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Sui cambiamenti NON tecnici che l'industria nucleare deve fare se vuole sopravvivere

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Claiudio

unread,
Nov 21, 2016, 10:07:24 AM11/21/16
to
http://www.neimagazine.com/opinion/opiniontransforming-nuclear-economics-why-and-how-5665711/

In soldoni, nei decenni passati gli impianti nucleari sono stati
costruiti perché permettono di produrre tanta energia a costi
ragionevoli e in modo predicibile.
È quindi un volere tagliarsi gli attributi "concorrere" alle rinnovabili
sul piano delle (non) emissioni di carbonio.

Ma comunque tutto questo non conterà niente, finché non si capirà come
superare la "paura delle radiazioni" e recuperare "accettabilità sociale".
Beh, lodevole punto di vista: a dire che sei favorevole al nucleare, ti
vedono quasi peggio di un pedofilo.

Mio commento
Insomma, si ritorna sempre al solito problema: mancanza di comunicazione
e VOGLIA di comunicare.
Da una parte c'è chi sa tutto di un argomento ma non capisce un razzo di
altro, quindi non sa mettersi nei panni dell'interlocutore.
Dall'altra parte, c'è chi non sa un razzo di tutto, ma crede di essere
lo stesso un tuttologo.
E a tutti questi ultimi farei scrivere 100 volte:
meno sai di un argomento, e più pensi di conoscerlo.

Roberto Deboni DMIsr

unread,
Nov 21, 2016, 1:49:48 PM11/21/16
to
On 2016-11-21, Claiudio <clai...@libero.it> wrote:
> http://www.neimagazine.com/opinion/opiniontransforming-nuclear-economics-why-and-how-5665711/
>
> In soldoni, nei decenni passati gli impianti nucleari sono stati
> costruiti perché permettono di produrre tanta energia a costi
> ragionevoli e in modo predicibile.
> È quindi un volere tagliarsi gli attributi "concorrere" alle rinnovabili
> sul piano delle (non) emissioni di carbonio.

Non capisco. Il nucleare e' alternativo al termoelettrico, o alla combinazione
"combination of ... gas-fired power and renewables", ove per rinnovabili vanno
ovviamente intese eolico e fotovoltaico. Il termoelettrico a concentrazione
solare, quando munito di una grossa quantita' di accumulo termico (oltre le
15 ore) ha una posizione piu' vicina a quella dell'idroelettrico a bacino che
quello delle "nuove rinnovabili". Anzi, al TCS si puo' ritenere una
rinnovabile "classica" come l'idroelettrico, avendo avuto i primi impianti su
scala industriale gia' negli anni '80.

Rileggendo, ho individuato la peggiore mistificazione della propaganda pseudo
ambientalista "stile Verde", ed e' quella di utilizzare costantemente il
termine "rinnovabili" quando, in realta' intendono la combinata eolico e
fotovoltaico (e quale ridicola esistenza di energia dalle onde), in realta'
snobbando l'idroelettrico classico, anzi spesso scippando tale settore
della sua produzoine maggioritaria, quando si mettono a snocciolare le
statistiche sulle "rinnovabili" (nel qualcaso ci mettono dentro tutto).
In questo modo tengono fuori dalla porta il TCS (e sarebbe veramente
interessante riuscire ad inchiodare uno di questi fanatici per fargli sputare
fuori perche' non vogliono il TCS, anche nella sua versione senza l'uso
quotidiano delle caldaie a gas e magari invece con le pecore a pascolare
in mezzo agli specchi) ed ignorano il ridotto geotermoelettrico.
E' evidente la presenza di una propaganda (che non e' mai razionale),
principalmente originante dai due paesi neofascisti, Germania ed Italia.
E gli accordi e gli "inchini" nei comportamenti fatti verso varie nazioni
esportatrici di combustibili fossili, fa sospettare (per me e' certezza)
che la ragione che guida questa propaganda e' la salvaguardia del mercato
dei combustibili fossili, ovviamente perche' personaggi come chi tira le
fila del sig.Renzi ed altri personaggi degli ultimi governi, sono stati
corrotti o sono gli stessi interessati al mercato del fossile.
Il che ci porta alla faccenda successiva ...

> Ma comunque tutto questo non conterà niente, finché non si capirà come
> superare la "paura delle radiazioni" e recuperare "accettabilità sociale".

Io oscillo tra momenti di pazienza nel spiegare le cose ed irritazione di
fronte a comportamenti senza senso ... in base alla mie conoscenze. Ed e'
questo la questione piu' difficile da accettare: che spesso la paura
del nucleare e' originata semplicemente da una totale ignoranza scientifica
(e l'Italia non ha mai avuto una popolazione particolarmente attratta
dalle scienze, nonostante abbia generato menti eccezionali in tale
settore). Ignoranza scientifica abilmente manipolata dalla propaganda su
citata. Propaganda che ha dalla sua una efficiente censura. Non e' una
censura dichiarata, se la citate, incontrate un coro a negarne
l'esistenza, ma e' evidente nel taglio QUOTIDIANO delle notizie, e'
evidente nel rapporto tra il numero di volte in cui viene citata o
vengono riportate interviste di personaggi di Greenpeace ed il numero di
volte in cui lo stesso avenga verso interventi favorevoli al nucleare.

