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Art Pepper, questo sconosciuto

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Emanuele Passerini

unread,
Aug 26, 2001, 5:17:08 AM8/26/01
to
Ciao a tutti.
Mi chiedo come mai non si parli assolutamente dell'altosassofonista Art
Pepper. L'ho scoperto da poco e mi sono leggiucchiato qualche cosa online
(poca roba...), sufficiente per capire che si tratta comunque di un
personaggio che ha avuto la sua importanza nel jazz "bianco". Il suo stile
si colloca vicino certe sonorità di Lee Konitz ma con più swing, più ritmo e
più "irruenza" nel modo di suonare (il che lo porta più vicino alle correnti
hard bop). Devo dire che lo trovo davvero bravo e accattivante!
Chi mi racconta qualcosa di più? Sarei curioso.
Grazie!

--

Emanuele Passerini

ema.pa...@libero.it
ema.pa...@inwind.it (max 15 MB tot)
ICQ 34957310

Il mio sito sulla musica: http://digilander.iol.it/EmanuelePasserini
Il sito su Keith Jarrett: http://digilander.iol.it/keithjarrett


Valerio Prigiotti

unread,
Aug 26, 2001, 5:20:39 AM8/26/01
to
Esiste un video, Straight Life, che narra la sua storia di grande artista
rovinato dalla tossicodipendenza.
Negli anni 60 è stato a lungo in prigione, poi ha registrato molti dischi
notevoli, spesso con il pianista George Cables.
Prima era un contraltista molto in voga, piuttosto parkeriano. Non ricordo
se ha iniziato anche lui con Kenton, ma non mi sembra molto influenzato da
Konitz.

Ciao,
Valerio


Emanuele Passerini

unread,
Aug 26, 2001, 6:08:12 AM8/26/01
to

"Valerio Prigiotti" <valp...@tin.it> ha scritto nel messaggio
news:Hb3i7.58325$TS4.2...@news2.tin.it...

> Esiste un video, Straight Life, che narra la sua storia di grande artista
> rovinato dalla tossicodipendenza.

Sai dirmi se è reperibile in giro nei negozi?
Abito a Milano.

> Prima era un contraltista molto in voga, piuttosto parkeriano. Non ricordo
> se ha iniziato anche lui con Kenton, ma non mi sembra molto influenzato da
> Konitz.

In effetti l'influenza parkeriana è grande in Art Pepper, i suoi fraseggi
(soprattutto nei brani veloci) hanno dentro una sorta di inquietudine e di
agitazione che fanno pensare subito al grande Bird. Però il suono non è mai
duro o distorto, è sempre curato e limpido, quasi cristallino, e queste
secondo me sono alcune delle caratteristiche tipiche dei sassofonisti
bianchi (Konitz, Desmond, Getz e via dicendo). Sbaglio?

Luca Conti

unread,
Aug 26, 2001, 6:18:30 AM8/26/01
to
On Sun, 26 Aug 2001 09:20:39 GMT, "Valerio Prigiotti"
<valp...@tin.it> wrote:

>Esiste un video, Straight Life, che narra la sua storia di grande artista
>rovinato dalla tossicodipendenza.

Straight Life č il titolo dell'autobiografia di Pepper. Il film si
intitola Notes from a Jazz Survivor.

>Negli anni 60 č stato a lungo in prigione, poi ha registrato molti dischi


>notevoli, spesso con il pianista George Cables.
>Prima era un contraltista molto in voga, piuttosto parkeriano. Non ricordo
>se ha iniziato anche lui con Kenton, ma non mi sembra molto influenzato da
>Konitz.

Sě, anche Pepper ha iniziato con Kenton, nel 1943 (era nato nel 1925 a
Gardena, in California, da padre tedesco e madre italiana, ed č morto
nel 1982). Il suo primo assolo con Kenton č su Harlem Folk Dance,
inciso proprio il primo giorno del suo arrivo in orchestra:-)

La carriera di Pepper č stata lunga e travagliata. Ci vorrebbe ben
altro spazio per raccontarla in dettaglio. Basta dire, ad ogni modo,
che la definizione di esponente del jazz "bianco" data da Emanuele gli
va parecchio, ma parecchio stretta. Oltre ai suoi straordinari dischi
degli anni '50 per la Imperial e altre piccole etichette (poi
ristampati dalla Blue Note in 3 CD) e per la Contemporary (tra i
tanti, i due col gruppo di Miles Davis senza Miles, almeno uno tra i
quali, "Meets the Rhythm Section", dovrebbe essere presente nella
collezione di tutti), Pepper ha saputo superare musicalmente una serie
di lunghi periodi di reclusione carceraria, trasformando completamente
il suo stile grazie all'influenza di John Coltrane. Dimostrando in
piů, a mio avviso, come si potesse applicare creativamente
l'asfissiante (per i meno originali) influenza coltraniana in
situazioni sonore assai diverse. Ascoltate, se vi va, lo stupefacente
Contemporary "The Trip", inciso nel 1976 con Elvin Jones, George
Cables e David Williams, o il di poco precedente "Living Legend"
(Contemporary, 1975) con Hampton Hawes, Charlie Haden e Shelly Manne,
per ammirare il coraggio e la tenacia di un artista che ha saputo
rinnovarsi e uscire dagli schemi in cui la sua precedente carriera
westcoastiana lo aveva incasellato.

