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Come imparare l'inglese (da zero) a 65 anni?

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gio_46

unread,
Nov 27, 2011, 7:31:44 AM11/27/11
to
Ho deciso di "studiare" l'inglese (non ho messo "imparare" perché nel
mio caso è una parola troppo grossa)e per questo mi sono iscritto ad un
corso serale della mia città.
Sono due ore settimanali, l'insegnante è madre lingua, in classe siamo
13 e io sto partendo proprio da zero.
Credo che per riuscire nell'impresa, (come del resto è per tutte le cose
della vita che richiedono impegno e sacrificio) l'importante sia avere
una motivazione forte... anche perché il corso non lo regalano, per
cui...
Nel mio caso la motivazione iniziale è stata quella di poter lavorare
meglio al compiuter; poi, magari, possono subentrare altri vantaggi,
vedi, per esempio, la possibilità di fare dei viaggi in paesi di lingua
inglese, etc. etc.
Allora, la caratteristica saliente del corso è che abbiamo un testo
completamente in inglese, così pure il CD allegato. L'insegnante, a sua
volta, parla quasi del tutto in inglese, per cui se si somma: un testo
tutto in inglese, che uno non capisce (e non può capire), il CD tutto in
inglese, l'insegnante che si esprime al 90% in inglese, è facile
arrivare alla conclusione che, per chi è alle primissime armi, il corso
è solo una tortura senza nessuna possibilità concreta di apprendimento.

Ma tant'è. Affermano che questo è un metodo sperimentato e collaudato da
decine di anni e per cui il migliore in assoluto...

Non è mia intenzione criticare il metodo... fatto sta che per me non
funziona: sarà per l'età, sarà la memoria che perde i colpi... però mi
sto rendendo conto che a scuola perdo solo tempo e tutto quello che
riesco ad imparare è ciò che faccio a casa da autodidatta.

Molti mi dicono che non è tanto il capire il meccanismo e come funziona
la cosa, ma soprattutto riabituarsi ad imparare le cose a memoria. Già a
scuola, da piccolo, non capivo la logica di dover imparare le poesie a
memoria, mentre mi piacevano di più le materie dove, in mancanza di
quest'ultima, potevano supplire altre capacità, vedi, il maggiore
impegno e il ragionamento.
Qui, invece, mi pare che il ragionamento non funzioni e non possa essere
d'aiuto. Difatti all'inizio si parte studiando l'alfabeto inglese e la
sua pronuncia, e fin qui tutto bene.. poi, però, viene fuori che
conoscere la pronuncia delle lettere dell'alfabeto serve solo ed
esclusivamente per poter fare lo spelling e, anzi, il fare riferimento
al questo tipo di pronuncia, nelle parole è un errore grave che
impedisce di progredire.
Tutte le volte che mi pare di aver capito qualcosa, un attimo dopo mi
devo ricredere, perché stavo seguendo solo dei ragionamenti e delle
associazioni che nella lingua inglese mi rendo conto non hanno nessun
significato.
Quello che più mi fa impazzire è che la stessa lettera può essere
pronunciata in modo diverso a seconda delle parole... e non c'è nessun
modo, nessuna regola, per arrivare a stabilire quale sia la logica che
sottende a questo.
Stamattina mi sono reso conto, all'improvviso, che ho molto più profitto
nel leggere, per esempio, un semplice vocabolario Italiano-Inglese-
Italiano. Difatti, qui abbiamo la parola, la sua traduzione e la sua
pronuncia.... in pratica non manca niente a quello che serve per
imparare.
Che ne dite? Ho qualche speranza? Avete suggerimenti utili?

Grazie
Giovanni

army1987

unread,
Nov 27, 2011, 12:59:11 PM11/27/11
to
On Sun, 27 Nov 2011 12:31:44 +0000, gio_46 wrote:

[...]

> Sono due ore settimanali,

Se vuoi fare "sul serio" sono un po' pochine.

[...]

> Allora, la caratteristica saliente del corso è che abbiamo un testo
> completamente in inglese, così pure il CD allegato. L'insegnante, a sua
> volta, parla quasi del tutto in inglese, per cui se si somma: un testo
> tutto in inglese, che uno non capisce (e non può capire), il CD tutto in
> inglese, l'insegnante che si esprime al 90% in inglese, è facile
> arrivare alla conclusione che, per chi è alle primissime armi, il corso
> è solo una tortura senza nessuna possibilità concreta di apprendimento.

Da sempre sono un sostenitore degli insegnanti di madrelingua e del
mettere da parte la propria lingua madre, ma ciò può funzionare solo se
qualche base da cui partire ce l'hai già; per i primi 6 mesi (tanto per
sparare un numero) è meglio sentire qualcuno che ti spiega le cose in
italiano.

> però mi
> sto rendendo conto che a scuola perdo solo tempo e tutto quello che
> riesco ad imparare è ciò che faccio a casa da autodidatta.

Con un corso di due ore a settimana, ciò non mi sorprende per niente...

--
Vuolsi così colà dove si puote
ciò che si vuole, e più non dimandare.
[ T H I S S P A C E I S F O R R E N T ]
<http://xkcd.com/397/>

Kiuhnm

unread,
Nov 29, 2011, 6:21:22 AM11/29/11
to
On 11/27/2011 13:31, gio_46 wrote:
> Quello che più mi fa impazzire è che la stessa lettera può essere
> pronunciata in modo diverso a seconda delle parole... e non c'è nessun
> modo, nessuna regola, per arrivare a stabilire quale sia la logica che
> sottende a questo.

