Tex è seduto davanti a una di quelle tremende zuccheriere
dell'ottocento. Versa il caffè in una tazzina d'alluminio e ci
aggiunge sette cucchiaini di zucchero. Quando beve il primo sorso,
s'accorge che è amaro. Ne aggiunge ancora altri due, e lo manda giù
d'un colpo. Era il quinto caffè che si faceva e mai che gli venisse
buono. Ma questo succedeva perché stava da solo e non c'era Kit
Carson; perché come fa il caffè Kit Carson, nel west, non c'è nessuno.
E mica è bravo a farlo sulla cucina a gas, che lì sono bravi tutti;
no, Kit mette tre rami secchi a croce, nella prateria, che non ho mai
capito come fanno a reggersi o a non bruciare, e sotto ci appende una
cuccumella, sporca neanche a parlarne, e ti fa un caffè come nel west
non lo fa nessun altro. Poi, quando ne versa una tazza a Tex, non
perde occasione per dire "Vecchio Satanasso". A Tex, il caffè veniva
uno schifo, ecco perché lo zucchero da aggiungere non bastava mai.
Allora, dopo un po' s'attacca alla borraccia e si scola una buona dose
di whisky. Si fuma una sigaretta e poi tracanna ancora. Passa un'ora
prima che rimonti a cavallo. Si sente un po' nervoso per tutto quel
caffè che ha bevuto, e anche un po' brillo. Però dice: "Mi sento
nervoso!"
A Tex ogni tanto gli prende la nostalgia di Lilith, la figlia di
Freccia Rossa, il grande capo dei Navajos. Le voleva bene a Lilith,
non tanto perché era una donna... che, si sa, le donne a Tex... Ma gli
aveva salvato la vita quella volta che stava legato al palo della
tortura. E mica ti puoi mettere a fare lo schizzinoso quando sei
legato al palo della tortura con tutt'intorno un centinaio di
pellerossa pronti a farti la festa come solo gli indiani la sanno
fare. No, non fai lo schizzinoso. Se un'indiana, per di più bella e
figlia del capo, ti dice che ti ama e ti vuole sposare, tu non solo le
dici di sì, ma ti metteresti pure a cantarglielo, se te lo chiedesse.
Tex non glielo cantò a Lilith, ma in quattro e quattr'otto se la
sposò.
Con il rito indiano, naturalmente. Freccia Rossa, con un coltellaccio
aveva inciso i polsi a entrambi e poi li aveva tenuti legati assieme
giusto il tempo per dare modo al sangue di mescolarsi. Ma oggi non li
fanno più, gli indiani, questi matrimoni, coi tempi che corrono.
Per questo Tex era diventato il capo dei Navajos alla morte di Freccia
Rossa: perché aveva sposato Lilith con il patto di sangue! E s'è fatto
chiamare Aquila della Notte, e si mette il wampum sulla fronte e
quelle belle giacchette con le frange al campo indiano, nel suo tepee.
Quando un gruppo di banditi e commercianti corrotti aveva ucciso
Lilith per certi loro sporchi traffici, non sto neanche a perdere
tempo per dire cosa gli fece Tex quando li acciuffò, che di cinquanta
o sessanta che erano non ne rimasero che i pezzi sparsi di tre o
quattro.
Ma Lilith gli era rimasta nel cuore, e la rimpiangeva. Ogni tanto,
almeno. Specialmente quando se ne andava in giro per la prateria da
solo, e non c'era non dico Kit Carson che gli faceva il caffè come dio
comanda, ma neanche il suo pard indiano Tiger Jack (così com'è
scritto, che non vi venga in mente di chiamarlo Taigher Jeck!).
E poi, si sa, Tex di donne ha conosciuto soltanto Lilith, che di
questo Freud avrebbe qualcosa da dire. Così come, altro fatto strano,
non si è mai capito che sia di destra o di sinistra, ma si sa che
piace di qua e di là, tant'è che pure dentro i covi delle Brigate
Rosse ce ne hanno trovati a pacchi. Forse perché è un eroe solitario,
o al massimo con due o tre pards.
