E per i pigri che magari non hanno voglia o non possono, per motivi tecnici,
cliccare i link a pagine web, riportero' qui, uno alla volta, i post del
blog di Zampollo che ho in firma.
Chi e' interessato legga, PRIMA di parlare, poi puo' dire quello che vuole
ma in base a cosa ha letto e all'idea che si e' fatto riguardo tutti i dati
oggettivi, passaggi precisi delle sentenze, citazioni delle testimonianze
ecc. che lui riporta, e non a caso o con frasi fatte e cazzate varie senza
sapere un cazzo di cosa fanno notare o meno per "difendersi" quelli che
ritengono di essere stati accusati ingiustamente di un omicidio insieme ai 2
rei confessi presi inizialmente.
Se non uno ha voglia di leggere per informarsi meglio, nessun problema, ma
almeno eviti le minchiate a caso del tutto inutili se uno non sa un cazzo e
prende per buona qualsiasi sentenza perche' cosi' ha stabilito e allora deve
essere per forza andata cosi'...
Questi primi post erano piu' a sfondo "musicale", anche se
ovviamente sempre influenzati e riguardo le vicende che al tempo erano gia'
accadute, ma meglio riportare tutto, senza saltare alcuna parte, perche' in
ognuna ci sono info utili per farsi un'idea del quadro complessivo, dei
personaggi che gravitano intorno alla vicenda ecc.:
*****
[Comunicato stampa dicembre 2004]
Il presente comunicato stampa ha lo scopo di invalidare e smentire
speculazioni nonché voci erronee e inventate, messe in circolazione da un
singolo ex membro dei Nobody, che ha associato il nome della band death
metal milanese alla setta delle "Bestie di Satana", mettendo sullo stesso
piano l'arresto di Mario Maccione (reo confesso e non più membro del gruppo
da oltre un anno, ovvero da molto prima che la setta di cui sopra balzasse
ai disonori delle cronache) e la custodia cautelare di Marco Zampollo,
tuttora chitarrista del gruppo, la cui posizione nell'ambito dell'inchiesta
non è invece ancora stata ufficialmente chiarita.
Ciò è risultato dannoso tanto per la band quanto per la persona di Marco
Zampollo, poiché finora il nome "Nobody" non era stato mai stato associato
in alcun modo ai tragici fatti di cronaca nera correlati alla suddetta
setta. Tra i nomi di gruppi musicali della scena metal italiana che sono
comparsi sulle pagine dei quotidiani negli ultimi mesi, infatti, quello dei
Nobody non è mai figurato.
Se finora non si era mai presentata, da parte dei Nobody, la necessità di
dissociarsi o di smentire l'esistenza di legami con la setta satanica, è
perché sulla band non gravava alcun sospetto al riguardo. Per tale motivo,
tra l'altro, il fondatore del gruppo, Marco Zampollo, aveva espressamente
deciso di mantenere il riserbo sulla questione, al fine di evitare qualsiasi
tipo di speculazione. Cosa che, invece, nelle settimane scorse è stata fatta
contro la sua volontà.
A scanso di ulteriori equivoci, pertanto, è bene chiarire che l'attività
della band dei Nobody è ufficialmente sospesa per espressa decisione di
Marco Zampollo.
I Nobody sono momentaneamente inattivi in attesa di nuovi sviluppi e tengono
a sottolineare che non hanno autorizzato alcuna cover-band.
Grazie,
Nobody Management
nob...@nobody.it
[Comunicato stampa febbraio 2005]
I Nobody rispondono all'ennesimo attacco da parte dell'ex bassista del
gruppo.
Paternalistica e pretestuosa ci appare la puntualizzazione della differenza
tra "custodia cautelare" e "arresto". L'autore di questo nuovo "comunicato"
si riduce a porre l'accento su inutili cavilli legali, quando l'unica cosa
che conta in questa faccenda ormai al limite del farsesco è la mancanza di
etica da parte del suddetto autore. Nel primo comunicato, l'ex bassista dei
Nobody ha riportato la notizia "dell'arresto di entrambi i membri della
band" (quando Maccione, oltretutto, non faceva più parte dei Nobody da
oltre un anno). A parte il fatto che nessuna delle persone interessate ha
chiesto un simile servizio - avendo già il problema di aver perso ogni
diritto alla privacy in quanto persone indagate e private della libertà
personale - il punto principale della questione è che il nome del gruppo
Nobody non sarebbe MAI dovuto essere coinvolto in questa faccenda. Quella di
"prendere le distanze" dalle Bestie di satana è stata un'iniziativa
personale e non autorizzata dell'ex bassista, il quale - lo ribadiamo - era
stato informato a tempo debito dallo stesso Zampollo che non era
assolutamente nell'interesse dei Nobody entrare in questa faccenda e tanto
meno speculare sulla "facile" pubblicità (peraltro di dubbio gusto) che ne
sarebbe mai potuta derivare. Poiché, come si legge nel comunicato in
questione, l'autore è "assolutamente non a conoscenza di quanto non sia già
reperibile" dalle notizie di cronaca, la domanda nasce spontanea: che
bisogno c'era, a monte, di proporsi come "agenzia ansa"? A chi poteva
giovare se non al diretto interessato e al suo proposito di sfruttare la
situazione e il curriculum live dei Nobody, al quale peraltro non ha
partecipato? Anzi, a tale proposito, in merito alla lista di concerti dei
Nobody fatti in passato o previsti per il futuro - inserita nel primo
comunicato dell'ex bassista - specifichiamo che la persona in questione non
ha partecipato ad alcuno dei concerti elencati (fatta eccezione per il
Brutal Assault del 2002) e che, inoltre, non era previsto nessun tour per la
fine del 2004.
