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voci sassofonistiche originali di oggi

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Emanuele P

unread,
Dec 7, 2005, 6:04:47 PM12/7/05
to
Stavo pensando che oggigiorno c'è un po' troppa omologazione tra le "voci"
dei sassofonisti viventi, si sentono troppo spesso dei timbri e delle
"tonalità" di voce che si somigliano troppo e che quindi appiattiscono il
panorama generale e ammazzano l'originalità. Non sono molti i sassofonisti
viventi per i quali basta una nota o poco più per poter dire "ah sì, sta
suonando Pinco Pallo, lo riconosco dal timbro del suo sax".

Mi vengono in mente davvero pochi nomi di "voci" originali viventi (a
prescindere dal fatto che mi piacciano o meno):
- Jan Garbarek (basta una nota per riconoscerlo...)
- Joe Lovano (timbro unico, anche se non mi piace lui)
- Charles Lloyd (le sue frasi soffiate al tenore, ben riconoscibile)
- Paul McCandless (soprano meraviglioso)
- John Surman (un altro soprano bellissimo, ma il baritono non è molto
originale)
- Wayne Shorter (il soprano soprattutto, mentre il suo tenore oggi è
piattissimo)

E purtroppo, considerando soltanto il timbro del sax (non il modo di suonare
o le loro composizioni), faccio fatica a dare originalità alla voce di
questi sassofonisti:
- Chris Potter (seppur bravissimo)
- Joshua Redman
- Branford Marsalis
- Michael Brecker (sfigatissimo in questo periodo...)
- Bob Mintzer

Vi passo la palla, voi che nomi aggiungereste ai due gruppi sopra? Chi c'è
da citare?
Mi ripeto, parlo solo di "timbro" e "voce" del sax, non del modo di suonareo
di fraseggiare. E soprattutto parlo di sasofonisti viventi, perchè se
andiamo indietro nel passato di nomi originali ne verrebbero fuori a decine
e decine...

Saluti!

Emanuele
(da oggi coin un nuovo fantastico Selmer tenore) :-))))


The Squash Delivery Boy

unread,
Dec 7, 2005, 6:17:39 PM12/7/05
to
Emanuele P wrote:

>"voci" originali viventi (a prescindere dal fatto che mi piacciano o meno):

Jackie McLean
Lee Konitz
Archie Shepp
John Tchicai
Charles Gayle
Mark Turner
David Murray
Peter Broetzmann

>faccio fatica a dare originalità alla voce di questi sassofonisti:

Suppongo che a mettercisi con microscopio si possa imparare a
riconoscerli, ma ne varrà la pena?

> Emanuele
> (da oggi coin un nuovo fantastico Selmer tenore) :-))))

Hai già trovato la tua voce?

Emanuele P

unread,
Dec 7, 2005, 6:22:23 PM12/7/05
to

"The Squash Delivery Boy" <squ...@zucca.it> ha scritto nel messaggio
news:squash-0812...@192.168.1.3...

> John Tchicai
> Charles Gayle
> Mark Turner

> Peter Broetzmann

Ammetto l'ingnoranza di non conoscerli....


> Suppongo che a mettercisi con microscopio si possa imparare a
> riconoscerli, ma ne varrà la pena?

Dovrebbero essere loro a sforzarsi ad essere riconoscibili, no? :-)


> Hai già trovato la tua voce?

Domandona la tua!
Certo che no, dammi qualche anno e riparliamone (anche se ho già alle spalle
16 anni di sax). Trovare la propria voce è come trovare la combinazione
perfetta ancia-bocchino, ovvero prima che ci riesci ne passa... sempre se
riesci. :-)

E


Andk.

unread,
Dec 8, 2005, 3:19:34 AM12/8/05
to
"Emanuele P" <emanuelepas...@tin.it> ha scritto nel messaggio
news:43976a97$0$13259$4faf...@reader2.news.tin.it...


> (da oggi coin un nuovo fantastico Selmer tenore) :-))))

Col soprano come butta?
Eri tu che cercavi un gruppo con cui suonare? Come va? Suonate in giro?

Alessandro Oggioni

unread,
Dec 8, 2005, 5:11:36 AM12/8/05
to

"Emanuele P" <emanuelepas...@tin.it> ha scritto nel messaggio
news:43976a97$0$13259$4faf...@reader2.news.tin.it...


Io personalmente amo molto David Liebman, soprattutto le sue produzoni negli
anni '80- primi anni '90 (nel gruppo Quest). Trovo molto interessanti anche
Gary Bartz ed Arthur Blythe; tra i solisti più recenti in particolare
apprezzo Ellery Eskelin, J.D Allen, Avram Fefer e Michel Moore. Un musicista
che ascolto da poco e che trovo davvero stupefacente, ma suona usualmente il
clarinetto basso e finisco OT, è il tedesco Rudi Mahall.

ciao
Alessandro


The Squash Delivery Boy

unread,
Dec 8, 2005, 5:15:23 AM12/8/05
to
Alessandro Oggion wrote:

> tra i solisti più recenti in particolare
> apprezzo Ellery Eskelin, J.D Allen, Avram Fefer e Michel Moore

Ma li riconosci solo dal suono, dopo poche note? È questo che chiedeva lui.

facchi

unread,
Dec 8, 2005, 5:23:38 AM12/8/05
to
Il 08 Dic 2005, 00:04, "Emanuele P" <emanuelepas...@tin.it> ha
scritto:

> Stavo pensando che oggigiorno c'è un po' troppa omologazione tra le "voci"
> dei sassofonisti viventi, si sentono troppo spesso dei timbri e delle
> "tonalità" di voce che si somigliano troppo e che quindi appiattiscono il
> panorama generale e ammazzano l'originalità. Non sono molti i sassofonisti
> viventi per i quali basta una nota o poco più per poter dire "ah sì, sta
> suonando Pinco Pallo, lo riconosco dal timbro del suo sax".

Non sono del tutto d'accordo, non tanto nel merito ma nell'impostazione di
quel che osservi.

In effetti l'originalità della voce è importante nel jazz, ma non la
legherei per forza all'originalità tout court come fai tu specialmente nel
sassofonismo moderno e odierno che è, comunque la si voglia vedere, post
coltraniano, nel senso che tutti (almeno i tenori) hanno dovuto fare i conti
con Coltrane. Tuttavia forse il discorso andrebbe fatto risalire addirittura
al bop e all'avvento di Charlie Parker.
Intendo dire che da Parker (e Coltrane) successivamente l'attenzione
musicale ed espressiva dei sassofonisti si è spostata molto sul fraseggio e
sulla sua intensità più che sul suono, la sua formazione e la sua
caratterizzazione personale. Ciò a mio avviso è dovuto principalmente al
fatto che il metodo improvvisativo è passato a porre la propria attenzione
dalla parafrasi melodico-ritmica di tipo armstronghiano (tipica del pre-bop)
alla costruzione melodica sugli accordi di tipo parkeriano (tanto è vero che
lo stesso Parker, pur essendo originalissimo non gode in effetti di uno dei
più bei suoni sassofonistici della storia del jazz, sicuramente sassofonisti
antecedenti come Benny Carter o Johnny Hodges gli sono superiori sotto tale
profilo).
In estrema sintesi e tanto per capirci, da una concezione improvvisativa più
"orizzontale" si è passati ad una più "verticale" in cui inevitabilmente il
fraseggio viene ad assumere un ruolo preponderante rispetto al suono. Il
discorso si è rafforzato poi con il modale, le scale e gli "sheets of sound
di Coltrane".
Quindi un certo processo di uniformazione del suono a mio avviso è un
processo non odierno ma da far risalire con una certa continuità al
dopoguerra. Naturalmente vi sono varie eccezioni, nel senso che quando un
sassofonista ha fonti di ispirazioni non esclusivamente boppistiche o modali
il suono torna ad avere una sua rilevanza espressiva. Non a caso chi si è
ispirato o si ispira anche alla tradizione più profonda, non solo
jazzistica, ma afroamericana tout court (leggasi gospel, soul, blues e
rhythm & blues ecc.) o ad altre fonti più latino americane o caraibiche, o
comunque non esclusivamente boppistiche e post boppistiche mostra un
recupero di attenzione sulla formazione del suono e la sua stessa
originalità. E il discorso vale anche in ambito di free e post free, dove i
suoni riprendono ad avere una certa importanza e rilevanza rispetto al
fraseggio, che a momenti diventa pressoché magmatico o inesistente. Non a
caso sassofonisti come Shepp, Ayler, Mitchell, Murray e via discorrendo
hanno suoni pressoché inconfondibili e affondano il loro sassofonismo nelle
profonde radici della loro tradizione musicale.
Penso inoltre, collegandomi al pensiero precedente, a sassofonisti dell'area
"honkers" o di origine texana o di ispirazione R&B come E. L Davis, Gene
Ammons, Stanley Turrentine, Sonny Criss, Illinois Jacquet o comunque di
ispirazione blues, Soul e R&B. O ancora ai più recenti come Dewey Redman o
Billy Harper (voci super inconfondibili, guarda caso texani?). Per non
parlare poi di giganti che pur raccogliendo pienamente la lezione del bop
hanno trovato un grandioso equilibrio tra suono e fraseggio, come Sonny
Rollins, Dexter Gordon o Stan Getz e non a caso sono da considerare tra i
più grandi.

Insomma, il discorso tirato fuori da Emanuele mi pare interessante e
abbastanza articolato da affrontare e credo ci vorrebbero altri contributi
più colti, meno rozzi e meno "paesani" del mio... :-)

> Mi vengono in mente davvero pochi nomi di "voci" originali viventi (a
> prescindere dal fatto che mi piacciano o meno):
> - Jan Garbarek (basta una nota per riconoscerlo...)
> - Joe Lovano (timbro unico, anche se non mi piace lui)
> - Charles Lloyd (le sue frasi soffiate al tenore, ben riconoscibile)
> - Paul McCandless (soprano meraviglioso)
> - John Surman (un altro soprano bellissimo, ma il baritono non è molto
> originale)
> - Wayne Shorter (il soprano soprattutto, mentre il suo tenore oggi è
> piattissimo)

Ce ne sono parecchi altri. Alcuni li ho già citati sopra: Shepp, Rivers D.
Redman, B. Harper, A Braxton, D. Murray, R. Mitchell, G. Barbieri ecc. altri
li ha citati Squash, ma sicuramente ne dimentichiamo molti altri.
Sull'originalità di Lloyd e Garbarek non ho nulla da ridire, tranne che da
ex sassofonista non ho mai tenuto minimamente ad avere un suono così
particolare ma sostanzialmente cos' di merda, specie quello di Lloyd. Così
tanto per essere espliciti nelle mie opinioni.


>
> E purtroppo, considerando soltanto il timbro del sax (non il modo di
suonare
> o le loro composizioni), faccio fatica a dare originalità alla voce di
> questi sassofonisti:
> - Chris Potter (seppur bravissimo)
> - Joshua Redman
> - Branford Marsalis
> - Michael Brecker (sfigatissimo in questo periodo...)
> - Bob Mintzer

A mio avviso occorre saper affinare il proprio orecchio e non vedere solo
differenze macroscopiche di suono alla portata di chiunque ascolti per la
prima volta sassofonisti inconfondibili come ad esempio Garbarek o Lloyd
piuttosto che Barbieri o Getz.
Ad esempio ad uno studio attento Mintzer è abbastanza diverso da Brecker,
certo, meno nel suono e più nel fraseggio, ma se li ascolti bene non si
confondono. Mintzer è meno notaiolo di Brecker, forse anche tecnicamente
meno consistente, ma non di moltissimo. Come pure Bob Berg si distingue da
Brecker, anche perchè mi pare usasse ance più morbide ottenendo un suono più
nasale. Poi dipende anche dal bocchino che si usa, dalla imboccatura
ecc.ecc.Penso tu sappia meglio di me queste cose.

Prova ad esercitarti ad esempio a riconoscere sassofonisti di area bianca
apparentemente simili come Zoot Sims, Al Cohn, Brew Moore, Allen Eager che
spesso suonavano insieme e ti accorgerai di quanta differenza c'è tra loro.
Un caso emblematico è per me Sonny Stitt che per molti risulta una copia di
Parker. Invece se lo ascolti bene lo si può distinguere abbastanza
facilmente. E tanti altri potrebbero essere i casi da citare.

> Mi ripeto, parlo solo di "timbro" e "voce" del sax, non del modo di
suonareo
> di fraseggiare. E soprattutto parlo di sasofonisti viventi, perchè se
> andiamo indietro nel passato di nomi originali ne verrebbero fuori a
decine
> e decine...
>

Non facciamo però un mito dell'originalità nella voce a tutti i costi. A
volte può anche significare poco: Garbarek e Lloyd sono per me un esempio.
ciao
f.

--------------------------------
Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/

Alessandro Oggioni

unread,
Dec 8, 2005, 5:58:48 AM12/8/05
to

"The Squash Delivery Boy" <squ...@zucca.it> ha scritto nel messaggio
news:squash-0812...@192.168.1.3...


Sì, sono quelli che personalmente PIU' riconosco tra i musicisti recenti e
meno. Dal suono ma anche dal fraseggio comunque, due aspetti della
personalità di un sassofonista che non ritengo separabili, tra quelli che lo
rendono riconosibile. Un'altro che avrei citato è Kenny Garrett, artista
però per me discontinuo, non sempre così ispirato, che mi ha molto
impressionato in un disco magistrale come Triolgy e meno in altri
(Pursuance, Songbook). Notevoli i suoi assoli in 3 brani del recente Planet
Hearth di Dennis Chambers dove espone la sua voce dei momenti migliori,
abbastanza personale, affilata e trascinante, per me riconoscibile nella sua
derivazione da McLean, Coltrane e forse Gordon.

ciao
Alessandro


Emanuele P

unread,
Dec 8, 2005, 6:36:53 AM12/8/05
to

"Andk." <YOUandk...@NOTinwind.itARRIVE> ha scritto nel messaggio
news:q0Slf.74564$65.21...@twister1.libero.it...

Ero io, sě. Il soprano va benissimo, mi trovo meglio con lui che con 15 anni
di tenore. Ma col Selmer č tutto un altro mondo!
Facciamo qualche serata in un ristorante sui navigli, cose semplici e per
orecchie non troppo critiche.

ciao!
E


Andk.

unread,
Dec 8, 2005, 6:58:17 AM12/8/05
to
"Emanuele P" <emanuelepas...@tin.it> ha scritto nel messaggio
news:43981ad8$0$16215$4faf...@reader3.news.tin.it...

> Ero io, sě. Il soprano va benissimo, mi trovo meglio con lui che con 15
anni
> di tenore. Ma col Selmer č tutto un altro mondo!

Eh eh.
Avevi un Opera vero?

> Facciamo qualche serata in un ristorante sui navigli, cose semplici e per
> orecchie non troppo critiche.

Quartetto? Quintetto? Che brani? Standard?

