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Severino e l‘alterità

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Chérie

unread,
Dec 12, 2023, 9:30:04 AM12/12/23
to
Ciao a tutti :)

Mi è sovvenuta poco fa una domanda, che vorrei condividere con voi, in particolare con gli studiosi del nostro filosofo. Aiutatemi a comprendere più a fondo.
Ho l impressione che il divenire sia nel suo sistema una sorta di illusione prospettica umana nell infinità dell essere. Questo è già di per sé problematico e non solo dal punto di visto estetico, ambito attorno al quale ruota la mia ricerca e pratica filosofico artistica.
In questo quadro, come si inserisce il tema dell identità individuale e dell` Altro?
Dobbiamo pensare a un unico Io simile a quello che afferisce alla tradizione spirituale orientale?
Severino ha mai fatto riferimento direttamente a questo aspetto o forse dobbiamo considerarlo parte della gnoseologia, in quanto più vicino alla prassi del vivere? (E in questo caso vedrei un grande pericolo sostanzialmente metafisico)
Dal mio punto di vista innesca una serie di argomenti importanti, con dei risvolti anche teoretici.
Secondo voi quali sono i testi in cui posso trovare maggiori riferimenti a questo tema?

Grazie e un caro saluto a tutti

C.

thisDeadBoy

unread,
Dec 13, 2023, 8:36:05 AM12/13/23
to
Il giorno martedì 12 dicembre 2023 alle 15:30:04 UTC+1 Chérie ha scritto:

> Ho l impressione che il divenire sia nel suo sistema una sorta di illusione prospettica umana nell infinità dell essere.

Se il divenire e' un'illusione vuol dire che chi ha l'illusione ha una percezione del divenire che non e' reale.
Tuttavia, se non e' reale il divenire deve essere reale la percezione illusioria del divenire, a cui segue la domanda: quale e' la causa?

> Questo è già di per sé problematico e non solo dal punto di visto estetico, ambito attorno al quale ruota la mia ricerca e pratica filosofico artistica.
> In questo quadro, come si inserisce il tema dell identità individuale e dell` Altro?

Mah, a me sembra che sia problematico solo per chi assume una visione "parmenidea" dell'essere.
Penso che per l'estetica il problema non si ponga, L'estetica vive nel divenire della bellezza.

Chérie

unread,
Dec 13, 2023, 4:45:03 PM12/13/23
to
On Wednesday, December 13, 2023 at 2:36:05 PM UTC+1, thisDeadBoy wrote:

> Se il divenire e' un'illusione vuol dire che chi ha l'illusione ha una percezione del divenire che non e' reale.

Questa è una tautologia, non spiega nulla.

> Tuttavia, se non e' reale il divenire deve essere reale la percezione illusioria del divenire, a cui segue la domanda: quale e' la causa?

Suppongo che per Severino dipenda dalla parzialità della visione umana, incompleta in quanto l umanità si trova lontano dalla Casa dell Essere.

> Mah, a me sembra che sia problematico solo per chi assume una visione "parmenidea" dell'essere.
> Penso che per l'estetica il problema non si ponga, L'estetica vive nel divenire della bellezza.

In realtà no, è un problema universale che permea tutta l estetica. A parte il fatto che esistono interi corsi di laurea teoretico-estetici, lo trovo naturale.
Ma non ho alcuna voglia di fare discorsi accademici :) mi limito a condividere con te due osservazioni.
La prima è il legame inscindibile tra riflessione filosofica e ricerca artistica, da Michelangelo, poeta e neoplatonico, a Lucio Fontana, che studiava fisica quantisica, tanto per fare due esempi noti a chiunque. Cage o Stockhausen per la musica.
Il secondo riguarda la natura stessa delle opere: tu dici „il divenire della bellezza“, ma il divenire è intrinseco al processo di creazione artistica, più che alle opere in sé , che sono concluse o interrotte, dunque portatrici di una fissità ontologica, fatte salve variazioni o varianti che non cambiano la sostanza di quell opera.
Anche se consideriamo il lavoro di Refiki Anadol, nonostante l apparente movimento, non possiamo che considerarlo un organismo conchiuso, statico, e anche meccanicistico, nell alternarsi delle manifestazioni cromatiche associate ai dati numerici.
Possiamo riflettere sulle opere contemporanee che prevedono un decadimento, fino alla loro scomparsa: ma anche queste è difficile non considerarle un unicum, comprendente le diverse fasi degli stati della materia, in quanto quel processo di modifica, dall inizio alla sua conclusione, è l opera stessa.

