Grazie da un Dipa prostrato ai piedi di chi vorra' aiutarlo.
> On Tue, 10 Jun 2003 11:28:02 +0200, Dipa <r-.-d-i-p-a-@-t-i-n-.-i-t>
> wrote:
>
>>Il pischello qui presente, fra poche settimane ha l'orale dell'esame di
>>maturita', e avrebbe intenzione di portare come argomento della tesina "Il
>>jazz e la musica improvvisata".
>
> Io non ho capito bene il senso del titolo.
> Mi aiuti a comprenderlo meglio ?
>
> A occhio mi sembra comunque un mare cosi' vasto,
> da rischiare di affogarci dentro. Credo che anche
> scegliendo argomenti piu' specifici comunque legati
> al jazz potresti facilmente trovare un sacco di
> collegamenti interdisciplinari senza grosse difficolta'
>
> In bocca al lupo.
>
Ok, ma in paratica? :-) Io alcune idee ce le ho gia' ma vorrei sentire le
vostre!
>> A occhio mi sembra comunque un mare cosi' vasto,
>> da rischiare di affogarci dentro. Credo che anche
>> scegliendo argomenti piu' specifici comunque legati
>> al jazz potresti facilmente trovare un sacco di
>> collegamenti interdisciplinari senza grosse difficolta'
>>
>Ok, ma in paratica? :-) Io alcune idee ce le ho gia' ma vorrei sentire le
>vostre!
Credo che siano abbastanza evidenti le possibilita'
di collegamenti con la storia contemporanea, con
la sociologia, con l'arte ed in particolare con la
letteratura contemporanea e magari anche con
le arti figurative.
Forse piu' ardito, ma comunque interessante,
potrebbe essere un collegamento fra la pratica
dell'improvvisazione jazzistica ed il concetto di liberta'
e di arbitrio, piuttosto che una lettura del jazz come
(forse unica) arte realmente democratica, con piu'
artisti simulataneamente impegnati nella realizzazione
di un'opera d'arte. Altri spunti interessanti, che mi
sembra talvolta siano usciti anche su questo ng potrebbero
essere riguardare il rapporto globale-locale nella societa'
contemporanea come nel jazz di questi ultimi decenni.
Credo che gli spunti non manchino davvero.
Da questo ad una elaborazione a riguardo (magari
pure originale) il passo e' credo davvero lungo e
ovviamente io mi tiro indietro :)
Ciao.
Alessandro
Potresti agganciare l'improvvisazione jazz a quella della tradizione
musicale europea:
il 'cercare' dei primi organisti italiani non era altro che un improvvisare;
come improvvisazione era gran parte della musica di Bach, Haendel,
Mozart,... fino a Chopin.
Le variazioni al pianoforte, come la bagatella, mi pare, di Beethoven, non
erano altro che improvvisazioni fissate poi sulla carta.
Per non parlar poi di altri strumentisti, come Paganini, che durante i
concerti variava le sue stesse suonate.
Purtroppo la storia della musica non ci offre che rade testimonianze
sull'improvvisazione dei musicisti, dagli albori fino a tutto l'ottocento.
E non solo alla tradizione musicale colta: nella tradizione musicale
popolare gran parte della musica è improvvisata, dalla tarantella napoletana
alle danze ungheresi.
Quella che ci è stata trasmessa dalla tradizione non è altro che una forma
scheletrita di quegli antichi linguaggi.