Va anche detto che, tra il 1975 e il 1982, Pepper - assieme a
pochissimi altri, tra cui Dexter Gordon e Phil Woods - č stato il
massimo protagonista della rinascita del jazz di tradizione boppistica
negli Stati Uniti. E, nel suo caso, come in quello di Gordon e Woods,
non si trattava certo di bieco revival, ma di grandi maestri che
suonavano la loro musica, quella che avevano inventato loro.

Poi, a leggere "Straight Life", l'immagine che esce fuori dell'uomo
Pepper č assolutamente insopportabile, per non dire agghiacciante; ma,
per fortuna, i dischi che ha lasciato offrono un'immagine di un
artista alla costante ed ossessiva ricerca della bellezza assoluta,
non quella, del tutto privata, dell'uomo infestato da oscuri fantasmi
e alla perenne caccia dell'autodistruzione.

Ciao, Luca


Luca Conti

luc...@tin.it
luca...@tiscalinet.it

"Arconti d'Atene!" [Sir Henry Merrivale]

Luca Conti

unread,
Aug 26, 2001, 6:25:44 AM8/26/01
to
On Sun, 26 Aug 2001 12:08:12 +0200, "Emanuele Passerini"
<ema.pa...@libero.it> wrote:

>
>"Valerio Prigiotti" <valp...@tin.it> ha scritto nel messaggio
>news:Hb3i7.58325$TS4.2...@news2.tin.it...
>> Esiste un video, Straight Life, che narra la sua storia di grande artista
>> rovinato dalla tossicodipendenza.
>

>Sai dirmi se č reperibile in giro nei negozi?

Anni fa si trovava facilmente in versione italiana (non ricordo piů se
era della Fonit Cetra o della Polygram). Credo sia ormai fuori
catalogo, ma girava spesso in offerta nei negozi Ricordi.

Adessoč disponibile il DVD. Si intitola "Art Pepper: Notes from a Jazz
Survivor". E' edito dalla Shanachie e ha il numero di catalogo 6316.
In Italia č distribuito da IRD. Ce l'ho proprio sottomano in questo
momento :-)

Emanuele Passerini

unread,
Aug 26, 2001, 6:48:07 AM8/26/01
to

"Luca Conti" <manuel...@tiscalinet.it> ha scritto nel messaggio
news:vbjhotkd32fr968t9...@4ax.com...
> Anni fa si trovava facilmente in versione italiana (non ricordo più se

> era della Fonit Cetra o della Polygram). Credo sia ormai fuori
> catalogo, ma girava spesso in offerta nei negozi Ricordi.
>
> Adessoè disponibile il DVD. Si intitola "Art Pepper: Notes from a Jazz

> Survivor". E' edito dalla Shanachie e ha il numero di catalogo 6316.
> In Italia è distribuito da IRD. Ce l'ho proprio sottomano in questo
> momento :-)

Luca Conti = Treccani del jazz.

Sei incredibile!!!
:-)))

SV

unread,
Aug 26, 2001, 8:05:14 AM8/26/01
to
Il meglio di Art Pepper è su Contemporary. praticamente tutti i suoi
dischi prodotti da Lester Koenig per la Contemporary -oggi OJC -
meritano ampiamente l'ascolto.
Art Pepper si considerava un nero bianco e se qualcuno gli diceva che
suonava come un nero lo riteneva un grande complimento.
Assolutamente notevoli sono anche i suoi CD per la Fantasy e in
particolare queli con Carl Burnett alla batteria, grande e
misconosciuto batterista nero, george Cables, altro grande
misconosciuto, Billy Higgins, Roy Haynes, il pianista Stanley Cowell
e Milcho leviev, pianista bulgaro trasferitosi nella West Coast.
Assolutamente fondamentali poi sono le session realizzate al Village
Vanguard con elvin Jones alla batteria, George Mraz e se non ricordo
male george Cables.
in questi dischi c'è forse il meglio dell'arte di Pepper che nel suo
fraseggio di chiara derivazione boppistica ingloba elementi modali e
free, sintetizzando fra i primi, come comunque aveva già fatto Joe
Henderson negli anni 60, elementi stilistici diversi in uno stile
globale che riunificava stilemi diversi del jazz degli ultimi
trent'anni con forti influenze bluesy e deviazioni latine.
A mio parere solo Bobby Watson muovendosi sulla stessa linea ha
sviluppato la tecnica e lo stile di musicisti come Pepper e Henderson
giungendo ad una definizione stilistica a cui ha aggiunto significati
elementi di innovazione.
Art Pepper era anche un musicista estremamente aperto tanto da essere
stato il primo, - prima di Paul Bley, Joe henderson e Bobby Hutcherson
- composizioni di Ornette Coleman nel proprio repertorio. esiste un LP
della contemporary in cui in quintetto con il trombettista jack
Sheldon esegue una composizione di Ornette Coleman dei primissimi anni
60.

Art Pepper ha un suono riconoscibilissimo di grande intensità e
drammaticità espressiva che ne fanno uno degli artisti, a mio parere,
più appasionanti e integri di tutta la storia del jazz moderno.

Indispensabile come Sonny Sitt, Cannonball, Jackie McLean, Bobby
Watson, e non molti altri.

La sua ricomparso sulla scena a metà degli anni 70 ha fortemente
contribuito, assieme al ritorno negli States di Dexter Gordon,
pressochè contemporanea, al rilancio del Mainstream jazz e i suoi
dischi, numerosissimi, hanno avuto un formidabile successo negli USA,
Giappone, Europa.
Se qualcuno ha dei dubbi vada da Battistella e gli chieda notizie in
proposito.