Quale credito può pretendere una persona che entra in un gruppo già attivo
da tre anni e pretende poi di prenderne possesso alla prima occasione utile?
Qualche euro versato in Camera di Commercio può servire a comprare un logo,
non la credibilità. Il paragone è ardito, ma ragionando per assurdo è come
se Trey Azagthoth finisse in carcere e Steve Tucker - a insaputa di Pete
Sandoval e dello stesso Azagthoth - si intestasse il logo dei Morbid Angel e
andasse in giro a suonarne le canzoni con altre persone estranee al gruppo.
Torniamo di nuovo a smentire categoricamente il fantomatico allontanamento
dal gruppo del batterista co-fondatore. Questo ripetuto attacco personale
merita a malapena di essere liquidato come un pettegolezzo. È ovvio che
Marco Zampollo è tuttora il chitarrista dei Nobody, ma di quelli originali,
fondati insieme a Maccione e al batterista, il quale al momento è l'unico
membro ufficiale rimasto.
Infine, teniamo a chiarire, per l'ennesima volta, che depositare un logotipo
non significa diventare proprietari del nome che la sua grafica riproduce,
poiché si tratta di una parola comune che nessuno può comprare!
Nobody Management
nob...@nobody.it
*****
E, a seguire, il primo vero e proprio post, ma prima di esso riporto anche
l'introduzione, l'intestazione del blog, utile anch'essa ovviamente:
*****
Sono Marco Zampollo, uno dei ragazzi coinvolti in quell'enorme inganno
mediatico/giudiziario conosciuto come il processo alle Bestie di Satana.
Questo sito era stato originariamente commissionato per i Nobody, la band
fondata da me e Marco Zambruni nel 1999, ma, essendo l'attività della band
temporaneamente sospesa a casa dei 29 anni di carcere che mi sono stati
appioppati nel processo farsa di cui sopra, ho deciso di utilizzare questo
spazio per diffondere la verità; quella che i media si sono tanto adoperati
per occultare e manipolare.
La mia prima intenzione era quella di raccogliere in un libro le omissioni e
le motivazioni false e ridicole delle sentenze a mio carico, ma poi ho
preferito rendere questo materiale accessibile gratuitamente a tutti.
E' stato pubblicato un memoriale in cui dimostro, con precisi riferimenti
agli atti, l'assoluta inconsistenza delle motivazioni usate per condannarmi;
ora intendo allargare il discorso a tutto ciò che è stato detto e scritto in
questi anni, in particolare intendo dimostrare come la seconda indagine sia
stata una montatura colossale, utile solo ad arroventare il clima nel
periodo in cui c'era l'udienza in cassazione. Come molti di voi sapranno
quest'indagine è stata annunciata in pompa magna e poi archiviata di
soppiatto, io vi dimostrerò come tutto fosse già palesemente smentito prima
che l'indagine cominciasse, e vi farò vedere che, l'unica cosa che emerge da
questi nuovi atti, è la totale mancanza di attendibilità dei 'pentiti' già a
livello intrinseco; basti pensare che il 'pentito', su cui si basa tutto il
processo, ha ammesso di aver detto cose false utilizzando particolari che
l'avrebbero reso credibile.
Poiché sono cosciente che la demonizzazione mediatica che abbiamo subito noi
imputati in maniera indiscriminata non mi rende particolarmente credibile,
cercherò di fare sempre precisi riferimenti agli atti processuali, cosa che
non fanno le sentenze che mi condannano, forse perché, se l'avessero fatto,
avrebbero dovuto assolvermi.
Invito chi legge a consultare anche il materiale pubblicato dalla Voce
d'Italia, dal web magazine Il Faro e su Facebook (a nome Paolo Ozzy Leone);
il Direttore della Voce, Silvia Russo (la giornalista che si occupa
dell'inchiesta sul Faro) e Roberto Ottonelli (il ragazzo che gestisce il
gruppo su Facebook) sono tre persone estranee al caso ed alle parti in
causa; se riportano le cose in maniera diversa rispetto a come siete
abituati a sentirle è solo perché, prima di parlare, si sono presi la briga
di leggere tutti gli atti del processo.
Ringrazio chiunque vorrà contribuire a diffondere la verità pubblicizzando
questo sito o divulgando il materiale in esso contenuto; nel dubbio vi
invito a rileggere tutti gli articoli che dicono cose diverse rispetto a
quanto troverete scritto qui, per cercare i riferimenti agli atti
processuali; non li troverete, perché chi mi accusa falsamente ha bisogno di
inventare fatti e riscontri per sostenere la mia colpevolezza, mentre io
sono in grado di sbugiardarlo citando date, pagine, ed eventualmente riga
dei verbali in cui trovare conferma di quanto dico.
*****
*****
Monza, 31/10/2008
Sono Marco Zampollo, chitarrista e cofondatore dei Nobody, nonché uno dei
ragazzi coinvolti nel famigerato processo alle "Bestie di Satana". Dopo anni
di silenzio, dovuti alla stupida fiducia nel fatto che i processi si
celebrassero in aula e non sui media, ho deciso di fare un po' di chiarezza
attorno a questa vicenda.