C'è una certa regolarità che aiuta, se non a indovinare, a ricordare più
facilmente la pronuncia. Questa regolarità inizierai a notarla più avanti.
Il difficile arriva quando si decide di iniziare a usare i veri suoni
inglesi. Per es. "some" non si pronuncia con la vocale "a" italiana e
"it" non si pronuncia con la "i" italiana.

> Stamattina mi sono reso conto, all'improvviso, che ho molto più profitto
> nel leggere, per esempio, un semplice vocabolario Italiano-Inglese-
> Italiano. Difatti, qui abbiamo la parola, la sua traduzione e la sua
> pronuncia.... in pratica non manca niente a quello che serve per
> imparare.
> Che ne dite? Ho qualche speranza? Avete suggerimenti utili?

Per raggiungere una conoscenza funzionale dell'inglese base ti consiglio
di iniziare a cercare ciò che ti interessa in inglese. Più il linguaggio
è formale e più è semplice da capire (v. manuali di istruzioni, ecc...).
Se usi Firefox puoi installare l'estensione "Babylon Word Search" che ti
permette di vedere il significato di una parola facendo doppio-click su
di essa. Questo ti fa risparmiare del tempo.
Quando ne sarai in grado, potrai iniziare a leggerti qualche lezione di
inglese scritta in inglese. Ne trovi moltissime su internet. Non
spenderei altri soldi, se fossi in te.
Il mio suggerimento è di imparare l'inglese in modo non troppo metodico,
almeno all'inizio. Datti all'esplorazione, armato di dizionario e di un
buon motore di ricerca come google...

Kiuhnm

Peltio

unread,
Nov 29, 2011, 12:37:50 PM11/29/11
to
gio_46 scriveva il 27-Nov-11 :

> Sono due ore settimanali, l'insegnante è madre lingua, in classe siamo
> 13 e io sto partendo proprio da zero.

Milesi
"English at Work"
Minerva Italica.

Se riesci a trovarlo (purtroppo pare sia fuori stampa[1][2]), usalo per
le restanti 7x24-2 ore settimanali.


[1] Marcioni! Se decidete di non stamparlo più mettetelo nel pubblico
dominio, no?
[2] si dice "fuori stampa"?
Oh my God, I can't even speak my own language!!!


Tony The Ice Man

unread,
Nov 29, 2011, 2:01:34 PM11/29/11
to
On 11/27/2011 4:31 AM, gio_46 wrote:
> Ho deciso di "studiare" l'inglese (non ho messo "imparare" perché nel
> mio caso è una parola troppo grossa)e per questo mi sono iscritto ad un
> corso serale della mia città.
> Sono due ore settimanali, l'insegnante è madre lingua, in classe siamo
> 13 e io sto partendo proprio da zero.

Ho "studiato" l'italiano anche iscritto ad un corso di due ore
settimanali, ma in America. Ci vuole molti anni per raggiungere il mio
grado presente di non fare mai uno sbaglio parlare o scrivere in
italiano. (L'espressione "lingua in guancia" funziona anche in italiano?)

Direi che i metodi d'immersione' non funzionano quando non si è immerso
nella lingua, e due ore per settimana non sono abbastanza per bagnare i
piedi anziché affogare nella lingua. Allora ti consiglio ad imparare
fuori della classa, leggendo in italiano, la grammatica inglese e tutto
della lingua che ti interessa fino a riesci a capire abbastanza della
lingua inglese per imparare solamente in inglese. La cosa la più
importante è trovare la beatitudine d'imparare, e seguire il sentiero
per mezzo di cui ti porta.

army1987

unread,
Nov 29, 2011, 4:36:15 PM11/29/11
to
On Tue, 29 Nov 2011 12:21:22 +0100, Kiuhnm wrote:

> Il difficile arriva quando si decide di iniziare a usare i veri suoni
> inglesi. Per es. "some" non si pronuncia con la vocale "a" italiana
> e "it" non si pronuncia con la "i" italiana.

Ed è per questo che insisto che, perlomeno dopo i primi sei mesi che
studi una lingua, gli insegnanti è meglio che siano rigorosamente di
madrelingua o quasi. Già è difficile per un italiano notare la differenza
tra "ship" e "sheep", ma se l'insegnante stesso pronuncia queste parole
identicamente, diventa completamente impossibile.

army1987

unread,
Nov 29, 2011, 4:37:54 PM11/29/11
to
On Tue, 29 Nov 2011 11:01:34 -0800, Tony The Ice Man wrote:

> (L'espressione "lingua in guancia" funziona anche in italiano?)

No.
E penso sapere un'espressione equivalente, ma adesso non mi viene
minimamente in mente, nemmeno vagamente...

ADPUF

unread,
Nov 29, 2011, 5:21:04 PM11/29/11
to
Kiuhnm <kiuhnm03.4t.yahoo.it>, 12:21, martedì 29 novembre 2011:
> On 11/27/2011 13:31, gio_46 wrote:
>> Quello che più mi fa impazzire è che la stessa lettera può
>> essere pronunciata in modo diverso a seconda delle parole...
>> e non c'è nessun modo, nessuna regola, per arrivare a
>> stabilire quale sia la logica che sottende a questo.
>
> C'è una certa regolarità che aiuta, se non a indovinare, a
> ricordare più facilmente la pronuncia. Questa regolarità
> inizierai a notarla più avanti. Il difficile arriva quando si
> decide di iniziare a usare i veri suoni inglesi. Per es.
> "some" non si pronuncia con la vocale "a" italiana e "it" non
> si pronuncia con la "i" italiana.