Anzi proprio Pepper, Gordon con i suoi gruppi registrati dalla
Columbia con Ronnie Mathews, Woody Shaw, Victor
Lewis e altri, Blakey nella edizione con James Williams, Bobby
Watson, Valery Ponomarev, dave Schnitter, Dennis Irwin
e successivamente i fratelli Marsalis fra il 77 e l'82 riportarono
prepotentemente sulla scena il JAZZ, JAZZ con un formidabile successo
di pubblico ma non di critica.

almeno una decina di CD di Art pepper non possono assolutamente
mancare nella biblioteca di ogni serio appassionato e conoscitore del
jazz moderno. Gli indispensabili sono quelli al Village Vanguard, tre
CD, quelli con Hampton Hawes, con Higgins, Burnett, Haynes e quelli
degli anni 50 e 60.

SV

Jackie

unread,
Aug 26, 2001, 8:08:08 AM8/26/01
to

Ke dire ha gia' detto quasi tutto il buon Luca Conti :)
Spero di rendermi utile consigliandoti qualke altro titolo oltre quelli gia'
citati da Luca (tutti eccezionali)..
Io sono molto legato ai Live al Village Vanguard con Elvin Jones, George
Cables, George Mraz..in particolare al primo il thursday night at the
village vanguard...
Poi mi vengono in mente al volo altri 2 dischi, Going Home in duo con Cables
e ArtWorks che ci deve stare xche c'e' Billy Higgins alla batteria :P
Art Pepper rimane uno dei mie altisti preferiti..che non sono molti (il che
e' strano considerando che suono l'alto:)) ..E' proprio vero ke la
definizione "esponente del jazz bianco" gli sta stretta..è bianco e' vero ma
ha un senso del blues spaventoso e un modo di suonare (soprattutto
nell'ultimo periodo) a tratti lacerante..io lo adoro :)

Emanuele Passerini

unread,
Aug 26, 2001, 8:07:15 AM8/26/01
to

"SV" <redre...@iol.it> ha scritto nel messaggio
news:3b8a3293...@news.iol.it...

> Il meglio di Art Pepper è su Contemporary.

Della serie di dischi della Galaxy che mi dici?
A me sembrano strepitosi.

Riccardo Facchi

unread,
Aug 26, 2001, 10:04:57 AM8/26/01
to
Faccio i miei complimenti sia a Conti che a Veschi che, in particolare, dimostra di conoscere molto bene i sassofonisti.
Aggiungerei anche "Landscape" - Galaxy alla lista indicata, specie per il discorso che faceva Veschi per lo swing micidiale del disco e il rilancio del bop in America in quegli anni.
Comunque è vero, Thursday night at Village Vanguard contiene una versione di Goodbye da brividi. Grande jazz!
 
Riccardo F.

Marco

unread,
Aug 26, 2001, 10:13:13 AM8/26/01
to
saluti a tutti : mi aggiungo alla lunga lista dei fan di ART PEPPER per
segnalare l'uscita, non recentissima,di un cofanetto di 5 cd della Galaxy
comprendenti 7 LP usciti per la ALFA giapponese (sono a medio prezzo) e sono
a dir poco fantastici: c'č il fior fiore dei musicisti californiani e gli
incontri con Lee Konitz e Sonny Stitt: ART PEPPER č un di quei musicisti che
va dritto al cuore
Jackie <koko...@mail.omnitel.it> wrote in message
IE5i7.11393$%a4.4...@news.infostrada.it...

>
> Ke dire ha gia' detto quasi tutto il buon Luca Conti :)
> Spero di rendermi utile consigliandoti qualke altro titolo oltre quelli
gia'
> citati da Luca (tutti eccezionali)..
> Io sono molto legato ai Live al Village Vanguard con Elvin Jones, George
> Cables, George Mraz..in particolare al primo il thursday night at the
> village vanguard...
> Poi mi vengono in mente al volo altri 2 dischi, Going Home in duo con
Cables
> e ArtWorks che ci deve stare xche c'e' Billy Higgins alla batteria :P
> Art Pepper rimane uno dei mie altisti preferiti..che non sono molti (il
che
> e' strano considerando che suono l'alto:)) ..E' proprio vero ke la
> definizione "esponente del jazz bianco" gli sta stretta..č bianco e' vero

Emerenziano Paronzini

unread,
Aug 26, 2001, 11:42:42 AM8/26/01
to
Valerio Prigiotti wrote:

> Esiste un video, Straight Life, che narra la sua storia di grande artista
> rovinato dalla tossicodipendenza.

Il video non lo conosco; conosco invece l'autobiografia (a 4 mani con la
moglie) dallo stesso titolo (uscita, credo, nel 1979 o '80 - Conti?), che e'
per molti versi, non solo per l'interesse musicale, un libro straordinario di
un uomo per tanti versi assolutamente fuori dal comune.

Ciao, Paronzini

Emerenziano Paronzini

unread,
Aug 26, 2001, 11:48:50 AM8/26/01
to
Luca Conti wrote:

> Poi, a leggere "Straight Life", l'immagine che esce fuori dell'uomo

> Pepper è assolutamente insopportabile, per non dire agghiacciante;

Che dire... certo, non sarebbe stato il vicino di casa ideale. E' l'immagine,
in niente edulcorata, di una vita terribile: ma la lucidita' e il disincanto
di Pepper nel raccontarla lo pone ben al di sopra degli eventi narrati, tutto
sommato molto banali per quanto atroci. Raccolgo la definizione che di lui
diede, se non ricordo male proprio in riferimento a quel libro, Whitney
Balliett: "an eloquent and gifted man".