Questa non è e non vuole essere una sorta di "operazione simpatia", né tanto
meno una giustificazione di delitti che altri hanno commesso; questa è una
semplice divulgazione di fatti che possono aiutare chi legge a vedere oltre
la cortina di fumo che è stata innalzata attorno a questa vicenda.
Mi assumo personalmente e in via esclusiva la responsabilità di quanto dirò,
e cercherò di indicare in quali Atti le mie parole possono trovare conferma;
ogni volta che farò riferimento agli incidenti probatori, mi baserò sulla
versione "compressa", che non è una sintesi degli stessi, è semplicemente
scritta con caratteri più piccoli, quindi occupa meno spazio.
Devo innanzitutto dire che questa terribile setta satanica in realtà non è
mai esistita, se non nella fantasia di Volpe e soci. A sostegno delle mie
parole non vi è soltanto l'assoluzione dal capo di accusa di associazione a
delinquere (in particolare aderendo a setta satanica denominata "Bestie di
Satana", allo scopo di commettere un numero indeterminato di delitti di
omicidio, ecc...), ma vi è soprattutto il fatto che quando a Volpe e soci
viene chiesto di descrivere i rituali che questa setta avrebbe celebrato, lo
fanno in modo contraddittorio, quando non si smentiscono esplicitamente a
vicenda.
Infatti Volpe sostiene (pag. 3, 1,8) che veniva tracciato un pentacolo
orientato secondo dei punti cardinali (che però lui non conosce - 27-28,
i.p.), sulle punte del pentacolo si disponevano i membri storici della
setta, veniva messo del sangue sugli oggetti delle persone da maledire (a
pag. 28 però si contraddice affermando che il sangue andava messo sulle
candele) e si faceva il rituale... non spiega come, però! Guerrieri sembra
sostenere questa tesi, ma in realtà la contraddice, perché parlando di
questi rituali dice che non veniva usato alcun oggetto delle persone da
maledire, non fa il minimo accenno a bussole e punti cardinali e,
oltretutto, non sa neppure chi fosse presente (pag. 203, i.p.), in pratica
smentendo anche la rigida "posizione rituale" di cui parla Volpe. C'è infine
Maccione, uno dei cinque che Volpe colloca sulle punte del pentacolo, che
dice di non aver mai preso parte a tali rituali (5, i.p.). Secondo Maccione,
il gruppo era dedito allo spiritismo, e lui era il medium che andava in
trance (pag. 3), dei demoni parlavano attraverso di lui, questi demoni
rispondono ai nomi di "Noctumonium, Satemonum Delirium, Gelimero,
Mortiferium Feroce e Mortifugo". Guerrieri conferma il fatto che Maccione
andasse in trance, ma non cita i demoni in questione, anzi ne parla sempre
al singolare: "Il demone di Maccione". Arriva però Volpe, il quale nega
categoricamente che Maccione andasse in trance (69) e sostiene che
Mortiferium Feroce e compagnia bella sono amici in carne e ossa di Sapone
(31). Volpe parla anche di ipnotismo; secondo lui era Sapone l'ipnotista del
gruppo (58), secondo Maccione invece ero io, l'ipnotista del gruppo
(57-58)... state tranquilli, non mi sono dimenticato di Guerrieri, c'è anche
lui, e sostiene che non si praticava alcun tipo di ipnosi nel gruppo (121).
Questa marea di cazzate, però, è il minore dei mali; l'appartenenza a una
setta satanica potrebbe essere qualcosa di riprovevole dal punto di vista
morale, ma non sarebbe di per sé reato. Il problema sono gli omicidi e le
condanne date con le giustificazioni assurde che ora riporterò.
Partiamo dal movente: Volpe sostiene di non sapere perché la setta voleva
uccidere Chiara e di non averlo neppure chiesto (5-53), forse perché Chiara
si voleva allontanare dal gruppo. Fabio avrebbe partecipato al primo
tentativo di uccidere Chiara, poi però era sembrato inaffidabile e si è
quindi deciso di uccidere anche lui (8-52-68). Piccola parentesi: sia
Maccione (14) che Guerrieri (78) negano di aver mai preso parte a questo
tentativo di omicidio tramite overdose, ma ne parlerò dopo. Secondo
Guerrieri, Chiara agli occhi del gruppo rappresentava la Madonna, quindi
Maccione (o il demone tramite lui, per l'esattezza), diede l'ordine di
ucciderla (77), mentre Fabio fu ucciso per aver imitato le trances di
Maccione (95-120). Secondo Maccione, invece, Fabio e Chiara hanno
spontaneamente deciso di farsi uccidere per immolarsi a Satana (12-15-40).
Secondo i giudici, però, «[...] le divergenze sul movente dei delitti non
possono ritenersi significative di volontario mendacio (???) [...]
trattandosi del risultato di differenti percezioni e ricordi [...]».
Dimenticano che Volpe nega che Chiara rappresentasse la Madonna agli occhi
del gruppo (70)? Dimenticano che sia Volpe (20) che Guerrieri (98) negano
che le vittime fossero consenzienti? In pratica Volpe smentisce il movente
di Guerrieri e, assieme, smentiscono quello di Maccione che, come Guerrieri,
non fa il minimo accenno all'allontanamento di Chiara dal gruppo. Se queste
contraddizioni sono solo il frutto di diverse percezioni dei fatti, perché
gli stessi tre hanno "percepito" in maniera del tutto speculare l'esecuzione
degli omicidi? È ancor più curioso il fatto che l'unico movente a cui
accennano sia Volpe (54) che Maccione (i.p.), ossia quello di possibili
gelosie tra vittime e assassini, non venga minimamente preso in
considerazione dai giudici, forse perché farebbe crollare non solo il
concorso morale, ma tutto il castello di cazzate esoteriche che è stato
creato attorno a questa vicenda.