Antonio323

unread,
Dec 8, 2005, 7:21:43 AM12/8/05
to

Uscendo dal "solito" mainstream:

- David S. Ware
- Charles Gayle
- Joe Maneri

A.


--

questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad ab...@newsland.it


Paolo (ex Sallustio)

unread,
Dec 8, 2005, 8:30:47 AM12/8/05
to
On Thu, 8 Dec 2005 00:22:23 +0100, "Emanuele P"
<emanuelepas...@tin.it> wrote:

>> Mark Turner


>
>Ammetto l'ingnoranza di non conoscerli....

Mark Turner suonava con Rosenwinkel (il chitarrista di cui si
discuteva qualche giorno fa sul ng). Li ho visti dal vivo un paio di
anni fa ed erano veramente bravi.
Tuttavia non lo ritengo cosě distinguibile da molti altri, sempre
parlando di timbro.

Ciao, Paolo
--
Per rispondere in privato togli INVALID dall'indirizzo e-mail.
Paolo.

Paolo (ex Sallustio)

unread,
Dec 8, 2005, 8:36:31 AM12/8/05
to
On Thu, 08 Dec 2005 10:23:38 GMT, facch...@ibero.it (facchi) wrote:

>In effetti l'originalità della voce è importante nel jazz, ma non la
>legherei per forza all'originalità tout court come fai tu specialmente nel
>sassofonismo moderno e odierno che è, comunque la si voglia vedere, post
>coltraniano, nel senso che tutti (almeno i tenori) hanno dovuto fare i conti
>con Coltrane. Tuttavia forse il discorso andrebbe fatto risalire addirittura
>al bop e all'avvento di Charlie Parker.
>Intendo dire che da Parker (e Coltrane) successivamente l'attenzione
>musicale ed espressiva dei sassofonisti si è spostata molto sul fraseggio e
>sulla sua intensità più che sul suono, la sua formazione e la sua
>caratterizzazione personale.

Stavo per scrivere le stesse cose! non posso fare altro che quotare il
tuo pensiero.

Emanuele P

unread,
Dec 8, 2005, 9:00:12 AM12/8/05
to

"Andk." <YOUandk...@NOTinwind.itARRIVE> ha scritto nel messaggio
news:tdVlf.26922$S6.4...@twister2.libero.it...

> "Emanuele P" <emanuelepas...@tin.it> ha scritto nel messaggio
> news:43981ad8$0$16215$4faf...@reader3.news.tin.it...
>
>> Ero io, sì. Il soprano va benissimo, mi trovo meglio con lui che con 15
> anni
>> di tenore. Ma col Selmer è tutto un altro mondo!

>
> Eh eh.
> Avevi un Opera vero?

Il tenore che avevo era un Amati (cecoslovacco), bel suono ma meccanica da
"Meccano" appunto :-)
Ma ha fatto il suo dovere per 15 anni. Ora sono passato al Selmer TS-500, un
abisso!
L'Opera che ho è il soprano, il mio primo soprano.Bel suono intonato,
facilità di emissione, forse gli manca un po' di spessore ma per ora mi
ritengo contento.


>> Facciamo qualche serata in un ristorante sui navigli, cose semplici e per
>> orecchie non troppo critiche.
>
> Quartetto? Quintetto? Che brani? Standard?

Quintetto strano: due chitarre, sax, basso, batteria. Repertorio standard,
swing, hard-bop, bossa, con punte in avanti più moderne.

E


Emanuele P

unread,
Dec 8, 2005, 9:12:05 AM12/8/05
to

"facchi" <facch...@ibero.it> ha scritto nel messaggio
news:82Z52Z15Z91Y11...@usenet.libero.it...

> In effetti l'originalità della voce è importante nel jazz, ma non la
> legherei per forza all'originalità tout court come fai tu specialmente nel
> sassofonismo moderno e odierno che è, comunque la si voglia vedere, post
> coltraniano, nel senso che tutti (almeno i tenori) hanno dovuto fare i
> conti
> con Coltrane.
(...)

> In estrema sintesi e tanto per capirci, da una concezione improvvisativa
> più
> "orizzontale" si è passati ad una più "verticale" in cui inevitabilmente
> il
> fraseggio viene ad assumere un ruolo preponderante rispetto al suono.

Non ho le competenze adatte per poterti rispondere rimanendo su un livello
"alto" come il tuo. Quello che scrivi è davvero interessante e ti ringrazio.
In ogni caso, credo che non sia del tutto vero che oggi conta di più il
fraseggio del suono, e che sia stato l'opposto nel passato pre-bop (non mi
pare che 60 anni fa pensassero al suono, ma piuttosto l'attenzione era
rivolta al linguaggio e all'interpretazione, quindi al fraseggio... no?). Il
be-bop è stata appunto una rivoluzione soprattuto di linguaggio e di
interpretazione, non di timbro. Sbaglio?


> Insomma, il discorso tirato fuori da Emanuele mi pare interessante e
> abbastanza articolato da affrontare e credo ci vorrebbero altri contributi
> più colti, meno rozzi e meno "paesani" del mio... :-)

Figuriamoci, io sono musicalmente più rozzo di un tritasassi :-)


> Sull'originalità di Lloyd e Garbarek non ho nulla da ridire, tranne che da
> ex sassofonista non ho mai tenuto minimamente ad avere un suono così
> particolare ma sostanzialmente cos' di merda, specie quello di Lloyd.

Garbarek ha forse uno dei suoni più espressivi in assoluto, che piaccia o
meno. Lloyd in effetti ha solo un suono di merda :-)


> A mio avviso occorre saper affinare il proprio orecchio e non vedere solo
> differenze macroscopiche di suono alla portata di chiunque ascolti per la
> prima volta sassofonisti inconfondibili come ad esempio Garbarek o Lloyd
> piuttosto che Barbieri o Getz.

Ma non ti pare che dall'altra parte (cioè dalla parte di questi
sassofonisti) non ci sia poi questa grande intenzione a sforzarsi per uscire
dalla mischia dei suoni omologati? Perchè lo sforzo devo farlo io per poter
trovare originalità in musicisti che fanno poco per essere originali
davvero?


> Non facciamo però un mito dell'originalità nella voce a tutti i costi. A
> volte può anche significare poco: Garbarek e Lloyd sono per me un esempio.

D'accordissimo. Ma in ogni caso l'artista deve sapersi distinguere,
altrimenti che artista è?

Saluti!
E


Neo

unread,
Dec 8, 2005, 9:14:59 AM12/8/05
to

"Emanuele P" <emanuelepas...@tin.it> ha scritto nel messaggio
news:43983f38$0

> meno. Lloyd in effetti ha solo un suono di merda :-)


Povero, ad un certo punto ha dovuto smettere di buttar via soldi in
strumenti credendo che il suono dipenda da selmer otto link e varie rico.


facchi

unread,
Dec 8, 2005, 9:53:02 AM12/8/05
to
Il 08 Dic 2005, 15:12, "Emanuele P" <emanuelepas...@tin.it> ha
scritto:

> In ogni caso, credo che non sia del tutto vero che oggi conta di più il


> fraseggio del suono, e che sia stato l'opposto nel passato pre-bop (non mi
> pare che 60 anni fa pensassero al suono, ma piuttosto l'attenzione era
> rivolta al linguaggio e all'interpretazione, quindi al fraseggio... no?).
Il
> be-bop è stata appunto una rivoluzione soprattuto di linguaggio e di
> interpretazione, non di timbro. Sbaglio?

Come dicevo a Veschi, da alcuni decenni è in corso una sintesi molto
variegata che non parte esclusivamente dal bop e finisce esclusivamente col
modale e poco oltre, ma che riprende moltissimi elementi della tradizione
più profonda, dalle radici sino a ciò che succede ai giorni nostri.
Addirittura la sintesi odierna va oltre il linguaggio afroamericano, il jazz
e persino l'America. E' tendenza ormai consolidata da almeno tre decenni.
In questo senso, il recupero del suono e della sua espressività ai fini
musicali nei sassofonisti più recenti del Jazz si nota. Vedi un Joshua
Redman o un James Carter, ad esempio, ma se ne potrebbero citare diversi
altri che non fanno riferimento solo a Parker, Coltrane o Brecker, per
intenderci.

Riguardo al modo di suonare pre bop, non ho detto che i musicisti non
prestassero attenzione al fraseggio, ma che costruivano la frase più
pensando in termini "orizzontali" che "verticali", più in termini di
parafrasi delle melodie, utilizzando anche degli spunti ritmici
nell'accentare il pensiero improvvisativo. In questa logica diventa
essenziale e indispensabile anche la caratterizzazione del suono e il lavoro
sul suono. Pensa a sassofonisti come Ben Webster o Johnny Hodges con il loro
largo uso espressivo del glissato e/o del soffiato diventati poi pressoché
obsoleti nel bop e nel modale, in cui erano dei veri maestri. O ancora a
sassofonisti come Bud Freeman, Herschel Evans, Buddy Tate o Don Byas che
utilizzavano il vibrato, mentre dopo Parker e Coltrane il vibrato, come
artificio espressivo è pressoché sparito.

Forse i sassofonisti della tradizione che più hanno anticipato questo
mutamento, prima ancora di Parker sono stati proprio Coleman Hawkins e
Lester Young.
Il primo perché ha molto presto pensato in termini "verticali" più che
"orizzontali" nell'improvvisare, affrancandosi da Armstrong già negli anni
'30, dopo che negli anni' 20 subì anch'egli la forte e "necessaria"
influenza di Armstrong (si pensi al suo primo famosissimo assolo, "The
Stampede" del 1926 in cui sembra quasi ricalcare al sassofono il modo di
fraseggiare di Armstrong nell'orchestra di Fletcher Henderson). L'altro per
la progressiva eliminazione del vibrato (non del glissato di cui continuò a
far largo uso) che costituisce un ostacolo, quasi fisico, a suonare una
frase ricca di note e veloce come si usava poi fare nel bop. Entrambi
possono infatti essere in qualche modo considerati i precursori del
sassofonismo moderno e non a caso sono stata ispirazione di Parker, Rollins,
Gordon, Getz e compagnia suonando.
>


> Garbarek ha forse uno dei suoni più espressivi in assoluto, che piaccia o
> meno. Lloyd in effetti ha solo un suono di merda :-)

Credo che sul concetto di suono espressivo abbiamo concezioni e riferimenti
molto differenti, pur non negando una sua forma di espressività
indiscutibile ed originale a Garbarek.


>
>
> Ma non ti pare che dall'altra parte (cioè dalla parte di questi
> sassofonisti) non ci sia poi questa grande intenzione a sforzarsi per
uscire
> dalla mischia dei suoni omologati? Perchè lo sforzo devo farlo io per
poter
> trovare originalità in musicisti che fanno poco per essere originali
> davvero?

Non condivido. L'originalità spesso non passa e non si distingue solo dal
suono, in modo così chiaro, ma è nel fraseggio, nella costruzione
dell'assolo, nel modo di affrontare il materiale tematico. Sfido chiunque a
dire che un Warne Marsh, un Lee Konitz, un Zoot Sims o un Al Cohn non
abbiano un loro modo tipico ed originale di suonare. Solo che bisogna
affinare molto di più l'ascolto per comprenderlo.


>
>
> D'accordissimo. Ma in ogni caso l'artista deve sapersi distinguere,
> altrimenti che artista è?
>

Non credo che un artista si distingua da un altro perché riesce a creare un
suono originale o lavori su un "progetto" piuttosto che un altro. Spesso in
tal modo si creano solo delle forzature, come infatti oggi accadono.
Io credo che la cosa più importante è che egli abbia idee, carisma e urgenza
espressiva, oltre all'indispensabile talento, ovviamente. Oggi forse siamo
un po' carenti su queste cose.

Alessandro Oggioni

unread,
Dec 8, 2005, 11:05:05 AM12/8/05
to

"facchi" <facch...@libero.it> ha scritto nel messaggio
news:82Z54Z75Z130Y1...@usenet.libero.it...
> :

>(........)


> L'originalità spesso non passa e non si distingue solo dal
> suono, in modo così chiaro, ma è nel fraseggio, nella costruzione
> dell'assolo, nel modo di affrontare il materiale tematico. Sfido chiunque
> a
> dire che un Warne Marsh, un Lee Konitz, un Zoot Sims o un Al Cohn non
> abbiano un loro modo tipico ed originale di suonare. Solo che bisogna
> affinare molto di più l'ascolto per comprenderlo.

Questi tuoi erano proprio gli esempi cui pensavo nella la importanza del
fraseggio oltre che del sound. Complimenti -in generale- per i tuoi post;
per la tua tutt'altro che rozza competenza e capacità di sintesi

Alessandro


Neo

unread,
Dec 8, 2005, 11:37:19 AM12/8/05
to

"Emanuele P" <emanuelepas...@tin.it> ha scritto nel messaggio
news:43976a97$0

> - Michael Brecker (sfigatissimo in questo periodo...)


Avere una grave forma di leucemia ed essere in attesa di un trapianto di
midollo non è esattamente essere "sfigatissimo in questo periodo"


Gabriele Martufi

unread,
Dec 8, 2005, 12:28:36 PM12/8/05
to
Non sono molti i sassofonisti
> viventi per i quali basta una nota o poco piů per poter dire "ah sě, sta

> suonando Pinco Pallo, lo riconosco dal timbro del suo sax".
---
David Sanborn io lo riconosco da una SOLA nota!
Senza considerare che č uno dei pochi saxofonisti in grado di spaziare su
piů generi musicali con disinvoltura e sempre hai massimi livelli: Jazz,
Smooth Jazz, Crossover, Soul, Funk, Rhythm & Blues, Fusion, Pop, Rock...
Quando si parla di alto-saxofonisti (a mio avviso) č doveroso citarlo anche
se certamente non puň essere considerato un "jazzman"... ma un GRANDE
musicista senz'altro si.

Ciao a tutti
David Sanborn - Fan Club
http://it.groups.yahoo.com/group/david-sanborn/


Emanuele P

unread,
Dec 8, 2005, 12:42:11 PM12/8/05
to

"Neo" <ci...@yahoo.com> ha scritto nel messaggio
news:0kZlf.19994$z_6....@tornado.fastwebnet.it...

> Avere una grave forma di leucemia ed essere in attesa di un trapianto di
> midollo non è esattamente essere "sfigatissimo in questo periodo"

Ok, non volevo assolutamente mancare di rispetto.
Però converrai con me che è davvero sfortunato.

E


Torsone

unread,
Dec 9, 2005, 2:26:32 AM12/9/05
to
\> Vi passo la palla, voi che nomi aggiungereste ai due

> gruppi sopra? Chi c'è
> da citare?
> Mi ripeto, parlo solo di "timbro" e "voce" del sax,
> non del modo di suonareo
> di fraseggiare. E soprattutto parlo di sasofonisti
> viventi, perchè se
> andiamo indietro nel passato di nomi originali ne
> verrebbero fuori a decine
> e decine...