Ciao, Paronzini

SV

unread,
Aug 26, 2001, 12:11:48 PM8/26/01
to
La galaxy è una etichetta che era di proprietà della Fantasy. Quando
dicevo Fantasy alludevo in realtà ai Cd della Galxy.

Di questi Cd penso tutto il bene possibile e idem per i Contemporary.
Ci sono anche i due del quartetto di Pepper usciti a nome di Milcho
Leviev per l'inglese TAA Mole registrati al Ronnie Scott che sono più
che eccellenti.

Art Pepper E' uno dei miei altisti preferiti per il pathos, la
drammaticità e la sincerità che emana la sua musica.
Non ha inventato nulla, come Miles Davis, ma è sicuramente un grande
artista. Il suo senso del blues è assolutamente nero e manca in genere
ai musicisti bianchi e soprattutto agli europei.
Massimo Urbanio e alcuni italiani quel feeling ce l'hanno.

SV

Luca Conti

unread,
Aug 26, 2001, 1:15:58 PM8/26/01
to
On Sun, 26 Aug 2001 17:48:50 +0200, Emerenziano Paronzini
<eme...@hotmail.com> wrote:

>Che dire... certo, non sarebbe stato il vicino di casa ideale. E' l'immagine,
>in niente edulcorata, di una vita terribile: ma la lucidita' e il disincanto
>di Pepper nel raccontarla lo pone ben al di sopra degli eventi narrati, tutto
>sommato molto banali per quanto atroci. Raccolgo la definizione che di lui
>diede, se non ricordo male proprio in riferimento a quel libro, Whitney
>Balliett: "an eloquent and gifted man".

Io non mi intendo di psicologia, ma credo che Pepper sarebbe stato un
interessantissimo soggetto di studio.
"Straight Life" è agghiacciante proprio perché i trucidi eventi
narrati sono assolutamente banali - o quanto meno molto simili, per
tanti versi, a quelli che Miles Davis racconta nella sua
autobiografia.
La cosa che colpisce di più è l'assoluto distacco che Pepper impiega
nel raccontare la sua vita semibruciata, e soprattutto nel
giustificare, quasi, la sua volontà di fare qualunque cosa per la
droga (rompere amicizie, legami sentimentali, legami musicali,
trasformarsi a sua volta in spacciatore, pappone, eccetera).
In più, Pepper era mosso da una irrefrenabile necessità di dimostrare
ai musicisti neri che lui era bravo come e più di loro; e questa è
stata una delle direttrici su cui ha imperniato la sua carriera.

SV

unread,
Aug 27, 2001, 5:19:19 PM8/27/01
to
<<<<<ù, Pepper era mosso da una irrefrenabile necessità di dimostrare
ai musicisti neri che lui era bravo come e più di loro; e questa è
stata una delle direttrici su cui ha imperniato la sua carriera.>>>>>>

Art Pepper, che ho anche conosciuto in un concerto a ravenna nei primi
anni '80, era una figura drammatica. Credo che oltre alla droga
l'unica cosa che lo interessasse nella vita era la musica e il suo
sassofono. Voleva essere qualcuno perchè sapeva d'essere qualcuno.
Mi sembra che da qualche parte abbia raccontato di una serata in un
club di Los Angeles che mentre suonava entrò nel club Sonny Stitt che
era già un musicista molto affermato e che gli chiese di suonare.
La ritmica stacco Cherokee è il primo assolo fu quello di Sonny che
improvviso per quarantacinque minuti di seguito, senza mai ripetersi,
sull'inciso.
Art Pepper raccontava che avrebbe voluto morire perchè dopo sarebbe
toccato a lui suonare e si domandava cosa avrebbe mai potuto fare dopo
quello che aveva fatto Stitt.
Quando Sonny smise e sorridendogli gli disse di suonare Art chiuse gli
occhi e attaccò il suo solo.
Non racconta cosa accadde. Ma deve essere stata una di quele cose che
evidentemente hanno lasciato un segno nella sua psiche.

Pepper era una grande figura drammatica: perdente nella vita e
vincitore, a suo modo, nella musica. Un pò come Massimo Urbani.

Grande artista e sassofonista di consistente livello espressivo e
creativo. Oggi forse avrebbe menoi problemi a quel tempo e in
quell'epoca non deve essere stato facile per lui.
Uno dei suoi grandi problemi era anche il rapporto con i genitori che
non lo amavano e credo crebbe prevalentemente con il nonno.
Questo spiega una parte consistente del suo dramma esistenziale.
fra l'altro anche hanpton hawes credo avesse problemi similari sia con
la droga che con il padre.
C'è anche una session registrata dal vivo in un club di Los Angeles
in cui hawes e pepper suonano assieme di bruciante vigore espressivo
ed in cui prendono una serie di rischi incredibili.
suonano un Free Bop ante litteram.
Il disco è stato pubblicato dalla Xanadu l'etichetta di Don Shlitten,
grande critico e produttore.

SV


Emanuele Passerini

unread,
Aug 27, 2001, 5:22:09 PM8/27/01
to
Insomma, ho scoperto l'esistenza di un altro Charlie Parker dei tempi
moderni. :-)
Art Pepper era un musicista che ignoravo fino a 1 mese fa.... chissà quanti
ce ne sono ancora da scoprire!

Grazie a tutti per i vostri post!

Luca Conti

unread,
Aug 27, 2001, 6:03:06 PM8/27/01
to
On Mon, 27 Aug 2001 21:19:19 GMT, redre...@iol.it (SV) wrote:

>Art Pepper raccontava che avrebbe voluto morire perchè dopo sarebbe
>toccato a lui suonare e si domandava cosa avrebbe mai potuto fare dopo
>quello che aveva fatto Stitt.