Ma queste sono finezze, mezzo mondo parla inglese senza usare
la "I" degli inglesi.


>> Stamattina mi sono reso conto, all'improvviso, che ho molto
>> più profitto nel leggere, per esempio, un semplice
>> vocabolario Italiano-Inglese- Italiano. Difatti, qui abbiamo
>> la parola, la sua traduzione e la sua pronuncia.... in
>> pratica non manca niente a quello che serve per imparare.
>> Che ne dite? Ho qualche speranza? Avete suggerimenti utili?
>
> Per raggiungere una conoscenza funzionale dell'inglese base ti
> consiglio di iniziare a cercare ciò che ti interessa in
> inglese. Più il linguaggio è formale e più è semplice da
> capire (v. manuali di istruzioni, ecc...). Se usi Firefox puoi
> installare l'estensione "Babylon Word Search" che ti permette
> di vedere il significato di una parola facendo doppio-click su
> di essa. Questo ti fa risparmiare del tempo. Quando ne sarai
> in grado, potrai iniziare a leggerti qualche lezione di
> inglese scritta in inglese. Ne trovi moltissime su internet.
> Non spenderei altri soldi, se fossi in te. Il mio suggerimento
> è di imparare l'inglese in modo non troppo metodico, almeno
> all'inizio. Datti all'esplorazione, armato di dizionario e di
> un buon motore di ricerca come google...


Secondo me sarebbe meglio prima imparare a parlare una lingua
(con un nativo, se possibile), e solo dopo a leggerla e
scriverla.

Io ho fatto il contrario e ne pago le conseguenze.


--
Murder is always a mistake -- one should never do anything one
cannot talk about after dinner.
-- Oscar Wilde, "The Picture of Dorian Gray"

ADPUF

unread,
Nov 29, 2011, 5:21:13 PM11/29/11
to
army1987, 22:37, martedì 29 novembre 2011:
> On Tue, 29 Nov 2011 11:01:34 -0800, Tony The Ice Man wrote:
>
>> (L'espressione "lingua in guancia" funziona anche in
>> italiano?)
>
> No.
> E penso sapere un'espressione equivalente, ma adesso non mi
> viene minimamente in mente, nemmeno vagamente...


Fare l'occhiolino?
Ammiccare?


--
"Physics investigates the essential nature of the world, and
biology describes a local bump. Psychology, human psychology,
describes a bump on the bump."
-- Willard Van Orman Quine

Kiuhnm

unread,
Nov 30, 2011, 7:08:31 AM11/30/11
to
On 11/29/2011 22:36, army1987 wrote:
> Ed è per questo che insisto che, perlomeno dopo i primi sei mesi che
> studi una lingua, gli insegnanti è meglio che siano rigorosamente di
> madrelingua o quasi. Già è difficile per un italiano notare la differenza
> tra "ship" e "sheep", ma se l'insegnante stesso pronuncia queste parole
> identicamente, diventa completamente impossibile.

I agree that's better to be on the safe side, but a good teacher should
have native-like pronunciation.

Kiuhnm

Enrico il Pentolaio

unread,
Nov 30, 2011, 7:16:43 AM11/30/11
to
On 11/29/2011 10:36 PM, army1987 wrote:

> Ed è per questo che insisto che, perlomeno dopo i primi sei mesi che
> studi una lingua, gli insegnanti è meglio che siano rigorosamente di
> madrelingua o quasi.

Piu' che altro e' bene che ti correggano quando sbagli. Ho fatto un
corso di francese l'agosto scorso e dovevo sempre essere io a chiedere
le cose. L'insegnante, sia sulla pronuncia che sulla grammatica, mi
correggeva solo quando davvero non poteva farne a meno.

Abbastanza deludente, devo dire.

--
Enrico il Pentolaio.
My blog: http://vousavezunaccent.blogspot.com/

Kiuhnm

unread,
Nov 30, 2011, 7:54:12 AM11/30/11
to
On 11/29/2011 23:21, ADPUF wrote:
>> C'è una certa regolarità che aiuta, se non a indovinare, a
>> ricordare più facilmente la pronuncia. Questa regolarità
>> inizierai a notarla più avanti. Il difficile arriva quando si
>> decide di iniziare a usare i veri suoni inglesi. Per es.
>> "some" non si pronuncia con la vocale "a" italiana e "it" non
>> si pronuncia con la "i" italiana.
>
>
> Ma queste sono finezze, mezzo mondo parla inglese senza usare
> la "I" degli inglesi.

I think that communication should be a /pleasant/ exchange of
information. Good pronunciation is a good start.
My friends, who aren't English native speakers, keep saying that
non-native speakers of English are easier to understand than native
speakers. I thought that too, at least until I started to watch at least
2 hours of TV series a day. Now, talking to my friends in English, I
find myself saying "I beg your pardon?" more and more often. Only now do
I realize how hard must be for a native speaker to understand our
erratic pronunciation, especially when we try to speak at a fast pace.

Kiuhnm

Kiuhnm

unread,
Nov 30, 2011, 8:01:19 AM11/30/11
to
On 11/30/2011 13:16, Enrico il Pentolaio wrote:
> On 11/29/2011 10:36 PM, army1987 wrote:
>
>> Ed è per questo che insisto che, perlomeno dopo i primi sei mesi che
>> studi una lingua, gli insegnanti è meglio che siano rigorosamente di
>> madrelingua o quasi.
>
> Piu' che altro e' bene che ti correggano quando sbagli. Ho fatto un
> corso di francese l'agosto scorso e dovevo sempre essere io a chiedere
> le cose. L'insegnante, sia sulla pronuncia che sulla grammatica, mi
> correggeva solo quando davvero non poteva farne a meno.
>
> Abbastanza deludente, devo dire.