Cavolo son morti Lee Konitz e Phil Woods e nessuno mi ha
avvertito !!!!
--
Postato da Virgilio Newsgroup: scopri i nuovi gruppi
Eros, foto e video a http://newsgroup.eros.virgilio.it

Alessandro Antonucci

unread,
Dec 9, 2005, 4:27:27 AM12/9/05
to
In article <282312.1134113432338.JavaMail.newsgroup@sc-ng-1>, Torsone wrote:

> Cavolo son morti Lee Konitz e Phil Woods e nessuno mi ha
> avvertito !!!!

Mi pare che Konitz sia stato citato.

Riguardo a Woods, ha certamente un suono personale
e riconoscibile, ma con una fortissima impronta
parkeriana. Questo per dire che, visto che si parla
esclusivamente di qualita' timbriche, non e' forse
cosi' scandaloso che non sia stato citato subito.

Saluti.

Alessandro

Alessandro Antonucci

unread,
Dec 9, 2005, 4:27:27 AM12/9/05
to
In article <dn98gn$13s$1...@news.newsland.it>, Antonio323 wrote:

> - David S. Ware

Chissa' perche' ma e' il primo nome che
mi e' venuto in mente leggendo il primo
post di questo thread.

Alessandro

Alessandro Antonucci

unread,
Dec 9, 2005, 4:27:28 AM12/9/05
to
In article <43983f38$0$27598$4faf...@reader1.news.tin.it>, Emanuele P wrote:
>
> "facchi" <facch...@ibero.it> ha scritto nel messaggio
>
>> Sull'originalità di Lloyd e Garbarek non ho nulla da ridire, tranne che da
>> ex sassofonista non ho mai tenuto minimamente ad avere un suono così
>> particolare ma sostanzialmente cos' di merda, specie quello di Lloyd.
>
> [...]

> Lloyd in effetti ha solo un suono di merda :-)

Sono piuttosto sorpreso da queste considerazioni
sulla voce sassofonistica di Lloyd.

Personalmente credo che se il criterio dell'originalita'
di una voce strumentale e' praticamente oggettivo, si possa
quantomeno discutere su quanto un suono sia o meno 'bello'.

Se pero' vi sono degli argomenti per i quali il suono
di Lloyd e' oggettivamente mediocre o piatto (laddove
sulla sua originalita' mi pare nessuno discuta) sarei
molto curioso di leggerli.

Un saluto, senza nessuna polemica.

Alessandro

F.

unread,
Dec 9, 2005, 5:17:20 AM12/9/05
to

> Non sono molti i sassofonisti
> viventi per i quali basta una nota o poco piů per poter dire "ah sě, sta
> suonando Pinco Pallo, lo riconosco dal timbro del suo sax":

Per me sono inconfondibili:

K.Garrett
J.Bergonzi
J.Heath
B.Marsalis
G. Coleman
S.Coleman
O.Coleman
E.Alexander
M.Brecker
W.Shorter
V.Herring
.....


The Squash Delivery Boy

unread,
Dec 9, 2005, 5:54:40 AM12/9/05
to

> O.Coleman

Questo ce lo siamo dimenticati tutti, imperdonabilmente. Bravo.

E anche Shorter in effetti, anche se un pochino spompato, č inconfondibile.

sq

Message has been deleted

Antonio323

unread,
Dec 9, 2005, 8:25:51 AM12/9/05
to
Alessandro Antonucci ha scritto:

> > - David S. Ware

> Alessandro

Come ti capisco :-)
Fa parte di quei musicisti dal "suono largo" che mi fanno particolarmente
vibrare...
Avrei aggiunto anche Sam Rivers, che resta sempre un grande.

Antonio

fringe

unread,
Dec 9, 2005, 8:48:37 AM12/9/05
to

Mi piace questa lista ci aggiungo:

Bobby Watson
Dave Liebman
D. Redman

fringe

unread,
Dec 9, 2005, 8:54:45 AM12/9/05
to
Il 09 Dic 2005, 14:48, fri...@yahoo.com (fringe) ha scritto:
> Il 09 Dic 2005, 11:17, "F." <a...@tin.it> ha scritto:
> >
> > > Non sono molti i sassofonisti
> > > viventi per i quali basta una nota o poco piů per poter dire "ah sě,
sta
> > > suonando Pinco Pallo, lo riconosco dal timbro del suo sax":
> >
> > Per me sono inconfondibili:
> >
> > K.Garrett
> > J.Bergonzi
> > J.Heath
> > B.Marsalis
> > G. Coleman
> > S.Coleman
> > O.Coleman
> > E.Alexander
> > M.Brecker
> > W.Shorter
> > V.Herring
>
> Mi piace questa lista ci aggiungo:
>
> Bobby Watson
> Dave Liebman
> D. Redman

Mi sono dimenticato:

George Garzone

Funky Saxophone

unread,
Dec 9, 2005, 1:20:03 PM12/9/05
to
Ti sei dimenticato Zorn... e Steve Coleman....


"Emanuele P" <emanuelepas...@tin.it> ha scritto nel messaggio
news:43976a97$0$13259$4faf...@reader2.news.tin.it...


> Stavo pensando che oggigiorno c'è un po' troppa omologazione tra le "voci"
> dei sassofonisti viventi, si sentono troppo spesso dei timbri e delle
> "tonalità" di voce che si somigliano troppo e che quindi appiattiscono il

> panorama generale e ammazzano l'originalità. Non sono molti i sassofonisti
> viventi per i quali basta una nota o poco più per poter dire "ah sì, sta
> suonando Pinco Pallo, lo riconosco dal timbro del suo sax".


>
> Mi vengono in mente davvero pochi nomi di "voci" originali viventi (a
> prescindere dal fatto che mi piacciano o meno):
> - Jan Garbarek (basta una nota per riconoscerlo...)
> - Joe Lovano (timbro unico, anche se non mi piace lui)
> - Charles Lloyd (le sue frasi soffiate al tenore, ben riconoscibile)
> - Paul McCandless (soprano meraviglioso)
> - John Surman (un altro soprano bellissimo, ma il baritono non è molto
> originale)
> - Wayne Shorter (il soprano soprattutto, mentre il suo tenore oggi è
> piattissimo)
>

> E purtroppo, considerando soltanto il timbro del sax (non il modo di
> suonare o le loro composizioni), faccio fatica a dare originalità alla
> voce di questi sassofonisti:
> - Chris Potter (seppur bravissimo)
> - Joshua Redman
> - Branford Marsalis

> - Michael Brecker (sfigatissimo in questo periodo...)

> - Bob Mintzer


>
> Vi passo la palla, voi che nomi aggiungereste ai due gruppi sopra? Chi c'è
> da citare?
> Mi ripeto, parlo solo di "timbro" e "voce" del sax, non del modo di
> suonareo di fraseggiare. E soprattutto parlo di sasofonisti viventi,
> perchè se andiamo indietro nel passato di nomi originali ne verrebbero
> fuori a decine e decine...
>

> Saluti!
>
> Emanuele

Funky Saxophone

unread,
Dec 9, 2005, 1:22:06 PM12/9/05
to

"Emanuele P" <emanuelepas...@tin.it> ha scritto nel messaggio
news:43983c6f$0$27599$4faf...@reader1.news.tin.it...

>
> "Andk." <YOUandk...@NOTinwind.itARRIVE> ha scritto nel messaggio
> news:tdVlf.26922$S6.4...@twister2.libero.it...
>> "Emanuele P" <emanuelepas...@tin.it> ha scritto nel messaggio
>> news:43981ad8$0$16215$4faf...@reader3.news.tin.it...
>>
>>> Ero io, sì. Il soprano va benissimo, mi trovo meglio con lui che con 15
>> anni
>>> di tenore. Ma col Selmer è tutto un altro mondo!
>>
>> Eh eh.
>> Avevi un Opera vero?
>
> Il tenore che avevo era un Amati (cecoslovacco), bel suono ma meccanica da
> "Meccano" appunto :-)
> Ma ha fatto il suo dovere per 15 anni. Ora sono passato al Selmer TS-500,
> un abisso!

Che dovrebbe essere un Selmer americano o sbaglio?


> L'Opera che ho è il soprano, il mio primo soprano.Bel suono intonato,
> facilità di emissione, forse gli manca un po' di spessore ma per ora mi
> ritengo contento.
>

spendi un po' in bocchini e legature... e qualcosa per dare spessore lo
trovi di sicuro...
Io ho trovato!!!

Emanuele P

unread,
Dec 9, 2005, 5:01:42 PM12/9/05
to

"Funky Saxophone" <funkysaxophone1***NOSPAM***@virgilio.it> ha scritto nel
messaggio news:4399cb4b$0$13262$4faf...@reader2.news.tin.it...

>> Ora sono passato al Selmer TS-500, un abisso!
>
> Che dovrebbe essere un Selmer americano o sbaglio?

No, made in Taiwan ma con meccanica uguale al Mark VI dei tempi che furono.
Nel complesso un bellissimo strumento, molto intonato e caldo.


>> L'Opera che ho è il soprano, il mio primo soprano.Bel suono intonato,
>> facilità di emissione, forse gli manca un po' di spessore ma per ora mi
>> ritengo contento.
>>
> spendi un po' in bocchini e legature... e qualcosa per dare spessore lo
> trovi di sicuro...
> Io ho trovato!!!

Sono curioso: che setup hai trovato alla fine? Mi consigli qualcosa? Marche,
materiali (ebanite o metallo?), ance...

E


Clivatxt

unread,
Dec 9, 2005, 6:13:16 PM12/9/05
to
Emanuele P ha scritto:

> Stavo pensando che oggigiorno c'è un po' troppa omologazione tra le "voci"
> dei sassofonisti viventi, si sentono troppo spesso dei timbri e delle
> "tonalità" di voce che si somigliano troppo e che quindi appiattiscono il
> panorama generale e ammazzano l'originalità. Non sono molti i sassofonisti
> viventi per i quali basta una nota o poco più per poter dire "ah sì, sta
> suonando Pinco Pallo, lo riconosco dal timbro del suo sax".
>
> Mi vengono in mente davvero pochi nomi di "voci" originali viventi (a
> prescindere dal fatto che mi piacciano o meno):
> - Jan Garbarek (basta una nota per riconoscerlo...)
> - Joe Lovano (timbro unico, anche se non mi piace lui)
> - Charles Lloyd (le sue frasi soffiate al tenore, ben riconoscibile)
> - Paul McCandless (soprano meraviglioso)
> - John Surman (un altro soprano bellissimo, ma il baritono non è molto
> originale)
> - Wayne Shorter (il soprano soprattutto, mentre il suo tenore oggi è
> piattissimo)
>
> E purtroppo, considerando soltanto il timbro del sax (non il modo di suonare
> o le loro composizioni), faccio fatica a dare originalità alla voce di
> questi sassofonisti:
> - Chris Potter (seppur bravissimo)
> - Joshua Redman
> - Branford Marsalis
> - Michael Brecker (sfigatissimo in questo periodo...)
> - Bob Mintzer
>

anche gerry mulligan mi sembra riconoscibilissimo...

facchi

unread,
Dec 10, 2005, 9:55:05 AM12/10/05
to
Il 09 Dic 2005, 10:27, Alessandro Antonucci <aless...@idsia.ch> ha
scritto:

> Sono piuttosto sorpreso da queste considerazioni
> sulla voce sassofonistica di Lloyd.
>

> Se pero' vi sono degli argomenti per i quali il suono
> di Lloyd e' oggettivamente mediocre o piatto (laddove
> sulla sua originalita' mi pare nessuno discuta) sarei
> molto curioso di leggerli.
>

Alessandro, si faceva un discorso piatto piatto tra suonatori di sassofono.
Nessun particolare rilievo con pretesa critica.
Hai mai provato ad imboccare un sassofono tenore?
Se trovi o hai mai trovato qualcuno tra gli allievi dello strumento che ti
dice che da grande vorrà avere il suono di Lloyd mi fai un fischio.
ciao
f.

Neo

unread,
Dec 10, 2005, 11:16:11 AM12/10/05
to

"facchi" <facch...@libero.it> ha scritto nel messaggio

> Se trovi o hai mai trovato qualcuno tra gli allievi dello strumento che ti
> dice che da grande vorrą avere il suono di Lloyd mi fai un fischio.
> ciao
> f.


Bah..

Lloyd ha un bellissimo suono, soprattutto perfetto per ciņ che fa.
Troppa gente qui lo conosce superficialmente, o per le cose fatte su ECM, ma
il signore, classe 1938, ne ha fatte di cose precedenti, assai belle e
interessanti, come Forest Flower tra le tante.
Poi i ragazzini oggi non sanno manco chi č Art Pepper, figuiamoci Lloyd.


facchi

unread,
Dec 11, 2005, 4:26:59 AM12/11/05
to
Il 10 Dic 2005, 17:16, "Neo" <ci...@yahoo.com> ha scritto:
>
> "facchi" <facch...@libero.it> ha scritto nel messaggio

> Lloyd ha un bellissimo suono, soprattutto perfetto per ciň che fa.

Posso concordare solo sulla seconda parte.
Sulla prima, mi domando quale aggettivo dovremmo usare circa il suono di
Stan Getz o Sonny Rollins piuttosto che di Joe Henderson o Ben Webster, se
dobbiamo considerare "bello" il suono di Lloyd.
Forse ha ragione Veschi. Ultimamente non sono piů molto aggiornato
sull'evoluzione di ciň che č da considerare "bello" nel jazz e mi devo
essere perso qualche cosa...

Neo

unread,
Dec 11, 2005, 5:35:43 AM12/11/05
to

"facchi" <facch...@libero.it> ha scritto nel messaggio

> Forse ha ragione Veschi. Ultimamente non sono più molto aggiornato
> sull'evoluzione di ciò che è da considerare "bello" nel jazz e mi devo


> essere perso qualche cosa...
> f.


Questo dice tutto secondo me, infatti sia tu che lui, in modi diversi vivete
proiettati indietro, convinti che il jazz si debba nutrire solo di se
stesso, ricreandosi sempre uguale e attingendo esclusivamente dalla
tradizione.
Però la musica più ancora che del passato, si nutre del presente, è
espressione della contemporaneità, ha i suoi ritmi e le sue contraddizioni,
il suo suono. Per questo è inutile affannarsi ad ogni costo a cercare
Armstrong o Henderson oggi come oggi. Loro erano espressione di qualcosa che
era in sintonia con il proprio tempo, oggi non lo sarebbe più. Se non si
riesce a trovare nulla di soddisfacente o quasi in ciò che viene prodotto
oggi, e soprattutto se si paragona ogni cosa venga prodotta oggi con i
parametri del passato, si perde di vista uno dei significati dell'arte come
rappresentazione del Quotidiano, e volenti o nolenti si è complici del
processo di mummificazione e atrofizzazione dell'arte.

Sei proprio un gras de rost sempre a menare il torrone "Lloyd qua Lloyd la,
e ascoltatevi le canzoncine dei puffi fatte da Armstrong e bla e bla...."