Tra Pepper e Stitt, che avevano due caratteracci, c'è sempre stato
grande rispetto ma pochissima ammirazione: sono stati due tra i
musicisti più "competitivi" nella storia del jazz, tra gli ultimi ad
avere ancora l'idea del jazz come "campo di battaglia" dove chi è più
bravo "takes no prisoners"...

>Uno dei suoi grandi problemi era anche il rapporto con i genitori che
>non lo amavano e credo crebbe prevalentemente con il nonno.
>Questo spiega una parte consistente del suo dramma esistenziale.

>fra l'altro anche hampton hawes credo avesse problemi similari sia con


>la droga che con il padre.

Il padre di Hampton Hawes era uno stimatissimo pastore della Chiesa
Presbiteriana a Los Angeles, di educazione molto rigida. Hawes
racconta che fin da piccolo ebbe problemi con lui, che gli impediva di
suonare il boogie-woogie la domenica perché era peccato :-))
Hawes scrive che "mio padre aveva Dio dentro al cuore e ci credeva sul
serio, ma io no. Quando avevo sei anni, pensavo che facesse il
portavoce di Dio, e il suo compito fosse diffondere la voce che le
domeniche erano sacre e gli esseri umani non le dovevano toccare. Ma
incontrai Dio, o un suo facsimile, soltanto parecchi anni dopo, allo
Hi-De-Ho Club tra la Cinquantesima Strada e Western Avenue: suonava il
sax contralto nel gruppo di Howard McGhee".

Era, com'è ovvio, Charlie Parker :-)))

>C'è anche una session registrata dal vivo in un club di Los Angeles
>in cui hawes e pepper suonano assieme di bruciante vigore espressivo
>ed in cui prendono una serie di rischi incredibili.

>Il disco è stato pubblicato dalla Xanadu l'etichetta di Don Shlitten,
>grande critico e produttore.

Hai fatto bene a ricordare questi dischi, che purtroppo sono
irreperibili da un sacco di tempo. Su LP erano usciti come "The Early
Show" e "The Late Show" per la Xanadu; su CD sono apparsi, per
brevissimo tempo, soltanto in Francia, per la EPM, col titolo "A Night
at the Surf Club, vol.1 & 2". Con Pepper e Hawes ci sono Joe Mondragon
al contrabbasso e Larry Bunker alla batteria e (molto spesso) al
vibrafono, che suonava davvero bene. E' una serata del 1952,
quarant'anni fa (!).
Ovvio che questi due CD esistono in edizione giapponese, ma sono un
serio attentato al portafoglio :-)))

Luca Conti

unread,
Aug 27, 2001, 6:06:19 PM8/27/01
to
On Mon, 27 Aug 2001 23:22:09 +0200, "Emanuele Passerini"
<ema.pa...@libero.it> wrote:

>Insomma, ho scoperto l'esistenza di un altro Charlie Parker dei tempi
>moderni. :-)
>Art Pepper era un musicista che ignoravo fino a 1 mese fa.... chissà quanti
>ce ne sono ancora da scoprire!

Del livello di Pepper non c'è poi moltissima gente, beninteso :-))

Comunque di musicisti da scoprire (o riscoprire) ce ne sono a dozzine.
Ti butto lì un nome : Lucky Thompson (1924), uno dei più grandi e
misconosciuti sax tenori della storia del jazz.

Luca Conti

unread,
Aug 27, 2001, 6:13:55 PM8/27/01
to
On Mon, 27 Aug 2001 22:03:06 GMT, Luca Conti
<manuel...@tiscalinet.it> wrote:

>E' una serata del 1952, quarant'anni fa (!).

Sì, magari... :-))) Cinquant'anni, sono!

SV

unread,
Aug 28, 2001, 2:32:21 AM8/28/01
to
Quando ho sentito quei dischi di pepper e hawes dal vivo sono stato
scioccato dalla modernità del linguaggio. anzi secondo me la vera
modernità è quella. Per me quella è ancora oggi musica d'avanguardia.
Molto acclamato free scomparisce davanti a quelle sessions dal vivo.
E' un vero peccato che quella musica non sia stata fatta in studio ma
capisco che era troppo fuori da qualsiasi schema e da qualsiasi lgica
consaolidata e accettata.
Un energia, un livello creativo è una
modernità assoluta. Musica senza tempo prodotta da spiriti liberi al
top della loro vena espressiva.

SV

Riccardo Facchi

unread,
Aug 28, 2001, 3:25:50 AM8/28/01
to
Concordo con l'opinione di Luca Conti su Thompson, grandissimo tenorsassofonista, grande improvvisatore originale anche se influenzato da Hawkins. Era molto rispettato da gente come Parker e Davis che allora voleva dire il meglio in circolazione.
Gia' che ci sei potresti dare qualche indicazione discografica....
 
