Andrea:
Prima di tutto vorrei che fosse chiaro che conosco personalmente Emanuele e
che per un'estate ci siamo visti parecchio, che gli ho chiesto spesso in
passato di darmi dritte sull'hardbop on guitar, e che quindi ho stima di lui
e del suo modo di suonare.
Vorrei però parlarne, senza toni negativi, ma evidenziandone pregi e
edifetti in maniera onesta, proprio pechè ritengo che valga la pena
parlarne.
Emanuele ha sviluppato negli anni una tecnica della destra fenomenale e una
scioltezza delle diteggiature che deriva dall'applicazione quotidiana e
dalla personalizzazione dei patterns.
A fronte di tanta tecnica e conoscenza del linguaggio c'è un suono che
potrebbe essere più curato: ho la sensazione che questo sarà il suo prossimo
campo di ricerca visto che, dal punto di vista concettuale delle frasi e
dell'armonia, è stato in grado di estenuarsi a dovere sulla sei corde mentre
, a mio parere, gli manca un suono che sia di impatto.
Il suo modo di suonare è molto appariscente ed è in grado di misurarsi con
il range metronomico più a destra, da 260 in poi, con comodità e scioltezza.
E' inossidabile sugli standards e ne conosce moltissimi. Se vuole mette il
pilota automatico e va, dimostrando una incredibile sicurezza.
La sua cultura musicale si è però molto concentrata sul bop e l'hard-bop
trascurando alcuni autori degli anni '60 che gioverebbero alla sua
completezza.
Il fraseggio che applica è basato sul concetto del moto continuo e degli
intrecci cari ai boppettari, ma, a mio parere, potrebbe guadagnare punti se
spezzasse maggiormente il suo "discorso", lavorando anche sul respiro della
frase e non solo sulla sua architettura.
Emanuele è un'enciclopedia coltraniana, conosce questo sassofonista come
pochi anche se si è concentrato soprattutto sul periodo pre "A Love
Supreme". Negli anni, Emanuele ha studiao Pat Martino, Pat Metheny, ha
tirato giù migliaia di assoli e di frasi, conosce bene Benson, ama Tom
Harrell, ha ascoltato tanti musicisti e li ha a turno spolpati. E' un
profondo conoscitore di Chet Baker e di tantissimi improvisers di razza.
Oggi è molto influenzato da Brecker e da questo sassofonismo "cazzuto",
maschio e ha qualcosa a che ridire di Jim Hall o altri come Metheny and
company che "illo tempore" studiò a dovere. Il mio parere e che se
rivaluterà alcuni di questi musicisti "morbidi" senza snobbarli, acquisterà
in lirismo potenziando la sua espressività.
Emanuele padroneggia benissimo i fraseggi dispari ed i tempi fast. Ama
usare, alla Coltrane, le sestine e le quintine, con sicurezza e relax.
Questa sua predilezione per i fast, a mio parere, lo ha distratto dalla cura
della ballad e del medium medium-slow, generando in lui una tendenza al
riempimento: sono sicuro che ben presto, curando questo aspetto, sarà una
spanna sopra alla maggior parte dei chitarristi, ma è necessario che spinga
in questa direzione.
Lo stesso uso di quintine e sestine, talvolta, diventa eccessivamente
reiterato e, sempre a mio parere, se ne perde la magia combinatoria e la
forza nell'intervento sulla densità, comunque sono approcci molto
interessanti e sicuramente "advanced"!!!!
Termino rinnovando la mia stima "con aspettativa" nei confronti di un
musicista, a volte dal carattere scontroso, ma che sa essere un ragazzo
molto comunicativo e simpatico.
Questo chitarrista merita attenzione e considerazione ma, come tutti i
creativi, deve essere stimolato per dare il massimo: se mai mi leggesse, lo
saluto schiettamente e mi auguro che accolga le mie idee con serenità, senza
pensare a critiche immotivate, ma considerandole come una sincera attenzione
a quello che sta facendo.
Ciao a tutti, Andrea. (e così almeno di un giovane si è parlato no?).
--
Jack Frusciante
e-mail: jackg...@yahoo.com
ICQ # 34363069
My home page:
http://www.geocities.com/jackguitar
My Music Magazine:
http://www.musicboom.net
"Mescimi il vino più forte e più nero, talamo d'affanno, occhio del mistero,
olio di giara, grilli , torre saracena nell'incendio della sera, e uscire di
lampare, lentamente nel mare, bussare alle persiane di visioni e passi di
anziani ..."