Un saluto
Chérie

Massimo 456b

unread,
Dec 14, 2023, 2:45:04 AM12/14/23
to
Chérie <oouice...@gmail.com> ha scritto:r
> Ciao a tutti :)Mi è sovvenuta poco fa una domanda, che vorrei condividere con voi, in particolare con gli studiosi del nostro filosofo. Aiutatemi a comprendere più a fondo. Ho l impressione che il divenire sia nel suo sistema una sorta di illusione prospettica umana nell infinità dell essere. Questo è già di per sé problematico e non solo dal punto di visto estetico, ambito attorno al quale ruota la mia ricerca e pratica filosofico artistica.In questo quadro, come si inserisce il tema dell identità individuale e dell` Altro? Dobbiamo pensare a un unico Io simile a quello che afferisce alla tradizione spirituale orientale? Severino ha mai fatto riferimento direttamente a questo aspetto o forse dobbiamo considerarlo parte della gnoseologia, in quanto più vicino alla prassi del vivere? (E in questo caso vedrei un grande pericolo sostanzialmente metafisico)Dal mio punto di vista innesca una serie di argomenti importanti, con dei risvolti anche teoretici.Secondo voi quali sono i testi i
n cui posso trovare maggiori riferimenti a questo tema?Grazie e un caro saluto a tutti.

L'illusione a cui il filosofo si riferisce non e' quella del
cambiamento che e' sotto gli occhi di tutti.
L'illusione e' che le cose che sono state siano nulla e che le
cose che saranno ora sono nulla.
Come in un giradischi la puntina in mezzo al disco non implica che
la traccia prima e dopo sia in un nulla.
La canzone e' sempre li' ed e' la puntina che si sposta.
Il tema dell'altro si proietta cosi' da una filosofia della
liberta', vedi Heidegger, a una filosofia della necessita'.
Cosa vuol dire? E' presto detto.
Vuol dire che tutto quello che e' accaduto ed accadra' e' come
quel solco del disco.
Tutto cio' che accade e' necessario che accada e che la nostra
liberta' di scelta e' illusoria.
Una forma di determinismo che non si discosta molto dalla tesi
della predestinazione cristiana che e' molto dibattuta.
Severino viene da quell'ambiente e ne e' stato influenzato ma poi
se ne e' distaccato per abbracciare un nichilismo originario che
poi non e' cosi' distante dai temi della creazione. Penso proprio
alla scolastica.
Cosa ne penso io?
Non sono temi di respiro internazionale.
Forse in Italia sono piu' sentiti perche' c'e' una tradizione
cattolica in quel senso.
Sicuramente uno scrittore molto valido un filosofo un po' meno
universale.
Se ti va di approfondire il testo di riferimento e' "il legno e la
cenere".

Ciao
Massimo


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thisDeadBoy

unread,
Dec 14, 2023, 2:51:04 AM12/14/23
to
Il giorno mercoledì 13 dicembre 2023 alle 22:45:03 UTC+1 Chérie ha scritto:

> > Se il divenire e' un'illusione vuol dire che chi ha l'illusione ha una percezione del divenire che non e' reale.

> Questa è una tautologia, non spiega nulla.

E' una semplice osservazione di ciò che e'.
Non e' necessario spiegare cio' che e'.
Piuttosto, e' necessario spiegare cio' che non e'.
Non sono io che dico che il divenire e' un'illusione,
dunque e' chi dice che il divenire e' un'illusione che
dovrebbe spiegare come sia possibile dirlo,
dato che nella realta' si ha esperienza del divenire.

> > Penso che per l'estetica il problema non si ponga, L'estetica vive nel divenire della bellezza.

> In realtà no, è un problema universale che permea tutta l estetica.

E quale sarebbe il problema?

Chérie

unread,
Dec 14, 2023, 4:09:04 AM12/14/23
to
On Thursday, December 14, 2023 at 8:51:04 AM UTC+1, thisDeadBoy wrote:

> E' una semplice osservazione di ciò che e'.
> Non e' necessario spiegare cio' che e'.
> Piuttosto, e' necessario spiegare cio' che non e'.

