Cara Lidia puoi passare la risposta?
grazie
Pina
Se la preoccupazione è per il lavoro può essere interessante leggere quanto segue:
....."Un interessante progetto del “Forum for the Future”, recentemente presentato a Londra, esplora proprio quest’argomento. Consiste in uno studio sul fashion system mondiale nel prossimo futuro, avviato nel 2007 ad opera di studenti e insegnanti del London College of Fashion, affiancati da scienziati indipendenti, sociologi e politologi.
Nel corso degli anni, questi ricercatori hanno analizzato molti fattori solo apparentemente lontani dalla moda: le tendenze demografiche, la dinamica del costo degli idrocarburi, le prospettive delle nanotecnologie e dei combustibili alternativi, come pure l'attività sismica, il clima del pianeta e i processi ecologici.
In base all'analisi di questi dati, hanno quindi sviluppato possibili quattro scenari dell’industria della moda nel prossimo futuro, che oltre al design, descrivono la produzione, la vendita al dettaglio, la pubblicità ed altre componenti di questo importante settore di business e cultura.
Questo studio promosso Forum for the Future mira a razionalizzare tutti i processi e le fasi di produzione del fashion system al fine di garantirne lo sviluppo armonico senza danni per la società e l'ambiente. Infatti, i quattro scenari elaborati forniscono possibili risposte a domande chiave sui principali problemi che nell’immediato futuro potrebbero richiedere soluzioni altrettanto immediate. Ad esempio:
- In che modo il fashion system risponderà alla carenza di cotone e di altri materiali naturali? - In che modo la gente si prenderà cura dei propri vestiti nel caso di carenza d’acqua potabile e prezzi troppo elevati dell'energia? - In che modo, alla luce degli elevati costi delle risorse, verrebbe risolto il problema dello smaltimento e riciclo degli abiti usati? - In che modo potrebbe cambiare l'equilibrio tra lavoro e tecnologia nello sviluppo della tecnologia di produzione di abbigliamento e prodotti tessili? - Come evitare un aumento della disoccupazione? - Come sarà il sistema di sviluppo e promozione dei prodotti del settore moda, con lo spostamento dei centri economici e commerciali in India e in Cina? Scenario 1: Slow is Beautiful - Lento è bello
Il modo più semplice e logico per diminuire il consumo delle risorse potrà essere quello di rallentare la produzione la moda. Per esempio, smettendo di produrre un gran numero di collezioni stagionali, attraverso "patti di non-concorrenza" tra i marchi e cominciando a produrre un abbigliamento "intelligente", in grado di auto-pulirsi e proteggere l'organismo da numerose influenze negative dell'ambiente. Gli autori di questo scenario prevedono, inoltre, sia un significativo aumento d’interesse per l’abbigliamento di seconda mano, sia la produzione di indumenti da materiali organici, derivati da un centro di elaborazione secondario che potrebbe essere il Giappone. Interessante è che tali indumenti sarebbero venduti in piccoli negozi o via internet, e potrebbero essere scambiati con amici e vicini di casa, per contribuire così a risparmiare sui vestiti nuovi e a preservare risorse preziose. Scenario 2: Community Couture - Couture Collettiva Come nel primo scenario, sarà opportuno produrre vestiti da materiali riciclati. La tecnologia nel 2025 avrà raggiunto un livello in cui, ad esempio, si potrà usare seta riciclata, cosa attualmente impossibile. Gli alti costi energetici spingeranno i produttori a creare tessuti in grado di generare elettricità sufficiente per ricaricare un telefono cellulare o altri dispositivi portatili. La produzione di articoli d’abbigliamento sarà fortemente segmentata. In tutto il mondo, a seconda della situazione geopolitica, ci sarà una zona d’Haute Couture,riservata alle produzioni d’alta moda e ad aree d’abbigliamento Vintage, dove ciascun lotto corrisponderà all’anno di fabbricazione, e l'abbigliamento più