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[FuoriOrario] - Programmazione 16 / 22 Febbraio 2014

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Magus

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Feb 15, 2014, 9:49:34 AM2/15/14
to


Locandine della settimana dal 16 al 22 febbraio 2014
Fuori Orario cose (mai) viste
di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Francia Fumarola Giorgini Melani
Turigliatto
presenta

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Domenica 16 febbraio 2014 - RAI 3 - dalle 1.10 alle 6.00 (290')
UNA/LA STORIA: IL SOGNO DI CAMBRONNE
DIECI FILM DI SACHA GUITRY
(3)
a cura di Roberto Turigliatto

con i film

QUADRILLE prima visione TV
(Id, Francia, 1937, b/n, 91', v.o. sott. it.)
Regia: Sacha Guitry
Con: Gaby Morlay, Jacqueline Delubac, George Grey, Pauline Carton
Il giovane attore americano Carl Erikson è la star del momento. Di passaggio
a Parigi, viene invitato da tutte le parti e quasi per caso fa un autografo
a Paulette Nanteuil, lei stessa attrice famosa in Francia ma a lui
sconosciuta. Affascinato dalla donna, spera di poterla ritrovare, ma questa
gli ha fornito un nome falso, quello della sua amica Cladine André, una
giornalista. Carl Erikson ha un appuntamento per un intervista con Philippe
de Maranne, caporedattore di "Paris soir" e amante di Paulette. Per
ringraziarlo di avergli concesso l'intervista Philippe lo invita quella sera
stessa a uno spettacolo in cui recita Paulette. Carl va a trovarla nel suo
camerino e passa la notte con lei. La donna è divisa: deve lasciare Philippe
o rompere con Carl? E Philippe soccomberà alle grazie di Claudine, la quale
da parte sua non è insensibile al fascino dell'attore?

ERANO NOVE CELIBI
(Ils étaient neuf célibataires, Francia, 1939, b/n, 112'26", v. it.)
Regia: Sacha Guitry
Con: Sacha Guitry, Henri Cremieux, Max Dearly, Elvire Popesco, Victor
Boucher, André Lefaur, Saturnin Fabre, Raymond Aimos, Gaston Dubosc, Jean
Sinoel, Georges Morton, Anthony Gildès, Gustave Libeau, Marguerite Deval,
Marguerite Moréno, Bettz Stockfeld, Marguerite Pierry, Genevieve Guitrz,
Pauline Carton, Robert Seller
Per dare un marito, di nome se non di fatto, a quelle donne nubili e
straniere che la legge costringerebbe obbligatoriamente a lasciare la
Francia, Jean Lécuyer fonda un ospizio per celibi dove ospita nove
poveracci ultrasettantenni. Alcuni "mariti" pretenderanno di diventare
coniugi di fatto. Soggetto originale scritto da Guitry appositamente per il
cinema "Quando non adatta una delle sue pieces, Guitry cineasta lavora nella
profusione. Profusione di personaggi, di avvenimenti, di mutamenti. Di tutti
i film bilancio della sua epoca, questo e' sicuramente il piu' nero e piu'
gioiosamente amorale" (Jacques Lourcelles)

PRIMA DELLA PRIMA
(Italia, 1958, b/n, 17'20", v. it.)
Regia teatrale: Sergio Sollima
Regia televisiva: Luigi Di Gianni
Con: Raffaele Pisu, Gianni Bonagura, Valeria Moriconi
Una produzione storica della RAI del 1958 da un atto unico di Sacha Guitry,
messo in scena a teatro da Sergio Sollima e realizzato per la televisione da
Luigi Di Gianni.



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Lunedì 17 febbraio 2014 - RAI 3 - dalle 1.05 alle 3.00 (115')
UNA/LA STORIA: IL SOGNO DI CAMBRONNE
DIECI FILM DI SACHA GUITRY
(4)
a cura di Roberto Turigliatto

con il film

LE PERLE DELLA CORONA prima visione TV della versione
originale
(Les perles dela couronne., Francia, 1937, b/n, 101', v.o. sott. it.)
Regia: Sacha Guitry
Con: Sacha Guitry, Jacqueline Delubac, Lynn Harding, Arletty, Jean-Louis
Barrault, Raimu, Marcel Dalio, Marguerite Moreno, Pauline Carton, Ermete
Zacconi, Raymonde Allain, Enrico Glori
Lo scrittore Jean Martin (Guitry) racconta a sua moglie la storia di sette
perle assolutamente identiche , raccolte in giro per il mondo. Quattro sono
rimaste sulla corona d'Inghilterra, le altre hanno attraversato i secoli per
finire una nel tesoro votivo di una cappella in Spagna, l'altra frantumata
perché scoperta falsa e la terza in fondo al mare, dopo che ha rivelato con
i suoi passaggi le storie di troppe amanti. Fantasia che attraversa cinque
secoli di storia europea, trattato di storia, racconto d'avventure dalle
mille digressioni e parentesi, con tre narratori e una moltitudine di
personaggi, alcuni dei quali interpretati dallo stesso attore. "La prima
fantasia storica di Guitrz, s ritta appositamente per il cinema. Uno dei
suoi film dalla produzione piu' ricca e tra tutti i suoi film quello che ha
conosciuto il successo piu' duraturo presso il grande pubblico, al di la'
degli alti e bassi riservati a Guitry dagli iintellettuali e dai cinefili.
Il film e' caratterizzato da un'invenzione germogliante, scatenata,
delirante, e quasi folle" (Jacques Lourcelles)



