
E dopo le ventidue, "kalinikta"...
--
Er Roscio.
> > > Dopo le cinque io direi "kalispera".
>
> E dopo le ventidue, "kalinikta"...
"Kaliněhta" (da leggere con l'acca aspirata).
Ciao,
edi'Ž (E.D.)
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Pas mi Ellin: varvaros