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Dario de Judicibus - Rome, Italy (EU)
Site: http://www.dejudicibus.it
Blog: http://lindipendente.splinder.com
Direi che "battente" è l'anta che si apre e si chiude.
L'altro lato lo chiamerei semplicemente "anta"
> Ha un nome la parte inferiore dell'uscio, quella su
> cui scivola la base della porta quando si apre e si chiude? Per caso
> «pedana»? Grazie in anticipo.
Hai la porta che gratta sul pavimento quando la apri?
Dovresti mettere uno spessore nei cardini :-)
Roger
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FAQ di ICLIt:
http://www.mauriziopistone.it/linguaitaliana.html
"Poveretto colui che per vedere le stelle ha bisogno di una botta in testa."
(Stanislaw J. Lec)
Scusa, ma l'anta non è uno sportello? Io parlo della parte di muro nel quale
entra la serratura, quello dove batte la porta. Come si chiama?
Controbattente?
| Hai la porta che gratta sul pavimento quando la apri?
| Dovresti mettere uno spessore nei cardini :-)
No, ma mi serve per una descrizione che sto scrivendo. Ero sicuro che la
parte di uscio che sta sotto la porta, spesso rialzata, nelle vecchie case,
ovvero con un gradino, avesse un nome.
> E' corretto dire che il lato dell'uscio contro il quale si richiude la porta
> si chiama «battente»? Ha un nome la parte inferiore dell'uscio, quella su
> cui scivola la base della porta quando si apre e si chiude? Per caso
> «pedana»? Grazie in anticipo.
La tua domanda non mi appare chiara.
Per te uscio e porta sono due cose diverse?
L'improprietà di linguaggio non aiuta: la base della porta'scivola'solo
sulle cosiddette porte scorrevoli...
f
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questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad ab...@newsland.it
Ero sicuro che la
> parte di uscio che sta sotto la porta, spesso rialzata, nelle vecchie case,
> ovvero con un gradino, avesse un nome.
Allora, l'uscio è il buco nel muro dove si piazza una porta che permette
l'accesso o la chiusura del vano.
La porta ha pannelli e un telaio, una cornice,
il battente, che va a copiare gli elementi dell'uscio, ovvero
gli stipiti( le due parti laterali verticali, di legno o pietra)
l'architrave( parte superiore orizzontale che regge il muro sopra l'uscio,
in legno o pietra)e
la soglia(parallela all'architrave, a livello del pavimento, solitamente
in pietra; quella esterna ha un leggero gradino per non far entrare
l'acqua).
La soglia non è parte del serramento ma dell'apertura su cui è impostato
l'uscio, credo
Io direi battuta.
Mi spiego meglio: per uscio si può intendere tanto la porta nel suo
complesso, quanto il vano della porta. In effetti un uscio può anche non
averla uno sportello. Ad ogni modo, al di là dei termini, prendiamo un
ingresso: abbiamo un vano con quattro lati. Su uno sono posti i cardini, su
quello opposto si blocca la serratura, poi c'è la parte superiore e quella
inferiore. Nelle vecchie case la parte superiore era fatta con una trave in
legno o una pietra piuttosto lunga, la parte di sotto era spesso un gradino,
un po' come il bordo di un marciapiede.
Domanda: queste varie parti hanno un nome in architettura?
Grazie
DdJ
OTTIMO, grazie. Un'ultima domanda: lo stipite contro cui batte il battente,
si dice per caso controbattente?
DdJ
Grazie.
DdJ
>Io direi battuta.
Sul Garzanti ho trovato:
Battente: ciascuna delle due metà di una finestra o di una porta; anche, lo
stipite su cui battono le imposte.
Quindi dovrebbe essere battente. la solita ambiguità della lingua... :(
Ci vorrebbe un dizionario in cui tu dai una descrizione e lui ti trova il
termine.
DdJ
> la soglia(parallela all'architrave, a livello del pavimento,
> solitamente in pietra; quella esterna ha un leggero gradino per
> non far entrare l'acqua).
Infatti credo anch'io che DDJ stesse cercando il termine "soglia".
Che è usato proprio come termine "di confine": la soglia è già parte
della casa. "Varcare la soglia di casa" è bella espressione per
intendere "entrare in casa".