Ma andiamo avanti; dopo aver sintetizzato il racconto di Volpe, i giudici
spiegano i punti chiave in cui lo stesso sarebbe riscontrato dalle
dichiarazioni di Maccione e Guerrieri, e in particolare scrivono: «[...]
entrambi riferiscono del progetto di uccidere, dapprima solo Chiara, poi
anche Fabio; progetto concordato in varie riunioni preparatorie [...]
presenti sempre Sapone, Leoni, Monterosso, Zampollo [...] Leoni, Zampollo e
Monterosso vengono concordemente indicati presenti alla riunione del
pomeriggio alla Fiera di Senigallia, quando viene loro comunicato che la
buca è pronta [...]». Questo non è vero; solo volpe dice che all'inizio
doveva essere uccisa solo Chiara, Maccione non vi accenna mai, mentre
Guerrieri è molto confuso sul punto, a volte dice che prima doveva essere
uccisa solo Chiara, altre dice che «volevano far fuori anche lui per le
finte trances da subito» (120). Quanto alla «costante presenza di Zampollo,
Leoni e Monterosso alle riunioni», Guerrieri dice di non ricordare nulla in
merito e di essere certo della presenza solo di Volpe, Sapone e Maccione
(81-82-120), Maccione invece dice che le vittime proposero l'omicidio a
Volpe e Sapone, che pianificarono il tutto (15). Quanto al pomeriggio del
17/01/98 (dove, secondo i giudici, tutti furono informati che la buca era
pronta), Guerrieri dice di non ricordare nulla (84-107), n chi era presente,
né di cosa si sia parlato. Maccione invece dice che tutto era già
programmato (17) e che di solito il piano veniva discusso in macchina (46).
A questo punto io mi chiedo come si possa stare in 10 in una macchina, anzi
in 11, dato che siamo stati arrestati in 8 e che secondo Maccione, oltre a
Bontade, Fabio e Chiara erano sempre presenti a queste discussioni.
Contrariamente a quanto scritto in sentenza, le versioni non concordano
neppure sul giorno successivo all'omicidio, poiché secondo Guerrieri, in
Sempione io avrei chiesto a Maccione: «Fatto?», e lui avrebbe risposto di sì
(85), mentre Maccione sostiene di non aver mai parlato dell'omicidio se non
con Volpe, Sapone e Guerrieri, oltre a dire che quel pomeriggio comunque non
si poteva parlare perché c'era il padre di Fabio (28-29).
Allo stesso modo, la sentenza cita alcuni stralci delle deposizioni di
alcuni testi di accusa e parti civili che, raccontando varie angherie che
avrebbero subito, dipingono con tinte molto fosche la mia vecchia compagnia.
Poiché i giudici reputano tutti attendibili, senza incrociare le varie
deposizioni tra di loro, citerò io alcuni brevi passaggi che avrebbero
dovuto quantomeno far riflettere sull'attendibilità di queste persone.
Da buon testimone di arte civile, Belli descrive Fabio «sempre buono e
gentile con lui e gli amici» (123-126, udienza 04/10/05). Io non capisco
come ciò si possa conciliare con la deposizione di Bernuzzi (amico di
Belli), secondo cui Fabio è uno di quelli che gli hanno spento le sigarette
sulle braccia (82, udienza 27/09/05). Stranieri racconta di essere stato
bruciato con una lametta rovente, ma non ricorda (!!!) se fu Leoni o Sapone
a farlo (4, udienza 06/12/05). Stranieri dice che Leoni sosteneva di essere
satanista (3, 06/12/05), Bernuzzi lo smentisce dicendo che non fu mai chiaro
(77, 27/09/05). Bernuzzi sostiene che Leoni voleva che si aggregassero a
noi, Stranieri nega dicendo di non aver mai ricevuto proposte per rituali o
altro (11, 06/12/05). Belli racconta di vari episodi pseudo-esoterici ai
quali avrebbe assistito, salvo poi dire (151, 04/10/05) che, tempo dopo
essersi allontanato dalla nostra compagnia, sentì Tollis, Sapone e Maccione
parlare tra di loro di una seduta spiritica, e di aver capito in quel
frangente che ci occupavamo di occultismo, in pratica smentendo tutto quanto
dichiarato in precedenza. Se a ciò si aggiunge che nessuna delle persone che
ci frequentava ai tempi (Lattanzio e Saggioro su tutti), fa il minimo
accenno a Belli e Stranieri come personaggi vicini a noi, io credo sia
naturale chiedersi come mai i giudici non si pongano mai un effettivo dubbio
circa la loro attendibilità.
Secondo gli accusatori, la notte del delitto io, Monterosso, Leoni e Magni
avremmo fatto dei «riti propiziatori» per partecipare a distanza al
sacrificio che si stava compiendo. Poiché le difese hanno dimostrato la
falsità di tale assunto, pur di non dubitare della veridicità delle accuse
la sentenza afferma che, dicendo agli altri che avremmo fatto i rituali
senza poi farli, li abbiamo ingannati, rafforzando così il loro proposito
omicidiario. Secondo questo nuovo principio giuridico, quindi, se fai una
cosa sei colpevole perché l'hai fatta, se non la fai sei ancora più
colpevole perché sei talmente furbo che non la fai per non lasciare prove!
