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La guerra dei morti - 19 Capitolo

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Ladro d'Anime

unread,
Dec 10, 2022, 7:13:00 PM12/10/22
to

La scena scioccò un po' tutti, anche se bisogna dire che ben pochi
avevano veramente compreso ciò che era accaduto. Quando io e il generale
Balar, attirati da quel fracasso, arrivammo lì, trovammo il mago chino
sul corpo del cane. Potrei sbagliarmi, ma credo che fosse davvero
pentito per essersi burlato di lui, anche se non lo avrebbe mai ammesso
a parole. Egli, però, dopo essersi alzato, affermò:
“C’è molta ironia in quel che è accaduto oggi: un animale, per quanto di
origini bizzarre, è riuscito fare molto di più di una schiera di
agguerriti soldati.”
Poi, rivolgendosi direttamente a me mi chiese:
“Che ammaestramento possiamo trarre da ciò, storico?”
Io rimasi interdetto per quella domanda e risposi:
“Non credo di aver compreso.”
Lui mi sorrise ironicamente, poi, spiegò:
“Molti uomini, nella loro vita, si pongono degli obiettivi da
raggiungere. Nulla da eccepire in questo intendiamoci, basta che simili
vette siano ottenute onestamente essendo commisurate alle capacità di
chi le consegue. La società, purtroppo, tende a distorcere questa
naturale ambizione umana contribuendo a generare storture. Un onesto
contadino può trarre piacere dal suo lavoro e può constatarne i frutti
quando, nella stagione del raccolto, viene ripagato di tutte le sue
fatiche. Eppure chi si degnerebbe di considerare una simile occupazione
un mestiere rispettabile? Gli appartenenti alle varie coorporazioni, in
fondo, non producono nulla di altrettanto indispensabile: l’oro, come
disse un antico imperatore di un popolo lontano, non puzza di certo, ma
non si può nemmeno mangiare, eppure pare che il prestigio di ciascuno
venga determinato dalla sua abbondanza o scarsità. Senza contare che chi
ha ottenuto, per i suoi meriti, un ruolo elevato e importante
all'interno della società, vorrebbe che i suoi eredi o familiari
seguissero le sue orme contribuendo a generare, molte volte, pessime
copie di sé stesso.”
Ammetto che non mi sarei mai aspetto un discorso così permeato di
idealismo dal Ladro d’Anime, che mi era sempre parso la prosaicità fatta
persona, ma il collegamento tra quest’ultimo e i fatti recentemente
accaduti era , per me, ancora incomprensibile.
“La storia è piena di esempi del genere: a sovrani virtuosi sono spesso
succeduti figli incapaci e corrotti. Perchè, invece, non scegliere la
persona più meritevole e adatta al comando per questo ruolo senza
preoccuparsi delle sue origini? Il governo di una nazione è un aspetto
della società estremamente evidente, ma potrei applicare il mio discorso
a qualsiasi attività umana. Quell’essere immondo laggiù,” indicando con
lo sguardo il cadavere di Arbil. “brutalizzato in seguito a una guerra
inutile e inserito, suo malgrado, in un meccanismo che disprezzava, non
è altro che una vittima di questo perverso sistema. Il nostro Nicia,
invece, un tempo l’orgoglioso ma mediocre mago Magnus, ha avuto,
probabilmente, una vita parca di soddisfazioni rivestendo un ruolo
superiore alle proprie capacità, ma è stato in grado, pur nelle
sembianze di un semplice animale, di sventare un pericolo mortale per la
sopravvivenza di Milasia. In definitiva per quanto all’apparenza sia
umile la nostra posizione nella società, facendone parte ne
rappresentiamo comunque un tassello, che può diventare, a seconda dei
casi, un fattore fondamentale. Concetti come nobiltà, caste e classi
sociali sono solo stupidaggini che contribuiscono ad abbruttire il mondo
in cui viviamo.”
Compresi e approvai il contenuto del suo pensiero mentre il generale,
evidentemente imbarazzato per le implicazioni politiche di quelle
parole, preferì cambiare discorso chiedendo informazioni sugli eventi di
quelle ultime ore. Il mago, dunque, ci riassunse in modo sommario ciò
che era accaduto: la trappola sventata, il duello con l’Armigero e il
fallito tentativo di forzare le mura.
Balar, evidentemente perplesso, domandò:
“Gli eventi di questa notte farebbero pensare a un esercito in agguato,
pronto ad avventarsi sulle nostre difese, ma le sentinelle sugli spalti
e gli esploratori non hanno avvistato nulla.”
“Giusta considerazione.” rispose il mago:
“Sentinelle ed esploratori, però, non possono vedere oltre le illusioni
erette dalla magia e con un gesto della mano parve voler scacciare
quelle nebbie soprannaturali.”
Le grida di allarme dei soldati sugli spalti seguirono subito dopo
confermando le parole del mago.
“Dunque ci risiamo” affermò sconsolato il generale.
“Non mi preoccuperei tanto di quei cadaveri là fuori.” affermò con
disprezzo il Ladro d’Anime. “È chi li guida che mi interessa, poi sarà
il momento della resa dei conti finale con Remigio.”
“E come farai a trovarlo?” domandai io, memore delle difficoltà del passato.
Egli parve quasi sorridere a quella domanda:
“Qualcuno ha pensato bene di indicarmi la strada.” rispose.
E aprendo il pugno della mano mi mostrò qualcosa che mi fece inorridire:
un dito mozzato.
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