Funky Saxophone

unread,
Dec 11, 2005, 7:03:26 AM12/11/05
to

"Emanuele P" <emanuelepas...@tin.it> ha scritto nel messaggio
news:4399fecb$0$7320$4faf...@reader4.news.tin.it...

>
> "Funky Saxophone" <funkysaxophone1***NOSPAM***@virgilio.it> ha scritto nel
> messaggio news:4399cb4b$0$13262$4faf...@reader2.news.tin.it...
>>> Ora sono passato al Selmer TS-500, un abisso!
>>
>> Che dovrebbe essere un Selmer americano o sbaglio?
>
> No, made in Taiwan ma con meccanica uguale al Mark VI dei tempi che
> furono.
> Nel complesso un bellissimo strumento, molto intonato e caldo.

cazzo!
Quindi la meccanica sarà super regolabile... ma in genere alla fine quello
che conta è avere un buon corpo dello strumento... la meccanica, ma in
particolare le molle e la modifica di qualche tasto (tipo quella del Re
acuto) trovi sempre qualcuno che te le mette a posto!!!

>
>
>>> L'Opera che ho è il soprano, il mio primo soprano.Bel suono intonato,
>>> facilità di emissione, forse gli manca un po' di spessore ma per ora mi
>>> ritengo contento.
>>>
>> spendi un po' in bocchini e legature... e qualcosa per dare spessore lo
>> trovi di sicuro...
>> Io ho trovato!!!
>
> Sono curioso: che setup hai trovato alla fine? Mi consigli qualcosa?
> Marche, materiali (ebanite o metallo?), ance...

Per ora ho un Super Action 80 Serie 2 (tenore) bocchino Dukoff S10 (tremendo
perchè le ance, per quanto dure, durano poco), legatura "The Ultimate
Ligature" di François Louis (made in Belgium) e ance, al momento, Vandoren
V16, ma cambio spesso con Rico Jazz Select Filed 3H...
Con me il set suona bene, buona intonazione (basta non stringere tanto
quando vai sù, perchè l'apertura 10 è bastarda)! Faccio poca fatica: con una
Rico 3H nuova ho volume sufficiente da coprire quasi 2 trombe, nei sovracuti
è il massimo e per le note basse basta un filo d'aria! La legatura mi è
arrivata un mese fa' dall'Inghilterra... per adesso mi trovo bene, meglio
che non con quella della Rovner che però nei passaggi veloci in effetti
facilita!!!!

Purtroppo per comprare le ance devo fare 120 km e quindi tutte le cose che
ho in mente di provare non riesco a provarle!!! Aspetto sempre di finire
l'ultima ancia del pacco prima di fare 120 km! Ma devo provare le Vandoren
JaVa e le ZZ, che dicono tutti bene!
Prossimo acquisto: un bocchino Runyon in ebanite con lo spoiler! Costa poco
e ha volume e va meglio del metello quando suoni all'aperto con il freddo, e
a me capita abbastanza spesso!


fringe

unread,
Dec 11, 2005, 7:03:30 AM12/11/05
to
Il 11 Dic 2005, 11:35, "Neo" <ci...@yahoo.com> ha scritto:
>
> "facchi" <facch...@libero.it> ha scritto nel messaggio
>
>
>
> > Forse ha ragione Veschi. Ultimamente non sono più molto aggiornato
> > sull'evoluzione di ciò che è da considerare "bello" nel jazz e mi devo
> > essere perso qualche cosa...
> > f.
>
>
> Questo dice tutto secondo me, infatti sia tu che lui, in modi diversi
vivete
> proiettati indietro, convinti che il jazz si debba nutrire solo di se
> stesso, ricreandosi sempre uguale e attingendo esclusivamente dalla
> tradizione.
> Però la musica più ancora che del passato, si nutre del presente, è
> espressione della contemporaneità, ha i suoi ritmi e le sue
contraddizioni,
> il suo suono. Per questo è inutile affannarsi ad ogni costo a cercare
> Armstrong o Henderson oggi come oggi. Loro erano espressione di qualcosa
che
> era in sintonia con il proprio tempo, oggi non lo sarebbe più. Se non si
> riesce a trovare nulla di soddisfacente o quasi in ciò che viene prodotto
> oggi, e soprattutto se si paragona ogni cosa venga prodotta oggi con i
> parametri del passato, si perde di vista uno dei significati dell'arte
come
> rappresentazione del Quotidiano, e volenti o nolenti si è complici del
> processo di mummificazione e atrofizzazione dell'arte.


"L'arte" di oggi mi sembra un'arte minore. Almeno quela che va per la
maggiore e che spesso è una diretta emanzione del marketing più che un vero
prodotto dello spirito.
Vive un mondo confuso in cui il presente viene vissuto con timore e il
futuro percepito con ansia se non terrore.
Esprime concetti e sensazioni deboli e si rifugia nel "collage" pseudo
culturale nella speranza che da esso nasca una "nuova" cultura.

Nella musica di Tyner, Henderson o di altri c'era già il mondo di oggi.
Pensa a dei temi come El Barrio, Sama Layuca, Bedouin (Duke Pearson), Yo
Todavia la quiero, solo per citarne alcuni.
Non c'è un cazzo da fare: molto della musica che viene prodotta oggi e in
specie quella di cui tu sembra spesso ti nutri è un'arte minore.
Tu bolli di conservazione dei visionari che non solo hanno espresso il loro
presente ma anche molto del nostro presente.
Parlerei più propriamente di qualità. L'arte che costoro hanno prodotto è di
un livello molto più alto di quella che oggi si fa e che va per la maggiore.
Charles Lloyd è piacevole d'ascoltare. La sua voce, specie nelle ballad è
spesso percorsa da un afflato sincero almeno recentemente e nelle due o tre
volte che l'ho ascoltato dal vivo.
Ma come tutta la produzione di Lloyd di ieri e di oggi è inesorabilmente un
po, molto, leggera per le mie oriecchie. E penso anche per quelle di Facchi.
Mentre per i giovanotti come te, abituati al fast food, va bene.
Lloy, come Garbarek, è perfetto per il fast food della cultura. E' carino,
si ascolta volentieri, non disturba e soprattutto si dimentica alla svelta.

A mio avviso ti accontenti di poco. Se questi sono i tempi in cui devo
specchiarmi ne preferisco altri. Direi che nella tua pretesa di essere
un'autentico interprete del presente ci sia una buona dose di presunzione e
arroganza.
E con questo sono d'accordo con Facchi.

Neo

unread,
Dec 11, 2005, 7:18:32 AM12/11/05
to

"fringe" <fri...@webmood.com> ha scritto nel messaggio


> Tu bolli di conservazione dei visionari che non solo hanno espresso il
loro
> presente ma anche molto del nostro presente.

Hai capito male Veschi. Loro sono espressione artistica del loro tempo, e
come tutte le grandi personalità nella loro opera è contenuta in parte
l'arte futura. I conservatori sono quelli che hanno perso la capacità di
confrontarsi con il presente, quelli che cercano "il bello", ed è normale
che il bello spesso si ritrovi nel consueto. Sintomo di questo modo di
pensare è che in ogni epoca i conservatori hanno sempre considerato il
proprio tempo qualitativamente minore rispetto al passato, e sempre il tempo
li ha smentiti.
Pensa solo in ambito classico come sono state accolte per esempio le prime
sinfonie di Beethoven, o le opere di Mahler, più o meno con le parole che
hai usato tu.
Nulla di nuovo sotto il sole quindi.


Emanuele P

unread,
Dec 11, 2005, 9:19:56 AM12/11/05
to

"Funky Saxophone" <funkysaxophone1***NOSPAM***@virgilio.it> ha scritto nel
messaggio news:439c1561$0$13268$4faf...@reader2.news.tin.it...

> cazzo!
> Quindi la meccanica sarà super regolabile... ma in genere alla fine quello
> che conta è avere un buon corpo dello strumento... la meccanica, ma in
> particolare le molle e la modifica di qualche tasto (tipo quella del Re
> acuto) trovi sempre qualcuno che te le mette a posto!!!

Mi pare una buona meccanica, anche se non ho molti altri modelli da
confrontare. Devo solo farmi sistemare la chiavetta del Mib basso perchè
quando scendo direttamente al Do basso mi si infila il mignolo tra le due
chiavi anzichè scorrere in basso. Ma è un problema mio se mi hanno fatto le
dita piccole :-) E poi altra cosa strana è che dal tampone del Mib alto
viene giù un fiume di condensa e ho spesso l'indice della mano sinistra
bagnato... non è praticissimo mentre si suona. Dovrò vedere, magari devono
solo chiudermi il tampone un po' meglio in modo che la condensa scivoli
all'interno nella campana e non all'esterno.


> Per ora ho un Super Action 80 Serie 2 (tenore) bocchino Dukoff S10
> (tremendo perchè le ance, per quanto dure, durano poco), legatura "The
> Ultimate Ligature" di François Louis (made in Belgium) e ance, al momento,
> Vandoren V16, ma cambio spesso con Rico Jazz Select Filed 3H...
> Con me il set suona bene, buona intonazione (basta non stringere tanto
> quando vai sù, perchè l'apertura 10 è bastarda)! Faccio poca fatica: con
> una Rico 3H nuova ho volume sufficiente da coprire quasi 2 trombe, nei
> sovracuti è il massimo e per le note basse basta un filo d'aria! La
> legatura mi è arrivata un mese fa' dall'Inghilterra... per adesso mi trovo
> bene, meglio che non con quella della Rovner che però nei passaggi veloci
> in effetti facilita!!!!

Apertura 10 mi pare un po' esagerata... no? So che la usava Steve Lacy ma al
soprano. Al tenore non ce la vedo molto.
Per i sovracuti mi sai consigliare qualche tabella delle posizioni per
poterli imparare? Non sono mai riuscito a cavarci fuori nulla (o poco più)
dai sovracuti e ora che ho uno strumento come si deve magari è la volta
buona.


> Purtroppo per comprare le ance devo fare 120 km e quindi tutte le cose che
> ho in mente di provare non riesco a provarle!!! Aspetto sempre di finire
> l'ultima ancia del pacco prima di fare 120 km! Ma devo provare le Vandoren
> JaVa e le ZZ, che dicono tutti bene!

Io uso un Ottolink Tone Master 7* di ebanite (comprato da Daniele Cavallanti
anni e anni fa...). Ha un bel suono caldo e armonico, mi piace. Solo che
vorrei cambiarlo con uno uguale, perchè quello che ho è vecchio e
rovinatissimo. E poi ho appena scoperto le ance Vandoren ZZ e con le 2.5 mi
trovo davvero benissimo, controllo tutti il registro direi molto facilmente.
Te le consiglio con l'ebanite, mentre col metallo sparano troppo.
Ma anzichè farti 120 km per una scatola di ance perchè non te le oridni su
internet? Guarda qui: www.dampi.it. Una volta che sai cosa ordinare sie a
posto.

Ciao!
E


fringe

unread,
Dec 11, 2005, 11:40:39 AM12/11/05
to
Il 11 Dic 2005, 13:18, "Neo" <ci...@yahoo.com> ha scritto:
>
> "fringe" <fri...@webmood.com> ha scritto nel messaggio
>
>
> > Tu bolli di conservazione dei visionari che non solo hanno espresso il
> loro
> > presente ma anche molto del nostro presente.
>
> Hai capito male Veschi. Loro sono espressione artistica del loro tempo, e
> come tutte le grandi personalità nella loro opera è contenuta in parte
> l'arte futura. I conservatori sono quelli che hanno perso la capacità di
> confrontarsi con il presente, quelli che cercano "il bello", ed è normale
> che il bello spesso si ritrovi nel consueto. Sintomo di questo modo di
> pensare è che in ogni epoca i conservatori hanno sempre considerato il
> proprio tempo qualitativamente minore rispetto al passato, e sempre il
tempo
> li ha smentiti.

Concettualmente si può anche essere d'accordo.
Passando alla pratica molto meno.
Lloyd e Garbarek hanno solo qualche hanno in meno di Henderson che tutto
sommato
è morto giovane. Poco più di sessant'anni.
E se il nuovo sono loro mi sembra che non siamo messi bene.
Yo todavia la quiero di Joe Henderson è un brano deli primi anni 80
contenuto nell'album Relaxin' at Camarillo della Contemporary.
Non capisco perchè non debba essere considerata attuale.
Perchè nessun critico nè ha mai parlato ?? Mentre insigni musicisti ne
parlano da due decenni.

Chi sarebbe il nuovo: John Zorn che quando suona il jazz sembra essere un
diletttante di talento e nulla più o Michel Portal che il jazz lo suona poco
e male e che anche lui ha più di sessant'anni ???

eppoi perchè io dovrei essere un conservatore e tu un progressista ??
perchè tu così hai deciso ??
la cosa non mi suona né bene né convincente ??
Io sarei un coservatore ??
può essere che viviamo in epoca in cui conservare i valori della tradizione
sia più progressista che reclamare un nuovo che non esiste e che sa, il più
delle volte, solo di muffa o di già sentito.

Chi stabilisce i criteri e il parametri del bello ???
Il successo commerfciale o i singoli individui.
Se questi dovessero essere i critieri Van Gogh e Gauguin ma anche
numerosissimi altri
dovevano ed erano considerati nulla, esattamente come Mahler.

In realtà tu attacchi me e anche Facchi di conservatorismo e autoproclami te
stesso un fautore del nuovo.

Il tutto mi sembra molto fragile e molto poco convincente.

Per me ill CD di J.D. Allen per la Criss Cross è una musica nuova, anche se
si rifà al camerismo di Coltrane, ma è figlia di una tradizione che non
viene affatto smentita ed anzi orgogliosamente riaffermata ma che suona
personale e attuale.

A me non sembra affatto di essere un conservatore. Anzi .....
Il problema è che molti che cercano il nuovo pensano di trovarlo in codici
che del jazz hanno perso la natura e che io e altri consideriamo
irrilevanti.

il jazz è vivo e vegeto e bisogna trovarlo dov'è.
Non dove ci dicono che sia e che invece spesso non c'è.
per quello che mi riguarda lo incontro spesso e anche ad alto livello.

facchi

unread,
Dec 11, 2005, 3:14:10 PM12/11/05
to
Il 11 Dic 2005, 11:35, "Neo" <ci...@yahoo.com> ha scritto:
>
> Questo dice tutto secondo me, infatti sia tu che lui, in modi diversi
vivete
> proiettati indietro, convinti che il jazz si debba nutrire solo di se
> stesso, ricreandosi sempre uguale e attingendo esclusivamente dalla
> tradizione.
> Però la musica più ancora che del passato, si nutre del presente, è
> espressione della contemporaneità, ha i suoi ritmi e le sue
contraddizioni,
> il suo suono. Per questo è inutile affannarsi ad ogni costo a cercare
> Armstrong o Henderson oggi come oggi. Loro erano espressione di qualcosa
che
> era in sintonia con il proprio tempo, oggi non lo sarebbe più. Se non si
> riesce a trovare nulla di soddisfacente o quasi in ciò che viene prodotto
> oggi, e soprattutto se si paragona ogni cosa venga prodotta oggi con i
> parametri del passato, si perde di vista uno dei significati dell'arte
come
> rappresentazione del Quotidiano, e volenti o nolenti si è complici del
> processo di mummificazione e atrofizzazione dell'arte.
>
> Sei proprio un gras de rost sempre a menare il torrone "Lloyd qua Lloyd
la,
> e ascoltatevi le canzoncine dei puffi fatte da Armstrong e bla e bla...."