Inoltre, com'è possibile che siamo così invasati con il satanismo da
uccidere due nostri amici, ma contemporaneamente non facciamo il rituale che
sarebbe alla base dell'omicidio stesso?
Allo stesso modo, la Corte scrive che «non assume rilievo» il fatto che io,
Leoni e Monterosso non diciamo nulla di compromettente nelle
intercettazioni, perché comunque le stesse dimostrano i contatti tra di noi
e l'organizzazione di incontri per parlare. A questo proposito, io vorrei
precisare che la mia difesa ha chiesto l'acquisizione integrale di tutte le
mie intercettazioni, che però mi è stata negata... forse per paura che
potessi dimostrare un'altra verità. Ad esempio avrei potuto dimostrare che
gli «incontri riservati» in realtà non erano altro che delle comunissime
serate tra amici, alle quali oltre a me ed Eroso erano presenti decine di
persone, tutte estranee all'indagine, e che di conseguenza non ci
incontravamo per parlare di omicidi ecc... Stesso discorso per alcuni
contatti telefonici tra me e Volpe / Ballarin la sera dell'omicidio di
Mariangela, che vengono giudicati inquietanti, nonostante io abbia spiegato
che in teoria dovevo vedere Volpe il giorno dopo, per installargli un
programma sul PC, e che successivamente lui mi richiamò chiedendomi se
sapevo dove fosse Maccione, e io risposi: «Credo con S.» (la sua ragazza).
Le mie parole vengono confermate da due testimoni dell'accusa: la prima
afferma che la Ballarin le disse che il giorno dopo dovevano vedere un loro
amico di Milano per un CD (pag. 144, udienza 12/07/05), mentre la seconda,
la ex di Maccione, dice che quella sera Volpe la chiamò cercando Mario (pag.
293, 27/09/05); se poi si prendono i tabulati telefonici, si vede come Volpe
chiamo S. subito dopo aver chiamato me (che tra l'altro ero in sala prove,
come dimostra la cella su cui si aggancia il mio cellulare)... non ritengo
di dover aggiungere altro sul punto.
Passando alle intercettazioni ambientali, non posso non riportare che Volpe
è stato intercettato mentre diceva al padre che se le cose si fossero messe
male si sarebbe inventato «dei nomi a palla, tirando dentro un sacco di
gente» per ottenere dei benefici. Le sentenze dicono che quelle
intercettazioni non hanno valore perché sono precedenti alla collaborazione
(infatti ha fatto in tempo a sistemare la favola per bene), e sono un
presupposto del tutto ipotetico... a voi i commenti. Maccione, intercettato
più volte in cella, dice sempre che io, Leoni e Monterosso siamo estranei ai
fatti, ma la Corte dice che quelle dichiarazioni non hanno valore perché
effettuate in un contesto non genuino... curiosamente, lo stesso contesto
(che il 25/06/04 non era genuino) diventa genuino il 26/06/04, quando
Maccione viene intercettato mentre accusa Sapone, e quelle intercettazioni
vengono usate in sentenza (174-323-326 primo grado, 12-22-30 appello)... che
dire, lo Spirito Santo sarà disceso su Maccione nel corso della notte...
Concludendo il discorso sull'attendibilità generale delle accuse, la Corte
scrive che gli stralci delle dichiarazioni di Volpe contenute nelle
ordinanze di custodia cautelare di Maccione e Guerrieri «non sono
sufficienti a dar conto della corrispondenza dei passaggi essenziali del
racconto», che il percorso di pentimento di Guerrieri risale al suo
allontanamento dal gruppo (1999), che Maccione è travolto dai sensi di colpa
e che nessun imputato ha proposto plausibili ricostruzioni alternative.
Posto che non si capisce come una persona estranea ai fatti possa
contribuire alla ricostruzione degli stessi, preciso che tutto il resto è
ampiamente smentito. Quanto alla «corrispondenza del narrato», basti pensare
che Guerrieri e Maccione hanno sentito deporre Volpe prima di deporre a loro
volta, cosa che non sarebbe avvenuta se gli stessi avessero testimoniato
durante il dibattimento, come chiesto da varie difese. Il presunto
pentimento di Guerrieri è smentito dalle intercettazioni del 01/06/04, dove
manifesta l'idea di comprare dei manganelli per «sprangare» Michele Tollis,
padre del povero Fabio, oltre a vantarsi di essere un duro e di aver mentito
ai carabinieri (pag. 3-32). Infine, quanto ai sensi di colpa di Maccione,
che la Corte ricava da un uso illegittimo degli Atti del Tribunale dei
Minori, mi limito a far presente che lo stesso Tribunale ha definito
Maccione «bugiardo e manipolatore», ma naturalmente questa parte non viene
considerata... Chiuso il discorso generale, farò ora qualche precisazione
sulle singole imputazioni.
Capo N: tentato omicidio di chiara mediante overdose.
