> Salve a tutti.
> Dovendo aprire una porta (cm.80X210) in una muratura di tufo di circa 55cm.
> sita in un appartamento all'ultimo piano, su cui dunque grava solo il carico
> trasmesso da un piano (h. cm.450) di muratura stessa, che tipo di
> piattabanda mi conviene utilizzare? Se la soluzione più semplice è con le
> travi in ferro, di quale tipo?
Architrave.
Travetti in precompresso! Fai prima,fai bene,spendi meno.
ne puoi mettere 4/5.
ciaofelix
--
questo articolo e` stato inviato via web dal servizio gratuito
http://www.newsland.it/news segnala gli abusi ad ab...@newsland.it
se invece devi usare acciaio almeno un IPE 100-120 cosi' a sentimento...se
vuoi il conteggio pero' devi pazientare un po'... :-)
bye
> > Elisabetta wrote:
Grazie a entrambi!
Ciao, G.
"Elisabetta" <spinamailT...@libero.it> ha scritto nel messaggio
news:r5q9a.9421$pG1.2...@news1.tin.it...
Una piattabanda è un elemento in legno, acciaio, cls ecc. ecc. simile
all'architrave, che delimita superiormente vani di porte e finestre. Ed
ovviamente ha la funzione di sostenere qualla parte di muro che poggerebbe
sul vuoto per via dell'apertura.
> Comunque credo che se fai un apertura in una parete in muratura portante
> devi ricorrerre ad una cerchiatura che ristabilisca la rigidezza del setto
> murario originale.
Cerchiatura? Ammettendo che l'apertura sia stata realizzata secondo norme e
prescrizioni ma soprattutto secondo buon senso, e che la muratura sia in
ottimo stato è sufficiente garantirsi dal comportamento ad arco...
No. Evidentemente lo sanno tutti, tranne te.
> Comunque credo che se fai un apertura in una parete in muratura portante
> devi ricorrerre ad una cerchiatura che ristabilisca la rigidezza del setto
> murario originale.
Non sono d'accordo e condivido l'osservazione di Apteryx, ma accetto
comunque il consiglio.
"piattabanda. Lastra o trave orizzontale, monolitica o no, che conlcude in
alto il vano di una finestra
o di una porta; più generalmente ed esattamente, elemento struttura a
intradosso piano, o con piccola monta, che
staticamente si comporta in modo non dissimile da un arco molto ribassato e
può, con opportuni accorgimenti, essere
realizzato in muratura. Non sono p. gli architravi, perché non esercitano
spinte orizzontali, benché si parli di finestre e porte
architravate anche se posseggono p."
1. Pareti murarie
----------------------------------------------------------------------------
----
Page 21
Per aumentare la resistenza di un elemento murario si può ricorrere, in
genere, ad uno o più dei seguenti provvedimenti:iniezioni di miscele
leganti;applicazione di lastre in cemento armato o di reti metalliche
elettrosaldate e betoncino;inserimento di pilastrini in cemento armato o
metallici in breccia nella muratura;tirantature orizzontali e verticali.Gli
interventi localizzati sono sconsigliati come unico modo di rafforzamento
delle murature se non inseriti in un sistema generale di riorganizzazione
della struttura.Devono essere eliminati o consolidati indebolimenti locali
delle pareti murarie in prossimità degli innesti e degli incroci per
l'eventuale presenza di canne fumarie o vuoti di qualsiasi genere.In caso di
irregolare distribuzione delle aperture (vani di finestre o porte) nei muri
maestri, quando non sia possibile la loro chiusura, con muratura
efficacemente ammorsata alla esistente, si deve provvedere alla cerchiatura
delle aperture stesse a mezzo di telai in cemento armato o metallici
collegati alla muratura adiacente tramite perforazioni armate.2.
Applicazione di tirantiOve non sia presente un efficace cordolo in cemento
armato, devono disporsi tiranti ancorati tramite piastre di dimensioni
opportune o di chiavi, che consentano una efficace cerchiatura
dell'edificio.I tiranti possono essere realizzati con normali barre in
acciaio per armatura, piatti o profilati metallici o con trefoli in acciaio
armonico. Questi possono essere disposti sia orizzontalmente che
verticalmente, e devono essere estesi a tutta la dimensione della parete.Se
i solai non sono in grado di assicurare un sufficiente incatenamento delle
pareti, si deve intervenire con tiranti orizzontali, ancorati all'esterno
delle pareti medesime. In alternativa si possono far funzionare i solai come
incatenamenti, applicando alle travi ed ai travetti, se questi elementi
possono essere ritenuti idonei allo scopo, chiavi metalliche ancorate
all'esterno delle pareti.L'uso di tiranti in acciaio, analogamente a quello
dei cordoli di piano, mira a migliorare lo schema strutturale tramite la
realizzazione di efficaci collegamenti tra le strutture murarie portanti,
assicurando un funzionamento monolitico del complesso edilizio da
consolidare.Non risultano, peraltro, trascurabili i vantaggi che ne
conseguono nei riguardi della duttilità e della risposta ultima alle azioni
sismiche se i tiranti sono presollecitati. Tuttavia, per quanto riguarda in
particolare la presollecitazione verticale; è opportuno che la tensione
normale, nelle murature, non superi, aggiunta alla precompressione, il
valore di un quinto di quella di rottura.I tiranti possono essere posti in
opera all'interno o all'esterno delle murature. Nel primo caso (tiranti
trivellati) essi sono costituiti da trefoli d'acciaio armonico disposti
inguainati entro fori trivellati nello spessore delle murature. Nel secondo
caso i tiranti sono costituiti da barre, piatti o profilati in acciaio
paralleli sulle due facce della muratura ed ammorsati ad una piastra in
testa del muro per mezzo di un sistema a vite che consente di imprimere uno
stato di presollecitazione. Questo tipo di tiranti è prevalentemente usato
nella disposizione orizzontale.Gli elementi di contrasto sulle murature,
sono di regola costituiti da piastre metalliche che hanno il compito di
distribuire la forza indotta dal tirante sulla muratura evitando
concentrazioni di sforzi. Le tirantature orizzontali, adempiono inoltre, al
compito di legare le pareti ortogonali: a questo fine è opportuno che le
teste dei tiranti siano collegate a piastre o a chiavi di dimensioni
adeguate alle caratteristiche di connessione.I tiranti esterni sono
costituiti da barre metalliche aderenti alle murature o poste in scanalature
ricavate sulla loro superficie in modo da occultarne la vista. Anche qui,
per i tiranti orizzontali, è opportuno disporre chiavi in testata, di
dimensioni tali da garantire una buona legatura tra le murature.3. Iniezioni
di miscele e legantiL'adozione di iniezioni di miscele leganti, mira al
miglioramento delle caratteristiche meccaniche della muratura da
consolidare. A tale tecnica, pertanto, non può essere affidato il compito di
realizzare efficaci ammorsature dei muri e quindi di migliorare, se
applicata da sola, il primitivo schema strutturale.
