č vero che sul primo pesa come minimo il sospetto di un "conflitto di
interessi", ma allo stesso tempo non si puň negare (credo) che abbia fatto
conoscere ai lettori del Mucchio molte band interessanti; chiaramente quello
che scrive va filtrato tenendo conto sia che si tratta di un patito della
musica inglese, sia ricordandoci che č propietario di un negozio di dischi.
Quindi, quando consiglia assolutamente l'acquisto di It's Jo and Danny
(disco peraltro gradevole), ci si ricordi che a noi costa 35.000 Lire,
proprio le stesse che lui guadagna se lo si compra a Supporti Fonografici.
sul secondo punto: credo che il Mucchio sia un giornale molto bello, e che
dovremmo avere meno puzza sotto il naso e stare attenti alle contestazioni;
se da domani non esistesse piů credo che il panorama italiano perderebbe uno
strumento interessante e indipendente, ricco di spunti e capace realmente di
orientare il lettore/ascoltatore di dischi.
Poi chiaro che i difetti ci sono, tutto č opinabile ecc..., ma a oggi, č
un'opinione personale, č l'unica rivista che parla in modo chiaro e coerente
della musica che mi piace.
marco <gor...@libero.it> wrote in message
news:8fls4r$mpk$1...@pegasus.tiscalinet.it...
> vorrei dire la mia opinione:
>
> è vero che sul primo pesa come minimo il sospetto di un "conflitto di
> interessi", ma allo stesso tempo non si può negare (credo) che abbia fatto
> conoscere ai lettori del Mucchio molte band interessanti; chiaramente
quello
> che scrive va filtrato tenendo conto sia che si tratta di un patito della
> musica inglese, sia ricordandoci che è propietario di un negozio di
dischi.
> Quindi, quando consiglia assolutamente l'acquisto di It's Jo and Danny
> (disco peraltro gradevole), ci si ricordi che a noi costa 35.000 Lire,
> proprio le stesse che lui guadagna se lo si compra a Supporti Fonografici.
>
> sul secondo punto: credo che il Mucchio sia un giornale molto bello, e che
> dovremmo avere meno puzza sotto il naso e stare attenti alle
contestazioni;
> se da domani non esistesse più credo che il panorama italiano perderebbe
uno
> strumento interessante e indipendente, ricco di spunti e capace realmente
di
> orientare il lettore/ascoltatore di dischi.
> Poi chiaro che i difetti ci sono, tutto è opinabile ecc..., ma a oggi, è
> un'opinione personale, è l'unica rivista che parla in modo chiaro e
> chiaramente quello che scrive va filtrato tenendo conto sia che si tratta di
> un patito della musica inglese, sia ricordandoci che è propietario di un
> negozio di dischi.
I giornali musicali andrebbero comprati e letti 5 o 10 anni dopo che si sono
comprati i dischi :-) Questo, chiaramente, non è possibile farlo, perchè questi
giornali li compri proprio per leggerli qui ed ora per sapere cosa c'è dentro un
disco.
In ogni caso bisognerebbe rivedere l'eguaglianza critica rock=giornalismo rock,
e occorrerebbero testate dotate appunto di minor senso
giornalistico/campanilistico e maggior "presenza critica". Meno gazzettini delle
uscite, più spazi a "dottor sottili" che guardino le filigrane in controluce.
bye stanz
--
emiliano vitelli
jimi.h...@free.panservice.it
icq# :31787230
url: http://webland.panservice.it/alternativi/ZorroHomepage
marco <gor...@libero.it> wrote in message
8fls4r$mpk$1...@pegasus.tiscalinet.it...
> vorrei dire la mia opinione:
>
> č vero che sul primo pesa come minimo il sospetto di un "conflitto di
> interessi", ma allo stesso tempo non si puň negare (credo) che abbia fatto
> conoscere ai lettori del Mucchio molte band interessanti; chiaramente
quello
> che scrive va filtrato tenendo conto sia che si tratta di un patito della
> musica inglese, sia ricordandoci che č propietario di un negozio di
dischi.
