beh, fuochino. Diciamo che la priorità assoluta è la
vicenda, ma quella "globale", non la storia di un personaggio.
In un certo verso persino i PROTAGONISTI assoluti, sono a
modo loro personaggi funzionali. Non funzionali ad altri, ma
al completamento della "missione".
Ad es. ho fortissimo e costante il tema del "popolo eletto /
insurrezione / liberazione" (con un imprinting indelebile
dei Fremen di Dune, ma non solo).
Quindi alla fine, anche i protaginisti, quasi sempre
appartenenti come razza, hanno la funzione di facilitare
questo riscatto. Devono avere certe caratteristiche perché
servono alla missione.
Questo come sfondo, a volte evidente, altre meno, e magari
lascia prendere la scena a vicende individuali, ma che
presto o tardi si ricompongono e rientrano in carreggiata
per consentire la missione principale.
Credo di non avere mai scritto un libro SENZA UN FINE. In
effetti sono un "propagandista nato" :D :D :D :D
> Tornando a bomba, non sono sicurissimo che questo esuli
> dall'uso della terza persona.
> Una terza persona che si limita a descrivere le azioni o
> occasionalmente i pensieri di un personaggio può essere
> molto intrigante in quanto "non spiega" proprio tutto, per
> esempio PERCHE' il personaggio agisce in un certo modo. E
> all'autore resta la possibilità di svelare l'ultimo enigma
> attraverso una scena madre chiarificatrice, magari un
> serrato dialogo.
> Adesso sto pensando a qualche esempio, ma non mi viene un
> cazzo. Sorry. :-)
pensa che è proprio quella volta in cui non sto immaginando
affatto quel che vorresti dire :D
> Forse qualche giallo. Il lettore apparentemente ha in mano
> tutti i tasselli del puzzle ma manca di una informazione
> essenziale
e magari non sa di non sapere ...
> e non riesce a capire chei è il colpevole (a meno
> che non ci sia un maggiordomo eheh...). L'autore alla fine
> svela questo particolare e lascia il lettore di merda
> eccetera. Insomma il quadro generale è stato fornito al
> lettore via terza persona narrante (ma molto omertosa...) o
> tramite prima persona dei personaggi.
mi sembra Gene Wolfe (di cui ho letto poco, con fatica, e
immenso piacere). Mi annientava di domande che si
affollavano nella testa.
>
> Ah ecco, mi viene in mente il buon vecchio Asimov. In un suo
> racconto che probabilmente è un capolavoro, su un pianeta
> esiste una società di diversi distinti esseri senzienti. Le
> vicende dei singoli attori, appartenenti alle diverse
> "specie" sono raccontate in modo molto obbiettivo ma mancano
> di un tassello finale, che è sempre stato sotto gli occhi
> del lettore ma non è stato mai preso in considerazione.
> Sorry non mi ricordo il titolo, comunque lo lessi su Urania
> (ovviamente).
>
> Ma anche qui, la vicenda non era complessa, e per quanto
> riguarda l'ambientazione extraterrestre Asimov si concentra
> più sulla psicologia dei personaggi, che è molto umana, che
> sul resto. Il lettore in realtà non è così esigente e
> supercritico. Una volta che gli hai detto che siamo sul
> pianeta Puz e respiriamo metano, accetterà senza fiatare
> qualunque cosa :-).
divagazione.
La "plausibilizzazione" relativistica.
Qualche volta uso il Super Strano per rendere plausibile Lo
Strano.
da una intro
Se si introduce il tema di un Vampiro, discendente diretto
di Giuda Iscariota, su un vascello intergalattico
iperluminoso dell'anno 38325, imho l'effetto "normalizzante"
sullo sfondo SciFi sarà automatico, perché i personaggi
stessi saranno dubbiosi sull'esistenza del vampiro, e con
loro il lettore, sarà lui l'anomalo e inspiegabile, e
nessuno si concentrerà molto sulla propulsione inflazionaria
o a energia oscura.
A me talvolta piace fare questo gioco, innestare temi meno
plausibili (anche Magia, Spiriti, Diavoli) dentro scenari
POCO plausibili, mirando a normalizzare (relativismo della
plausibilità) lo scenario SciFi.
In effetti non scrivo né fantasy né scifi, ma ibridi eterogenei
Ora penserò a dove potrei avere già letto questa strategia ...
P.S. spesso (e talvolta lo faccio anche io), si usa invece
la tecnologia avanzata come Magia, in popoli imbarbariti che
la percepiscono tale. Questa però la trovo una strategia
banale (nel senso che è implausibile solo ai personaggi ma
non al lettore, che la riconosce per scienza).