Cavalca solitario nella prateria per un paio d'ore, mentre tirava un
forte vento e tutt'intorno gli svolazzano quei cespugli tondi di
arbusti che adesso non mi ricordo come si chiamano e anzi non so
nemmeno se hanno un nome, ma che sempre si vedono svolazzare nei film
western quando nella prateria c'è un forte vento, e che ultimamente un
ragazzino americano se li è messi a vendere su Internet ed è diventato
miliardario perché li comprano i ricchi texani e li mettono nei
giardini delle loro belle ville, così quando tira un forte vento
questi cespugli svolazzano di qua e di là e loro escono in giardino e
si mettono il cappello alla cow-boy e gridano "giddap" oppure
"yippie", tutti contenti di essere texani.
Anche Tex è texano.
Cavalca nella prateria finché non incontra un gruppo di pellerossa.
Dice: "Sono Aquila della Notte."
E quelli: "Noi siamo Sioux!"
E Tex, nervoso: "Cerco Lilith."
"Guarda, Aquila (confidenziale), noi siamo Sioux. "
"Vabbe', non importa, dammene un'altra."
Il capo dei Sioux, molto seccato: "Parla bene, Aquila della Notte
(formale), se non vuoi che ti scotenniamo!"
"Scusa, allora" dice Tex, che fa impennare il cavallo e se ne va.
Cavalca, cavalca, nella prateria, che anche se è tutta spoglia, tranne
quei cosi che svolazzano, c'è sempre il rischio di incontrare tipi
strani, come quel Signore degli Abissi che poi ci hanno fatto pure un
film, che quando seppi che Tex lo impersonava Giuliano Gemma per poco
non mi venne il vomito.
Cavalca, cavalca, Tex arriva in uno di quei villaggi polverosi del
west. Lega la bestia alla staccionata ed entra di filato nel saloon.
"Dammi una birra!" dice, mentre siede a un tavolo. "Anzi, no, dammi
una bottiglia di whisky, che voglio scacciare Lilith dalla mente."
"Da mangiare che porto: una bistecca alta tre dita, seppellita da una
montagna di patatine fritte?" dice l'uomo dietro al banco, che sapeva
che a Tex lo fanno impazzire bistecche e patatine, che dev'essere una
specie di pubblicità sublimale in previsione di mucca pazza.
"Puah! Ho lo stomaco pieno di bistecche e patatine fritte."
"Che ti faccio, allora?" chiede l'uomo, con la faccia tanto
esterrefatta che ci potevi affiggere sopra un avviso di taglia.
Nel frattempo si avvicina una donna, una di quelle che sempre girano
attorno a Tex quando entra in un saloon, ma mai che riescano non dico
ad andarci a letto ma almeno a scambiarci un bacio, sempre per quella
storia di cui dovrebbe interessarsi Freud.
"Ci penso io a lui, Jò" dice la donna. E con un gesto repentino si
siede sulle sue ginocchia.
"Ah!" dice Tex. E pensa "vecchia maliarda". Ma allunga una mano sulla
coscia della donna e sente la giarrettiera. "Hai le gambe toste come
quelle di un bisonte della prateria" dice.
"Trovi?" fa la donna.
E Tex: "Per tutta la prateria con il mio cavallo ho corso, ed ora
dammi il morso..."
"..."
"... Oh, scusami sai, ma ho sempre a che fare con i cavalli. Volevo
dire dammi un bacio..."
Tex è così. E' diventato così da quando gli è morto il papà. Il papà
Gianluigi... Gianluigi Bonelli. Dopo che se ne era già andato anche
l'altro genitore, l'Aurelio Galeppini, il mitico Galep.
---------------------------------------------
- il testo qua sopra non è mio.
- e allora di chi è?
- lo saprai a suo tempo.
- "suo" di chi?
- ma quante domande fai... leggi e commenta, invece!
>Il suo nome č Tex... Tex Willer!
