Theo Gattler
unread,Aug 30, 2014, 8:32:52 AM8/30/14You do not have permission to delete messages in this group
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http://identità .com/blog/2014/08/04/scoperti-i-resti-della-prima-guerra-della-storia-e-fu-guerra-razziale/
Gli scheletri, trovati sulla riva sud-orientale del Nilo, sono con ogni
probabilità testimonianza del più antico conflitto armato conosciuto, su
larga scala.
E anche del più antico scontro etno-razziale
Siamo a sud dellâ Egitto. La storia di questa grande scoperta
archeologica inizia negli anni â 50, quando viene decisa la costruzione
della nuova diga di Assuan. Eâ un grande progetto, che entusiasma i due
ingegneri che vi si dedicano ( tra cui un italiano), ma che terrorizza
gli archeologi; e il motivo Ú chiaro: il nuovo ed immenso bacino che si
creerà , finirà con lâ inondare i reperti presenti sulla costa
sud-orientale del Nilo.
A questa preoccupazione, nel 1.960, risponde lâ Unesco, che lancia una
missione in grande stile per individuare e spostare i siti archeologici
a rischio.
Ed Ú in questâ occasione che, nel 1.964, nel nord dellâ attuale Sudan,
viene rinvenuto un primordiale cimitero, costituito di tre siti
contigui, risalente a oltre 13.000 anni fa.
Eâ un rinvenimento già allâ apparenza non da poco, in quanto più antico
sito della zona. E tuttavia la sua importanza non viene in un primo
momento compresa; i mezzi a disposizione, non lo consentono,
I resti scheletrici finiscono così nel laboratorio dellâ illustre
antropologo americano Fred Wendorf; ove, di fatto, riposano per oltre 30
anni.
Fino a quando non hanno iniziato ad essere studiati con le moderne
tecnologie del 21esimo secolo: e qui Ú iniziato il bello.
Per la prima volta, strumenti tecnologici di una certa â raffinatezzaâ
hanno potuto esaminare questi residui ossei, ed evidenziare particolari
mai notati prima.
15sahara3
Una prima scoperta rilevante, Ú stata osservare che le ossa dei crani,
delle braccia, di quasi il 50% degli scheletri provenienti da Jebel
Sahaba ( uno dei siti di cui Ú composto il cimitero), presentano
innumerevoli segni di impatto di frecce, e che frammenti appuntiti di
pietra selce ( usati per la testa della frecce) sono sparsi sopra e
tutto attorno alle ossa: Ú evidente, questi sono scheletri di persone
morte assassinate, a seguito di un attacco di arcieri.
E nelle ultimissime ricerche compiute dal British Museum, in
collaborazione con scienziati francesi, si Ú viusto che câ Ú anche di
più: si Ú infatti dimostrato che si ci fu un vero e proprio conflitto su
larga scala, che ha toccò un poâ tutta la costa orientale a sud del
Nilo: durato molti mesi, e probabilmente anni.
Non vi sono oramai dubbi di rilievo: quello trovato non Ú un â sempliceâ
cimitero, Ú altresì testimonianza di un conflitto armato organizzato: Ú,
in pratica, un cimitero di guerra, della prima guerra di cui si abbia
notizia.
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A coronamento di questa formidabile scoperta archeologica, da pochi
giorni, residui scheletrici di due dei cadaveri ritrovati, sono divenuti
parte della nuova esposizione permanente del British Museum sullâ Egitto
dei primordi.
Ma gli ultimi sviluppi di questa vicenda, hanno rivelato anche
dellâ altro. Ricerche parallele, compiute da università come la John
Moores di liverpool o la Tulane di New Orleans, si sono concentrate
sopratutto sul comprendere chi fossero le vittime di quelle sepolture.
E il loro responso Ú chiaro: tutte le vittime sono parte di uno stesso
ceppo razziale, assolutamente identificabile come progenitore dei neri
sub-sahariani di oggi: tutto nellâ analisi delle ossa del cranio, del
bacino e degli arti corrisponde.
