Il Museo Archeologico Provinciale della Lucania Occidentale.

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Mar 4, 2022, 9:17:17 AM3/4/22
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Da:
https://ecampania.it/event/museo-archeologico-provinciale-della-lucania-occidentale/





Il Museo Archeologico Provinciale della Lucania Occidentale



All’interno della Certosa di San Lorenzo a Padula, continua la
scoperta del territorio salernitano


di Maria Cristina Napolitano

Come se non bastasse la Certosa di San Lorenzo a Padula con il suo
carico di storia, architettura ed arte tra cui girovagare, al suo
interno troviamo anche il Museo Archeologico Provinciale della Lucania
Occidentale, gremito di beni di grande interesse culturale.

Il museo nasce in seguito alle esplorazioni archeologiche susseguitesi
a Padula e Sala Consilina a partire dal 1955, unendo ai nuovi reperti
provenienti dagli scavi il materiale già acquisito sul finire
dell’Ottocento. Inizialmente ad ospitare il museo fu il Refettorio;
poi fu la volta della cella del Priore e poi definitivamente fu
allestito nella sala “ad Elle” e nel chiostro dei Procuratori.

L’ultimo allestimento, datato al 2006, ha usufruito anche di un
finanziamento della Regione Campania.

Il percorso espositivo diviso per ordine cronologico e topografico,
prevede nel chiostro il lapidario e nelle sale reperti provenienti da
Padula e Sala Consilina, con apporti da altri centri del territorio
come Palinuro, Atena Lucana, con reperti datati dalla fine del X sec.
a.C. al VI sec. d.C.

Nelle vetrine sono esposti i corredi delle tombe dell’età del Ferro
rinvenute a Sala Consilina: olle biconiche usate come urne cinerarie,
coperte con scodelle capovolte o elmi fittili. Per le sepolture
maschili i segni distintivi sono gli elmi, simbolo dell’attività
bellica, per le donne, gli utensili, fusaiole o pesi da telaio e gli
ornamenti.

Notevole è la copia del modello in impasto di una casa (l’originale è
al Museo di Salerno), rinvenuto nella tomba 63 in località
Sant’Antonio, unico esempio del genere nelle necropoli coeve in Italia
meridionale.


È esposto il corredo di una tomba, la n. 46, scavata nella necropoli
di Valle Pupina nel 1959 con vasi in argilla figulina con decorazione
lineare a vernice rossa, kantharos, coppette in bronzo, oinochoe,
vaghi d’ambra e fibule.

Sono conservati anche i reperti rinvenuti in località San Cristoforo a
Padula, durante gli scavi degli anni 1956-59 e pertinenti ad
un’abitazione di II sec. a.C., tra cui notevole è il torso virile
marmoreo con resti del panneggio sulla spalla.

Ancora corredi di necropoli questa volta da Padula che si
caratterizzano per l’alta qualità dei vasi attici e con il
caratteristico cratere-kantharos ai piedi del defunto.

Nel lapidario sono esposti lungo i portici del chiostro: basi
onorarie, colonne e capitelli corinzieggianti e figurati, fatti della
stessa pietra usata per due statue panneggiate acefale rivenute nel
1899 a sud della Certosa, probabilmente connesse con l’edificio a cui
dovevano appartenere anche i capitelli.


Il costo del biglietto è incluso in quello della Certosa di Padula.
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