On Thursday, December 14, 2023 at 1:30:04 PM UTC+1, Massimo 456b wrote:
> E comunque imparare ad amare e' imparare a soffrire cosa che
> farebbe rovesciare i baffoni del nichilista.
> Nei suoi transvalori amare e' un Turetta libero;
è il contrario.
Nietzsche non ha fatto altro che soffrire per amore, come è noto, ma non solo: ha scritto che la donna è l unica che può permettersi di essere
anarchica, dunque libera. La tua lettura è, secondo me, troppo influenzata da un ambiente che ha travisato completamente i suoi scritti.
Non scrivo niente di nuovo, sostenendo che è stata fatta un analisi più accorta di Nietzsche.
>>Sintetizzo le mie posizioni a riguardo:1-un femminicida, come chiunque uccida, fisicamente o psicologicamente, per gelosia ,è figli* della malattia mentale.
> non e' detto. Puo' essere totalmente lucido prima di farlo. Puo'
> impazzire dopo.
Ho letto più di uno psichiatra spiegare che il raptus non esiste e cosí come ci viene propinato è termine di effetto mediatico usato impropriamente.
Disturbo psichiatrico non implica necessariamente incapacità d intendere e di volere: alcuni disturbi portano anzi ad agire con grande lucidità e consapevolezza e dunque non costituiscono attenuanti.
I poveretti della difesa, che si attaccano alla non premeditazione sulla base del fatto che Turetta è rimasto senza benzina ai bordi dell autostrada tedesca, semplicemente non sanno quello che sa solo chi ci viaggia regolarmente.
Ovvero che le aree di sosta sono rare e segnalate in modo non comprensibile a un guidatore occasionale, che tra l altro viaggiava senza navigatore per non essere localizzato, ma dopo essersi documentato su come sopravvirere in alta montagna per lunghi periodi.
> La cosa tragica e' che i figli si rifiutano di diventare genitori.
> La debolezza sociale odierna e' tutta qua.
> Eterni bambini.
Non credo sia collegato ai tempi, mi sembra un problema trasversale a qualunque società ed epoca storica.
trovo sia una moda quella di considerare l umanità sempre peggiore rispetto a un ipotetico prima, dove si stava fantomaticamente meglio e tutti erano buoni, vicili e reponsabili. Ma in quale luogo del mondo, quando? Sulla base di cosa poi?
In una grande famiglia agricola era ancora più facile non maturare e deresponsabilizzarsi. Si trattava di seguire un solco già tracciato da altri e attenervisi fino alla morte, all oscuro di ciò che accadeva al di là dei campi limitrofi.
Semplicemente non vi erano opzioni. Ora che le opzioni ci sono, il processo diventa enormemente più complesso.
> E invece uccidere il padre (o la madre) significa simbolicamente
> diventare adulti.
Non sono d accordo: il processo di adultizzazione prevede l interiorizzazione di un immagine personale di madre e padre.
Non la sua eliminazione.
> E non essendo riuscito nell'uccisione simbolica del padre che
> porta alla maturita' ha ucciso la fidanzata mamma che lo
> manteneva bambino.
Se sei sicuro di questo non puoi certo definirlo sano di mente.
> Facendogli onore. Che e' cio' che desidera e cio' che Turetta non
> ha fatto.
> Quel povero babbo ha perso la faccia.
Beh, se proprio vogliamo continuare sul politicamente scorretto, penso che abbia più di una responsabilità, visto che suo figlio aveva già minacciato il suicidio, ma lui si era disinteressato completamente del fatto che avesse o meno intrapreso un percorso di cura.
Quegli altri che non hanno saputo arginare questo ragazzo notoriamente molesto per proteggere un membro della famiglia.
Lo schifo mi sembra dunque generale, ma mi fermo per rispetto dei morti.
Ciao
C.