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IL VERO VOLTO DI DON GABRIELE NANNI "L'ESORCISTA"

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Michelangelo

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Sep 26, 2010, 5:30:56 PM9/26/10
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UN HORROR VERO E PROPRIO!
Fonte Web:www.truthabouthpadreandreadascanio.net

Don Gabriele Nanni, l’Esorcista«Gabriele Nanni ha fatto scopo della
sua vita distruggere Padre Andrea e l’Armata Bianca»
(L’Arcivescovo Mario Peressin a mons. Piero Vergari)

Dalla sentenza assolutoria di Padre Andrea D’Ascanio del primo
processo ecclesiastico:
“Dagli atti e da quanto è stato dimostrato (can. 1608 §2) Don Gabriele
Nanni può essere ritenuto fra gli orditori del complotto contro il P.
Andrea D'Ascanio, motivo per il quale (evitare un possibile spergiuro)
il Presidente – Istruttore non gli chiese di emettere il giuramento
«de veritate dicenda» (di dire la verità)”


Chi è Don Gabriele Nanni?
Dalla sentenza di assoluzione:
“Don Gabriele Nanni nacque il 9 marzo 1959 a Forlì. Dopo gli studi
medio-superiori entrò nel seminario diocesano di Bologna, ma dopo
circa un anno ne uscì. Laureato in Storia della Filosofia a Bologna.
Dopo una crisi interiore si riavvicinò alla pratica religiosa e voleva
diventare sacerdote in una congregazione mariana e missionaria. Nel
1987 conobbe il P. Andrea D'Ascanio e diventò membro dell'«Armata
Bianca». Nel 1990 si trasferì da Modena a L'Aquila per dedicarsi
completamente all' «Armata Bianca» e per ottenere il Baccellierato in
Teologia presso la Pontificia Università Lateranense, in vista della
sua futura ordinazione sacerdotale.

Ebbe con la Dott.ssa Alessia Zimei alcuni episodi sentimentali. Anche
se formalmente era uno dei candidati dell'«Armata Bianca» al
sacerdozio (quando ciò sarebbe stato possibile), in realtà, vi erano
delle reciproche perplessità sulla sua vocazione e idoneità.
Finalmente, in occasione di una missione a Mosca (autunno 1993),
intrapresa di sua iniziativa e per conto dell' «Armata Bianca» (per
studiare il russo, asserendo che la conoscenza di questa lingua
sarebbe poi tornata utile per l'apostolato nell'Est), decise di
lasciare formalmente l' «Armata Bianca» (…)”

A Mosca infatti incontra due suore della Congregazione Pro Deo et
Fratribus (ora Famiglia di Maria) che operano a Novosibirsk in
Siberia, e va in aereo a trascorrere il periodo natalizio con loro. In
breve decide di lasciare definitivamente l’Armata Bianca e si
trasferisce in Slovacchia, nella casa di formazione teologica della
Pro Deo et Fratribus:

Dalla sentenza di assoluzione:

“Incorporato alla «Pro Deo et Fratibus» in Slovacchia (inizi marzo
1994), vi rimase fino al 13 dicembre 1994, data in cui si trasferì
alla sede della «Pro Deo et Fratibus» di Civitella del Tronto (Teramo-
I) e dove rimase fino alla sua uscita definitiva (verso la fine di
novembre 1996). Presso la «Pro Deo et Fratibus» non vi erano certezze
sulla sua ordinazione sacerdotale (…)”

Il suo trasferimento a Civitella del Tronto, casa di probandato, è per
lui una profonda umiliazione e ha il timore che in quella struttura
difficilmente sarà ordinato sacerdote.

Non pensa minimamente che i superiori abbiano bloccato la sua
ordinazione perché non idoneo al sacerdozio; si convince invece che
tutto sia stato provocato da una ipotetica cattiva presentazione di
Padre Andrea D’Ascanio. Comincia a covare nei suoi confronti un astio
che nel tempo diventerà odio feroce che trasmette a tutte le donne
alle quali “apre gli occhi”: da estimatrici diventano tenaci
accusatrici di Padre Andrea D’Ascanio. Cominciando da Alessia Zimei.

