Si commenta da sola !!!!!!!
SV
E' da parecchi anni che il pop ha invaso anche Umbria Jazz, non è una
novità. Tant'è che questo ha coinciso con un'eccessiva commercializzazione
del festival e con il suo ovvio abbassamento di qualità generale.
--
Emanuele Passerini
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Il mio sito sulla musica: http://digilander.iol.it/EmanuelePasserini
Il sito su Keith Jarrett: http://digilander.iol.it/keithjarrett
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>E' da parecchi anni che il pop ha invaso anche Umbria Jazz, non è una
>novità. Tant'è che questo ha coinciso con un'eccessiva commercializzazione
>del festival e con il suo ovvio abbassamento di qualità generale.
>
>--
>
>Emanuele Passerini
>
Sottoscrivo al 100%. Per fortuna non esiste più solo Umbria Jazz, ci
sono altri festival in giro per l'Italia (e per l'Europa vicina, si
pensi a Calvi) con concerti molto più interessanti.
Antonio Pavolini
>
Montreux docet
W i piccoli festival, come Clusone, Roccella
Ciao
Alessandro
>Montreux docet
>W i piccoli festival, come Clusone, Roccella
>Ciao
>Alessandro
Al di là del fatto che i due festival citati non sono
puramente jazz, Roccella ha tutte le caratteristiche di un grande festival
jazz, anche per i numerosi soldi che ha dallo stato e dalla abilità
commerciale e politica di damiani!
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Inviato via http://usenet.iol.it
>
> Montreux docet
> W i piccoli festival, come Clusone, Roccella
>
> Ciao
> Alessandro
Io sono di Bergamo e il Festival di Clusone lo conosco bene e non ne parlerei
in termini così entusiastici.
Su un cartellone di circa dieci date si salvano mediamente, come livello
qualitativo, al massimo il 30% dei concerti, con tra l'altro pretese jazz
cultural di sinistra più o meno velate che lasciano ormai il tempo che trovano,
ma che in questo paese riescono ancora pervicacemente ad avere un credito.
Senza fare discorsi personali e parlando più in generale, mi sembra che la
situazione dell'organizzazione dei concerti jazz in Italia sia ormai deprimente
a tutti i livelli, perché in mano a personaggi e strutture che sembrano
interessate a tutto fuorchè alla qualità della musica proposta, con buona pace
delle esigenze degli utenti ed appassionati del jazz.
R.F.
--
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>Al di là del fatto che i due festival citati non sono
>puramente
jazz, Roccella ha tutte le caratteristiche di un grande festival
>jazz,
anche per i numerosi soldi che ha dallo stato e dalla abilità
>commerciale
e politica di damiani!
Roccella ha le caratteristiche di un festival
fatto in modo che chi lo dirige si faccia poi re-invitare da chi ha
invitato. In un altro paese certa gente farebbe un altro mestiere , e' per
questo che gli americani restano sempre i numeri 1 e quando sentono suonare
certa gente ridono!
Detto per inciso , lo confermi quando parli di
abilita' politica e commerciale. Perche' Damiani non apre un supermercato
???
Il festival migliore resta quello del teatro Manzoni a Milano.
Che c'è già qualcuno che
recita il deprufundis per il jazz... che tristezza!!! Ma cosa si può fare
per fermare tutto ciò? Lo chiedo a voi nella speranza che la mia domanda
non rimanga senza risposta.
Ciao,
Stefano
In un altro paese certa gente farebbe un altro mestiere , e' per
> questo che gli americani restano sempre i numeri 1 e quando sentono suonare
> certa gente ridono!
il problema è che ridono anche qui in Italia, non solo in America, e a ridere
sotto i baffi sono anche quelli che "ufficialmente" lodano sulle righe delle
riviste specializzate, per convenienza reciproca, al motto di "vivi e lascia
vivere".
Gli unici a non ridere sono gli appassionati che si vedono propinare
classifiche del Top Jazz da sbellicarsi dal ridere e concerti di pseudo-jazz
penoso, musicalmente quasi indegni.
> Detto per inciso , lo confermi quando parli di
> abilita' politica e commerciale. Perche' Damiani non apre un supermercato
> ???
Sono in parecchi che dovrebbero farlo, non solo Damiani. Vi risparmio la
lista, ma tra i musicisti che hanno ricevuto voti al TJ ce ne sono diversi.
> Il festival migliore resta quello del teatro Manzoni a Milano.
Esatto, perché è organizzato da persona molto competente, capace, conosciuta e
rispettata anche tra i musicisti e che, state tranquilli, sa riconoscere la
buona musica dalla cattiva, prima ancora che il buon jazz dal cattivo. Il tutto
fatto con larghezza di vedute e, mi risulta, senza sperpero di denaro.
Insomma: poche chiacchiere, molti fatti e molta musica.
>Ma cosa si può fare
>per fermare tutto ciò?
Ascolta il jazz fatto dai grandi della storia, cerca di capire da quei
dischi cosa valga la pena essere ascoltato oggi e poi non andare ai
festival che propongono i "soliti noti" in cartellone, non comprare i
dischi di questi, non comprare le riviste sbilanciate su queste
correnti: insomma decidi.
--
SVBEEQV Sallustio
Disco del mese:
C. Mingus "Mingus Mingus Mingus Mingus Mingus" Impulse (051 170)