Facchi

sallustio

unread,
Aug 28, 2001, 4:42:07 AM8/28/01
to
On Sun, 26 Aug 2001 11:17:08 +0200, "Emanuele Passerini"
<ema.pa...@libero.it> in message
<9maesf$111uh$1...@ID-16010.news.dfncis.de> wrote:

> Art Pepper.

http://www.ciaojazz.com/dischi2/rhythmsession.asp

Ti riporto l'inizio:

di Fabio Chiarini

Il 1° Settembre del 1925 nasceva a Gardena, in California, Art Pepper,
altosassofonista bianco destinato ad una vita densa di travagli e di
drammi, tanto da essere preso spesso in esame quale ennesimo esempio
di farfalla bruciatasi al fuoco troppo luminoso del jazz. In realtà il
contributo dato da Art Pepper al jazz è tutt'altro che trascurabile, e
non è stato assolutamente facile scegliere un suo lavoro (un solo suo
lavoro) che documentasse al tempo stesso l'importanza di Pepper come
trait d'union del sax, oltre che come personalità unica, dallo stile
personale e facilmente riconoscibile, seppur di stretta derivazione
parkeriana...

>Grazie!

--
SVBEEQV Sallustio
Disco del mese:
Bobby Watson "Love Remains" RR 212 (www.redrec.net)

Claudio

unread,
Aug 28, 2001, 5:00:10 AM8/28/01
to

Luca Conti ha scritto nel messaggio ...

>
>Comunque di musicisti da scoprire (o riscoprire) ce ne sono a dozzine.
>Ti butto lě un nome : Lucky Thompson (1924), uno dei piů grandi e

>misconosciuti sax tenori della storia del jazz.
>
>Ciao, Luca


Grande segnalazione! Concordo totalmente.
Consiglio le incisioni del 1956 con Martial Solal (Swing), i favolosi
Prestige "Lucky Strikes" e "Happy days and here again" dove suona anche il
soprano, la bella ristampa della serie Jazz in Paris "Modern Jazz Group" a
basso prezzo.

Butto lě anche io qualche nome da riscoprire (tornando ad Art Pepper..) :
Tony Ortega, Boots Mussulli e il primo Charlie Mariano.

Claudio


Luca Conti

unread,
Aug 28, 2001, 5:37:32 AM8/28/01
to
On Tue, 28 Aug 2001 09:00:10 GMT, "Claudio" <ti...@tin.it> wrote:

>Grande segnalazione! Concordo totalmente.
>Consiglio le incisioni del 1956 con Martial Solal (Swing), i favolosi
>Prestige "Lucky Strikes" e "Happy days and here again" dove suona anche il
>soprano, la bella ristampa della serie Jazz in Paris "Modern Jazz Group" a
>basso prezzo.

Ai quali sarebbe bene aggiungere quello che per me è il capolavoro di
Thompson, il Candid "Lord, Lord, Am I Ever Gonna Know?" (CCD 79305),
un'incisione del 1960 con Solal, Peter Trunk al contrabbasso e Kenny
Clarke alla batteria, rimasta sepolta fino a tre anni fa in un
magazzino della casa discografica (eccetto per il brano che dà il
titolo al disco, e apparso all'epoca sulla famosa antologia "The Jazz
Life").
Questo è un disco straordinario, che a mio avviso nessun serio
appassionato di jazz può permettersi di non conoscere. Se fosse uscito
all'epoca, probabilmente le cose per Thompson sarebbero andate meglio.

Un altro meraviglioso album è "Tricotism", uscito anni fa in CD per la
Impulse/GRP, e che racchiude due LP originariamente pubblicati dalla
ABC/Paramount: nel 1956: una formidabile seduta in trio con Oscar
Pettiford al contrabbasso e il chitarrista Skeeter Best, e una session
in quintetto che vede l'aggiunta del trombonista Jimmy Cleveland e
Osie Johnson (vado a memoria) alla batteria.

In "Lucky Strikes", il Prestige segnalato da Claudio, c'è l'unica
versione di "In a Sentimental Mood" che regge il confronto con quella
del 1962 di Ellington e Coltrane.

Opinione del tutto personale, ma secondo me Lucky Thompson è stato il
massimo sopranista della storia del jazz. In assoluto, poi, la sua è
di gran lunga la più bella sonorità mai esistita su questo difficile
strumento.

>Butto lì anche io qualche nome da riscoprire (tornando ad Art Pepper..) :
>Tony Ortega,

Ortega (che suona anche in The Grand Wazoo di Frank Zappa) è davvero
impressionante. E' uscito un suo disco giusto nei mesi scorsi, per la
hatOlogy ("Scattered Clouds", hat555), una modernissima rivisitazione
di standard eseguita in trio con Mike Wofford al piano e Joe LaBarbera
alla batteria (senza contrabbasso).

Ciao, Luca
Luca Conti

luca.co...@tiscalinet.it

(rimuovi RiMuoVi)

Jackie

unread,
Aug 28, 2001, 6:09:45 AM8/28/01
to

> Hai fatto bene a ricordare questi dischi, che purtroppo sono
> irreperibili da un sacco di tempo. Su LP erano usciti come "The Early
> Show" e "The Late Show" per la Xanadu; su CD sono apparsi, per
> brevissimo tempo, soltanto in Francia, per la EPM, col titolo "A Night
> at the Surf Club, vol.1 & 2". Con Pepper e Hawes ci sono Joe Mondragon
> al contrabbasso e Larry Bunker alla batteria e (molto spesso) al
> vibrafono, che suonava davvero bene. E' una serata del 1952,
> quarant'anni fa (!).
> Ovvio che questi due CD esistono in edizione giapponese, ma sono un
> serio attentato al portafoglio :-)))
>
> Ciao, Luca
>
>
> Luca Conti
>

Argh..li voglio, come posso fare a reperirli??
i CD della EPM sono irrecuperabili????


Luca Conti

unread,
Aug 28, 2001, 6:46:58 AM8/28/01
to
On Tue, 28 Aug 2001 10:09:45 GMT, "Jackie" <koko...@mail.omnitel.it>
wrote:

>Argh..li voglio, come posso fare a reperirli??
>i CD della EPM sono irrecuperabili????