> Quindi, quando consiglia assolutamente l'acquisto di It's Jo and Danny
> (disco peraltro gradevole), ci si ricordi che a noi costa 35.000 Lire,
> proprio le stesse che lui guadagna se lo si compra a Supporti Fonografici.
>
> sul secondo punto: credo che il Mucchio sia un giornale molto bello, e che
> dovremmo avere meno puzza sotto il naso e stare attenti alle
contestazioni;
> se da domani non esistesse piů credo che il panorama italiano perderebbe
uno
> strumento interessante e indipendente, ricco di spunti e capace realmente
di
> orientare il lettore/ascoltatore di dischi.
> Poi chiaro che i difetti ci sono, tutto č opinabile ecc..., ma a oggi, č
> un'opinione personale, č l'unica rivista che parla in modo chiaro e
Il Mucchio sinceramente non mi piace. Oltre ad essere ancora piu' modaiolo
di Rumore (che pero' compro) non approfondisce quanto dovrebbe. Cosa che
invece Blow Up fa; e lo fa MOLTO bene. Non so voi, ma a me non interessano
molto le recenzioni (che lasciano il tempo che trovano; ha scritto bene chi
ha detto che andrebbero lette anni dopo l'uscita). Le recenzioni le sappiamo
scrivere tutti, anche su questo NG (vedi molte stronzate scritte sui Pearl
Jam). La cosa difficile e' essere davvero prolifici e capaci di stendere un
vero e proprio saggio. Ottime interiste invece le trovo su Rockerilla (oltre
che su Blow Up, che rimane la migliore di tutte a parecchie lunghezze dale
altre), solo che quest'ultima sta puntando troppo su quello schifo di
stoner... Peccato
--
Gandalf
eare...@tin.it
----------------------------------------------------------
Non esiste un'avanguardia;
ci sono solo persone un po' in ritardo
Edgar Varese
larana ha scritto:
> se ho ben capito una recensione è bella quando è lunga?
No, quando mediamente ci azzecca.
> .. secondo me una recensione serve solo per dare
> "coordinate" per chi deve comprare e ascolatre...
Una recensione nel suo piccolo deve sapere durare.
> tutto il resto, tutte le opinioni del giornalista..., sono solo SUE
> opinioni...
A volte le opinioni rientrano nella storia. Un disco non è così soggettivo come
crediamo. I Velvet Underground erano soggettivi o oggettivi? Come sono stati
situati *dopo* nella storia del rock? Quali opinioni finiscono come tali e quali
sono così azzeccate da avere lo stesso valore rilette dopo vent'anni?
[Certamente si può rispondere 'ma che mi importa di fra vent'anni'... però...
dovrà affidarsi almeno alla propria onestà e dire qualcosa che riguardi non solo
l'ultimo numero del giornale che deve essere venduto, ma il proprio modo in cui
guarda le cose e con il quale immagina che le cose vadano inquadrate]
bye stanz
marco <gor...@libero.it> wrote in message
8fls4r$mpk$1...@pegasus.tiscalinet.it...
> vorrei dire la mia opinione:
>
> è vero che sul primo pesa come minimo il sospetto di un "conflitto di
> interessi", ma allo stesso tempo non si può negare (credo) che abbia fatto
> conoscere ai lettori del Mucchio molte band interessanti; chiaramente
quello
> che scrive va filtrato tenendo conto sia che si tratta di un patito della
> musica inglese, sia ricordandoci che è propietario di un negozio di
dischi.
> Quindi, quando consiglia assolutamente l'acquisto di It's Jo and Danny
> (disco peraltro gradevole), ci si ricordi che a noi costa 35.000 Lire,
> proprio le stesse che lui guadagna se lo si compra a Supporti Fonografici.
>
> sul secondo punto: credo che il Mucchio sia un giornale molto bello, e che
> dovremmo avere meno puzza sotto il naso e stare attenti alle
contestazioni;
> se da domani non esistesse più credo che il panorama italiano perderebbe
uno
> strumento interessante e indipendente, ricco di spunti e capace realmente
di
> orientare il lettore/ascoltatore di dischi.