La sua difficile situazione viene conosciuta in casa Zimei, il centro
operativo del “pool” contro Padre Andrea D’Ascanio. Una delegazione
aquilana va a trovarlo a più riprese nell’estate ’96 a Civitella del
Tronto e gli lascia intravedere la possibilità di entrare nel
seminario di L’Aquila. Il Vescovo Molinari si dichiara disponibile ad
accoglierlo. E’ la soluzione a tutti i suoi problemi.

Il primo successo da "esorcista": la “apertura degli occhi” di Alessia
Zimei
Dalla sentenza di assoluzione:

“La Dott.ssa Alessia Zimei è stata battezzata dal padre Andrea
D’Ascanio ed ha conservato sempre con lui un rapporto di fiducia e di
amicizia (…) Si è inserita nell’Armata Bianca nell’89, in occasione
dell’Udienza speciale concessa da S.S. Giovanni Paolo II all’”Armata
Bianca” nell’Aula Paolo VI, ma la sua partecipazione è divenuta più
intensa poco dopo (…). La collaborazione con l’«Armata Bianca»
assunse, senza particolari formalità, carattere “vocazionale” di piena
dedizione (in qualche occasione Alessia si firma Alessia di Dio e di
Maria”). All’inizio del 1996 il Padre Andrea D’Ascanio invitò Alessia
a partecipare ad una missione in Ecuador. Vi fu una dura opposizione
familiare (…) Rientrò a L’Aquila dall’Ecuador il 31 ottobre 1996 con
l’intento di ritornare nel Paese Latino americano dopo pochi giorni
(15 novembre) e continuare la sua missione con l’«Armata Bianca» (…)

La Dott.ssa Alessia Zimei afferma che, prima dal suo rientro
dall'Ecuador, «nella famiglia [di lei] avevano avuto contatti con
Gabriele Nanni». Inoltre, dice: «arrivai all'aeroporto di Fiumicino.
Tornai dall'Ecuador il 31 ottobre 1996, furono a ricevermi i miei
fratelli (…). I miei fratelli intravedevano qualche speranza di
"recuperarmi", anche se il piano era che io ritornassi in Ecuador
circa 20 giorni dopo (…)».

Vi è certezza morale che i fratelli parlarono ad Alessia
dell'opportunità di andare a trovare Don Gabriele Nanni, il quale si
era precedentemente incontrato con la famiglia ed era nota la sua
amicizia con Alessia. Infatti, il giorno successivo, 1° novembre,
Alessia chiama Don Gabriele e si danno appuntamento per il 2 novembre
e trascorrono l'intera giornata insieme. (…).

Dopo aver passato con lui quasi tutta una giornata nel Seminario in
cui questi abitava (“Pro Deo et Fratribus” a Civitella del Tronto TE)
il successivo 2 novembre, gli occhi di Alessia si “aprirono” (…)”

Dopo dieci ore di pressione psicologica Gabriele Nanni la convince che
Padre Andrea è stata la sua rovina:

Dall’interrogatorio di Alessia Zimei al tribunale ecclesiastico:

Presidente: “Questo racconto quando avvenne?”

Alessia Zimei: “Quel giorno, sempre quel giorno il 2 novembre.”

Presidente: “All’inizio della giornata? Alla fine della giornata?”

Alessia Zimei: “No, alla fine, alla fine, dopo ore che parlavamo, che
non ero mai convinta.”

Rientra a L’Aquila a notte inoltrata e assicura i parenti che si
distaccherà dall’Armata Bianca. Di fatto uscirà di scena senza neanche
consegnare ai responsabili del Movimento alcuni documenti importanti
che l’Arcivescovo di Quito le aveva affidato. Porta con sé una lunga
lista di accuse contro Padre Andrea D’Ascanio, compilate da Gabriele
Nanni, che lei dovrà presentare al Vescovo Molinari.

Questi, il 6 novembre, si reca in casa Zimei e chiede di preparare al
più presto una denuncia: l’8 novembre ha in mano la dichiarazione
firmata da Alessia Zimei sulla base della quale sarà impiantato il
processo ecclesiastico contro Padre Andrea D’Ascanio.


Gabriele Nanni torna a L’Aquila
Il 24 novembre 1996 Alessia Zimei e Annarita Bellisari vanno a
prelevarlo a Civitella del Tronto e nel pomeriggio lo accompagnano
alla cattedrale dell’Aquila dove Mons. Molinari sta celebrando. Dopo
la Messa si presenta in sacrestia e il Vescovo lo accoglie senza
esitazione assicurandolo che lo ordinerà sacerdote: “Io ero
felicissimo - dichiara nella sua testimonianza al Tribunale
Ecclesiastico - il giorno stesso cacciato da una parte, preso
dall’altra.”