vintage avrà un costo maggiore. Inoltre, ci saranno le zone per la produzione di denim ed altri tipi di prodotti tessili. Così come ci saranno la “moda polare”, ovvero molto costosa ma di qualità in materiali naturali, e quella “superaccessibile” perché ottenuta da fibre riciclate o da abbigliamento di seconda mano, e che potrà essere prodotta da appositi centri in Nigeria. Inoltre, gli autori di tale scenario, prevedono la creazione di una rete mondiale di archivi dell’abbigliamento, dove si potrà prendere qualsiasi capo per un certo periodo e poi restituirlo. Scenario 3: Techno-Chic L'idea principale di questa strategia consiste in servizi ad alta tecnologia, design e materiali. Ad esempio, i fashion brands produrranno “tessuti camaleontici”, in grado di cambiare colore e stampe, a seconda dei desideri del cliente. In tal modo, si potrà comprare un vestito e "ridisegnarlo" a seconda dei casi o degli accessori indossati. Inoltre, con lo sviluppo di Internet, le sfilate di moda saranno trasmesse on-line e i potenziali acquirenti provenienti da tutto il mondo, potranno ordinare un particolare modello, tessuto e colore. A mantenere l’abbigliamento fresco e pulito provvederanno sia microrganismi in grado di diffondersi di notte ed eliminare dal tessuto qualsiasi contaminazione, sporcizia e impronta di sudore. Scenario 4: Patchwork Planet Questa visione della fashion industry implica l'emergere di molte marche nazionali i cui prodotti riflettono la ricca tradizione culturale di un popolo. Questo approccio risolve il problema dell’identità nazionale in un mondo globalizzato e aiuta ad eliminare problemi di genere culturale al viaggiatore. Alla luce della carenza di fibre naturali, ci sarà in particolare un aumento delle biotecnologie – attualmente c’è già il boom di progetti sulla cellulosa batterica-. Inoltre, gli autori di questo scenario propongono la creazione di una rete di fabbriche in tutto il mondo per ridurre in modo significativo il consumo di produzione della moda. Così, in Asia si svilupperà la produzione di cotone, in India quella del lino, in Australia la lana e così via." il link da ui ho tratto le notizie: http://www.luxurynline.it/articoli/vedi/1955/fashion-2025-il-futuro-della-moda/
Considerando tutte le belle opportunità che la scuola vi stà offrendo e che voi della moda state accogliendo con entusiasmo e impegno ( partecipazione con notevole successo alla Biennale di Venezia, collaborazione con la Coldiretti, esposizione ad Ortogiardino di abiti creati con la verdura, ecc. ecc.) ho grande fiducia nelle vostre prospettive future.
Pina De Martino
--- Sab 6/3/10, blogger-lydia <cu...@tele2.it> ha scritto:
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Se la preoccupazione è per il lavoro può essere interessante leggere
quanto segue:
....."Un interessante progetto del “Forum for the Future”, (link
originale in inglese:http://www.fashion.arts.ac.uk/ ) e tradotto in
italiano:
http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.forumforthefuture.org.uk/about-us&ei=goyWS4aGCMOj_Qar-vHaCw&sa=X&oi=translate&ct=result&resnum=2&ved=0CA4Q7gEwAQ&prev=/search%3Fq%3D%2522forum%2Bthe%2Bfuture%2522%26hl%3Dit%26sa%3DG
recentemente presentato a Londra, esplora proprio quest’argomento.
Consiste in uno studio sul fashion system mondiale nel prossimo
futuro, avviato nel 2007 ad opera di studenti e insegnanti del London
College of Fashion, (sito in inglese: http://www.fashion.arts.ac.uk/;
sitotradotto:
http://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=http://www.fashion.arts.ac.uk/&ei=W42WS-u5Otag_Aa21tS5Cw&sa=X&oi=translate&ct=result&resnum=1&ved=0CBUQ7gEwAA&prev=/search%3Fq%3DLondon%2BCollege%2Bof%2BFashion%26hl%3Dit)
affiancati da scienziati indipendenti, sociologi e politologi.
ragazze, leggete e riflettete! Lidia Curto
Sei grande!!!!,
un abbraccio
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Data: Martedì 9 marzo 2010, 19:37 |