Cultura horror venti quattordici

[Jeff]

Un po' anglofoni lo siamo sempre stati, tutti.
Per certi versi odiamo il paese che ci ha generati, giustamente.
Cerchiamo di evadere dalla violenza reale rifugiandoci nel terrore della
finzione, amiamo lo spavento.
L'adreanlina, i colpi di scena che ormai conosciamo a memoria, possiamo
prevedere qualsiasi storia dal titolo, siamo sempre alla ricerca di una
sorpresa.
In una societa' che reprime ogni giorno, dove l'orrore e' sempre in
diretta, ieri ho assistito all'assedio al cafe a sydney in diretta web,
non si sente piu' bisogno della finzione.
Tutto e' ormai sdoganato.
Tutti i cliche' sono caduti.
Parlare di cliche' e' un cliche'.
La retorica ci ha intrappolato e zittito.
L'emozione e' sempre piu' labile ed impalpabile, la gente si scandalizza
se pensa a qualcuno che uccide un animale per mangiarlo, come se le
bistecche crescessero sugli alberi, ma non e' minimamente toccata dalle
decapitazioni in diretta tv o dagli interventi live streaming.
Non c'e' ricerca della causa di un azione, semplice giudizio, siamo
tornati a una societa' del giusto o sbagliato senza farci domande,
viviamo di dogmi accusando chi ne segue altri di essere dogmatico.

Questa e' la cultura horror



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Jeff

[Emanuele]

> Il 16/12/2014 11:56, Jeff ha scritto:
> Tutti i cliche' sono caduti.

Certamente fare "cultura horror" è molto più difficile di farla 40/50
anni fa. L'assuefazione alle immagini ormai è quasi totale. La soluzione
andrebbe cercata in trame ancora migliori e atmosfera, meno sullo
splatter fino a sé stesso.


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Emanuele