>
Dr. Giagnori I suppose?
In ogni caso č quello che fino ad ora mi č piaciuto di piů. Ne ho
altri 14 da leggere :)
(-:F
carino e scritto bene ma non c'è l'EDS.
stir
>Io, Tex, in quel modo? Noooooo.
>
troppo irrispettoso?
(-:F
> troppo irrispettoso?
mi fa lo stesso effetto di quando venni a sapere che John Wayne...
vabbe', lasciamo perdere.
Mario
>Il suo nome è Tex... Tex Willer!
>
La comprensione del testo presuppone un background willeriano che non tutti
hanno.
L'ho salvato perchè è tra le cose più divertenti lette ultimamente.
Sono notevoli:
>Tex è seduto davanti a una di quelle tremende zuccheriere
>dell'ottocento.
(...)
la scena della caffettiera ...
>
>E poi, si sa, Tex di donne ha conosciuto soltanto Lilith, che di
>questo Freud avrebbe qualcosa da dire. Così come, altro fatto strano,
>non si è mai capito che sia di destra o di sinistra, ma si sa che
>piace di qua e di là, tant'è che pure dentro i covi delle Brigate
>Rosse ce ne hanno trovati a pacchi. Forse perché è un eroe solitario,
>o al massimo con due o tre pards.
il pezzetto sopra ... :)
>
>Cavalca solitario nella prateria per un paio d'ore, mentre tirava un
>forte vento e tutt'intorno gli svolazzano quei cespugli tondi di
>arbusti che adesso non mi ricordo come si chiamano (...)
Un po' fuori luogo rispetto al resto il pezzo sopra e quanto viene dopo ...
>
>Cavalca nella prateria finché non incontra un gruppo di pellerossa.
>Dice: "Sono Aquila della Notte."
>
>E quelli: "Noi siamo Sioux!"
>
La scenetta con i Siù: esilarante!
Complimenti all'ignoto autore(che senz'altro non ha più 20 anni!)
Gil
>mi fa lo stesso effetto di quando venni a sapere che John Wayne...
>
>vabbe', lasciamo perdere.
>
Come lasciamo perdere? Il giorno che si sono dimenticati di inibirmi
il sever news tu lasci perdere!!!???
(-:F
"L'unico indiano buono è un indiano morto"
JW
>La comprensione del testo presuppone un background willeriano che non tutti
>hanno.
Non concordo, trattasi di cultura generale. A scuola invece di farsi
gli spinelli potrebbero leggere Tex :))
(-:F
> Il suo nome è Tex... Tex Willer!
Bello, divertente e anche un po' commovente.
Forse si poteva evitare il finalino esplicativo:
> Tex è così. E' diventato così da quando gli è morto il papà. Il papà
> Gianluigi... Gianluigi Bonelli. Dopo che se ne era già andato anche
> l'altro genitore, l'Aurelio Galeppini, il mitico Galep.
visto che la notizia della morte di Bonelli e' passata per tutti i
media. Sarebbe stato ancora piu' evocativo.
Anche questo e' tra i miei preferiti.
bianca
> Dr. Giagnori I suppose?
naaaa: Mario non citerebbe mai Freud ;-)
bianca
> questi cespugli svolazzano di qua e di là e loro escono in giardino e
> si mettono il cappello alla cow-boy e gridano "giddap" oppure
> "yippie", tutti contenti di essere texani.
ROTFL!
> Tex è così. E' diventato così da quando gli è morto il papà. Il papà
> Gianluigi... Gianluigi Bonelli. Dopo che se ne era già andato anche
> l'altro genitore, l'Aurelio Galeppini, il mitico Galep.
Bello. Bello in tutto. Ben scritto, bella storia, divertente e triste
e tutto quello che c'è in mezzo.
Salvato :))))))
Voto questo :)
Pikkia/almeno credo :)
> Bello!
Ahira, parliamone. Ho dato una scorsa ai commenti e ho visto che a te
i racconti ti sono piaciuti tutti, con un giudizio che va dal bello al
meraviglioso, conditi da porzioni varie di invidia :-))
> E secondo me potrebbe anche essere del Giagnori.