A meno che tu non riesca a trovarli usati, purtroppo sono fuori
catalogo (erano usciti nel 1988). Anche il sito della EPM (www.epm.fr)
non li riporta più.
Credo che l'unica possibilità, al momento, sia cercare le edizioni
giapponesi. Ma questa è una giungla in cui non mi addentro volentieri.

Claudio

unread,
Aug 28, 2001, 6:52:39 AM8/28/01
to

Luca Conti ha scritto nel messaggio
<2fomot0hmufkhmanl...@4ax.com>...

>Ai quali sarebbe bene aggiungere quello che per me è il capolavoro di
>Thompson, il Candid "Lord, Lord, Am I Ever Gonna Know?" (CCD 79305)

Cosa ? Non l'ho mai sentito nominare, e pensare che ho sempre amato
moltissimo Thompson ! è facilmente reperibile ?

>Un altro meraviglioso album è "Tricotism", uscito anni fa in CD per la
>Impulse/GRP, e che racchiude due LP originariamente pubblicati dalla
>ABC/Paramount: nel 1956: una formidabile seduta in trio con Oscar
>Pettiford al contrabbasso e il chitarrista Skeeter Best, e una session
>in quintetto che vede l'aggiunta del trombonista Jimmy Cleveland e
>Osie Johnson (vado a memoria) alla batteria.

Molto bello soprattutto il trio, anche se inciso maluccio, se ben ricordo.
E del mitico Urania cosa mi dici, lo hai mai sentito?

Ciao
Claudio

Jackie

unread,
Aug 28, 2001, 8:47:07 AM8/28/01
to
mmmmm
infatti sto sempre a un paio di metri di distanza dalle edizioni giapponesi
:)


Luca Conti

unread,
Aug 28, 2001, 9:14:11 AM8/28/01
to
On Tue, 28 Aug 2001 10:52:39 GMT, "Claudio" <ti...@tin.it> wrote:

["Lord, Lord, Am I Ever Gonna Know?" (CCD 79305)]

>Cosa ? Non l'ho mai sentito nominare, e pensare che ho sempre amato
>moltissimo Thompson ! è facilmente reperibile ?

Boh. Pensavo di sì, ma sono appena andato a controllare sul sito della
Candid (www.candidrecords.com) e ho visto che non compare più nella
lista delle disponibilità. Tra l'altro, la Candid qualche mese fa
stava per cambiare distributore italiano, passando dalla Carisch alla
High Tide. Ignoro se questo sia già avvenuto e se High Tide abbia già
in magazzino il materiale Candid. Magari prova a sentire loro
(www.hightide.it)

>E del mitico Urania cosa mi dici, lo hai mai sentito?

Perché, non ce l'hai? Eppure ne esiste una ristampa, che dovrebbe
ancora essere disponibile, su Fresh Sound FSCD 2001 :-))

Claudio

unread,
Aug 28, 2001, 10:13:40 AM8/28/01
to

Luca Conti ha scritto nel messaggio ...

>["Lord, Lord, Am I Ever Gonna Know?" (CCD 79305)]
>
>>Cosa ? Non l'ho mai sentito nominare, e pensare che ho sempre amato
>>moltissimo Thompson ! è facilmente reperibile ?
>
>Boh. Pensavo di sì, ma sono appena andato a controllare sul sito della
>Candid (www.candidrecords.com) e ho visto che non compare più nella
>lista delle disponibilità. Tra l'altro, la Candid qualche mese fa
>stava per cambiare distributore italiano, passando dalla Carisch alla
>High Tide. Ignoro se questo sia già avvenuto e se High Tide abbia già
>in magazzino il materiale Candid. Magari prova a sentire loro
>(www.hightide.it)


Grazie, inizio a cercare.

>>E del mitico Urania cosa mi dici, lo hai mai sentito?
>
>Perché, non ce l'hai? Eppure ne esiste una ristampa, che dovrebbe
>ancora essere disponibile, su Fresh Sound FSCD 2001 :-))


No perchè fino a poco fa (poi mi sono curato...) compravo solo vinile, e per
l'Urania originale bisognava fare un mutuo in banca. Del Fresh Sound non ne
ero a conoscenza, non sapevo che Pujol fosse arrivato fin lì....
Ciao
Claudio


Luca Conti

unread,
Aug 28, 2001, 10:44:37 AM8/28/01
to
On Tue, 28 Aug 2001 14:13:40 GMT, "Claudio" <ti...@tin.it> wrote:

>Del Fresh Sound non ne

>ero a conoscenza, non sapevo che Pujol fosse arrivato fin lě....

Credo che la Fresh Sound l'avesse ristampato anche in vinile, cosě
come quelli di Coleman Hawkins, di Jimmy Hamilton, di Ernie Royal e di
Jack Teagarden.
L'Urania di Lucky Thompson, in piů, era uscito su LP anche in Francia,
per la Musidisc , in edizione supereconomica - mi ricordo di averlo
comprato in un celebre negozio fiorentino che vendeva anche trenini
elettrici.

Sallustio

unread,
Aug 29, 2001, 9:54:29 AM8/29/01
to
In article <bhflotodivnt7d2at...@4ax.com>,
manuel...@tiscalinet.it says...