Ciao
Pasquale
> Il pischello qui presente, fra poche settimane ha l'orale dell'esame di
> [cut]
per i vari Gualberto, Conti, Calvitti, etc. vi prego non siate sadici :-)
Ma che bel tema! Mi piacerebbe darti qualche spunto. Ad esempio, vediamo...
uhm... uhm... uhm... ma sì! EUREKA!! Potresti parlare di come certi
musicisti si siano improvvisati musicisti. Più improvvisazione di così si
muore. Potresti parlare di quel Django Reinhardt al quale vennero praticate
da bambino le più indicibile sevizie alla mano sinistra perché, mentre
mendicava vestito di stracci, alzava poco danaro. Se il padre nn gradiva il
lecco gli faceva passare un carretto sulla mano, così, per sfregio... poi il
giovane Django pensò che fosse più remunerativo adoperarsi in performances
estemporanee in piazza, così per non scontentare il tirannico papà... e
allora tutti andavano a vedere il prodigio storpietto che volava col
monchettone sinistro sullo strumento facendo battere il piedino agli
astanti... e fece tanti soldi così da far felice il padre che gli regalò una
cantina dove poter suonare con gli amichetti negli orari in cui non lavorava
per la strada... e così, mentre le bombe naziste cadevano su parigi, suonava
Nuages sognando una mano nuova... che la tecnica dei trapianti non fece in
tempo a donargli perché morì 2 anni dopo di cancro alle tube di falloppio.
oppure potresti parlare di quel rex stewart, poverissimo anch'egli, che un
giorno raccolse dalla spazzatura una vecchia cornetta con i pistoni
inceppati... ci soffiò dentro e divenne da quel giorno il padrone della
tecnica half-valving senza conoscere neanche una nota e le tecniche
fondamentali dello strumento... ascoltava la gente parlare e cercava di
riprodurne il suono...
oppure potresti parlare di quel Bucky Pizzarelli, caso a parte perché già
suonava la chitarra, che mentre era al college andava a farsi la doccia con
i compagni dopo le partite di baseball. il giovanotto, meno dotato dei
colleghi, in maggioranza di colore, soffriva per il suo handicap e ogni sera
prima di andare a letto pregava la madonnina affiché gli facesse spuntare un
uccello nuovo di zecca e più lungo... purtroppo l'intervento divino sbagliò
mira... sta di fatto che la mattina dopo quando prese la chitarra, questa
aveva una corda in più... e divenne il maestro della chitarra a sette corde,
ricordando un illustre precedente, Steve Vai, chitarrista degli anni Venti
che era solito montare una corda in più da usare in caso di rottura per
pronta sostituzione... come una ruota di scorta...
come vedi la storia del rock-fusion ci offre una casistica ben nutrita. fai
tu... credo di averti incuriosito abbastanza per una ricerca in questa
direzione.
ciao e buon lavoro.
TM
--------------------------------
Inviato via http://usenet.libero.it
> Il 10 Giu 2003, 11:28, Dipa <r-.-d-i-p-a-@-t-i-n-.-i-t> ha scritto:
>> Il pischello qui presente, fra poche settimane ha l'orale dell'esame di
>> maturita', e avrebbe intenzione di portare come argomento della tesina
>> "Il jazz e la musica improvvisata".
>
>
> [MEGA CUT]
adesso ti senti superiore? realizzato? bravo.. adesso le cose sono due: o
vuoi darmi una mano concreta oppure la smetti con le tue cazzate.
Dipa che cmq ringrazia tutti gli altri.
>
> "Dipa" <r-.-d-i-p-a-@-t-i-n-.-i-t> ha scritto nel messaggio
> news:qtqFa.18391$Fr5.3...@tornado.fastwebnet.it...
>> Dipa wrote:
>>
>> > Il pischello qui presente, fra poche settimane ha l'orale dell'esame di
>> > [cut]
>>
> A parte la musica, quali altri sono i tuoi interessi ?
> Ciao!
Sparare cazzate con gli amici. Ma il punto e' che la mia tesina e' ancora
nel cacao fino alle orecchie (come dice il mio maestro)... dai ragazzi non
mi va di farla sul romanticismo... eccheccazzo siete dei cevvelli
allucinanto (per dirla all'Abatantuono) e non riuscite a consigliarmi ad
esempio come posso collegare la letteratura del 900 al jazz? O la pittura?