E' la norma. Un motivo può essere che la pedagogia sostiene che
correggere troppo spesso gli studenti porti a insicurezza e riluttanza a
parlare. Forse un po' di equilibrio, però, non guasterebbe. Inoltre gli
studenti sono tutti diversi e non esiste un metodo valido per tutti.

Kiuhnm

Enrico il Pentolaio

unread,
Nov 30, 2011, 8:47:22 AM11/30/11
to
On 11/30/2011 02:01 PM, Kiuhnm wrote:

> E' la norma. Un motivo può essere che la pedagogia sostiene che
> correggere troppo spesso gli studenti porti a insicurezza e riluttanza a
> parlare. Forse un po' di equilibrio, però, non guasterebbe. Inoltre gli
> studenti sono tutti diversi e non esiste un metodo valido per tutti.

Si si, giusto perche' volevo farmi una vacanza a Parigi, altrimenti
avrei imparato di piu' da solo a casa mia. Poi non appena facevo una
domanda di grammatica un po' difficile, gia' andava in panne la tipa.

Va be'.

Tony The Ice Man

unread,
Nov 30, 2011, 12:34:19 PM11/30/11
to
>>> Ed č per questo che insisto che, perlomeno dopo i primi sei mesi che
>>> studi una lingua, gli insegnanti č meglio che siano rigorosamente di
>>> madrelingua o quasi.
>> Piu' che altro e' bene che ti correggano quando sbagli. Ho fatto un
>> corso di francese l'agosto scorso e dovevo sempre essere io a chiedere
>> le cose. L'insegnante, sia sulla pronuncia che sulla grammatica, mi
>> correggeva solo quando davvero non poteva farne a meno.
>> Abbastanza deludente, devo dire.
>
> E' la norma. Un motivo puň essere che la pedagogia sostiene che
> correggere troppo spesso gli studenti porti a insicurezza e riluttanza a
> parlare. Forse un po' di equilibrio, perň, non guasterebbe. Inoltre gli
> studenti sono tutti diversi e non esiste un metodo valido per tutti.

Sě, fanno cosě per quello motivo, e sono d'accordo anche se preferisco
piů correzioni perché fare sbagli non mi delude, ma capisco che degli
studenti hanno piů paura di parlare e sbagliare. Degli altri studenti
colludono con quello motivo perché noto che molte volte, quando sono
dati una correzione, non si fermano per stare attento alla correzione e
fanno lo stesso sbaglio due frasi in sequito.

Enrico il Pentolaio

unread,
Nov 30, 2011, 2:31:21 PM11/30/11
to
On 11/30/2011 06:34 PM, Tony The Ice Man wrote:

> Sě, fanno cosě per quello motivo, e sono d'accordo anche se preferisco
> piů correzioni perché fare sbagli non mi delude, ma capisco che degli
> studenti hanno piů paura di parlare e sbagliare. Degli altri studenti
> colludono con quello motivo perché noto che molte volte, quando sono
> dati una correzione, non si fermano per stare attento alla correzione e
> fanno lo stesso sbaglio due frasi in sequito.

What happened to your Italian? :D I'm in no position to say anything,
since my English sucks right now, but...

- "quel motivo"
- fare sbagli non mi delude... boh, direi "non mi demoralizza"
- "colludono" means nothing here
- "quando sono dati una correzione" no, "to be given something" non
diventa "essere dati qualcosa", bisogna fare una perifrasi. Meglio
"quando vengono corretti" o "quando viene fatta loro una correzione"
- "di seguito", non "in sequito" (se esiste, sara' un termine arcaico)

gio_46

unread,
Nov 30, 2011, 3:27:22 PM11/30/11
to
Tony The Ice Man <CANCELLAREan...@yahoo.it> ha scritto:
--------
> Direi che i metodi d'immersione' non funzionano quando non si è immerso
> nella lingua, e due ore per settimana non sono abbastanza per bagnare i
> piedi anziché affogare nella lingua. Allora ti consiglio ad imparare
> fuori della classa, leggendo in italiano, la grammatica inglese e tutto
> della lingua che ti interessa fino a riesci a capire abbastanza della
> lingua inglese per imparare solamente in inglese. La cosa la più
> importante è trovare la beatitudine d'imparare, e seguire il sentiero
> per mezzo di cui ti porta.

Ringrazio tutti delle risposte. Mi ha colpito quest'ultima frase: "trovare
la beatitudine d'imparare"... credo che la potrei anche trovare, qualora,
però, incominciassi a veder dei risultati. Invece, appena mi impegno a
imparare una cosa e mi sembra di averla capita bene, subito dopo viene
soffocata dall'accavallarsi delle nozioni successive...
Comunque, non credo che sia il caso di scoraggiarsi, perché in definitiva
è solo un mese che mi sono messo in questa impresa.
Caso mai vorrei chiedere ancora due cose. La prima riguarda il traduttore
di google: credo di averlo sopravvalutato; difatti riesce solo a fare la
traduzione parola per parola e anche a dare la pronuncia della parola
stessa, ma non riesce a ordinare le parole per costruire una frase
correttamente in inglese.
La seconda cosa riguarda un metodo di studio personalizzato che tiene
conto dei miei tempi di apprendimento e delle mie predisposizioni.
Espongo brevemente come penserei di agire. Siccome mia moglie l'inglese lo
conosce abbastanza bene, perché anch'essa ha fatto, a suo tempo, il
medesimo corso però riuscendo ad arrivare al livello più alto, pensavo di
sfruttare questa opportunità cercando, tutte le volte che ci parliamo, di
esprimerci il più possibile in inglese...Chiaramente, ogni frase che
dovremo costruire conterrà, per forza di cose, molti elementi che ancora
neanche si sono fatti a scuola, ma nonostante tutto ci/mi obbligherebbe ad
una ricerca di come si traduce un discorso che dovremmo dire in italiano e
come si pronunciano le varie parole.