Gli chiede però di scrivere subito una dichiarazione contro Padre
Andrea D’Ascanio e di cercare altri accusatori. Lo fa ospitare in casa
Zimei, dove c’è il clima più idoneo per adempiere a questo mandato.
(cfr: 2 - La storia di un processo)

Dalla sentenza di assoluzione:

“Lo strumento di detta «apertura degli occhi», Don Gabriele Nanni,
lasciò la «Pro Deo et Fratibus» e si trasferì a L'Aquila: «mi sono
trovato a L'Aquila senza casa, per cui sono stato ospitato a casa
Zimei», (…) Lì si venne a costituire un "pool" per accusare il P.
Andrea D'Ascanio, come è stato riconosciuto (…) dai protagonisti in
occasione delle loro deposizioni come testi. Casa Zimei fu
frequentata, più o meno intensamente, dal Sig. Domenico Pelliccione,
dalla Sig.ra Pierina Mirka Manfredi, dalla Dott.ssa Anna Rita
Bellisari, ecc.: tutti ex-membri dell' «Armata Bianca». Con la
collaborazione di Alessia, dei suoi fratelli e di Don Gabriele Nanni
furono redatte alcune accuse e trascritti diversi nastri contenenti
interventi orali del P. Andrea.”

Dall’interrogatorio di Alessia Zimei al Tribunale Ecclesiastico:

Presidente: “Lei pensa di aver aiutato Gabriele Nanni a diventare
sacerdote?”

Alessia Zimei: “(…) lo mandarono via dalla Pro Deo. Non sapeva dove
andare e… io parlai di lui ("lo raccomandai", nella prima versione) a
Mons. Molinari.”

Dall’interrogatorio di Annarita Bellisari al Tribunale Ecclesiastico:

“Allora Molinari venne a casa mia (…) e io gliene parlai il 23
novembre e Gabriele fu accettato da Molinari perché era stato in
sostanza licenziato dalla Pro Deo la mattina, venne a L’Aquila e fu
accolto da Molinari e mandato a casa Zimei”

Dalla sentenza di assoluzione:

“Mons. Molinari, che non lo conosceva ma sapeva di lui tramite
Alessia, lo accolse sotto la sua diretta protezione in vista di una
non lontana ordinazione sacerdotale: don Gabriele diventò suo autista
e suo figlio spirituale (…)”

Perché Don Gabriele Nanni fu cacciato dalla Pro Deo?

Dalla lettera di S.E. Mons. Paolo Hnilica a Padre Andrea D’Ascanio:

“Lui lasciò la comunità perché noi lo abbiamo posto dinanzi ad una
scelta: o restare nella nostra comunità missionaria lasciando in pace
Padre Andrea – perché crediamo nella tua integrità e nella
meravigliosa missione dell’Armata Bianca – oppure di lasciare la
nostra comunità.”


Entra immediatamente in azione
Non sono passate 24 ore e il Nanni contatta Mirka Pierina Manfredi di
Modena - altra sua antica conoscenza che Padre Andrea D’Ascanio aveva
aiutato a terminare gli studi ed a sistemarsi come insegnante - ed è
subito pronta la seconda denuncia:

Dall’interrogatorio di Pierina Manfredi al Tribunale Ecclesiastico:

“Ho deciso di scrivere il documento di denuncia quando ho avuto una
telefonata di Gabriele Nanni, spiegandomi come Mons. Molinari stava
raccogliendo testimonianze per fare luce circa Padre Andrea. L’ho
scritto quella stessa sera della telefonata, il 24 novembre 1996.
Credo averlo poi spedita a posta ad Alessia Zimei, ma non sono
certa.”

Due giorni dopo, il 26 novembre, Nanni presenta la sua prima denuncia
contro Padre Andrea a Mons. Molinari ma questi gliene chiede un’altra
più consistente e lo sprona ad attivarsi per procurare ancora nuove
testimonianze. Prende così corpo la sua seconda denuncia, che il
Vescovo trasmette a Roma con un foglietto di presentazione:

Dal verbale di interrogatorio di Gabriele Nanni al Tribunale
ecclesiastico:

Presidente: “La seconda denuncia di lei (Nanni) è arrivata il 7 marzo
1997 alla CDF, quindi è di prima di quella data. Mons. Molinari scrive
in essa: “Questo testo lo ha fatto Nanni perché glielo ho chiesto
io”.”

