Il sintesi il certificato vaccinale per i viaggiatori attesterà:
• vaccinazione eseguita, oppure
• test negativo al Covid (compresi quelli rapidi), oppure
• presenza di anticorpi da guarigione
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da
https://www.agi.it/estero/news/2021-03-17/covid-ue-passaporto-vaccinale-in-vigore-da-giugno-11812803/
L'Ue presenta il 'passaporto' vaccinale, in vigore da giugno
Agli Stati rimane la responsabilità di decidere quali restrizioni alleviare
ai viaggiatori ma dovranno essere uguali per tutti i possessori del
certificato verde. Von der Leyen: "L'obiettivo è riaprire". E su AstraZeneca
aggiunge: "Mi fido di quel vaccino, ma l'azienda è inaffidabile sulle
consegne"
aggiornato alle 07:54 18 marzo 2021
AGI - La Commissione europea ha presentato oggi la sua proposta legislativa
di creare un certificato vaccinale, il "Digital Green Certificate", per
facilitare la libera circolazione sicura all'interno dell'Ue in tempi di
pandemia di Covid-19. Non si limiterà a dimostrare il vaccino ma fornirà
anche dettagli (in assenza della vaccinazione) sul test negativo al Covid
(compresi quelli rapidi) oppure sulla presenza di anticorpi da guarigione.
In vigore entro metà giugno, sarà disponibile, gratuitamente, in formato
digitale o cartaceo.
La sicurezza e l'autenticità del certificato sarà garantita da un Qr Code
che potrà essere usato per verificare la presenza dei dati sui database. La
Commissione istituirà uno sportello per garantire che tutti i certificati
possano essere verificati in tutta l'Ue e sosterrà gli Stati membri
nell'attuazione tecnica dei certificati. Agli Stati rimane la responsabilità
di decidere quali restrizioni alleviare ai viaggiatori ma dovranno essere
uguali per tutti i possessori del certificato verde.
"Si tratta di un approccio a livello Ue per il rilascio, la verifica e
l'accettazione di certificati per facilitare la libera circolazione
all'interno dell'Ue, basato su un rigoroso rispetto della non
discriminazione e dei diritti fondamentali dei cittadini dell'Unione",
spiegano dalla Commissione. "Sarà definito un quadro tecnico a livello
dell'Ue, da mettere in atto entro metà giugno, per garantire la sicurezza,
l'interoperabilità e il pieno rispetto della protezione dei dati personali.
Consentirà inoltre di estendere la possibilità a certificati compatibili
rilasciati in paesi terzi", aggiungono da Bruxelles.
"Con il certificato verde l'obiettivo è ripristinare la circolazione in modo
sicuro, responsabile e che dia fiducia a tutti", ha dichiarato la presidente
della Commissione europea, Ursula von der Leyen. "L'obiettivo è quello di
riaprire", ha aggiunto. "Io mi fido di AstraZeneca, mi fido del loro
vaccino. Ema farà un’altra dichiarazione domani e sono convinta che
permetterà di chiarire la situazione". Lo ha dichiarato la presidente della
Commissione europea, Ursula von der Leyen, in merito alle segnalazioni di
casi sospetti di effetti collaterali.
La presidente della Commissione ha confermato l'obiettivo di "vaccinare il
70% della popolazione over 18 dell'Ue entro l'estate" pur riconoscendo i
problemi nella fornitura delle dosi di AstraZeneca. Tra le case
farmaceutiche con cui l’Ue ha stretto accordi, ha spiegato von der Leyen,
“ci sono diversi livelli di affidabilità nella fornitura” perché
“BioNTech/Pfizer e Moderna sono molto affidabili, AstraZeneca no”. La
presidente ha spiegato così il diverso ‘mix’ di ordini dei Paesi membri che
si è verificato perché “non tutti gli Stati membri hanno comprato le
quantità che spettavano” a ciascun Paese in proporzione alla popolazione e
dunque alcuni Governi “hanno acquistato più dosi” lasciate sul mercato dagli
altri Paesi.
Von der Leyen ha poi detto che nelle ultime settimane 10 milioni di dosi
sono state esportate nel Regno Unito, che è il primo beneficiario di dosi
dall’Unione europea, nonostante il Regno Unito produca dosi AstraZeneca” e
“nel nostro contratto sono citati due stabilimenti in Gran Bretagna che
dovrebbero produrre dosi anche per l’Ue, ma noi siamo ancora in attesa”,
quindi “non c’è reciprocità” nel trattamento tra Londra e Bruxelles. La
presidente ha ipotizzato nuovi meccanismi di controllo sulle esportazioni di
dosi verso Paesi che non garantiscono la reciprocità. Al contrario del Regno
Unito, “con gli Stati Uniti c’è reciprocità” perché “anche se ci sono
restrizioni sul commercio di dosi”, dagli Usa “arrivano una serie di
componenti” necessarie per la produzione di vaccini nell’Ue.