Giovanni
Ciao
> Il bis lisztiano attaccato frettolosamente da Pogorelich dopo pochi
Era Islamey di Balakirev, forse accostata a Scarbo proprio per
il ben noto fatto che Ravel, per sua ammissione, volle fare di
Scarbo un pezzo "ancora pi� difficile" di, appunto, Islamey.
Quanto ad un giudizio su quanto sentito stasera, non so
ancora esprimermi perch� sono in grave imbarazzo e dubbio
su come inquadrare quanto sentito. Pogorelich � oggi questo.
Secondo me comunque proprio Gaspard de la Nuit, nel contesto
di stasera e dimenticandosi per un momento del Pogorelich del
glorioso passato, � la cosa riuscitagli relativamente meglio
(il peggio, ahim�, Chopin).
ciao, PM
> Era Islamey di Balakirev
Ahi, è vero! Mea culpa... Ero proprio intorpidito per ciò che avevo
sentito prima...
> Secondo me comunque proprio Gaspard de la Nuit, nel contesto
> di stasera e dimenticandosi per un momento del Pogorelich del
> glorioso passato, è la cosa riuscitagli relativamente meglio
Moooolto relativamente...
Ciao
Giovanni
Grazie per l'inquietante resoconto.
> Un forte senso di pena mi ha
> accompagnato, come stato d'animo dominante, durante e dopo il
> concerto: per la violenza brutale fatta alla musica, per la percezione
> netta che dietro interpretazioni cos� scombinate ci siano problemi
> personali assai gravi
Si sa cosa sia in effetti successo?
--
PaDiMa
Un solo commento, efficace quanto semplice e banale: :(
--
L'Esattore
Principe, ciᅵ che siete, lo siete per nascita. Ciᅵ che sono, lo sono
per me. Principi ce n'ᅵ e ce ne saranno ancora migliaia. Di Beethoven
ce n'ᅵ soltanto uno.
> Moooolto relativamente...
Si capisce :-)
Comunque, per chi non c'era,
per farsi un'idea abbastanza precisa credo
che il famigerato mefisto valzer che c'� su
youtube sia esemplare, anche se oggi l'ha fatto
secondo me un po' meglio di quel video
(sempre relativamente), per lo meno come
accuratezza (come idee musicali mi sa che
� identico).
ciao, PM
>> Qualche mese fa fu diffuso in rete un video che documentava in modo
Per citare Wozzek (credo):
"L'uomo � un abisso... Guai a guardarci dentro"
EF
Ringrazio tanto anch'io per la lucidissima (e triste) recensione. A
questo punto sono davvero contento che per un problema dell'ultima ora
non sono riuscito a vederlo recentemente a Milano. Meglio ricordare
com'era in passato....
>Si sa cosa sia in effetti successo?
Vedo che nessuno risponde. Pensavo che fossero abbastanza note le voci
che girano. Scusate, ma pubblicamente preferisco non parlarne. Se
invece qualcuno é particolarmente interessato, potrei parlargliene
privatamente (agw...@inwind.it)
A
>> Moooolto relativamente...
Sembrerebbe di capire che il momento di crisi ha due facce: l'una di
carattere fisico o psicofisico, non ce la fa a suonare come una volta.
L'altra interessa il piano artistico e culturale; pensa la musica in modo
letteralmente decostruito. E non � detto che la seconda dipenda dalla prima.
Ho inteso male?
dR
> Sembrerebbe di capire che il momento di crisi ha due facce: l'una di
> carattere fisico o psicofisico, non ce la fa a suonare come una volta.
> L'altra interessa il piano artistico e culturale; pensa la musica in modo
> letteralmente decostruito. E non � detto che la seconda dipenda dalla
> prima.
> Ho inteso male?
Io � da ieri notte, anzi dalle prime note del concerto,
che mi chiedo sino a che punto il fisico e psicofico c'entri.