> Poi chiaro che i difetti ci sono, tutto è opinabile ecc..., ma a oggi, è
> un'opinione personale, è l'unica rivista che parla in modo chiaro e
No, i Radiohead NO.
Considerati dal Mucchio robaccia fino alla grande conversione avvenuta con "Ok Computer".
Non recensirono "Pablo Honey" e "The Bends"; per quest'ultimo riservarono esclusivamente sberleffi quando Mojo lo elesse miglior disco del 96.
Questo per dire che a volte gli italiani sanno anticiparsi da soli, usando le proprie orecchie ;-))
Condivido la sostanza di quanto Marco scrive, ma sono poco incline ai compromessi, quindi per me niente Mucchio.
Ciao,
~~~ ~~~
~~MN~~
~
"Revolution starts at home, preferably in the bathroom mirror"
>Ciao!
>scusate ma Stefani non aveva bisticciato e sputato veleno su Carů proprio
>perchč costui era proprietario di un negozio??
Carů ha fatto ben di peggio, negli '80 il Buscadero era una specie di
rivista comica, con decine di involontarie gag ad ogni numero. Quanto
ai motivi che spingono Max a fare certe affermazioni, ci sono in ballo
storie personali, ovvio.
>e allora adesso con Villa che differenza c'č?
>e Stefani non era stato tradito da Guglielmi e Cilia che aveva "tirato su" e
>lo avevano ripagato con la SDM editrice (che poi voleva dire Stefani Deve
>Morire...)?
>tutta acqua passata??
Acqua e tempo passati, sě.
1- La durata e il numero di tracce di un disco. (Parliamoci chiaro, io
voglio sapere ANCHE le caratteristiche fisiche di ciò che ascolto)
2- Un testo che analizzi (pur brevemente) i singoli pezzi e non si limiti al
contesto, alle suggestioni e al clima generale del disco. (Consideriamo che
rock e musica popolare sono fatte nella stragrande maggioranza dei casi, di
CANZONI. Poi, se troviamo delle suite o dei concept album ragioneremo in
maniera diversa, ma quante volte succede?)
3- Una scrittura che sia anche strumento di analisi tecnico-musicologica,
ovviamente senza esagerare. (Parlare per una volta degli strumenti suonati,
del tipo di produzione, del suono, dell'armonia ecc...). Io credo sia
possibile, certo non la posso pretendere da Rockstar, ma da riviste che si
rivolgono ad un pubblico più curioso e appassionato: quanti nel nostro NG
non sarebbero almeno interessati a questo tipo di analisi? Io penso che ad
un pubblico intelligente vadano forniti stimoli sempre nuovi per crescere e
approfondire. Ma qui c'è l'assoluta incompetenza della critica a far
crollare le speranze.
--
Zapru.
"Era bello vedere i razzi nazisti attraversare il cielo senza
fermarsi, senza rivelare il minimo interesse per Canon City,
Colorado. E nemmeno per lo Utah o il Wyoming o la parte
orientale del Nevada, nè per i vasti stati desertici o per
quelli dei pascoli. Noi non abbiamo nessun valore."
Gandalf ha scritto nel messaggio ...
OK !
> 2- Un testo che analizzi (pur brevemente) i singoli pezzi e non si limiti
al
> contesto, alle suggestioni e al clima generale del disco. (Consideriamo
che
> rock e musica popolare sono fatte nella stragrande maggioranza dei casi,
di
> CANZONI. Poi, se troviamo delle suite o dei concept album ragioneremo in
> maniera diversa, ma quante volte succede?)
Perfetto !
> 3- Una scrittura che sia anche strumento di analisi tecnico-musicologica,
> ovviamente senza esagerare. (Parlare per una volta degli strumenti
suonati,
> del tipo di produzione, del suono, dell'armonia ecc...) a questo tipo di
analisi? Io penso che ad
> un pubblico intelligente vadano forniti stimoli sempre nuovi per crescere
e
> approfondire. Ma qui c'è l'assoluta incompetenza della critica a far
> crollare le speranze.
> Zapru.
Sono perfettamente d'accordo con te, Zap a volte penso che tu sia solo un
mio pseudonimo e che invece di dormire continuo a scrivere post tutta la
notte!