O appare non essere.

> Non sono io che dico che il divenire e' un'illusione,
> dunque e' chi dice che il divenire e' un'illusione che
> dovrebbe spiegare come sia possibile dirlo,
> dato che nella realta' si ha esperienza del divenire.

Esatto, per questo chiedevo se qualcuno sa come (e se) Severino tratta il problema dell alterità.
Oppure se qualcuno ha, sulla base di ciò che finora è stato chiarito della sua filosofia, ipotesi su come potrebbe inserirsi nel
suo filone.

> > In realtà no, è un problema universale che permea tutta l estetica.
> E quale sarebbe il problema?

Nessuno, anzi, è interessante dal mio punto di vista.

Ciao

C.

Chérie

unread,
Dec 14, 2023, 4:51:04 AM12/14/23
to
On Thursday, December 14, 2023 at 8:45:04 AM UTC+1, Massimo 456b wrote:

> L'illusione e' che le cose che sono state siano nulla e che le
> cose che saranno ora sono nulla.

Che le cose provengano dal nulla o divengano nulla e che ciò che no ci appare non sia.

> Come in un giradischi la puntina in mezzo al disco non implica che
prima e dopo sia in un nulla.

ma c è un tempo che, seppur per Severino non sia da considerarsi in modo lineare, agisce linearmente.
io penso che Severino sia leggibile anche attraverso la filosofia della fisica quantistica, ma dovrei rifletterci in modo
più approfondito.

> La canzone e' sempre li' ed e' la puntina che si sposta.
> Il tema dell'altro si proietta cosi' da una filosofia della
> liberta', vedi Heidegger, a una filosofia della necessita'.
> Cosa vuol dire? E' presto detto.
> Vuol dire che tutto quello che e' accaduto ed accadra' e' come
> quel solco del disco.

Questa è una riflessione sul divenire però, non sul fatto che una traccia musicale sia diversa dall altra.
Il divenire Severiniano mi è ormai, dopo 20 anni, abbastanza chiaro.
Dal punto di vista artistico per me è interessante interpretare la creazione artistica come un dipanare elementi,
che siano note o colori e forme, da quell unità ontologica dell essere, per creare organismo di coerenza estetica compiuta,
siano esse composizioni musicali o opere figurative.
in questa mia lettura, l artista sarebbe una sorta di demiurgo (inteso chiaramente in senso non platonico)

> Tutto cio' che accade e' necessario che accada e che la nostra
> liberta' di scelta e' illusoria.
> Una forma di determinismo che non si discosta molto dalla tesi
> della predestinazione cristiana che e' molto dibattuta.
> Severino viene da quell'ambiente e ne e' stato influenzato ma poi
> se ne e' distaccato per abbracciare un nichilismo originario che
> poi non e' cosi' distante dai temi della creazione. Penso proprio
> alla scolastica.

Sono scettica in merito a questa ipotesi di lettura scolastica, tuttavia è interessante.

> Cosa ne penso io?
> Non sono temi di respiro internazionale.

Preciso che non sono esterofila, sono solo una expat.
In diverse università in Germania si studia accanto ad Heidegger, con mia grande gioia.

> Se ti va di approfondire il testo di riferimento e' "il legno e la
> cenere".

Sí, approfondirò sicuramente: non ho mai letto questo testo minore, ma mi ispira molto, grazie :)
Me lo spedisco sotto l albero per il mio rientro in Italia. P.S ho visto che il titolo esatto è „La legna e la cenere“, edito da Rizzoli, nel 2000.

> Ciao
> Massimo

Ciao,

C

thisDeadBoy

unread,
Dec 14, 2023, 5:15:04 AM12/14/23
to
Il giorno giovedì 14 dicembre 2023 alle 10:09:04 UTC+1 Chérie ha scritto:

> > Piuttosto, e' necessario spiegare cio' che non e'.

> O appare non essere.

Anche in questo caso di deve spiegare perche' si dice che un "non essere" appare.
Escludendo patologie, of course.