La tecnica meccanica esiste ancora ad un livello che comunque gli
consente di suonare, bene o male, un programma che comprende
sonata 3 di Chopin, Mefisto, Gaspard de la Nuit e Islamey come bis,
cio� dei brani che richiedono alte risorse tecniche in ogni caso.
E per lo meno le note, salvo frequenti sbandamenti, comunque
c'erano (quasi) tutte
Per esempio non riesco a capire sino a che punto gli incredibili
rallentamenti del tempo (che sono una delle componenti ma non l'unica)
siano attribuibili al fatto che ha delle difficolt� puramente meccaniche,
e di che entit�.
Io sono portato a pensare che la tecnica di un tempo non sar�
mai pi� come prima ma in larga misura c'� ancora, sotto la cenere.
Ciao, PM
>> Si sa cosa sia in effetti successo?
> Vedo che nessuno risponde. Pensavo che fossero abbastanza note le voci
> che girano.
Mah, io ho sentito dire che potrebbe essere malato di AIDS - e ho
sentito anche forti e indignate smentite. Altre voci parlano di
problemi al fegato (conseguenze a lungo termine di una epatite avuta in
giovent�). Correlate a queste ultime voci sono quelle secondo cui il
suo equilibrio psichico sarebbe stato minato profondamente dalla morte
della moglie, avvenuta nel 1996, e per diversi anni si sarebbe lasciato
andare, anche fisicamente, indebolendo tra l'altro il suo fegato.
Vorrei invece sapere come � stato il concerto a Braunschweig del 23
ottobre 2009 - ha sostituito con un minimo preavviso Martha Argerich e
ho letto che avrebbe suonato in modo eccellente.
Antero Petomainen
Hai inteso benissimo sui due aspetti. Dubito tuttavia che essi siano
indipendenti, perché la sua opera di decostruzione ha, all'evidenza,
una terribile impronta patologica. Intendiamoci, si sono visti altri
interpreti interessati a smontare il tessuto di un pezzo, a rimontarlo
secondo criteri originali, a evidenziare connessioni e strutture
invisibili se non a prezzo di uno smontaggio. Penso a Mustonen, per
esempio, o anche, in modo più radicale, a Uri Caine. Essi però
giungono sempre a un risultato, a volte discutibile, ma in qualche
modo coerente, anche quando non riescono a ricostruire un insieme
credibile, almeno nella sottolineatura di frammenti dotati di una
certa individualità. Invece la decostruzione del Pogorelich odierno
non porta a nulla, ha un che di nichilista. Restano brandelli che non
sono fruibili nemmeno come istantanee di momenti specifici, un po'
come in genere non è di per sé fruibile la singola tessera di un
puzzle. Esemplare di questa specie di smontaggio per la rottamazione è
il trattamento che egli riserva al notturno op. 55 n. 2 e ancor più
al largo della terza sonata di Chopin, in cui è difficile persino
seguire il banale fuire delle melodie, tanto sono infarcite di pause e
rallentamenti assurdi che le snaturano e private di un adeguato
sostegno armonico. Anche perché un altro "vezzo" di questo approccio
(anche in Ravel e Sibelius) mi è parso quello di abbassare fino al
minimo il volume sonoro delle strutture di appoggio, così da lasciare
la melodia - già resa stitica nel modo che ho detto - anche sperduta e
incapace di andare da qualsiasi parte.
> E per lo meno le note, salvo frequenti sbandamenti, comunque
> c'erano (quasi) tutte
La riflessione che ho fatto anch'io.
Perch� se hai problemi di tecnica, e rifiuto di credere che non se ne renda
conto, non componi un programma di quel genere. Oltrettutto in crescendo di
difficolt�, mi pare.
> Io sono portato a pensare che la tecnica di un tempo non sar�
> mai pi� come prima ma in larga misura c'� ancora, sotto la cenere.