Che ne dite?

Giovanni

Tony The Ice Man

unread,
Nov 30, 2011, 7:52:14 PM11/30/11
to
>> Sì, fanno così per quello motivo, e sono d'accordo anche se preferisco
>> più correzioni perché fare sbagli non mi delude, ma capisco che degli
>> studenti hanno più paura di parlare e sbagliare. Degli altri studenti
>> colludono con quello motivo perché noto che molte volte, quando sono
>> dati una correzione, non si fermano per stare attento alla correzione e
>> fanno lo stesso sbaglio due frasi in sequito.
>
> What happened to your Italian? :D I'm in no position to say anything,
> since my English sucks right now, but...

Thanks for your corrections. My Italian is only as good as the last time
I wrote or spoke it.

> - "quel motivo"
of course

> - fare sbagli non mi delude... boh, direi "non mi demoralizza"
In English, you can say "making mistakes doesn't disappoint/frustrate
me." Forse non capisco bene le connotazioni del verbo 'deludere.' You
can certainly also say "making mistakes doesn't demoralize me."

> - "colludono" means nothing here
In English you can say that 'some other students collude with that
motive" even if it is a somewhat poetic usage. I like to be poetic also
in Italian, especially now while I'm reading a book by Edoardo Nesi who
often uses verbs in metaphorically amusing ways.

> - "quando sono dati una correzione" no, "to be given something" non
> diventa "essere dati qualcosa", bisogna fare una perifrasi. Meglio
> "quando vengono corretti" o "quando viene fatta loro una correzione"

Very good, that sounds more Italian. I should know that from the
incorrect literal English translation of "dare un esame."

> - "di seguito", non "in sequito" (se esiste, sara' un termine arcaico)
This was taken directly from a dictionary in place of my first intuitive
choice which was "dopo." I've never heard an Italian say "in sequito"
but that didn't stop me.

Fortunately I have two excuses for this poor execution, and it took less
than a minute to construct them. The fun excuse is that I recently
wrote, even if it was tongue-in-cheek, that I never make mistakes
writing in Italian, so I jinxed myself. The real excuse is that I dashed
the post off while I was already late leaving for an appointment, all
the while thinking to myself, "why am I writing this when I should have
left already," and knowing that I was having trouble writing what I
wanted to say, but not wanting to rewrite it in a similar but more
familiar way.

I always appreciate corrections and even good-natured ridicule is
welcome if it helps me to remember my mistakes.

Tony The Ice Man

unread,
Nov 30, 2011, 8:01:18 PM11/30/11
to
Sì, il traduttore di Google è inaffidabile.

Per quanto riguarda tua moglie, può aiutarti, ma dovresti tirare da
molte fonti.

Kiuhnm

unread,
Dec 1, 2011, 7:20:29 AM12/1/11
to
On 12/1/2011 1:52, Tony The Ice Man wrote:
>> - fare sbagli non mi delude... boh, direi "non mi demoralizza"
> In English, you can say "making mistakes doesn't disappoint/frustrate
> me." Forse non capisco bene le connotazioni del verbo 'deludere.' You
> can certainly also say "making mistakes doesn't demoralize me."

Your sentence is grammatically and semantically correct, but it sounds
as if you're using what we could call an "anti-collocation".
We say
Cerca di non deludermi!
(Try not to disappoint me!)
Quel corso mi ha deluso parecchio.
(That course deeply disappointed me)
but we don't "deludiamo" ourselves, we "ci demoralizziamo".

>> - "colludono" means nothing here
> In English you can say that 'some other students collude with that
> motive" even if it is a somewhat poetic usage. I like to be poetic also
> in Italian, especially now while I'm reading a book by Edoardo Nesi who
> often uses verbs in metaphorically amusing ways.

"Colludere" has a very negative connotation:
http://www.treccani.it/vocabolario/collusione/

> Fortunately I have two excuses for this poor execution, and it took less
> than a minute to construct them. The fun excuse is that I recently
> wrote, even if it was tongue-in-cheek, that I never make mistakes
> writing in Italian, so I jinxed myself. The real excuse is that I dashed
> the post off while I was already late leaving for an appointment, all
> the while thinking to myself, "why am I writing this when I should have
> left already," and knowing that I was having trouble writing what I
> wanted to say, but not wanting to rewrite it in a similar but more
> familiar way.

Just keep writing. Once it took me almost half an hour to write a few
lines of English, but I've finally decided not to give a damn anymore
and to express myself more freely. I'm bound to make more mistakes, but
I'm also beginning to use expressions that I was too afraid to use and I
believe my English has improved.

Kiuhnm

Enrico il Pentolaio

unread,
Dec 1, 2011, 9:02:57 AM12/1/11
to
On 12/01/2011 01:52 AM, Tony The Ice Man wrote:

>> - "colludono" means nothing here
> In English you can say that 'some other students collude with that
> motive" even if it is a somewhat poetic usage. I like to be poetic also
> in Italian, especially now while I'm reading a book by Edoardo Nesi who
> often uses verbs in metaphorically amusing ways.

Boh, non ho mica capito cosa intendi per "collude".