P.
> Quindi dovrebbe essere battente. la solita ambiguità della lingua... :(
>
> Ci vorrebbe un dizionario in cui tu dai una descrizione e lui ti trova il
> termine.
Qui scrivi i termini e hai la descrizione. Meglio di niente. :-))
k
> Mi spiego meglio: per uscio si può intendere tanto la porta nel suo
> complesso, quanto il vano della porta. In effetti un uscio può anche non
> averla uno sportello. Ad ogni modo, al di là dei termini, prendiamo un
> ingresso: abbiamo un vano con quattro lati. Su uno sono posti i cardini, su
> quello opposto si blocca la serratura, poi c'è la parte superiore e quella
> inferiore. Nelle vecchie case la parte superiore era fatta con una trave in
> legno o una pietra piuttosto lunga, la parte di sotto era spesso un gradino,
> un po' come il bordo di un marciapiede.
>
> Domanda: queste varie parti hanno un nome in architettura?
Mi sembra che abbia già risposto Franco a queste domande.
La parte superiore (trave di legno o pietra o altro) è l'architrave (=
ogni struttura orizzontale posta a chiusura superiore di un'apertura).
La parte inferiore (di pierta o marmo o altro) si chiama soglia.
Le parti laterali verticali che limitano porte o finestre si chiamano
stipiti.
Sia lo stipite contro cui batte la porta (quello con la serratura), sia
la soglia, se è rialzata all'esterno, in modo che la porta vi batta
contro, possono essere chiamati controbattenti.
k
> OTTIMO, grazie. Un'ultima domanda: lo stipite contro cui batte il battente,
> si dice per caso controbattente?
> DdJ
Nel mio tempo libero mi piace intervistare vecchi contadini, falegnami...
Nel pistoiese non si usa la parola controbattente per indicare parti
dell'uscio, ma sai com'è in queste cose, basta fare cinque chilometri e il
mondo cambia...
E se non fa ridere?
ciao
--
Danilo Giacomelli
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Il sonno della ragione genera ragionieri
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> E' corretto dire che il lato dell'uscio contro il quale si richiude la porta
> si chiama «battente»?
vuoi dire la chiambrana?
--
Maurizio Pistone - Torino
strenua nos exercet inertia Hor.
http://www.mauriziopistone.it
http://www.lacabalesta.it
CHIAMBRANA???
Questa non la conoscevo!
DdJ
> | vuoi dire la chiambrana?
>
> CHIAMBRANA???
>
> Questa non la conoscevo!
non so se č un termine regionale, ma io l'ho sempre conosciuto come quel
telaio in legno che viene fissato al muro sul quale si incardina la
porta (e la finestra) e forma il battente. Adesso č stata sostituita da
una doppia struttura: il telaio, che viene fornito insieme alla porta
stessa, e il controtelaio, che č fissato al muro, sul quale il primo
viene avvitato. Forse sono piů adatti alla produzione in serie; la
chiambrana infatti doveva essere adattata a mano al vano nel muro. La
conseguenza č che la luce della porta (e della finestra) vengono
ristrette di qualche centimetro; cosa che crea qualche disarmonia nella
ristrutturazione di vecchi edifici.
> vuoi dire la chiambrana?
>
> CHIAMBRANA???
se è piccola, chiambretta? :-D
--
"Credo che ridere sia il vero segno della libertà."
(René Clair, 1898 -1981, regista francese.)
FMK l'unico più poeta della rete
22/01/2006 8.12.08
>>CHIAMBRANA???
> non so se č un termine regionale, ma io l'ho sempre conosciuto come quel
> telaio in legno che viene fissato al muro sul quale si incardina la
> porta (e la finestra) e forma il battente.
Penso sia regionale: piem. ciambran-a, intelaiatura di porte e
finestre (Gribaudo). Intelaiatura; ornamento per lo piů di legno, ed
anche di pietra, che fregia i lati delle porte e delle finestre, come
pure dei caminetti (Sant'Albino).
k
>¦ Maurizio Pistone ha scritto su it.cultura.linguistica.italiano:
>¦ >> | vuoi dire la chiambrana?