Nego decisamente. E al prossimo che fa questa sporca insinuazione gli
metto un fiammifero da cucina tra le dita dei piedi e poi gli do
fuoco. :-))
Mario
>Ahira, parliamone. Ho dato una scorsa ai commenti e ho visto che a te
>i racconti ti sono piaciuti tutti, con un giudizio che va dal bello al
>meraviglioso, conditi da porzioni varie di invidia :-))
ho già spiegato in altre occasioni, ma non mi pesa ripetermi, che in
genere io commento solo le cose che mi piacciono. Preferisco tacere
sulle cose che non mi convincono, vuoi perchè non mi pare carino nei
confronti dell'autore, vuoi perchè mi piace pensare ed esprimermi al
positivo. Posta questa condizione si spiega facilmente la mia scelta
di aggettivi.
>Nego decisamente.
Ok ma non era mica un insulto :)
>E al prossimo che fa questa sporca insinuazione gli
>metto un fiammifero da cucina tra le dita dei piedi e poi gli do
>fuoco. :-))
la mia insinuazione era di un candore estremo, nego assolutamente che
fosse in qualche modo sporca! :)
AhiRa
il confessore <pissi...@baub.au> wrote in message
4pna6t8sfno0lfin8...@4ax.com...
> Il suo nome č Tex... Tex Willer!
>
> Anche Tex č texano.
hihihi
(-:F
>Il suo nome č Tex... Tex Willer!
>
Una domanda mi sorge spontanea: perché non l'hai postato prima?
Gran bel pezzo di scrittura cmq.
Elvio
> ho già spiegato in altre occasioni, ma non mi pesa ripetermi,
Scherzavo. :-))
Mario
> Non concordo, trattasi di cultura generale. A scuola invece di farsi
> gli spinelli potrebbero leggere Tex :))
O fare entrambe le cose.
> E secondo me potrebbe anche essere del Giagnori.
Secondo me è di Ulderico.
> Secondo me è di Ulderico.
Guarda, l'avevo pensato anch'io. Ma poi, questa frase:
> Freccia Rossa, con un coltellaccio aveva inciso i polsi ...
Non so, magari e' un refuso, ma non credo che Ulderico separerebbe con
una virgola il soggetto dal verbo.
E comunque, troppe virgole dappertutto per essere Ulderico.
bianca
(potrei avere cannato in pieno, ma ogni autore ha i suoi tic e i suoi
tac ;-)
>O fare entrambe le cose.
non concordo...sul tipo di droga... ci si dovrebbe fare di coca prof e
alunni. Si vivificano i neuroni e si fissano i ricordi.
E un bidello dovrebbe essere preposto alla stesura delle strisce
all'ingresso della scuola qualche minuto prima del suono della
campanella. Il tutto dovrebbe avvenire in ordine, rapidamente e in
silenzio.
AhiRa
> O fare entrambe le cose.
In effetti, Tex assieme a Cochise si fa quei calumet... :-))
Mario
pippi mezzacalza
il confessore <pissi...@baub.au> wrote in message
4pna6t8sfno0lfin8...@4ax.com...
> Il suo nome è Tex... Tex Willer!
>
> Tex è seduto davanti a una di quelle tremende zuccheriere
> dell'ottocento. Versa il caffè in una tazzina d'alluminio e ci
> aggiunge sette cucchiaini di zucchero. Quando beve il primo sorso,
> s'accorge che è amaro. Ne aggiunge ancora altri due, e lo manda giù
> d'un colpo. Era il quinto caffè che si faceva e mai che gli venisse
> buono. Ma questo succedeva perché stava da solo e non c'era Kit
> Carson; perché come fa il caffè Kit Carson, nel west, non c'è nessuno.
