La prima volta del gatto
La prima volta che m'incantai allo specchio, dovette passare un
tempo superiore non stabilito dai calendari, prima d’avvertire la
scomoda sensazione del pensiero senza lievitazione. - Graffiavo le
corde per planare un tono più su onde sventolare l’intelletto al filo
di un movimento a vento, volato alto, fino alla collina di fronte, con
il Castello di San Martino in prima visione campana, di tante rondini
a primavera che riempiono l'arie. – Suono, tra campate di un edificio
in fase di perenne costruzione, il quale mai veste il suo scheletro di
cemento armato – decantine d’anni passati con questo mausoleo mai
terminato, a pochi metri dalla mia finestra – pilastri diapason da
quinto piano, nudi, senza pareti in attesa d’arrampicarsi al cielo,
forti, dal mio letto si notavano nella finestra, la quale faceva da
cornice alla tela di siffatto panorama sospeso in un passato più verde
da cercare nella fantasia, prima di tuffarsi nell’azzurro del mare,
udendo l’onda infrangersi sulla scogliera, nel caso specifico, il
promontorio dove abitavo. - Infissi lasciati aperti per mancanza di
vetri a prova d'acuto, fungevano da colonna sonora sullo spettacolo
che s’apriva ove alto il maniero si erge imponente sulla collina a
rimirar la platea delirante, e nulla cambiava se in testa non avessi
strumenti atti ad intonar la canzone, in cima alle punte dei miei
allori. – Questo era ciò che vedevo dalla mia finestra o udivo dalle
sirene delle navi, i cui suoni s’infrangevano nella collina,
presentandosi trainati dai rimorchiatori, festosi nel porto. - Come un
gatto, entrato in scena senza lasciare nessun angolo al caso, fino a
giungere al centro della stanza per balzare, quella prima volta, sul
tavolo, perfetto esploravo nel subconscio alla ricerca della migliore
espressione, annotando al senno scrutare, equivale sentire il felino
cadere giù, frustrato nei suoi sforzi manifesti in un miagolio che
ripeteva la prima visione della sua misera condizione di quadrupede
senza prospetti data la situazione, la quale esprimeva nell'aria
parole a senso manifesto senza costrutto, per non aver compreso nel
riflesso della parete liscia, sensualmente metallica, da lasciarmi
immobile, a meditare sulla pena di un gatto che non brillava,
nonostante il pelo maculato, le sue medaglie dalle sette vite, alcune
spuntate, ma ugualmente passate senza effetto sperato ed ecco perché
questi, invece di glorificarsi, si ostinava nel salto, puntualmente
vanificato: bocciato!
Delle sette vite, quante ne salviamo veramente?
Responso: tutte!
Volto, disegno ornato, parole lette, graficamente appuntate sul
vetro. – La faccia conserva, riflessa nel vetro, il profilo del verbo
proseguire, seppur sempre all’erta, per la via del successo di perigli
è irta, mentr’io accorto, bellimbusto mescolavo, i caratteri per
infilarmi in un varco d’apertura al rampantismo che desse sicurezza su
quel tracciato o c'era dell'altro che non precipitasse l'urlo lanciato
sulla collina nel rimbombo plateale?
Considerando che un pensiero liscio scorre veloce … e la gatta
filava … ci credo bene: la funicolare non è uno scherzo a volo sui
Quartieri della Città.
I pensieri tra una doppia serie di puntini sospensivi lasciano il
segno, spesso nasce il sospetto che il lettore arbitrariamente
interpreti, equivocando sui significati - allora lo scrittore inizia a
pensare che sia giunto il momento della fatidica testa di pesce
penzoloni alla sua lisca, da collocare in cima alla cornice, per
scoprire il percorso alternativo intelligente del gatto, quando questi
deve soddisfare il suo pasto, per poi eventualmente riprendere a
scivolare a pancia piena, per smaltire i grassi in eccesso.
C'è bisogno di un gatto per stare pace? – Mai sia venisse a mancare
il grande artiglio al pensiero di un salto atletico, il quale poi, fa
rizzare i peli l'indomani sulla bilancia, al movimento dell’ago
forsennato dalla cruda e panciuta realtà – fortunatamente in
laboratorio gli esperimenti procedevano bene – i topi dimagrivano
mangiando a sazietà, disciplinatamente una volta ogni giorno erano là,
però: che rincorse!