----------------------------------------------------------------------------
----
Page 22
Le iniezioni possono essere eseguite con miscele cementizie, semplici o
additivate, oppure a base di resine organiche.Le miscele a base di resine
saranno scelte adottando, in generale, prodotti a basso valore di modulo
elastico quando l'ampiezza media delle lesioni è piccola e a più elevato
valore di detto modulo per riempimenti di zone estese.a) Miscele a base di
legante cementizioLa miscela da iniettare deve possedere le seguenti
proprietà:buona fluidità;buona stabilità;tempo di presa opportuno;adeguata
resistenza;minimo ritiro.Tali proprietà, sono agevolmente conseguibili con
le sospensioni cementizie in acqua, semplici o con sabbie molto fini a
granuli arrotondati, caratterizzati da valori del rapporto acqua-cemento in
genere variabili da 0,6 a 1,2 e migliorate con l'aggiunta di additivi
fluidificanti ed espansivi antiritiro. Il cemento deve essere di
granulometria molto fine.La scelta della pressione di immissione va fatta
tenendo conto che le dilatazioni trasversali prodotte dal fluido in
pressione, a causa delle eventuali discontinuità della muratura nei piani
paralleli ai parametri, potrebbero modificare negativamente la
configurazione di equilibrio raggiunta dalla costruzione.In ogni caso le
iniezioni devono essere fatte a bassa pressione, eventualmente ricorrendo a
fasi successive con pressioni via via crescenti e vanno condotte iniziando
dal basso, e procedendo con simmetria.Nel caso di murature incoerenti e
caotiche, l'uso di questa tecnica richiede la loro incamiciatura o il
ricorso ad altri provvedimenti cautelativi per non disperdere la miscela.La
tecnica operativa può essere articolata nelle seguenti fasi di lavoro:a)
scelta dei punti in cui praticare i fori, effettuata in funzione della
diffusione delle fessure e della porosità del muro; in genere sono
sufficienti 2-3 fori per m²;b) asportazione dell'intonaco lesionato e
stuccatura con malta cementizia delle lesioni per evitare risorgenze di
miscela;c) esecuzione dei fori con perforazioni di diametro fino 40 mm,
eseguite mediante trapani o sonde rotative;d) posizionamento nei fori degli
ugelli di immissione e successiva sigillatura con malta di cemento;e)
immissione preliminare di acqua a leggera pressione, allo scopo di
effettuare il lavaggio delle sezioni filtranti e di saturare la massa
muraria;f) iniezione della miscela.Nel caso di dissesti localizzati in zone
limitate può risultare conveniente risanare dapprima a bassa pressione
queste zone e poi operare a pressione più elevata, nelle zone rimanenti.b)
Miscele a base di resineStante la forte dipendenza, per il buon esito
dell'operazione, dal dosaggio dei componenti base e dalle condizioni di
esecuzione, si consiglia l'uso delle iniezioni di miscele a base di resine
nei soli casi in cui risulti dimostrata la convenienza economica e si possa
fare ricorso ad operatori specializzati.La tecnica operativa resta,
comunque, non dissimile da quelle già illustrate per le iniezioni cementizie
alla quale si rimanda.c) Iniezioni armateTale sistema di consolidamento
prevede l'inserimento nella muratura di un reticolo di barre metalliche,
assicurandone la collaborazione per aderenza mediante miscele cementanti. In
condizioni sfavorevoli, può essere necessario consolidare, preventivamente
la muratura mediante iniezioni semplici.L'uso di questa tecnica è
consigliabile allorché si debbano realizzare efficaci ammorsature tra le
murature portanti, nei casi in cui non si possa ricorrere all'uso di altre
tecnologie. In questo caso le cuciture si realizzano mediante armature di
lunghezza pari a 2 ÷3 volte lo spessore delle murature,
----------------------------------------------------------------------------
----
Page 23
disposte in fori trivellati alla distanza di 40-50 cm l'uno dall'altro e
preferibilmente inclinati alternativamente verso l'alto e verso il basso.Le
miscele leganti da impiegare sono dello stesso tipo di quelle esaminate al
punto a), con l'avvertenza che dovranno essere ancora più accentuate le
caratteristiche di aderenza ed antiritiro, oltre che di resistenza, per
poter contare sulla collaborazione fra armature e muratura, poiché nel caso
specifico le iniezioni sono localizzate nelle zone più sollecitate.4.
Applicazione di lastre e reti metalliche elettrosaldateL'intervento mira a
conservare, adeguandola alle nuove esigenze, la funzione resistente degli
elementi murari, fornendo ad essi un'adeguata resistenza a trazione e
dotandoli di un grado più o meno elevato di duttilità, sia nel comportamento
a piastra che in quello a parete di taglio.E' opportuno che questo tipo di
intervento venga esteso, con particolari accorgimenti, in corrispondenza
degli innesti murari, onde realizzare anche una modificazione migliorativa
dello schema strutturale.Il consolidamento si effettua con l'apposizione,
possibilmente su una o entrambe le facce del muro, di lastre cementizie
opportunamente armate e di adeguato spessore. Le armature sono costituite da
barre verticali ed orizzontali o da reti, nonché da ferri trasversali
passanti nel muro che assicurino i collegamenti.In relazione al tipo ed allo
stato di consistenza della muratura, a questo intervento può essere
associata la iniezione in pressione, nel corpo murario, di miscele
leganti.Su ciascun elemento murario l'intervento può ancora essere dosato,
sia operando per fasce verticali ed orizzontali, sia limitandolo al solo
rinforzo del perimetro dei vani porta o finestra o adottando un sistema
misto di rinforzo.La tecnologia dell'intervento, di norma è articolata nelle
seguenti operazioni:1) preparazione delle murature, previa adeguata
puntellatura: asportazione dell'intonaco, riempimento delle cavità esistenti
con particolare riguardo a quelle in prossimità delle ammorsature tra i
muri, rifacimento a cuci-scuci;2) spazzolatura e lavaggio con acqua od aria
in pressione;3) esecuzione delle perforazioni nella muratura per
l'alloggiamento delle barre trasversali di collegamento;4) applicazione
delle barre o delle reti di armatura su una o entrambe le facce del muro,
con adeguate sovrapposizioni e risvolti;5) messa in opera di distanziatori
dell'armatura dal muro, per consentire il completo avvolgimento delle barre
da parte della lastra cementizia, di spessore adeguato e comunque non
inferiore a 2 cm;6) alloggiamento, nei fori, delle barre trasversali con
adeguati risvolti di ancoraggio;7) l'inserimento dei collegamenti delle
lastre cementizie agli elementi resistenti di contorno (solai - cordoli -
pareti trasversali - fondazioni);8) esecuzione della lastra cementizia per
lo spessore prefissato, dopo abbondante lavaggio della superficie muraria;9)
esecuzione delle eventuali iniezioni nei muri, effettuate con pressioni che,
per la presenza delle lastre armate aventi funzione di contenimento, possono
essere anche elevate, fino a 2 ÷3 Kg/cm².5. Inserimento di cordoli e
pilastriniTale tecnica non differisce, nelle finalità, da quella
precedentemente illustrata.Il concetto informatore è quello
dell'introduzione nelle murature di elementi resistenti atti a confinare la
muratura o dotarla di duttilità strutturale in modo discontinuo e
concentrato, anziché diffuso.Per tale motivo è consigliabile l'adozione di
questa tecnica quando si debba operare con murature a blocchi squadrati
(mattoni, pietre lavorate) o comunque di discreta consistenza, risultando
per contro sconsigliabile per interventi su murature di costituzione caotica
e con malta degradata.Il funzionamento dell'insieme strutturale si modifica
profondamente in senso positivo, solo se gli
----------------------------------------------------------------------------
----
Page 24
elementi in cemento armato o in acciaio, sono convenientemente organizzati
fra loro ed in rapporto alla muratura, come può ottenersi eseguendo una
serie di cordoli verticali ed orizzontali tutti collegati fra
loro.L'inserimento di pilastrini, in breccia è effettuato a distanze
regolari (circa 2 m). Si crea uno scasso per circa 15 cm all'interno della
muratura e si realizza l'ancoraggio, per mezzo di staffe passanti o di
