Carlo Berselli

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13 giu 2008, 22:35:5813/06/08
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Ciao Carlo
quanto potrà sembrare strano che una persona che non ti ha mai visto
in faccia, non ti ha mai stretto la mano, non ti ha mai abbracciato,
non ha neanche visto come si muove la tua faccia, che smorfie fai
mentre parli, come te la storci mentre ridi... quanto potrà sembrare
strano che pianga per te quando sa che è da poco che non ci sei più?

Chi se ne fotte, cane di un analfabeta, chi se ne fotte...

l'ora è tardi e sarò confusionario. E' colpa anche di questa gran
voglia di piangere. Forse è anche un po' senso di colpa.


Carlo era prendere o lasciare, io lo presi, poi lo lasciai. Su Iap era
una risorsa e molti non capirono. Una volta ci fu un tale che mi disse
"Lei continua a difendere uno come Sversato?". Oh sì, dannazione, sì:
c'era più vita, più verità, più genuinità in uno Sversato o un
Critichino qualunque, anche nelle giornate di schifo (quelle giornate
ad attendere le email, quelle a prepararsi chissà a quale guerra...),
che in quasi tutto il resto del NG messo insieme uno alla potenza
dell'altro.

Difenderlo? Come se ne avesse avuto bisogno... difenderlo...
Fu lui a "difendere" me più volte, azzannando ciò che gli capitava a
tiro: so che mi voleva bene e ancora oggi mi chiedo perché, non me lo
meritavo, non me lo sono mai meritato. Né da parte sua, né di altri,
né di chi mi ha avvisato.

"Ma quando si è amici o si stima una persona fa piacere sapere che si
è
solidali o meno"

Carlo era quello che non inviò un racconto ad un concorso quando seppe
che ci partecipavo io. Per una forma di rispetto reciproco...

cazzo Carlo... proprio in questi giorni stavo scrivendo di come
lasciamo andar via le cose illudendoci che abbiamo tempo domani, che
ci sarà sempre un giorno in cui potremo fare quella cosa. E poi la
perdiamo irrimediabilmente. Viviamo di codardia, cazzo Carlo!, e tu
riuscivi a dimostrarmi che era GIUSTO FARE LE COSE OGGI! Che domani
non è un epoca del vissuto, che tanto prima o poi sarebbe stato un
"adesso" come tanti altri e che sarebbe passato. Quindi adesso, non
domani. Adesso.

Ma io coi "domani" ho perso tante cose. CANE DI UN ANALFABETA!


"Carlo, fra un poco esco da Iap..."
"Sono allibito. Tu devi postare su IAP o sarà lo sfascio: la bacheca e
basta. Prendi un'aspirina e respira forte."
Non ci dovevo pensare nemmeno, diceva. Eppure l'ho fatto e con quel
gesto andato via via alla deriva perdendo lui e tanti altri amici.

Ricordo quando per gioco, ma anche seriamente, gli chiesi di non
bestemmiare più, di non flammare più... io che lo chiamavo "Papà"...
Lui che leggeva oltre il digitato. Ti radiografava l'anima da quello
che scrivevi.

Carlo odiava l'ambiente Iap perché lo paragonava un po' a Sanremo,
diceva che "un grande poeta preferirà il suicidio e il silenzio a
questa assurda vetrina". Carlo odiava Iap perché si leggevano poesie
d'amore, e ci raccontava di quella tale poetessa (Polacca?) che
scrisse una poesia che parlava di una cipolla.

Ma Carlo, per sua stessa ammissione, rimase su Iap per amore, facendo
il buffone per conquistare qualcuno, qualcosa. Forse sé stesso, quella
parte che non è mai riuscito ad esprimere davvero e che avrebbe voluto
tirare fuori, 'sta puttana.


A volte tentarono di legare il mio nick, AlbertOdino, ad uno dei tanti
personaggi di Carlo. La cosa all'inizio mi diede fastidio, poi mi fece
ridere. Verso la fine del mio periodo iappino, ci accomunavano,
certuni, per arroganza e maleducazione.
Quando ci penso, oggi, quell'associazione tra me e Carlo Berselli mi
riempie d'orgoglio: avessi un pelo buono di Carlo.

>"Il mio 'potere' è quello di essere letto da
due o tre persone che dico io. Il resto è NULLA. NULLA.
Se le due o tre
persone che dico io non mi leggessero più smetterei di scrivere.
Quindi
figurati che cosa interessa a me dell'opinione altrui. Tu, comunque,
sei
uno di quei tre. "

Perché oggi queste cose mi fanno male?

>"Quindi niente polemica: scrivi ciò che vuoi perché io
ti stimo, ti ho sempre stimato, sempre ti stimerò (divergenze
incluse).
Tuttavia le righe di cui sopra le salvo. Ti risponderò fra qualche
mese
(sei, sette, otto) non importa. "


e non mi hai più scritto, vaffanculo


<"Quindi per il momento confermo e sottoscrivo integralmente il
tuo post comprese - per disciplina - le righe di cui sopra. Alle quali
risponderò nel mio stile, e senza tralasciare nulla dei 'rilievi' che
mi
fai, quando non ci saranno 'speranze' da parte dei nuovi cretini di
dividere interlocutori come me e te.