Il trucco inverso, usare la "magia" per plausibilizzare la
SciFi troppo futuribile o errata, mi intriga di più !
chiuso inciso
diciamo che investo cmq un tempo e spazio notevole nei
GLOSSARI alfabetici, e nelle note che descrivono geografia
(in alcuni mondi ho incluso percentuali demografiche, aree,
mappe) ed il contesto. E sulle cronologie pregresse. Però
SCORPORANDOLE dal corpo principale, non certo inframmezzandole.
Nel senso che solo se uno ha voglia può approfondire, ma se
non ne sente la necessità veda lui. Con lo "spazio nomi" in
alcune storie creo sicuramente una fatica immensa, ma non ci
vedo soluzioni, dipendono solo dalla vastità e dettaglio
dello scenario, che si popola di tante comparse anche solo
di sfondo. Questo me lo disse tante volte la mia unica
lettrice mai avuta.
Questa è presunzione 20 % e imprinting 80 % ... le cose che
mi hanno segnato di più lo hanno fatto quando assorbivo come
una spugna, e in certa misura non voglio e non posso
discostarmi più di tanto.
Ho le mie particolarità, ma quell'eredità non è ripudiabile,
diciamo così.
E cmq non mi avvicino nemmeno lontanamente al Silmarillion
>
> Il lettore è disattento, superficiale, magari legge un
> importante capitolo seduto sul cesso e riprende la sera
> dopo, dopo una indigestione di roba fritta. Sai che
> concentrazione. :-)
>
diciamo che non arriverà in fondo probabilmente a NESSUNO di
questi libri, in tal caso, perché non seguirà la storia.
>
>> Però laddove lo scenario è molto remoto e diverso dal
>> nostro, la cosa è meno indolore, e uno può non avere
>> chiavi di lettura per capire il perché accadono certe cose
>> o come accadano.
>>
>>> Ma in quel momento pensavo che fosse una necessità. Era
>>> però una mia necessità soggettiva, intendevo rassiurarmi
>>> sulla plausibilità della vicenda. In effetti mi sono
>>> fatto prendere la mano. Credo che la casserò impietosamente.
>>> E se un lettore mai trovasse le spiegazioni
>>> insufficienti, potrà scrivermi una e-mail alla quale
>>> risponderò allegando tutta la parte cassata! ;.-) Caxxi
>>> sua! Se l'è cercata!
>>
>> ma tu pubblichi sull'editoria ufficiale o su blog/gruppi o
>> dove ?
>> Io al momento ho ancora tutto nel cassetto e vorrei finire
>> il sesto prima di occuparmi dei dettagli commerciali e di
>> "promozione", perché se ho delle rogne non riesco a finirlo.
>>
> Tutto nel cassetto. Ho pubblicato un racconto su "BIT"
> moltissimi anni fa. Stop. (E aggiungo: sigh!)
guarda ... ora sto finendo il sesto e va a rilentissimo, e
mi sono prefisso di NON concludere i sequel sino ad avere
fatto un DUMP totale dei prequel. Se dovessi scoprire
piattaforme interessanti e modalità interessanti, le
segnalerò qui a tempo debito.
Mi sto un po' interessando come "investimento" di NFT e
approfondirò Solidity se riesco e gli SFT.
Imho potrebbero creare spazi di self-publishing ed editoria
"indie" interessanti.
Anche blog e piattaforme decentralizzate, resistenti a
censura e prive di strumenti di tracciamento, potrebbero
maturare. Mi riferisco all'associazione univoca ISBN =
persona anagrafica (che imho annienta il diritto alla
pseudonimia, che è quanto ho di più sacro al mondo)
>
>>> Tra l'altro, non è che mi piacciano molto le sottotrame,
>>> a meno che non siano rilevanti per la trama principale. In
>>
>> sono tutte ESSENZIALI ovviamente. L'idea era che esistesse
>> una trama principale costituita da vicende SEGRETE e
>> sconosciute a tutti, e che alcuni gruppi di individui
>> indipendentemente, in più parsi, cominciassero a notarla
>> senza lì per lì parlarne ad altri, e solo con fatica e/o
>> per coincidenze riuscissero a incontrarsi ed aggiornarsi
>> sino a svelare poi il mega complotto
>> (plutogiudaicomassonico ah ha haha).
>>
> Ma questo sarebbe na figata. E' una buonissima tecnica
> narrativa IMHO, ma difficilotta.
non saprei, inizialmente (quando VOLEVO usarla) mi pareva
tale. Ora non mi accorgo particolarmente di usarla e si crea
da sé.
