Il 16/02/2012 11:00, Bhisma ha scritto:
> Livio narra abbastanza diffusamente la storia di un centurione [1]
> Marco Centenio Penula (...)
> Quello che trovo sorprendente nella vicenda è che il Senato romano,
> tradizionalmente ostile ad ogni discostarsi dalle consolidate vie
> gerarchiche e tutt'altro che propenso a concedere comandi straordinari
> a subalterni abbia preso una decisione del genere
Non saprei rispondere alla domanda. Però non sono affatto sicuro che
quanto scriva Livio vada considerato la verità storica in senso
positivo. Non sono sicuro, cioé, che l'unico modo di leggere Livio sia
al fine di stabilire i fatti. Se infatti proviamo a leggerlo come una
narrazione il cui scopo è la fondazione culturale della Repubblica,
allora le cose cambiano. La vicenda di Annibale, al di là dei fatti, è
anche stata il modo (uno dei modi) con cui la Repubblica ha voluto
presentare la sua propria storia. Annibale è "l'altro" per definizione,
l'anti-romano, pericoloso per la sua capacità di trascinare contro Roma
gli stesi italici nel momento in cui Roma cercava di romanizzarli. Con
lui, nella guerra contro Cartagine si scontrano due diversi universi
culturali. Poiché quello romano è un universo che si costruisce proprio
"storicamente": intende cioé il suo passato come un passato storico e
non mitico, allora la romanità non era affatto sicura né stabilita. Roma
poteva perdere ed anzi è stata sul punto di perdere. La vicenda del
Centurione si inquadra nelle varie iniziative "sbagliate", ed
esemplarmente sbagliate, che dunque non dovranno mai esser ripetute, che
Roma adotta per venire a capo della vicenda.
Pertanto (lo ripeto: da ignorante), dovendo avanzare un'ipotesi, direi
che nella realtà positiva, dei fatti, semplicemente a nessun centurione
sono mai stati affidati dei soldati.
marco