Un intervento superficiale e poco intelligente di questo genere non
meriterebbe nemmeno una risposta. Certamente è però una conferma di ciò che
già si sapeva sul tuo conto.

Nel merito, prendo atto che per te Lloyd sarebbe il presente musicale (come
per altri Rava e Cafiso), ma il problema è che tu parli del tuo di presente,
un presente che è di fatto più limitato del nostro, in modo anche abbastanza
evidente, oltre che probabilmente meno informato.
Il fatto è che Lloyd non è il presente, né tantomeno sarà il futuro e forse
non è nemmeno stato il passato. E' di fatto una figura minore del jazz e una
figura tutto sommato marginale del sassofonismo jazzistico che non fa da
riferimento praticamente a nessun sassofonista né del passato, né del
presente.
A parte "Forest flower" ha prodotto davvero poco di memorabile, hai fatto
dunque bene a citare quel disco che indicò una partenza folgorante peraltro
non confermata successivamente.
Gli altri suoi dischi dell'Atlantic dell'epoca con Jarrett li ho tutti e non
sarebbero una gran cosa se non fosse proprio per la presenza del giovane
Jarrett al piano che illumina qua e là con i suoi interventi una musica
tutto sommato oggi parecchio datata. Credo proprio che se non fosse per la
fama di Jarrett (e degli altri validi componenti del gruppo) di quei dischi
ci si sarebbe oggi tranquillamente dimenticati.

Sui suoi dischi ECM di oggi sai già come la penso. Aggiungo solo che non vi
è sostanziale novità in ciò che propone oggi rispetto al passato. Le novità
stanno ben da altre parti. Musica per quel che mi riguarda, per quanto anche
esteticamente "bella", perfettamente trascurabile anche se, non dubito,
adatta a gratificare menti che si credono più "avanzate" e "aggiornate" di
altre.

Neo

unread,
Dec 11, 2005, 3:21:01 PM12/11/05
to

"facchi" <facch...@ibero.it> ha scritto nel messaggio

> Nel merito, prendo atto che per te Lloyd sarebbe il presente musicale


Tu e Veschi siete davvero originali. Entrambi parlate di uno nato nel 1938
come il presente musicale.
La dice lunga su quanto siate lontani dall'oggi.

E non t'arrabbiare dai, che mica sono Siegfrid


LHM

unread,
Dec 11, 2005, 4:01:02 PM12/11/05
to
"fringe" <fri...@yahoo.com> ha scritto nel messaggio
news:80Z68Z201Z146Y1...@usenet.libero.it...

> Mi piace questa lista ci aggiungo:
>
> Bobby Watson
> Dave Liebman
> D. Redman

Io aggiungo questi:

Lol Coxhill
Elton Dean
Didier Malherbe
Charlie Mariano
Louis Sclavis
John Surman
Gary Thomas

--
Niccolo'

NP: Gateway - "Homecoming"


mk

unread,
Dec 12, 2005, 10:23:30 AM12/12/05
to
all'aperto? suoni in una banda?

facchi

unread,
Dec 12, 2005, 12:31:20 PM12/12/05
to
Il 11 Dic 2005, 21:21, "Neo" <ci...@yahoo.com> ha scritto:
>
> Tu e Veschi siete davvero originali. Entrambi parlate di uno nato nel 1938
> come il presente musicale.
> La dice lunga su quanto siate lontani dall'oggi.

Sarà, ma a me pare che la cosa invece riguardi proprio te e qualche altro,
guarda un po'...

> E non t'arrabbiare dai, che mica sono Siegfrid

Tu e Veschi....

non più tardi di un mese fa dibattevi su "tu e Gualberto", poi magari fra un
po' sarà "tu e Sallustio" e via discorrendo nell'accomunare persone diverse
tra loro sotto ogni profilo.
In realtà qualcosa in comune con il para polacco l'hai: la tendenza ogni
tanto a contrapporti in modo discutibile e a giudicare le persone che
scrivono qui sopra in modo oltre che abbastanza superficiale, gratuito.

E provare a dibattere di musica ogni tanto, Neo, invece che descrivere
quanto siano "brutti e cattivi" Veschi, Facchi, Gualberto, la Calvitti o chi
altro ti sta sugli zebedei?
No eh?

sv

unread,
Dec 12, 2005, 1:42:44 PM12/12/05
to
Facchi lascia perdere.

E se Kielow ritorna a scrivere a me va benissimo.
Bisogna solo non lasciarsi andare e tenere un po di autocontrollo con
chiunque.
ognuo contribuisce con quello che ha da dare ed č giusto che sia cosě.

A proposito hai letto l'intervista pubblicata su Musica Jazz ??
E' stata fatta da Philippe Carles nel 1968 e quello che dice Joe č molto
interessante.
Su Shepp e sul rapporto su musica e politica dice delle cose molt ogiuste e
aggettivamente interessanti.
Non puoi non leggerlo e non puoi nenache non leggere l'analisi che fa Dave
Liebman dello stile di Henderson.
Parliamo di cose serie, please.

ciao,

Sergio

Neo

unread,
Dec 12, 2005, 2:44:44 PM12/12/05
to

"facchi" <facch...@libero.it> ha scritto nel messaggio

> E provare a dibattere di musica ogni tanto, Neo, invece che descrivere


> quanto siano "brutti e cattivi" Veschi, Facchi, Gualberto, la Calvitti o
chi
> altro ti sta sugli zebedei?
> No eh?
> f.


Io parlavo di musica, parlavo della tua concezione di moderno, simile a
quella di Veschi, non ti ho fatto appunti sul tuo modo di vestire; mi rendo
conto che il vostro giudizio su Lloyd e Garbarek è infondo del tutto
ininfluente, dato che la storia di questo strumento, volenti o nolenti, li
annovera tra le personalità di rilievo. Parlavo di questo io. Del resto non
tutto è perduto. sei arrivato a Moodswing undici anni dopo la sua
pubblicazione, fra vent'anni magari sarai un fan di Steve Nelson.
Per Veschi su questo fronte la vedo più dura, mentre invoca serietà e
contemporanemante si cambia il nome per dirsi di essere l'unico a capire di
jazz..
Contenti voi, io sto a posto.

Ciao


sv

unread,
Dec 12, 2005, 2:54:06 PM12/12/05
to

>
> Io parlavo di musica, parlavo della tua concezione di moderno, simile a
> quella di Veschi, non ti ho fatto appunti sul tuo modo di vestire; mi
rendo
> conto che il vostro giudizio su Lloyd e Garbarek è infondo del tutto
> ininfluente, dato che la storia di questo strumento, volenti o nolenti, li
> annovera tra le personalità di rilievo. Parlavo di questo io. Del resto
non
> tutto è perduto. sei arrivato a Moodswing undici anni dopo la sua
> pubblicazione, fra vent'anni magari sarai un fan di Steve Nelson.
> Per Veschi su questo fronte la vedo più dura, mentre invoca serietà e
> contemporanemante si cambia il nome per dirsi di essere l'unico a capire
di
> jazz..
> Contenti voi, io sto a posto.

Ognuno credo di avere la verità e che la sua sia quella giusta.
Dave Holland come strumentista e solista è un grande. Come leader e
compositore NO.
Questa è la mia opinione. Non la condiividi?? è un tuo diritto.

In quanto a Steve Nelson lo conosco da quando suonava nei primi anni 80 con
Bobby Watson. Documentato nel cd "Gumbo". Lo abbiamo registrato in ben Due
CD - Live session One e Two - nel 1989.
Dammi almeno atto, perchè i fatti lo dimostrano, d'essere arrivato a Steve
Nelson prima di te. Se non ti spiace.

Ciao,

Sv

Neo

unread,
Dec 12, 2005, 2:57:28 PM12/12/05
to

"sv" <redre...@iol.it> ha scritto nel messaggio
news:213Z140Z17Z103Y...@usenet.libero.it...


> Ognuno credo di avere la verità e che la sua sia quella giusta.
> Dave Holland come strumentista e solista è un grande. Come leader e
> compositore NO.
> Questa è la mia opinione. Non la condiividi?? è un tuo diritto.
>
> In quanto a Steve Nelson lo conosco da quando suonava nei primi anni 80
con
> Bobby Watson. Documentato nel cd "Gumbo". Lo abbiamo registrato in ben Due
> CD - Live session One e Two - nel 1989.
> Dammi almeno atto, perchè i fatti lo dimostrano, d'essere arrivato a Steve
> Nelson prima di te. Se non ti spiace.
>
> Ciao,


Scusa mi sono sbagliato, intendevo Steve Coleman


facchi

unread,
Dec 13, 2005, 9:21:53 AM12/13/05
to
Il 12 Dic 2005, 20:44, "Neo" <ci...@yahoo.com> ha scritto:
>
> Io parlavo di musica, parlavo della tua concezione di moderno, simile a
> quella di Veschi,

neanche un po'. Io e Veschi la vediamo molto diversamente su moltissime cose
e noi lo sappiamo benissimo, ma tu hai stabilito così e io che ci devo fare?

mi rendo
> conto che il vostro giudizio su Lloyd e Garbarek è infondo del tutto
> ininfluente, dato che la storia di questo strumento, volenti o nolenti, li
> annovera tra le personalità di rilievo.

Capisco, la tua opinione è "la storia di questo strumento" mentre il nostro
parere che ascoltiamo il jazz da quando tu a momenti non eri ancora nato o
imboccavi il "ciuccio", è invece ininfluente... tutto molto chiaro.

Del resto non
> tutto è perduto. sei arrivato a Moodswing undici anni dopo la sua
> pubblicazione, fra vent'anni magari sarai un fan di Steve Nelson.

Ma non dire sciocchezze. Ho quel disco da quando è uscito, ossia undici anni
fa e mi piacque subito, come oggi. Il resto sono le solite illazioni
gratuite tipiche di chi fa e disfa a suo piacimento il ng mettendo
continuamente in bocca agli altri pensieri e parole di sua esclusiva
creazione.


> Per Veschi su questo fronte la vedo più dura, mentre invoca serietà e
> contemporanemante si cambia il nome per dirsi di essere l'unico a capire
di
> jazz..
> Contenti voi, io sto a posto.
>
> Ciao

Io credo invece che faresti bene a pensare a te stesso più che a me o a
Veschi, perché descrivere la musica di Armstrong "la musica dei puffi" e che
egli rappresenti un passato ormai privo di riscontri nell'oggi è molto più
indicativo di quanto pensi siano i nostri commenti su Lloyd o Garbarek, ma
credo sia una perdita di tempo spiegare certe cose a chi ha un'opinione che
rappresenta "la storia" di questa musica e di tutti i relativi strumenti...

facchi

unread,
Dec 13, 2005, 9:52:52 AM12/13/05
to
Il 12 Dic 2005, 19:42, redre...@iol.it (sv) ha scritto:

> Non puoi non leggerlo e non puoi nenache non leggere l'analisi che fa Dave
> Liebman dello stile di Henderson.
> Parliamo di cose serie, please.

Ok, vedi di scannerizzare le pagine, farne una copia in formato .jpg e
spedirmele al mio indirizzo e-mail, poi ti farò sapere.
Sono in un periodo di ristrettezze. :-)
f.

sv

unread,
Dec 13, 2005, 12:54:03 PM12/13/05
to
Il 13 Dic 2005, 15:52, facch...@libero.it (facchi) ha scritto:
> Il 12 Dic 2005, 19:42, redre...@iol.it (sv) ha scritto:
>
> > Non puoi non leggerlo e non puoi nenache non leggere l'analisi che fa
Dave
> > Liebman dello stile di Henderson.
> > Parliamo di cose serie, please.
>
> Ok, vedi di scannerizzare le pagine, farne una copia in formato .jpg e
> spedirmele al mio indirizzo e-mail, poi ti farò sapere.
> Sono in un periodo di ristrettezze. :-)
> f.

mi spiace non ho lo scanner.

n t o i a m @tin.it Antonio

unread,
Dec 9, 2005, 9:08:12 AM12/9/05
to

"sv" <redre...@iol.it> ha scritto nel messaggio
news:213Z140Z17Z103Y...@usenet.libero.it...
> A proposito hai letto l'intervista pubblicata su Musica Jazz ??
> E' stata fatta da Philippe Carles nel 1968 e quello che dice Joe è molto
> interessante.

> Non puoi non leggerlo e non puoi nenache non leggere l'analisi che fa Dave
> Liebman dello stile di Henderson.
> Parliamo di cose serie, please.

Quoto, bel contributo, sia l'intervista, sia l'analisi di Liebman.
Antonio


adriana

unread,
Dec 14, 2005, 5:07:28 AM12/14/05
to

"Antonio" <a n t o i a m @ t i n . i t> ha scritto nel messaggio
news:439f2bdd$0$16217$4faf...@reader3.news.tin.it...

>
> "sv" <redre...@iol.it> ha scritto nel messaggio
> news:213Z140Z17Z103Y...@usenet.libero.it...

>> Parliamo di cose serie, please.