> > Non sono io che dico che il divenire e' un'illusione,
> > dunque e' chi dice che il divenire e' un'illusione che
> > dovrebbe spiegare come sia possibile dirlo,
> > dato che nella realta' si ha esperienza del divenire.

> Esatto, per questo chiedevo se qualcuno sa come (e se) Severino tratta il problema dell alterità.

Attendo anche io il parere di chi conosce il Severino-pensiero in merito.

> Oppure se qualcuno ha, sulla base di ciò che finora è stato chiarito della sua filosofia,
> ipotesi su come potrebbe inserirsi nel suo filone.

Nel filone che seguo si inserisce nella tematica della differenza ontologica,
non come problema ma come necessità.

Massimo 456b

unread,
Dec 14, 2023, 7:45:05 AM12/14/23
to
Chérie <oouice...@gmail.com> ha scritto:r
> On Thursday, December 14, 2023 at 8:45:04?AM UTC+1, Massimo 456b wrote:> L'illusione e' che le cose che sono state siano nulla e che le > cose che saranno ora sono nulla. Che le cose provengano dal nulla o divengano nulla e che ciò che no ci appare non sia.> Come in un giradischi la puntina in mezzo al disco non implica che prima e dopo sia in un nulla. ma c è un tempo che, seppur per Severino non sia da considerarsi in modo lineare, agisce linearmente.io penso che Severino sia leggibile anche attraverso la filosofia della fisica quantistica, ma dovrei rifletterci in modo più approfondito.

ma sai era una metafora.
Comunque e' stato un compositore musicale e un appassionato di
musica classica.



> La canzone e' sempre li' ed e' la puntina che si sposta. > Il tema dell'altro si proietta cosi' da una filosofia della > liberta', vedi Heidegger, a una filosofia della necessita'. > Cosa vuol dire? E' presto detto. > Vuol dire che tutto quello che e' accaduto ed accadra' e' come > quel solco del disco. Questa è una riflessione sul divenire però, non sul fatto che una traccia musicale sia diversa dall altra

Prendi il mondo come un romanzo se vuoi cambiare metafora.
Il romanzo e' l'essere e il divenire e' l'illusione del lettore.
L'oggetto e' immobile statico.
Il nichilismo di Severino e' solo nella parte che riguarda il
nulla originario.
Il romanzo viene dal nulla ma l'oggetto nella sua interezza "e'"
anche se nessuno lo legge.

.Il divenire Severiniano mi è ormai, dopo 20 anni, abbastanza
chiaro.Dal punto di vista artistico per me è interessante
interpretare la creazione artistica come un dipanare elementi,
che siano note o colori e forme, da quell unità ontologica dell
essere, per creare organismo di coerenza estetica compiuta, siano
esse composizioni musicali o opere figurative.in questa mia
lettura, l artista sarebbe una sorta di demiurgo (inteso
chiaramente in senso non platonico)

nella sua visione in blocco del mondo ogni opera e' li' in attesa
di venire alla luce.
Ma e' sempre stata li'.


> Tutto cio' che accade e' necessario che accada e che la nostra > liberta' di scelta e' illusoria. > Una forma di determinismo che non si discosta molto dalla tesi > della predestinazione cristiana che e' molto dibattuta. > Severino viene da quell'ambiente e ne e' stato influenzato ma poi > se ne e' distaccato per abbracciare un nichilismo originario che > poi non e' cosi' distante dai temi della creazione. Penso proprio > alla scolastica. Sono scettica in merito a questa ipotesi di lettura scolastica, tuttavia è interessante.

eh .. la sua cattedra era al Sacro Cuore.
Il suo maestro e rivale Bontadini lo ha accusato di eresia (in
effetti il libero arbitrio e' una questione canonica) e la
inquisizione lo ha scomunicato.
Il resto e' cosa nota.

> Cosa ne penso io? > Non sono temi di respiro internazionale. Preciso che non sono esterofila, sono solo una expat. In diverse università in Germania si studia accanto ad Heidegger, con mia grande gioia.

si' ma non era in quel senso.
Lui all'Universita' Cattolica si e' legato.
I temi del suo pensiero sono sempre legati a quel mondo.