Nei giorni successivi Gabriele Nanni farà sottoscrivere denunce contro
Padre Andrea D’Ascanio ad Anna Rita Bellisari e ad una signora
albanese che da poco era giunta in Italia. Alla Congregazione per la
Dottrina della Fede hanno materiale sufficiente per attivare il primo
processo.


Diacono e sacerdote
Gabriele Nanni, dopo tre mesi di permanenza in casa Zimei e dopo aver
presentato al Vescovo le altre denunce richieste, viene inviato presso
il Parroco di Sassa (AQ). Due mesi dopo viene ordinato diacono e
inserito ufficialmente nella diocesi. Cinque mesi dopo, il 30 agosto
1997, è ordinato sacerdote:

“Diacono”

Con quale spirito si prepara ad essere ordinato Diacono, l’ultimo
gradino prima del sacerdozio?

Dalla dichiarazione di Mons. Molinari al Tribunale Ecclesiastico:

“Allora (il 30 marzo 1997 n.d.r.) io ho detto a Don Gabriele “che
dici, ti ordino domani oppure aspettiamo”, e lui mi ha detto: “forse
se aspettiamo non capiterà più questa occasione”. L’ho ordinato… Dopo
Mons. Peressin mi ha detto: “Mi hai tradito, io scriverò a Roma. Io
farò annullare questa ordinazione…”.

Ben conscio di ingannare l’Arcivescovo titolare, il 31 marzo 1997 si
fa ordinare diacono, con poche ore di preavviso, prendendo al volo
questa buona “occasione” che forse “non capiterà più”. Mons. Mario
Peressin così commenta questa ordinazione nella lettera da lui inviata
al card. Ratzinger il 24 giugno 1997:

“Mi sorgono molte perplessità sull’intenzione e la vera vocazione del
Diacono Gabriele Nanni… forse questo Nanni è la chiave per intendere
tutte le recenti difficoltà con il P. Andrea e con l’Armata Bianca.
Pare che sia proprio lui, il Nanni, a tessere le fila
dell’opposizione.”

“Sacerdote”

Con quale spirito si prepara ad essere ordinato Sacerdote? Lo dice lui
stesso il 2 marzo 1999 nelle sue dichiarazioni al Tribunale
Ecclesiastico:

“Io non volevo farmi ordinare, lo dissi a Mons. Molinari, lui mi
chiese più volte di lasciar fare. L’ho fatto in obbedienza a Mons.
Molinari e per devozione.”

Sorge il legittimo dubbio sulla validità della ordinazione sacerdotale
di Gabriele Nanni, dubbio supportato dal Codice di Diritto Canonico:

Can. 1026:“Chi viene ordinato deve godere della debita libertà; non è
assolutamente lecito costringere alcuno, in qualunque modo, per
qualunque causa a ricevere gli ordini”.

Gabriele Nanni dichiara che “non voleva”; l’obbedienza alla quale
ricorre il Vescovo è una pesante “costrizione” morale. Cosa significa
“per devozione”? Devozione a chi?

Can. 1029: ““Siano promossi agli ordini soltanto quelli che (…) sono
mossi da retta intenzione”.

L’“intenzione” con la quale Gabriele Nanni è passato alla diocesi
dell’Aquila era quella dichiarata ai suoi Superiori della Pro Deo:

“…disse che doveva, in coscienza, andare a L’Aquila per accusare Padre
Andrea D’Ascanio perché indemoniato e pericoloso per la Chiesa” (dalla
lettera di S.E. Mons. Paolo Hnilica a Padre Andrea D’Ascanio).

Ma, nella sua ultima lettera dalla Slovacchia datata 13 maggio 1994,
si era rivolto a padre Andrea D’Ascanio con queste espressioni:

“Ti ringrazio infinitamente… non ho un contraccambio uguale da donarti
se non tanta riconoscenza e la mia preghiera quotidiana per te. Con
affetto Gabriele”

In base a quali elementi, non avendo avuto più alcun contatto con lui,
lo dichiara ora “indemoniato e pericoloso per la Chiesa”?