Perché ho imparato a usare bene segnalibri, commenti,
annotazioni varie, in maniera SISTEMATICA e usabile a
distanza di tempo.
Più che altro richiede non solo scrittura libera e
piacevole, ma più progettazione.
Sempre pensando agli NFT (al modo ad es. di aggiungere
contenuti "bonus" e benefit aggiuntivi) ad es. pensavo di
vendere versioni ANNOTATED come le "director's cuts" nei film.
Se ti è piaciuto il libro e compri la versione plus, eccoti
i commenti che aggiungevo durante la scrittura.
Vorrei vendere persino le scorregge, (Frank Matano perdonami
per il plagio)
>
>>> alcuni romanzi tutte queste sottotrame sono funzionali,
>>> dipingono un grande affresco.
>>
>> la mia idea contiene quasi sempre i leitmotif
>> * del complotto segreto e dell'infiltrazione del Male
>> maiuscolo
>> * il tema del popolo eletto (i Fremen, per capirci)
>> * il tema della Resistenza e dell'insurrezione contro
>> l'invasore e il Male (talvolta Alieno, demonico, etc).
>> * il tema della riscoperta delle antiche radici e
>> dell'eredità di un passato glorioso dopo secoli o millenni
>> di oblio ed imbarbarimento (tipico caso di ex colonie
>> solariane totalmente inconsapevoli di quel che sono e
>> regredite)
>>
> Ok quindi temi, direi, epici. Di riscatto di un popolo ecc.
> Dovrebbero essere quindi per definizione dei grandi affreschi.
> Poi tra l'altro non abbiamo considerato la dimensione
> temporale. Quanto più ci si allontana dall'unità di luogo e
> tempo, tanto più ci si complica la narrazione...
ecco, in questo ho un LIMITE ENORME, veramente enorme, nello
scrivere invariabilmente storie che durano da poco più di un
anno a pochi anni.
Non a caso STACCO LE CRONOLOGIE dal flusso primario.
Quelle possono coprire pure un milione di anni, ma non hanno
personaggi narranti, solo narrati, non c'è presa diretta
della camera. Essendo didascalici, la gestione del tempo
lungo non presenza nessuna difficoltà.
Invece per le vite dei personaggi, non ce la faccio e ho
gettato la spugna credo da tanto tempo.
In realtà l'avevo freudianamente rimosso, se non mi ci
avessi fatto pensare tu ora.
Credo di essere semplicemente troppo attaccato ai personaggi
per farli concludere la loro parte e passare oltre.
E mi capita in modo infrequente anche di farli morire (in
uno sì, sono stato crudele, ho ucciso l'eroina che si è
immolata diventando una specie di martire e il suo
sacrificio ha infiammato praticamente l'ecumene con effetti
"catalitici" su uno scenario stagnante, e le hanno eretto
monumenti magnifici sede di pellegrinaggio. In definitiva
l'ho uccisa solo per cristallizzarla e renderla immortale
... tra l'altro, i fratelli/antenati non imbarbariti, hanno
riconosciuto in lei la statua, REALE, di Rodina Mat Zhoviot,
traslittero a cazzo di cane non ho voglia di incollare
caratteri cirillici, del Tumulo di Mamai, mamajev kurgan).
Era una ragazza alata come una Walkiria. Quando ho scritto
le scene dove si immolava o dove poi la celebravano,
probabilmente avrò persino pianto :D
Era tantissimo che non subivo una fase così vulcanica.
Tornando alla PROFONDITÀ DEL TEMPO, l'unico libro in cui mi
cimento con questo aspetto per me ingestibile, BARO.
Faccio avvenire una sorta di cataclisma (il mondo in
oggetto, per l'aumento di potere del capo dei Demoni,
scatena addirittura la rappresaglia di Arcangeli Distruttori
- Legislatori) ed un pugno di personaggi principali, che
possiede un animale magico : il Vìgerum o Apritore di Porte,
si trova disperso 500 anni dopo il cataclisma, dove l'intero
parco personaggi è mutato.
Sopravvive solo una specie di Incantesimo Autoconsistente
che persegue fedele la missione originale di quel capo dei
Diavoli (che è stato convertito e promosso egli stesso a
Legislatore, ma non di quel mondo).