> Se ti va di approfondire il testo di riferimento e' "il legno e la > cenere". Sí, approfondirò sicuramente: non ho mai letto questo testo minore, ma mi ispira molto, grazie :)Me lo spedisco sotto l albero per il mio rientro in Italia. P.S ho visto che il titolo esatto è ?La legna e la cenere?, edito da Rizzoli, nel 2000.

Bene... allora buona lettura.
Era necessario che accadesse :)

Chérie

unread,
Dec 14, 2023, 9:03:05 AM12/14/23
to
On Thursday, December 14, 2023 at 1:45:05 PM UTC+1, Massimo 456b wrote:

> ma sai era una metafora.

la mia no. era un osservazione fondata relativa a un tema, quello della sua filosofia in relazione alla fisica quantistica, su cui rifletto da molto tempo.

> Comunque e' stato un compositore musicale e un appassionato di
> musica classica.

uno dei suoi scritti giovanili fu proprio relativo alla musica.

> Prendi il mondo come un romanzo se vuoi cambiare metafora.
> Il romanzo e' l'essere e il divenire e' l'illusione del lettore.

no, non voglio cambiare metafora. il divenire in Severino mi è chiaro, come ho scritto altrove.
L alterità però è un altro tema, non necessariamente legato al divenire.
Del fatto che, per lui, l opera sia già data non sono affatto convinta: è un idea, questa, di matrice platonica e poi ripresa dal neoplatonismo.

> L'oggetto e' immobile statico.

Cosa intendi per oggetto? se per oggetto intendi l essere, non può essere oggetto diretto del pensiero umano, in quanto questo non lo comprende interamente.

> Il nichilismo di Severino e' solo nella parte che riguarda il
> nulla originario.

Severino, in quanto neoparmenideo, è antinichilista.

> eh .. la sua cattedra era al Sacro Cuore.
> Il suo maestro e rivale Bontadini lo ha accusato di eresia (in
> effetti il libero arbitrio e' una questione canonica) e la
> inquisizione lo ha scomunicato.

Sí lo so bene. Del resto vi è un detto a riguardo, secondo cui la Cattolica produce eretici e dissidenti. :)

> I temi del suo pensiero sono sempre legati a quel mondo.

Non direi proprio al mondo cattolico nello specifico, quanto ai temi dell origine del mondo, della deità e di dio nel cristianesimo, di cui il cattolicesimo è solo un sottoinsieme. Oltretutto in un ateneo non si fa catechismo, è un luogo di studio e ricerca.

Ciao

C

Marco V.

unread,
Dec 14, 2023, 11:36:05 AM12/14/23
to
Ciao Chérie, Massimo e tDB hanno toccato punti importanti. Io aggiungo un banale riassunto, che magari ti sarà utile, cercando di rispondere alla tua domanda sull'unicità dell'Io.

La centralità del tema dell'alterità nel pensiero di Severino la si capisce facilmente se si tiene presente che per lui "essere" *significa* "essere sé" (autoidentità), che a sua volta *significa* "non essere altro da sé". Il niente è la forma più estrema di alterità (che però deve sopportare il solito paradosso del nulla). L'essere di una qualunque cosa è per Severino una sorta di organismo dialettico, in cui si connettono identità e alterità, ed è da qui che esce fuori l'"eternità dell'essente", che altro non è se non una estremizzazione ontologica del principio di non contraddizione. Questo divenire impossibile è l'oggetto principale di quella "fede", o "isolamento" (lui usa queste terminologie) in cui consiste il nichilismo. Dunque l'errore, per Severino, è il nichilismo, non il divenire in quanto tale, che è una innegabile evidenza fenomenologica.