Don Gabriele Nanni nel cammino sacerdotale che intraprende non è mosso
da una “intenzione retta”: pur di salvare se stesso non esita ad
uccidere moralmente un sacerdote e a scagliarsi contro un’Opera di
Maria accolta da decine di Cardinali e Vescovi e da Sua Santità
Giovanni Paolo II che ha concesso a 10.000 piccoli dell’Armata Bianca
la più grande udienza, riservata a soli bambini, della storia della
Chiesa.


“Canonico” della Cattedrale
Dopo tre anni e mezzo, il 5 febbraio 2001, Mons. Giuseppe Molinari, lo
nomina canonico della cattedrale, carica onorifica che si conferisce
“solo a sacerdoti che si distinguano per dottrina e integrità di vita
e che abbiano esercitato lodevolmente il ministero” (can. 509 del
Codice di Diritto Canonico).


“L’Esorcista”
Internet è pieno di siti nei quali si parla di Don Gabriele Nanni come
esorcista o, meglio, come formatore di esorcisti.

Chi è l’esorcista? L’esorcista, nella Chiesa cattolica, è il sacerdote
che libera dal potere del demonio le persone che ne sono possedute.

Chi è il demonio? La personificazione dell’odio e della menzogna,
giacché è l’opposto di Dio che è Amore e Verità. Gesù lo chiama
“omicida sin dall’inizio… padre della menzogna” (Gv 8,44)

Il più autentico “posseduto” dal demonio è colui che ha il cuore
carico di odio che lo porta a scagliarsi contro il fratello (“chiunque
odia il proprio fratello è omicida”- 1Gv 3,15) colpendolo a volte
fisicamente, nella maggior parte dei casi con la calunnia che è frutto
di menzogna.

Vediamo – in quattro casi testimoniati e giurati – i frutti che Don
Gabriele Nanni produce con i suoi “esorcismi”. Il primo è quello
effettuato su Alessia Zimei il 2 novembre 1996: dopo dieci ore di
scontro (“dopo ore che parlavamo, che non ero mai convinta” dice la
Zimei) l’“esorcista” vince la sua battaglia: caccia dal cuore di
Alessia l’Amore e lo riempie di odio spietato facendone la più tenace
accusatrice di Padre Andrea. Lo stesso farà con le altre testimoni
sulle dichiarazioni delle quali sarà impiantato il processo.

1° caso: Alessia Zimei:

Questa “liberazione” lascia disorientati e perplessi quanti, fino a
pochi giorni prima, la hanno frequentata durante i mesi di missione in
Ecuador.

Dalla dichiarazione di S.Em. Card. Bernardino Echeverria Ruiz,
Arcivescovo Emerito di Guayaquil:
“Dichiaro che il 12 novembre 1996 venne a trovarmi Alessia Zimei con
il fratello Francesco presso la Casa Generalizia dei Frati Minori a
Roma, in Via Santa Maria Mediatrice, 25. Mi disse che voleva accusare
Padre Andrea e l’Armata Bianca alla Sacra Congregazione per la
Dottrina della Fede e che sarebbe andata dal Card. Sodano. Cercai di
dissuaderla, ricordandole quanto aveva lavorato per questo Movimento
mariano e l’affetto che aveva sempre dimostrato per Padre Andrea. La
trovai irremovibile e mi sembrò strano come in pochi giorni si potesse
cambiare in tale maniera e ancor più strano che si rivolgesse al Card.
Segretario di Stato che non aveva nulla a che fare con la
Congregazione per la Dottrina della Fede. Pochi giorni dopo incontrai
Padre Andrea e lo avvertii dell’accaduto. Gli dissi di essere forte
perché questa era solo una prova per lui e la sua opera, voluta da
Padre Pio da Pietrelcina. Bernardino Card. Echeverria Ruiz, OFM”

Dalla testimonianza giurata di Patricia Puccini de Raad rilasciata
all’Arcivescovo di Guayaquil (Ecuador) su richiesta del Presidente del
Tribunale Ecclesiastico:

