Hippo Castano scriveva il 27/09/20 :
> pirex <mok...@pakita.sus> ha scritto:r
>> Bergoglio, per esempio;
> Lollai.
>
>> poi non mi sembra che Il Cristo fosse un guerrafondaio,né era razzista né
>> xnefobo come tanti che odianochi rappresenta o porta simboli che si rifanno
>> alla bandiera della pacedetta anche bandiera arcobaleno.
>
> Cristo ha cacciato i mercanti con la forza,
>
> Lc 12,49-53 [In quel tempo], Gesù disse ai suoi discepoli: «Sono
> venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già
> acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono
> angosciato finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a
> portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione.
>
> Non ha fatto invadere la Palestina con politiche immigrazioniste e
> inclusive, ma ha detto di portare il Vangelo nei più sperduti
> angoli della terra e se qualcuno non voleva ascoltare sbattere i
> sandali e andarsene. Non era un bonaccione, ac-coglione.
Sono parole roventi quelle di Gesù, che spiegano il senso della fede e ne
invocano la responsabilità. “Sono venuto a gettare fuoco sulla terra”.
Di quale fuoco parla Gesù?
Certamente, non di un fuoco che distrugge.
Una delle immagini più belle che l’Antico Testamento attribuisce a Dio è
quella del roveto che arde e non si consuma.
Un’immagine forte per dire che Dio è come il fuoco:
puoi avvicinarti ma non puoi possederlo, ti riscalda, ma può anche
bruciarti.
Nel Nuovo Testamento l’immagine del fuoco è legata al dono dello Spirito
a Pentecoste.
Un fuoco al quale non solo ora possiamo avvicinarci, ma che addirittura
arde dentro di noi.
Il fuoco che Gesù ha portato sulla terra, quindi, non è un fuoco di
morte,
ma un fuoco che alimenta la vita, che ne accende la passione.
“Quanto vorrei che fosse già acceso!”.
Gesù esprime il suo rammarico perchè questo fuoco non arde, non accende
nessuna passione.
La fede dovrebbe essere un fuoco acceso, un fuoco che accende di passione
la vita. Ma spesso, fede e vita sono distanti tra loro, parlano due
linguaggi diversi. Il rammarico di Gesù raggiunge anche noi e sollecita a
chiederci se, per caso, non abbiamo trasformato la fede in una bella
tradizione o in un’etica delle buone maniere.
Non dovrebbero essere i cristiani, oggi, a tenere vivo il fuoco nel
mondo?
Non dovrebbero essere loro a testimoniare una fede che accende la
passione per la verità e il coraggio di denunciare le ingiustizie?
Una Chiesa che vuole essere fedele a Cristo e al suo messaggio, come il
racconto offerto in questa domenica dalla prima lettura, deve tirare fuori
il profeta dalla cisterna, prima che muoia.
Gesù dice chiaramente:
“Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra?
No, io vi dico, ma divisione”.
Anche noi cerchiamo la pace, ma spesso non è quella che Gesù dona ai suoi
discepoli.
La pace di Gesù non è quella del compromesso, che si adatta alla mentalità
del mondo o si accontenta di alimentare un po’ di filantropia.
Il Vangelo di questa Domenica chiede ai cristiani di ravvivare il fuoco
della fede, capace di riscaldare il cuore anche quando tutto intorno è
solo freddo e arido.
Un po’ come la speranza che il padre offre al figlio nel romanzo
“La strada” di Cormac Mc Carthy:
“Ce la caveremo, vero, papà? Sí. Ce la caveremo.
E non ci succederà niente di male. Esatto. Perché noi portiamo il fuoco.
Sí.
Perché noi portiamo il fuoco”.
Gesù mette il fuoco nel nostro cuore perché divampi in noi e intorno a
noi.
Siamo chiamati a custodire il fuoco e non ad adorare le ceneri,
come amava dire il musicista compositore Gustav Mahler.
don Mimmo
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http://www.parrocchiasacrocuorebari.it/sermon/xx-domenica-del-tempo-ordinario-sono-venuto-a-gettare-fuoco/>
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pirex <mok...@pakita.sus>
pirex, stesso nick dal marzo del 2003, chi non mi sopporta può
plonkarmi facilmente.
Diffidate dei poveri mentecatti, odiatori di professione, bugiardi
xenofobi nazifascioidi dai mille nick
che si spacciamo per pirex per vomitare la loro bile.
https://tinyurl.com/y3ut6b9o
https://tinyurl.com/y38zfyz9