>> - "di seguito", non "in sequito" (se esiste, sara' un termine arcaico)
> This was taken directly from a dictionary in place of my first intuitive
> choice which was "dopo." I've never heard an Italian say "in sequito"
> but that didn't stop me.

When was the dictionary printed? :D

Ricordo che nei quaderni delle elementari dei miei genitori c'era
scritto "giuoco" al posto di "gioco", cosi' come la "Q" in corsivo
scritta come un 2, e sto parlando della fine degli anni '60, ma "in
sequito" posso immaginare di trovarlo solo in un romanzo dell'Ottocento
o primo Novecento. La mia maestra delle elementari aveva una passione
sfrenata per "ove" al posto di "dove" e dei miei amici delle medie si
ostinavano a scrivere "v'e'" al posto di "c'e'", pero' credo che sia
solo colpa di insegnanti che credevano ancora che la guerra fosse finita
da poco. :D

Sara' perche' ho la sensibilita' di uno straniero, ma mettendo a
confronto l'inglese di romanzi di 150 anni fa e l'italiano di romanzi
dello stesso periodo mi sembra molto meno cambiato l'inglese rispetto
all'italiano.

> Fortunately I have two excuses for this poor execution, and it took less
> than a minute to construct them. The fun excuse is that I recently
> wrote, even if it was tongue-in-cheek, that I never make mistakes
> writing in Italian,

eheh :D


> I always appreciate corrections and even good-natured ridicule is
> welcome if it helps me to remember my mistakes.

Ve' che poi la prossima volta sara' il mio turno! ;)

Tony The Ice Man

unread,
Dec 1, 2011, 1:01:21 PM12/1/11
to
>>> - fare sbagli non mi delude... boh, direi "non mi demoralizza"
>> In English, you can say "making mistakes doesn't disappoint/frustrate
>> me." Forse non capisco bene le connotazioni del verbo 'deludere.' You
>> can certainly also say "making mistakes doesn't demoralize me."
> Your sentence is grammatically and semantically correct, but it sounds
> as if you're using what we could call an "anti-collocation".
> We say
> Cerca di non deludermi!
> (Try not to disappoint me!)
> Quel corso mi ha deluso parecchio.
> (That course deeply disappointed me)
> but we don't "deludiamo" ourselves, we "ci demoralizziamo".

That is an interesting distinction. In English, we disappoint ourselves
often.

>>> - "colludono" means nothing here
>> In English you can say that 'some other students collude with that
>> motive" even if it is a somewhat poetic usage. I like to be poetic also
>> in Italian, especially now while I'm reading a book by Edoardo Nesi who
>> often uses verbs in metaphorically amusing ways.
> "Colludere" has a very negative connotation:
> http://www.treccani.it/vocabolario/collusione/

Don't you think that it's a negative thing when students collude,
conspire, contrive, and machinate with the pedagogical persuasion that
corrections hamper their confidence to achieve the mutual goal (mutual
being both the students and the pedagogical persuasion) of avoiding
corrections? OK, if I have to explain my meaning is such detail, perhaps
the metaphor doesn't work for English speakers, either.

Tony The Ice Man

unread,
Dec 1, 2011, 1:01:24 PM12/1/11
to
>>> - "colludono" means nothing here
>> In English you can say that 'some other students collude with that
>> motive" even if it is a somewhat poetic usage. I like to be poetic also
>> in Italian, especially now while I'm reading a book by Edoardo Nesi who
>> often uses verbs in metaphorically amusing ways.
> Boh, non ho mica capito cosa intendi per "collude".

Noto che usi il tempo passato.

>>> - "di seguito", non "in sequito" (se esiste, sara' un termine arcaico)
>> This was taken directly from a dictionary in place of my first intuitive
>> choice which was "dopo." I've never heard an Italian say "in sequito"
>> but that didn't stop me.
> When was the dictionary printed? :D

It wasn't printed, it was programmed. It is a small dictionary program
from Ectaco that runs on windows, bought obviously during my lifetime,
but long enough ago that it doesn't always open if other programs are
opened before it. I doesn't even offer the gender of nouns and I mostly
use it to check if the Italian words that I invent from English words
actually exist in Italian. In this case, I was checking if "seguente"
was appropriate, and it offered me the bright and shiny options of "di
seguito" to mean "together" or "in sequito" to mean "afterwards." I was
unsure if "sequente" was ok to use, so I went with the words I didn't
know and therefore had no unsureness about their exact meaning.


> Ricordo che nei quaderni delle elementari dei miei genitori c'era
> scritto "giuoco" al posto di "gioco", cosi' come la "Q" in corsivo
> scritta come un 2, e sto parlando della fine degli anni '60, ma "in
> sequito" posso immaginare di trovarlo solo in un romanzo dell'Ottocento
> o primo Novecento. La mia maestra delle elementari aveva una passione
> sfrenata per "ove" al posto di "dove" e dei miei amici delle medie si
> ostinavano a scrivere "v'e'" al posto di "c'e'", pero' credo che sia
> solo colpa di insegnanti che credevano ancora che la guerra fosse finita
> da poco. :D

I recently read a book that used "giuoco" instead of "gioco." It was
Dino Buzzati's Il deserto dei tartari. In fact he used a few other
screwy word spellings. One thing that I've noticed in this endeavor of
reading Italian novels, is that authors have favorite verbs that they
use frequently. I'll encounter a verb that I need to look up because
I've seldom encountered it before, and, lo and behold, there it will
appear again on the next page, and then on the page 'tre pagine
seguenti.' It soon becomes clear, that one must know and understand the
uses of that verb if one intends to appreciate the work of that author.


