2° articolo da
https://arte.it/calendario-arte/napoli/mostra-capodimonte-doppio-caravaggio-102154
Capodimonte Doppio Caravaggio
Dal 24 July 2025 al 2 November 2025
Napoli
Luogo: Museo e Real Bosco di Capodimonte
Indirizzo: Via Miano 2
Orari: tutti i giorni tranne il mercoledì. Nei giorni feriali dalle
8.30 alle 17.00 (ultimo ingresso alle 16.30) nei giorni festivi dalle
ore 8.30 alle 19.30 (ultimo ingresso alle 18.30)
Curatori: Ufficio Mostre - responsabile Maria Laura Chiacchio
Costo del biglietto: Ingresso gratuito compreso nel biglietto del museo
Telefono per informazioni:
+39 081 0106129
E-Mail info:
mu-...@cultura.gov.it
Sito ufficiale:
http://capodimonte.cultura.gov.it
Dopo quattro secoli il capolavoro ritrovato a Madrid torna a Napoli
dove fu dipinto.
Schmidt: Qui un dialogo unico con un Ospite davvero speciale. È la
nostra proposta per omaggiare Napoli 2500.
Dal 24 luglio al 2 novembre “Capodimonte Doppio Caravaggio” è
un’occasione unica per ammirare l’Ecce Homo di Madrid, l’ultimo
capolavoro ad essere entrato nel corpus del pittore, eccezionalmente
in dialogo accanto alla Flagellazione di Cristo (1571-1610).
Giovedì 24 luglio è stata inaugurata dal direttore Eike Schmidt alla
presenza del Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi,
l’esposizione‘Capodimonte doppio Caravaggio’: fino al 2 novembre
l’Ecce Homo di Caravaggio, dipinto a Napoli quattro secoli fa e
riscoperto nel 2021 a Madrid, è l’Ospite speciale del Museo e Real
Bosco di Capodimonte, in dialogo con il capolavoro la Flagellazione di
Cristo.
Entrambe le opere furono realizzate nei soggiorni napoletani del
Merisi (1606/1607 e 1609) e sono ora esposte nella sala 62 in un
confronto di grande suggestione che pone accanto la celebre pala
d’altare della Chiesa di San Domenico (di proprietà del Fondo Edifici
di Culto in consegna al museo dal 1972 per ragioni di tutela) e il
dipinto perduto, appartenuto a un viceré di Napoli – Garcia Avellaneda
y Haro – alla metà del Seicento.
‘Capodimonte Doppio Caravaggio’ vuole essere anche un omaggio alle
celebrazioni per i 2500 anni della città ed è un’iniziativa promossa
in collaborazione con il Comune di Napoli.
La Flagellazione di Cristo, dopo il successo della grande mostra
romana per il Giubileo (‘Caravaggio 2025’, 7 marzo – 20 luglio), è
subito rientrata infatti al Museo e Real Bosco di Capodimonte,
portando con sé un ospite d’eccezione: l’Ecce Homo spagnolo, dipinto
che negli ultimi anni è stato al centro del dibattito scientifico e
mediatico mondiale.
Dopo l’attribuzione, il quadro era stato infatti subito esposto al
Museo del Prado a Madrid, per volere del nuovo proprietario, e
attualmente può lasciare la Spagna solo per eccezionali occasioni.
“Appena abbiamo saputo che l’Ecce Homo sarebbe arrivato in Italia –
spiega Eike Schmidt, Direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte –
ci siamo messi al lavoro per averlo a Napoli al termine della mostra
del Giubileo per la quale ci era stata richiesta la Flagellazione. Le
celebrazioni dei 2500 anni di Napoli sono stata un’ulteriore
motivazione per la realizzazione di questa iniziativa. La nostra
politica dei prestiti sarà sempre improntata al protagonismo di
Capodimonte e all’esaltazione del suo patrimonio. In particolare,
questo ospite speciale per il quale ringraziamo il Ministero della
cultura spagnolo e il Museo del Prado, è anche un’occasione di
confronto unica che illustra e documenta la fortuna napoletana del
modello caravaggesco. Nella stessa sala i visitatori troveranno
esposto infatti anche l’Ecce Homo di Battistello Caracciolo. “Doppio
Caravaggio” fa parte del ciclo “L’Ospite” mostre piccole ma preziose
che Capodimonte propone mentre completa i grandi lavori di
efficientamento energetico e quindi il rinnovamento degli spazi, in
costante dialogo con i grandi musei italiani e internazionali“.