spaccature distribuite lungo l'altezza.Per la realizzazione di cordoli a
tutto spessore, è necessario procedere al taglio a forza della muratura,
operando per campioni o globalmente.Nel primo caso si affida la resistenza
del pannello murario durante le fasi realizzative alle porzioni di murature
integre o già trattate; nel secondo caso occorre disporre appositi sostegni
(eventualmente martinetti) ai quali è delegato il compito di sostenere i
carichi verticali durante la costruzione del cordolo.Per i cordoli di tipo a
spessore parziale è necessario predisporre tagli passanti per realizzare poi
collegamenti di ancoraggio e sostegno; se due cordoli cingono la muratura al
medesimo livello, tali collegamenti hanno sagoma cilindrica, mentre se il
cordolo è da un solo lato, tali collegamenti sono conformati a mo' di tronco
di piramide con dimensione maggiore verso l'esterno.L'armatura metallica è
costituita da una gabbia formata da barre longitudinali e staffe, con un
minimo di 4 12 e staffe 6 ogni 30 cm.Nei cordoli a tutto spessore,
realizzati globalmente, i martinetti a vite restano inglobati nel
getto.L'esecuzione di cordoli e pilastrini in acciaio avviene con modalità
analoghe a quelle sopra indicate, assicurando la collaborazione con la
muratura mediante opportune zancature.6. Archi e volteGli archi e le volte
devono essere muniti di cinture, chiavi e tiranti, posti convenientemente in
tensione, ed atti ad assorbire integralmente le spinte, a meno che le
murature di sostegno abbiano spessori sufficienti a sopportare le spinte,
valutate tenendo conto anche delle azioni sismiche.Qualora occorra risanare
o rinforzare le volte, è possibile intervenire con la tecnica delle
iniezioni di miscele leganti meglio se integrate da perforazioni armate.Nel
caso delle volte di luce non molto grande, un valido sistema di
rafforzamento consiste nel costruire in aderenza un guscio portante,
generalmente estradossato, realizzato da una rete metallica elettrosaldata
chiodata alla struttura da rinforzare e da uno strato di malta antiritiro ad
elevata resistenza o di miscele di resine. L'intervento deve essere
preceduto da una accurata pulitura della superficie, in aderenza alla quale
si esegue il rinforzo, con aria compressa ed eventualmente qualora si
impieghino malte cementizie, con acqua, nonché dalla sigillatura delle
lesioni macroscopiche.Con tale procedimento, in particolare, è possibile
evitare interventi sulla superficie di intradosso, il che assume
fondamentale importanza allorché questa ultima sia affrescata o presenti,
comunque, caratteristiche estetiche da non alterare.Gli archi e le volte che
siano interessati da gravi dissesti, se realizzati con muratura di non buona
consistenza e fattura, devono essere eliminati.7. SolaiIl restauro statico
del solaio deve puntare al soddisfacimento dei seguenti requisiti
fondamentali:resistenza adeguata ai carichi previsti in fase di
utilizzazione;in relazione a detti carichi, rigidezze (trasversali e nel
proprio piano) sufficienti ad assicurare sia la funzionalità in esercizio
dell'elemento strutturale, sia la funzione di diaframma di collegamento e
ripartizione tra le strutture verticali;collegamento efficace con le
murature verticali, agli effetti delle trasmissioni degli sforzi.I primi due
requisiti, nel caso di solai in legno, possono essere agevolmente
realizzati, ad esempio, inchiodando al tavolato esistente uno strato di
tavole ortogonali alle precedenti di conveniente spessore (S3 cm), oppure,
realizzando una soletta di calcestruzzo armato di sufficiente spessore per
assicurare resistenza e rigidezza alla struttura mista finale (legno-cemento
armato).Qualora i solai siano deteriorati, sì da non possedere adeguata
rigidezza nel proprio piano, essi devono essere sostituiti o rinforzati.
----------------------------------------------------------------------------
----
Page 25
Nel caso si impieghino travetti prefabbricati in cemento armato, ordinario o
precompresso, si deve disporre una apposita armatura di collegamento dei
travetti alle strutture perimetrali in modo da costituire un efficace
ancoraggio sia agli effetti della trasmissione del momento negativo, sia
della forza di taglio che delle azioni normali alla parete.L'ancoraggio alle
murature verticali può essere realizzato con l'esecuzione di un cordolo in
cemento armato, di altezza non inferiore a quella del solaio in
corrispondenza di ciascun orizzontamento, oppure con il consolidamento della
muratura in corrispondenza degli orizzontamenti mediante iniezioni di
miscele leganti armate. In quest'ultimo caso le perforazioni possono essere
eseguite trasversalmente alle murature, con andamento incrociato e
inclinazione tale da interessare un'altezza pari almeno a quella del solaio,
oppure orizzontalmente e parallelamente all'asse della muratura,
completandole in tal caso, eventualmente con cuciture d'angolo, in modo da
legare solidamente tutti gli elementi componenti la compagine strutturale.In
alternativa, per le strutture più modeste può essere sufficiente anche un
collegamento discontinuo che, nel caso di solai in legno, può realizzarsi
mediante piatti metallici d'ancoraggio chiodati alle travi, passanti in fori
predisposti nei muri e successivamente sigillati con malta cementizia.Infine
per solai in legno con cappa in calcestruzzo e solai latero-cementizi di
nuova costruzione, un sufficiente collegamento può essere costituito da un
cordolo continuo in cemento armato a spessore parziale o semplicemente in
aderenza, provvisto di cunei di ancoraggio passanti attraverso le murature
ed opportunamente armati.8. ScaleLe scale in muratura a sbalzo, cioè quelle
aventi gli scalini o la sottostruttura incastrati nei muri di gabbia da un
lato e liberi dall'altro, devono essere di regola sostituite con scale in
cemento armato o in acciaio. Possono tuttavia essere conservate soltanto se
prive di lesioni e dopo averne verificata l'efficienza a mezzo di prove di
carico.Quando necessità ambientali-architettoniche richiedano la
conservazione di scale a sbalzo staticamente non sicure, potranno adottarsi
rinforzi con strutture metalliche oppure cementizie. In quest'ultimo caso
dovrà porsi massima cura affinché gli sforzi di trazione, presenti sulla
struttura muraria delle scale, siano completamente assorbiti da armature
opportunamente inserite, ancorate alla muratura perimetrale e suggellate con
malte cementizie antiritiro o epossidiche.9. CopertureI tetti devono essere
resi non spingenti. Negli interventi di semplice miglioramento occorre, in
particolare, assicurarsi della capacità di resistere alle azioni orizzontali
da parte delle murature perimetrali ed interne che spiccano dall'ultimo
solaio per sostenere in tetto e di realizzare un efficace collegamento fra
le strutture del tetto e le murature su accennate. Nel caso di tetti in
legno si deve garantire anche una adeguata connessione fra i diversi
elementi costituenti l'orditura.Gli elementi sporgenti dalle coperture
(comignoli, abbaini, parapetti, torrini, antenne, ecc.) devono essere ben
fissati alla base e, se necessario, controventati.I provvedimenti intesi ad
ottenere l'adeguamento sismico possono essere i seguenti:costruzione di
cordoli di sottotetto in c.a. per la ripartizione delle forze trasmesse alla
muratura dagli elementi strutturali lignei e cerchiatura dell'edificio in
sommità;applicazione di un tavolato di sottotetto in legno o di croci di
Sant'Andrea per irrigidire la struttura nel piano di falda;applicazione di
catene in ferro e/o in legno.Qualora, per motivi di particolare pregio
architettonico o per l'ottimo stato di conservazione della copertura, non
risulti conveniente la creazione di cordoli in cemento armato di sommità, si
può, in via del tutto eccezionale, procedere al rinforzo della muratura che
spicca dall'ultimo piano (compresi gli eventuali timpani) mediante iniezioni
e cuciture armate o incorniciatura con lastre di cemento armato; particolare
cura si deve porre comunque per realizzare efficaci collegamenti
dell'orditura principale lignea con la muratura così rinforzata.