Secondo i giudici, Volpe, unico a parlarne, sarebbe riscontrato dal fatto
che sia Maccione che Guerrieri dicono che all'inizio doveva essere uccisa
solo Chiara, e dalla mamma della stessa, che dichiara che la figlia, da
tempo allontanatasi dal gruppo, un sabato di ottobre uscì col gruppo (la
andò a prendere Leoni) e al rientro stava male. Ho già descritto come non è
vero che Maccione e Guerrieri riscontrino Volpe su tale affermazione. Quanto
alla mamma di Chiara, in realtà dichiara che, dopo le ferie estive, la
figlia uscì per la prima volta col gruppo la notte di capodanno 1997/98
(pag. 111, udienza 04/10/05). È anche curiosa la totale omissione rispetto a
quanto dichiarato dal medico curante di Mariangela Pezzotta, che dice di non
averle mai prescritto del Valium, mentre, secondo Volpe, per l'occasione fu
proprio Mariangela a procurare il Valium con una ricetta medica. Commentate
voi...
Capo M: tentato omicidio di Fabio e Chiara mediante incendio dell'auto nella
quale si erano appartati.
I giudici sostengono che le dichiarazioni di Volpe, Maccione e Guerrieri
(secondo cui l'incendio sarebbe stato appiccato introducendo 2 petardi
accesi nel bocchettone del serbatoio della Renault 4 di Guerrieri), sono
riscontrate dalla deposizione dei Vigili del Fuoco intervenuti quella sera,
e da quella di Del Fiol. Soprattutto i Vigili del Fuoco in realtà
smentiscono il narrato di Volpe e soci; il caposquadra che intervenne in
quell'occasione, infatti, consultando la relazione di servizio, dichiara che
vi era un piccolo focolaio sul sedile posteriore dell'auto, all'interno
dell'abitacolo,
innescato molto probabilmente da un mozzicone di sigaretta, che non
riguardava il serbatoio dell'auto, né era stato originato dallo stesso (pag.
14-16-17, 04/10/05). Qualora ve ne fosse bisogno, preciso come questa
deposizione trovi conferma in quella di un'amica di Fabio (ignorata dai
giudici) che sostiene di aver visto Fabio che scendeva dall'auto con
qualcosa che bruciava dentro (pag. 103 deposizione Banalotti). Se proprio
vogliamo essere precisi, anche la deposizione di Del Fiol non conferma
affatto il racconto di Volpe e soci, dato che il teste dichiara di aver
visto l'auto bruciare sul lato sinistro (141, 19/07/05), mentre il serbatoio
era sul lato destro.
Capi I-L: omicidio di Fabio e Chiara e soppressione dei cadaveri.
Secondo la sentenza, la responsabilità di Zampollo, Leoni e Monterosso è da
addebitarsi alla costante presenza degli stessi alle riunioni preparatorie e
al fatto che Zampollo e Leoni abbiano accompagnato in Fiera quel pomeriggio
rispettivamente Fabio e Chiara. Ho già trattato di come la «costante
presenza» sia contraddetta dagli stessi accusatori, ma occorrono altre
precisazioni. Secondo il PM e i giudici, infatti, portare Fabio in Fiera era
il mio ruolo, pianificato durante le famose riunioni. Tralasciando il fatto
che io andavo in Fiera con Fabio tutti i sabati, vorrei far notare che
Volpe, il principale accusatore, non sa che Fabio è venuto in Fiera con me
quel pomeriggio (36), il che la dice lunga sul fatto che la cosa fosse
pianificata... Oltretutto, ogni volta che parla delle riunioni e dei ruoli
che venivano suddivisi nelle stesse, Volpe non me ne attribuisce mai uno
(13-36-66). Inoltre, secondo i giudici, io avrei «scoraggiato» il rientro a
casa di Fabio. Neppure questo è vero, dato che io ho fatto l'unica cosa che
non avrei dovuto fare se fossi stato complice di Volpe e soci: tornare a
casa per cena. Infatti Maccione e Volpe raccontano che loro due e Sapone
sono andati a mangiare la pizza fuori con Fabio e Chiara, proprio per non
farli tornare a casa; tornando a casa in metropolitana, io al massimo potevo
«rischiare» che Fabio si unisse a me (scendevamo entrambi a Cologno Nord),
mandando a monte il piano degli altri; se fossi stato loro complice sarei
restato fuori con loro, per scongiurare quell'eventualità. Secondo i giudici
avrei anche depistato Michele Tollis, giunto al Midnight quella sera a
cercare il figlio. Non è vero, e la prova la fornisce lo stesso Michele
quando dice, in merito a quella sera: «Notai la presenza tra gli altri di
Zampollo e Monterosso [...] a un certo punto non li ho più visti» (48,
05/07/05)... come l'ho depistato, quindi? Viene poi riportata una parte
dell'intercettazione
di Guerrieri, secondo cui, dopo aver parlato con i carabinieri, Guerrieri mi
accusa nelle intercettazioni. L'intercettazione è questa:
Pietro - «C'erano i verbali di tutti»
Padre - «Ah, hanno intercettato pure gli altri?»
Pietro - «Pa', hanno già trovato la buca»
Padre - «Sì, ma coso, come si chiama?»
Pietro - «Mario, Marco...»
Padre - «Marco Zampollo»
Pietro - «Ozzy, Eros»
Padre - «Eros»
Pietro - «Ha detto che loro sanno tutto, volevano solo la conferma»
Mi rendo conto che può sembrare ambigua questa intercettazione, ma il fatto
che il mio nome venga fatto solo in merito alla convocazione dei carabinieri
e al verbale (anche a me i carabinieri hanno detto che avrebbero convocato
anche Eros e Ozzy) e non in merito alla responsabilità nei delitti lo si
ricava chiaramente nel prosieguo dell'intercettazione stessa. Infatti:
Pietro - «Qualcuno ha parlato, pa'»
Padre - «Ha parlato che avevate...»