Lo spero.
ciao
dR :-)
Non credo che si diverta a dar questo spettacolo di s�, a meno che, ma spero
di no, ne sia completamente inconsapevole, al punto di credere di suonare
ancora come prima, ma se ha bisogno della partitura, significa che capisce e
non poco.
Io l'ho sentito recentemente a Milano dove ha fatto il secondo di
Rachmaninov e Islamey come bis e non mi è sembrato male.
"Giovanni Lavena" <giov....@gmail.com> ha scritto nel messaggio
news:771651dc-6a1d-4ef3...@p8g2000yqb.googlegroups.com...
Qualche mese fa fu diffuso in rete un video che documentava in modo
spietato un'esibizione di Ivo Pogorelich davvero inquietante. Se ne
parl� qui: http://tinyurl.com/y9ttv2n
Sono appena rientrato dal recital che Pogorelich, dopo molti anni di
assenza, ha tenuto stasera a Cagliari. Un forte senso di pena mi ha
accompagnato, come stato d'animo dominante, durante e dopo il
concerto: per la violenza brutale fatta alla musica, per la percezione
netta che dietro interpretazioni cos� scombinate ci siano problemi
personali assai gravi, per la decadenza cos� profonda di un interprete
che � stato geniale, ma soprattutto per un uomo che si trova a esibire
in modo fors'anche impudico la sua attuale incapacit� e i suoi
vaneggiamenti sulla tastiera.
Programma in cui sono riproposti anche almeno due dei pezzi sui quali,
ahim� nel passato, si � costruita la grandezza stellare di
Pogorelich.
Si apre col notturno op. 55 n. 2 di Chopin e si capisce subito quale
sar� l'approccio complessivo del pianista: tempo esageratamente lento,
musica come decostruita, non soltanto spezzettata in cellule accozzate
insieme in modo disorganico, ma addirittura con cesure assurde
all'interno dei temi, che paiono irriconoscibili e violentati.
Questa impostazione ha il suo apice nel largo della sonata n. 3 di
Chopin. Non ho guardato l'orologio, ma la sensazione era simile a
quando si viaggia in auto col freno a mano tirato. Pause
interminabili, temi slentati, seconde voci appena accennate e prive di
energia, totale assenza di tensione, un senso di vuoto e di
smarrimento.
Il Mephisto valzer n. 1 di Liszt che seguiva immediatamente � stato
meno disastroso di quello del video sopra citato. Tuttavia, non c'era
neanche un abbozzo di visione unitaria, erano una serie di flash messi
in fila in una lenta processione che nulla aveva della pulsazione del
valzer.
La seconda parte si � aperta con la versione pianistica, di mano
dell'autore, del Valzer triste di Sibelius. Sempre lo stesso
approccio: lentezza esagerata, temi sgranati, sostegno ritmico
pressoch� inesistente, mancanza di un filo conduttore che desse un
minimo di coerenza all'interpretazione. Una lettura cos� povera
impedisce anche di capire se la trascrizione pianistica abbia una
dignit� particolare rispetto alla fascinosa e fragrante versione
originale per orchestra.
In chiusura Gaspard de la nuit di Ravel. Per chi, come me, aveva nella
mente e nelle orecchie i miracoli che Pogorelich riusc� a compiere dal
vivo e in disco con quest'opera, si � trattato quasi di una pugnalata
alla schiena. In Ondine non c'era alcun armonioso scintillio: oggi
Pogorelich evocava soltanto una pozza d'acqua fangosa. Tutto era
torbido, un po' impastato, senza la chiarezza di linee necessaria in
questo pezzo cos� raffinato. Torbido e ben poco implacabile Le gibet.
Amorfo e privo di slancio Scarbo.
Il bis lisztiano attaccato frettolosamente da Pogorelich dopo pochi
secondi di applausi e condotto su un piano di virtuosismo normale �
stato l'unico brano eseguito in modo non eccentrico e ha dato la prova
che ci� che manca oggi al pianista non � la capacit� tecnica ma che
egli ha problemi pi� seri di inquadramento e impostazione delle