> E mica è bravo a farlo sulla cucina a gas, che lì sono bravi tutti;
> no, Kit mette tre rami secchi a croce, nella prateria, che non ho mai
> capito come fanno a reggersi o a non bruciare, e sotto ci appende una
> cuccumella, sporca neanche a parlarne, e ti fa un caffè come nel west
> non lo fa nessun altro. Poi, quando ne versa una tazza a Tex, non
> perde occasione per dire "Vecchio Satanasso". A Tex, il caffè veniva
> uno schifo, ecco perché lo zucchero da aggiungere non bastava mai.
>
> Allora, dopo un po' s'attacca alla borraccia e si scola una buona dose
> di whisky. Si fuma una sigaretta e poi tracanna ancora. Passa un'ora
> prima che rimonti a cavallo. Si sente un po' nervoso per tutto quel
> caffè che ha bevuto, e anche un po' brillo. Però dice: "Mi sento
> nervoso!"
>
> A Tex ogni tanto gli prende la nostalgia di Lilith, la figlia di
> Freccia Rossa, il grande capo dei Navajos. Le voleva bene a Lilith,
> non tanto perché era una donna... che, si sa, le donne a Tex... Ma gli
> aveva salvato la vita quella volta che stava legato al palo della
> tortura. E mica ti puoi mettere a fare lo schizzinoso quando sei
> legato al palo della tortura con tutt'intorno un centinaio di
> pellerossa pronti a farti la festa come solo gli indiani la sanno
> fare. No, non fai lo schizzinoso. Se un'indiana, per di più bella e
> figlia del capo, ti dice che ti ama e ti vuole sposare, tu non solo le
> dici di sì, ma ti metteresti pure a cantarglielo, se te lo chiedesse.
> Tex non glielo cantò a Lilith, ma in quattro e quattr'otto se la
> sposò.
>
> Con il rito indiano, naturalmente. Freccia Rossa, con un coltellaccio
> aveva inciso i polsi a entrambi e poi li aveva tenuti legati assieme
> giusto il tempo per dare modo al sangue di mescolarsi. Ma oggi non li
> fanno più, gli indiani, questi matrimoni, coi tempi che corrono.
>
> Per questo Tex era diventato il capo dei Navajos alla morte di Freccia
> Rossa: perché aveva sposato Lilith con il patto di sangue! E s'è fatto
> chiamare Aquila della Notte, e si mette il wampum sulla fronte e
> quelle belle giacchette con le frange al campo indiano, nel suo tepee.
>
> Quando un gruppo di banditi e commercianti corrotti aveva ucciso
> Lilith per certi loro sporchi traffici, non sto neanche a perdere
> tempo per dire cosa gli fece Tex quando li acciuffò, che di cinquanta
> o sessanta che erano non ne rimasero che i pezzi sparsi di tre o
> quattro.
>
> Ma Lilith gli era rimasta nel cuore, e la rimpiangeva. Ogni tanto,
> almeno. Specialmente quando se ne andava in giro per la prateria da
> solo, e non c'era non dico Kit Carson che gli faceva il caffè come dio
> comanda, ma neanche il suo pard indiano Tiger Jack (così com'è
> scritto, che non vi venga in mente di chiamarlo Taigher Jeck!).
>
> E poi, si sa, Tex di donne ha conosciuto soltanto Lilith, che di
> questo Freud avrebbe qualcosa da dire. Così come, altro fatto strano,
> non si è mai capito che sia di destra o di sinistra, ma si sa che
> piace di qua e di là, tant'è che pure dentro i covi delle Brigate
> Rosse ce ne hanno trovati a pacchi. Forse perché è un eroe solitario,
> o al massimo con due o tre pards.
>
> Cavalca solitario nella prateria per un paio d'ore, mentre tirava un
> forte vento e tutt'intorno gli svolazzano quei cespugli tondi di
> arbusti che adesso non mi ricordo come si chiamano e anzi non so
> nemmeno se hanno un nome, ma che sempre si vedono svolazzare nei film
> western quando nella prateria c'è un forte vento, e che ultimamente un
> ragazzino americano se li è messi a vendere su Internet ed è diventato
> miliardario perché li comprano i ricchi texani e li mettono nei
> giardini delle loro belle ville, così quando tira un forte vento
> questi cespugli svolazzano di qua e di là e loro escono in giardino e
> si mettono il cappello alla cow-boy e gridano "giddap" oppure
> "yippie", tutti contenti di essere texani.