Il divenire, interpretato correttamente (cioè dal punto di vista della "eternità dell'essente"), per Severino *è reale* (non è una illusione prospettica) ed è ciò che abbiamo sotto gli "occhi", dove gli occhi sono quelli dell'apparire della verità. Questo apparire è un "io", che ha un doppio aspetto. In quanto apparire *infinito*, include la totalità concreta degli essenti (dunque anche se stesso: Severino non ha paura del barbiere di Russell:-)). In quanto apparire *finito*, è soggetto al divenire (prima appare una cosa, poi un'altra etc.), e per questo patisce una contraddizione di tipo dialettico (perché, detto alla buona, non mantiene la "promessa" che lo struttura essenzialmente, cioè quella di essere "l'apparire dell'essere": l'essere che appare in esso non è tutto l'essere), che non potrà mai essere eliminata nel finito (è impossibile che il finito divenga infinito) e che è da sempre superata nell'apparire infinito, che è il luogo della soluzione di tutti i problemi. Di io finiti per Severino ne esiste una *infinità*: gli altri "io", diversi da "me", sono infiniti. Ciascun io finito sperimentando la morte si lascia indietro la contraddizione in cui consiste l'io empirico della volontà, aprendosi all'infinito sopraggiungere del Tutto nel finito. Invece l'apparire infinito non può che essere unico, come "luogo" in cui il Tutto è totalmente trasparente a se stesso. Ma ciascun apparire finito è, nel finito, ciò che solo l'apparire infinito riesce concretamente ad essere.

E' chiaro che tutto questo discorso sugli io, che solleva non pochi problemi, recupera le tematiche delle tradizioni spirituali. Se ti interessa la problematica degli io, il testo di riferimento sarebbe "La Gloria" (Adelphi 2001). Oppure "Testimoniando il destino" (Adelphi 2019), una sorta di "manuale" con la cui pubblicazione l'io di Severino ha concluso la sua avventura.

Cari saluti,

Marco

pcf ansiagorod

unread,
Dec 15, 2023, 7:09:05 AM12/15/23
to
> [L'essere di una qualunque cosa è
> per Severino una sorta di organismo dialettico, in cui si
> connettono identità e alterità, ed è da qui che esce fuori]
>
> l'"eternità dell'essente", che altro non è se non una
> estremizzazione ontologica del principio di non
> contraddizione.

Perché? La domanda non ha sottintesi, proprio non ho capito non
essendo addetto ai lavori.

thanks! :)

Chérie

unread,
Dec 15, 2023, 8:30:05 AM12/15/23
to
On Thursday, December 14, 2023 at 5:36:05 PM UTC+1, Marco V. wrote:

> Ciao Chérie, Massimo e tDB hanno toccato punti importanti. Io aggiungo un banale riassunto, che magari ti sarà utile, cercando di rispondere alla tua domanda sull'unicità dell'Io.

Ciao Marco,

grazie, eravamo in attesa :D

> La centralità del tema dell'alterità nel pensiero di Severino la si capisce facilmente se si tiene presente che per lui "essere" *significa* >"essere sé" (autoidentità), che a sua volta *significa* "non essere altro da sé". Il niente è la forma più estrema di alterità (che però deve >sopportare il solito paradosso del nulla). L'essere di una qualunque cosa è per Severino una sorta di organismo dialettico, in cui si >connettono identità e alterità,

Ecco, questo sinolo per me è un dato importante.

> Dunque l'errore, per Severino, è il nichilismo, non il divenire in quanto tale, che è una innegabile evidenza fenomenologica.
> Il divenire, interpretato correttamente (cioè dal punto di vista della "eternità dell'essente"), per Severino *è reale* (non è una illusione prospettica)

Sí concordo: per illusione prospettica intendo che il pensiero fa, sovrapponendo il fenomeno del divenire alla sostanza dell esistere, portando gli umani a percepire l essere come transeunte e non invece come eterno.

>ed è ciò che abbiamo sotto gli "occhi", dove gli occhi sono quelli dell'apparire della verità. Questo apparire è un "io", che ha un doppio >aspetto. In quanto apparire *infinito*, include la totalità concreta degli essenti (dunque anche se stesso: Severino non ha paura del barbiere >di Russell:-)). In quanto apparire *finito*, è soggetto al divenire (prima appare una cosa, poi un'altra etc.), e per questo patisce una >contraddizione di tipo dialettico
>nell'apparire infinito, che è il luogo della soluzione di tutti i problemi.

Ma questo apparire finito, dal punto di vista ontologico, come si pone? non può essere nulla, nè derivare dal nulla, né finire nel nulla, perché il nulla non è e l orizzonte di Severino è dichiaratamente neoparmenideo.
Escludendo dunque la prospettiva nichilista, l unico paragone che mi viene in mente sono le eruzioni solari, fiamme che si sollevano dal sole e nel sole ritornano.
Ovvero apparire infiniti che emergono dal Tutto e nel tutto ritornano, in una sorta di danza sul palco dell Entità.