Lei aveva i capelli color del miele ed incontrandola allo specchio
del Lido, grondante d'acqua dopo la doccia, la leggerezza della bolla
di sapone sospesa, vagava nell’ambiente. – Gli specchi sulla spiaggia
sono ombrati dalla salsedine e spesso bagnati dai capelli belli,
lunghi, i quali ivi scrollati lasciano l’indicazione schizzata d’acqua
nel mondo del pelo agitato. - Capelli Color del Miele, sembrava
interessata ad un tale entrato nelle toilette, questi, appariva
seguito da curiosi di sapere se fosse uomo. - Ma perché non lasciano
giudicare le donne? – Fino a che punto, risulta strana la realtà
contemporanea, tenendo presente quanto sembra, cioè i gay devono per
forza sapere tutto, tanto da far nascere il sospetto che ognuno di
loro sia Enciclopedia? – I tempi cambiano: la realtà dei secoli scorsi
sui nostri lidi, era per uomini dal pelo forte, da marinaio che sale
sale, fino al punto più alto della nave, per avvistare una terra
felice da sfamare anche il gatto, il quale sulla spiaggia non ha
senso, a pensarci ora, infatti, non ne ricordo alcuni, eppure il mare
è pieno di pesci, ma sulle spiagge, specialmente d'inverno, si vedono
di certi cagnoni che rassicurano il passato futuro lontano dallo
sbarco dei Saraceni, i quali non hanno visto mai il gatto scivolare
sulla saponetta dimenticata da capelli color del miele e chissà dove,
su quali onde trasportata nelle sue bolle.
Saraceni o sarà cena, sarei curioso di sapere quante volte mi
avranno servito il gatto a ristorante, dopo che il cameriere ha
presentato il coniglio?
Mai!
Sono oculato!
Gatto fortunato, posso fare anche il bucato!
Non enumero più piatti vegetariani. - i grassi producono
pesantezza, ma di tanto in tanto sono indispensabili, contengono ferro
per fare i buchi al formaggio , cari al topo, supremo piacere
culinario del gatto, prima che ogni cosa degli interni finisca nella
lavatrice centrifugata.
… E tutto questo grazie alla tastiera, sulla quale batto a schema
libero, senza neanche sprecarmi nell’edificio della frase, perché è
forte la speranza della certezza che l'indomani al risveglio, il
concetto del tutto è fresco di primo mattino, lieviti, cullato dalla
bontà della parola arricchita dalla scoperta d'aver superato la prima
pagina? – Allora vado forte, perché rotto il ghiaccio, il resto viene
da se - lo diceva pure il Re!
Ed io sto ancora qua, a chiedermi semmai avessi commesso un grave
errore, vivendo anni con il cane e mai con un gatto. – Ciò, forse
basta a sedare ogni dubbio, sul perché la mente sia gratificata dal
pensiero di circostanza di un gatto che si appallottoli pur d’andare a
rete? – Non lo so! - Ricordo avevamo il canarino, il suo cinguettare
rallegrava l'ambiente; un tragico giorno trovammo nella gabbia fuori
al balcone, solo la sua carcassa. - Il verdetto fu il seguente “ To be
or not to be “ per assurgere, dopo un breve scambio d’opinioni, una
sorta di consulto familiare, cui si espresse certezza, circa il
topastro predatore, salito fino al quarto piano, arrampicandosi sui
tubi? - Tutti lo sanno, i topi da tubi esistono, a volte si
sostituiscono ai colombi, specialmente in primavera - solo io non li
ho mai visti, nemmeno in un concerto jazz! - Oh mio Dio! - Bisogna
stanarli! – La sentenza mi suonò strana - fosse stato un rapace o un
altro animale notturno, mi sarebbe giunta certamente più vera – non
riuscivo a figurarmi le qualità di un topo, in grado di farla franca a
Pippo, famoso cane barbone, dal pelo lungo ed altezza media,
altrimenti, avremmo dovuto barattarlo con un gatto, ed a quel punto,
non ci sarebbe stato neppure il tempo d'attendere il mattino seguente
per il piacere d’intonarsi fischiettando con l’uccellino, tra schiuma
e pennello allo specchio, radendosi soavi, noi maschietti, in bagno
prima di uscire.
Il gatto è un animale domestico, odia i cani, mangia
preferibilmente topi, pesci, uccelli.