Quindi, qualsiasi ipotesi di informazione "pubblicitaria" che cerchi di
smitizzare le paure e correggere gli strafalcioni (per non dire peggio:
secondo me sono errori deliberati, studiati a tavolino per il massimo
effetto negativo, senza pero' dare l'aria di fare parte di un attacco
antinuclearista) che spesso ci tocca sentire sul nucleare (come la
nenia costante che il combustibile esausto, malevolmente denominato
"scoria nucleare", sia un problema in termini di smaltimento, quando
in realta' e' una risosra e per tale ragione nessuno lo "smaltisce",
semmai lo tengono in depositi per uso futuro) e' destinata a cadere nel
vuoto o, peggio, fare la fine dello spot di forum nucleare.

Ancora una volta, vale la similitudine con il destino assegnato al TCS
in Italia. Parimenti, avendo cacciato un premio Nobel che non si poteva
zittire (il sig.Rubbia), ora c'e' una censura parimenti efficace come
quella sul nucleare, con frequenti citazioni delle vaneggianti tesi dei
personaggi del partito del sig.Berlusconi, ovvero di assurdi difetti
del TCS. Ed il risultato e' evidente quando si nota come il pregevole
intervento di Report della sig.Gabanelli, che ha chiaramente spiegato
cosa sta avenendo a torto contro il TCS in Sardegna, e' sostanzialmente
caduto nel silenzio. Ancora una volta si puo' notare la tremenda
efficacia della censura: "se non si puo' replicare vincendo, lo si
seppellisce nell'oblio, senza neanche degnarli di una critica".
E cosi', invece di una sollevazione popolare per chiedere conto della
porcata messa allo scoperto da Report, o di ulteriore informazione
che spieghi sotto forma di numeri (in "euro") del significato del
sabotaggio del TCS, abbiamo un silenzio glaciale.

> Beh, lodevole punto di vista: a dire che sei favorevole al nucleare, ti
> vedono quasi peggio di un pedofilo.

Nella mia esperienza la reazione e' di incredulita', non negativa come
iperbolicamente da lei esemplificato.

> Mio commento
> Insomma, si ritorna sempre al solito problema: mancanza di comunicazione
> e VOGLIA di comunicare.
> Da una parte c'è chi sa tutto di un argomento ma non capisce un razzo di
> altro, quindi non sa mettersi nei panni dell'interlocutore.
> Dall'altra parte, c'è chi non sa un razzo di tutto, ma crede di essere
> lo stesso un tuttologo.
> E a tutti questi ultimi farei scrivere 100 volte:
> meno sai di un argomento, e più pensi di conoscerlo.

Per dirla come Churchill, sul nucleare: "Mai su un argomento, cosi' tanti
sanno cosi' poco, di cio' che cosi' pochi sanno cosi' tanto."

Quindi, il mio commento alle argomentazioni della fonte da lei citata e' che
hanno senso solo nei paesi in cui il nucleare e' ancora una industria attiva.

In Italia, invece, il nucleare parte come i sig.ri Fortuna e Baslini quando
hanno introdotto la legge sul divorzio. Parlare prima del 1970 di divorzio
significava violare un tabu'. Ma quando, grazie alla legge, tanti sono
usciti allo scoperto, l'argomento era diventato all'ordine del giorno. Ed
infatti il referendum abrogativo fu battuto sonoramente (e quella volta,
veramente, la decisione e' stata presa dalla maggioranza degli italiani:
19,1 milioni su 37,6 milioni di aventi diritto).

Quindi, non vedo altra soluzione, che non richieda tempi generazionali, di
un intervento governativo, come allora. Quella del sig.Berlusconi e' stata
appunto una occasione del genere andata persa. Una volta avviato il
programma nucleare, la "paura dell'uomo nero" sarebbe gradualmente scomparsa
(anche se ci sarebbe stato da aspettersi violente manifestazioni come quelle
dei no-TAV nella Val di Susa).

Si potrebbe pero' anche "agire sui fianchi", ovvero avviando una campagna
seria a favore del TCS, fino al punto di fare uscire alla scoperto il
perche' "vero" della opposizione sfrenata esplicita dal 2006 ad oggi. E
probabilmente si vedrebbe il collegamento con l'antinuclearismo.
Il vantaggio collaterale e' che la diffusione del TCS in Italia andrebbe
grandemente a favore della autonomia energetica nazionale e di un
rinascimento dell'industria metalmeccanica, specialmente locale, di
medie imprese.

Bowlingbpsl

unread,
Nov 22, 2016, 11:24:02 AM11/22/16
to
.
>
> Non capisco.

Scrivere 100 volte!


Fabrizio < EVIL GRIN >


Roberto Deboni DMIsr

unread,
Nov 22, 2016, 6:01:20 PM11/22/16
to
Lei odia l'Italia o odia gli italiani ?

(delle due l'una ...)

Bowlingbpsl

unread,
Nov 23, 2016, 3:47:22 AM11/23/16
to
Roberto Deboni DMIsr wrote:
> On 2016-11-22, Bowlingbpsl <bow...@people.it> wrote:
>> Roberto Deboni DMIsr wrote:

>>>>
>> .
>>>
>>> Non capisco.
>>
>> Scrivere 100 volte!
>>
>>
>> Fabrizio < EVIL GRIN >
>
> Lei odia l'Italia o odia gli italiani ?

Il bue che crede di dare del cornuto a qualcuno?
Deboni ha gia' dato ampia prova di odiare entrambe le cose.
Non serve negare. A me, la menzogna infantile non frega un cazzo.

> (delle due l'una ...)

Le frasi del manipolatore amorale.


Fabrizio


P.S. "ritaglia questo coupon per ripetere le scuole elementari". La
citazione e' quella, ma non viene percepita manco se morde il culo...


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