ADPUF

unread,
Dec 1, 2011, 5:49:02 PM12/1/11
to
Kiuhnm <kiuhnm03.4t.yahoo.it>, 13:54, mercoledì 30 novembre
> On 11/29/2011 23:21, ADPUF wrote:
>>> C'è una certa regolarità che aiuta, se non a indovinare, a
>>> ricordare più facilmente la pronuncia. Questa regolarità
>>> inizierai a notarla più avanti. Il difficile arriva quando
>>> si decide di iniziare a usare i veri suoni inglesi. Per es.
>>> "some" non si pronuncia con la vocale "a" italiana e "it"
>>> non si pronuncia con la "i" italiana.
>>
>> Ma queste sono finezze, mezzo mondo parla inglese senza usare
>> la "I" degli inglesi.
>
> I think that communication should be a /pleasant/ exchange of
> information.
> Good pronunciation is a good start.


I think that that is the arriving point.

The OP is just beginning to learn English: he now needs
a /basic/ knowledge. With a good pronunciation, if possible.


> My friends, who aren't English native speakers, keep saying
> that non-native speakers of English are easier to understand
> than native speakers. I thought that too, at least until I
> started to watch at least 2 hours of TV series a day. Now,
> talking to my friends in English, I find myself saying "I beg
> your pardon?" more and more often. Only now do I realize how
> hard must be for a native speaker to understand our erratic
> pronunciation, especially when we try to speak at a fast pace.
>
> Kiuhnm

--
Duty, n:
What one expects from others.
-- Oscar Wilde

Kiuhnm

unread,
Dec 2, 2011, 7:18:27 AM12/2/11
to
On 12/1/2011 23:49, ADPUF wrote:
> Kiuhnm<kiuhnm03.4t.yahoo.it>, 13:54, mercoledě 30 novembre
>> I think that communication should be a /pleasant/ exchange of
>> information.
>> Good pronunciation is a good start.
>
> I think that that is the arriving point.
>
> The OP is just beginning to learn English: he now needs
> a /basic/ knowledge. With a good pronunciation, if possible.

I wasn't suggesting that learning native-like pronunciation should be
his first priority. The OP said that he have trouble with pronunciation
and I was trying to lift his mood by letting him know that pronunciation
is more complex than he thinks :)
Don't let me start about prosody... (I'm giving it a crack, by the way).

Kiuhnm

edevils

unread,
Dec 2, 2011, 7:42:21 AM12/2/11
to
On Nov 27, 1:31 pm, "gio_46" <borgogn...@alice.it> wrote:

[...]
> Sono due ore settimanali, l'insegnante è madre lingua, in classe siamo
> 13 e io sto partendo proprio da zero.
> Credo che per riuscire nell'impresa, (come del resto è per tutte le cose
> della vita che richiedono impegno e sacrificio) l'importante sia avere
> una motivazione forte...
[...]

Verissimo: una forte motivazione di partenza è fondamentale.
Però anche il corso stesso può rafforzare oppure fiaccare la
motivazione. Se *per te* - e sottolineo il "per te" - il corso non
funziona, nel senso che non ti dà soddisfazioni, non ti dà stimoli, ti
fa sentire di perdere solo tempo, allora la risposta te la sei bell'e
data da solo.

Semmai la questione è: con cosa sostituirlo?
Secondo me potresti sostituirlo con un corso che sia più mirato alle
tue esigenze di autentico principiante, e soprattutto sia più attento
a verificare che tu riesca a seguire la lezione almeno in parte e
quindi trarne qualche beneficio. Dopodiché, ogni insegnante avrà il
suo metodo didattico, c'è chi cerca di usare il più possibile la
lingua inglese per un'esperienza di "full immersion", chi invece
integra con l'italiano per agevolare la comprensione, ma quello che fa
la differenza a mio parere è se l'allievo segue e resta motivato.
[...]
> Allora, la caratteristica saliente del corso è che abbiamo un testo
> completamente in inglese, così pure il CD allegato. L'insegnante, a sua
> volta, parla quasi del tutto in inglese, per cui se si somma: un testo
> tutto in inglese, che uno non capisce (e non può capire), il CD tutto in
> inglese, l'insegnante che si esprime al 90% in inglese, è facile
> arrivare alla conclusione che, per chi è alle primissime armi, il corso
> è solo una tortura senza nessuna possibilità concreta di apprendimento.
>
> Ma tant'è. Affermano che questo è un metodo sperimentato e collaudato da
> decine di anni e per cui il migliore in assoluto...
>
> Non è mia intenzione criticare il metodo... fatto sta che per me non
> funziona: sarà per l'età, sarà la memoria che perde i colpi... però mi
> sto rendendo conto che a scuola perdo solo tempo e tutto quello che
> riesco ad imparare è ciò che faccio a casa da autodidatta.
[...]

army1987

unread,
Dec 4, 2011, 12:33:31 PM12/4/11
to
On Tue, 29 Nov 2011 23:21:04 +0100, ADPUF wrote:

> Ma queste sono finezze

Tanto "sottigliezza" non è, la distinzione tra quelle due vocali ha un
"lexical load" molto più alto che ad es. quella tra è ed é in italiano.
(Esistono decine e decine di coppie minime tra parole di uso estremamente
comunte.) Il rischio di fraintendere o essere fraintesi non è per niente
trascurabile; anche dopo diversi mesi che parlavo inglese tutti i giorni
se stavo particolarmente distratto ogni tanto mi capitava di voler dire
"live" ma che capissero "leave" o viceversa.