(Vinicio Capossela - "Camera a Sud")
--
Andreajazz <luc...@tin.it> wrote in message 895m3q$14s$1...@nslave2.tin.it...
Da qualche anno utilizza una 335 Gibson ma so che ha posseduto un'ibanez
George Benson. Di amplificatori ne ha cambiati parecchi quindi....non sarei
aggiornato. Di solito suona pulito, anche se in altri contesti si è fatto
prestare un vecchio rat per dare un minimo di crunch.
Particolare gustoso, per un periodo era in fissa con Scofield e ne ha
studiato frasi e linguaggio in maniera accurata.
E visto che ci siamo entra
> pure nel merito che a me fa piacere: plettra alternato ? usa medium o cosa
?
> pick ups, toni, ampli, insomma mettici tutto :-) oramai sei rodato no ?
dai,
> io ho sbobinato Pat, ora tocca a te :-)
Il suo suono non mi fa impazzire anche se è adeguatamente chiaro da non
essere medioso. Usava i medium fender, ma anche questo è un particolare che
potrebbe essersi modificato.
Il mese scorso, o qualcosa di più, l'ho beccato in jam-sessions proprio con
Zifarelli (dal quale ho acquistato la mia chitarra!), suonava col
contrabassista del mio quartetto Marco Loddo, un giovanissimo e
promettentissimo batterista di 22 anni Marco Valeri (occhio al tipo) e vari
sassofonisti romani.
In quell'occasione ho verificato che la sua tecnica è ancora quella di avere
la mano non appoggiata con le dita al corpo della chitarra (tecnica che amo
anch'io), ma sulle corde sfrutttando soprattutto la rotazione del polso. In
aggiunta a questo, Emanuele corregge l'attacco sulla corda con dei movimenti
del pollice che stringe il plettro.
Considerato che le corde stanno così:
e-----------
B-----------
G-----------
D-----------
A-----------
E-----------
Il plettro sta, visto dall'alto, così \
Il contrario di Metheny insomma, ma meno esasperato nell'obliquità.
Plettra alternato ma usa anche molto il legato: da questo punto di vista è
molto completo avendo ideato diteggiature che riproducono la pronuncia del
sassofono, che cioè pongono la legatura sul modello delle legature dei
fiati.
La mia personale ma anche amichevole critica, riguarda proprio il tocco e il
suono che non trovo all'altezza delle sue capacità: se migliorasse questo
aspetto ne gioverebbe la sua musica.
Vorrei infine sottolineare che pur essendo un hard-bopper un po' verboso, ma
di grande competenza, ascoltato in altri contesti, come con la cantante
Susanna Stivali, recupera la memoria dei suoi studi più "melodici" e risulta
capace di essere molto espressivo. La mia critica era proprio relativa al
fatto che, studiando Coltrane, non si può privilegiare esclusivamente la
parte razionale del fraseggio ma si debbono valutare nella giusta ottica
anche gli elementi del LIRISMO coltraniano, che è incredibile tanto quanto
la logica dei soli.
Quando lo ribecco gli devo restituire dei Cd in primis, e poi vedo che
strumentazione sta usando attualmente.
Vi farò sapere!
Ciao ciao, Andrea.
santo pedalino ... l'unica alternativa all'overdrive delle valvole del tuo
pre ...
> Particolare gustoso, per un periodo era in fissa con Scofield e ne ha
> studiato frasi e linguaggio in maniera accurata.
ti è venuto in mente dopo la faccenda del rat :-) ?
>
> E visto che ci siamo entra
> > pure nel merito che a me fa piacere: plettra alternato ? usa medium o
cosa
> ?
> > pick ups, toni, ampli, insomma mettici tutto :-) oramai sei rodato no ?
> dai,
> > io ho sbobinato Pat, ora tocca a te :-)
>
> Il suo suono non mi fa impazzire anche se è adeguatamente chiaro da non
> essere medioso. Usava i medium fender, ma anche questo è un particolare
che
> potrebbe essersi modificato.
anch'io, e mi trovo benissimo ...
> Il mese scorso, o qualcosa di più, l'ho beccato in jam-sessions proprio
con
> Zifarelli (dal quale ho acquistato la mia chitarra!)
quale ? che c..o !
>, suonava col
> contrabassista del mio quartetto Marco Loddo, un giovanissimo e
> promettentissimo batterista di 22 anni Marco Valeri (occhio al tipo) e
vari
> sassofonisti romani.