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Martedi 18 febbraio 2014 - RAI 3 - dalle 1.55-2.00 (5')
EVELINE



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Mercoledi 19 febbraio 2014 - RAI 3 - dalle 1.55-2.00 (5')
VENTI ANNI PRIMA


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Giovedi 20 febbraio 2014 - RAI 3 - dalle 1.55-2.00 (5')
FUORI ORARIO



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Venerdì 21 Febbraio 2014 - Rai 3 - dalle 1.55 alle 7.00 (295' )
GUAI A CHI VINCE (1)
a cura di Donatello Fumarola

con i film

IO ACCUSO! primavisioneTV
(J'accuse!, Francia 1919, b/n, muto con cartelli sottotitolati in italiano,
114')
di Abel Gance
con Romuald Joubé, Severin-Mars, Maryse Dauvray, Maxime Desjardins, Angèle
Guys.
La storia di due uomini, uno sposato, l'altro amante della moglie di questi,
che si incontrano nelle trincee della Prima Guerra Mondiale, e di come i
loro racconti diventano il microcosmo degli orrori della guerra. Blaise
Cendrars, che era al tempo assistente di Gance sul set e regista della
seconda unità, appare in una piccola parte.

UN HERITIER
(Francia/Corea del sud; 2011; 20' col., v. o. con sott. italiani)
di Jean Marie Straub
Con Joseph Rottner, Jubarite Semaran, Barbara Ulrich.
Nel 1994, Jean-Marie Straub e Danièle Huillet realizzarono Lothringen!, un
adattamento del romanzo Colette Bodauche di Maurice Barrès. Nel 2010,
Jean-Marie Straub si reca in Alsazia, per girare il secondo film della serie
Barrès, tratto questa volta dal romanzo Au service de l'Allemagne, scritto
nel 1903 e ambientato sul Mont Saint Odile. Come Joseph, il protagonista del
libro, Jean-Marie Straub si incammina in direzione del monte, inoltrandosi
nella regione di Colmar e seguendo il percorso di un giovane dottore di
campagna. Si imbatterà così nelle case private degli abitanti della zona,
costeggiando il famoso muro antico della zona, che doveva essere molto
familiare anche allo stesso Barrès. Da qui nasce un film che ripercorre
l'eterna
questione nazionale che da sempre affligge la nascita dell'Europa.

GLORIA, APOTEOSI DEL SOLDATO IGNOTO
(Italia 1921, b/n, 77')
Tutte le fasi della cerimonia del Milite Ignoto dal 24 ottobre al 4 novembre
1921: dalla scelta della salma in un'atmosfera mistica e solenne alle tappe
del viaggio del convoglio ferroviario con la carrozza-feretro che trasporta
la Sacra Reliquia.
Rarissimo documentario del periodo muto recentemente restaurato dalla
Cineteca del Friuli. Narra con abilità la più grande e inquietante
manifestazione patriottica dell'ancor giovane Stato italiano. Appare oggi
come un inquietante prologo alla presa del potere da parte del fascismo e
l'esempio di una pulsione di morte ossessiva che portava già in sé i germi
del nuovo regime.


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Sabato 22 febbraio 2014 - RAI 3 - dalle 1.00 alle 7.00 (360')

Il cuore del tiranno (1981) versione originale con sottotitoli italiani
86'
episodio da Tre Storie di Boccaccio
[A zsarnok szíve, avagy Boccaccio Magyarországon, Ungheria, Italia 1981]
Regia di Miklos Jancso, Sceneggiatura di Giovanna Gagliardo.
Con Ninetto Davoli, László Gálffy, Teresa Ann Savoy, Jozsef Madaras
Da una novella di Boccaccio, una metafora sulla violenza del potere.
L'allestimento di uno spettacolo da parte di una compagnia di attori
girovaghi italiani in una corte straniera viene osteggiato in tutte le
maniere.
Utilizzando effetti ottici e gli artifici della macchina teatrale, il
regista magiaro "dinamizza" l'unità di spazio su cui lavora.