>Ma ciascun apparire finito è, >nel finito, ciò che solo l'apparire infinito riesce concretamente ad essere.

È portatore dello statuto dell essere.

> E' chiaro che tutto questo discorso sugli io, che solleva non pochi problemi, recupera le tematiche delle tradizioni spirituali.

Metafisica pura.

>Se ti interessa la problematica degli io, il testo di riferimento sarebbe "La Gloria" (Adelphi 2001). Oppure "Testimoniando il destino" (Adelphi >2019), una sorta di "manuale" con la cui pubblicazione l'io di Severino ha concluso la sua avventura.

Integro la lista delle letture natalizie :D La Gloria già ce l ho, me lo consigliasti tempo fa.
Severino è nel Tutto ora

> Cari saluti,
> Marco

Cari saluti
Chérie

Marco V.

unread,
Dec 15, 2023, 10:45:05 AM12/15/23
to
La risposta non è molto distante dalla filastrocca "l'essere non è non essere":-). Per Severino (che si ricollega a una certa interpretazione di Parmenide): ammettere che una qualunque qualcosa *diviene nulla* da un lato è ciò a cui ordinariamente pensiamo quando ci rappresentiamo il "divenire", dall'altro equivale ad ammettere un momento in cui una cosa *è nulla*; ad escludere l'identità tra una cosa e il nulla è il pdnc; l'impossibilità del divenire nulla è il significato della "eternità", come connessione necessaria tra una cosa e il suo "è" esistenziale.

Marco V.

unread,
Dec 15, 2023, 11:45:04 AM12/15/23
to
Il giorno venerdì 15 dicembre 2023 alle 14:30:05 UTC+1 Chérie ha scritto:
> [...]
> > Dunque l'errore, per Severino, è il nichilismo, non il divenire in quanto tale, che è una innegabile evidenza fenomenologica.
> > Il divenire, interpretato correttamente (cioè dal punto di vista della "eternità dell'essente"), per Severino *è reale* (non è una illusione prospettica)

> Sí concordo: per illusione prospettica intendo che il pensiero fa, sovrapponendo il fenomeno del divenire alla sostanza dell esistere,
> portando gli umani a percepire l essere come transeunte e non invece come eterno.

Per Severino la convinzione che il divenire impossibile, cioè quello ontologico, sia evidente nasce dal fatto che il soggetto dell'esperienza, essendo isolato dalla "legge" che impedisce alle cose di separarsi dal loro "è", interpreta la "vicenda" dell'apparire come una in cui ne va di mezzo l'essere delle cose. Questo isolamento non è stata una scelta né una punizione, ma un destino, qualcosa che "è sopraggiunto" secondo necessità.
In sostanza il suo sistema consiste nel semantizzare l'incominciare/cessare sempre con il verbo "apparire" e mai con quello "essere", perché in questo secondo caso l'incominciare/cessare si tirerebbe appresso l'essere nulla. Anche l'apparire delle cose è a sua volta una cosa che incomincia a/cessa di... momento di assoluto panico logico... *apparire*. Mossa logicamente molto ardua, che segnala la difficoltà della via intrapresa da Severino.

>> [...]
> Ma questo apparire finito, dal punto di vista ontologico, come si pone? non può essere nulla, nè derivare dal nulla, né finire nel nulla, perché il nulla non è e l orizzonte di Severino è dichiaratamente neoparmenideo.
> Escludendo dunque la prospettiva nichilista, l unico paragone che mi viene in mente sono le eruzioni solari, fiamme che si sollevano dal sole e nel sole ritornano.
> Ovvero apparire infiniti che emergono dal Tutto e nel tutto ritornano, in una sorta di danza sul palco dell Entità.

Esatto, non può fare quelle cose. Qui entriamo nel tecnico, dove esordirebbero sul palcoscenico un bel po' di problemi. Per Severino mentre le cose che percepiamo appartengono alla "vicenda" in cui cominciano e cessano di apparire, il "cerchio dell'apparire", cioè il fermo orizzonte trascendentale in cui si svolge tale vicenda, appare da sempre: non ha mai cominciato ad apparire né mai cesserà di farlo. Tuttavia quella vicenda ha essa stessa avuto un inizio, dunque nella sequenza degli apparire ce n'è stato uno in cui appariva solo... l'apparire:-). Una sorta di pura sintassi, in attesa che il dispiegamento infinito della semantica cominciasse.