> In quell'occasione ho verificato che la sua tecnica è ancora quella di
avere
> la mano non appoggiata con le dita al corpo della chitarra (tecnica che
amo
> anch'io), ma sulle corde sfrutttando soprattutto la rotazione del polso.
In
> aggiunta a questo, Emanuele corregge l'attacco sulla corda con dei
movimenti
> del pollice che stringe il plettro.
>
> Considerato che le corde stanno così:
>
> e-----------
> B-----------
> G-----------
> D-----------
> A-----------
> E-----------
>
> Il plettro sta, visto dall'alto, così \
> Il contrario di Metheny insomma, ma meno esasperato nell'obliquità.
>
Credo che questa sia la impostazione corretta, insomma la plettrata può
anche essere piatta e non obliqua, ma l'appoggio delle dita deve essere
quasi assente secondo me ... magari Fabio Mariani non sarà daccordo ...
comunque per essere veloci occorre suonare di taglio altrimenti ti intrippi
subito, forse in questo è un limite del soggetto, però anche Sco suona come
hai descritto, anzi sono sicuro che lui usa plettri vecchi con un po' di
"dente di sega" sul profilo in modo da esasperare l'effetto strappo diciamo,
ed ha un tocco ed un suono magnifico ... un giorno vi dirò cosa ho visto ai
suoi piedi dal vivo nel 94 ... vabbè: tre pedalini tenuti insieme con il
nastro :-) chorus, equalizzatore, overdrive (questo credo un RAT ma potrei
sbagliarmi) e poi in stereo su due ampli da 50 W ognuno un Marshall ed un
Peavey in prestito sicuramente, microfoni davanti e via. Suono: indentico ai
dischi. Spettacolo.
> Plettra alternato ma usa anche molto il legato: da questo punto di vista è
> molto completo avendo ideato diteggiature che riproducono la pronuncia del
> sassofono, che cioè pongono la legatura sul modello delle legature dei
> fiati.
e qui si capisce il paragone con Coltrane ...
> La mia personale ma anche amichevole critica, riguarda proprio il tocco e
il
> suono che non trovo all'altezza delle sue capacità: se migliorasse questo
> aspetto ne gioverebbe la sua musica.
>
> Vorrei infine sottolineare che pur essendo un hard-bopper un po' verboso,
ma
> di grande competenza, ascoltato in altri contesti, come con la cantante
> Susanna Stivali, recupera la memoria dei suoi studi più "melodici" e
risulta
> capace di essere molto espressivo. La mia critica era proprio relativa al
> fatto che, studiando Coltrane, non si può privilegiare esclusivamente la
> parte razionale del fraseggio ma si debbono valutare nella giusta ottica
> anche gli elementi del LIRISMO coltraniano, che è incredibile tanto quanto
> la logica dei soli.
>
Vedi "plays ballads" (IMPULSE!) ... o LUSH LIFE (Prestige)
> Quando lo ribecco gli devo restituire dei Cd in primis, e poi vedo che
> strumentazione sta usando attualmente.
> Vi farò sapere!
>
> Ciao ciao, Andrea.
>
Ho avuto conferme ufficiose da fonte attendibile della tua diciamo
descrizione, mi hanno inoltre detto che attualmente gira con la ritmica di
Rosario Giuliani, di cui è virtualmente l'deale sostituto sulla chitarra in
effetti, peccato che Rosario suona delle ballads spettacolari mentre il
nostro pare che non ce la faccia proprio a suonare di meno, inoltre pare che
non metta non dico un accordo ma manco un bicorde, suona solo single note,
in trio. Credo che sia un limite per un chitarrista esprimersi così in trio,
accompagnato da un piano forse se lo potrebbe anche permettere ma in trio
... ad ogni modo se quanto ho sentito è confermato sarebbe uno dei pochi
nuovi chitarristi, a cui aggiungo Bobrovicky, che non sia un clone riciclato
dei vari Met-Sco-Aber-Fri o un emulo del tempo che fu appresso a
Wes-Green-Hall-Pass, e sicuramente uno dei primi ad aver messo sulla
seicorde il linguaggio di Coltrane e compagni allo stesso metronomo in modo
pulito e tecnicamente ineccepibile. Solo per questo andrebbe ascoltato.
Mi raccomando la faccenda della email, potrebbe uscire una serata, chissà,
mi
sto muovendo.
Ciao e grazie per il prezioso intervento.