“Para ella Armada Blanca lo era todo, desde pequeña hizo parte del
movimiento (…) Yo era feliz de oírla hablar de Armada Blanca y sobre
todo me emocionaba ver el profundo respeto y amor con que siempre
hablaba del Padre Andrea y de su obra. Lo llamaba “Pa mio” porque me
decía que para ella él era como otro padre” (“Per lei l’Armata Bianca
era tutto, faceva parte del movimento sin da bambina (…) io ero felice
di sentirla parlare dell’Armata Bianca e soprattutto mi emozionava
vedere il profondo rispetto e amore con il quale sempre parlava di
Padre Andrea e della sua opera. Lo chiamava “Pà mio” perché diceva che
per lei era come un altro padre”)

Questa l’ultima lettera che dall’Ecuador Alessia Zimei indirizza a
Padre Andrea il 2 ottobre 1996:
“Pà mio carissimo, ti comunico che la riunione di oggi è andata a
meraviglia. La lettura del tuo fax è stata una specie di sollievo per
ognuno. Tutti sono molto contenti (…) Oggi giocherellando con la
calcolatrice ho fatto il conto di quanti bambini ho incontrato sola
soletta. Indovina quanti sono? 28.682 (…). Ti abbraccio forte forte
come all’aeroporto. Alessia”

2° caso . Mirka Pierina Manfredi

L’effetto di questo secondo esorcisma è immediato, “apre gli occhi”
dopo una telefonata con Gabriele Nanni (il 24 novembre 1996), come
leggiamo dalla sua denuncia al Tribunale Ecclesiastico:
“Fino a poco tempo fa scrivevo a P. Andrea lettere di gratitudine (…)
oggi accuso Padre Andrea di plagio”.

3° caso. Anna Rita Bellisari.

Dalla sua testimonianza al Tribunale Ecclesiastico:
“Il 3 XI Gabriele Nanni, con una telefonata di due ore e mezza,
incominciò ad aprirmi gli occhi”

4° caso. Rosa Pelliccione.

Dall’interrogatorio della figlia Maria Gabriella Pelliccione:
“Mio padre l’ha portata (la mamma) subito da Gabriele, tanto da
volermici portare anche a me; più volte mi ha ripetuto: “Lella, vieni
da Don Gabriele, lui potrà aiutarti ad aprire gli occhi, a capire”. Al
mio no mi disse che mia madre c’era già stata e aveva aperto gli
occhi…”

Uno stesso fenomeno che si ripete più volte, nelle stesse condizioni,
acquista validità scientifica.

Il vero potere esorcistico di don Gabriele Nanni è quello di togliere
l’Amore dai cuori delle persone che “esorcizza” e riempirli di odio;
di togliere dalla loro mente la Verità e mettervi la menzogna.

Queste testimonianze sono state considerate false ed inattendibili dai
Giudici che hanno assolto Padre Andrea D’Ascanio.


Il vero volto di Gabriele Nanni
Dalla sentenza di assoluzione:

“Sul carattere, i sentimenti più intimi e profondi di Don Gabriele
Nanni vi è un suo documento manoscritto, inviato al P. Andrea
D'Ascanio quando Don Gabriele era ancora nell' «Armata Bianca» (2
settembre 1992, atto del processo. n.116. allegato). (…) Don Gabriele
Nanni dice di se stesso (i commenti sono superflui)”

“Autodenuncia
Desidero, nel profondo, affermare me stesso: esercitando un potere
sottile, fascinoso, sulle persone e creare una dipendenza;
raggiungendo un potere istituzionale atto a modificare e a strutturare
a mio piacimento realtà quanto più grandi possibili.

Desidero essere amato, avere un posto nel cuore degli altri,
possibilmente il primo. Siccome non mi è mai piaciuta la violenza e il
plagio perché non determinano una venerazione sincera o vera cerco il
modo di ottenere tutto questo facendomi amare per quello che sono:
ovviamente occorre essere il più perfetto possibile: l’imposizione di
questa “realtà” dovrebbe convincere gli altri in modo evidente, di per
sé. Questa perfezione dell’essere di per sé esclude ovviamente un
percorso, una maturazione, perché l’essere è.

Se un tempo pensavo che ciò che domina il tutto è l'unica attività
sintetica, cioè la filosofia, ho poi scoperto che lo spirito, specie
se unito all’Unico e Vero è assai più potente. Ho intrapreso allora un
cammino per potere entrare e conoscerne i segreti, per poter
potenziare me stesso e poter esercitare quell'attività di sintesi
della realtà e di governo di essa.

Dio può essere un rivale, anzi un aiuto, tanto rimane in disparte. Il
mio cruccio è dato dal non ottenere poteri straordinari da Dio.