>¦ >non so se è un termine regionale, ma io l'ho sempre conosciuto come quel
>¦ >telaio in legno che viene fissato al muro sul quale si incardina la
>¦ >porta (e la finestra) e forma il battente. [...]
>¦ È possibile che abbia a vedere qualcosa con il "chambranle"
>¦ francese, che ha lo stesso significato?
Sí, Colette, direi proprio di sí.
>¦ "1313: chambrande; XVI° secolo: chambranle, alterazione del
>¦ vecchio fr. chambril, dal latino camerare." (Dizionario
>¦ etimologico Larousse)
Dal DEDI (Dizionario dei Dialetti Italiani):
¦ * Ciambràna (1) sf.
¦ (piemontese; toscano, nel lucchese;
¦ lombardo, a Bozzolo: sembràn sm.).
¦ * Intelaiatura di porte e finestre.
¦
¦ Dal francese "chambranle" 'grande regolo che serve per segnare con
¦ una matita' (DEI) o piuttosto dall'antico francese "chambrande",
¦ provenzale "chambran" 'modanatura che fa il giro del vano di una
¦ porta, di una finestra, seguendo lo stiopite e l'architrave', a
¦ loro volta derivati dal latino "camerare" 'fabbricare a volta', al
¦ gerundivo femm."cameranda".
¦
¦ Dal Toscano o dal piemontese o, anche, dallo spagnolo "chambrana" o
¦ catalano "xambrana" dipendono le voci sarde "ciambrana, sciambrana"
¦ e varianti 'cornicione superiore della porta interna; architrave'.
¦
¦ [Nieri 1902; Levi 1818; FEW; DES; Gribaudo-Sceglie 1972-75].
--
Ciao,
Mariuccia®
>¦ Dario de Judicibus ha scritto:
Interessante. Grazie.
Esiste in versione cartacea, edito da Selezione dal Reader's Digest,
un * "Dizionario alla rovescia" 'Dall'idea alla parola' *.
Me lo ritrovai davanti, anni fa (una quindicina, credo) in una delle
numerosissime (e fornitissime) bancarelle che si trovano lungo il
percorso che da Roma Termini porta alla Zanichelli accanto a Piazza
Esedra. Lo acquistai subito, naturalmente :)) e a un prezzo irrisorio,
rispetto a quello di copertina; ma da allora non l'ho mai piú rivisto
in nessuna libreria (ne cercavo un secondo da tenere a GR, visto che
il primo me lo son portato qui in Venezuela e, data la mole e il peso,
è impresa pressoché suicida, portarselo dietro ad ogni spostamento.
--
Ciao,
Mariuccia®
> Mariuccia Ruta ha scritto su it.cultura.linguistica.italiano:
>
>>>¦ È possibile che abbia a vedere qualcosa con il "chambranle"
>>>¦ francese, che ha lo stesso significato?
>
> (Meglio "qualcosa a vedere", no?)
"Abbia a che vedere", "abbia qualcosa a che vedere".
[...]
Ciao, FB
--
Emily: "I'm going to Europe and I'm going to have a marvellous time. I'm
going to get up at ten and have two glasses of wine at lunch every single
day."
Richard: "Only prostitutes have two glasses of wine at lunch!"
(Gilmore Girls, 501)
>¦ >>¦ È possibile che abbia a vedere qualcosa con il "chambranle"
>¦ >>¦ francese, che ha lo stesso significato?
>¦
>¦ (Meglio "qualcosa a vedere", no?)
No, non sarebbe meglio. Quassú t'è mancato solo un /che:
"... qualcosa a che vedere".
>¦
>¦ > [...]
>¦ >Dal DEDI (Dizionario dei Dialetti Italiani):
E a me qua è mancato "Etimologico". Mi scuso e ritrascrivo:
DEDI (Dizionario Etimologico dei Dialetti Italiani).
>¦ > ¦ * Ciambràna (1) sf.
>¦ > ¦ [...]
>¦ Grazie della risposta Mariuccia.
Figurati, Colette.
È sempre un piacere poter fare qualcosa di gradito. E forse anche
utile.
--
Ciao,
Mariuccia®
[...]
> È sempre un piacere poter fare qualcosa di gradito.
Gradito a sé stessi: mi pare una tautologia; gradito agli altri: uhm,
parliamone...
[...]