>
> Anche Tex è texano.
>
> Cavalca nella prateria finché non incontra un gruppo di pellerossa.
> Dice: "Sono Aquila della Notte."
>
> E quelli: "Noi siamo Sioux!"
>
> E Tex, nervoso: "Cerco Lilith."
>
> "Guarda, Aquila (confidenziale), noi siamo Sioux. "
>
> "Vabbe', non importa, dammene un'altra."
>
> Il capo dei Sioux, molto seccato: "Parla bene, Aquila della Notte
> (formale), se non vuoi che ti scotenniamo!"
>
> "Scusa, allora" dice Tex, che fa impennare il cavallo e se ne va.
>
> Cavalca, cavalca, nella prateria, che anche se è tutta spoglia, tranne
> quei cosi che svolazzano, c'è sempre il rischio di incontrare tipi
> strani, come quel Signore degli Abissi che poi ci hanno fatto pure un
> film, che quando seppi che Tex lo impersonava Giuliano Gemma per poco
> non mi venne il vomito.
>
> Cavalca, cavalca, Tex arriva in uno di quei villaggi polverosi del
> west. Lega la bestia alla staccionata ed entra di filato nel saloon.
> "Dammi una birra!" dice, mentre siede a un tavolo. "Anzi, no, dammi
> una bottiglia di whisky, che voglio scacciare Lilith dalla mente."
>
> "Da mangiare che porto: una bistecca alta tre dita, seppellita da una
> montagna di patatine fritte?" dice l'uomo dietro al banco, che sapeva
> che a Tex lo fanno impazzire bistecche e patatine, che dev'essere una
> specie di pubblicità sublimale in previsione di mucca pazza.
>
> "Puah! Ho lo stomaco pieno di bistecche e patatine fritte."
>
> "Che ti faccio, allora?" chiede l'uomo, con la faccia tanto
> esterrefatta che ci potevi affiggere sopra un avviso di taglia.
>
> Nel frattempo si avvicina una donna, una di quelle che sempre girano
> attorno a Tex quando entra in un saloon, ma mai che riescano non dico
> ad andarci a letto ma almeno a scambiarci un bacio, sempre per quella
> storia di cui dovrebbe interessarsi Freud.
>
> "Ci penso io a lui, Jò" dice la donna. E con un gesto repentino si
> siede sulle sue ginocchia.
>
> "Ah!" dice Tex. E pensa "vecchia maliarda". Ma allunga una mano sulla
> coscia della donna e sente la giarrettiera. "Hai le gambe toste come
> quelle di un bisonte della prateria" dice.
>
> "Trovi?" fa la donna.
>
> E Tex: "Per tutta la prateria con il mio cavallo ho corso, ed ora
> dammi il morso..."
>
> "..."
>
> "... Oh, scusami sai, ma ho sempre a che fare con i cavalli. Volevo
> dire dammi un bacio..."
>
> Tex è così. E' diventato così da quando gli è morto il papà. Il papà
> Gianluigi... Gianluigi Bonelli. Dopo che se ne era già andato anche
> l'altro genitore, l'Aurelio Galeppini, il mitico Galep.
>
> ---------------------------------------------
> - il testo qua sopra non è mio.
> - e allora di chi è?
> - lo saprai a suo tempo.
> - "suo" di chi?
> - ma quante domande fai... leggi e commenta, invece!
Paperoga
IMHO sequitur
>"Puah! Ho lo stomaco pieno di bistecche e patatine fritte."
"foderato"?
Cmq, da qui in poi scade un po', alla ricerca di un finale, penso.
--
ciriciao from kirone
togliere il punto tra "lib" ed "ero", che ci sta per antispam