>
> Quoto, bel contributo, sia l'intervista, sia l'analisi di Liebman.
> Antonio

credo che dovresti aggiornare il calendario del tuo computer, sembra che tu
abbia rispoto a Sergio 3 giorni prima che lui ci sottoponesse la questione.

sull'intervista e sull'analisi di Liebman sono perfettamente d'accordo con
Sergio: non si può non leggerle!
tra l'altro tutto il numero di Musiac Jazz di questo mese è interessante
(IMHO più dello scorso)
l'intervento di Liebman desta attenzione in chiunque ritengo, anche in chi
come me ha poca dimestichezza con la "musica da musicista". direi anzi che
grazie alla forma leggibillissima diviene per ciò stesso un vantaggio
proprio per quelli come me.
l'intervista a Joe Henderson (1968) è davvero un bel documento, in tutto il
suo contenuto: un musicista che ha la consapevolezza del suo valore e ne
parla senza risultare spocchioso è già lodevole di per se, ma anche quando
si esprime sugli altri musicisti non si risparmia. colpiscono anche alcuni
riferimenti alla società dell'epoca, e la sua concezione della politica
(condivisibile e per certi versi attuale)
sì, vale davvero la pena leggerele.

cose serie...Henderson parla anche del 'confronto', quello che qui su si
perde di vista spesso

a.


sv

unread,
Dec 14, 2005, 8:02:52 AM12/14/05
to

> Quoto, bel contributo, sia l'intervista, sia l'analisi di Liebman.
> Antonio

Anche l'intervista di Cecchini a Tyner era interessante. Avrebbe potuto
esserlo di piů.
Trovo strano che cosě pochi astanti restino muti in materia.
Liebman č un musicista di livello anche se a volte fa delle cose che a me
non piacciono molto. Sia sul soprano che sul tenore č in ogni caso ai
massimi livelli. Inoltre č uno che sa scrivere e insegnare. Ed č anche ebreo
il che lo mette intellettualmente su un gradino un po superiore a musicisti
anche piů grandi di lui. Per intenderci non č uno alla Uri Caine o alla Zorn
che non valgono un centesimo di quello che vale lui.
Eppure i nostri pontificatori stanno tutti zitti. Compresi quelli che
pensano che Lloyd e Steve Coleman (che obbrobrio) siano il non plus ultra.
(A proposito Bozza č un vero jazzista. Come ce ne sono pochi in Italia sul
tenore. E fa benissimo a castigare quelli che non sanno accompagnare)

Vorrei anche sottolineare l'ascolto di Inner Urge o di Mode For Joe eseguito
dal quartetto di Bergonzi e dal quintetto di Tranchini con Bergonzi,
Ambrosetti, Faraň e Mike Richmond nel cd allegato. Quando qualcuno, e io
sono tra quelli anche per motivi di interesse, che afferma che Bergonzi č
nell'olimpo del sax tenore di tutti i tempi mi riferisco anche a quei brani
come termine di confronto obbiettivo e oggettivo.

Facchi tu che spesso parli benissimo ma che spesso non sei aggiornato spendi
questi 8/9 euro per documentarti. Posso sempre farti un prestito a tasso
variabile rimborsabile in trent'anni.
Se passi da Milano poi te ne regalo una copia con CD allegato.

sv

adriana

unread,
Dec 14, 2005, 9:31:59 AM12/14/05
to

"sv" <redre...@iol.it> ha scritto nel messaggio
news:213Z140Z17Z103Y...@usenet.libero.it...
>
>> Quoto, bel contributo, sia l'intervista, sia l'analisi di Liebman.
>> Antonio
>
> Anche l'intervista di Cecchini a Tyner era interessante.

non c'è paragone, IMHO.
l'inserto su Joe Henderson sarebbe davvero un peccato non leggerlo, sia per
l'analisi di Liebman sia per l'intervista, per il suo contenuto e per il
valore storico.
l'intervista a Tyner non mi sento di considerarla nello stesso modo, anche
se come ho già detto l'ho apprezzata.
a.

P.S. non sempre con i cd allegati a musica jazz si è 'fortunati', sempre
IMHO. con quello di dicembre sì.


sv

unread,
Dec 14, 2005, 10:04:06 AM12/14/05
to

> > Anche l'intervista di Cecchini a Tyner era interessante.
>
> non c'è paragone, IMHO.

Concordo con Lei.
Il lavoro su Henderson è decisamente più interessante e non c'è paragone.
Tuttavia l'intervista di Cecchini mi è sembrata, seppur di livello
decisamente inferiore, anche molto migliore delle solite interviste che
pubblica Musica Jazz.
Il lavoro su Henderson, di cui Luca Conti è il principale responsabile, è,
per quanto né sappia, il primo di questo livello effettuato da una rivista
di jazz World Wide.
E non casualmente è stato fatto in Italia.
Con buona pace dei soliti critici noti e ignoti.

adriana

unread,
Dec 14, 2005, 10:14:50 AM12/14/05
to

"sv" <redre...@iol.it> ha scritto nel messaggio
news:213Z140Z17Z103Y...@usenet.libero.it...

> Concordo con Lei.

preferisco il "tu", anche se se Lei vuole io riprendo a darle del "Lei".
posso chiederle cosa ascolta oggi? :)
a.


facchi

unread,
Dec 14, 2005, 10:44:21 AM12/14/05
to
Il 14 Dic 2005, 14:02, redre...@iol.it (sv) ha scritto:
>
> Facchi tu che spesso parli benissimo ma che spesso non sei aggiornato
spendi
> questi 8/9 euro per documentarti. Posso sempre farti un prestito a tasso
> variabile rimborsabile in trent'anni.
> Se passi da Milano poi te ne regalo una copia con CD allegato.
>
> sv

:))

non stai nella pelle quando si parla dei tuoi beniamini, eh?
Comunque questo mese ho già i contributi pensionistici, l'ICI e il mutuo da
pagare.
A Natale "Christams song" e pane e cipolla come da manuale della odierna
sinistra...
ciao
f.

P.S. a proposito, I due dischi di Tyner che ho comprato sono molto belli,
peccato che non vi ho trovato alcunché di nuovo da uno all'altro se non che
Tyner è un grande accompagnatore in quintetto, ma già si sapeva. Uno e del
1994 l'altro del 2003. E come se avessi sentito della grande musica
classica, ma dove sta la differenza?

Il Tyner che hai visto e che dovrei vedere per stare aggiornato era in Trio?
Così per sapere.

sv

unread,
Dec 14, 2005, 11:12:27 AM12/14/05
to

> Il Tyner che hai visto e che dovrei vedere per stare aggiornato era in
Trio?
> Cosě per sapere.
Negli ultimi due anni l'ho sentito 4 volte:
- in trio al Blue Note con Eric Harland e Charnette Moffett
- in trio a Correggio con Moffett e Erci Gravatt
- in trio con Gravatt e reginald Veal
- in quintetto con Gary Bartz e Ravi Coltrane + Moffett e Gravatt

in solo al Blue Note me lo sono perso.

Il concerto migliore č stato quello del Blue Note. Fantastico !!!
Gli altri due piů che eccellenti, cosě come quello in quintetto.

Ho il sospetto che tu sia digiuno di grande jazz dal vivo. Mi dici per
favore i titoli dei due CD che hai acquistato ??

facchi

unread,
Dec 14, 2005, 11:21:01 AM12/14/05
to
Il 14 Dic 2005, 17:12, redre...@iol.it (sv) ha scritto:
>
> Ho il sospetto che tu sia digiuno di grande jazz dal vivo.

A dire il vero il Quintetto di Holland a Milano a ottobre è stato una
figata, checché tu ne dica...
Tyner in effetti non lo sento da un bel po' invece. In trio lo sentii al
Donizetti a Bergamo nel 1993 o 94 adesso non ricordo bene e non mi piacque.
Poi con Hutcherson e non mi piacque, un concerto di routine terribile.
Mannaggia che sfortuna...

Mi dici per
> favore i titoli dei due CD che hai acquistato ??

Prelude and Sonata e Illuminations. Molto belli.
ciao
f.

adriana

unread,
Dec 14, 2005, 6:12:44 PM12/14/05
to

"sv" <redre...@iol.it> ha scritto nel messaggio
news:213Z140Z17Z103Y...@usenet.libero.it...

> Tuttavia l'intervista di Cecchini mi è sembrata, seppur di livello
> decisamente inferiore anche molto migliore delle solite interviste che
> pubblica Musica Jazz.


se mi posso permettere di aggiungere due parole sulle interviste e i
contributi in questione, avendoli letti entrambi, ho avuto l'impressione, e
non solo confrontandole, che Tyner fosse un po' più reticente su certe
domande di Cecchini, cosa che non ho riscontrato nell'inserto dedicato a
Henderson, in tutto l'inserto
per quanto riguarda l'intervista, forse, ciò è dovuto [anche] alle diverse
epoche in cui i due artisti si trovati a rispondere...
...forse

a.


Unknown

unread,
Dec 14, 2005, 10:16:24 PM12/14/05
to
Il Wed, 14 Dec 2005 13:02:52 GMT, redre...@iol.it (sv) ha scritto:

>
>Inoltre č uno che sa scrivere e insegnare. Ed č anche ebreo
>il che lo mette intellettualmente su un gradino un po superiore a musicisti
>anche piů grandi di lui.

Veschi, ma dopo che dici queste disgustose demenzialita' , davvero lo
specchio di casa non ti si ribella contro al mattino ?

Mike

unread,
Dec 15, 2005, 4:16:07 AM12/15/05
to
Quoto. e straquoto.
C'č puzza di razzismo travestito da elogio. Tutto per difendere sempre i gusti propri e imporli con aria di spocchia agli "inferiori" che non sono ancora in grado di elevarsi a certe cime.
Ma mi facci il piacere, mi facci...!!!!!!!!!
Lo chiameranno il NG dei VATI (dei WATER piuttosto). Ho letto l'intervento di tale Neo che si sente l'unico musicista valido sulla faccia della terra. Roba che fa cascare le palle la presunzione e l'albagia di soggetti cosě. Poveri frustrati.

Mike

------------------------------
Inviato da http://www.forumsforyou.com


Segnala gli abusi ad ab...@forumsforyou.com

sv

unread,
Dec 15, 2005, 5:05:15 AM12/15/05
to

> se mi posso permettere di aggiungere due parole sulle interviste e i
> contributi in questione, avendoli letti entrambi, ho avuto l'impressione,
e
> non solo confrontandole, che Tyner fosse un po' più reticente su certe
> domande di Cecchini, cosa che non ho riscontrato nell'inserto dedicato a
> Henderson, in tutto l'inserto

E' vero. Tyner è persona molto amabile ma, come molti neri, sospettoso e
reticente se non conosce a fondo la persona con cui parla. Almeno secondo la
mia esperienza.

Neo

unread,
Dec 15, 2005, 5:09:07 AM12/15/05
to

"Mike" <mich...@yahoo.com>

Roba che fa cascare le palle la presunzione e l'albagia di soggetti così.

> Mike

"Alessandro Oggioni"

> (urlato pure). Sangue da rape non se ne cava. In più sei pregno di
albagia,
> guardati.


Strani ricorsi della lingua italiana. A volte un termine desueto si propaga
con velocità felina...


Neo

unread,
Dec 15, 2005, 5:11:24 AM12/15/05
to

"sv" <redre...@iol.it> ha scritto nel messaggio
news:213Z140Z17Z103Y...@usenet.libero.it...
>
>
> > se mi posso permettere di aggiungere due parole sulle interviste e i
> > contributi in questione, avendoli letti entrambi, ho avuto
l'impressione,
> e
> > non solo confrontandole, che Tyner fosse un po' piů reticente su certe

> > domande di Cecchini, cosa che non ho riscontrato nell'inserto dedicato a
> > Henderson, in tutto l'inserto
>
> E' vero. Tyner č persona molto amabile ma, come molti neri, sospettoso e

> reticente se non conosce a fondo la persona con cui parla. Almeno secondo
la
> mia esperienza.
>
> sv


Che coacervo di luoghi comuni, tra questo e quello sugli ebrei...diomio


Mike

unread,
Dec 15, 2005, 5:28:04 AM12/15/05
to


Per uno che parla di piccoli giudei ... ci vuole coraggio non diomio. Quoto su altro e solidarizzo,perché su Tyner ci siamo dovuti sciroppare anche questa ultima cazzata fra le tante.Non parliamo di Lloyd, un altro che č finito nel martirologio delle stronzate.Forse Lloyd non lo hanno neanche ascoltato,parlano tanto per far respirare qualche "foro" fra iquelli a disposizione che non si sono intasati nel frattempo.

Squash

unread,
Dec 15, 2005, 5:36:41 AM12/15/05
to
Neo wrote:

> Che coacervo di luoghi comuni, tra questo e quello sugli ebrei...diomio

Quello sugli ebrei, si; quest'ultimo sara anche un luogo comune ma solo
perche e vero, e l'ha constatato chiunque ne abbia avuta l'occasione. A
me pare cosa tutt'altro che inspiegabile.

sq

Neo

unread,
Dec 15, 2005, 6:15:53 AM12/15/05
to

"Squash" <squ...@zucca.it> ha scritto nel messaggio
news:squash-80DA3C....@newssrv.fastweb.it...


Bč i luoghi comuni di solito nascondono delle evidenze, fatte per chi non ha
la curiositą di andare oltre.


Neo

unread,
Dec 15, 2005, 6:17:13 AM12/15/05
to

"Mike" <mich...@yahoo.com> ha scritto nel messaggio
news:dnrgfk$qlq$1...@springfield.roa.cc...

> "sv" <redre...@iol.it> ha scritto nel messaggio
> news:213Z140Z17Z103Y...@usenet.libero.it...
> >
> >
> > > se mi posso permettere di aggiungere due parole sulle interviste e i
> > > contributi in questione, avendoli letti entrambi, ho avuto
> l'impressione,
> > e
> > > non solo confrontandole, che Tyner fosse un po' più reticente su certe

> > > domande di Cecchini, cosa che non ho riscontrato nell'inserto dedicato
a
> > > Henderson, in tutto l'inserto
> >
> > E' vero. Tyner è persona molto amabile ma, come molti neri, sospettoso e

> > reticente se non conosce a fondo la persona con cui parla. Almeno
secondo
> la
> > mia esperienza.
> >
> > sv
>
>
> Che coacervo di luoghi comuni, tra questo e quello sugli ebrei...diomio
>
>
> Per uno che parla di piccoli giudei ... ci vuole coraggio non diomio.
Quoto su altro e solidarizzo,perché su Tyner ci siamo dovuti sciroppare
anche questa ultima cazzata fra le tante.Non parliamo di Lloyd, un altro che
è finito nel martirologio delle stronzate.Forse Lloyd non lo hanno neanche

ascoltato,parlano tanto per far respirare qualche "foro" fra iquelli a
disposizione che non si sono intasati nel frattempo.
>
> Mike


L'ennesimo anonimo riciclato, yawn..


Mike

unread,
Dec 15, 2005, 7:38:10 AM12/15/05
to
L'ennesimo anonimo riciclato, yawn..


Ma sentilo...
La tua anima puzza. Non so come suoni ma chi se la mena tanto così di solito è uno che non ha più niente da perdere in una vita da morto. Hai la puzza sotto il naso di chi ha a che fare con il nulla.
Trovati qualcosa da fare, perché la masturbazione costante indebolisce. Non è che sei cieco, già?

Neo

unread,
Dec 15, 2005, 8:05:00 AM12/15/05
to

"Mike" <mich...@yahoo.com>


> Ma sentilo...
> La tua anima puzza. Non so come suoni ma chi se la mena tanto così di
solito è uno che non ha più niente da perdere in una vita da morto. Hai la
puzza sotto il naso di chi ha a che fare con il nulla.
> Trovati qualcosa da fare, perché la masturbazione costante indebolisce.
Non è che sei cieco, già?
>
> Mike

Wow, cambi identità e sei in continua crescita.

Un bacino


Neo

unread,
Dec 15, 2005, 8:32:09 AM12/15/05
to
Wow, cambi identità e sei in continua crescita.

Un bacino


Sei fuori con l'accuso stronzetto. Non te la puoi prendere ogni volta con il prossimo o il cattivo di turno che ti fa la bua sul sederino. Chi è il cattivone di turno oggi che non ti capisce e non ti apprezza? Da chi devi andare a piangere? da quale povera crista vai a farti compiangere oggi?
Ciao, testina...!