----------------------------------------------------------------------------
----
Page 26
10. FondazioniNella maggior parte degli edifici in muratura, la struttura di
fondazione è sostanzialmente coincidente con l'edificio stesso. Pertanto gli
eventuali interventi sono prevalentemente di tipo localizzato, tendenti a
sanare eventuali situazioni di debolezza puntuali.Nel caso di inserimento
nell'edificio di una nuova muratura, la sua fondazione deve essere ammorsata
in quella delle murature esistenti mediante un opportuno innesto.La
riduzione della pressione di contatto edificio-terreno può ottenersi, in
generale, ampliando la base del fabbricato mediante placcaggi in
conglomerato cementizio a getto od a spruzzo convenientemente armati,
applicati da uno o da entrambi i lati della muratura. L'efficacia di tale
intervento è peraltro legata alle caratteristiche di compressibilità del
terreno e alle modalità esecutive.In quei particolari casi in cui il terreno
di fondazione sia di scadenti proprietà fisico-meccaniche, può essere
necessario riportare i carichi in profondità mediante pozzi o pali. Si
possono usare pali di normale diametro opportunamente collegati alle
strutture, ovvero si possono utilizzare pali di piccolo diametro
eventualmente eseguiti attraverso le strutture esistenti così da collegarsi
ad esse, per poi approfondirsi nel terreno sottostante.Per i pali di regola
si adotta il sistema di trivellazione a rotazione, che non comporta
scuotimenti pericolosi per strutture già in fase di dissesto.ALLEGATO4 -
EDIFICIINCEMENTOARMATO: PROVVEDIMENTITECNICIDIINTERVENTO0.Nella concezione
ed esecuzione degli interventi di seguito illustrati, particolare attenzione
deve essere dedicata ai problemi della durabilità; in particolare, ove si
utilizzino elementi metallici, si consiglia l'uso di materiali
autopassivanti.1. GeneralitàI provvedimenti tecnici descritti in questa
parte, riguardano prevalentemente le modalità esecutive a carattere locale,
che possono costituire le singole fasi di realizzazione degli interventi. Il
progetto generale dell'intervento che considera il comportamento globale del
fabbricato in fase sismica, rimane il fattore principale che assicura la
buona riuscita dell'opera, dal quale pertanto non è mai possibile
prescindere e dalla cui organicità, i singoli interventi devono derivare.2.
Strutture in elevazionePer la riparazione ed il rafforzamento locale delle
strutture in elevazione, si può ricorrere ad uno o più dei seguenti
provvedimenti tecnici:iniezioni di miscele leganti;ripristino localizzato
con conglomerati;ripristino e rinforzo dell'armatura metallica;cerchiature
di elementi strutturali;integrazione di armatura con l'applicazione di
lamiere metalliche;rinforzo con tiranti.Nei casi in cui l'intervento
consista nel ripristinare strutture cementizie per porzioni o tratti di
entità considerevoli può essere usato calcestruzzo ordinario, che abbia
resistenza e modulo elastico non troppo diversi da quelli del calcestruzzo
esistente, l'aderenza del getto all'elemento da riparare può essere
migliorata mediante l'applicazione di uno strato adesivo.Per conciliare le
esigenze di elevata resistenza e buona lavorabilità dei getti può essere
opportuno usare additivi fluidificanti (che in genere migliorano anche
l'adesione al materiale preesistente).Idoneo, in generale, è anche l'uso di
calcestruzzi o malte con additivi che realizzano un'espansione volumetrica
iniziale capace di compensare o addirittura di superare il ritiro.Questo
accorgimento permette di creare modesti stati di coazione, benefici per
l'inserimento dei
----------------------------------------------------------------------------
----
Page 27
nuovi getti; è peraltro essenziale utilizzare casseri contrastanti.2.1.
Iniezioni con miscele legantiLe iniezioni sotto pressione, di materiali
(miscele cementizie e di resine) di opportuno modulo elastico e con spiccate
proprietà di aderenza al calcestruzzo ed all'acciaio, possono essere usate
soltanto per la risarcitura di lesioni la cui apertura non superi i 3-4
mm.L'impiego di resine migliora la resistenza sia a compressione che a
trazione. Il materiale si presta bene ad essere usato per iniezioni anche
mescolato con inerti fini. In funzione di molti fattori, fra cui anche il
tipo di inerti, si ottengono moduli elastici molto variabili (da 20.000
Kg/cm² a valori simili a quelli del calcestruzzo ordinario).Le
caratteristiche finali delle miscele dipendono sensibilmente, tra l'altro,
dalle condizioni ambientali (temperature ed umidità) nelle quali avviene la
loro maturazione. Pertanto, è raccomandabile che lo studio delle modalità di
preparazione tenga conto delle effettive condizioni ambientali prevedibili e
che si provveda, in sede di esecuzione, al controllo delle condizioni
stesse, eventualmente con misurazioni della temperatura e
dell'umidità.Risarciture di lesioni localizzate di piccola entità sono
effettuabili con miscele prevalentemente di resine con viscosità e pressioni
dipendenti dalle ampiezze delle stesse. Si raccomanda di usare pressioni non
troppo elevate per non indurre stati di coazione eccessivi nell'elemento
iniettato. Si sconsigliano iniezioni di resina per lesioni rilevanti per
evitare eccessivi riscaldamenti prodotti dalla polimerizzazione della
miscela.Le operazioni da effettuare sono:a) pulizia della polvere o dalle
altre impurità delle superfici danneggiate con l'eliminazione del materiale
disgregato;b) pulizia in profondità con aria o acqua in pressione;c)
sigillatura delle lesioni con stucco o intonaco e predisposizione di
tubicini di ingresso della miscela che è costituita generalmente da resina
pura o debolmente caricata.La tecnica descritta è altresì da evitare nel
caso di lesioni molto piccole (ad esempio attorno al decimo di millimetro)
perché l'iniezione diventa difficoltosa e richiede pressioni elevate, con
esito incerto e possibilità di effetti negativi difficilmente controllabili
sulle parti di strutture lesionate. In questi casi si raccomanda di non fare
affidamento sul completo ripristino della continuità dell'elemento
fessurato, ma solo su una percentuale cautelativa che tenga conto appunto
della probabile presenza di lesioni e distacchi non iniettati.2.2.
