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[FuoriOrario] - Programmazione 9 / 15 Marzo 2014

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Magus

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Mar 4, 2014, 9:27:23 AM3/4/14
to


Locandine della settimana dal 9 al 15 Marzo 2014
Fuori Orario cose (mai) viste
di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Francia Fumarola Giorgini Melani
Turigliatto
presenta

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Domenica 9 marzo 2014 - RAI 3 - dalle 2.10 - 6.00

INCONTRO CON ANTONIO MARGHERITI primavisioneTv dur 55'
(1999)
Di Daniele Ciprì, Franco Maresco
Una lunga intervista realizzata dai registi palermitano ad uno dei maestri
dell'artigianato cinematografico italiano. Ciprì e Maresco sono affascinati
dai modi di Margheriti, quasi estasiati quando scoprono il suo anticipare i
tempi del gusto hollywoodiano.

IMAMURA, IL LIBERO PENSATORE
(Imamura, le libre penseur, Francia-Portogallo, 1995, col., 61', v.o. sott.
it.)
Regia: Paulo Rocha
Con: Shoei Imamura, Kazuo Kitamura, Paulo Rocha
Il film fa parte della serie televisiva francese "Cinéma de notre temps".
"Il mio amore per Imamura era antico, adoro i suoi film. Lo vedo come un
incrocio tra Renoir e una specie di Rabelais giapponese: soprattutto amo La
sua idea che tutta la vera saggezza giapponese è nel popolo bvasso che non
viene rappresentato, che il vero coraggio è nelle persone condannate dalla
società. In questo lo trovo molto commovente, proprio perché non è una presa
di posizione politica ma un'adesione viscerale, un discorso estremamente
anarchico, contro tutte le forme di autorità ma anche contro tutti i partiti
organizzati. E' per questo che ci sono tanti personaggi indimenticabili nei
suoi film. Ho fatto i due film - Oliveira e Imamura - per capire un po'
meglio cosa volevo fare. Inoltre è stato molto emozionante tornare a filmare
in Giappone dopo dieci anni. Le persone che avevano visto i film erano
quasi tutte unanimi: il film su Oliveira era molto buono, quello su Imamura
ancora più emozionante" (Paulo Rocha)

PAESAGGI DELLA MEMORIA prima visione TV dur
81'
(Italia 2002, col)
di Paolo Isaja, Maria Pia Melandri
con Vittorio De Seta
Gli autori del documentario ritrovano casualmente alcune pizze di pellicola
contenenti vecchi film di Vittorio De Seta, l'autore di capolavori
indimenticati, quali Banditi a Orgosolo, Diario di un maestro, Un uomo a
metà. De Seta, che dal 1981 ha lasciato Roma e il cinema, per trasferirsi in
Calabria dove coltiva un uliveto, viene così raggiunto nel 1995. Nel
consegnargli le scatole ritrovate dei suoi film degli anni '50, gli autori
decidono con lui di ripercorrere la sua esperienza di autore, rivedendo
insieme tutti i suoi film, analizzando, commentando, ricordando.



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Lunedi' 10 marzo 2014 - RAI 3 - dalle 1.05 alle 3.00 (115')

IL FABBRICANTE DI GATTINI prima visione TV
(Katzelmacher, 1969, b/n, 84'54", v.o. sott. it.)
Regia: Rainer Werner Fassbinder
Con: Rainer Werner Fassbinder, Hanna Schygulla, Lilith Ungerer, Elga Sorbas,
Doris Mattes, Harry Baer
Da una breve pièce dello stesso autore messa in scena dall'Anti-thater, è il
secondo lungometraggio di Fassbinder. Il titolo tedesco è un termine
spregiativo per indicare gli immigrati mediterranei. La trama del film si
basa ancora una volta su una rete complessa di relazioni di coppia: "Marie è
la donna di Erich, Paul va a letto con Helga, Peter si fa mantenere da
Elysabeth e Rosy se la fa con Franz per denaro" (Fassbinder) Questi
rapporti che ognuno dei personaggi intrattiene all'interno del gruppo -
rapporti di sfruttamento e reciproca aggressività - diventano ancora più
crudeli quando fa la sua apparizione l'immigrato greco Jorgos (interpretato
dallo stesso Fassbinder), che diventa inquilino di Elisabeth e viene subito
emarginato come "animale" e "comunista". Gli uomini si uniscono subito
contro di lui e tentano di cacciarlo usando anche la forza fisica, mentre la
reazione delle donne è ambivalente, sia perché pensano di far gioco sulla
potenza sessuale di Jorgos (di cui si racconta) contro quella dei loro
amanti, o perché pensano di poterlo sfruttare economicamente, o infine
perché sono attirate dalla sua "diversità". Gli uomini si uniranno per
picchiare violentemente l'immigrato. Ma Elisabeht e Marie lo convinceranno a
restare. O per motivi di soldi o per attrazione verso l'"altro" è diventato
per loro indispensabile.