Cmq è uno sporco trucco ma coerente : anche nel prequel il
protagonista, che è un giovane manovale NAPOLETANO di fine
millennio, per avere trovato questo Vìgerum disperso come un
randagio, era stato trasportato in questa dimensione
parallela, ergo l'evento traumatico della punizione divina
lo ha fatto di nuovo agitare e fare le bizze portando con sé
chi lo accudiva.
>
>>>
>>>> Alcuni tra gli ultimi, a cui non miravo assolutamente a
>>>> complicarli per sfizio, sono usciti fuori con un numero
>>>> di sottotrame anche di 4-5 in parallelo. E infatti nei
>>>> capitoli, ai titoli aggiungevo delle liste di numeri per
>>>> capire al volo CHI C'ERA dentro ed evitare di portarne
>>>> troppo avanti alcune e lasciarne troppo indietro altre.
>>>> Però malgrado una certa fatica nella sincronizzazione,
>>>> la cosa poi era venuta da sé, non più per sfizio senza
>>>> motivo.
>>>>
>
> Sei fuori controllo! ;-)
LOL ... boh, ho imparato a usare in modo sistematico certe
etichette, tutto qui.
Però non ho mai imparato la profondità temporale !
E ti sono molto grato perché avevo rimosso e sepolto il
fatto, e ora ci ho ripensato.
Me lo scorderò di nuovo tra un po' di tempo :\
Se c'è stata una cosa che mi aveva affascinato di Dune (ma
Tolkien e Asimov non sono da meno a modo loro), era proprio
la gestione di storie che si snodavano per migliaia di anni.
>
>>>> Boh ... è tutto complicato !
>>>> La cosa più bizzarra è che se da un lato, in astratto,
>>>> mi pongo tutti questi problemi, poi dall'altro, quando
>>>> scrivo in pratica, non penso più a nulla del genere e
>>>> viaggio solo a istinto 100 %.
>>>>
>>> Tanto ci penserà il tuo alter ego ipercritico a scovare
>>> il pelo nell'uovo non appena la fase creativa si sarà
>>> esaurita!... :-)
>>
>> maybe ... ma se la diagnosi non è tempestiva, spesso a
>> cose fatte la situazione non è più ristrutturabile a piacere.
>>
> Sì, alcuni tentativi non risultano recuperabili, ma non si
> ha veramente il coraggio di abbandonarli. Risultato: stallo.
esatto. Così come non riesco a far invecchiare e abbandonare
i personaggi !
>
>>>> Mi piacerebbe avere capitoli tutti id pesi confrontabili
>>>> ma non sempre è possibile. Sotto le 2000 parole mi
>>>> urtano proprio, mi sanno di tessuto connettivo. Cmq mi
>>>> sono appunto fatto un programmino per rimisurare tutto e
>>>> accorpare (raramente possibile) o suddividere (agevole,
>>>> basta inventarsi un altro titolo !) per avvicinare i pesi.
>>>>
>>>> I tomi devono avere un peso confrontabile sia come
>>>> numero di parole totali sia come numero di capitoli
>>>> (anche se non per forza proprio uguali).
>>>> La fissa del momento ... praticamente sto "SERNIFICANDO"
>>>> i libri, lol (semicit)
>>>>
>
> Beh almeno li hai ripresi in mano, non era nemmeno sicuro
> che accadesse mi pare.
Sì, tutti e 5, sono quasi due anni che lavoro a testa bassa
(e infatti sono scoppiato).
Le revisioni di quelli conclusi le ho completate giusto un
mese fa.
Il sesto è nemmeno a metà, e lì boh, è particolarmente
differente da tutti i "fratelli", e non so come finirà. È la
fusione di due libri prima separati. Uno era solamente di
"spiriti" (fantasmi, dal punto di vista LORO), nell'altro
c'era una chiesa (la Chiesa Esegetica) che ascoltava gli
spiriti. E mi dissi : fondiamoli insieme !
Non starò a parlare QUI (sarebbe OT) della sorgente della
motivazione, che ora è fortissima e non si spegnerà mai più
sino ad almeno l'eventuale pensione. Magari l'ispirazione
sì, chi lo sa, quella è imprevedibile.
Ma la motivazione no, è ormai una cosa irrevocabile.
Chiedo venia se posso avere acceso la curiosità, ma sarebbe
OT, molto personale, e ancor più polemica.
>
>>>>
>>>> Cmq ripenserò a come classificare le voci narranti e
>>>> differenziarle.
>>>>
>>>> Ad es. se e quando uno decide di fare STACCHI TEMPORALI,
>>>> senza di esse, come evitare i traumi a chi legge per il
>>>> brusco cambio di contesto ?
>>>>
>>>>
> Dan