Ripristino localizzato con conglomeratiNel caso di lesioni di apertura
superiore a 3-4 mm ovvero quando il calcestruzzo si presenta fortemente
degradato o frantumato si ricorre al ripristino dell'elemento danneggiato
mediante il getto localizzato di conglomerato, che potrà essere, a seconda
dei casi, di tipo ordinario, di tipo additivato con spiccata proprietà di
aderenza al preesistente calcestruzzo ed alle armature di tipo spruzzato
(gunite, spritzbeton, ecc.) adoperabile soltanto su nuclei integri e per
spessori non eccessivi, e del tipo composto da resine.Qualsiasi intervento
deve essere preceduto dalla scarificazione nel calcestruzzo con la rimozione
di tutte le parti disgregate.La riparazione con getto di calcestruzzo,
ordinario o con additivi, è la più frequente nel caso che si presenti
parziale disgregazione del materiale (eventualmente evidenziabile anche con
debole percussione).Eseguite le occorrenti puntellature o tirantature
provvisorie, si procede nella maniera seguente:a) eliminazione di tutte le
parti disgregate o parzialmente espulse ponendo attenzione a non danneggiare
le armature presenti;b) eventuale iniezione della parte messa a nudo;c)
pulizia della superficie con aria compressa e lavaggio; se si rende
necessario l'inserimento di nuove armature, dopo l'operazione indicata alla
lettera a) si prosegue con le operazioni appresso elencate;d) messa in opera
di nuove armature mediante saldatura alle preesistenti, semplice legatura
con spinotti o con barre infilate in fori trapanati nella parte di
calcestruzzo indenne (successivamente iniettati); quest'ultimo intervento è
da effettuare quando non si ritenga sufficiente per il collegamento tra
vecchio e nuovo, la sola aderenza del calcestruzzo o la resistenza
dell'adesivo spalmato prima del getto;
----------------------------------------------------------------------------
----
Page 28
e) posizionamento dei casseri e loro eventuale contrasto;f) eventuale
spalmatura di adesivo tra vecchio calcestruzzo e nuovo getto;g) esecuzione
del getto di calcestruzzo e di malta, prima che l'eventuale adesivo abbia
iniziato la polimerizzazione; una tecnica analoga utilizzabile quando il
danno si limita al copriferro o poco di più, consiste nella applicazione di
una intonacatura con malta cementizia a ritiro compensato, posta in opera
mediante spruzzatura.Questo tipo di applicazione (opportuno per spessori non
superiori a 3 centimetri) è conveniente nella riparazione delle pareti di
cemento armato. In questo caso la riparazione si effettua applicando uno o
più strati di rete elettrosaldata e collegando i due strati con barre,
spinotti o gabbie staffate passanti attraverso la parete; i collegamenti
sono completati iniettando i fori di attraversamento.Il materiale per la
ricostruzione dell'elemento può essere anche malta di resina con il
vantaggio di avere una resistenza e un'adesione elevate, ma con la
possibilità di introdurre una zona con moduli elastici e resistenze
generalmente diversi da quelli del calcestruzzo.2.3. Ripristino e rinforzo
dell'armatura metallicaOve necessario, le armature vanno integrate.
Particolare cura va posta all'ancoraggio delle nuove armature ed alla loro
solidarizzazione all'elemento esistente.Il rinforzo può essere realizzato
localmente con l'aggiunta di nuove barre, od interessare l'intera struttura,
con l'inserimento di elementi aggiuntivi in cemento armato o in acciaio,
resi collaboranti con quelli esistenti. In presenza di pilastri fortemente
danneggiati alle estremità, la riparazione deve comportare anche il rinforzo
delle armature longitudinali e trasversali.Il getto di completamento può
essere eseguito con malta o calcestruzzo a stabilità volumetrica oppure con
malta o calcestruzzo ordinari assicurando in ogni caso l'aderenza tra il
nuovo e il vecchio calcestruzzo.Il rinforzo dei nodi trave-pilastro deve
assicurare il miglioramento dell'ancoraggio delle armature, e una continuità
meccanica sufficiente a trasmettere gli sforzi massimi sopportabili dalle
sezioni di estremità interessate, contenere il conglomerato e le armature
nei riguardi della espulsione trasversale, mediante opportuna
staffatura.Quando i nodi trave-pilastro sono tanto danneggiati da rendere
tecnicamente difficile la loro riparazione, la funzione statica degli
elementi strutturali convergenti nei nodi deve essere attribuita ad altri
elementi portanti dell'ossatura.Per ripristinare l'efficienza di barre
ingobbate, occorre un provvedimento diretto di riparazione costituito, ad
esempio, da saldatura di spezzoni di barre o di angolari a cavallo del
tratto danneggiato e da inserimenti di armature trasversali per ridurre la
lunghezza libera di inflessione.Il caso di un insufficiente o mal disposto
ancoraggio delle barre dei pilastri si può risolvere con armature saldate
passanti entro fori praticati attraverso i nodi, e successivamente ricoperti
con malta cementizia a ritiro compensato o possidica e/o con iniezioni di
resina. Nuove barre possono essere saldate anche in elementi inflessi a
cavallo delle sezioni danneggiate per difetto di armature longitudinali, con
adeguato prolungamento per l'ancoraggio.In elementi sottoposti a forze di
taglio e nei nodi dei telai possono essere applicate staffe o collari per
quanto possibile perpendicolari alla lesione. Le armature vanno poi protette
da intonaco cementizio a ritiro compensato.In ogni caso gli ancoraggi delle
barre e le loro giunzioni mediante saldatura sono migliorati dal
confinamento realizzato da una fitta armatura trasversale che avvolga la
zona trattata.Per l'acciaio in barre, quando ne sia previsto il collegamento
alle armature esistenti tramite saldature, si raccomanda di controllare la
saldabilità, sia delle esistenti che di quelle aggiuntive, o meglio la
capacità di sopportare l'unione senza divenire fragile.2.4. Cerchiature di
elementi strutturaliL'effetto della cerchiatura si ottiene con staffe o
altre armature trasversali di contenimento. Esso ha lo scopo di contrastare
le deformazioni trasversali del calcestruzzo, prodotte dalle tensioni di
compressione longitudinali, migliorandone le caratteristiche di resistenza e
di duttilità.Queste armature possono essere semplici collari di lamierino,
ovvero eliche di filo d'acciaio, oppure vere e proprie strutture di
carpenteria metallica, calastrellate o più raramente reticolate. Le armature
esterne devono essere protette mediante intonaco cementizio o gunite armata
con rete.Una cerchiatura si realizza anche con la messa in opera di armature
trasversali generalmente chiuse, quali staffe (eventualmente saldate),
spirali, collari o profilati saldati a formare una struttura
----------------------------------------------------------------------------
----
Page 29
chiusa.2.5. Integrazioni di armatura con l'applicazione di lamiere
metallicheUn'armatura aggiuntiva, se necessaria, può essere realizzata
mediante piastre di acciaio, applicate sulla superficie dell'elemento
strutturale da riparare o da rinforzare ed a questo solidarizzate
opportunamente.Nel caso di piastre sollecitate a taglio o compressione, deve
porsi attenzione al pericolo di instabilità; in ogni caso, questa tecnica
comporta un aumento della rigidezza dell'elemento riparato, di cui si deve
tener conto nei calcoli.Le piastre devono essere opportunamente protette
dalla corrosione.Tale tecnica consiste nella solidarizzazione tramite
incollaggio e chiodature di lamiere o profilati su elementi in cemento
armato. Questo provvedimento può essere usato in casi particolari in cui non
sono applicabili metodi tradizionali; ne può essere giustificato l'impiego
ad esempio quando si riscontrino:a) danni nella parte tesa di elementi
inflessi. In questo caso la lamiera ha funzione di armatura tesa e la
resina, e i chiodi, assicurano la trasmissione delle forze di scorrimento;b)
danni in zone sottoposte a taglio. In questo caso la lamiera è posta in
genere a cavallo fra zona tesa e compressa; in quest'ultima vanno posti i
connettori di collegamento trasversale per prevenire fenomeni di instabilità
delle lamiere stesse. Alla lamiera viene affidato il compito di trasmettere
le forze di scorrimento;c) danni per eccessiva trazione o nelle zone di
ancoraggio delle barre di armatura.L'incollaggio delle lamiere è ammesso
quando il conglomerato presenta buone caratteristiche di resistenza.In ogni
caso le operazioni consistono in:1) pulizia della superficie da incollare
previa asportazione dello strato di calcestruzzo degradato mediante energica
azione di spicconatura e di martellinatura;2) applicazione di successivi
strati di malta di resina per regolarizzare, ove necessario, la superficie
(si raccomanda di non superare, per lo spessore di ogni strato, valori
intorno a 5-6 mm);3) incollaggio delle lamiere con adesivo spalmato. Le
lamiere devono essere tenute in sito con chiodi ad espansione con puntelli
forzanti fino ad indurimento;4) in alternativa al punto 3) possono
impiegarsi lamiere con successive iniezioni di resina;5) protezione delle
lamiere con prodotti anticorrosivi.Il rinforzo di elementi in cemento armato
può conseguirsi mediante tiranti di acciaio posti in tensione seguendo la
tecnica della precompressione, oppure delle chiodature pretese.In ogni caso
deve verificarsi che l'intervento non provochi dannosi stati di coazione.3.