Ciao, FB
--
"The doctors found out that Bunbury could not live, that is what I mean—so
Bunbury died."
"He seems to have had great confidence in the opinion of his physicians."
("The Importance of Being Earnest", Oscar Wilde)
>¦ On Mon, 23 Jan 2006 08:52:53 -0400, Mariuccia Ruta wrote:
>¦ > È sempre un piacere poter fare qualcosa di gradito.
>¦ Gradito a sé stessi: mi pare una tautologia; gradito agli altri: uhm,
>¦ parliamone...
Beh, nel caso specifico, gradito a Colette: dal suo riscontro mi pare
si evinca che (almeno lei :)) ha gradito.
>¦ parliamone...
Nulla di meglio, da fare? :-D
--
Ciao,
Mariuccia®
> Su it.cultura.linguistica.italiano,
> nell'articolo <1x7gls4lnwf4l$.1lgcrxtl...@40tude.net>,
> FB ha scritto:
>
>>¦ On Mon, 23 Jan 2006 08:52:53 -0400, Mariuccia Ruta wrote:
>>¦ > È sempre un piacere poter fare qualcosa di gradito.
>
>>¦ Gradito a sé stessi: mi pare una tautologia; gradito agli altri: uhm,
>>¦ parliamone...
>
> Beh, nel caso specifico, gradito a Colette: dal suo riscontro mi pare
> si evinca che (almeno lei :)) ha gradito.
Sì, ma c'è quel "sempre", che nessun promosso alla teoria per la patente
di guida avrebbe mai messo. (faccina sorridente)
[...]
Ciao, FB
--
«"Plano su di lei come un paradiseo imbottito di Taurus... Faccio guizzare
la lingua come un pitone ubriaco". Prendo questo libro, lo butto nel
cestino.»
(Recensione di Antonio D'Orrico sul Corriere della Sera Magazine)
>¦ >>¦ On Mon, 23 Jan 2006 08:52:53 -0400, Mariuccia Ruta wrote:
>¦ >>¦ > È sempre un piacere poter fare qualcosa di gradito.
FB:
>¦ >>¦ Gradito a sé stessi: mi pare una tautologia; gradito agli altri: uhm,
>¦ >>¦ parliamone...
>¦ >
>¦ > Beh, nel caso specifico, gradito a Colette: dal suo riscontro mi pare
>¦ > si evinca che (almeno lei :)) ha gradito.
>¦ Sì, ma c'è quel "sempre", che nessun promosso alla teoria per la patente
>¦ di guida avrebbe mai messo.
Sarò tontolona, ma mi sfugge qualcosa. Che cosa ci sarebbe di
sbagliato nel "sempre" di
"È sempre un piacere poter fare qualcosa di gradito".
Mi spieghi che cos'è che stai cercando di dirmi?
>¦ (faccina sorridente)
:))
--
Ciao,
Mariuccia®
Non è discutibile che sia _sempre_ un piacere fare qualcosa di gradito a
un'altra persona? A una persona può anche far piacere che io le spinga
l'automobile a 100 kmh in autostrada per eliminare l'inquinamento. Al
contrario, è tautologica---e alquanto improbabile---l'interpretazione "è
sempre un piacere poter fare qualcosa di... piacevole (per sé)". Ma parti
dall'assunto che ti sto facendo perdere tempo. (faccina sorridente)
Ciao, FB
--
"Morality is simply the attitude we adopt towards people whom we
personally dislike."
("An Ideal Husband", Oscar Wilde)
>¦ On Mon, 23 Jan 2006 23:35:08 -0400, Mariuccia Ruta wrote:
>¦ >>¦ [...]
>¦ > Sarò tontolona, ma mi sfugge qualcosa. Che cosa ci sarebbe di
>¦ > sbagliato nel "sempre" di
>¦ > "È sempre un piacere poter fare qualcosa di gradito".
>¦ >
>¦ > Mi spieghi che cos'è che stai cercando di dirmi?
>¦ Non è discutibile che sia _sempre_ un piacere fare qualcosa di gradito a
>¦ un'altra persona? A una persona può anche far piacere che io le spinga
>¦ l'automobile a 100 kmh in autostrada per eliminare l'inquinamento. Al
>¦ contrario, è tautologica---e alquanto improbabile---l'interpretazione "è
>¦ sempre un piacere poter fare qualcosa di... piacevole (per sé)".