O la filosofia? O l'inglese? eddai,,,,
Dipa
Ti sembrerà strano, ma sarebbe forse più facile collegare il jazz alla
cultura europea del Novecento, poiché una tesina di maturità non può non
essere un po' superficiale. Collegandolo alla letteratura americana ti
troveresti di fronte a scogli non indifferenti, che tu parta dagli
sperimenti linguistici di Gertrude Stein o anche dalla semplice (e non
esatta) Jazz Age di Fitzgerald, Carl Van Vechten, ecc., o ancora dalla
Harlem Renaissance (che è un tema che comunque potresti sfruttare, visto che
in contemporanea il jazz si diffondeva, producendo anche personaggi più
"consci" del valore della loro arte, come Duke Ellington. Oltretutto, la
Harlem Renaissance ha prodotto una messe di letterati e intellettuali, fra
tutti Zora N. Huurston e Langston Hughes che in buona parte debbono essere
ancora approfonditi dalle nostre parti). Puoi sempre puntare sull'abusato
rapporto fra jazz e Beatniks, mentre in Europa sono forse più evidenti i
rapporti fra jazz e musica accademica (Walton, Ravel, Bliss, Lambert,
Debussy, Martinu, Milhaud, Schulhoff, ecc., ecc., ecc.), giacché in ambito
letterario ti toccherebbe unaricerca più "sfiancante" (a meno che tu non ti
soffermi su Boris Vian, che è pur sempre un soggetto assai interessante). Tu
capisci, però, che non è facile offrirti in questa sede qualcosa di più di
superficiali voli d'uccello.
GMG
Ferlinghetti, Henry Miller... scrittori americani, sono collegabili al Jazz
anche nel modo 'improvvisato' di scrivere.
Francis Scott Fitzgerald, anche lui grande scrittore americano, ha dedicato
una specie di romanzo al jazz, 'l'età del jazz' (titolo originale 'The
crack-up')..., di Mondadori la traduzione italiana.
Nel Maestro e Margherita di Michail Bulgakov c'è un chiaro episodio di un
gruppo di assatanati che suonano jazz, verso la fine del romanzo.
In Italia?
Pavese penso che lo amasse, anche se non ricordo che impliciti riferimenti
nei suoi romanzi e racconti.
Con la pittura?
Penso che Pollock, il pittore americano, dipingesse un po' improvvisando
misture di colori e immagini.
La filosofia?
Pietra angolare Adorno e Horkheimer, sulla produzione della musica come
merce. Stessa idea anche nel citato Fitzgerald.
Ultimamente si occupa di studi sull'improvvisazione, non solo jazzistica,
l'inglese Ben Watson.
Il cinema? Qui è vastissima la letteratura jazz, sia nell'uso della musica
che nella storia di personaggi del jazz.
Nei cartoni animati, specialmente in quelli degli anni cinquanta, molti
brani del jazz vengono interpretati da personaggi i più vari, dalla
compagnia di Topolino a quella di Tom&Jerry, Braccio di Ferro, ecc.
Per non parlare delle sigle pubblicitarie e radiofoniche.
Influenze anche sulla musica colta e commerciale europea.
Certe reminiscenze jazz si possono trovare anche nella musica religiosa.
Debitori del jazz sono molti musicisti rock.
Eccetera.
Ciao
Pasquale
> Qualunque cosa vi venga in mente, anche la piu' azzardata, poi ci penso io
> ad avere il coraggio di esporla :-)
Modigliani. Africa, maschere. l'influenza che hanno avuto le sculture
africane sull'arte figurativa del Novecento <----> l'influenza che ha
avuto la musica di origine africana sulla musica del Novecento.
inoltre. quando Modě viveva a Parigi, organizzava con amici delle
serate... ricordo di aver letto di qualcosa tipo "gruppo del Delta":
prova a indagare, ora non ricordo esattamente.
chiaro che stiamo parlando degli inizi del Novecento. poi mi fai sapere,
nel caso?