FondazioniIl consolidamento delle fondazioni può in genere conseguirsi:con
la costruzione, ove possibile di travi in cemento armato per il collegamento
dei plinti nelle due direzioni in guisa da realizzare un reticolo
orizzontale di base;con la costruzione di setti in cemento armato al livello
di primo interpiano sì da costruire nel suo complesso una struttura
scatolare rigida;con l'approfondimento delle strutture fondali mediante pali
di piccolo o medio diametro, fortemente armati;con l'allargamento della base
d'appoggio mediante sottofondazione in cemento armato oppure mediante la
costruzione di cordolature laterali in cemento armato;con rinforzi
localizzati delle strutture di fondazione (fasciature in acciaio od in
cemento armato presollecitato, cerchiature, ecc.).Nei casi in cui
l'intervento consista nel ripristinare strutture cementizie per porzioni o
tratti di entità considerevoli può essere usato calcestruzzo ordinario, che
abbia resistenza e modulo elastico non troppo diversi da quelli del
calcestruzzo esistente; l'aderenza del getto all'elemento da riparare può
essere migliorata mediante l'applicazione di uno strato adesivo. Per
conciliare le esigenze di elevata resistenza e buona lavorabilità dei getti
può essere opportuno usare additivi fluidificanti (che in
----------------------------------------------------------------------------
----
Page 30
genere migliorano anche l'adesione al materiale preesistente).Idoneo, in
generale, è anche l'uso di calcestruzzi o malte con additivi che realizzano
un'espansione volumetrica iniziale capace di compensare o addirittura di
superare il ritiro.Questo accorgimento permette di creare modesti stati di
coazione, benefici per l'inserimento dei nuovi getti; è peraltro essenziale
utilizzare casseri contrastanti.CIRCOLARE 10 APRILE 1997, N. 65/AA.GG.
MINISTERO LAVORI PUBBLICI
ISTRUZIONI PER L’APPLICAZIONE DELLE “NORME TECNICHE PER LE COSTRUZIONI IN
ZONE SISMICHE” DI CUI AL DECRETO MINISTERIALE 16 GENNAIO 1996
In caso di irregolare distribuzione delle aperture (vani di finestre o
porte) nei muri maestri, quando non sia possibile la loro chiusura,
con muratura efficacemente ammorsata alla esistente, si deve
provvedere alla cerchiatura delle aperture stesse a mezzo di telai in
cemento armato o metallici collegati alla muratura adiacente tramite
perforazioni armate.
E' da ingenui postare in un NG un msg di 40 kb
Impara a quotare (significa che il testo del proprio intevento deve seguire
la parte del messaggio cui si intende replicare) diversamente non si capirà
MAI a chi stai rispondendo e perché. Infatti tutto sto msg sembra postato
per rafforzare un'idea ma cosa? e soprattutto di chi?
> dal Pevsner, Dizionario di Architettura
[...]
Bastava lo zingarelli, anzi è molto più chiaro ;-P
> 1. Pareti murarie
[...]
E' un delirio! Forse non hai ben capito che qui si sta parlando di cosa
utilizzare per fare una piattabanda...
> CIRCOLARE 10 APRILE 1997, N. 65/AA.GG.
> In caso di irregolare distribuzione delle aperture
> nei muri maestri, quando non sia possibile la loro chiusura,
> con muratura efficacemente ammorsata alla esistente, si deve
> provvedere alla cerchiatura delle aperture stesse a mezzo di telai
> cemento armato o metallici collegati alla muratura adiacente tramite
> perforazioni armate.
?!?!?
Il punto 9.8.1 della circolare è riferito agli inteventi sull'esistente, ed
ha come scopo quello di ridurre gli indebolimenti nelle murature provocati
da aperture disposte in maniera irregolare.
Cmq per dare un senso a questo reply, l'osservazione di "Drago" non è
completamente da escludere specialmente quando le luci sono un po' più
grandi, allora si parla di calcolo della cerchiatura in base all'equivalenza
meccanica con la porzione di muratura eliminata (o dell'intero setto a
seconda delle scuole di pensiero) e se a qualcuno può interessare sul
prontuario del Furiozzi edito da le monnier c'è un 'interessante esempio di
calcolo (non molto raffinato ma sufficiente per il genio).
Saluti
> E' da ingenui postare in un NG un msg di 40 kb
Hai ragione, č da ingenui postare ben 40 kb, si intasano le reti.
> Impara a quotare (significa che il testo del proprio intevento deve
seguire
> la parte del messaggio cui si intende replicare) diversamente non si
capirŕ
> MAI a chi stai rispondendo e perché. Infatti tutto sto msg sembra postato
> per rafforzare un'idea ma cosa? e soprattutto di chi?
Ho sbagliato ad incollare ma volevo solo riportare la definizione, citando
le fonti, di piattabanda dato che secondo Elisabetta
aveva detto "... lo sanno tutti, tranne te". E io ho risposto a Elisabetta.
>
> > dal Pevsner, Dizionario di Architettura
> [...]
>
> Bastava lo zingarelli, anzi č molto piů chiaro ;-P
E allora fai come ti pare. Comunque la piattabanda č una piattabanda e
un'architrave č un'architrave.
>
> > 1. Pareti murarie
> [...]
>
> E' un delirio! Forse non hai ben capito che qui si sta parlando di cosa
> utilizzare per fare una piattabanda...
Veramente si stava parlando di aprire una porta in una muratura di tufo. E'
un delirio, il mio?!?
>
>
> ?!?!?
> Il punto 9.8.1 della circolare č riferito agli inteventi sull'esistente,
ed
> ha come scopo quello di ridurre gli indebolimenti nelle murature provocati
> da aperture disposte in maniera irregolare.
Infatti la muratura di tufo č, perlomeno, esistente.
> Cmq per dare un senso a questo reply, l'osservazione di "Drago" non č
> completamente da escludere specialmente quando le luci sono un po' piů
> grandi, allora si parla di calcolo della cerchiatura in base
all'equivalenza
> meccanica con la porzione di muratura eliminata (o dell'intero setto a
> seconda delle scuole di pensiero) e se a qualcuno puň interessare sul
> prontuario del Furiozzi edito da le monnier c'č un 'interessante esempio
di
> calcolo (non molto raffinato ma sufficiente per il genio).
>
> Saluti
Effettuando una apertura in una muratura portante con la cerchiatura si
ristabilisce la resistenza del setto murario
alle azioni verticali ma, soprattutto, a quelle orizzontali dovute agli
eventi sismici.
Non mi sembra corretto, se si vuole, parlare di "luci un po' piů grandi" o
dire, come hai risposto a Drago:
" Ammettendo che l'apertura sia stata realizzata secondo norme e
prescrizioni ma soprattutto secondo buon senso, e che la muratura sia in
ottimo stato č sufficiente garantirsi dal comportamento ad arco...".
Siamo al bar o in un newsgroup di architettura?
Ora basta, vado ad imparare a quotare.
Ciao.