Pietro - «Sì, sì... no, eh, hanno parlato che ho scavato la buca. Però
eravamo io, Volpe e Nicola, e Andrea. Andrea è morto, quindi o Volpe o
Nicola».
Ricapitolando, se, come sostengono i giudici, io sono complice degli
assassini e ho sempre avuto la consapevolezza di quanto stava accadendo in
merito all'omicidio, come mai Guerrieri, pur sapendo che ero stato sentito
dai carabinieri, non sospetta minimamente che potessi essere stato io ad
aver «parlato»? Vengono riportati anche alcuni stralci dell'intercettazione
di Magni, che parla di con un'amica: «Io sapevo tutto sin dall'inizio [...]
che volevano far qualcosa alla Chiara [...] so che volevano farla fuori
[...] c'era in ballo qualcosa quella sera»; secondo i giudici, se Magni
sapeva, anche io e altri sapevamo. Tralasciando la pretestuosità di tale
assunto (Magni dice che lui sapeva, non lui e altri), è curioso notare come
vengano omesse tre parole che cambiano radicalmente il valore
dell'intercettazione.
Infatti Magni dice: «[...] c'era in ballo qualcosa quella sera, non sapevo
cosa [...]». Direi che scrivendo tutto anche il livello di consapevolezza di
Magni scema notevolmente. Secondo i giudici, dato che Michele Tollis e Del
Fiol hanno collegato subito la scomparsa di Fabio e Chiara, lo stesso avrei
dovuto fare io. Tralasciando il fatto che molte persone che ci frequentavano
(Lattanzio su tutte) dicono di non aver mai collegato al gruppo la scomparsa
(97, 19/07/05), vorrei far notare come i giudici non spendano una parola sul
fatto che Del Fiol in aula ha cambiato radicalmente alcuni passaggi rispetto
alle sue vecchie dichiarazioni, in modo da allineare gli stessi con la
deposizione di Michele Tollis (pag. 171-159, 19/07/05). A questo punto cito
l'art. 207 CPP: «Se nel corso dell'esame un testimone rende dichiarazioni
contraddittorie, incomplete o contrastanti con le prove già acquisite, il
Presidente o il giudice glielo fa rilevare, rinnovandogli, se del caso,
l'avvertimento
previsto dall'art. 497 comma 2» (rischio di sanzioni penali per falsa
testimonianza)... questo non è successo.
Altro riscontro è, secondo i giudici, il fatto che io, Monterosso e Leoni
non facciamo riferimento a Sapone nelle deposizioni. In realtà sia io (pag.
189, 25/10/05) che Eros (134, 25/10/05) collochiamo Sapone assieme a Volpe e
Maccione la sera del delitto... poiché dire che si è allontanato dal
Midnight assieme ai rei confessi la notte del delitto mi sembra un
riferimento di un certo peso, mi chiedo se abbiano almeno letto gli Atti
prima di scrivere la sentenza.
Allo stesso modo vorrei far notare come i giudici, pur dovendo ammettere che
io non potevo partecipare al depistaggio a causa di un intervento chirurgico
subìto, non spendono una parola sull'inattendibilità dei testimoni (Tollis,
Maccione, Marino, Antonini) che mi collocano tra i presenti in quelle
circostanze.
In merito al movente dell'omicidio, l'allontanamento di Chiara dal gruppo, i
giudici sostengono che è confermato dalla deposizione della mamma di Chiara.
Di nuovo vengono ignorate le obiezioni difensive. Innanzitutto va ricordato
che la mamma di Chiara non ha mai accennato a tale allontanamento se non
dopo aver conosciuto le dichiarazioni di Volpe, ma vi è un altro particolare
che smentisce questo assunto: Lattanzio, l'ex ragazzo di Chiara, dice di
aver smesso di frequentarci dopo l'arrivo di Volpe per una serie di motivi,
tra i quali il fatto che aveva paura di Volpe e perché l'aveva tradito
andando a letto con Sapone (115, 19/07/05). Come può Chiara essersi
allontanata dal gruppo (prima dell'arrivo di Volpe, come sostiene lui) se
tradisce Mirko andando a letto con Sapone? È vero che io sono di parte, ma
mi sembra che i conti non tornino...