^__^
Bye
--
Wagner
Gianni Mantini
Via Panzini, 6
47838 Riccione RN
megapte...@libero.it
icq 72437399
Per quanto riguarda la critica in generale io vorrei :
Monografie e approfondimenti articolati su singoli gruppi e rimandi alla
scena da cui provengono, possibilmente a + mani.
Recensioni + approfondite e meno *oscure*, ormai sembra sia una moda
scrivere in modo astruso per nascondere la pochezza di quello che si dice...
Vorrei anche, almeno per gli album + importanti, recensioni differenti a
raffronto; purtroppo molte volte i *cosiddetti* critici sono solo fans di
questo o quell'artista.
Con recensioni esageratemente entusiaste..
Tipo 250 album fondamentali ogni anno, che poi dopo poco tempo vengono
definiti come *album* di transizione, lavori non perfettamente riusciti
ecc...
noi i Cd li paghiamo !
e anche cari...
Molto interessante IMHo la rubrica *Destroy babylon* su Blow Up, penso che
sia una cosa molto utile ...
ciao
wag
Sono assolutamente d'accordo, specialmente per Velvet. Di Villa non me ne
puo' fregare di meno.
>Che fine ha fatto maurizio bianchini ?
Forse il migliore...
>Per quanto riguarda *il mucchio* attuale, trovo che nella versione
>settimanale
L'ho "tagliato" l'anno scorso...
>In più le continue lamentele di Stefani hanno rotto le palle...
E' un bambino viziato con una prosa degna di un quindicenne: 10 vocabili
sempre gli stessi e 2 concetti ma confusi e inutilmente polemici.
>Molto interessante IMHo la rubrica *Destroy babylon* su Blow Up, penso che
>sia una cosa molto utile ...
Mi piace molto, alla pari con tutto cio' che scrive Beppe Colli, anche se
non ho mai amato le cose che di solito tratta.
Saluti
Marco
A volte mi viene in mente di prendere un anno della mia vita per riascoltare
tutti i dischi recensiti fino a qui. Aggiornare tutto con il senno storico
di poi e la Wirkungsgeschicte dell'attempato. Ne verrebbe fuori un brillante
saggio autocommiserativo. Titolo: old rock shots :)
Che mestiere triste, il giornalista musicale.
Grande idea !
Forse tutti sarebbero troppi, però con quelli cha ti hanno colpito di +
risentirli a distanza di tempo e riferirci le tue *nuove* impressioni non
sarebbe male.
wagner
NP Van Dyke Parks : Song Cycle
> A volte mi viene in mente di prendere un anno della mia vita per
riascoltare
> tutti i dischi recensiti fino a qui. Aggiornare tutto con il senno storico
> di poi e la Wirkungsgeschicte dell'attempato. Ne verrebbe fuori un
brillante
> saggio autocommiserativo. Titolo: old rock shots :)
> Che mestiere triste, il giornalista musicale.
Cambieresti idea sapendo di aver "salvato" piů volte la vita a qualcuno??
Uno a caso il sottoscritto???? (he he he, penso di sapere chi tu sia....!)
Bye
visionary
>fatti i conti e le fantasie senza l'oste... ma chi compra il giornale? noi
>del gruppo e basta? guardate che non ci sono numeri suffcienti per fare
>altre riviste... ne nasce una e muore l'altra...tutto lì... la verità è che
>la musica in Italia interessa troppe poche persone.
E quelle poche sono estremamente tradizionaliste.
Oggi se non ti attacchi (musicalmente) a qualche trend passeggero e
già adeguatamente avviato su strade proprie, (devo fare i nomi ?) e a
qualche marpione già (editorialmente) in corsa, le speranze di
sopravvivere per più di tre mesi sono tendenti a zero.
Massù, consoliamoci, domani esce "musica!" :*(
--
HowTy
Dead tuna fear no bread-stick
Ne sono felice.
Rimpiango cmq i tempi in cui comprare un disco riusciva salvarla a me!
E comunque grazie di esistere...........!!