> Ho sbagliato ad incollare ma volevo solo riportare la definizione, citando
> le fonti, di piattabanda dato che secondo Elisabetta
> aveva detto "... lo sanno tutti, tranne te". E io ho risposto a
Elisabetta.
Scusa, ma la tua "risposta" si riferiva a quale domanda?
La mia affermazione, sicuramente un po' brusca, era la reazione ad un
messaggio che si apriva con ben 14 punti esclamativi (e forse mancava di un
interrogativo)...
Mi posso sbagliare perché forse non era l'intenzione, ma con quel messaggio
si spostava il piano della conversazione da un livello, in cui si utilizzava
un linguaggio architettonico assolutamente comprensibile e si parlava di
interventi, ad un altro in cui si metteva in dubbio la conoscenza, da parte
dei partecipanti, di tale linguaggio. Da cui la mia risposta "lo sanno
tutti", ovviamente riferita a chi aveva postato fino a quel momento. Se
parliamo di piattabande, se non stiamo scendendo nel dettaglio
tecnologico -e fino a qual momento nessuno l'aveva fatto- la definizione
d'uso comune è reperibile su qualsiasi dizionario della lingua italiana,
senza scendere in inutili tecnicismi.
Ripeto, posso essermi sbagliata, ma quando si scrive bisogna dare importanza
anche alla forma, altrimenti si deve mettere in conto di poter essere
fraintesi da chi ci legge.
Buon lunedì a tutti.
> Scusa, ma la tua "risposta" si riferiva a quale domanda?
> La mia affermazione, sicuramente un po' brusca, era la reazione ad un
> messaggio che si apriva con ben 14 punti esclamativi (e forse mancava di
un
> interrogativo)...
Intanto, scusa per i punti esclamativi. Cmq volevo solo comunicare un po di
barcollamento delle nozioni che mi arrivano dall'università. Però gurda che
subito dopo vi chiedevo con un bel "?" se quella che io conoscevo come
piattabanda era la cosa giusta.
> Mi posso sbagliare perché forse non era l'intenzione, ma con quel
messaggio
> si spostava il piano della conversazione da un livello, in cui si
utilizzava
> un linguaggio architettonico assolutamente comprensibile e si parlava di
> interventi, ad un altro in cui si metteva in dubbio la conoscenza, da
parte
> dei partecipanti, di tale linguaggio.
Ti sbagli, infatti mettevo in dubbio la MIA conoscenza, tant'è che vi ho
chiesto se ciò che io credo essere una piattabanda, corrisponde a realtà.
> Da cui la mia risposta "lo sanno
> tutti", ovviamente riferita a chi aveva postato fino a quel momento.
Qui sei stata tu che hai usato un tono di supposta superiorita : "lo sanno
tutti tranne te". Scusa ma su questo NG si viene anche per imparare.
>Se parliamo di piattabande, se non stiamo scendendo nel dettaglio
> tecnologico -e fino a qual momento nessuno l'aveva fatto- la definizione
> d'uso comune è reperibile su qualsiasi dizionario della lingua italiana,
> senza scendere in inutili tecnicismi.
Parlando in NG di architettura nn mi sembra un inutile tecnicismo precisare
esattamente cosa sia una piattabanda.
> Ripeto, posso essermi sbagliata, ma quando si scrive bisogna dare
importanza
> anche alla forma, altrimenti si deve mettere in conto di poter essere
> fraintesi da chi ci legge.
> Buon lunedì a tutti.
Buona settimana anche a te,
Ciao, G.
> > E' un delirio! Forse non hai ben capito che qui si sta parlando di cosa
> > utilizzare per fare una piattabanda...
> Veramente si stava parlando di aprire una porta in una muratura di tufo.
> E' un delirio, il mio?!?
Si è un delirio incollare 4 pagine contenenti tutto lo scibile umano sulle
murature, solo per rafforzare un concetto specialmente quando la domanda di
partenza era chiarissima.
> Non mi sembra corretto, se si vuole, parlare di "luci un po' più grandi" o
> dire, come hai risposto a Drago:
> " Ammettendo che l'apertura sia stata realizzata secondo norme e
> prescrizioni ma soprattutto secondo buon senso, e che la muratura sia in
> ottimo stato è sufficiente garantirsi dal comportamento ad arco...".
> Siamo al bar o in un newsgroup di architettura?
Qui si parla (forse) di architettura non tra architetti
Ritengo che una risposta debba essere sufficientemente chiara e coincisa ma
soprattutto pratica. Del resto se l'interlocutore è un tecnico sa di cosa
sto parlando e non c'è bisogno di spiegarglielo, (è il caso di Drago)
diversamente se è solo un "curioso" non ha bisogno di nozioni complicate.
Infine se è richiesto un approfondimento si può sempre continuare il thread.
Per me riempirsi di parole forbite, tecnicismi inutili citare articoli di
legge senza minimamente capire cosa dicono, farà pure tanto architetto, ma
molte volte fa il lato peggiore dell'architetto quello che lo vuole con la
testa fra le nuvole e distante dalla realtà (parlo in generale non mi
riferisco a te intendiamoci).
Saluti.
> lo conosci, č inutile che lo ritiri in ballo, ho sbagliato, te fai sempre
> tutto bene?
Nessuno č perfetto ;-) ma soprattutto chi vuol esserlo!
Il povero Nardini ha postato da "ingenuo" e poi cerca le scuse ma almeno
cercava di dimostrare una cosa sacrosanta che tutti giudicavano un'eresia...
come farlo se non citando fonti?
Comunque la cerchiatura non è obbligatoria se non si è in zona sismica, e
anche se si è in zona sismica ci dovrebbe essere il modo di evitarla ma non
credo che sia conveniente perché si dovrebbe riverificare l'intero edificio
con la quasi sicurezza che non sia verificato.
Tutto questo lo dico con beneficio d'inventario perché vado a memoria ed è
un argomento che personalmente non ho mai affrontato approfonditamente.
saluti
Dan.iele
Solo diciamo che non è detto che anche gli altri siano in zona sismica,
cmq mi piace che qualcuno usi il cervello quando risponde al NG e cerchi di
capire qual'è il vero punto del problema che quasi mai corrisponde con la
domanda posta.
Il che poi è una delle attività più frequenti per un tecnico che lavora e
che ha a che fare tutti i giorni con muratori e committenti.
Dan.iele
Certo che potresti sempre smentirmi... qualche mio cliente sarebbe
veramente contanto se mi trovassi una scappatoia che non conoscevo.
saluti
Dan.iele
Be, di nuovo grazie.
Mi fa piacere che sia proprio dan.iele, uno dei più attivi sul NG, a
condividere l'intervento :
chi aveva iniziato la discussione nn si è più fatta sentire dopo che le ho
risposto agli appunti che mi aveva fatto. D'altra parte io seguo il NG ma è
difficile che abbia le nozioni per rispondere alle varie domande, e per una
volta che pensavo di poter contribuire, l'ho fatto.
Ciao, G.
P.S. x dan.iele : da alcuni tuoi modi di dire mi sa che nn viviamo molto
lontano, io sono di San Miniato -PI-
Ei, Grazie.
Tò, dato che centro parecchio volevo aggiungere una cosa che potrebbe
risultare utile alla discussione.
Il calcolo della cerchiatura, se viene affrontando partendo dal presupposto
che occorre ristabilire la resistenza della
muratura demolita - in tutte le direzioni - porta a considerare le spalle
gli elementi più sollecitati in quanto di luce maggiore, di solito, rispetto
all'architrave. Quindi diventa importante l'altezza dell'apertura piuttosto
che la larghezza. Mi sarò spiegato? Mah...
Ciao.