Pensando a quel tempo aggiungo: prima d’affacciarmi a questo
balcone, dove risiedo attualmente, abitavo in un ambiente appena
sufficiente, tanto che quando entrava il sole uscivo io, per far
spazio ai raggi, fortunatamente la finestra era enorme e piena di
verde, immersa com’era in un boschetto selvaggio. - Che spettacolo
oltre i vetri! - Con il gatto che rincorreva, freneticamente incapace,
cercava di catturare gli scoiattoli, ciò nonostante, dopo qualche mese
iniziava a crescere smisuratamente - una volta ebbi l'impressione
fosse diventato un cucciolo di pantera nera in espansione: che
preoccupazione! – Amo gli scoiattoli – fanno dei salti lunghissimi,
volando da un ramo all’altro, maestri in colpi di reni e di coda, con
la quale nell’aria si danno altro slancio, per acchiappare a volo, la
rampa approdo, dalla quale spiccare il susseguente ed ennesimo balzo,
spesso di slancio, profittando del ramo penzoloni. - Il salto dello
scoiattolo è stupefacente, si libra nell'aria ed in volo ha un colpo
di reni da volatile, grazie al quale ottiene una maggior spinta, essa
gli permette di raggiungere l’obiettivo. – Prima la mia finestra era
immersa nel boschetto “ Wilde bush “ ed antecedentemente ancora,
maggiormente alla primitiva – immerso nella natura selvaggia quella
volta, allorquando venni ad abitare in questa zona - sul bordo alto
dell’Heath, in una casa immersa nel verde e la mia stanza era anche un
po’ sotto il livello del giardino circostante, una volta sentii i
campanelli del cobra, mi girai pietrificato, era un gatto, questi
imponente si ergeva, nella luce della mia finestra aperta – ora sono
tra alberi più curati, meno serpentaschi, da giardino.
Noi uomini amiamo i gatti perché fanno le fusa, e fondiamo il
nostro animo quando asseriamo non c'è nessuna bestia più femminile dei
felini. – Il mio animale preferito è il pavone, a parte il lupo
ovviamente, poi lo squalo, il falco e perché no i serpenti, i quali
visti da lontano non sprigionano veleni e tanti altri sono gli esseri
animati prescelti, cui di lor non mi sovviene, però il gatto fa le
fusa ed attualmente avrei bisogno di dolcezza, piuttosto cercare di
terminare questo racconto per un premio in pista di duecentocinquanta
Euro da spendere in libri, che non mi piacciono, perché leggo solo i
miei, appartenenti al mondo del sommerso non pubblicato su carta
autorizzata o appesi tra i cassetti d'internet come fossero crucce in
cerca d'editore, o chissà, forse avrei bisogno di un'Enciclopedia, per
contare da uno a cento quanti tipi di razze diverse, si possono
incontrare tra i gatti randagi?
Una volta, veramente vidi un gatto, sopra, alla punta estrema del
cucuzzolo del tetto, seduto, a busto eretto, come quel altro là,
dianzi succitato, con tanto di luna sullo sfondo - non avendo sonno,
mi chiesi senza risposta, se stessi assistendo al sogno da una notte
di proiezione non sprecata, sì come premio video programmato in
technicolor di sogno pilotato e poi il giorno dopo vidi un corvo che
camminò tutti e cento i metri della cresta del tetto e se non era il
giorno dopo, lo stesso era quel periodo ed altre storie ancora
dell’uccello dalle piume lucenti e nere racconterebbe quel tempo, ma
ora siamo alla dirittura d’arrivo, il gatto corre spedito, il premio
in pista si fa realtà da traguardo finale, e scrivere del becco spesso
e forte, a guardia del tesoro, ci sarà una prossima volta.
Lei amava le parole dai significati semplici, non sopportava i
miagolii ed in genere preferiva i grandi magazzini ai negozi
specializzati, sicuramente non l'avremmo mai vista con un gatto a
guinzaglio, così com'era solito passeggiare quello là, dalle parti del
Castello che conduce a San Martino, ben conosciuto con la micia, il
quale periodicamente c'informava delle abitudini dell’animale,
mestruazioni comprese e come queste si avvisavano registrate nel
miagolio, particolari … addirittura.
Se amassi te più di me, ricorderei quella volta andando al fiume ci
meravigliammo per un passato dimenticato nel volgere di qualche
generazione - il paesaggio totalmente cambiato - mentre il gatto dalle
sette vite chissà quanti spettacoli ha visto trasformati e semmai li
ricordasse tutti, riuscirebbe il felino a farci pervenire i suoi
segnali d'animale adatto all'evidenza che un passo di danza felpato è
meglio di un ennesimo salto davanti allo specchio nella testardaggine
del nostro passato?
La prima volta del gatto.
Fine
From: rmcl...@blueyonder.co.uk (Riccardomustodario)
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Subject: La prima volta del gatto
Date: 3 Oct 2004 16:39:22 -0700
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