Negli ultimi mesi sono state ‘ospiti’ a Capodimonte importanti opere
di Courbet, Carracci, Rubens, Baglione.
“L’inaugurazione della mostra ‘Capodimonte Doppio Caravaggio‘–
dichiara il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi – segna, per la città,
il ritorno di un’opera di grande interesse, realizzata durante i
soggiorni napoletani dell’artista: l’Ecce Homo. Dal Museo del Prado di
Madrid al Museo e Real Bosco di Capodimonte, unica tappa italiana
prima del ritorno in Spagna, l’esposizione si inserisce, a pieno
titolo, nelle celebrazioni per i 2500 anni di Neapolis. In un anno
così speciale e ricco di stimoli, l’offerta culturale di Napoli si
arricchisce di nuove contaminazioni. La Flagellazione di Cristo, già
custodita al Museo, in dialogo con l’Ecce Homo di Caravaggio: un
viaggio unico nel tempo e nello spazio, all’insegna della riscoperta
dell’arte caravaggesca e della sua influenza in ambiente napoletano,
come testimonia il lavoro di Battistello Caracciolo. Non posso che
rinnovare il supporto del Comune di Napoli al Museo di Capodimonte,
uno dei siti di maggiore interesse in città e, negli anni, promotore
di iniziative di grande spessore e qualità“.
“Lo spirito di Napoli2500 è perfettamente presente nell’idea stessa di
questa esposizione a Capodimonte – sottolinea Laura Valente,
direttrice artistica di Napoli2500. Il racconto della pittura del ‘600
napoletano si arricchisce di un dialogo unico che ci svela sempre
nuovi tasselli della sua storia. Come Fringefestival proporremo qui
in autunno appuntamenti performativi dedicati a Caravaggio e al suo
legame ideale con alcuni geni contemporanei. E nel quadro della
collaborazione con il Museo e Real Bosco, frutto dell’adesione
entusiasta del direttore Schmidt alle celebrazioni per il compleanno
di Neapolis, annunceremo a breve una mostra di arte contemporanea
internazionale, dal messaggio potente, per il cartellone di fine
anno”.
ECCE HOMO a Capodimonte – Caso più unico che raro tra le attribuzioni
di dipinti a Caravaggio dell’ultimo mezzo secolo, su questa tela di
media grandezza il consenso della critica è stato pressoché unanime.
L’Ecce Homo si trovava nel salotto di una casa privata, nel 2021 il
quadro venne messo in vendita con una base d’asta di 1500 euro come
opera di ‘scuola di Ribera’ .
La casa d’arte spagnola Ansorena pubblica allora un catalogo con
l’opera e attraverso un tam-tam di segnalazioni attorno al dipinto in
pochi giorni si riuniscono i principali esperti del pittore, inclusi
mercanti d’arte e curatori di museo da tutto il mondo.
Mentre il quadro consolidava sempre più la sua reputazione di
originale perduto di Caravaggio, il governo spagnolo ne sanciva la non
esportabilità, vincolandone, quindi, la permanenza sul suo territorio.
Nell’estate del 2024 l’Ecce Homo, acquistato da un filantropo
britannico, che vuole restare anonimo, residente in Spagna, è esposto
in una sala dedicata del Museo del Prado di Madrid.