Drago,
guarda che "nn mi sono piů fatta sentire" solo perchč la questione mi
sembrava chiarissima da entrambe le parti e quindi archiviata. Tralasciando
il fatto che non seguo il n.g. quotidianamente, io ho avuto molte risposte
sensate al problema posto, inclusa la tua; noi due mi sembrava ci fossimo
spiegati e capiti; infine ci siamo reciprocamente augurati una buona
settimana. Scusa, ma che altro avrei dovuto aggiungere?Mah...
> D'altra parte io seguo il NG ma č
> difficile che abbia le nozioni per rispondere alle varie domande, e per
una
> volta che pensavo di poter contribuire, l'ho fatto.
Hai fatto bene e te ne ringrazio.
Ciao,
Beh... sembra proprio che viviamo vicini allora.... io invece abito a San
Miniato (PI)
;-)
sono Daniele Spagli e abito alla Catena di San Miniato, purtroppo Giacomo
Benvenuti non mi dice niente come nome... ma magari se ti vedo forse ti
riconosco.
Non ti ho trovato neppure nell'albo di Pisa... fatti pure vivo nella mia
casella personale, fa sempre piacere trovare un giovane competente vicino
casa.
saluti
Dan.iele
;-)
buon lavoro
dan.iele
A parte che resto dell'opinione che il punto 9.8.1 non può essere usato come
scappatoia, infatti impone la chiusura delle bucature irregolari, disponendo
la cerchiatura nel caso in cui non sia possibile chiuderle, mentre per
giustificare la necessità di una nuova apertura possono essere più utili
considerazioni di tipo igienico sanitario, antincendio ecc... ma non mi
interessa parlare di questo, veniamo invece al discorso delle nuove
bucature.
> Più che "non è completamente da escludere" diciamo che diventa necessità
> se si opera in zona sismica e certo non dipende dalla dimensione
> dell'apertura, non credo che la norma faccia riferimento a possibili
> eccezioni alla propria applicabilità.
Quello che io intendo per cerchiatura è un telaio in ca o acciaio fissato
alla muratura circostante per mezzo di iniezioni armate.
Allora per una luce di 80~100 cm ritengo non sia necessario, mentre per lo è
per un garage (luci un po' più grandi)..
Quando dico che non è necessario intendo dire che si può fare una
lavorazione più semplice ovvero un architrave composto da due ipe
imbullonate tra loro e poggianti su mazzette in mattoni pieni debitamente
ammorsate nella muratura esistente.
Saluti
Non ho mai realizzato in prima persona calcoli del genere ma ne ho visti
qualcuno, vedendo le sezioni necessarie per realizzare telai in acciaio ho
dei forti dubbi che due spallette in mattoni possano fornire prestazioni
simili.
Ricordati poi che è sempre sbagliato generalizzare un'affermazione così
vaga come la tua: tieni conto delle differenze che ci possono essere a
seconda di cosa si trova al di sopra della tua apertura (solai, travi ecc.)
e anche di cosa si trova ai lati.
Qualche volta ammettere di non conoscere è utile per non prendersi troppo
sul serio, ma anche per non prendere sottogamba un problema: il Nardini non
sa quotare, ci facciamo una risata e lo meleggiamo un po... Elisabetta
confonde la piattabanda con un architrave, probabilmente l'uso comune del
termine nelle sue zone l'ha portata ad usare una parola non proprio
corretta, che sarà mai... la professione però è un'altra cosa e se sbagliamo
un calcolo o applichiamo male la scienza delle costruzioni il problema è un
po più grosso, quindi muniamoci di tanta umiltà e cerchiamo di ascoltare chi
ci parla che anche da un bambino abbiamo tanto da imparare.
saluti
Dan.iele
No, non hai ancora capito.
Forse provando a spiegare un possibile metodo di calcolo potrai arrivarci.
Partiamo dal presupposto che il telaio, che dovrebbe essere chiuso, quindi
collegato anche alla base
dell'apertura, deve sostituire la resistenza IN OGNI DIREZIONE della
muratura soppressa.
Allora si stabilisce la resistenza a taglio della muratura e si applica
questa tensione tangenziale come
se fosse un carico distribuito su tutto il perimetro del telaio. Ora,
siccome nel caso di una apertura rettangolare, con
l'altezza maggiore della base, la parte di telaio con luce maggiore è
proprio quella verticale, si determinano le sollecitazioni
proprio su questo tratto e si progetta la sezione. In questo modo avrò un
telaio che resiste almeno come la muratura.
Come vedi, di solito, è molto più importante l'altezza dell'apertura,
rispetto alla larghezza.
Poi potrebbe essere che il telaio si stacchi dal muro e rovini addosso a
qualcuno, ma questo è un altro discorso :-))))
Ho quotato bene?!?
Ovvai.
Ciao.
> No, non hai ancora capito.
Ho sbagliato a ritenere tutto il mondo come il mio paese... spero che
l'ordine degli ingegneri non legga il NG e da domani qualunque apertura pur
piccina che sia, la farò con un telaio in acciaio.
Cosa aggiungere? Aspettiamo il prossimo terremoto e quando al tg vedrete
portar via un tizio in manette, saprete pure che aspetto ho.
Saluti
> Qualche volta ammettere di non conoscere è utile per non prendersi troppo
> sul serio,
> la professione però è un'altra cosa e se sbagliamo
> un calcolo o applichiamo male la scienza delle costruzioni il problema è
> un po più grosso, quindi muniamoci di tanta umiltà e cerchiamo di
> ascoltare chi ci parla che anche da un bambino abbiamo tanto da imparare.
Insomma sarei un somaro che non ha voglia di ascoltare gli altri ed
ammettere di aver sbagliato.
Va bene hai ragione te.
Saluti.
Ciao Dan.iele,
visto che sono chiamata in causa, vorrei solo spiegarti che secondo le mie
conoscenze l'architrave è un elemento orizzontale che appoggia su due
elementi verticali, colonne o pilastri, chiudendo un vano quadrangolare; la
piattabanda è, invece, quell'elemento delle costruzioni in muratura che
delimita superiormente vani di porte o finestre scaricando il peso della
muratura sui fianchi dei vani. Ed io di questa volevo parlare appunto.Tutti
possiamo confonderci, ma non credo che questi termini si usino solo dalle
mie parti.
;-)
Saluti,
Sarebbe magari interessante a questo punto sentire qualche altra campana
perché la questione appare piů interessante del previsto.
saluti
Dan.iele
Dan.iele
Sempre che non mi sfugga qualcosa... ma non c'è mai un ingegnere quando
serve?
;-)
Dan.iele
Mah... io penso al diagramma dei momenti e più ci penso e più sono
convinto che il momento all'incastro del tratto verticale è lo stesso se non
minore (nel caso di architrave prolungato) di quello del tratto verticale.
Purtroppo non posso spedirti un disegnino che esplicherebbe tutto... il
diagramma lo devi guardare del rettangolo e non asta per asta. Non è poi
così difficile ripensandoci... basta che guardi qualsiasi diagramma dei
momenti di un qualsiasi telaio e capirai il concetto. Beh... potrebbe anche
darsi che il momento massimo non sia per forza di cose all'incastro, dipende
dal tipo di carico applicato.
Però il nostro telaio, se non ricordo male, si considera con un carico
distribuito sull'architrave e con una forza concentrata all'estremo
superiore per il tratto verticale... ho capito... dovrò farlo una volta
questo calcolo.
Domani se trovo un momento mi guardo i metodi di calcolo e mi chiarisco
bene le idee, se intanto un ingegnere che passa di qui vuol pronunciarsi...
;-)
saluti
Dan.iele