La palese sensazione di trovarsi di fronte a un processo farsa, dove tutto
era già deciso, la si ha quando la sentenza «valuta» l'alibi di Leoni circa
il pomeriggio del 17/01/1998. Io non voglio fare l'avvocato di Leoni, ma
ritengo che certe motivazioni si commentino da sole. Tutti gli accusatori
dicono che Leoni quel pomeriggio era in Fiera. Secondo Maccione, Leoni ha
addirittura fatto da «esca» per far uscire di casa Chiara (18-48-71). La
difesa di Leoni ha prodotto il cartellino dal quale risulta che quel giorno
Leoni ha lavorato fino alle ore 20.00 presso la Metro di Cesano Boscone
(ipermercato). Il PM ha quindi sostenuto che Leoni si sia allontanato di
nascosto dal lavoro, affidandosi a un teste che racconta delle porte aperte
per lo scarico della merce. Accogliendo questa versione, i giudici omettono
la deposizione di una dirigente della Metro, la quale spiega che il sabato
pomeriggio non si effettua ricevimento merci, e di conseguenza le porte sono
chiuse e collegate al sistema d'allarme (155, 08/11/05). Si commentano da
sole anche le argomentazioni secondo cui Leoni si sarebbe allontanato
durante la pausa pranzo (13.19-13.50) utilizzando il motorino di Chiara, del
quale, secondo la stessa sentenza, sarebbe entrato in possesso tra le 13.30
e le 14.00... Nonostante gli innumerevoli sforzi profusi, io non riesco a
spiegarmi come abbia fatto Leoni ad allontanarsi alle 13.19 con un mezzo di
cui, secondo la stessa sentenza, avrebbe avuto la disponibilità solo 11 / 41
minuti dopo, soprattutto se consideriamo che, sempre secondo la stessa
sentenza, alle 13.50 avrebbe fatto ritorno al luogo di lavoro... Non riesco
a spiegarmi neppure come tutto ciò coincida con le dichiarazioni della mamma
di Chiara, la quale dice che quel giorno Chiara uscì di casa verso le 16.00
coi mezzi (67-73, 04/10/05), dato che per quell'ora, secondo la sentenza,
Leoni era tornato al lavoro. Allo stesso modo non mi spiego le dichiarazioni
di Volpe, secondo cui forse Chiara era arrivata in Fiera con Leoni (13)
(particolare che tra l'altro Volpe ricava solo dal fatto che abitavano
vicino), coincidano con quanto dice Maccione, ossia che lui, Volpe, Leoni,
Tollis e Sapone andarono assieme a prendere Chiara (18-48-71). Ancor più
curioso è il fatto che la presenza di Leoni o la sua assenza quel pomeriggio
venga giudicato ininfluente, quando in realtà è la palese dimostrazione di
come Volpe, Maccione e Guerrieri siano in grado di dire le stesse cose (o
cose molto simili) mentendo tutti e tre; ma ammettere questo significava
dover assolvere qualcuno...
Tutto ciò che ho scritto fin qui è ampiamente riscontrabile negli atti:
siete ancora convinti che sia stata fatta giustizia, o iniziate a sospettare
che siano stati creati dei capri espiatori per soddisfare l'opinione
pubblica dopo averla traviata con una sensazionale disinformazione? Io mi
sono limitato ai passaggi essenziali della vicenda. Considerate che i miei
avvocati hanno parlato circa 7 ore in appello, e immaginatevi quanto altro
ci sarebbe da dire. Io non ho partecipato al complotto ai danni di Fabio e
Chiara, ho preso 29 anni e 3 mesi di condanna solo per non essermi
auto-calunniato e per non aver calunniato altre persone; i punti principali
ve li ho esposti. Giudicate voi...
Uscendo dall'ambito strettamente processuale, vorrei chiarire un altro
particolare che da quanto mi hanno detto è stato ripreso anche in questi
giorni dai media mentre parlavano di altri avvenimenti (Perugia), ossia il
fatto che io avrei minacciato i giornalisti di fargli un rito wodoo. Questa
è l'ennesima cosa che è stata riportata in maniera distorta, tanto per
creare un po' di folklore. Desidero chiarire l'episodio. 31/01/06, aula 1
del Tribunale di Busto Arsizio. Eravamo lì ad aspettare la sentenza, saranno
state le 17.00. Si avvicina un avvocato e ci dice: «Ragazzi, quanto pressano
'sti giornalisti», al che Eros gli risponde, scherzando: «Ma non hanno paura
che gli facciamo un rito wodoo o qualcosa?» Io, sempre rivolto a questo
avvocato, ribatto, con evidente intento scherzoso: «Sì, perché vedi, lui
(Eros) prima era una persona seria, poi gli ho fatto un rito wodoo e guarda
com'è diventato!». Tutto qui.
Ora, possiamo certamente metterci a discutere sul fatto che questo scambio
di battute fosse fuori luogo, ma ciò non cambia il concetto di base: io non
ho minacciato i giornalisti con questa storia del wodoo. Se poi qualcuno ha
sentito la battuta e l'ha riferita agli altri in maniera distorta, è stato
lui a mancare di professionalità. Ok, ha creato il caso (bravo!!), dando
dimostrazione di come a volte tante cose vengano scritte (o romanzate) senza
prima verificarle. Ci sono varie persone, tra cui pubblici ufficiali, che
hanno assistito alla scena, e avrebbero anche testimoniato se avessi sporto
querela. Ma ho cose più importanti a cui pensare.
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http://boycottdadex.blogspot.com (Il nome dice tutto, no?)
http://bullshitpulverizer.blogspot.com (Idem)
www.nobody.it (Il processo-farsa sul caso "Bestie di Satana")
http://tinyurl.com/yg6favr (Sostenitore dell'Art.21 con le idee "un po'"
confuse)
http://tinyurl.com/2evhnsb (Idem, piu' o meno)
http://tinyurl.com/ybuynog (I soliti "cavalli di battaglia" del suddetto
"fan dell'art.21", smontati come sempre uno per uno dal sottoscritto)
http://tinyurl.com/2eps6t2 (Nuovo patetico editoriale del solito "fan
dell'Art.21 a senso unico"...e le giuste e altrettanto solite mie smerdate
totali all'inqualificabile soggetto)