> >Ma ciascun apparire finito è, >nel finito, ciò che solo l'apparire infinito riesce concretamente ad essere.
> È portatore dello statuto dell essere.
> > E' chiaro che tutto questo discorso sugli io, che solleva non pochi problemi, recupera le tematiche delle tradizioni spirituali.
> Metafisica pura.

Sì, è metafisica pura, in cui è facilissimo riconoscere rielaborazioni di tematiche delle tradizioni di pensiero (per esempio neoplatonica). Severino non accettava questa classificazione, perché riteneva che l'"essenza della metafisica" fosse il nichilismo, di cui il suo pensiero era l'oltrepassamento. Ma la migliore interpretazione *di* un filosofo, assieme alle scelte terminologiche che la rendono possibile, spesso differisce dalle autointerpretazioni. O forse sempre.

>> [...]
> Integro la lista delle letture natalizie :D La Gloria già ce l ho, me lo consigliasti tempo fa.
> Severino è nel Tutto ora

Ma, domanderebbe l'avvocato del diavolo, non era nel Tutto già prima?:-)

Buone letture!

Marco

Massimo 456b

unread,
Dec 15, 2023, 1:45:05 PM12/15/23
to
"Marco V." <marv...@gmail.com> ha scritto:r . > Severino è nel
Tutto ora

Ma, domanderebbe l'avvocato del diavolo, non era nel Tutto già
prima?:-)Buone letture!Marco


Massimo 456b

unread,
Dec 15, 2023, 1:51:04 PM12/15/23
to
"Marco V." <marv...@gmail.com> ha scritto:r
.>> Severino è nel Tutto ora

> Ma, domanderebbe l'avvocato del diavolo, non era nel Tutto già prima?:-)

e' tutto piu' semplice di come appare.
L'essere e' esserci.
Quel "ci" e' la collocazione in un mondo.
"quello mi ha distrutto il da sein"
Heidegger

ciao
Massimo

pcf ansiagorod

unread,
Dec 15, 2023, 2:45:05 PM12/15/23
to
> La risposta non è molto distante dalla filastrocca "l'essere
> non è non essere":-). Per Severino (che si ricollega a una
> certa interpretazione di Parmenide): ammettere che una
> qualunque qualcosa *diviene nulla* da un lato è ciò a cui
> ordinariamente pensiamo quando ci rappresentiamo il
> "divenire", dall'altro equivale ad ammettere un momento in
> cui una cosa *è nulla*; ad escludere l'identità tra una cosa
> e il nulla è il pdnc; l'impossibilità del divenire nulla è il
> significato della "eternità", come connessione necessaria tra
> una cosa e il suo "è" esistenziale.

Grazie, chiarerrimo come sempre :)

Marco V.

unread,
Dec 16, 2023, 5:51:04 PM12/16/23
to
Massimo 456b ha detto questo venerdì :
> "Marco V." <marv...@gmail.com> ha scritto:r
> .>> Severino è nel Tutto ora
>
>> Ma, domanderebbe l'avvocato del diavolo, non era nel Tutto già prima?:-)
>
> e' tutto piu' semplice di come appare.
> L'essere e' esserci.
> Quel "ci" e' la collocazione in un mondo.
> "quello mi ha distrutto il da sein"
> Heidegger

Forse ti riferisci al commento che Heidegger, parlando in occasione di
un congresso negli anni '60 con Cornelio Fabro, fece su "Ritornare a
Parmenide" di Severino: <<Questo concetto di "essere"
elaborato da Severino è l'ipostatizzazione del mio Dasein>>. Voleva
dire che l'essere severiniano gli metteva il Dasein dentro il freezer.
Ma se, come dici, l'essere è esserci, visto che per H. l'uomo è
l'esserci ed è il "pastore dell'essere" ne segue che l'uomo è il
pastore di un pastore di un pastore?:-)

Saluti,

Marco

Marco V.

unread,
Dec 26, 2023, 10:15:05 AM12/26/23
to
Esageratissimo :-)
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