Nel quotidiano il cruccio, ovviamente, è quando ciò che faccio non mi
sembra corrispondere ad una dignità più alta. Tutto faccio perché
spero che in futuro le cose cambieranno. (…)

Quello che cerco non è la carica ecclesiastica (se arriva,ben venga)
quanto una carica di spirito tale da poter esercitare un potere
sconfinato. Sarei disonesto se tacessi anche un vero, se pur raro,
desiderio di purificazione. Ma poi prevale il desiderio di
purificazione fatta da solo, o da Dio, per il mero desiderio di essere
quale vorrei, per me stesso.

Come ho detto, non mi interessa impormi agli altri con la menzogna o i
camuffamenti. Agogno ad essere perfetto per essere il dio per gli
altri (Dio è così grande che spero mi lasci un po' di spazio).

Delirio? Con un esame di realtà la risposta è affermativa. Ma io so
che, paradossalmente, con lo spirito non vi sono limiti, confini,
ostacoli e tutto è possibile. Penso che questo sia demoniaco. Una
coscienza di cosa è il demonio ce l'ho chiara perché pensiamo le
stesse cose, illudendoci con noi stessi di operare per il meglio,
meglio di Dio oppure lui nonostante.

E’ il momento di chiedermi e dichiarare da che parte stare. So
perfettamente che non c’è una via di mezzo e che questi desideri mi
brucerebbero in qualsiasi situazione.

Se non scegliessi Dio non sopporterei l’inerzia e la mediocrità.
D’altronde è come avere un’arma senza impugnatura. Qualora la trovassi
o mi fosse data partirei all'attacco e, sono certo, se non al servizio
di Dio sarebbe contro Dio, in una insopprimibile, insopportabile
spinta ad esercitare il potere. (…)

La sintesi è che la mia non è una "santa vocazione"; il mio desiderio
non è di servire Dio ma me stesso

Gabriele.”

Dalla sentenza di assoluzione:

“Questa «autodenuncia» (che potrebbe essere servita per una profonda
conversione) è importante e non sembra aver perso attualità,
considerato il modo di comportarsi di Don Gabriele Nanni in questa
causa”.

Profilo di Gabriele Nanni fatto da uno psicologo.

Dalla lettera scritta dal dott. Andrea Alfonsi, psicologo, a Padre
Andrea D'Ascanio, agli atti del processo ecclesiastico:

"Caro Padre Andrea…

Sento il dovere di esprimerle un parere credo assai oggettivo circa le
persone di Gabriele Nanni, Alessia Zimei, Annarita Bellisari.

Sono persone - in particolare Gabriele - che come lei ben sa ho avuto
modo di conoscere a fondo, frequentandole continuamente (nel caso di
Gabriele, vivendo con lui nella stessa casa) e condividendo con loro
tutte le difficoltà (ma anche le gioie!) che la vita all'Aquila ci
presentava di giorno in giorno.

Il senso di questa mia lettera è molto semplice e lo esprimo con una
frase, forse un po' amara ma credo chiara al punto giusto e per niente
esagerata: "non mi stupisce affatto che persone come Gabriele, Alessia
e Anna Rita abbiano potuto, incuranti di ogni verità e dimentichi di
ogni buon affetto che le legava a lei, riversare su di lei un odio
violento ed assolutamente ingiustificato". Forse questo a lei può
tornare un po' nuovo....

Ricordo a questo proposito una delle prime frasi dette a me da
Gabriele sul suo conto: "Padre Andrea ha più doni di Gesù Cristo!". E
ancora "Padre Andrea non ha una personalità definibile, è impossibile
inquadrarlo secondo criteri umani".

A sproloqui di questo genere si alternavano - anche nel corso di una
singola giornata - le più basse e violente accuse nei suoi confronti
che emergevano ogni qual volta si infrangeva un suo (di Gabriele)
sogno di grandezza. I miraggi di Gabriele trovavano una parvenza di
realtà nella sua adesione ad una persona come lei sulla quale -
secondo Gabriele - Dio in Prima Persona si stava giocando il destino
del mondo.