*tra l'altro* Modigliani ha dipinto un suonatore di (contrabbasso o
violoncello?) che ce lo vedrei benissimo... sulla copertina di un invito
a una serie di concerti di musica contemporanea.
ora a Milano c'č una splendida mostra su Modigliani: te la consiglio
vivamente (con catalogo).
--
Ciao, Silvana la Flaca
> collegamenti interdisciplinari al suddetto tema.
> Qualunque cosa vi venga in mente, anche la piu' azzardata, poi ci penso io
> ad avere il coraggio di esporla :-)
mi č venuto in mente un altro collegamento, d'effetto e piů
"concentrato" nel tempo e nello spazio (rispetto a Modě).
*Matisse* ha realizzato una serie di collages intitolata proprio _Jazz_
che sono meravigliosi; c'era stata anche una mostra a Firenze nel 1996 o
1997 (te lo indico per poter trovare il catalogo).
basterebbe anche l'analisi di uno solo di quei collages per fare una
tesina, o anche una tesona...
> Dipa <r-.-d-i-p-a-@-t-i-n-.-i-t> wrote:
>
>> collegamenti interdisciplinari al suddetto tema.
>> Qualunque cosa vi venga in mente, anche la piu' azzardata, poi ci penso
>> io ad avere il coraggio di esporla :-)
>
> mi è venuto in mente un altro collegamento, d'effetto e più
> "concentrato" nel tempo e nello spazio (rispetto a Modì).
>
> *Matisse* ha realizzato una serie di collages intitolata proprio _Jazz_
> che sono meravigliosi; c'era stata anche una mostra a Firenze nel 1996 o
> 1997 (te lo indico per poter trovare il catalogo).
>
> basterebbe anche l'analisi di uno solo di quei collages per fare una
> tesina, o anche una tesona...
>
grazie mille Silvana :-)
(a proposito tu che sei appassionata di Latin Jazz, conosci il libro di
Rebeca Mauleòn "Salsa Guidebook for Piano and Ensemble"?)
Dipa
> (a proposito tu che sei appassionata di Latin Jazz, conosci il libro di
> Rebeca Mauleòn "Salsa Guidebook for Piano and Ensemble"?)
yesssss. ce l'ho.
perché?
> Dipa <r-.-d-i-p-a-@-t-i-n-.-i-t> wrote:
>
>> (a proposito tu che sei appassionata di Latin Jazz, conosci il libro di
>> Rebeca Mauleòn "Salsa Guidebook for Piano and Ensemble"?)
>
> yesssss. ce l'ho.
> perché?
no cosi'... come ti sembra?
Dipa
> > basterebbe anche l'analisi di uno solo di quei collages per fare una
> > tesina, o anche una tesona...
e questo uno può essere _Icarus_, che è *davvero* emozionante da vedere
("dal vivo"). secondo me poi è la "copertina del Novecento": considera
che fu eseguito nel 1943... :-/
www.indiana.edu/~iuam/calendar/07_08july_august02/matisse_popup.html
qua sopra c'è una chiave di lettura della serie Jazz con la spiegazione
del motivo della scelta del titolo.
sintetico, divulgativo e costituisce una base per approfondire poi, se
si è interessati.
si basa molto (per la parte prima) sul testo del cubano Helio Orovio
(Diccionario de la musica cubana), per cui se hai già quello ci trovi le
stesse cose, anche se dette con una struttura diversa (Orovio è un
dizionario con le voci in ordine alfabetico).
in più integra con info che l'autrice ha ricavato dalla frequentazione
con i musicisti (lei stessa suona).
mi pare molto utile (per chi vuole approfondire) la parte seconda, con
la struttura dei vari ritmi (con esempi di partiture ecc)
--
Ciao, Silvana la Flaca
--------
"... they jazzed up the Son and called it Salsa."
Norman Urquía
Ma il problema alla mano non fu conseguenza dell'incendio della sua
roulotte?