> Stitt

Per chi non conoscesse Stitt segnalo:

Gillespie-Rollins-Stitt
"Sonny Side Up"
Verve 521 426-2

Valerio Prigiotti

unread,
Aug 29, 2001, 3:38:51 PM8/29/01
to
Nel libro The Power of Black Music, Sam Floyd riporta l'episodio per esteso
così come narrato nel 1987 da Neil Leonard. Non è confermato che si tratti
di un episodio reale.
La prima parte coincide con quanto detto da Veschi.
Segue poi ciò che avrebbe detto Pepper a Leonard e che riporto per esteso in
inglese.

«I forgot everything, and everything came out. I played way over my head. I
played completely different than he did. I searched and found my own way and
what I said reached people. I played myself, and I knew I was right and the
people loved it, and they felt it. I blew and I blew, and when I finally
finished I was shaking all over; my heart was pounding; I was soaked in
sweat, and the people were screaming; the people were clapping, and I looked
at Sonny, but I just kind of nodded, and he went, "All right". And that was
it. That's what it's all about.»

Valerio Prigiotti


Kiko Ciatto

unread,
Aug 31, 2001, 4:43:09 AM8/31/01
to

Luca Conti ha scritto

>
> Del livello di Pepper non c'è poi moltissima gente, beninteso :-))
>
> Comunque di musicisti da scoprire (o riscoprire) ce ne sono a dozzine.
> Ti butto lì un nome : Lucky Thompson (1924), uno dei più grandi e
> misconosciuti sax tenori della storia del jazz.
>
> Ciao, Luca
>

Ne butto lì qualcuno anch'io, perchè il tema è molto suggestivo:

Tenori:
Tina Brooks
Junior Cook
Hank Mobley

Trombe:
Blue Mitchell
Johnny Coles

Piano:
Herbie Nichols
Phineas Newborn jr.
Andrew Hill

Batteria:
Pete La Roca


Hank Mobley non è precisamente un *dimenticato*, ma io ho l'impressione che
tutto sommato non goda della notorietà che meriterebbe. Circa Tina Brooks è
piuttosto vergognoso che non si trovi quasi niente del poco che ha
registrato (1), ma
evidentemente quello di essere uno *scomparso* era il suo destino. Un
discorso a parte
meriterebbe la figura di Alfred Lion, il produttore della Blue Note che ha
il merito di aver
fatto incidere i succitati (tranne Newborn, se ben ricordo) e tanti altri
ancora.

--
kiko


(1) Luca, abbi pietà del mio fegato e non parlarmi del cofanetto Mosaic, a
meno che
non sia per riferire che è stato ripubblicato su CD e che è finalmente
disponibile... ;O)


Luca Conti

unread,
Aug 31, 2001, 5:33:18 AM8/31/01
to
On Fri, 31 Aug 2001 10:43:09 +0200, "Kiko Ciatto"
<kikoci...@ROMPEREhotmail.com> wrote:

>Ne butto lì qualcuno anch'io, perchè il tema è molto suggestivo:
>
>Tenori:
>Tina Brooks
>Junior Cook
>Hank Mobley
>
>Trombe:
>Blue Mitchell
>Johnny Coles
>
>Piano:
>Herbie Nichols
>Phineas Newborn jr.
>Andrew Hill
>
>Batteria:
>Pete La Roca

Mi pare un elenco ragionevole, che sottoscrivo in pieno, anche se
Herbie Nichols è ormai, e per fortuna, transitato dal losco status di
"sottovalutato" a quello di grande maestro senza virgolette.

Ora come ora, un nome che aggiungerei è quello di Eddie Harris, che è
sempre stato così in anticipo sul proprio tempo da finire
sottovalutato (e aggiungerei l'abusato avverbio "tragicamente") quasi
per forza.

NON ti parlerò del cofanetto Mosaic di Tina Brooks :-)))

mei

unread,
Aug 31, 2001, 9:29:05 AM8/31/01
to


"Kiko Ciatto" :

[...]
> Andrew Hill

"Down Beat" ha premiato "Dusk" di Hill, il migliore disco dell'anno. Che
sia la sua volta buona?

Ciao. Isa


sallustio

unread,
Sep 1, 2001, 4:43:40 AM9/1/01
to
On Fri, 31 Aug 2001 11:33:18 +0200, Luca Conti
<luca....@spacespa.it> in message
<qvluotoofpkg0v6p1...@4ax.com> wrote:

>Tina Brooks

Di tina Brooks dovrebbe trovarsi con facilità il Blue Note "Back To
The Tracks (7243 8 21737 2 4) con Art Taylor, Paul Chambers, Kenny
Crew, Blue Mitchell. Due al prezzo di uno.

bebopjoe

unread,
Sep 1, 2001, 8:15:39 AM9/1/01
to

"sallustio" <ptr...@tiscalinet.it> ha scritto nel messaggio

> Di tina Brooks dovrebbe trovarsi con facilità il Blue Note "Back To
> The Tracks (7243 8 21737 2 4) con Art Taylor, Paul Chambers, Kenny
> Crew, Blue Mitchell. Due al prezzo di uno.

Come 2 al prezzo di uno? Il mio è un cd singolo. :-)

Ciao, Giovanni


sallustio

unread,
Sep 1, 2001, 8:39:40 AM9/1/01
to
On Sat, 01 Sep 2001 12:15:39 GMT, "bebopjoe" <bebo...@libero.it> in
message <Lj4k7.6347$MO.2...@news.infostrada.it> wrote:

>Come 2 al prezzo di uno? Il mio è un cd singolo. :-)

Nel senso che ci sta sia Tina Brooks che Blue Mitchell, due nomi
inseriti nella lista di Kiko Ciatto degli artisti da riscoprire :-)

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