Grazie
PPP
Senatus Populusque Romanorum.
Il latino ama il concreto e non l'astratto.
lu.
PPP wrote:
> Ciao a tutti,
> oggi m'è venuto alla mente un dubbio: l'acrostico SPQR
Uhm, SPQR non è acrostico, bensì sigla.
L'acrostico è una sigla che, con il tempo, diviene parola di uso comune e che
perde la sua originale connotazione di sigla.
Alcuni esempi: Fiat, Nasa, Ufo, Alfa (Romeo), Saiwa, Mas e molti altri
-insospettabili- se ne possono trovare.
Paolo
Salve!
L'acronimo (non è un acrostico) SPQR significa
Senatus PopulusQue Romanus (Cic. ed altri).
Alcuni optano per Senatus Populusque Quiritium Romanorum oppure
Senatus Populusque Quiritium Romanus (in analogia alle forme usate p.e.
da Livio: Quirites Romani, populus Romanus Quiritesque, populus Romanus
Quiritium, populus Romanus Quirites).
Da ricordare che i Romani si chiamarono Quirites per i rapporti
civili, mentre il nome Romani rimase per quelli politici e militari,
tanto che il termine Quirites era ingiurioso se riferito a soldati.
P.S.
Altri optano per Segna Pruzzo Quattro Reti, ma io non condivido... ;)
--
Bye.
Lem
----------------- 'CLOCK is what you make of it' -----------------
Distributed computing projects: www.nyx.net/~kpearson/distrib.html
> (cut)
> P.S.
> Altri optano per Segna Pruzzo Quattro Reti, ma io non condivido... ;)
Una mia zia semiavvinazzata (niger aries familiae, ah! se l'avesse
conosciuta Aristofane!... :o), nata a Milano ma residente a Roma, usava
tradurre:
Sono Porci Questi Romani,
neanche io condivido... ;o)
Peccato!, perché era una vecchietta simpaticissima...
Franco
Io la sapevo diversa. Per quello che dici tu si dovrebbe parlare di
"volgarizzazione del marchio": a Nichelino, vicino a Torino, la Roberts
ha fatto chiudere un paio d'anni fa un locale che si chiamava
"_Borotalco_", perché è marchio registrato, anche se normalmente
chiamiamo borotalco anche quello di altre marche.
Per acronimo si dovrebbe intendere una sigla che però ha a sua volta
senso compiuto, per esempio (faccio un acrostico, che è poi il
fratellino poetico dell'acronimo ;) ).
Beginner's
All purposes
Symbolic
Instruction
Code
(il Basic è un linguaggio facile)
Oppure:
Basic
Input-
Output
System
(Il BIOS è un po' l'anima vegetativa del computer)
Una bella sigla ricorsiva (e qui mi si risveglia l'anima oulipiana) è
GNU:
Gnu is
Not
Unix
(si può rifare il gioco su Gnu ad libitum)
Seguesù.
--
"Partecipano al dibattito anche Pippo Franco, Pippo Baudo, Marcello
D'Orta e Nathalie Caldonazzo" (LA STAMPA, articolo sulla trasmissione
'Porta a Porta' dedicata alla riforma scolastica).
http://digilander.iol.it/mmanca
Per Asterix era Sono Pazzi Questi Romani :-)
ipazia
>Ciao a tutti,
>oggi m'è venuto alla mente un dubbio: l'acrostico SPQR sta a significare
>esattamente "Senatus Popolusque Romanus" oppure "Senatus Popolusque Romani"?
>Insomma, l'aggettivo è declinato al singolare o al plurale?
>
>Grazie
>
>PPP
>
Senatus = il Senato
Populus Romanus = il Popolo Romano
e fin qui M. de la Palisse ci fa un baffo.
Ma è da dire che Senatus era e poteva essere solo quello romano,
sicchè non avrebbe avuto senso aggiungere (o riferire) a Senatus
l'aggettivo romanus, che deve essere riferito solo a populus.