Neo

unread,
Dec 15, 2005, 8:32:45 AM12/15/05
to

"Neo" <ci...@yahoo.com > ha scritto nel messaggio
news:dnrr8p$jsn$1...@springfield.roa.cc...

> Wow, cambi identità e sei in continua crescita.
>
> Un bacino
>
>
> Sei fuori con l'accuso stronzetto. Non te la puoi prendere ogni volta con
il prossimo o il cattivo di turno che ti fa la bua sul sederino. Chi è il
cattivone di turno oggi che non ti capisce e non ti apprezza? Da chi devi
andare a piangere? da quale povera crista vai a farti compiangere oggi?
> Ciao, testina...!
>
> Mike

Mmmm qui sei ritornato nello stile Post e dell'altro suo clone. Devi
applicarti di più, lavorare sulla fisionomia dei singoli personaggi, così
non mi diverto, uffa.


adriana

unread,
Dec 15, 2005, 8:36:20 AM12/15/05
to

"Neo" <ci...@yahoo.com > ha scritto nel messaggio
^^^^^
> Ciao, testina...!
> Mike
^^^^^

scusate, sono io che non capisco o c'è qualcosa che non va?

Neo

unread,
Dec 15, 2005, 8:40:36 AM12/15/05
to

"adriana" <bl...@free.hot> ha scritto nel messaggio
news:dnrrgi$ki3$1...@nnrp.linuxfan.it...


Vero, l'amico ha usato il mio nick, e pure il mio indirizzo di posta, cosa
che ad averci voglia, gli varrebbe una denuncia alla polpost.


Gina Score

unread,
Dec 15, 2005, 11:39:14 AM12/15/05
to
E' vero. Tyner è persona molto amabile ma, come molti neri, sospettoso e
reticente se non conosce a fondo la persona con cui parla. Almeno secondo la
mia esperienza.


ROTFL

Con te allora si sarà limitato a sputarti in faccia

Gina Score

unread,
Dec 15, 2005, 11:39:43 AM12/15/05
to

sv

unread,
Dec 15, 2005, 11:41:47 AM12/15/05
to

> Che coacervo di luoghi comuni, tra questo e quello sugli ebrei...diomio


Spiegami perchč sono luoghi comuni.
Ho avuto a che fare con molti musicisti di colore e spesso ho riscontrato
questo atteggiamento di diffidenza. E non sono il solo. E parlo di gente
come Ornette Coleman a casa sua in Prince Street nel 1977 assieme Franco
Fayenz, e numerosi altri: famosi o meno.
In quanto ai musicisti di religione ebraica che ho avuto il piacere di
conoscere e anche l'onore di registrare ho spesso notato che la loro cultura
e - perchč no - la loro intelligenza era spesso superiore alla media. Questo
mi sembra particolarmente vero per Dave Liebman che nonostante abbia fatto
un'eccellente analisi dello stile di Henderson penso avrebbe anche potutto
sforzarsi di piů. Ci sono altre cose che un musicista della sua intelligenza
e levatura avrebbe potuto dire in proposito.
La cosa mi č anche stata confermata da Luca Conti che mi ha riferito che il
tutto č stato fatto molto di fretta a causa dei tempi della rivista e degli
impegni di Liebman.
Nonostante ciň quello che ha scritto č di livello e mi piacerbbe vederlo
scritto dai nostri critici e musicologi. Anche da quelli sotto mentite
spoglie che impazzano sul NG di recente.

Neo

unread,
Dec 15, 2005, 1:02:45 PM12/15/05
to

Strani ricorsi della lingua italiana. A volte un termine desueto si propaga
con velocità felina...


MIAO!!!! MIAO!!!!PURR!!!!! PURR!!!!!!GROWL!!!! GROWL!!!!! PURR!!!! MIAO!!!!!

Neo

unread,
Dec 15, 2005, 5:23:57 PM12/15/05
to

"Neo" <pi...@pirlun.com>

Bravo, vedo che hai capito.


Gianni Morelenbaum Gualberto

unread,
Dec 16, 2005, 5:14:47 AM12/16/05
to
sv ha scritto:

> > Che coacervo di luoghi comuni, tra questo e quello sugli ebrei...diomio


> Spiegami perchè sono luoghi comuni.


> Ho avuto a che fare con molti musicisti di colore e spesso ho riscontrato
> questo atteggiamento di diffidenza. E non sono il solo. E parlo di gente
> come Ornette Coleman a casa sua in Prince Street nel 1977 assieme Franco
> Fayenz, e numerosi altri: famosi o meno.
> In quanto ai musicisti di religione ebraica che ho avuto il piacere di
> conoscere e anche l'onore di registrare ho spesso notato che la loro cultura

> e - perchè no - la loro intelligenza era spesso superiore alla media. Questo


> mi sembra particolarmente vero per Dave Liebman che nonostante abbia fatto
> un'eccellente analisi dello stile di Henderson penso avrebbe anche potutto

> sforzarsi di più. Ci sono altre cose che un musicista della sua intelligenza


> e levatura avrebbe potuto dire in proposito.

> La cosa mi è anche stata confermata da Luca Conti che mi ha riferito che il
> tutto è stato fatto molto di fretta a causa dei tempi della rivista e degli
> impegni di Liebman.
> Nonostante ciò quello che ha scritto è di livello e mi piacerbbe vederlo


> scritto dai nostri critici e musicologi. Anche da quelli sotto mentite
> spoglie che impazzano sul NG di recente.

> sv


Caro Veschi, ti conosco da troppi anni per non capire a chi vuoi alludere
e, distogliendomi un attimo da più gravosi pensieri (fra gli emergenti,
sono meglio i profumi di Serge Lutens e Miller Harris, rispetto agli ormai
abusati Creed, Czech & Speake, Penhaligon e Floris, o è meglio far ritorno
a "classici" virili come Yatagan di Caron?) e dal pigro "lurkaggio", ti
rendo chiaro, una volta per tutte, che tu ci voglia o possa credere o
meno, che per esprimere il mio pensiero sono uso e aduso a firmare con il
mio nome e cognome di cui, mi perdonerai, vado talmente orgoglioso da non
provare alcun bisogno di nasconderli. Ti dirò, anzi, che se avessi scelto
un nick più o meno cretino mi sarei, probabilmente, risparmiato certi
disonesti florilegi nei miei confronti, dei quali tu e qualcun altro siete
indubbi maestri.
Per esprimere il mio disprezzo nei confronti di certe persone, come -lo
dico fuori dai denti (il signore in questione dispone pur sempre della
facoltà di querelare)- l'irrisolto razzistello di merda che mi ha
apostrofato come "piccolo giudeo", non ho certo bisogno di celarmi dietro
all'anonimato, né ho mai sentito il ridicolo bisogno o il (più probabile)
senso di vergogna di nascondermi dietro alla guittesca maschera dei
"bingo", "fringe", "elio3", "elio4", e chi più ne ha più ne metta.
Al tuo contrario, non reputo che i critici (non parlo di musicologi: in
Italia vi è soltanto Vincenzo Caporaletti, il resto è grigiore che
corrisponde ad una lunga e ormai consolidata serie di ritardi culturali e
storici attinenti ad un intero impianto sociale) siano responsabili di
tutti i mali del mondo o di questo Paese, a seconda di quanto mi faccia o
meno comodo. Prendersela con una categoria del genere è piuttosto comodo:
trasformare i critici in "deus ex-machina" permette di sorvolare su tante
altre situazioni e permette a certi produttori discografici a corto di
idee (non solo di soldi) di spacciarsi per Giovanne d'Arco del mondo
musicale. Una farsa ridicola. Al tuo contrario, però, i critici non li
corteggio né li copro di contumelie a seconda delle necessità: il problema
mi è indifferente. Rispondo, nel mio piccolo, al pubblico e ai musicisti:
le cosiddette "riviste specializzate", salvo rarissime occasioni, non
alterano di una virgola la maggiore o minore "popolarità" di
un'iniziativa, il cui sostegno comunicativo e divulgativo appartiene ad
altri circuiti, in cui, è indubbio, il giornalismo musicale -criticabile o
meno- dei quotidiani e dei settimanali ha un peso assai più significativo.
Incuriosito dal "clamore" sull'intervista a Joe Henderson di Philippe
Carles (intervistatore di gran lunga meno stimolante dell'intervistato) e
sui commenti di Dave Liebman, sono tornato, dopo lungo iato, a riprendere
in mano "Musica Jazz", pubblicazione che, personalmente, trovo più
pallida, pretenziosa, generica e conservatrice di prima, affetta, come già
detto altre volte, da un'asfittica aria di portineria: mi spiace molto per
Filippo Bianchi, persona che stimo e per cui nutro sincero affetto. Posso
però darti ragione su di un punto: Liebman è personaggio che sa dire molto
di più, e le sue affermazioni -sempre condivisibili in larga parte- sono
le stesse già prodotte in altre sedi. Si dice che certa genericità sia
stata dovuta alla fretta: una motivazione un po' balzana, amen.
Affermi di voler vedere scritti analoghi apparire su questo NG: chiedili a
Liebman, mi pare molto più idoneo (perché montare su di una Cinquecento,
quando si ha una Ferrari a portata di mano?). Impareresti pure tu,
impareremmo tutti, non solo i cosiddetti critici "alla sbarra" (hai una
tendenza storicamente stalinista a imputare il prossimo: tratto veramente
spregevole e piccino...). Per il resto, consolati, caro Veschi: non sono
un critico e non aspiro ad esserlo, nella vita privata mi occupo
prevalentemente di altro (per tua disgrazia sto finendo uno scritto su
Villa-Lobos: non ti preoccupare, non credo che ciò rientri nei tuoi
interessi. Avresti dovuto, invece, leggere quello su Stokowski, un
personaggio che avrebbe potuto insegnarti un po' di "savoir vivre"...).
Come ti ho già detto, la tua "astiosità" nei confronti di certe categorie
mi pare sempre assai artata e piegata all'uso di esigenze modeste: non
posso dimenticare i tuoi improperi, in molte sedi, nei riguardi di Enzo
Siciliano, improperi che condividevo e continuo a condividere. Bastò che
lo stesso Siciliano (la stessa gag s'è ripetuta per altri malcapitati) ti
recensisse un paio di produzioni perché tu disarmassi immediatamente:
molto umano, non c'è dubbio, e anche comprensibile, proprio per questo
certo tuo moralismo sa di deprimentemente perverso. Prendersela con gli
innocui, nel pubblico come nel privato, è un'esibizione non di muscoli ma
di viltà.
Come ebreo, aggiungo, certi tuoi elogi alla mia etnìa mi inducono al
ribrezzo (sai com'è: "Dagli amici mi guardi Id*io, ché dai nemici mi
guardo io"), perché mi ricordano tanto la flebile difesa d'antan di certi
razzisti americani ("Most of my friends are black...", una delle celebri
"American big lies", le altre due essendo, se non erro, "The check is in
the mail" e "I'll never come in your mouth"): non di rado, infatti, la
motivazione per l'allontanamento o la soppressione degli ebrei è stata che
erano "troppo intelligenti" e, perciò, pericolosi. Non troppo tempo fa,
lasciando intravedere il tuo livore razziale e umano, mi rimproverasti
sostenendo che "rispondevo", al tuo contrario (e non me ne stupisco, ciò
va a mio onore), a gente come Rabin e Sharon: caro Veschi, ne sono ben
contento, soprattutto se debbo pensare a certe motivazioni che ti spingono
a redarre certi testi, qui e altrove. Non commento perciò sulla tua
versione dell'antropologia culturale ad uso e consumo del tuo proprio
mercatino: nei confronti di certe etnie i tuoi apprezzamenti suonano come
bestemmie e grondano di stereotipi ipocriti e infanganti.
Adesso consentimi di tornare al mio lurkaggio (non ti risponderò oltre:
spero di essere stato chiaro, l'anonimato mal s'accorda con il mio
egocentrismo e, perdonami tanto, ma adoro alcuni dei miei difetti, se non
tutti) e ai miei amletici, irrisolvibili dubbi: Dyptique o Annick Goutal,
Knize Ten o Lorenzo Villoresi, Cartusia o "X" di Clive Christian? Attendo
tuoi consigli in materia...


GMG

> --------------------------------
> Inviato via http://arianna.libero.it/usenet/


--

questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad ab...@newsland.it


sv

unread,
Dec 16, 2005, 5:43:44 AM12/16/05
to

Grazie per avermi dato ragione !!
Liebman avrebbe potuto dire di più e l'intervista è interessante nonostante
che Philippe Carles non sia il massimo ( e concordo).
In quanto al resto sorvoliamo per pubblica decenza.
Ma se non sei un critico né un musicologo perchè ti scaldi tanto???
Io so di non sapere e certe cose di cui ti diletti sono lontanissime dalle
mie corde e dalle mie possibilità di comprensione. anche perchè dopo un po
mi annoiano e in genere tendo a dedicarmi solo alle cose che mi interessano.

In quanto ai miei maestri, di cui spero d'essere un allievo non indecente,
ci sono Alfred Lion e Francis Wolf, due ebrei berlinesi emigrati in america
dove hanno fatto la più grande etichetta della storia del jazz, ma anche
Lester Konig e anche altri.

Non mi sono mai accorto d'avere problemi con gli ebrei, e ne ho conosciuti
tantissimi, prima che comparissi tu che sei l'unico che come tale mi sembra
molto mal riuscito in tutti i sensi. Succede nelle migliori famiglie !!!
Soprattutto è indigesta la tua volontà d'essere superiore in tutto
coninuamente ribadita e affermata in modo rozzo. prepotente e villano.

Se è così perchè non ti togli dalle palle ??
che ci stai a fare in mezzo a questo branco d'imbecilli che consideri meno
di zero e che insulti sistematicamente ??

Auguri di Buone Feste e spero che tu ti diverta molto con i tuoi eletti
giocattoli.

sv

mk

unread,
Dec 16, 2005, 6:49:19 AM12/16/05
to
> Ma se non sei un critico né un musicologo perchè ti scaldi tanto???
> Io so di non sapere e certe cose di cui ti diletti sono lontanissime dalle
> mie corde e dalle mie possibilità di comprensione. anche perchè dopo un po
> mi annoiano e in genere tendo a dedicarmi solo alle cose che mi
interessano.
>
Veschi - Gualberto 1:0

> In quanto ai miei maestri, di cui spero d'essere un allievo non indecente,
> ci sono Alfred Lion e Francis Wolf, due ebrei berlinesi emigrati in
america
> dove hanno fatto la più grande etichetta della storia del jazz, ma anche
> Lester Konig e anche altri.
>
> Non mi sono mai accorto d'avere problemi con gli ebrei, e ne ho conosciuti
> tantissimi, prima che comparissi tu che sei l'unico che come tale mi
sembra
> molto mal riuscito in tutti i sensi. Succede nelle migliori famiglie !!!
> Soprattutto è indigesta la tua volontà d'essere superiore in tutto
> coninuamente ribadita e affermata in modo rozzo. prepotente e villano.

