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modi di ordinare i casi del latino

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Multivac85

unread,
Feb 17, 2012, 6:53:03 AM2/17/12
to
Di solito nelle grammatiche latine che noi conosciamo l'ordine dei
casi è il seguente:

nominativo-genitivo-dativo-accusativo-vocativo-ablativo

tuttavia noto che nelle pagine inglesi, francesi e spagnoli di
wikipedia dedicate alle declinazioni latine scopro che usano per
ordine il seguente:

nominativo-vocativo-accusativo-genitivo-dativo-ablativo

vedere qui http://en.wikipedia.org/wiki/Latin_declension

e in alcune declinazioni è aggiunto in settimo posto anche il caso
locativo!

In effetti se ci si pensa mi pare che questo secondo ordine è molto
più comodo anche per il fine di memorizzare i casi dato che raggruppa
vicini i casi che sono spesso più simili tra loro (il vocativo, a
parte alcune particolarità della seconda declinazione al singolare, è
sempre uguale al nominativo, dativo e ablativo al plurale sono sempre
uguali, nominativo e accusativo neutri sono sempre uguali e così
via...).

Come mai invece nelle grammatiche italiane è più frequente il primo
ordine dei casi, che a quanto mi pare, è molto meno "logico" del
secondo?

Ciao.

Pablo

unread,
Feb 25, 2012, 5:05:43 PM2/25/12
to
On 17 Feb, 12:53, Multivac85 <multiva...@gmail.com> wrote:
> Come mai invece nelle grammatiche italiane è più frequente il primo
> ordine dei casi, che a quanto mi pare, è molto meno "logico" del
> secondo?

Per tradizione didattica.
Ti consiglio di leggere il I capitolo 'Per una storia della didattica
del latino' nel libro di Nicola Flocchini 'Didattica del latino' per i
tipi della Nuova Italia, 1999 dove spiega tutti i retroscena. Se
conosci l'inglese ti consiglio questo testo disponibile online:
Daniel J. Taylor, Latin declensions and conjugations: from Varro to
Priscian
http://www.persee.fr/web/revues/home/prescript/article/hel_0750-8069_1991_num_13_2_2334
Un estratto: "The earliest extant text to arrange nouns and verbs into
what we nowadays call declensions and conjugations is Varro's (116-27
B.C.) De Lingua Latina, but his scheme is not quite the same as ours
or even his successors'. In Priscian's (late 5th-early 6th c. A.D.)
Institutiones Grammaticae, however, the declensions and conjugations
appear much the same as they do in a modern textbook or grammar. In
other words, declensions and conjugations in Latin do have a history,
and we ought to be able to determine that history by studying how the
grammarians subsequent to Varro and prior to Priscian describe Latin
declensions and conjugations."

Per quanto riguarda la storia dell'aggettivo come classe **autonoma**
grammaticale:
Antonietta Scarano, Storia grammaticale dell'aggettivo. Da sottoclasse
di parole a parte del discorso In: Studi di Grammatica Italiana, a
cura dell'Accademia della Crusca, vol. XVIII, 1999
http://lablita.dit.unifi.it/preprint/preprint-97coll01.pdf
Un estratto: "In questa fase iniziale della ricerca ci siamo
imbattuti, però, in un dato di fatto che non avevamo previsto
2: è solo ad opera di grammatici francesi del XVIII secolo che
l'aggettivo guadagna la "dignità" di classe di parole. L'aggettivo non
esiste nelle grammatiche, non solo italiane ma europee in generale,
come parte del discorso a sé stante, fino ai primi dell'Ottocento;
esso è considerato una sottoclasse dei nomi (ed eccezionalmente dei
verbi)."

> In effetti se ci si pensa mi pare che questo secondo ordine è molto
> più comodo anche per il fine di memorizzare i casi dato che raggruppa
> vicini i casi che sono spesso più simili tra loro (il vocativo, a
> parte alcune particolarità della seconda declinazione al singolare, è
> sempre uguale al nominativo, dativo e ablativo al plurale sono sempre
> uguali, nominativo e accusativo neutri sono sempre uguali e così
> via...).

Non solo per i sostantivi :) Un estratto dall'articolo "La Didattica
Breve nell'insegnamento del latino" di Daniela Notarbartolo
( http://www.rivistazetesis.it/la_didattica_breve_nell.htm ) :
"A mio parere lo studio delle cinque declinazioni può essere a sua
volta alleggerito fondandosi sulle vocali
tematiche e sulle costanti (l'ablativo singolare in vocale,
l'accusativo singolare in -m e il plurale in -s, la
ricorrenza dativo-ablativo, ...). Così nei pronomi, in cui le
terminazioni -id- -ius -i si innestano su una struttura
quasi sempre del tutto prevedibile di aggettivo; per non parlare dei
verbi in cui la terminazione della persona
facilita la conoscenza dei tempi e dei suffissi temporali;"

Questò è un divertissement che ho elaborato per la mia tesi di laurea
in Grammatica latina ;)
http://www.youtube.com/watch?v=egBcIy4g0QM
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