E quando sarà il momento, stai
sicuro che te le canto, oh se te le canto! "


e non me le hai cantate più, vaffanculo, hai solo smesso di dire
bestemmie, per qualche tempo. Hai solo cambiato un po' di vita, per
qualche giorno, hai fatto il "critico".

Carlo, grazie per le cose che mi hai fatto leggere. Ho molte cose di
Iap conservate, tantissime... quasi due anni messi da parte con tanti
segni di spunta sulle cose veramente interessanti. Ma solo due... due
sole pagine ho stampato su carta e di tanto in tanto le vado a
guardare: sono pagine di Carlo Berselli. E, ogni volta che le leggo,
mi fai venire da piangere, tu che ti fingevi un duro ed alla fine eri
un romanticone da strapazzo. DUe delle più belle pagine d'amore che
abbia mai letto, Carlo, vaffanculo a te.

E grazie anche per i libri che mi hai mandato... potevo comprarli su
IBS, no? Ma tu hai voluto mandarli uguale, senza una cavolo di firma,
né una misera dedica. Mi sono divertito, ti ho paragonato a Behemot
(non a Bulgakov, no: lo veneriamo tutt'e due troppo per poterlo
paragonare a qualcuno), e tu ci rientravi...
ricordi? "volevo evitare questo: iscrivermi direttamente nella storia
della letteratura. Divertire, divertire. Entertainment, come si dice.
E poi ho una natura così refrattaria alla seriosità che anche se
Shalespeare si inoculasse direttamente nelle mie vene, riuscirei a
stravolgerlo".

Soffrivi, Carlo, di quella malattia insostenibile, di
quell'impossibilità di esprimersi davvero. Avevi un'anima che sfidava
precipizi bui, e tu pretendevi di raccontarla tutta, che ci fosse un
modo di raccontarla davvero, nei suoi angoli, nei suoi anfratti, nelle
sue ombre.

Cazzo, Carlo, c'ho fatto la signature con una frase di un tuo libro:
"E sentirò ancora con più forza ardere in me [...] il desiderio che mi
ha fatto schiavo dell'opera e padrone del mio spirito libero".

Era il primo aprile quando mi dicesti che l'avresti mandato... hai
presente come mi sentivo mentre ti scrivevo il mio indirizzo? Un
idiota, perché pensavo che mi stessi prendendo per il culo. Ero
convinto che mi stessi sbertucciando allegramente, facendo di me il
personaggio di qualche tua estemporanea. Invece era tutto vero.

Alla fine non ho più comprato quel libro di Mordecai Richler, "La
versione di Barney". Ora non posso farlo, Carlo, perché è notte, sono
le tre e non c'è una libreria aperta. Ma domani ci provo. E se non ci
riesco, ci riprovo lunedì, quando sarà diventato un "adesso" e non
sarà più domani. Ti giuro che ci provo finché non lo trovo 'sto libro.

Carlo, mi avevi detto che mi avresti mandato il tuo terzo libro in
mail. E non me l'hai mai mandato. Era un'email del 13 aprile del 2001
e già avevi scritto il terzo libro. Dov'è finito? Ditemi dov'è...

Carlo, ti prenderi a calci in culo, come tutti quelli che avremmo
voluto darci, per amicizia, per stima, perché avremmo voluto... e non
abbiamo mai potuto. Sarebbero stati i calci in culo più comici della
mia vita. Ci avrei riso sopra per anni interi.

Grazie per quello che mi hai dato, e se un giorno sarò "qualcosa",
dentro ci sarà certamente un pezzetto di te. Conservami un posto
accanto a te, ovunque tu sia.


Ciao Carlo, ciao chiunque tu sia stato

GL SCRIVE ed io sottoscrivo
>
Sversava intervenendo, (inaugurò tutta una serie di post poesia
+etimi
della parola), vivacizzava, mazziava alla"cecata", rimbrottava, [CANE
ANALFABETA!] ,raramente lodava
e si esprimeva con una dialettica colta che non aveva pari , una fra
le più
godibili da me mai lette ,condita da una mordace ironia pure ,a
volte,
autolesionistica; sfotteva, "sfruculiava"
deliberatamente, disturbava canzonava ed irrideva, peccava
e poi pure si assolveva.

Ma un essere umano.

[...]

Incazzato, esageratamente allegro, sfottente, drammaticamente
innamorato
perso, geniale,deluso, arrabbiato,clamorosamente vendicativo con i
"nemici",
capacissimo di riconoscere la letteratura, e lodare la vera arte
quando la
scovava,
affettuosamente gentile con gli amici, preoccupato e capace di
condividere
gli accidenti di salute con chi stava male : un essere umano .

[...]

Posso anche raccontare della generosità di Sversato.
Carlo era di natura molto generosa e la sua generosità si scioglieva
da lui
in molti modi.

[...]


Però, da qualche ora mi sento meno ricca,ho perso il necessario
distacco
ed il virtuale
s'è impadronito del mio reale con dolore di perdita, senso di vuoto,
bruciore di assenza.
>

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