Con tutta la condivisione nostalgica del caso, non credo che con "la
fotografia chimica non morirà mai" si intendesse la certezza che seppure
quella digitale si sarebbe assicurata il totale predominio, qualcuno
avrebbe comunque voluto coltivare l'esperienza "chimica".
Così come si trova ancora chi gira per le strade con una vecchia A112...
Similmente alla vexata questio del vinile Vs compact disc (oggi
archiviata solo perché al supporto fisico del CD si è sostituito un
altro tipo di distribuzione, non certo perché il contenuto delle
informazioni di un vinile sia davvero migliore di quello digitale), chi
compra un vinile così come chi usa la pellicola, non lo fa certo per
questioni meramente tecniche.
A leggere i vari messaggi, c'era piuttosto la candida convinzione che la
tecnologia e il mercato non sarebbero davvero riusciti a mettere a
disposizione del popolo quel tipo di strumento, per costi e praticità:
un fonino, così come una fotocamera digitale, costavano svariati
stipendi da impiegato.
Nessuno all'epoca sospettava invece che, nel giro di una quindicina
d'anni, pure in un fonino di bassa fascia (una frazione, dello stipendio
da impiegato) si sarebbe trovata tecnologia sufficiente da battere
vergognosamente la migliore compatta dell'epoca (e anche ad infastidire
mediocri ottiche reflex), permettendo la circolazione di 60 milioni di
potenziali fotografi sul territorio italiano, laddove la fotografia era
invece appannaggio di quei pochi appassionati disposti ad affrontarne le
spese.
Ora siamo forse troppo inflazionati di contenuti sotto forma di immagini
e (ahimé) di video, ma c'è anche da dire che la diffusione di massa ha
permesso anche di sollevare un pò il senso critico sulla qualità, di
questi contenuti.
sandro