15sahara4
Ma chi furono allora i loro rivali, i nemici in quella grande e
primordiale guerra? Ebbene, i ricercatori sono convinti che si trattasse
senzâ altro di genti di tuttâ altro tipo; genti che a quel tempo erano
situate in un poâ tutto il bacino del Mediterraneo; ovvero: caucasici,
popolazioni progenitrici dei nordafricani autoctoni ( come i Berberi),
ed in parte anche degli europei attuali. I resti stessi di popolazioni
di tal tipo, vengono ritrovati a 200 miglia a sud del cimitero di Jabel
Sahaba.
Fu allora guerra razziale, tra popolazioni che con ogni probabilitÃ
differivano oltre che geneticamente, anche nella cultura e nella lingua.
Popolazioni che proprio nella zona settentrionale dellâ odierno Sudan,
per via della fertilità creata dal corso del Nilo, vennero a contatto.
Si può notare, quindi, come quella prima guerra fu lâ anticamera degli
scontri che in epoca storica videro da una parte gli egizi e dallâ altra
i nubiani.
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La causa scatenante? Anche qui scienziati ed archeologi non hanno dubbi:
una regressione climatica ( conseguenza di un periodo dellâ ultima
glaciazione, denominato â Dryas recenteâ ). In breve, diverse fonti
dâ acqua si prosciugarono, e i differenti gruppi etnici si spostarono
maggiormente verso il corso sud orientale del Nilo ( unica fonte
duratura), venendo a contatto, e dando così inizio ad una feroce
competizione per le risorse.
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Questa scoperta archeologica Ú davvero molto affascinante, e consente di
effettuare svariate considerazioni.
Si potrebbe ad esempio notare, come già in epoca abbondantemente
preistorica, le popolazioni caucasiche fossero tecnologicamente più
progredite delle popolazione sub-sahariane. Sempre a memento che quale
che sia la causa di questo divario, certo non Ú il colonialismo ( che ne
Ú al più una delle conseguenze).
Ma senzâ altro lâ aspetto più avvincente dello sviluppo di questa prima
guerra della Storia, Ú come si palesi ancora una volta che la causa
primigenia di guerra non sia, ad esesmpio, la brama di potere o di
ricchezza, né tanto meno la presenza di confini, ma anzi, lâ assenza
stessa dei confini.
Finché quelle due popolazioni avevano la loro terra, câ Ú stata pace;
quando si sono dovute muovere sulla costa sud orientale del Nilo, Ú
iniziato inevitabile lo scontro: perché Ú insito nella natura umana fare
gli interessi della propria gente, per mandare avanti il proprio
patrimonio genetico e, non da meno, avere una terra in cui â sentirsi a
casaâ .
Al limite, possiamo pensare che i due popoli avrebbero potuto dividersi
quella terra pacificamente (sempre ammesso vi fossero risorse e spazi
necessari per entrambi), ma per ovvi motivi questa soluzione ,allâ epoca,
non era realizzabile.
E non Ú rassicurante pensare che oggi, con lâ esperimento
â immigrazionistaâ e multirazziale in Europa, illudendosi che gli uomini
siano intercambiabili (come già denunciava lâ insigne antropologo
Lévi-Strauss ) si stiano creando premesse anche peggiori: gruppi etnici
molto diversi, in territori sovrappopolati, e prossimi a carenza di
risorse ( carenze denunciate, proprio negli ultimi giorni, anche da
studi di rilievo compiuti presso lâ Università di Cambridge).
I disordini etnici che già ad oggi hanno falcidiato diverse zone
dâ Europa ( a volte anche portandosi dietro non pochi morti), sono nulla
rispetto a quello che con questo andamento, si scatenerà in futuro. Al
confronto, la striscia di Gaza sembrerà il posto migliore in cui vivere.
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