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Martedì 11 marzo 2014 - RAI 3 - dalle 1.55 alle 2.00 (5')
EVELINE


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Mercoledì 12 marzo 2014 - RAI 3 - dalle 1.55 alle 2.00 (5')
VENT'ANNI PRIMA



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Giovedi' 13 marzo 2014 - RAI 3 - dalle 1.55 alle 2.00 (5')
FUORIORARIO


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Venerdi' 14 marzo 2014 - RAI 3 - dalle 1.55 alle 7.00 (305')

IL DIAVOLO PROBABILMENTE prima visione TV della versione originale
(Le diable probablement, Francia, 1978, col., 93', v.o. sott. it.)
Regia: Robert Bresson
Con: Antoine Monnier, Tina Irissari, Henri de Maublanc, Laetitia Carcano
Charles è uno studente parigino che ha lasciato la famiglia e vive da solo.
Non riesce a trovare una ragione di vita in nulla. Dissente dai compagni
politicamente impegnati così come dal loro atteggiamento verso la religione.
I legami d'amore nel gruppo di cui fa parte sono labili. Charles passa da
Edwige , sua compagna, ad Alerte, la quale scopre nel suo diario
l'intenzione
di suicidarsi. Michel tenta di coinvolgerlo nel suo impegno ecologico, un
altro amico lo fa partecipare a un gruppo di terapia contro la droga,
incontra uno psicanalista. Alla fine Charles pagherà un amico drogato
perché gli spari in un cimitero. "Non volevo criticare, semplicemente
mostrare. Si impedisce agli esseri umani di poter sentire, riflettere,
attraverso questo continuo commento musicale alla radio, al telefono, nei
negozi. Ho provato una sensazione di disgusto. Freud parlava di disagio
della civiltà. Quello che mi ha spinto a fare questo film è lo spreco che si
fa di tutto. E' questa civiltà di massa dove ben presto l'individuo non
esisterà più. Questa folle agitazione. Questa immensa impresa di demolizione
dove moriremo per colpa di ciò per cui avevamo sperato di vivere. E' anche
la stupefacente indifferenza della gente, con l'esclusione dei giovani più
lucidi" (Robert Bresson)

JOAQUIM GATTI, VARIATION DE LUMIERE
(Francia 2009, col., 2')
Regia Jean-Marie Straub
Nel luglio del 2009 un giovane film-maker francese, Joaquim Gatti, è stato
ferito a un'occhio dalla polizia durante alcune dimostrazioni a Montreuil.
Un "cinema interventista" o un piccolo "agit-prop" con testo di Jean-Jacques
Rousseau.

IL CAVALLO DI TORINO (Prima Visione Tv)
(A Torinói ló, Ungheria/Francia/Germania, b/n; dur. 149'56', v.o. sott.
it. )
Regia: Béla Tarr
Con: János Derzsi, Erika Bók, Mihály Kormos, Ricsi
Il film nasce dall'interrogativo, che viene posto in apertura, su quale sia
stato il destino del cavallo abbracciato da Nietszche nel giorno in cui il
filosofo perse definitivamente il lume della ragione, alla fine del
soggiorno torinese. E sarà un cavallo, durante i sei giorni e le sei notti
che caleranno la terra nel buio e sfiniranno un padre e una figlia, il primo
a capire che la fine è vicina, rinunciando a muoversi e a mangiare. Il
regista Béla Tarr ha dichiarato che questo sarà il suo ultimo film.



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Sabato 15 Marzo 2014 - RAI 3 - dalle 1.05 alle 7.00 (5h35')

O SANGUE (IL SANGUE)
(Portogallo, 1989, b/n, 95', v.o. sott. it)
Regia: Pedro Costa
Con: Pedro Hestnes, Inês de Medeiros, Nuno Ferreira, Luís Miguel Cintra,
Isabel de Castro, Henrique Canto e Castro
Due fratelli: Vicente di 17 anni e Nino di 10: Un paesino sulla sponda del
Tago. Tutto si svolge tra Natale e Capodanno. Un segreto lega i due
fratelli. Un segreto che riguarda le assenze del padre (dovute a una
misteriosa malattia? O ad attività sospette?). Ma questa volta il padre non
è andato via, com'era solito fare. Solo il fratello maggiore e una giovane
ragazza lo sanno. Segreti, promesse, separazioni, attese, ritrovamenti,
pericoli. A forza di voler custodire il loro segreto, i due fratelli si
lasciano, si perdono. Un film sulla notte dell'infanzia.
"Non mi ricordo bene chi raccontasse questa storia ma so che era così: una
bambina trascorreva le giornate dedicandosi al suo piccolo giardino. Si
occupava delle piante, le piaceva vederle crescere, sentirne il profumo e
sorrideva ogni volta che scopriva i colori dei fiori. A volte però si
comportava in un modo che nessuno si sapeva spiegare. Era posseduta da una
febbre che la rendeva ancora più pallida e silenziosa. In queste occasioni,
fuggiva, correva all'impazzata e si nascondeva all'ombra degli arbusti.
Rimaneva lì e nessuno capiva perché abbandonasse il suo amato giardino. Però
tornava sempre camminando in punta di piedi per non fa sentire i suoi passi
sull'erba. Tornava per vedere com'era il suo giardino quando lei non c'era.
Sapeva che quel giardino in fondo siamo noi. Anche quando non siamo
presenti." (Pedro Costa)

SCIACALLI E ARABI
(Schakale und Areaber, Svizzera 2011, colore,11')
Regia: Jean-Marie Straub
Con: Giorgio Passerone, Jean-Marie Straub, Barbara Ulrich
Nel 1987 Danièle Huillet traduce in francese il racconto Sciacalli e arabi
di Kafka e la traduzione appare, volutamente non firmata, sul numero 400 dei
"Cahiers du Cinéma". Venticinque anni dopo Straub ne fa un film.

PENULTIMO PAESAGGIO
(Italia, 2011, b/n, 100')
Regia: Fabrizio Ferraro
Con: Luciano Levrone, Simona Rossi
Due sconosciuti, un uomo e una donna, si incontrano nella Parigi del XXI
secolo e si amano. Comunicano con i loro corpi e i loro gesti mentre la
città che fa da sfondo al loro amore si mostra nei suoi cambiamenti, alla
ricerca di un'identità perduta che si fa strada tra le molteplici solitudini
che affollano i boulevards



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