La sua aspirazione al sacerdozio non ben si conciliava con
l'atteggiamento che aveva nei confronti della vita stessa dalla quale
si aspettava ogni riconoscenza.... Né le sue aspirazioni si fermavano
al sacerdozio! Lui aspirava sicuramente all'Episcopato, diceva lui:
"Per avere la pienezza del Sacramento"; correggo io: "per avere la
pienezza di sé"…

La sua adesione all'Armata Bianca era una narcisistica adesione
(perdoni il tecnicismo psicologico) a quel Padre Andrea che doveva
essere il suo trampolino di lancio… Lui voleva Vescovi amici e
potenti, doni dall'Alto, potere e gloria.

Povero Gabriele dai sogni infranti, povero eterno adolescente
innamorato di sé fino al punto di ingannarsi sulle motivazioni del suo
agire. E' quello che sta facendo ora rivestendo di zelo per la verità
la sua crudele vendetta verso colui che non è stato all'altezza dei
suoi insaziabili desideri, non ne è stato l'artefice e neppure il
tacito e consenziente collaboratore.

Lo andai a trovare in visita nella casa di formazione a Civitella,
dove si rifugiò, scappando da L'Aquila: diceva di starci benissimo
mentre invece "scoppiava" e si contorceva ancora di più nel suo
groviglio di passioni. Ora si trova nella condizione miserrima di chi
imposta la sua vita sulla menzogna, una menzogna che non risparmia
neppure se stesso.

Questo è Gabriele: una miscela esplosiva di immaturità, squilibrio,
ambizioni grandiose, risentimenti ed odi covati e alimentati, passioni
sregolate."

Profilo di una sua ex compagna di studi:

“Riguardo Gabriele Nanni ho notato ciò: passa da momenti di sincera
ricerca di Dio e delle cose di Dio, a momenti di confusa ricerca di se
stesso e della propria realizzazione.

In diverse occasioni, quando si è trattato di far morire il proprio
io, ha cercato di distruggere chi gli si opponeva piuttosto che se
stesso.

Esercita un grande fascino nel campo femminile, ma soprattutto ama
vedere che c’è chi subisce questo fascino. Passa da momenti di stima
verso una persona fino a cercarla frequentemente a momenti di rigetto
della sua presenza, fino a calpestarla moralmente e, se fosse
possibile, anche fisicamente. Ho sperimentato ciò a mie
spese…” (Testimonianza di Paola Cirillo, Modena)


L’“esorcista” continua nella sua azione di diffamazione
E’ proprio vero quello che disse l’Arcivescovo Mons.Mario Peressin a
Mons. Piero Vergari: “Gabriele Nanni ha fatto scopo della sua vita
distruggere Padre Andrea e l’Armata Bianca”.

Dopo 13 anni Don Gabriele Nanni continua la sua azione diffamatoria in
qualunque parte del mondo lo porti la sua “carriera” di esorcista, con
menzogne sempre più grandi, con calunnie sempre più pesanti. L’odio è
duro a morire e si rafforza nel tempo.

Ma l’odio non è compatibile con il Sacerdozio.

Il Comitato Internazionale pro Padre Andrea D’Ascanio consiglia a Don
Gabriele Nanni di ripensare seriamente alla sua ordinazione
sacerdotale che “non voleva” e che non ha ricevuto con “intenzione
retta”.

Il Comitato Internazionale pro Padre Andrea D’Ascanio si propone di
rivelare al mondo l’altro volto della giustizia ecclesiale.


Kahn

unread,
Sep 26, 2010, 5:35:24 PM9/26/10
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Il 26/09/2010 23:30, Michelangelo ha scritto:
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Su Usenet non mai visto un post così lungo.

Don Gabriele Nanni

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Aug 19, 2020, 6:28:41 AM8/19/20
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A dieci anni dall'introduzione di questo post del 2010, dopo aver mantenuto il silenzio per tutto questo tempo, ritengo di dover dare un chiarimento alle persone che mi conoscono direttamente o attraverso la mia attività sui media.
Il post è di natura calunniosa e diffamatoria:
non sono mai stato imputato in un processo;
ai tempi a cui si fa riferimento nel post (1996) non ero ordinato sacerdote e tantomeno esorcista.
Chi invece è stato imputato in un processo di natura penale canonica, fu condannato, come si può leggere nella sentenza pubblicata sul sito ufficiale della Conferenza Episcopale Italiana: https://www.chiesacattolica.it/documenti-segreteria/comunicazione-concernente-p-andrea-dascanio-dellordine-dei-frati-minori-cappuccini/
Don Gabriele Nanni
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