Non concordo assolutamente con chi ha scritto "senatus populusque
romanorum".
Il Populus Romanus era infatti non una nozione solo empirica, ma anche
l'espressione di una ben precisa figura del diritto pubblico romano.
Mi fermo qui perche' non sono in grado, ora, di verificare vecchi
ricordi di studio.
Qui de terra est de terra loquitur
Il fatto curioso è che nella versione originale francese il calembour
non c'è (la frase è "Ils sont fous, ces Romains"). Per una volta la
traduzione è meglio dell'originale.
--
"I libri di storia devono essere plurali" (TG3, singolare intervista
durante un manifestazione studentesca)
http://digilander.iol.it/mmanca
La mia tesi di dottorato era sul _De aetatibus mundi et hominis_ di
Fulgenzio. E' un'opera lipogrammatica :)
--
Attenzione: ICCl è moderato.
E perché? Questa è bella...
> Il Populus Romanus era infatti non una nozione solo empirica, ma anche
> l'espressione di una ben precisa figura del diritto pubblico romano.
> Mi fermo qui perche' non sono in grado, ora, di verificare vecchi
> ricordi di studio.
Ricapitoliamo.
La mia grammatica del liceo "Tantucci-Rimondi", consigliava di declinare al
genitivo pl. espressioni tipo *l'esercito romano* , *il popolo romano, etc,
menzionando anche *senatus populusque romanorum*.
Ora, concordando pienamente con ciò che scrisse l'ottimo Lem, aggiungo
solamente che Cicerone usa di preferenza: *senatus populusque romanus*, così
Gellio; Livio accorcia la frase e si limita a scrivere *senatus populusque*.
Si trova anche l'espressione *senatus populusque quiritium romanus-orum*.
lu.
> Qui de terra est de terra loquitur<<
Tibi quoque, tibi quoque
E' concessa facoltà
di potere in jure utroque
Gingillar l'umanità.
Giusti
> aggiungo
>solamente che Cicerone usa di preferenza: *senatus populusque romanus*,
Scusate, ma non è una semplice endiadi?
"Senatus populusque Eomanus" designa un tutto unico, "lo stato romano" nelle
sue principali componenti socio-politiche: il senato (roccaforte
dell'aristocrazia) e il popolo (rappresentato dai vari _concilia_ e
_comitia_).
Questo giustifica l'uso dell'aggettivo _Romanus_ al singolare.
Un saluto a tutti,
Eleonora
--
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PPP
Figurati!...
L'ignoranza è solo uno stato transitorio attraverso il quale passiamo tutti,
prima o poi.
Come la vita.
E come la vita si estingue, nel medesimo modo ;o)
Franco
Grazie a te, invece.
Hai dato l'opportunità a tutti di discutere e di imparare.
lu.
Mi rifaccio al'autorità di Giuseppe Grosso e della sua Storia del
Diritto Romano, IV edizione 1960, per i tipi di Giappichelli, editore
in Torino.
pag 127 "... si viene a sviluppare nella costituzione repubbliana ...
un ordine in cui il termine di riferimento centrale veniva ad esseeere
il populus, cosi' che, che per qualla concretezza che i Romani
conservavano a lung e che rende faticosa la enunciazione di concetti
astrati, prima che sia forgiato il riferimento astratto alla res
publica, lo Stato, la civitas, viene ad incarnarsi concretamante nel
populus Romanus..."
pag. 246 " ... E cosi' la designazione dello Stato in termini
concreti, con riferimento piu' preciso ai termini costituzionali,
veniva ad essere contenuta nella formula Senatus Populusque Romansu,
che esprimeva in un binomio inscindibile l'incarnazione di quella
organizzazione che costituiva la base del poter politico".
Per questo motivo mi pare un errore, non tanto
grammaticale, ma concettuale, tradurre SPQR come il Senato e il Popolo
(dei) Romani. Rinadisco che populus Romanus deve essere inteso
unitariamente ed indica lo stesso stato romano, sia pure insieme al
Senato.