"È sempre un piacere ..." se lo faccio. Se non mi va, non lo faccio,
ti pare?
Comunque potresti aver ragione tu, tenuto conto del fatto che
(confesso) quel "sempre" è stato un puro e semplice automatismo ;))
>¦ Ma parti dall'assunto che ti sto facendo perdere tempo.
Mica vero! Devo anzi ringraziarti: tutto ciò che mi "costringe"
a soffermarmi e riflettere, nell'intento di capire, lo ritengo
*sempre* :)) utile e produttivo; mai tempo perso.
> Su it.cultura.linguistica.italiano,
> nell'articolo <rb2amqzker9e.xe7g5ik7a2dx$.d...@40tude.net>,
> FB ha scritto:
>
>>¦ On Mon, 23 Jan 2006 23:35:08 -0400, Mariuccia Ruta wrote:
>>¦ >>¦ [...]
>>¦ > Sarò tontolona, ma mi sfugge qualcosa. Che cosa ci sarebbe di
>>¦ > sbagliato nel "sempre" di
>>¦ > "È sempre un piacere poter fare qualcosa di gradito".
>>¦ >
>>¦ > Mi spieghi che cos'è che stai cercando di dirmi?
>
>>¦ Non è discutibile che sia _sempre_ un piacere fare qualcosa di gradito a
>>¦ un'altra persona? A una persona può anche far piacere che io le spinga
>>¦ l'automobile a 100 kmh in autostrada per eliminare l'inquinamento. Al
>>¦ contrario, è tautologica---e alquanto improbabile---l'interpretazione "è
>>¦ sempre un piacere poter fare qualcosa di... piacevole (per sé)".
>
> "È sempre un piacere ..." se lo faccio. Se non mi va, non lo faccio,
> ti pare?
Tecnicamente:
"Quando faccio qualcosa di gradito a una persona, provo sempre piacere".
Ma capisco bene ciò che intendi. Il sottinteso è "a patto che quel
qualcosa sia ragionevole e che io abbia tempo e voglia di farlo". Ci
vorrebbe la razionalità di Wolfgang. Ho l'impressione che basti spostare
"sempre" da un'altra parte, ma sono alquanto confuso ormai.
[...]
Ciao, FB
--
"Come, dear, we have already missed five, if not six, trains. To miss any
more might expose us to comment on the platform."
>¦ On Tue, 24 Jan 2006 08:59:59 -0400, Mariuccia Ruta wrote:
>¦ >>¦ [...]
>¦ > "È sempre un piacere ..." se lo faccio. Se non mi va, non lo faccio,
>¦ > ti pare?
>¦ Tecnicamente:
E qui mi mandi in tilt: io e la tecnica litighiamo un giorno sí e
l'altro pure...:(
>¦ "Quando faccio qualcosa di gradito a una persona, provo sempre piacere".
>¦
>¦ Ma capisco bene ciò che intendi. Il sottinteso è "a patto che quel
>¦ qualcosa sia ragionevole e che io abbia tempo e voglia di farlo". Ci
>¦ vorrebbe la razionalità di Wolfgang. Ho l'impressione che basti spostare
>¦ "sempre" da un'altra parte, ma sono alquanto confuso ormai.
Vediamo se riesco a rimediare, almeno in parte (ti cito):
> "Quando faccio qualcosa di gradito a una persona, provo sempre piacere".
e riformulo:
Quando faccio qualcosa per qualcuno,
lo faccio sempre volentieri (e con piacere);
se poi questo qualcuno gradisce,
il piacere è ancora maggiore.
Confuso per benino, ora? :-D
--
Ciao,
Mariuccia®
[...]
> riformulo:
> Quando faccio qualcosa per qualcuno,
> lo faccio sempre volentieri (e con piacere);
> se poi questo qualcuno gradisce,
> il piacere è ancora maggiore.
>
> Confuso per benino, ora? :-D
A puntino. Merci!
Ciao, FB
--
"Something to take to the country." (holding out a bunch of flowers)
"Flowers come _from_ the country, Charles."
(Cold Comfort Farm, the film)