Bye
visionary
Martin Venator wrote:
> Rimpiango cmq i tempi in cui comprare un disco riusciva salvarla a me!
Il problema è che oggi non solo escono troppe cose, ma si fa molta fatica a
localizzare quelle che possono essere interessanti...
ciao stanz
visionary wrote:
> Personalmente so già che MAI niente che potrà uscire d'ora in poi mi
> riporterà all'estasi di dischi come WAREHOUSE: SONGS AND STORIES o LET ME
> COME OVER, per il semplice motivo che sono cambiato io!
Osservazione interessante. Sembra l'applicazione fisica del Principio di
Indeterminazione di Heisenberg: nel momento in cui fai la misurazione,
modifichi la realtà su cui operi la misurazione stessa :-) Che il cervello
dell'ascoltatore rock sia come un enorme quark in continua trasformazione? O
meglio: che il cervello umano sia la proiezione dell'universo in
trasformazione? Non ricordo se era Hawking quello che diceva che "l'uomo è
materia interstellare che osserva sé stessa" ;-)
> Non ho bisogno di essere ulteriormente salvato, ci hanno già pensato quei
> dischi lì.
Giustamente, la salvezza avviene una sola volta ...
> Forse dovremo rianalizzare il nostro rapporto con la musica in base a ciò che
> siamo diventati crescendo (ahimè, si hanno 20 anni una volta sola! sigh!!).
Ma si hanno anche 30 anni una volta sola, anche 40 una volta sola...forse
dovremmo essere capaci di essere *sempre* salvati da una musica che ci stimoli,
che ci faccia cogliere la piccolezza di certe barriere che ci siamo costruiti
dinnanzi...in generale, direi, la cultura è un bene, anche se probabilmente
ognuno di noi ha un limite diverso per poterne recepire...di certo sarebbe
molto limitante che a 30 anni si continuasse ad ascoltare quello che hai
ascoltato a 20, magari le riascolteresti esplorando i limiti che oggi ci
trovi...
ciao stanz
Non era mia intenzione fare un'analisi così profonda sull'argomento,
semplicemente intendevo dire che, anche se non ci saranno più dischi che mi
"cambieranno" nel modo in cui è successo con quelli, non per questo rinuncio
a continuare ad ascoltar musica, poichè situazioni da "urlo" me ne
capiteranno ancora, eccome......
>
> > Non ho bisogno di essere ulteriormente salvato, ci hanno già pensato
quei
> > dischi lì.
>
> Giustamente, la salvezza avviene una sola volta ...
Un certo tipo di salvezza sì, almeno io la penso così.
>
> > Forse dovremo rianalizzare il nostro rapporto con la musica in base a
ciò che
> > siamo diventati crescendo (ahimè, si hanno 20 anni una volta sola!
sigh!!).
>
> Ma si hanno anche 30 anni una volta sola, anche 40 una volta sola...forse
> dovremmo essere capaci di essere *sempre* salvati da una musica che ci
stimoli,
> che ci faccia cogliere la piccolezza di certe barriere che ci siamo
costruiti
> dinnanzi...in generale, direi, la cultura è un bene, anche se
probabilmente
> ognuno di noi ha un limite diverso per poterne recepire...di certo sarebbe
> molto limitante che a 30 anni si continuasse ad ascoltare quello che hai
> ascoltato a 20, magari le riascolteresti esplorando i limiti che oggi ci
> trovi...
>
> ciao stanz
>
E infatti io cerco di ascoltare sempre i "contemporanei", non mi fossilizzo
a quella che ho individuato come la mia personale epoca d'oro del rock:
solamente che il tipo di emozioni che ne ricevo è semplicemente "altro",
diverso dal passato. Non necessariamente ritengo sia un male.
Bye
visionary
>di certo sarebbe
>molto limitante che a 30 anni si continuasse ad ascoltare quello che hai
>ascoltato a 20, magari le riascolteresti esplorando i limiti che oggi ci
>trovi...