Veschi - Gualberto 2:0


>
> Se è così perchè non ti togli dalle palle ??
> che ci stai a fare in mezzo a questo branco d'imbecilli che consideri meno
> di zero e che insulti sistematicamente ??

Veschi - Gualberto 3:0


>
> Auguri di Buone Feste e spero che tu ti diverta molto con i tuoi eletti
> giocattoli.
>
> sv
>

Quali omuncoli possiamo noi essere per capire la levatura del Sig.Gualberto?
La migliore cultura è quella di chi la possiede e la usare senza sbatterla
in faccia al prossimo.
Per finire, qui si parla di jazz e non di Schopenauer e dei suoi illuminanti
trattati, Eminente Gualberto, se Lei ritiene di non avere più niente a che
fare con questro gruppo, aria.
Grazie


Gianni Morelenbaum Gualberto

unread,
Dec 16, 2005, 7:11:34 AM12/16/05
to
sv ha scritto:

sv ha scritto:

> Grazie per avermi dato ragione !!

Prego.

> Liebman avrebbe potuto dire di più e l'intervista è interessante nonostante
> che Philippe Carles non sia il massimo ( e concordo).
> In quanto al resto sorvoliamo per pubblica decenza.

brrrr....

> Ma se non sei un critico né un musicologo perchè ti scaldi tanto???

???

> Io so di non sapere e certe cose di cui ti diletti sono lontanissime dalle
> mie corde e dalle mie possibilità di comprensione. anche perchè dopo un po
> mi annoiano e in genere tendo a dedicarmi solo alle cose che mi interessano.

Come tutti.


> In quanto ai miei maestri, di cui spero d'essere un allievo non indecente,
> ci sono Alfred Lion e Francis Wolf, due ebrei berlinesi emigrati in america
> dove hanno fatto la più grande etichetta della storia del jazz, ma anche
> Lester Konig e anche altri.


Debbo andare a controllare le tombe dei suddetti... Chissà quanta terra
smossa a forza di rivoltarsi...

> Non mi sono mai accorto d'avere problemi con gli ebrei, e ne ho conosciuti
> tantissimi, prima che comparissi tu che sei l'unico che come tale mi sembra
> molto mal riuscito in tutti i sensi.

...


Succede nelle migliori famiglie !!!

!!!

> Soprattutto è indigesta la tua volontà d'essere superiore in tutto
> coninuamente ribadita e affermata in modo rozzo. prepotente e villano.


Mah...

> Se è così perchè non ti togli dalle palle ??


Ohibò! Olio di ricino e manganello pure?

> che ci stai a fare in mezzo a questo branco d'imbecilli che consideri meno
> di zero e che insulti sistematicamente ??

Boh... Coda di paglia?

> Auguri di Buone Feste e spero che tu ti diverta molto con i tuoi eletti
> giocattoli.

Farò il possibile. Celebrerò Hanukkah e pregherò per te.


> sv

GMG

Message has been deleted

Gianni Morelenbaum Gualberto

unread,
Dec 16, 2005, 7:20:00 AM12/16/05
to
mk ha scritto:

Beh... Visto lo scrivente... insomma... veh... certo che... via... non
vorrei dirlo... ma... beh... insomma... faccia un po' Lei...

> La migliore cultura è quella di chi la possiede e la usare senza sbatterla
> in faccia al prossimo.

ah...


> Per finire, qui si parla di jazz e non di Schopenauer e dei suoi illuminanti
> trattati,

Davvero? Non me ne ero accorto... Mannaggia... Schopenhauer un
trattatista... hmmmm interessante (per Schopenhauer, intendo)...

Eminente Gualberto, se Lei ritiene di non avere più niente a che
> fare con questro gruppo, aria.

Ullallà... Abbiamo letto "L'Anfitrione" di questi tempi? O è semplice
smania di onnipotenza? Cacciare gli altri è pratica educatissima e civile,
non c'è che dire. Immagino Lei si aspetti che io scappi via guaendo (mi
pare Lei sia più uso a trattare cani, con tutto il rispetto per questi
ultimi, che rispetto a Lei vantano un'umanità molto più poetica e
attraente).
Un caro saluto,

GMG

PS: Si decida, poi: Eminente o Sig. Insomma, c'è una certa differenza.
Sono comunque titoli che mi differenziano (in meglio) da Lei: non ci vuole
molto.

GMG


> Grazie


Prego.

Unknown

unread,
Dec 16, 2005, 7:32:41 PM12/16/05
to
Il Fri, 16 Dec 2005 11:14:47 +0100, gianni.g...@uni-bocconi.it
(Gianni Morelenbaum Gualberto) ha scritto:

>>
>
> (per tua disgrazia sto finendo uno scritto su
>Villa-Lobos:


Ciao prof e scusa se capito a sproposito.
Mi aiuti a capire che cos'e' la modinha e quali sono le sue
caratteristiche drammatiche ?
Tutto ha preso le mosse stasera dall'ascolto irrequieto di brani
sparsi di Luciana Souza : dal suo Neruda a ritroso , fino al lavoro
dedicato alle poesie di Elizabeth Bishop che mi fece amare da subito
la sua voce da contralto , passando e ripassando tra il repertorio
di musica brasiliana , per inchiodarmi irrimediabilmente sulla melodia
struggente di Modinha .
Ora mentre ascolto per l'ennesima volta il pezzo , interprete ed
orchestrazione diversi, cerco di cogliere , piu' che altro intuendo,
le costanti di quel modello di struttura musicale nel parallelo
tracciato da un articolo su internet tra Jobim e Villa - Lobos .
Ma senza grossi risultati, troppo succinto e il linguaggio
eccessivamente tecnico per le mie possibilita' di
comprensione.Frustrante...
Mi rimetto le cuffie, torno alla musica.
Saluti
Rosanna

PS Grazie per l'anteprima sulla data del concerto al Manzoni , l'ho
annotata inugurando l'agenda nuova del 2006 :-)

Gianni Morelenbaum Gualberto

unread,
Dec 17, 2005, 5:15:32 PM12/17/05
to
§*-*§ ha scritto:

La modinha, come il lundu (più prettamente africano), rappresenta la
musica dell'iniziale e progressiva urbanizzazione del Brasile, fra il
XVIII e il XIX secolo. In precedenza le tradizioni musicali presenti sul
territorio brasiliano erano ben distinte e separate: quella portoghese
(che poi si diffuse maggiormente, ibridandosi però con le tradizioni
locali, a partire dall'arrivo a Rio de Janeiro di Don Giovanni VI, re del
Portogallo, e della sua corte, momentaneamente in fuga dalle armate
napoleoniche comandate da Desaix), eminentemente caratterizzata
dall'innodia religiosa più che dai retaggi popolari, quella nativa, quella
africana (la più variegata, ulteriormente arricchitasi, nel frattempo, a
contatto con la temporanea dominazione olandese nel Pernambuco, durata
circa un secolo).
La modinha (in genere in 2/4 o 4/4), è uno dei primi sincretismi
brasiliani, erede di certi accenti sentimentali e drammatici del fado ma
prossima a una peculiare romanza da salotto nelle inflessioni, tant'è che,
diffondendosi, si affermò inizialmente soprattutto nei salotti, non solo
brasiliani ma anche portoghesi (alcuni studiosi come Màrio de Andrade -che
nel 1964 pubblica uno studio a tal proposito, "Modinhas Imperiais"-
sostengono la "lusitanità" del genere), grazie all'opera di Domingos
Caldas Barbosa. La sua frequentazione aristocratica non fu unica, perché
presto, lungo l'Ottocento, la modinha si impose anche a livello musicale
popolare, pur mantenendo testi di qualità, scritti da poeti come Gonçalves
Dias, Laurindo Rabelo, Gonçalves de Magalhães, Casimiro de Abreu. Autore
di particolare popolarità fu Xisto Bahia, compositore baiano di rara
originalità, ma non vanno dimenticati i nomi di Cândido José de Araújo
Viana, Joaquim Manoel, soprattutto Cândido Inácio da Silva nonché
Quintiliano da Cunha Freitas, Francisco Manoel da Silva, Domingos da Rocha
Mussurunga, Lino José Nunes, Francisco da Luz Pinto, sacerdoti come
Augusto Baltazar da Silveira, Guilherme Pinto da Silveira Sales e José
Maurício.
La modinha sopravvive ancora oggi (grazie, ad esempio, a Chico Buarque de
Hollanda, a Vinìcius de Moraes e Antonio Carlos Jobim), ma è,
effettivamente, un reperto: i suoi ultimi guizzi di vitalità vanno
attribuiti all'opera di Catulo da Paixão Cearense, morto nel 1946. Per
dirla volgarmente, la "modinha" (la cui influenza è oggi particolarmente
evidente in molta musica popolare dell'interno del Brasile) anticipa certe
tematiche della MPB (mùsica popular brasileira), nell'aggraziata
malinconia che già precorre la cosiddetta "saudade". Se Le capita (non è
lettura facile, essendo in portoghese, ma molti passi sono assai
comprensibili), si sfogli
"Pequena História da Música Popular, Da Modinha ao Tropicalismo" di José
Ramos Tinhorão.
Le accludo un elenco di modinhas: Desde o dia em que nasci (Domingos
Caldas Barbosa e Joaquim Manoel com Maria Lúcia Godoy) - Se me desses um
suspiro (Joaquim Manoel com Olga Maria Schroeter) - Canção do poeta do
século XVIII (Heitor Villa-Lobos e Alfredo Ferreira com Cristina
Maristany) - Conselhos (Carlos Gomes com Lenita Bruno) - Distante da
Pátria (J. Bonifácio e J.Santana com Ely Camargo) - Foi numa noite calmosa
(Luciano Gallet com Inezita Barroso) - Morena, morena (Anônimo com Clara
Petraglia) - Se queres saber a causa (Joaquim Manoel com Maria Lúcia
Godoy) - No regaço da ventura (Tomás Antônio Gonzaga com Olga Maria
Schroeter) - Pálida madona (Heitor Villa-Lobos com Cristina Maristany).
Casinha pequenina (Anônimo com Lenita Bruno) - Quem sabe (Carlos Gomes e
F.L. Bittencourt Sampaio com Ely Camargo) - Roseas flores da alvorada
(Anônimo com Inezita Barroso) - Viola quebrada (Mário de Andrade com Clara
Petraglia) - Foi o momento de ver-te (Joaquim Manoel com Olga Maria
Schroeter) - Hei de amar-te até morrer (Anônimo com Inezita Barroso) - Em
tudo há uma saudade (Osvaldo Guilherme com Ely Camargo) - Cantiga (Luiz
Guimarães e Barroso Neto com Lenita Bruno) - Triste Salgueiro (Joaquim
Manoel com Olga Maria Schroeter) - Você trata o amor em brinco (Domingos
Caldas Barbosa e Marcos Portugal com Olga Maria Schroeter) - Ao luar
(Catullo da Paixão Cearense com Ely Camargo) - Gondoleiro do amor (Castro
Alves e Salvador Fábregas com Inezita Barroso) - Donzela, por piedade, não
perturbes (Januário da Silva Arvellos com Nara Leão) - Amo-te muito (João
de Deus e Alberto Nepomuceno com Ely Camargo) - Ora à Deus, senhora Ulina
(Domingos Caldas Barbosa com Olga Maria Schroeter) - Se os meus suspiros
pudessem (Anônimo com Lenita Bruno) - Modinha (Manoel Bandeira e Jayme
Ovalle com Inezita Barroso) - Acordai, donzela (Anônimo com Ely Camargo) -
Cantilena (Alberto Nepomuceno e Coelho Neto com Maria Helena Buzelin) -
Beijo a mão que me condena (Padre José Mauricio e seu filho José Mauricio
Nunes Garcia com Olga Maria Schroeter) - Quando as glórias que gozei
(Cândido Inácio da Silva com Maria Lúcia Godoy) - Cantigas (Alberto
Nepomuceno e Branca Colaço com Lenita Bruno) - Moreninha se eu te pedisse
(Anônimo com Ely Camargo) - Ultimo adeus de amor (Emilio E.C. do Lago com
Inezita Barroso) - A casinha pequenina (Anônimo com Maria Lucia Godoy) -
Primeira trova (Osório Duque Estrada e Alberto Nepomuceno com Lenita
Bruno) - O coração perdido (Frederico Luiz Guilherme de Varnhagem com
Inezita Barroso) - Escrevi o teu nome na areia (Anônimo com Ely Camargo) -
Canção da felicidade (Barroso Neto, Nosor Sanchez com Lenita Bruno) e A
casa branca da serra (Guimarães Passos e J.C. de Oliveira com Inezita
Barroso) - Lua branca (Chiquinha Gonzaga com Paulo Tapajós) - O gondoleiro
do amor (Castro Alves e Salvador Fábregas com Luiz Claudio) - Perdão
Emília (Anônimo com Gilberto Alves) - Talento e formusura (Catullo da
Paixão Cearense e Edmundo Otávio Ferreira com Paulo Tapajós) - Acorda
Adalgisa (Anônimo com Carlos José) - Malandrinha (Freire Júnior com
Francisco Alves) - A casa branca da serra (J.C. de Oliveira e Guimarães
Passos com Gilberto Alves) - Luar de Paquetá (Hermes Fontes e Freire
Júnior com Silvio Caldas) - Amo-te muito (João Chaves com Luiz Claudio).
Elvira, escuta (Anônimo com Luiz Claudio) - Ontem ao luar (Pedro de
Alcantara e Catullo da Paixão Cearense com Paulo Tapajós) - Quizera
amar-te (Anônimo com Gilberto Alves) - A pequenina cruz do teu rosário
(Roberto Xavier de Castro e F. da Costa Wayne com Carlos José) - Sereno da
madrugada (Anônimo com Luiz Claudio) - A voz do violão (Horácio Campos e
Francisco Alves com Francisco Alves) - Modinha (Manoel Bandeira e Jayme
Ovalle com Carlos José) - Margarida vai a fonte (Motivo popular português
com Paulo Tapajos) - Mucama (Gonçalves Crespo com Luiz Claudio) e O pinhal
(Armando Percival com Paulo Tapajós).

Può inoltre consultare i seguenti siti:
http://www.cliquemusic.com.br/br/Servicos/ParaImprimir.asp?Nu_Materia=18
http://www.conhecimentosgerais.com.br/musica/musica-popular-brasileira-origens.html
soprattutto
http://www.samba-choro.com.br/s-c/tribuna/samba-choro.0004/0272.html

Perdona il ritardo nel risponderti, ma ero in Svizzera a fare acquisti
discografici, fra cui alcune ristampe Impulse che consiglio, da
"Elevation" di Pharoah Sanders allo splendido e sottovalutato "New Grass"
di Albert Ayler.
A presto,

GMG

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