>, mezzo mondo parla inglese senza usare la "I"
> degli inglesi.
[citation needed]. Magari la vocale di "live" di un australiano potrà non
essere esattamente identica a quella di un neozelandese o di un canadese
o di un nordirlandese (e in più alcune consonanti tipo L o NG a volte
fanno cose strane alle vocali precedenti), ma nessuno dei quattro
normalmente pronuncerà "live" e "leave" allo stesso modo.

army1987

unread,
Dec 4, 2011, 12:36:34 PM12/4/11
to
On Wed, 30 Nov 2011 17:01:18 -0800, Tony The Ice Man wrote:

> Sì, il traduttore di Google è inaffidabile.

Ormai spesso è meno inaffidabile di alcuni traduttori umani, però...

Kiuhnm

unread,
Dec 4, 2011, 1:27:14 PM12/4/11
to
On 12/4/2011 18:33, army1987 wrote:
> On Tue, 29 Nov 2011 23:21:04 +0100, ADPUF wrote:
>> , mezzo mondo parla inglese senza usare la "I"
>> degli inglesi.
> [citation needed]. Magari la vocale di "live" di un australiano potrà non
> essere esattamente identica a quella di un neozelandese o di un canadese
> o di un nordirlandese (e in più alcune consonanti tipo L o NG a volte
> fanno cose strane alle vocali precedenti), ma nessuno dei quattro
> normalmente pronuncerà "live" e "leave" allo stesso modo.

ADPUF si riferiva ovviamente a quelli che parlano uno pseudo-inglese per
necessità lavorative.

Kiuhnm

ADPUF

unread,
Dec 4, 2011, 6:24:44 PM12/4/11
to
Kiuhnm <kiuhnm03.4t.yahoo.it>, 19:27, domenica 4 dicembre 2011:
> On 12/4/2011 18:33, army1987 wrote:
>> On Tue, 29 Nov 2011 23:21:04 +0100, ADPUF wrote:
>>> , mezzo mondo parla inglese senza usare la "I"
>>> degli inglesi.
>> [citation needed]. Magari la vocale di "live" di un
>> [australiano potrà non
>> essere esattamente identica a quella di un neozelandese o di
>> un canadese o di un nordirlandese (e in più alcune consonanti
>> tipo L o NG a volte fanno cose strane alle vocali
>> precedenti), ma nessuno dei quattro normalmente pronuncerà
>> "live" e "leave" allo stesso modo.


So bene che la differenza nella quantità di una vocale, o
sillaba, è molto importante, e va insegnata subito ai
principianti; non era a quello che mi riferivo.


> ADPUF si riferiva ovviamente a quelli che parlano uno
> pseudo-inglese per necessità lavorative.


Anche.

Più precisamente mi riferivo a

>>> "it" non si pronuncia con la "i" italiana.


In sostanza, l'esatta pronuncia di vocali e consonanti non è la
cosa più importante per un principiante, anche se una "buona"
pronuncia è auspicabile.


--
"If liberty means anything at all, it means the right to tell
people what they do not want to hear."
-- George Orwell

army1987

unread,
Dec 9, 2011, 1:23:29 PM12/9/11
to
On Mon, 05 Dec 2011 00:24:44 +0100, ADPUF wrote:

>>> "live" e "leave" allo stesso modo.
>
>
> So bene che la differenza nella quantità di una vocale, o sillaba, è
> molto importante, e va insegnata subito ai principianti; non era a
> quello che mi riferivo.

Se per "quantità" intendi "durata", non è quella la principale differenza
tra "live" e "leave" (anche se a parità di tutte le altre condizioni la
seconda tenderà a durare di più).

>>>> "it" non si pronuncia con la "i" italiana.
>
> In sostanza, l'esatta pronuncia di vocali e consonanti non è la cosa più
> importante per un principiante, anche se una "buona" pronuncia è
> auspicabile.

Ovviamente non è importante pronunciare la i di "it" con *esattamente* la
stessa vocale di qualcun altro (o anche esattamente la stessa vocale di
te stesso di cinque minuti fa: se era così difficile far funzionare il
riconoscimento vocale del Nokia 3310 un motivo c'è), ma per lo meno
pronunciarlo in maniera che capiscano "it" e non "eat" mi sembra il
minimo.





--
Vuolsi così colà dove si puote
ciò che si vuole, e più non dimandare.
[ T H I S S P A C E I S F O R R E N T ]
<http://xkcd.com/397/>

.

gio_46

unread,
Dec 11, 2011, 12:02:12 PM12/11/11
to
edevils <use_reply...@devils.com> ha scritto:

> Verissimo: una forte motivazione di partenza è fondamentale.
> Però anche il corso stesso può rafforzare oppure fiaccare la
> motivazione. Se *per te* - e sottolineo il "per te" - il corso non
> funziona, nel senso che non ti dà soddisfazioni, non ti dà stimoli, ti
> fa sentire di perdere solo tempo, allora la risposta te la sei bell'e
> data da solo.
>
> Semmai la questione è: con cosa sostituirlo?
[...]

Ho trovato alcuni corsi on line fra cui questo mi pare degno di nota.
Che ne dite?

http://www.youtube.com/watch?v=612rUgiTgg0&feature=relmfu

Giovanni

rocc...@gmail.com

unread,
Jun 3, 2014, 2:50:42 PM6/3/14
to
Salve,
ho creato un piccolo blog per chiunque volesse imparare l'inglese
da zero e in maniera molto diretta e semplice.
Grazie a tutti
HTTP://INGLESE-PER-GLI-ITALIANI.BLOGSPOT.IT/
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