La tecnica e il rito
85'
(Italia 1971 b/n)
Un film di Miklós Jancsó. Con Luigi Diberti, Marco Guglielmi, Adalberto
Maria Merli, Jozsef Madaras. Brizio Montinaro, Emilio Bonucci, Marzio
Margine, Fabio Gamma Italia 1971.
La tecnica di Attila come tecnica di Jancso. Ecco il ruolo concreto dei
personaggi: la prima apparizione di Attila definisce già in modo esauriente
il metodo, che è un fatto concreto. "Ho l'autorizzazione di me stesso per
fare ciò che faccio"; e fa girare intorno a sé il cavallo. Ecco come il
ritmo avvolgente (questa volta proprio circolare) di Jancso diviene fatto
concreto: forme, rapporto di forme, contenuto. Provate a raccontare La
tecnica e il rito. Non ci riuscirete senza riferirvi continuamente alla
forma. Altrimenti, parlerete di altro: come parlate di altro quando
racchiudete in formule storiche una serie di avvenimenti, che invece vanno
cercando la loro forma. Prendiamo la violenza nei rapporti dei tre (due
soldati e Attila) all'inizio: ha un aspetto di favola astratta, quasi
mistica (quel resuscitare sotto i colpi di freccia), ma non è
inverosimiglianza, è simbolo, esistenza profonda. Quando parla uno, l'altro
gli gira intorno. Al soldato che ha servito la violenza convinto di eseguire
ordini e di preservare la propria innocenza Attila risponde: "Hai figli?
Allora, uccidi la tua famiglia". Il rilancio della violenza! Poi, una
carezza al cavallo, uno sguardo verso il mare: alle situazioni simboliche
sottendono azioni del reale fotografico che complicano l'inquadratura e la
sequenza e danno profondità di esistenza. Ecco il verosimile e il polisenso:
Attila guarisce se stesso e gli altri dalle ferite perché sa dare ai suoi
gesti e alla sua vita il ritmo e il senso del rito, il rito della violenza.
La rappresentazione è dichiarata, nessun equivoco neorealistico. La m.d.p.
non sta ferma un attimo: la violenza, in fondo, è un'ansia. Non è necessario
mostrarla. Tutto rimane apparentemente calmo, anche nei momenti delle
uccisioni: basta il movimento della macchina e quel suonar di tamburi, quel
punto di riferimento comune, una continuità simbolica. (...)
Franco Pecori La tecnica e il rito di Miklos Jacso, Filmcritica, n. 223,
marzo 1972

Laboratorio teatrale di Luca Ronconi (Il Calderón di Pier Paolo Pasolini )
(Italia,1977)
77'
Regia Miklós Jancsó
Con Miriam Acevedo Marisa Fabbri Antonello Fassari Luca Ronconi
Tullio Valli Gabriella Zamparini
Il regista ungherese Mklòs Jancsò realizza nei 1997 per Rai 2, un programma
sul "Calderon" di Pier Paolo Pasolini, messo in scena dal Laboratorio
Teatrale di Prato per la regia di Ronconi. Per Jancsò lo spettacolo è
un'occasione per esplorare l'universo pasoliniano. Dalla gigantesca pedana
che ingloba anche la platea e lo spazio scenico dove si muovono gli attori,
il pubblico assiste dai palchi dove un enorme ritratto di Pier Paolo
Pasolini, spettatore immaginario, sovrasta su tutta l'azione. Gae Aulentì è
l' autrice delle scenografie, ispirate al famoso quadro di Velazquez Las
Meninas.

Roma rivuole Cesare
78'
regia di Miklós. Jancsò (1974)
Soggetto e sceneggiatura: Giovanna Gagliardo, Miklós Jancsó
Con Ido Baldasso, Renato Baldini, Vittorio Carta , Josè de Vega, Fabio
Gamma, Remo Girone, Hiram Keller, Gino Lavagnetto
Nel 44 avanti Cristo, in Numidia, provincia nordafricana conquistata da
Cesare solo due anni prima, il futuro imperatore Augusto si fa chiamare
Ottavio e simpatizza, con altri romani lì residenti, con quanti si
ribellanno al propretore Titus Sextius.
Trasmesso per la prima volta nel 1974 da Rai Due

Capitali culturali d'Europa - Budapest
(Italia, 1983 colore)
Regia di Miklos Jancso
Viaggio attraverso la città di Budapest, vista con gli occhi di un cittadino
ungherese. La sua storia fa da sfondo alle bellezze della città ed ai suoi
cittadini. La serie CAPITALI CULTURALI D'EUROPA fu una importante
coproduzione tra le principali televisioni europee e la Rai nei primi anni
'80, affidata alle mani di autori come Carlo Lizzani, Kryzstof Zanussi,
Miklos Jancsò, Ermanno Olmi, Jiri Menzel e Manoel De Oliveira.



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