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(letture) - Romanzo con epidemia.

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Jun 6, 2021, 5:26:27 PM6/6/21
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di Antonio Scurati

"Il bambino che sognava la fine del mondo" - (2009)


PROLOGO

Nei primi anni del terzo millennio, una vasta area operosa del
Settentrione d’Italia fu sconvolta da un’epidemia. A Bergamo, piccolo
capoluogo lombardo, affacciato a sud sulla grande depressione della
Pianura Padana e prono a nord ai piedi delle Alpi Orobiche, la rapidita'
di propagazione del contagio fu tale che, nell’arco di soli otto
mesi, dall’autunno del 2007 alla tarda primavera dell’anno successivo,
una parte consistente della popolazione ne rimase falciata.

Nemmeno la parte restante, pero', si può dire se ne sia preservata.
Uomini, donne, vecchi e bambini, soprattutto i bambini, si divisero in
soggetti infetti - piagati dai segni appariscenti della malattia
conclamata - e in portatori sani del morbo. Nessuno escluso.

Nell’arco di un paio di stagioni - nemmeno il tempo di far invecchiare
l’ultima collezione di moda - la citta' parve perdere prima la propria
inviolabilita', poi la propria incolumita', infine smarrì interamente se
stessa nello spurgo di ogni altra sicurezza.

Si tratto' di una pestilenza dell’anima e delle menti. Ma questo non
dovrebbe stupire. A pensarci bene, infatti, il Male e' proprio cio' che
vi e' di più immateriale, poiché muove la sua guerra accanita contro
ogni essere concretamente vivente e, se lasciato fare, distruggerebbe la
base stessa della creazione. Per quanto possa suonare strano, spesso la
corruzione piu' grande e' anche la piu' spirituale, tanto che in essa
scompare ogni interesse tangibile. Perfino il piacere.

A Bergamo, come altrove, il bacillo giunse da fuori. E neppure questa fu
un’eccezione. Nel nostro caso lo portarono due maestre di scuola
materna, Niva Beghetto e Maria Pellegrini. Il primo ad accusarne i segni
fu un sacerdote, don Mariano Presti. Intellettuale coltissimo, docente
di Teologia sistematica al Seminario Vescovile di Citta' Alta, ma anche
uomo di mediazione con i gruppi di carismatismo cattolico piu' attivi
nella regione, nonché fondatore di una delle prime comunita'
italiane per il recupero dei tossicodipendenti, nell’ottobre del 2007
don Mariano fu accusato di molestie sessuali da un ex seminarista.

L’accusa, dapprima rigettata con sdegno tanto negli ambienti
ecclesiastici quanto in quelli laici, comincio' a corroborarsi quando la
stampa rivelo' che don Mariano era stato scelto come assistente
spirituale da Nari Lamua, un prete di origine ivoriana ospedalizzato,
assieme ad altri cinquantasette confratelli, nell’istituto di cura dei
padri Venturini attiguo al Seminario - un centro di riabilitazione per
sacerdoti che non potevano fare ritorno alla societa' ma che nessuna
diocesi o ordine religioso accettava nel suo seno, perché disturbati
psichicamente, alcolisti gravi, tossicomani, malati di AIDS, sofferenti
di depressione con tendenze al

suicidio o con un passato di abusi
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