>
>ciao stanz
>
mmmhh
i limiti di chi?
dell'artista o dell'ascoltatore?;-)
è dura......
ciao
Pluto
> semplicemente intendevo dire che, anche se non ci saranno più dischi che
mi
> "cambieranno" nel modo in cui è successo con quelli, non per questo
rinuncio
> a continuare ad ascoltar musica, poichè situazioni da "urlo" me ne
> capiteranno ancora, eccome......
non sapendo la tua età vado male nel rapportarmi a te... io ho 23 anni
(ancora per poco)
quando ascoltati Madonna ero un adolescente, credo che in quella stagione di
lotta ormonale like a vergin
mi cambiò alquanto in ambito musicale...
poi ci fu De André: un'altro cambio
poi fu la volta degli Aerosmith,
nel 1991 attratto dalla macchina in copertina comprai Tweez e fu l'ennesino
cambio
ma poco prima avevo preso Doolittle dei Pixies ed era stato cambio...
nel 1994 fu Beck...
il concerto di Grubbs mi cambio nuovamente e poi furono gli US Maple e poi
fu Ayler ecc...
(la cronologia mi rimane sfuocata...)
quello che voglio dire che la conversione procedono per rivoluzioni...
ma una coversione totale non si scinde facilmente dalla fissazione...
lo stupore quello di de andré quando diceva "mi innamoravo di tutto"
dovrebbe accompagnarci sempre
l'innamorarsi (è sinonimo di cambiare?) dipende profondamete dall'età che
sia ha...
ed è logico tu, ora, non possa più provare l'esperienza che ti hanno dato
gli husker du...
>> Giustamente, la salvezza avviene una sola volta ...
> Un certo tipo di salvezza sì, almeno io la penso così.
penso che non c'è salvezza fintanto che ci si crede in salvo:
la salvezza è nel cercarla (ma la salvezza non esiste...)
proprio "il come" ti sei sentito quanto quella lieta violenza ti ha cambiato
dovrebbe spronarti a cercare continuate d'essere "violentato"
a meno che tu non creda che quella dell'ascolto degli husker du sia stata
solo violenza bruta...
ciao
Michele
Michele Saracino wrote:
> penso che non c'č salvezza fintanto che ci si crede in salvo: la salvezza č
> nel cercarla (ma la salvezza non esiste...)
Osservazione geniale. :-)
bye stanz
PS: unico appunto: la salvezza č vero, non esiste, esiste semplicemente un
flusso energetico, una emanazione di karma positivo, che ti fa vedere il mondo e
percepire il mondo in maniera piů tua. La salvezza č "entrare di piů dentro te
stesso", essere meno in balia di quell'enorme "noi" che ci sovrasta...e ci
governa l'anima.
ecco un esempio di come l'uomo possa eliminare le distanze che la tecnologia
a potuto tracciale!
il tuo acquarello č magnifico... specie quel frammento:
"essere meno in balia di quell'enorme "noi" che ci sovrasta"
la salvezza č il pesante fardello che porteremo dietro per tutta la vita, ma
č un lieto carico.
t'abbraccerei ma non so il tuo nome...
ciao
Michele
Michele Saracino wrote:
> la salvezza è il pesante fardello che porteremo dietro per tutta la vita, ma è
> un lieto carico.
> t'abbraccerei ma non so il tuo nome...
Non debbo essere ringraziato, sono cose che non dico io, "vengono dette", ma
sono già nella musica. In questi casi sono un semplice tramite...
bye s.
anche in questo caso il mezzo è il messaggio!
per questo ti ho ringraziato
ciao
Michele
cazzo, hai comprato gli Slint a 15 anni!!!!!!!!!!!!
Complimenti.
ciao
Polvo
Polvo <d_tom...@hotmail.com> wrote in message
38671...@news.megasys.it...
>
> Michele Saracino <sara...@tmn.it> wrote in message
> 8glb1o$ig0$1...@fe2.cs.interbusiness.it...
> cazzo, hai comprato gli Slint a 15 anni!!!!!!!!!!!!
> Complimenti.
anche i miei, perň s'č un pň bruciato!!!
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paint my walls blue, but don't forget smiling sun
paint my walls blue, but don't forget floating clouds
paint my walls blue, but don't forget singing birds
Don't you think that I can be like a butterfly?