Una storia appassionante narrata anche nel thriller documentaristico
‘Il Caravaggio perduto’ uscito quest’anno nelle sale italiane,
recentemente trasmesso su Sky Arte.
Già Roberto Longhi, nei suoi studi fondativi sul pittore, aveva
pubblicato un’immagine di una copia del quadro di Madrid,
intravedendo, primo fra tutti, oltre le vernici ossidate e la
banalizzazione di un mediocre copista tutta la forza di un’autentica
idea caravaggesca ancora da rintracciare.
Lo studio sulla storia del dipinto si deve, però, interamente a Maria
Cristina Terzaghi che ne ha rintracciato il passaggio nell’Ottocento
dall’Academia San Fernando di Madrid e che ha proposto di riconoscere
lo stesso in un Ecce Homodi Caravaggio appartenuto a un viceré di
Napoli – Garcia Avellaneda y Haro – alla metà del Seicento.
L’Ecce Homo – tra gli ultimi episodi della vita di Cristo precedente
alla Crocifissione e successivo alla Flagellazione – è un’iconografia
che ebbe ampia diffusione, nell’intera penisola italiana, tra
Quattrocento e Cinquecento.
Nel quadro di Madrid, Caravaggio dispone le figure in profondità,
suggerendo una loggia buia da cui si sporge Ponzio Pilato, il giudice
che indica Cristo dolente alla folla, mentre un aguzzino con la bocca
aperta lo spoglia (o forse lo ricopre dopo averlo spogliato) per
mostrarne ulteriormente il corpo martoriato. Geniale e dal forte
valore simbolico è la soluzione caravaggesca di rappresentare, sopra
la fronte di Cristo, la sezione a mo’ di piccola fiamma di un ramo di
rovi spiccato dal tronco principale, più chiara rispetto alla
variazione di bruni della corona di spine.
Poiché, in tutta probabilità, fu realizzata a Napoli, è con i quadri
dei due periodi napoletani che la tela madrilena può mettersi più
facilmente in relazione ed è proprio a potenziare la suggestione che
la pala di San Domenico maggiore del 1607 e il quadro da stanza di
Madrid sono stati nuovamente messi in dialogo nella sala con i
capolavori del Museo di Capodimonte.
L’importanza del dipinto è attestata dalla ripresa di alcune pose
nella pala della Stella del 1607-1608 di Battistello Caracciolo
(1578-1635), tra i più fedeli seguaci di Caravaggio e che ebbe anche
rapporti diretti con l’artista durante i suoi soggiorni napoletani.
Su di una parete laterale, nella stessa sala, si è poi deciso di
esporre proprio un’opera di Battistello proveniente dai depositi del
museo: un altro Ecce Homo dal formato orizzontale. Capodimonte propone
quindi una occasione di confronto unica che illustra e documenta anche
la fortuna napoletana del modello caravaggesco.
La prossimità stilistica con alcune opere finali del Merisi ha
permesso di confermarne la realizzazione da parte di Battistello
proprio negli anni in cui Caravaggio era a Napoli o in quelli compresi
tra i suoi soggiorni.
Ed ecco che il ritrovamento dell’Ecce Homo di Madrid permette di dare
nuovo significato alla suggestione dello studioso che in catalogo si
chiedeva se all’opera di Battistello non potesse aver “sovrainteso” lo
stesso Caravaggio.
Rimane, tuttora, rischioso spingersi a dire di più, ma gli esperti e
il grande pubblico potranno tornare a vedere con occhi nuovi opere
della collezione permanente di Capodimonte, grazie a un prestito
straordinario, anello intermedio di una catena che dalla Flagellazione
di San Domenico maggiore muove verso l’Ecce Homo di Battistello e si
spinge certamente oltre.
SCARICA IL COMUNICATO IN PDF
https://arte.it/calendario-arte/napoli/mostra-capodimonte-doppio-caravaggio-102154#_
Vai alla guida d'arte di Napoli
https://arte.it/guida-arte/napoli